Benedetto: “Dio ha carne e ossa. E’ uno di noi”

Nella conversazione del 7 febbraio con i preti di Roma – di cui al post precedente – il papa in risposta a una domanda sui giovani tratta di come aiutarli a “trovare Dio” e a “scegliere Dio” nel mondo contemporaneo: “Qui arriviamo al Vangelo: Dio non è un ignoto, un’ipotesi forse del primo inizio del cosmo. Dio ha carne e ossa. È uno di noi. Lo conosciamo con il suo volto, con il suo nome. È Gesù Cristo che ci parla nel Vangelo. È uomo e Dio. Ed essendo Dio, ha scelto l’uomo per rendere possibile a noi la scelta di Dio. Quindi bisogna entrare nella conoscenza e poi nell’amicizia di Gesù per camminare con Lui“. Si tratta – conclude poi Benedetto – di “attirare l’attenzione” sul fatto che “Dio c’è e c’è in modo molto concreto”. Segnalo le parole che ho scelto per il titolo del post e le inserisco nella serie che vengo raccogliendo in questo blog ad attestazione della forza di linguaggio del papa teologo (vedi post del 15 aprile 2007: “Il nostro è un Dio ferito“; ma anche quello del 19 febbraio 2007 e altri lì richiamati). Segnalo anche la vertigine che mi coglie ascoltando la predicazione benedettina quand’essa sembra attirarmi su un pinnacolo altissimo e che mi appare isolato tra il mistero troppo grande di Dio e la concretezza troppo umana di Gesù. Lo stesso vento sull’anima che avverto quando leggo nel Vangelo di Giovanni al capitolo 14 le parole “chi ha visto me ha visto il Padre”.  

47 Comments

  1. Anastasio

    ricordo come molti anni fa partecipai a drammatizzazioni delle parabole (Zaccheo, il buon samaritano, la pecora scappata…) condotte dal gesuita Spicacci, cappellano di un carcere minorile … con i ragazzi detenuti. Poi l’ho rivisto in altri ambienti, spesso con giovani, sempre approfondimenti sul Vangelo: il percorso di pietro, quello di Giuda, i due ladroni …
    Così ho conosciuto l’annuncio della buona notizia, il kerigma, il senso della morte e resurrezione di Gesù. Solo per questo, il tesoro nascosto nel campo, si può decidere di giocarsi tutto e “perdersi” sulla sua Parola.

    20 Febbraio, 2008 - 10:01
  2. Luigi, mai sentito la canzone “What if God was one of us”?

    20 Febbraio, 2008 - 14:47
  3. don78

    “just a stranger on the bus,
    trying to make his way home”

    “nobody calling on the phone,
    except for the pope maybe in Rome”

    mi è sempre piaciuta sta canzone 🙂

    20 Febbraio, 2008 - 14:55
  4. Quando l’avevo detto io giù mazzate… Grande Benedetto XVI: Dio è uno di noi!

    20 Febbraio, 2008 - 16:24
  5. Luigi Accattoli

    Tonizzo ma che avevi detto su Dio “uno di noi”? Non ricordo.

    20 Febbraio, 2008 - 18:09
  6. LEONE

    Ieri sera ho visto una parte del programma di Gad Lerner sull’anima e sul libro di Vito Mancuso L’anima e il suo destino che sta avendo molto successo di vendite.
    Premetto che devo ancora pprofondire il tutto ma quello che ho notato è che non credeva nessuno o quasi nessuno in Dio e mi sono domandato che veramente oggi è possibile vivere senza Dio, e ho trovato molto distante il messaggio del Papa riportato da Luigi.
    Veramente mi è venuto in mente quella frase del vangelo se veramente Gesù quando tornerà troverà ancora la fede su questa terra.

    21 Febbraio, 2008 - 9:05
  7. Mi interesserebbe sapere di più di quello che si è detto.
    Io ho sentito due passaggi allucinanti.
    Ma rimane in me l’impressione che mi ha fatto anche il soffermarsi di Scalfari a … pontificare di fede.
    Ovvero, meglio che se ne parli piuttosto che se ne taccia.

