Andate a vedere “L’uomo che verrà”

Ho visto il film L’UOMO CHE VERRA’ di Giorgio Diritti, che racconta le stragi tedesche dell’autunno del 1944 nella zona di Monte Sole, comune di Marzabotto, provincia di Bologna: sono contento che sia stato realizzato e invito a vederlo. Finalmente un film che descrive con realismo i partigiani e i tedeschi, senza l’abituale esaltazione ideologica della resistenza, con buona presa sui fatti. Mette in risalto il legame delle comunità contadine dell’Appennino bolognese con i suoi preti, che non le abbandonano e muoiono con loro. Il dramma è visto e narrato con gli occhi di una bambina muta che sopravvive con un fratellino allo sterminio di tutta la sua famiglia e che in un quaderno di scuola scrive: “Ho capito che ci sono tante persone che vogliono ucciderne tante altre ma non so perchè”. Chi ha letto il volume di Luciano Gherardi, LE QUERCE DI MONTE SOLE. VITA E MORTE DELLE COMUNITA’ MARTIRI FRA SETTA E RENO. 1848-1944 (Il Mulino 1986), ritroverà persone nomi luoghi gesti e parole che conosce. Nel primo commento un suggerimento di lettura all’interno di questo blog, nel secondo la lode di una recensione del film.

9 Comments

  1. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] Mi sono occupato dei fatti narrati dal film nel capitolo 3 del volume NUOVI MARTIRI (San Paolo 2000). Capitolo intitolato MARTIRI DELLE STRAGI DI POPOLO. Lo puoi leggere nella pagina ANTOLOGIA DELLE PUBBLICAZIONI elencata sotto la mia foto, andando al nono titolo che è appunto quello di NUOVI MARTIRI e poi cliccando sulla seconda riga sotto la foto della copertina. In particolare segnalo le sei storie riguardanti i martiri di Monte Sole: Ubaldo Marchioni 221, Maria Nerina Fiori 222, Nicola Martino Capelli 223, Elia Comini 224, Ferdinando Casagrande 226, Giovanni Fornasini 227. Sono storie di grande significato e dobbiamo essere grati ai cristiani di Bologna che le hanno amate e le hanno fatte conoscere.

    5 Febbraio, 2010 - 22:38
  2. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] Una bella recensione del film di Giorgio Diritti è stata pubblicata da AVVENIRE a firma Goffredo Fofi il 7 gennaio: http://www.avvenire.it/Cultura/Marzabotto+il+film+delle+vittime_201001071012386800000.htm. Essa termina con un invito che faccio mio: “Non perdete questo film, procurategli spettatori”. Approfitto dell’occasione per dire che considero Goffredo Fofi il migliore acquisto dell’AVVENIRE di Dino Boffo.

    5 Febbraio, 2010 - 22:38
  3. Clodine

    Grazie Luigi per la segnalazione, sicuramente andrò a vedere il film e porterò altri con me. Mi fece accapponare la pelle anche la strage di Sant’Anna di Stazzema, quel paesino incuneato sopra le colline di Lucca, che sembrava un’isola felice, assolutamente lontana dai rumori della guerra. Dal racconto dei pochissimi supersititi – Cesira Pardini, Enio Mancini, Enrico Pieri il quale bambino si salvò nascondendosi assieme ad altri all’interno di una botola, sotto la cucina- il paese sembrava godere di una protezione celeste: miracolosamente scampato dal resto del mondo, dall’orrore della guerra che imperversava. A Sant’Anna di Stazzema, al contrario, tutto scorreva normalmente e tutti si adoperavano per aiutare chi cercava rifugio: la chiesa sempre aperta, dei sacerdoti stupendi che dividevano il pane…
    Ma la mattina del12 agosto 1944, la ferocia dei nazifascisti si scatena contro la popolazione inerme: quattro divisioni SS, accompagnate da collaborazionisti italiani,irrompono come lupi feroci e massacrano 560 civili inermi, uccidendo nonni, madri, i figli e i nipoti, tutti i paesani gli sfollati, i tanti saliti, lassù in cerca di un rifugio. Il paese venne poi incendiato assieme ai cadaveri, centinia e centinaia di corpi rimasero a terra, senza vita, bruciati, trucidati, straziati. Per questo atto premeditato di barbarie sono stati comminati dieci ergastoli, confermati dalla Cassazione nel novembre del 2007.
    La memoria è per tutti i martiri, tutti, senza eccezioni [è un po’ il seguito di quanto commentammo nel post riguardante la shoha] e suscita sempre un enorme dolore.

