Appello del Papa per il pianeta: “Ancora siamo in tempo”

“Anche se la situazione non è buona e il pianeta ne soffre, la finestra per un’opportunità è ancora aperta. Ancora siamo in tempo. Apriamola con il nostro impegno a coltivare uno sviluppo umano integrale, per assicurare alle generazioni future una vita migliore”: scelgo questo passaggio a titolo del videomessaggio del Papa inviato oggi al summit dell’Onu sul clima. Lo riporto per intero nei commenti mettendo miei titoletti che lo sintetizzano. E’ una piccola summa della Laudato si’. Conviene leggerlo con attenzione. Dopo il testo metto un mio commento.

6 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Onestà responsabilità coraggio. Saluto i partecipanti al Summit dell’Onu 2019 sull’Azione per il Clima. Vorrei ringraziare il Segretario Generale delle Nazioni Unite, il signor António Guterres, per aver convocato questo incontro, così come per aver richiamato l’attenzione dei Capi di Stato e di governo – e dell’intera comunità internazionale e dell’opinione pubblica mondiale – su uno dei fenomeni più gravi e preoccupanti del nostro tempo: il cambiamento climatico.
    Si tratta di una delle principali sfide che dobbiamo affrontare e per questo l’umanità è chiamata a coltivare tre grandi qualità morali: onestà, responsabilità e coraggio.

    23 Settembre, 2019 - 21:06
  2. Luigi Accattoli

    Manca volontà politica. Con l’Accordo di Parigi del 12 dicembre 2015, la comunità internazionale ha preso coscienza dell’urgenza e della necessità di dare una risposta collettiva per collaborare alla costruzione della nostra casa comune. Tuttavia, a quattro anni da quell’accordo storico, si osserva come gli impegni assunti dagli Stati sono ancora molto “fluidi” e lontani dal raggiungere gli obiettivi fissati.
    Accanto a tante iniziative, non solo da parte dei governi ma dell’intera società civile, è necessario chiedersi se vi sia una reale volontà politica di destinare maggiori risorse umane, finanziarie e tecnologiche per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico e aiutare le popolazioni più povere e vulnerabili, che sono quelle che ne soffrono maggiormente.

    23 Settembre, 2019 - 21:06
  3. Luigi Accattoli

    Il mondo di chi verrà. Anche se la situazione non è buona e il pianeta ne soffre, la finestra per un’opportunità è ancora aperta. Ancora. Ancora siamo in tempo. Non lasciamo che si chiuda. Apriamola con il nostro impegno a coltivare uno sviluppo umano integrale, per assicurare alle generazioni future una vita migliore. Il futuro è il loro, non il nostro. “Mentre l’umanità del periodo post-industriale sarà forse ricordata come una delle più irresponsabili della storia, c’è da augurarsi che l’umanità degli inizi del XXI secolo possa essere ricordata per aver assunto con generosità le proprie gravi responsabilità” (Laudato si’, 165).
    Con onestà, responsabilità e coraggio dobbiamo mettere la nostra intelligenza “al servizio di un altro tipo di progresso, più sano, più umano, più sociale e più integrale” (Laudato si’, 112), che sia capace di mettere l’economia al servizio della persona umana, di costruire la pace e di proteggere l’ambiente.

    23 Settembre, 2019 - 21:07
  4. Luigi Accattoli

    Degrado ambientale e umano. Il problema del cambiamento climatico è legato a questioni di etica, equità e giustizia sociale. L’attuale situazione di degrado ambientale è legata al degrado umano, etico e sociale, come sperimentiamo ogni giorno. E questo ci obbliga a riflettere sul senso dei nostri modelli di consumo e di produzione e ai processi di educazione e di sensibilizzazione per renderli coerenti con la dignità umana. Siamo di fronte a una “sfida di civiltà” in favore del bene comune. E questo è chiaro, com’è anche chiaro che ci sono una molteplicità di soluzioni che sono alla portata di tutti, se adottiamo, a livello personale e sociale, uno stile di vita che incarni l’onestà, il coraggio e la responsabilità.
    Mi piacerebbe che queste tre parole chiave: onestà, coraggio e responsabilità, occupassero un luogo centrale nel vostro lavoro di oggi e di domani, che accompagno da qui con i miei migliori auspici e con la mia preghiera. Grazie mille.

    http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2019/09/23/0729/01488.html

    23 Settembre, 2019 - 21:07
  5. Luigi Accattoli

    Opinabile ma provvido. Quello che il Papa dice sulla situazione del pianeta e sul cambiamento climatico è opinabile nella rilevazione del fenomeno e nell’argomentazione, ma è provvidenziale nella chiamata alla responsabilità. Per chiarire questa mia lettura propongo un confronto con gli interventi storici dei papi relativi al sociale, alla pace, alla decolonizzazione. L’insegnamento di Leone XIII sui salari era opinabile quanto alla descrizione dei fatti e all’argomentazione, ma non per la chiamata dei cattolici a occuparsi della questione sociale e ad operare per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori. Lo stesso vale per Benedetto XV, Pio XII, Giovanni XXIII in materia di “pace sulla terra”. E lo stesso per Paolo VI sullo sviluppo dei popoli. Per tutte e tre queste materie “sociali” i Papi furono contestati con la stessa argomentazione con cui oggi è contestato Francesco in materia ecologica: che competenza ha la Chiesa sui salari, sui conflitti internazionali, sull’uscita dei popoli dalla condizione coloniale, sul degrado del pianeta? L’autorità dei Papi non riguarda l’interpretazione di tali fenomeni, ma la necessità del soccorso all’umanità che in essi è coinvolta.

    23 Settembre, 2019 - 23:10
  6. Luigi Accattoli

    Appelli all’umanità. Guardo all’appello di Francesco con la stessa gratitudine con cui ascoltai il 24 ottobre del 1962 il monito di Giovanni XXIII a Usa e Urss nel momento del loro drammatico confronto sui missili a Cuba: avevo 19 anni. Altrettanto coinvolto mi sentii due anni più tardi ascoltando l’appello di Paolo VI a conclusione del Congresso Eucaristico di Bombay: “Voglia il cielo che le nazioni cessino la corsa agli armamenti, e dedichino invece le loro risorse ed energie all’assistenza fraterna delle nazioni sottosviluppate” (6 dicembre 1964). E l’appello di Giovanni Paolo II “all’umanità” perchè si muovesse a combattere la fame e la sete dei popoli del Sahel (29 gennaio 1990). Quest’ultimo lo ascoltai e raccontai da inviato sul luogo dove fu pronunciato: a Ouagadougou in Burkina Faso.

    23 Settembre, 2019 - 23:13

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