    21 Febbraio, 2008 - 10:29
  8. Luigi, è uno dei post dell’anno scorso, credo prima di novembre. Dissi “Dio è uno di noi”, e da qui venne fuori una discussione interminabile con Gianluca. Si parlò anche del ruolo del Papa e della sua eventuale divinità.
    Poi alla conferenza quando dissi che “Dio è uno di noi” tu hai detto, rivolto al pubblico: “Fa il teologo!”. Ricordi?

    21 Febbraio, 2008 - 10:39
  9. Anastasio

    sulle tesi di Mancuso c’è una serrata critica, capitolo per capitolo, nella Civiltà Cattolica del 2 febbraio. Interessante il fatto sottolineato nell’articolo che il card. Martini, accusato dai tradizionalisti di aver appoggiato il libro scrivendone la prefazione, abbia scritto chiaramente “di sentire parecchie discordanze su diversi punti”.

    21 Febbraio, 2008 - 10:43
  10. LEONE

    Sul sito di Magister Sandro ci sono alcuni articoli interessanti.
    Sicuramente la discussione di Mancuso è stimolante ed interessante da un punto di vista culturale ma mi è sembrato che manchi di fede…..
    In fondo il punto fondamentale ma non ho visto tutta la puntata, lho registrata per riverdermela con calma dato che sono influenzato, l’ha posto PAOLO FLORES D’ARCAIS che anche se non ne condivido le idee lo ritengo un fine pensatore, l’anima è immortale, e risorgeremo dai morti, ecco su questa domanda non c’era uno che dava una risposta semplice e che ha detto semplicemente che credeva che noi risorgeremo dai morti, che è poi il punto centrale della nostra fede come ricorda SAN PAOLO,
    Che poi si faccia fatica a credere nella risurrezione, questo è vero ma io nonostante tutti i dubbi ci credo….

    21 Febbraio, 2008 - 11:37
  11. Luigi Accattoli

    Leone io credo con te che la fede cristiana si decida oggi nella capacità – che non può che essere ricevuta, cioè donata – di accettare la promessa della risurrezione. Ovvero di restare di fronte al mistero della risurrezione di Gesù senza scappare.

    21 Febbraio, 2008 - 12:33
  12. Luigi Accattoli

    Ovviamente così fu sempre nel profondo. Ma in altra stagione – qui da noi – si poteva essere accompagnati all’atto di fede e sostenuti in esso da un più convincente contesto culturale. Oggi la risurrezione l’accetti solo per pura fede.

    21 Febbraio, 2008 - 12:59
  13. adriano

    All’affermazione di papa Benedetto che “Dio ha carne e ossa”, Mancuso obietterebbe con un “…e allora dimmi dove si trova adesso”.
    Mancuso scrive molto bene, sembra aver letto davvero molto (dubito, però, che abbia compreso adeguatamente proprio i tre autori a cui più si riferisce, “in cui – dice – c’è tutto”: Bonhoeffer, Florenskij, Weil). Inoltre è un laico, ha famiglia, ha studiato in tre città diverse: tutto ciò me lo rende simpatico.
    Ma cosa significa che “l’obiettivo di questo libro consiste nel mostrare che il legame di Dio con l’umanità è basato su una realtà molto più solida che non singoli eventi storici, siano pure gli eventi della morte e della risurrezione di Gesù?” (L’anima… p.47).
    Senza la storicità di Gesù, senza la sua carne (dell’incarnato e del risorto!), dove mai può attingere salvezza la storia e la carne di tutti quanti noi?
    Non voglio dare dell’eretico a Mancuso. Mi piacerebbe davvero che la sua ricerca trovasse nella comunità cristiana lo spazio più adeguato per affinarsi, per modificarsi, per compiersi. Anche perchè a molti cristiani che stimo, come Aldo Maria Valli, il libro di Mancuso è sembrato bellissimo.
    E questo mi ha turbato
    Adriano

    21 Febbraio, 2008 - 13:22
  14. sperando di non attirare gli strali dei teologi in ascolto e recuperando il senso della frase di Benedetto che ha bellamente segnalato Luigi, dico…

