Ancora su Benedetto e il vino vecchio – 17

Torno al libro del papa su Gesù (vedi post del 26 ottobre) per dare conto ordinatamente delle specificità del Vangelo di Luca che vengono elencate intorno a quella sorprendente “comprensione” per i giudei che volevano restare al vino vecchio invece di “gustare” quello nuovo portato dal rabbi di Nazaret (pp. 214-217). Solo Luca ci riferisce che Gesù costituì “accanto alla comunità dei dodici un gruppo di settanta”, nei quali “si annuncia il carattere universale del Vangelo, che è pensato per tutti i popoli della terra”. Luca narra che “molte” donne facevano parte della comunità ristretta dei credenti e mette in luce come “il loro accompagnare Gesù nella fede era essenziale alla costituzione di questa comunità, come si sarebbe poi dimostrato con particolare evidenza sotto la croce e nel contesto della risurrezione”. Egli è poi “l’evangelista dei poveri” e anche nei confronti degli israeliti mostra una comprensione particolare: “Le passioni, che furono suscitate dall’inizio della separazione tra Sinagoga e Chiesa nascente e che hanno lasciato traccia in Matteo e in Giovanni, in Luca non si trovano” (è a questo punto che Ratzinger-Benedetto tratta della benevola aggiunta di Luca al detto di Gesù sul vino e sull’otre). Infine “presta particolare attenzione alla preghiera di Gesù come fonte della sua predicazione e del suo operato”. Conclude esprimendo il convincimento che “proprio in questi aspetti specifici della tradizione lucana ci è conservato qualcosa di essenziale circa la figura originaria di Gesù”. Segue il capitolo sui “tre grandi racconti in parabole” che solo Luca riporta: il samaritano, i due fratelli, il ricco e il povero. E attendiamo il secondo volume – pare arrivi presto – che tratterà della passione ma conterrà “anche il capitolo sui racconti dell’infanzia”, che sarà ovviamente un capitolo lucano. Stante la mia passione per Luca, non posso che rallegrarmi della preferenza mostrata dal papa. E mi azzardo a immaginare che le donne, gli ebrei, i poveri e gli oranti saranno quelli che più riceveranno da papa Benedetto.

4 Comments

  1. Valentino Losito

    Caro Accattoli,

    so che questa mia nota è fuori tema, ma voglio riferirmi alla recente intervista del card. Ruini al Corriere della Sera intitolata così: Ruini: attaccano la Chiesa perché adesso sta vincendo. “C’è stato un momento in cui sembrava in ritirata, ora non è così”.
    Solo una breve riflessione sui termini usati: “vittoria”, “ritirata”. Ma perché questo linguaggio “guerresco” nelle parole del cardinale Ruini? La Chiesa è forse un esercito in guerra con il mondo da cui deve uscire vincitrice? Perché questa visione “muscolare” dell’annuncio del Vangelo di Cristo crocifisso?
    E non sta scritto forse “ Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli “ (Mt 5,3-12)? Grazie. Valentino Losito

    7 Novembre, 2007 - 12:23
  2. Luigi Accattoli

    Ho visto che lei affronta il tema nel suo sito, sotto la testatina “Riflessioni” (www.lavocedelgrillo.it) e mi complimento per la puntualità delle osservazioni. La mia sensibilità è più vicina alla sua che a quella del cardinale, ma personalmente non sono attirato dalle dispute di politica ecclesiastica. E ritengo che di questo in definitiva si tratti. Cioè di che cosa debba fare l’autorità ecclesiastica, come debba parlare, dove andare. Sarei favorevole a che ci fosse meno governo della Chiesa e più fiducia nello Spirito. Meno disputa con il mondo laico e maggiore proposta serena e non controversiale del proprio messaggio.L’ho scritto qui nel blog tante volte. Ma non mi turba l’atteggiamento del cardinale Ruini. So bene che c’è chi attacca e dunque è bene che vi sia chi risponde. Egli sa rispondere. Il linguaggio guerresco ha un blasone antico nella Chiesa: pensi alla “Compagnia di Gesù”. Anche don Bosco era un combattente e anche Giovanni Paolo. Chi non ha vocazione a combattere – come il sottoscritto – può restare nelle retrovie e svolgere tante altre mansioni. Saluti, Luigi

    7 Novembre, 2007 - 16:43
  3. Valentino Losito

    Ringrazio per l’ospitalità. Ho scoperto che l’intervista di Ruini è stata commentata da Adriano Sofri nella sua rubrica “Piccola Posta” su “Il Foglio” del 7 novembre. Ecco il testo. “Nella lunga intervista del cardinale Ruini ad Aldo Cazzullo per il Corriere di domenica, dopo l’orgogliosa e puntigliosa rivendicazione della vittoria della Chiesa e dei “fondamentali”, spiccava il trasandato inciso finale. “Per natura tendo a relativizare…” Da un cardinale politico e fondamentalista ci si può difendere, da uno spiritoso è dura”.
    Saluti.

    7 Novembre, 2007 - 23:47
  4. Luigi Accattoli

    Ammiro Adriano Sofri ma guarda a Ruini troppo da lontano. L’ultima sua battuta migliora se lasciamo cadere le parole “e fondamentalista”: Ruini non è per nulla fondamentalista, almeno nel senso in cui lo si possa dire per un cardinale. Luigi

    8 Novembre, 2007 - 8:15

Lascia un commento