Arrupe Martini Bergoglio gesuiti in avanscoperta

Missionari in avanscoperta nella città mondiale come Matteo Ricci nella Cina d’allora, Jorge Mario e Carlo Maria si calamitano e si rubano le parole. Amanti alla pari degli Esercizi condotti sulla Scrittura. Vescovi riformatori dotati di parresia. Ambedue alunni di Arrupe, l’altro gesuita che con loro fa triade al cambio del millennio: per decenni la Compagnia vivrà di loro. E’ un capoverso di un mio testo per “il Regno” pubblicato nel numero 12/2017 con il titolo Martini e Bergoglio in avanscoperta. Come Matteo Ricci nella Cina del ’600.

20 Comments

  1. picchio

    Non riesco ad aprire il link
    Cristina vicquery

    25 Agosto, 2017 - 23:33
  2. Poche figure sono affascinanti come quella di Matteo Ricci. Mi ha sempre colpito il fatto che aveva saputo della morte del padre solo un anno e mezzo dopo che gli era stata inviata la notizia di questa morte, notizia che in realtà era falsa. Ma la correzione della notizia sulla non-morte del padre gli arrivò dopo altri anni, quando il padre era morto davvero … (questi più o meno sono i fatti, che cito a memoria).
    Ma forse non tutti sanno che un frate francescano di Città di Castello, Pellegrino, fu uno di coloro che istituirono la gerarchia cattolica in Cina, prima a .Khanbaliq, poi a Zayton.
    https://it.wikipedia.org/wiki/Pellegrino_da_Citt%C3%A0_di_Castello
    Il 30 dicembre 1318 egli scrisse una lettera ai confratelli della vicaria orientale definendosi “Fr. Peregrinus paupertatis Episcopus in mundo alio constitutus”. Non dotato evidentemente della curiosità verso il nuovo che era propria di Ricci, Pellegrino si lamentava del fatto che i suoi lontani confratelli non si preoccupassero affatto della sua sorte. Facendo dell’umorismo forse non molto geniale, si potrebbe dire che in fondo era un francescano, non un gesuita …
    E’ simpatico ricordare inoltre che anche l’attuale vescovo emerito di Città di Castello è un Francescano e si chiama Pellegrino.

    25 Agosto, 2017 - 23:54
  3. Non è forse inutile ricordare che Khanbaliq è l’odierna Pechino. Certo che la storia della Chiesa è più avvincente di un romanzo.

    26 Agosto, 2017 - 0:13
  4. picchio

    Ricci era talmente stimato che oltre a poter entrare nella città proibita fu anche l’ ‘unico occidentale ad essere sepolto a Pechino. I non cinesi dovevano essere sepolti a Macao.
    Cristina vicquery

    26 Agosto, 2017 - 9:48
  5. Luigi Accattoli

    Ringrazio Cristina e Antonella per la segnalazione del link inerte che ora ho guarito.