    è vero, la Resurrezione è un dono di fede; ma dico anche che, appunto, Gesù è uno di noi, è carne ed ossa… quindi, risponderei alla ipotetica domanda di Mancuso, suggerita da adriano, che adesso e sempre lo troviamo nella “vita nuova” delle persone che lo hanno concretamente incontrato un certo giorno (o in diversi giorni); in una certa situazione (Provvidenza); in una certa Parola ascoltata e che ha segnato una o tante scelte; nella preghiera… è anche dalla “piccola” Resurrezione che così si può sperimentare, grazie all’incontro con Cristo, che si può cominciare davvero a “fidarsi” di Dio e della Resurrezione finale. E qui può finalmente subentrare anche la “ragione”, che è tanto cara a Benedetto XVI…

    Infine due note: ho riletto con piacere Ipotesi su Gesù di Vittorio Messori, nella versione originale (che poi l’autore si è un po’ rimangiato, di recente…). Lo trovo sempre un libro molto bello e stimolante per tutte le menti… ma ora bisogna che chieda a Valli cosa pensa del libro di Mancuso.

    21 Febbraio, 2008 - 13:34
  15. A me ha impressionato, in uno dei frammenti che il mio zapping nevrotico mi ha concesso, che Moni Ovadia (presente in divisa da Moni Ovadia, così in divisa che non so perchè mettessero la didascalia) avesse affermato che in fondo tutto questo ricercare strade nuove di Mancuso sia fatto in fondo per confermare gli assunti fondamentali della dottrina cattolica.
    Ma il discorso dell’Aeropago sortisce ancora oggi lo stesso effetto. E mi chiedo se non sia sforzo inutile questo tentare il dialogo – teologicamante parlando, non umanamente e laicamente – con chi nega la risurrezione.
    In fondo l’unico dialogo vero su immortalità e resurrezione è l’annuncio.

    21 Febbraio, 2008 - 13:35
  16. Sumpontcura

    Forse, caro Luigi, io sono di “altra stagione”: non è lo “scandalo” della resurrezione della carne a macerarmi di dubbi, da questa parte – quella sbagliata – dello spartiacque della fede. E’ lo scandalo del peccato originale: il non saper accettare che tutti i nati di uomo e di donna entrino nel mondo – senza colpa personale – come nemici dichiarati, purulenti di un Dio tutto amore. Capisco bene che senza questa forca caudina perderebbe in parte di significato anche la necessità della Redenzione (e che Redenzione! Mortem autem crucis!). Ma non riesco proprio: le pagine di sant’Agostino che ho letto son riuscite solo a farmelo sentire estraneo e inaccettabile.
    Mi aiutate? Qualcuno di voi può darmi qualche suggerimento di lettura? Non abbiate timore di partire dall’abc. Vorrei tanto raggiungervi, dalla vostra parte – quella giusta.

    21 Febbraio, 2008 - 16:35
  17. LEONE

    Sum guarda che qui siamo tutti sulla stessa barca……

    21 Febbraio, 2008 - 17:07
  18. lazzaro

    Caro Sump, forse lo hai già letto, ma sul peccato originale Vito Mancuso ha scritto un libro intitolato “Per Amore”.
    A me è piaciuto tantissimo.

    21 Febbraio, 2008 - 17:28
  19. nell’associarmi alla nota di LEONE…, e riservandomi una parola più meditata al domandone di Sump, noto solo per ora che non userei l’espresione “nemici di Dio” per noi tutti peccatori originali… cioè lo siamo (qui riporto quello che io naufrago percepisco e credo) in quanto noi stessi tendiamo a non corrispondere al suo amore (e a volte aaddirittura a considerare ciò un bene), ma non perchè Lui ci consideri così… ma qui sono davvero su un piano sdrucciolevole…

    21 Febbraio, 2008 - 17:41
  20. dal serio al faceto: caro Sump ho appena pubblicato il tuo concerto dedicato alla mia famiglia…

    21 Febbraio, 2008 - 18:08
  21. Sumpontcura

    Caro moralista, ho visto il tuo sito: impaginato da te, con un’eleganza e un buon gusto di prim’ordine, anche il nostro scherzo di ieri è diventato un avvenimento. Complimenti!

