Angela novantenne e le preghiere più forti della febbre

Francesca e Riccardo, giovani sposi di Savona, fanno compagnia per sei anni ad Angela, novantenne che non vuole spendere per magiare e curarsi perché vorrebbe mandare tutto alle missioni in Africa.
 

Abbiamo conosciuto Angela nel 1997 e per 6 anni, gli ultimi tre quotidianamente, la sua amicizia ha segnato la nostra vita. Quando ci siamo incontrati aveva poco meno di 90 anni, anche se lo abbiamo scoperto molto dopo, perché era restia a svelare la sua età e diceva di essere appena maggiorenne.

Aveva un senso dell’umorismo molto spiccato. Nonostante avesse trascorso i suoi primi 20 anni in un istituto delle suore del Cottolengo, perché orfana di padre, e non avesse passato una vita facile, senza parenti, sempre al servizio di qualcuno, perdeva raramente il buon umore ed era sempre pronta a dire filastrocche e cantilene con la sua vocina acuta. Approfondendo l’amicizia, abbiamo capito che il suo buonumore non era tanto un tratto del carattere, quanto un dono della sua fede grande e semplice, che si basava sull’affidarsi in tutto al Signore e per questo si apriva volentieri all’incontro con gli altri.

Non si preoccupava del mangiare, della pensione, della salute; e in un modo che a noi appariva folle si affidava a quelli che le volevano bene. Quando ormai indebolita viveva quasi sempre a letto, abbiamo dovuto lottare con i denti per poter accendere qualche ora il riscaldamento e per poterle fare un po’ di spesa: non voleva che venissero spesi i suoi soldi per queste cose, li voleva dare tutti per le missioni dell’Africa. Dopo la sua morte abbiamo trovato tantissimi bollettini di donazioni alle missioni della Consolata di Torino e lettere di ringraziamento provenienti dall’Africa. Finché la vista glielo ha permesso, lavorava continuamente coperte che voleva che facessimo avere alle missioni e ai poveri.

Abbiamo imparato a rispettare e ad ascoltare questa sua vita così diversa dalla nostra, che nella sua stranezza ci ha insegnato tanto. Prima di tutto a considerare l’amicizia disinteressata e la fiducia negli altri come due grandi valori. Ci ha insegnato che tutti, magari in modi diversi, siamo dipendenti dagli altri; anche noi, infatti, dipendevamo molto da quella vita così fragile, anche se può sembrare strano: entrando in casa sua alla mattina, quando la chiamavi per vedere se si era svegliata dopo la notte trascorsa da sola, e lei ti rispondeva, ti si allargava il cuore.

Intorno a lei avevamo imparato a costruire una rete fedele di amicizie: una vicina le faceva quel poco di pulizie che Angela le permetteva, la signora del martedì le leggeva i libri, alcuni con noi si alternavano per i pasti, le dame di San Vincenzo e qualche nostro collega la aiutavano con la spesa, il dottore accettava una situazione non esattamente normale, il ministro dell’Eucaristia le portava la comunione dopo la Messa.

Non si poteva proprio passare da lei distrattamente o di corsa per darle pranzo, o cena, o colazione; abbiamo imparato che non si può sempre correre e che è importante fermarsi almeno un po’ durante la giornata. Ma ci ha insegnato soprattutto a fermarci per pregare e per affidarci al Signore; lei lo faceva spesso, soprattutto alla sera e il suo libro delle preghiere, che conserviamo gelosamente, era l’ultima parola della giornata. Quando non è riuscita più a leggere, lo abbiamo fatto noi per lei. Dopo cena, si passava almeno mezz’ora a recitare tutte le preghiere, secondo un preciso e imprescindibile ordine.

Un giorno, a causa di una febbre molto forte, era finita in ospedale e, durante il delirio della febbre, diceva parti delle preghiere quotidiane. Quando gliel’abbiamo detto, lei ne era stata orgogliosissima, e lo raccontava spesso; diceva che le preghiere erano state più forti della febbre.

Ringraziamo il Signore di aver potuto trascorrere alcuni anni della nostra vita insieme a lei. Oggi continuiamo questo cammino – appreso da lei – con altri anziani.
 

Francesca e Riccardo Mitidieri hanno raccontato la storia della loro amicizia con Angela Tibaldo (1909-2003) durante un incontro di preghiera dell’Unità pastorale di San Francesco di Paola e San Lorenzo, che si è tenuto presso il Carmelo di Savona il 17 gennaio 2012. Ho avuto il loro recapito e il loro testo – che ho un poco abbreviato – da suor Emanuela Ghini. Da loro ho avuto le notizie che sono in questa nota.
 
[Febbraio 2012]
 

Commento

  1. […] Abbiamo conosciuto Angela nel 1997 e per 6 anni, gli ultimi tre quotidianamente, la sua amicizia ha segnato la nostra vita. Quando ci siamo incontrati aveva poco meno di 90 anni, anche se lo abbiamo scoperto molto dopo, perché era restia a svelare la sua età e diceva di essere appena maggiorenne. – E’ l’avvio del racconto di un’amicizia di sei anni tra due giovani sposi di Savona e una novantenne di nome Angela, piena di spirito, che pienamente si fidava delle persone che le volevano bene. La puoi leggere nel capitolo 6 UNA RAZZA DI LONGEVI della pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto, con il titolo: Angela novantenne e le preghiere più forti della febbre. […]

    29 Febbraio, 2012 - 17:20

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