    26 Agosto, 2017 - 10:10
  6. Victoria Boe

    Le scuole di formazione all’impegno sociale e politico sono “scuole”, appunto; non sono esperienza viva. Dunque, è normale che qualche diversità ci sia fra Martini e Bergoglio.
    Martini fu un grandissimo maestro; Bergoglio, che ha vissuto esperienze vive nelle periferie, si rifà ad esse nel suo papato.
    Entrambi grandi, entrambi innovatori di enorme prestigio. Uguali nel linguaggio di fede. Ispirati dallo Spirito divino.
    L’uno, Martini, un precursore, amante dichiarato della Bibbia, avvantaggiato da un eccezionale carisma di cui forse neppure si accorgeva e che rimarrà nella storia della Chiesa.
    Ne pronunci soltanto il nome e ti inchini davanti a tanta grandezza derivatagli da un’umanità che si imponeva da sé, sensibile alle fragilità dell’uomo, aperto all’ascolto di tutti: cristiani cattolici e non, persone professanti altre religioni, atei e agnostici. Tutti, comunque, uomini con una dignità nella quale c’è l’impronta divina.
    La sua cattedra dei non credenti era il paradigma dell’attenzione verso chi ha da dire cose diverse da chi ha una fede cieca.
    Ma anche questi vanno presi sul serio e vanno ascoltati, perché fra le loro parole si possono trovare scintille di verità utili per tutti.
    Si tratta di uomini “pensanti”, che si avvalgono della ragione e delle domande per sostanziare i loro discorsi con cui si può essere d’accordo oppure non esserlo. Ma è pur sempre il principio di un dialogo aperto e amichevole che può sfociare nell’incontro reale fra uomini di diverso “credo” e pensiero.
    Bergoglio è sulla stessa strada. La cultura religiosa è la medesima, il pensiero è in piena consonanza. Ma Bergoglio è anche più avanti rispetto a Martini, ed essendo la Guida dell’Istituzione cattolica, sente il dovere di indicare ai cattolici del mondo, anzi agli uomini del mondo intero, le direttrici da seguire per attuare, per quanto possibile, il Bene della casa comune. Indica che ognuno deve porsi al servizio degli altri.
    Soprattutto chi è dentro la Chiesa deve farlo, tornando al cuore del Vangelo. Le linee fondanti della Chiesa del Cristo sono lì, nel Vangelo, dove c’è scritto che il Volto di Dio è “misericordia”.
    Gesù Cristo è venuto per salvare, non per giudicare. La Chiesa è al servizio degli uomini, e deve dismettere, una volta per tutte, la veste dell’autoreferenzialità.
    Chi scambia la Chiesa per Cristo fa uno sbaglio enorme. Questo errore è stato alimentato nel tempo proprio dalla Chiesa stessa, che si poneva al centro del mondo cattolico sopravanzando lo stesso Gesù Cristo e giudicando.
    Il Papa sta correggendo, per quel che gli è possibile, gli errori fuorvianti e colpevoli di un’ Istituzione che era alla deriva.
    Non è impresa facile e occorre molto tempo per portarla a compimento, ma era importante incominciare.

    26 Agosto, 2017 - 21:23
  7. Amigoni p. Luigi

    Una delle tre obiezioni opposte a fine 1979 da Martini a papa Wojtyla (decisamente da lui non considerate) alla nomina a Milano era proprio il fatto di essere gesuita e di non coltivare mai, per regola e per condotta interiore, prospettive di vescovo. La prassi prevedeva (o prevede) anche che un gesuita richiesto di tale impegno chiedesse il permesso al preposito generale, nel caso il mite padre Arrupe, in Giappone da sempre, anche al momento della bomba atomica del 1945, prima di essere eletto “papa nero” nel 1965. Associare Martini e Bergoglio a p. Arrupe che assegnò al primo gli incarichi nelle sedi gesuitiche universitarie romane e che scelse come provinciale di Argentina il secondo come uno (o unico) dei più tranquilli teologicamente in America latina, è storicamente corretto e produce considerazioni arricchenti sul piano spirituale. Si dice che su Martini possibile vescovo avesse già scommesso Paolo VI che lo chiamò a predicare gli esercizi spirituali in Vaticano; e comunque, addensandosi un po’ ingiustamente nuvole pesanti su p. Arrupe, poi “dimissionato”, si dice che Martini fosse pronosticato come suo successore.
    Cresciuti alla scuola spirituale di sant’Ignazio, improntati agli orizzonti missionari di p. Ricci, e segnati dalla severità del “discernimento di governo” di p. Arrupe, Martini e Bergoglio si possono considerare per il nostro tempo una delle benedizioni di Dio, a sostegno di quanti nella Chiesa cercano la sua maggiore gloria.
    Dato di cronaca: Milano-diocesi e Milano-cultura si preparano a ricordare, il 31 agosto, il quinto anno della morte di Martini

