Remo Zanotti: Il mio cuore pazzo e la voglia di fare volontariato

 

Remo, costruttore di capannoni con la passione del volontariato, intorno al Natale 2011 si riprende da una grave crisi cardiaca dopo aver invocato l’aiuto di Giovanni Paolo II e gli scrive questa lettera intitolata “Esperienza di vita vissuta” che affida a una coppia di amici in partenza per Roma perché la portino sulla tomba del Papa.

 

Caro Giovanni Paolo II, ti scrive questa perla di Remo, 42 anni, di Verona. Sono da sempre, per la fede trasmessami da piccolo, credente e praticante (grazie a Benedetto e Anna, i miei genitori). Sono dalla maggiore età volontario a 360°; non fisso su un canale unico, ma un jolly, visto il mio carattere aperto e disponibile a seguire le necessità visibili.

Ho fatto una vita bella e feconda. Sposando Daniela – che ho conosciuto a Czestochowa, alla Giornata mondiale della Gioventù del 1991, quando insieme conoscemmo te – ho avuto la grazia di due figli, Pietro e Sara, un lavoro sicuro, una casa e un’esistenza piena di valori domestici e cristiani. Ho realizzato presto che la vita non è nostra ma regalata e mi sono regalato il più possibile, al solo contraccambio di serenità e sorriso!

Mi piace far ridere e a volte esagero, sembro scemo. Mi piace far star bene chi mi incontra, cerco di essere utile, così il volontariato diventa espressione gratuita dell’agape verso i fratelli. “Agape” è il nome scelto per l’Associazione che due anni fa abbiamo fondato al mio paese – Cadidavid – per lo stare insieme, tenere uniti e modernizzare le feste patronali e io ne sono il primo responsabile. Tutto il mio girovagare gratuito a sollevare varie situazioni di bisogno, dalla manutenzione all’assistenza delle strutture più disparate in zone limitrofe alla mia parrocchia.

Il caso: c’è da togliere l’acacia della scuola materna. Con mia moglie Daniela e mio fratello Carlo, presidente della scuola, decidiamo di tagliarla. Lo sforzo fatto, che ha caricato il mio cuore, mi porta all’ospedale: ishemia coronarica acuta, coronarie strozzate al 90% = limite di morte improvvisa. Ma Qualcuno decide che non tocca ancora a me!

Di fronte a me in rianimazione, dove sono stato tre giorni e mezzo, c’è una riproduzione del Crocifisso di San Damiano, che un giorno parlò a Francesco d’Assisi e che ora mi  tranquillizza e mi aiuta a tornare alla mia fede. Penso a casa mia, penso a Giovanni Paolo II (del quale ho un ricordo con reliquia in camera) e gli dico: “Hei, caro Papa, tu che da poco sei vicino a Gesù, e che l’hai visto tante volte, portami con te o lasciami qui a essere ancora uno strumento della tua evangelizzazione”.

Tutto si sistema, sono e mi sento un miracolato. Sento che sono pieno di Grazia e ringrazio la Divina Provvidenza di aver scelto questo modo per aiutarmi e confermarmi che Gesù mi ama e mi vuole ancora “servo buono e fedele” a far fruttare i miei talenti che credo tanti. Caro Giovanni Paolo II, vale la pena essere cristiani e vivere la vita, sempre bella. Remo, 4 gennaio 2012

 

Ho conosciuto Remo Zanotti – di Cadidavid, Verona – tramite i comuni amici Adriana e Dino Serpelloni, ai quali Remo ha affidato la lettera da portare a Roma. In una delle e-mail che abbiamo scambiato, Remo afferma che con questa vicenda di salute la sua “voglia” di volontariato “è cresciuta ed è cresciuta anche la sicurezza che quando un bisognoso bussa alla mia porta è un segno di Gesù che mi dice di amare come io sono amato”.

 

[Giugno 2012]

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