Aurelia Oreglia d’Isola – “Leletta” «Volle per il suo funerale una messa nuziale»

Leletta muore di tumore a 66 anni, chiedendo che la messa con cui verrà salutata dalla sua comunità sia una messa nuziale, con paramenti bianchi e fiori bianchi, per festeggiare l’incontro con lo sposo atteso tutta la vita.
Leletta è il nome familiare di Aurelia Oreglia (Torino 1 aprile 1926 – St. Pierre, Aosta 18 agosto 1993), che in gioventù aveva tentato di entrare in un monastero domenicano, ma aveva dovuto rinunciare per salute ed era divenuta terziaria domenicana. Aveva insegnato filosofia nei licei di Chieti e di Aosta e dal 1969 – a motivo di un enfisema polmonare – si era ritirata nel Priorato di St. Pierre, che ospita tutto l’anno corsi di esercizi: lì ha lavorato fino alla fine divenendo guida spirituale di tante persone.
Diceva di aver avuto sempre nostalgia del Cielo. Di una polmonite virale che l’aveva colpita all’età di tre anni raccontava: Ricordo il dispiacere che provavo perché i miei non mi lasciavano andare in Paradiso. A diciotto anni, in ginocchio sul pavimento prega Dio dicendo: Se mi dai fede mi consacro a darla a quelli che non l’hanno.
Nel periodo di St. Pierre, raccontano che ogni mattina scendeva alle quattro in cappella a pregare e anche alle tre o alle due, mossa dal bisogno di stare con Gesù, che poi comunicava agli altri attraverso i colloqui e la corrispondenza.
Quando scopre il tumore scrive così a un’amica:
Non dire: “abbiamo bisogno di te”, perché purtroppo sono ormai inutile: il cancretto è stato tutta la mia gioia quando prevedevano un prossimo ritorno al Padre, come tanto desideravo. E’ comparso come una bella ferita al costato, la settimana santa 1988, su un colpo ricevuto nell’81.
Sceglie di curarsi con la medicina omeopatica, perché vive la creazione con passione incredibile, e in virtù di essa arriva lucida e forte all’incontro con il suo Creatore. Il 20/3/93 scrive:
Le forze sono tutte assorbite dal tirare avanti e fare (con entusiasmo perché ogni riuscita è un’epopea!) le piccole cosette tipo il letto…il 15 febbr. ho lasciato la mia vita notturna con piena coscienza di girare una pagina, ma con molta gioia perché “c’è un tempo per questo e un tempo per quello”, ma Dio è al di fuori dei tempi, SEMPRE VICINO. Il desiderio di uscire dal tempo si fa sempre più forte, benché la malattia non precipiti. Che gioia anche umana aver fatto marameo agli accanimenti diagnostici e terapeutici di questi medici padreterni! Se mi confronto col povero (chemio, cobalto, medicine sbagliate) mi sento un pascià e mi godo una gran pace. Ho però quasi 97 di pressione minima e, come saprai, bevo solo bevande gelide (neve del Gran Paradiso da circa metà gennaio). Però respiro pochissimo (situazione flogistica, che prende stomaco e polmoni). La mia testa è molto vaga, non scrivo quasi più a nessuno.
Con eroismo è stata disponibile a chiunque volesse dialogare con lei anche nell’ultimo periodo della sua grave malattia. Questa è l’ultima pagina del diario:
Ho pensato ai giorni antichi della guerra, vissuta fra i 13 e i 19 anni, e li ho visti “veri”, liberi dall’eterodirezione dei mass-media, vissuti veramente da me, ragazzina normale e insignificante, ma da me. Li ho visti liberi, questi anni, dagli strati di lardo che il denaro pone sulle realtà essenziali della vita: prima fra tutte, la morte. Di fronte ad essa gli ideali politici – l’antifascismo che affratellava persone così diverse – l’amicizia; la ricerca, la stessa povertà, acquistano un rilievo tutto speciale. Ho avuto in mente gli anni eterni ai quali la vita del tempo conduce, e attendo lietamente anche l’incontro con coloro che in queste cronache sono nominati.
La diocesi di Aosta nel febbraio 2008 avvia il processo di canonizzazione:http://www.leletta.net/it/beatificazione.html.

La figura di Aurelia Oreglia d’Isola, detta Leletta, mi è stata segnalata da don Pietro Fragnelli nel 1994: allora lavorava nella Segreteria di Stato vaticana, oggi è vescovo di Castellaneta. Altre notizie mi sono venute da Lucia Favre, di Aosta e dal cardinale Cottier. “Il diario di Leletta”, Edizioni Franco Angeli, Milano 1993, è uscito pochi giorni prima della morte dell’autrice. Qui un’ampia informazione: http://www.santiebeati.it/dettaglio/93652.

[Gennaio 2012]

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