    Dal faceto al serio: grazie, Lazzaro, per il consiglio, che seguirò immediatamente (“Per amore”, che titolo attraente!). Di Mancuso sto leggendo “L’anima e il suo destino” e vi ho trovato pagine che mi sono sembrate nettare e ambrosia. Ma, appunto: la recensione molto polemica di Bruno Forte e quella, durissima, di “Civiltà cattolica” non mi lasciano molte speranze. Dopo quarant’anni di agnosticismo, fortissimamente voglio rientrare nella Chiesa, ma non sulla base di teologie di dubbia ortodossia.

    21 Febbraio, 2008 - 18:40
  22. ignigo74

    Per Adriano e altri, su Vito Mancuso.
    Vito Mancuso è un “laico” fino ad un certo punto: ha ricevuto l’ordinazione presbiterale e ha esercitato il ministero per un anno. Sacerdos in aeternum… almeno io lo considero così e non vedo nessun contrasto con la sua paternità biologica, sia chiaro. Innanzitutto è necessario riconoscere che Mancuso ha scritto un libro denso, che richiede un certo livello culturale per essere gustato: mi stupiscono pertanto molto favorevolmente le vendite e sono sicuro che ci saranno solo ricadute costruttive. A Mancuso bisogna pertanto riconoscere che per una volta non ci si divide tra milanisti e interisti, tra juventini e laziali ma tra chi approva in parte o meno o discute su un tema fondamentale come quello dell’immortalità dell’anima. Sottolineo che l’intervento di Moni Ovadia (straordinaria la definizione “in divisa” di Canelli… molto condivisibile…) ha comunque centrato nel segno (forse inconsapevolmente): le tesi di Mancuso contribuiscono a fare chiarezza sui contenuti e le forme del puro frumento della fede cattolica: dico, vi par poco?
    E’ inutile e parte da presupposti sbagliati la domanda “dove è Gesù”. Gesù, risorto nella pienezza della sua umanità grazie alla pienezza della sua divinità è “nel mistero di Dio” che quaggiù possiamo solo contemplare nel silenzio del mistero. Ricordo che etimologicamente “mistero” significa serrare le labbra, non parlare. Ciò non significa non capire: il mistero di Dio è talmente vasto che non finiamo mai di comprenderlo, non è un muro di gomma che ci respinge rimbalzandoci lontano e vanificando le nostre forze! Il mistero di Dio è infinito e questa semplice affermazione va presa sul serio: basta aprire la finestra e guardare il cielo della sera per rendersi conto che siamo appesi ad un granello di sabbia buttato nell’infinito del cosmo. Gesù è lì, così come è nel cuore di ogni uomo che ama, nel gesto di ogni madre che si occupa dei figli, nei pensieri di un ragazzo che diventa uomo e pensa al proprio destino. Anche la parola dogma un po’ ci aiuta: significa non che non si potrà mai capire, ma che non si finisce mai di comprendere, dogma è il cartello che ci dice “nella tua ricerca sei giunto al confine del pensiero e stai sfiorando l’infinito di Dio”, puoi comprendere ma non finirai mai di comprendere.
    E’ anche vero – per complicare le cose – che la parola “dogma”, nel nuovo testamento, compare in Luca 2,1 ed è il “decreto” di Cesare Augusto che ordina il censimento di tutta la terra. C’è quindi una certa angustia naturale nei confronti di questa parola: ma è la sana inquietudine di chi cerca la verità, l’acqua viva che sana l’arsura delle nostre domande più profonde.
    A Mancuso io esprimo gratitudine, per la passione e la capacità espressiva innanzitutto. Ha buttato un sasso nello stagno, ha costretto i teologi a fare bene il proprio lavoro (peccato per alcuni passaggi piccati nella Civiltà Cattolica) e io sono convinto che un po’ certi teologi laureati abbiano voluto trovare per forza il pelo nell’uovo.

    21 Febbraio, 2008 - 19:26
  23. lycopodium

    @Ignigo
    Condivido in sostanza le tue argomentazioni, mi piace il riferimento alla ratzingeriana inquietudine (cfr. il discorso preconclave); un piccolo appunto sulla tua definizione di “mistero”:
    che – giusta in sè – non da risalto al “mistero liturgico”, all’incontro spirituale/carnale con Cristo (caro salutis cardo).