    27 Agosto, 2017 - 15:39
  8. Beppe Zezza

    Ho due domande per Victoria Boe.
    La prima: lei scrive “Gesù Cristo è venuto per salvare, non per giudicare” -, frase che condivido in pieno – tuttavia avrei bisogno che lei precisasse in che cosa consista, secondo lei, “essere salvati”. ( A mio parere “essere salvati” nel concreto significa essere liberati da attitudini e comportamenti che sono nocivi per noi e per chi ci sta intorno. Se questo senso è almeno in parte condiviso, questo significa che la “liberazione” implicitamente contiene un giudizio negativo sulle attitudini e i comportamenti adottati. In altri termini: Gesu’ non giudica il peccatore ma giudica il peccato )
    La seconda : lei scrive “Chi scambia la Chiesa per Cristo fa uno sbaglio enorme”. Certamente è vero, in un certo senso ! E cioè chi scambia per CRisto la “organizzazione ecclesiastica” fa uno sbaglio enorme. Ma mi chiedo chi sia così sciocco da farlo.
    Ma in un altro senso pensare che Gesu’ e la Sua Chiesa sono la stessa cosa non è altro che seguire quello che Gesu’ stesso ha detto. Infatti Gesu’ ha detto, e lo ha detto ai suoi discepoli cioè all’embrione della sua Chiesa, Chi ascolta voi, ascolta me! Chi disprezza voi, disprezza me. E numerosi altri passi parlano nello steso senso.
    Dal pensare che la “organizzazione ecclesiastica” abbia molte carenze e difetti ( gli “uomini di Chiesa” sono uomini e peccatori ) a che tra Gesu’ e la sua Chiesa non ci sia alcuna relazione ci passa un oceano.

    27 Agosto, 2017 - 18:24
  9. Victoria Boe

    Ci passa un oceano anche tra quello che ho detto, e dico, io e quello che lei mi fa dire.
    Ho mai detto che non c’è relazione fra Gesù Cristo e la Chiesa? Quando mai l’ho detto? Mi citi il passo preciso, prego.
    La pensiamo diversamente sulla salvezza portata dal Cristo, se mi permette.
    Diversa è l’impostazione.
    La sua è tipica della Chiesa tradizionale: non fare questo, non fare quest’altro, guardati da questo, guardati da quest’altro e via discorrendo ( o blaterando).
    Io penso la “salvezza” come indicazione all’uomo dell’Amore. In altre parole: non divieti di certi comportamenti, ma ammonimenti a perseguire l’unica legge valida, che è quella della “regola d’oro”; configurata in questi termini: amatevi come io vi ho amato; fate agli altri quello che vorreste fosse fatto a voi; nel più piccolo dei vostri fratelli riconoscete me.
    Questo è il concetto essenziale della salvezza.
    Perché l’Amore per il prossimo indirizza direttamente a Dio.
    Questo linguaggio lo capiscono anche i bambini.
    Il linguaggio dei divieti va contro la libertà dell’uomo, e davanti a Dio non ha nessun valore, perché viene a mancare l’Amore per Dio. C’è solo il timore, la paura di Dio e dei suoi castighi.
    La Chiesa di una volta edificava la sua dottrina sui divieti e sulla minaccia della punizione divina. Le fiamme dell’inferno e del purgatorio le faceva balenare dietro ogni angolo, colpevolizzando l’uomo che, sempre peccatore, ha sempre da espiare.