    6 Febbraio, 2010 - 11:54
  4. roberto 55

    Grazie, Luigi, della “dritta”: ho, poi, sentito parlare bene di questo film anche da altri amici.
    Giusta la considerazione finale espressa da Clodine sul compito della memoria di rendere omaggio con spirito di pietà a tutte le vittime delle guerre (ciò che nulla toglie alla valutazione storica dei fatti ed al giudizio che la stessa storia ci ha tramandato).

    Buona 5° domenica del Tempo Ordinario (domani si va a pesca con Simon Pietro !).

    Roberto 55

    7 Febbraio, 2010 - 1:23
  5. Non posso criticare gli Ebrei, che sono cosi’ luminosamente capaci di mantenere viva nel mondo e soprattutto in Europa la memoria del massacro di cui sono stati vittime per mano del cuore dell’Europa.

    Tocca agli italiani e ai cristiani, dare forza alla memoria per ricordare i masssacri di cui sono stati vittime per il nazismo e per l’ideologia comunista.
    Sono capaci?

    Se sì, tanto di guadagnato.

    Se no,
    non è il caso di prendercela con gli Ebrei che fanno il loro sacrosanto dovere di farci ricordare cosa hanno fatto italiani, tedeschi, slavi etc. nel conflitto mondiale.
    Se la nostra memoria è labile (come stiamo dimostrando spesso….) chi è causa del suo mal pianga se stesso.

    Su questo discorso possiamo continuare a farci male da soli…..

    Io intanto che ho la fortuna di seguire certe vicende….
    guardo con interesse alla pletora di santi che dovranno uscire ancora dalla guerra civile spagnola……
    anche sui santi….
    la parola spetta ai vincitori,
    ma in filigrana è chiaro il messaggio ideologico…

    Intanto consiglio il bel libro appena edito, del postulatore della causa di santità di Karol Woitila, avvincente.
    Un saluto

    8 Febbraio, 2010 - 17:40
  6. A proposito grazie per la dritta, anche da parte mia, vedo di non farmelo sfuggire

    8 Febbraio, 2010 - 17:41
  7. principessa

    A me quel libro non è piaciuto e non l’ho trovato affatto avvincente.Piuttosto, restituisce una immagine di GPII lontanissima dalla gente comune e semplice. Confesso che mi ha procurato una sensazione di fastidio ( come quando scopri qualcosa di qualcuno che appartiene solo a quella persona e che mai avresti voluto sapere ), mi è sembrato un tentativo di voyerismo e di invadenza sfrenata del sentimento di dolore,sofferenza e santità che ciascuno sceglie di vivere in maniera privatissima ed intima, anche un papa.
    Mentre esiste ancora così tanto da raccontare di quel Karol Wojtyla meraviglioso con cui abbiamo avuto la fortuna di condividere gli anni su questa terra.
    Ad ogni modo, così ci sono due opinioni per gli amici del blog su uno stesso libro.
    Saluti

    8 Febbraio, 2010 - 18:06
  8. Ciao Principessa,
    mi sembra normale che di una persona come Woitila,
    si sia interessati a scandagliare il tutto di una persona,
    per capire come nel suo specifico abbia realizzato la vocazione alla santità,
    come ciascuno di noi è chiamato.

    Noi che abbiamo una qualche esperienza delle cose del mondo,
    non ci meravigliamo
    che esistono diversi lati della bella figura di Woitila,
    vorrei forse vederne quella che mi appaga di più,
    ma l’umano di una persona è sempre complesso,
    anche se è vescovo o papa,
    è questa la bellissima sfida del rispondere alla vocazione alla santità.

    La tua risposta, principessa, sarà senza dubbio specifica della tua vita, con le sue particolarità, come varrà per me.

    In realtà,
    non esiste la santità,
    come unico modello, come sai,
    ma tante risposte, milioni di milioni di risposte,
    tante quante sono le persone che attraversano
    questo minuscolo pianeta dell’universo.

    Un bacio

    8 Febbraio, 2010 - 20:38
  9. principessa

    Concordo, Matteo caro, in linea di massima.
    Ma per quanto mi riguarda, mi piace scoprire e “innamorarmi” di quanto qualcuno come GPII ha saputo fare su “questo piccolo pianeta”. Come, ad esempio, (dal libro) il clochard che andò a confessarsi da lui, oppure quegli occhi che non avevano bisogno di parole per aiutarti a credere, per accompagnarti sul difficile cammino quotidiano.
    Ciò che concerne la sfera interiore di una persona (sia papa che qualunque altra), secondo me andrebbe lasciato stare.Nulla aggiunge o toglie a ciò che tutti abbiamo riconosciuto da tempo in GPII questa ricerca approfondita che scandaglia la maniera personalissima di vivere santità e sofferenza. Infatti, dicevo,sfiora l’invadenza. Secondo me.
    Un bacio anche a te

    8 Febbraio, 2010 - 21:05

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