    21 Febbraio, 2008 - 20:14
  24. ignigo74

    “Mistero liurgico”… io non uso mai questa espressione.
    Preferisco, se devo, mistero sacramentale.

    21 Febbraio, 2008 - 20:43
  25. lycopodium

    Esite un sacramento senza liturgia?

    21 Febbraio, 2008 - 20:55
  26. adriano

    A Ignigo: grazie. Non sapevo che Mancuso fosse un sacerdote. Di lui so quello che ho letto finora nei suoi cinque libri. Anch’io gli sono grato per il tentativo di trovare parole, anche oggi comprensibili, per dire la fede di sempre.
    Dopo di che, dire che Cristo è “energia” non mi sembra un risultato equivalente a quello ottenuto dall’evangelista Giovanni e dai Padri che l’hanno chiamato “logos”. Anche perchè la novità cristiana non era tanto nell’identificazione “Cristo-Logos”, quanto nel sostenere che il Logos si era fatto carne. Ovviamente questo lo sa anche Mancuso: “il cristianesimo sostiene che non vi è alcun logos che risplende nel mondo che possa prescindere dalla carne dell’uomo” (Per amore, p.196). Ma allora perchè, alcune pagine dopo, deve scrivere: “Se Dio fosse entrato nella storia , la storia avrebbe dovuto mutare (…) Dio non è entrato nella storia, è entrato nell’anima umana, nell’anima umana di Gesù di Nazareth: è questo il vero senso dell’incarnazione” (id., p 213)?
    Mi sembra, per stare al tema del post, che qui si renda difficile pensare che “Dio ha carne e ossa”.
    A Ignigo e al moralista insieme: molto bello ciò che rispondereste a chi vi chiedesse “dov’è adesso il corpo di Cristo risorto”. Grazie per la “piccola risurrezione” e grazie per il dogma come cartello di confine tra il pensiero e l’infinito di Dio. La domanda, però, non è solo “ipoteticamente” di Mancuso. Egli intitola un paragrafo de “L’anima…” proprio così: “Dove si trova ora il risorto?”, e poi scrive cose che neanche Yuri Gagarin: “Se avessimo la più potente astronave cosmica (…) noi non troveremmo nessun luogo fisico a fare da supporto per il corpo umano del Risorto” (p. 185), per concludere: “Cristo risorto, cioà l’Idea sussistente di Uomo in cui il Primo Principio ci ha pensati e ci penserà sempre” (p.186).
    Mi sembra troppo poco.
    Adriano

    P.S. Valli ha scritto del fortissimo impatto che ha avuto su di lui il libro di Mancuso in un articolo/racconto pubblicato sul Foglio qualche sabato fa
    (Se il mai abbastanza rimpianto Syriacus fosse nei paraggi, tra cinque minuti avremmo il link…).

    21 Febbraio, 2008 - 21:36
  27. ignigo74

    Guarda Adriano, io sono stato un lettore del Foglio della prima ora, appassionato e felice.
    Da qualche mese non riesco più a seguirlo, c’è qualcosa che non mi quadra.
    Era fantastico quando se la prendeva con baricco.. che risate.
    Ora credo che il gioco gli sia scappato di mano.

    21 Febbraio, 2008 - 22:08
  28. Per me l’essenza del cristianesimo – e ancor più, va detto, del cattolicesimo, ma anche dell’ortodossia – è che credere che “Gesù è con noi” significa, anzitutto, che egli è stato FISICAMENTE con noi nella storia, duemila anni fa, ed è FISICAMENTE con noi nell’eucaristia (in tutti i significati di questa parola). Per quel che ci concerne, il resto del “dov’è” non è particolarmente significativo.

    22 Febbraio, 2008 - 9:58
  29. adriano, la frase di Gagarin/Mancuso (l’Idea sussistente e cose del genere), come dice ignigo, richiede una voglia di accendere studi e cervello che ora mi fa fatica … però mi ricorda molto certe definzioni di “sostanza” della filosofia classica… voi che siete più addentro potete confermarmi?