    27 Agosto, 2017 - 23:10
  10. Victoria Boe

    Povero uomo! Mica l’ha chiesto lui di nascere e di venire gettato nell’arena della vita in mezzo al male e al bene. Ma dal momento che ci si ritrova anche forzatamente, deve adoperarsi per far crescere il Bene e la Giustizia, che sono due aspetti fondamentali del Volto di Dio, e sono Bellezza.
    Quanto al suo discorso sulla Chiesa e su Gesù Cristo, devo dire che la sua osservazione mi fa proprio ridere.
    Lei dice: ” mi chiedo chi sia così sciocco da farlo”. Rido di gusto. Non si è accorto che molti sono di un clericalismo incredibile? Anche su questo blog?
    Non si è accorto che per molti seguire tutto quel che la Chiesa dice è Vangelo, mentre la Chiesa non è affatto Vangelo?
    Molti cristiani si sentono a posto quando seguono la Chiesa, che per loro rappresenta Gesù. Ma le cose stanno diversamente.
    La Chiesa voluta da Gesù non si è attenuta alle primitive e semplici prescrizioni di LUI.
    La Chiesa ha costruito, nel tempo, un edificio monumentale fatto di leggi scaturite dalla mente umana, che ha elaborato a suo piacimento presunte volontà di Dio e di Gesù Cristo. Incrostazioni derivate da interpretazioni anche errate delle parole di Gesù.
    I comandamenti rimandano tutti a un’unica legge: l’Amore. Non c’è da sbagliare.
    Gesù Cristo vuole salvare con l’Amore, e non giudica e non punisce.
    Alla sua Chiesa ha dato questo mandato: predicare l’Amore che salva; non costruire artifici per demonizzare e colpevolizzare in continuazione l’uomo.
    Vada a leggere un po’ di teologia moderna, signor Beppe. Scoprirà delle cose assai interessanti.

    27 Agosto, 2017 - 23:15
  11. Beppe Zezza

    Chi mai parla di linguaggio di divieti? Non è questione di “linguaggio” , è questione di necessita di abbandonare comportamenti e attitutidini che, in buona fede ma con cecità o con scarsa lungimiranza, come agisce la grandissima parte delle persone costituiscono lesioni dell’amore! È questione che è la stessa Persona di Cristo, con la sua vita, la sua morte e la sua resurrezione a essere un GIUDIZIO, non sulle persone ma sulle attitudini e sui comportamenti che non corrispondono al Suo modo di essere.
    Qualunque attitudine che NON è presente in CRISTO è perciò stesso giudicata iniqua!
    E sein me ci sono queste attitudini io sono chiamato ad abbandonarle. Ergo se voglio seguire Cristo è necessario che io giudichi le mie attitudini alla luce della persona di Cristo o, ma è la stessa cosa, devo lasciare che la luce di Cristo GIUDICHI la mia vita.
    Sembra che lei abbia il terrore di questa parola : giudizio! Il “giudizio” è il presupposto del “discernimento” o, se vuole, discernere significa “giudicare”.
    Ho l’impressione che lei legga troppi teologi.
    I “divieti” non c’entrano nulla: la legge, o le leggi, sono i paracarri che indicano la strada perché ci si mantenga sul sentiero della vita e non si vada, come si dice a Roma “per fratte”

    28 Agosto, 2017 - 0:09
  12. Victoria Boe

    “Qualunque attitudine che NON è presente in CRISTO è perciò stesso giudicata iniqua!”

    E quali sono le attitudini non presenti in Cristo, di grazia?
    Me lo dica, me le indichi con precisione.
    Sono curiosa di saperlo.
    Le faccio una confidenza: io non ho terrore del giudizio, proprio nessun terrore. Perché ? Perché Gesù è venuto per salvare, non per giudicare.
    L’ho già detto, mi pare.
    Lei pensi diversamente, se vuole. Libero di pensare come crede.

    28 Agosto, 2017 - 1:36
  13. Beppe Zezza

    L’invidia, la gelosia, il rancore, la superbia, la maldicenza, l’attaccamento al denaro, la ricerca del consenso, la ricerca del proprio interesse ecc ecc
    Tutte attitudini presenti in maggiore o minore misura in tutti noi esseri umani – attitudini che siamo chiamati a GIUDICARE negativamente e per le quali, se innamorati dell’Amore, chiediamo al Salvatore di essere liberati e per la cui scomparsa operiamo per quanto sta in noi.
    ( Io anche gentile Sra Victoria non ho paura del giudizio ma, perché animato dal Timore di Dio, cerco di approfondire quale è la sua Volontà per conformarmici al meglio e di approfondire la conoscenza di me stesso per essere consapevole di cosa trattiene la mia volontà dal conformarmi alla Sua.)

