Un giornale in Vaticano

La sfida della comunicazione

Libreria Dehoniana di via della Conciliazione 37
29 gennaio 2008

La nuova direzione dell’Osservatore romano si è insediata il 27 ottobre 2007.
Abbiamo potuto osservare bene il nuovo giornale lungo questi tre mesi. Si tratta in effetti di un giornale nuovo. Più sobrio nella grafica, con meno pagine e meno foto, non ha più le «testatine» dedicate a Roma e all’Italia, pubblica molti contributi culturali e interviste e articoli sul fatto ecclesiale del giorno.
Per esempio intervista il vescovo Bregantini il giorno del suo trasferimento da Locri-Gerace a Campobasso. Abbiamo visto interviste al segretario generale del CEC Samuel Kobia, al metropolita della Chiesa ortodossa russa Kirill, al cardinale Ruini in prossimità dell’angelus di solidarietà con Benedetto XVI da lui promosso, al cardinale Angelo Bagnasco subito dopo.
Abbiamo visto interviste informative ai capidicastero e ad altre figure ecclesiali ed ecumeniche. Il giorno della nomina del relatore generale e del segretario speciale del Sinodo dei vescovi, vengono proposte due interviste.
Tra le novità anche l’apertura alla collaborazione delle donne. Già il primo giorno era ospitato un lungo articolo di Maria Encarnación Gonzalez, direttrice dell’ Ufficio delle Cause dei santi della Chiesa di Spagna (si era alla vigilia della beatificazione di 498 martiri della guerra civile).
Nell’edizione dell’11 ottobre compare un primo articolo della studiosa ebrea Anna Foa, docente di Storia alla Sapienza: s’intitola «I tortuosi percorsi della memoria» ed è una recensione del libro «Brutti ricordi», contenente saggi di vari autori (Ephraim Kleim, Anita Shapira, Pierre Vidal-Naquet) sulle espulsioni forzate dei palestinesi dal territorio di Israele nel 1948-1949 (Abbiamo ritrovato Anna Foa il 13 gennaio in prima pagina con un’opinione sul “mancato bombardamento” di Auschwitz da parte degli alleati). Lo stesso numero dell’OR ospitava un altro articolo della giurista Patrizia Clementi sui presunti privilegi economici e fiscali della Chiesa cattolica in Italia.
In altri giorni si sono viste le firme di Lucetta Scaraffia, Sandra Isetta, Maria Maggi, Irene Iarocci. E’ stata pubblicata una recensione dell’ultimo lavoro della poetessa milanese Alda Merini, «Canto di una creatura» (editore Frassinelli).
Quanto alle presenze non cattoliche, abbiamo letto ultimamente un testo di Giorgio Israel – ebreo e docente alla Sapienza – intitolato “Quando Ratzinger difese Galileo alla Sapienza”. Sempre in zona di frontiera: avete sdoganato Harry Potter, addirittura con un richiamo in prima pagina (14-15 gennaio).
Il direttore Vian e il vicedirettore Carlo Di Cicco prevedono di potenziare il sito Internet del quotidiano, di ridurre il formato dell’edizione cartacea, di assumere dei redattori donna, di ampliare la rosa dei collaboratori alla «migliore intellighenzia cattolica del mondo».
L’ottica – precisa Vian – non sarà mai esclusivamente cattolica: «Come si vede dal libro recensito da Anna Foa, ci interessano anche i problemi del mondo, non solo quelli della Chiesa».

1) Iniziamo dalle piccole domande. L’OR esce il pomeriggio con la data del giorno dopo: dal momento che fate tante innovazioni, non potreste unificare uscita e data? E perché non uscite come tutti la mattina? Anche il Corriere della sera una volta usciva di sera…

2) Domanda cattiva: mantenendo l’uscita al pomeriggio non tendete piuttosto a confermarvi come giornale per i giornali e non per il pubblico? “Il quotidiano meno letto e più citato” come si usava dire…

3) Possiamo dire qualcosa sulla grafica e il formato? Che progetto avete? Questa grafica più sobria non è troppo audace nella sua austerità? Fate un giornale più vivace ma il suo aspetto è più fermo rispetto a prima. E il colore? Ormai tutti i giornali lo usano in tutte le pagine…

4) Il Sito internet? Il Vaticano sta vivendo una stagione creativa a questo livello. Il Consiglio per la cultura del vulcanico arcivescovo Gianfranco Ravasi e il Consiglio per le Comunicazioni sociali stanno progettando grandi cose. Voi che farete? Vedremo un giornale on line oltre a quello cartaceo?

5) Una “presenza in rete reale ed efficace” – quale hai preannunciato – costa , specie se dev’essere creata dal nulla, a meno di ricorrere agli sponsors – ma mi pare che le autorità vaticane escludano questo ricorso – così almeno è stato detto ai due Consigli citati prima. Con i costi, come andiamo? Rilancio dell’OR vuol dire anche investimento. C’è questo investimento?

6) Possiamo dire qualcosa sulla diffusione, argomento da sempre per pietose bugie? C’è qualche segno di ripresa? Il cardinale Tarcisio Bertone ha suggerito ai cardinali – in occasione del Concistoro straordinario del 23 novembre – di leggere l’OR. Avete riscontri sull’audience, sia in basso sia in alto?

7) “Cinque bambini ugandesi adottati dall’OR”: i fondi della vendita del giornale in piazza San Pietro durante le festività natalizie donati all’ ”Associazione volontari servizio internazionale”. Uno immagina che siano stati quattro soldi – e che idea è questa della diffusione militante?

8) L’8 novembre direttore e vice-direttore siete stati a pranzo dal papa, che in vostro onore – abbiamo saputo da Sandro Magister – ha bevuto con voi un bicchierino di Porto. Ci puoi dire altro? Che pensa il papa del vostro lavoro?

9) Un giornale non è un giornale se non informa. E’ scomparsa l’informazione encomiastica, amicale, cortense – ed è aumentata, o è entrata la grande informazione: vaticana, ecumenica, culturale, internazionale. C’è stata qualche resistenza ambientale a questo tsunami?

10) Termino con una domanda sul mondo. Io per professione sfoglio tutti i giorni l’OR – “E’ ovvio”, si dirà; ma sta di fatto che ultimamente non lo facevo più. Oltre a ciò che mi serve – le interviste e qualche articolo sull’argomento del giorno – apprezzo i testi della sezione culturale e le notizie sui mali del mondo. Oggi trovo: La violenza dilaga nell’Ovest del Kenya. Anche un sacerdote tra le persone uccise, Domenica di sangue a Beirut. Morti otto manifestanti, Medici stranieri uccisi in Somalia, Ragazzi usati per commettere attentati in Iraq, I bambini di una scuola in Pakistan per ore in ostaggio di fondamentalisti, Oltre trentamila senzatetto per il maltempo in Bolivia, Ondata di freddo con 25 morti nel sud della Cina. I mali del mondo nei media commerciali di oggi o diventano spettacolo o vengono ignorati. Qui invece abbiamo una collatio quotidiana di questi mali proposti alla meditazione dei lettori – scelti, io immagino, con l’occhio di chi intende porsi a samaritano del mondo. Ci vedo la sensibilità internazionale e cristiana di Carlo Di Cicco, che tendo a immaginare come fautore di questa cernita. La domanda: oggi quel lavoro si basa sui servizi delle agenzie internazionali – per domani avete dei progetti – ci sarà uno sviluppo?

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