    Anche se sono certo che Mancuso sia un’ottima persona, e inoltre non ho letto il libro, il “dio dei filosofi” rischia sempre di essere un po’ un lontano parente del Dio di Gesù Cristo, che tra l’altro è stato “fisicamente” con noi, come dice Luca. “Chi conosce me conosce il Padre”… anche se non è affatto semplice “eseguire”, il Vangelo la fa più semplice…

    22 Febbraio, 2008 - 10:27
  30. LuigiM

    Sumpontcura scrive:
    “Mi aiutate? Qualcuno di voi può darmi qualche suggerimento di lettura? Non abbiate timore di partire dall’abc.”

    Gentile Sump

    io ti suggerirei di cominciare seguendo la catachesi iniziata da Benedetto XVI nelle udienze generali nel marzo 2006
    http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2006/documents/hf_ben-xvi_aud_20060315_it.html

    fra queste per me è particolarmente toccante quella del 24 maggio 2006 (Pietro l’Apostolo) che trovi qui
    http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2006/documents/hf_ben-xvi_aud_20060524_it.html

    e che ha come tema la intrinseca limitatezza dell’uomo e dell’amore di cui è capace.

    Tutta la catechesi su Cristo e Chiesa è stata raccolta e pubblicata in un volumetto della LEV intitolato “Gli apostoli e i primi discepoli di Cristo. Alle origini della Chiesa”, reperibile anche online, ad es. qui
    http://www.internetbookshop.it/code/9788820978990/benedetto-xvi-joseph-ratzinger/apostoli-primi-discepoli.html

    Dal 7 marzo 2007 la catechesi è incentrata sui Padri Apostolici
    http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2007/index_it.htm

    mercoledì scorso quarta puntata su Sant’Agostino…;-)
    http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2008/index_it.htm

    ultima dritta (per chi ha il tempo/modo): le catechesi sono trasmesse in diretta il mercoledì mattina dal CTV su Sat2000, l’audio è reperibile anche in formato mp3 da Radio Vaticana via podcast (Radio Vaticana clips – La Settimana del Papa).

    visto che dici di volere “fortissimamente rientrare nella Chiesa, ma non sulla base di teologie di dubbia ortodossia”, mi permetto un ultimo consiglio: io lascerei da parte – almeno per ora – Mancuso

    cari saluti

    LuigiM

    22 Febbraio, 2008 - 13:47
  31. Luigi Accattoli

    Il mio bentornato a LuigiM! Ma io credo che il sottile Sump conosca benissimo la catechesi papale, chiede piuttosto letture mirate sul peccato originale. O no?

    22 Febbraio, 2008 - 14:26
  32. Sumpontcura

    Luigi ha colto nel segno, anche se “benissimo” non è certamente l’avverbio che userei io. Il percorso suggerito da LuigiM mi sembra frutto non solo di amore cristiano ma di vera competenza. Lo ringrazio, dunque, due volte.

    22 Febbraio, 2008 - 15:24
  33. posso suggerire a Sump una lettura sulla miserircordia del Dio di Gesù Cristo (diciamo, prendendo il peccato originale dall’altro verso)?

    Per es.
    “L’abbraccio benedicente” di Henry Nouwen (ed. Queriniana)
    oppure
    “Gli si gettò al collo” di M.I. Rupnik (ed Lipa)

    Il primo (a me Nouwen piace moltissimo) più di carne, il secondo più di testa. Ma entrambi belli.

    22 Febbraio, 2008 - 15:45
  34. Sumpontcura

    Grazie, moralista. Oggi non posso, ma domani pomeriggio corro alla Libreria San Paolo…

    22 Febbraio, 2008 - 16:09
  35. Mi permetto anch’io di suggerire, per una visione chiara e esaustiva della teologia cattolica sul tema del male, il peccato originale, la liberta e l’attitudine al bene, ma anche sugli scenari della vita oltre la morte, sui “luoghi” dell’inferno e del paradiso…il fumetto GEPPO!

    se lo trovate alle Paoline o in qualsiasi altra libreria avvisatemi, per favore, non lo trovo più da quando avevo nove anni!