    28 Agosto, 2017 - 12:24
  14. Beppe Zezza

    Perché non si può vivere nell’Amore e provare invidia per qualcuno più dotato di noi di qualche bene materiale o spirituale, non si può vivere nell’amore se si prova gelosia per qualcuno che riceve più affetto di noi, non si può vivere nell’amore e considerarsi la crema della crema e gaurdare tutti dall’alto in basso, non si può vivere nell’amore e mettere in cattiva luce il nostro prossimo ( anche magari dicendo cose bere ) in maniera da influenzare negativamente la sua immagine pubblica, non si può vivere nell’amore ed essere attaccati al denaro e non venire incontro alle necessità di qualcuno che ci chiede aiuto o nel quale ci imbattiamo e che sia bisognoso, non si può vivere nell’amore e fare compromessi nel dite le verità scomode per non essere giudicati fondamentalisti o integralisti …..le basta tutto questo signora Victoria?

    28 Agosto, 2017 - 12:34
  15. Beppe Zezza

    E, se non siamo accecati dalla superbia, siamo consapevoli di non sapere “tutto” e di avere necessità di essere aiutati a discernere su cosa è Amore e cosa ha invece solo la “apparenza” dell’amore ma amore non è.
    Per questo ci affdiano alle materne mani della Chiesa che su questia rgomenti ci ha riflettuto per secoli.

    28 Agosto, 2017 - 12:44
  16. Victoria Boe

    Sono d’accordissimo con lei, sig. Beppe, nel considerare negativi al massimo tutti quegli atteggiamenti da lei elencati. Come potrei non esserlo?
    Si tratta di debolezze umane, a volte vere e proprie colpe, che “inquinano” l’ armonia sulla Terra e impediscono l’Amore.
    E si deve fare un serio esame di coscienza per liberarcene e superarle con l’aiuto di Dio.
    Ma quando si parla di leggi e di comandamenti si va più in profondità. Ed è allora, soprattutto, che si deve chiarire il concetto di Amore e di misericordia.
    Chi ha mai detto che in virtù della misericordia si può fare tutto quel che passa per la testa?
    Certo che il discernimento è necessario. Il Papa non fa altro che parlare di misericordia e di discernimento.
    La Chiesa deve seguirlo su questa strada, ma nella sua dottrina ha immesso certe regole che con l’insegnamento di Gesù non c’entrano un bel niente. Sono ricavate dalle teorie di alcuni teologi di un arcaico passato, e sono rimaste anche se sono erronee. E lì si è costruita una impalcatura che non regge e che si sta cercando di modificare, con grande dispetto dei cattolici pressoché lefebvriani.
    Sono quei vescovi e cardinali e fedeli vecchio stampo ( conservatori) che amano il rigorismo e i divieti, appunto. Parlano sempre di castighi e pochissimo di Amore.
    A questo tipo di Chiesa, nella quale neppure molti ecclesiastici si riconoscono più, io mi riferisco.

    28 Agosto, 2017 - 14:56
  17. Beppe Zezza

    Lei mi ha chiesto di precisare. Lo faccio anche io. Quali sono queste regole che con l’insegnamento di Gesu’ non c’entrano un bel niente?
    Se non si precisano si può pensare di tutto.
    ( Nota Bene : discernere significa GIUDICARE. NOn le PERSONE ma gli ATTI. Cosa che ricorre in tutti i nostri dibattiti. )

    28 Agosto, 2017 - 19:21
  18. Beppe Zezza

    Vorrei anche precisarle che non è perché uno è un “ministro ordinato” cioè un vescovo o un prete che tutto quello che dice debba essere preso per oro “colato”.
    Il mio pensiero è che la “qualità” umana media del clero sia abbastanza modesta
    ( c’è una legge di questo mondo che rappresenta bene quella che è la situazione : “poco pagare poco avere” )
    Tuttavia anche se umanamente possono “non valere molto” hanno un potere straordinario e unico : amministrano i sacramenti in persona Christi .

    28 Agosto, 2017 - 19:31

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