Benedetto chiarisce sull’abito bianco e sulla rinuncia

 

Pubblicato dal “Corriere della Sera” del 27 febbraio a pagina 24 con il titolo “Benedetto spiega la sua Rinuncia. Risposta ai Ratzingeriani Irriducibili”

 

Non tutta la Chiesa cattolica ha metabolizzato la rinuncia di Benedetto, l’arrivo poi di Francesco ha bloccato – in alcuni – quella digestione laboriosa: è un problema di pochi ma ritornante, tant’è che lo stesso Papa emerito ha voluto precisare che le speculazioni sulla validità della sua rinuncia sono “assurde”. La dichiarazione di Benedetto è arrivata per via mediatica, come pare che ormai debbano esprimersi di preferenza i Papi, sia quello regnante sia l’emerito: è arrivata con la risposta scritta – in data 18 febbraio – ad alcune domande che gli erano state poste due giorni prima per iscritto da Andrea Tornielli, vaticanista della “Stampa”, che ne ha dato conto in un articolo pubblicato ieri.

Nella sua interpellanza Tornielli prendeva spunto dalle uscite di alcuni ratzingeriani irriducibili che nell’anniversario della rinuncia avevano avanzato dubbi sulla sua validità evocando le “pressioni indebite” che l’avrebbero determinata, oppure si erano detti inquieti per il titolo di “Papa emerito” e la somiglianza d’abito tra i due Papi.

Questa è la risposta più importante di Benedetto a Tornielli: «Non c’è il minimo dubbio circa la validità della mia rinuncia al ministero petrino. Unica condizione della validità è la piena libertà della decisione. Speculazioni circa la invalidità della rinuncia sono semplicemente assurde».

Dello stesso tono è la risposta sulla veste e sul nome: «Il mantenimento dell’abito bianco e del nome Benedetto è una cosa semplicemente pratica. Nel momento della rinuncia non c’erano a disposizione altri vestiti. Del resto porto l’abito bianco in modo chiaramente distinto da quello del Papa. Anche qui si tratta di speculazioni senza il minimo fondamento». Quando dice che il suo abito bianco attuale è “chiaramente distinto” da quello del Papa, allude al fatto che non ha più la fascia e la mozzetta.

Hans Küng – il teologo svizzero coetaneo di Ratzinger – intervistato da “Repubblica” il 10 febbraio aveva citato alcune parole contenute in una lettera ricevuta da Benedetto XVI: «Io sono grato di poter essere legato da una grande identità di vedute e da un’amicizia di cuore a Papa Francesco. Io oggi vedo come mio unico e ultimo compito sostenere il suo Pontificato nella preghiera».

I ratzingeriani più combattivi – che si esprimono nella Rete – hanno messo in dubbio l’autenticità della citazione e anche su questo Tornielli ha chiesto un chiarimento e così ha risposto il puntualissimo Ratzinger: «Il prof. Küng ha citato letteralmente e correttamente le parole della mia lettera indirizzata a lui».

Per una migliore comprensione delle risposte del Papa emerito può essere utile tener conto di un articolo di Antonio Socci pubblicato il 12 febbraio da “Libero” con il titolo “Le dimissioni del Papa forse non sono valide”, che ha nel testo queste parole: “Il problema della validità canonica delle sue dimissioni è enorme”.

Un altro testo da richiamare ha la firma di Roberto De Mattei ed è apparso in “Corrispondenza Romana” il 1° febbraio: afferma che la scelta del titolo di “Papa emerito” sarebbe “ancora più sorprendente” della rinuncia ed evoca “l’immagine di un’inedita diarchia pontificia” che verrebbe dall’abito bianco di Benedetto. Diarchia: come – cioè – se i Papi fossero due, e non solo di nome ma di fatto. Socci, sempre su “Libero”, il 16 febbraio chiedeva: “Ma chi è il Papa? C’è forse un segreto, fra loro, che il mondo ignora? O vanno considerati sullo stesso piano?”

Il mito dell’antipapa rispunta da sotto i secoli. Nonostante la poca autorità degli interroganti, Benedetto ha ritenuto di dover parlare perché il suo silenzio non fosse interpretato come un assenso. Forse la sua presenza in San Pietro, sabato, aveva la stessa motivazione: là parlava visivamente ai più che lo pensano con affetto nel suo ritiro e possono restare turbati da quelle interrogazioni, con questa risposta scritta ha parlato agli interroganti.

Luigi Accattoli

www.luigiaccattoli.it

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