    22 Febbraio, 2008 - 16:29
  36. Sumpontcura

    Ah, è così che rispondi al grido di aiuto?
    Bene, mi vendico subito: ho chiesto informazioni su Geppo ai miei amici Superbone e Tiramolla. Mi hanno detto che le uniche collezioni complete del fumetto che cerchi sono gelosamente custodite da Nonna Abelarda e dalla temibile Signora Carlomagno. L’unica è rivolgersi a un investigatore professionista: che ne dici di Cip, accompagnato dal cane Kilometro?

    22 Febbraio, 2008 - 16:46
  37. Clodine

    Ascolta Sump, ti voglio dire una cosa: da quello che leggo mi sembra di capire che non ti ritieni abbastanza preparato, con grandissima umiltà ti poni in quell’attegiamento che io definisco “del discepolo sapiente”: in ascolto, devoto e mi piace questa umiltà che denota,al contrario, una bella anima. Sono sicura che tu sei molto, ma molto più preparato di quanto immagini e di molti che credono di esserlo.

    Gli amici del blog ti hanno dato dei consigli, e sono interessanti devo dire, sopratutto i testi di Ratzinger, profondi, per carità straordinari dal punto di vista teologico, ineccepibili…ma alcuni sono veri mattoni, compresi quelli che ti hanno consigliato in quanto -alcuni-vengono usati come testi per esami di teologia nelle università pontifice e non…

    Libri ce sono tanti, teologi pure, bravi, ciascuno con la propria specificità e stile, alcuni approfondiscono più volentieri temi riguardante la “Tradizione” (Y.Congar) altri , i dogmi trinitari (B. Forte) o “la vita di Gesù” (Kasper) ma giusto per fare qualche esempio e in modo molto relativo poiché tutti gli autori sono molto poliedrici nel senso che affrontano più di un tema.. ma tutti sono testi di teologia e sempre mattoncini .

    Il consiglio che ti do io è quello di approfondire e meditare sui Vangeli e innamorarti di Gesù il Signore , lì troverai l ‘ABC della teologia.E poi Ravasi, Carlo Maria Martini sono tutti belli i loro testi, anche Alessandro Pronzato, il quale ha uno stile molto semplice, curato profondo e illuminante ad esempio “I Vangeli scomodi” o “la forza della debolezza” . Potresti approfondire le vite dei santi…ma sono solo dei consigli…

    22 Febbraio, 2008 - 19:08
  38. LuigiM

    Gentile Sump,

    grazie per le tue buone parole nei miei confronti.

    Nello specifico del peccato originale mi permetto di segnalarti il paragrafo 7 “La caduta” del primo capitolo del Catechismo della Chiesa Cattolica, che puoi trovare qui
    http://www.vatican.va/archive/ITA0014/__P1B.HTM

    in particolare per me è illuminante il punto 389:
    “La dottrina del peccato originale è, per così dire, “il rovescio” della Buona Novella che Gesù è il Salvatore di tutti gli uomini, che tutti hanno bisogno della salvezza e che la salvezza è offerta a tutti grazie a Cristo. La Chiesa, che ha il senso di Cristo, [1Cor 2.16 ] ben sa che non si può intaccare la rivelazione del peccato originale senza attentare al Mistero di Cristo.”

    In altre parole, se noi non ammettiamo il peccato originale, a cosa sarebbe servita vita, passione, morte e risurrezione di Cristo?

    La dottrina del peccato originale non è altro che un prendere atto – realisticamente – che l’uomo è tutt’altro che naturaliter buono (con buona pace di Rousseau e del mito illuminista – appunto un mito! – del buon selvaggio), che da solo si illude di essere libero, ma poi crea solo disastri (Gv 15, la vite e i tralci, “senza di me non potete fare nulla”) e che necessita di un Salvatore.

    Il peccato, però, continua ad albergare nel cuore dell’uomo, nonostante la croce di Cristo – e lo constatiamo tutti i giorni (cfr. San Paolo Rm 7,19-23)

    Su questa linea di pensiero riporto un passo di J.H. Newman tratto da “Apologia pro vita sua” