Paola Gaiotti: “Il mio angelo custode è una capoverdiana”

Voglio ringraziare chi da ventisei anni mi ha assicurato con professionalità e intelligenza la libertà di tante esperienze e la sicurezza di un quotidiano ordinato: Adzinda Fortes, la capoverdiana che considero ormai il mio angelo custode. Custode di me, della mia salute, delle mie cose, della serenità di questo concludersi della vita, che in qualche momento è forse a prezzo della sua serenità. Che anche questo intreccio di vite possa essere segno di una solidarietà fra gli umani che vada oltre le attuali disuguaglianze e disparità, che ci faccia ritrovare fratelli e sorelle”: così Paola Gaiotti de Biase – 83 anni nel 2011, già parlamentare europea e poi italiana, prima Dc e poi Pds – alle pagine 21-22 di Passare la mano. Memorie di una donna del Novecento incompiuto (ed.Viella 2011).

Questi ricordi – scrive ancora Paola – vanno letti nel segno di un’avventura, iniziata a sedici anni, di cui debbo infinita gratitudine al Signore, l’avventura di una fede, di una speranza, di un impegno, nato da una scommessa, che ha dato senso e forza alla mia vita: ma anche nel segno della coscienza di uno scacco, lo scacco della democrazia, nel passaggio da una fase mondiale ascendente a una fase che ne segna lo stallo”. Il grazie di Paola alla colf mi ha ricordato quello del cardinale Ruini – durante il commiato a San Giovanni in Laterano, il 21 giugno 2008 – alla sua Pierina: “che rimarrà con me e che ha reso confortevole la mia vita”.

[Settembre 2011]

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