Ines e Gabriele Lo Faro: Quando il miracolo della vita ha la sindrome di Down

 

Ecco la storia dell’accoglienza prima dolorosa e poi serena di una bambina Down che conduce i genitori in “luoghi pieni di amore” e mostra come il mistero della vita tenda a svelarsi in ogni creatura che lo Spirito – per vie a noi sconosciute – guida a compiere il proprio cammino “riconoscente” su questa terra.

Dieci anni son passati da quando ho incontrato mio marito: nella nostra foto di famiglia ora sorridono mamma Ines, papà Gabriele, Gaia 6 anni, Emma 4, Maria 1. Tempo fa con mio marito ripensavamo al giorno del nostro incontro e ci siamo chiesti quale sarebbe stata la nostra reazione se qualcuno ci avesse fatto vedere quella foto e ci avesse raccontato dei nostri traslochi e delle nostre fatiche; probabilmente saremmo scappati in direzioni opposte.

Appena conosciuti abbiamo vissuto momenti di piena spensieratezza, divertimento, ricordi che ci muovono tenerezza al pensiero dei nostri visi di dieci anni fa. Due lavoratori, Gabriele militare, io impegnata nel sociale e altre mille cose senza capire tanto il perché. Ci incontriamo a Roma, io ligure, lui siciliano. Calmati i venti goliardici, si discute, ci si interroga, finalmente ci fermiamo e approdiamo verso un’unione con rito civile, festosa per gli altri, confusa per noi, troppo impegnati a prenderci cura di loro. Poi i traslochi in Toscana e poi in Veneto, la lontananza per motivi di lavoro, le discussioni ricorrenti, perché mancava qualcosa, forse il coraggio di crescere e diventare Famiglia.

L’annuncio dell’arrivo della piccola Gaia ci rende felici anche se fortemente impreparati al mistero della vita; manca qualcosa, il terreno sotto i nostri piedi non è abbastanza solido per reggere la responsabilità di una famiglia, mancano le radici, manca lo Spirito. Decidiamo quindi di intraprendere il percorso di preparazione al matrimonio nel Duomo del nostro paese Villafranca di Verona; io sono al nono mese di gravidanza, veniamo accolti da Dino e Adriana che ci accompagnano, insieme ad altre coppie, ascoltandoci e proponendo spunti di riflessione sul matrimonio e la fede. Ho sempre pensato che le persone non si incrocino per caso, le trame delle nostre vite seguono un disegno che si può scorgere sempre solo in parte. Prima del termine del corso nasce Gaia, bimba tanto amata quanto esigente, il passaggio dall’” io con te” a un “noi” più ampio è una sfida impegnativa, emotivamente e fisicamente. Terminiamo gli incontri di preparazione e il 25 maggio del 2006 celebriamo il nostro matrimonio e il battesimo di Gaia con una grande riconoscenza nel cuore, ci sentiamo amati e pieni di amore.

Un anno dopo ci avventuriamo in una nuova maternità, è in arrivo Emma. La gravidanza procede bene, ma c’è un’inquietudine nell’animo che non può essere ignorata. Le mamme lo sentono, le mamme lo sanno; mi ricordo ancora il semaforo rosso di quando dissi a mio marito: “Eppure non son tranquilla, c’è qualcosa che ci sfugge, c’è qualcosa che sta arrivando”. Con 15 giorni di anticipo nasce Emma, un parto molto più semplice del primo, la bimba è calda sulla mia pancia, le dico :”come sei bella”, il calore di quel corpicino stona col freddo che si percepisce negli occhi dell’ostetrica che ho di fronte. Portano via la bambina, mio marito non si muove, gli dico di stare con lei, di non lasciarla sola. Ore di attesa, qualche bugia per proteggere una mamma affaticata, la bambina ha la Sindrome di Down. A dircelo è un medico che non ci nasconde che anche il suo terzo bimbo è nato con la stessa malattia e poi non ce l’ha fatta e ci sollecita a non tardare una terza gravidanza. Attorno alla nostra famiglia lacrime e disperazione, la festa per Emma non c’è stata, il dolore degli altri strideva con il nostro amore per quella creatura donata a noi, che serenamente dormiva nell’incubatrice a mostrare a tutti il miracolo della vita e che nessuno voleva scorgere. In questi anni Emma ha saputo condurci in luoghi pieni di amore, anche in presenza della sofferenza, ci ha fatto conoscere storie di vita che riempiono il cuore e incoraggiano, ci ha dimostrato forza e volontà di crescere e compiere il suo cammino su questa terra.

Tempo dopo ho riallacciato i fili sospesi dei miei ricordi, da quando ero bambina e la maestra sceglieva sempre me per dar la mano alla compagna disabile, gli anni spesi a lavorare come volontaria con i bambini autistici, la vicinanza della mia amata collega già madre di un ragazzo con la Sindrome di Down, l’incontro con mio marito tanto capace di allegria quanto ostinato e caparbio verso gli obiettivi che si pone, il ricordo di quel giorno al semaforo che ci annunciava l’arrivo di Emma. Nei miei pensieri ritrovo anche Dino e Adriana e la loro nipotina e la loro disponibilità ad accompagnare con noi Emma nei suoi primi anni. E come ci annunciò quel medico, ecco arrivare due anni dopo nella nostra famiglia un terzo dono, la piccola Maria, che va a completare la foto della nostra bella famiglia, nata da un incontro spensierato e che, guidata dallo Spirito ritrovato, tesse le trame della vita riconoscente della ricchezza che ci ha voluto donare. Ines

Ines Lo Faro ha scritto per me la storia della sua famiglia nel maggio del 2012 su richiesta dei comuni amici Adriana e Dino Serpelloni.

[Giugno 2012]

Commento

  1. […] Ecco la storia dell’accoglienza prima dolorosa e poi serena di una bambina Down che conduce i genitori in “luoghi pieni di amore” e mostra come il mistero della vita tenda a svelarsi in ogni creatura che lo Spirito – per vie a noi sconosciute – guida a compiere il proprio cammino “riconoscente” su questa terra. La puoi leggere nella pagina CERCO FATTI DI VANGELO al capitolo 4 La reazione all’handicap: Ines e Gabriele Lo Faro: Quando il miracolo della vita ha la sindrome di Down. […]

    11 Giugno, 2012 - 22:50

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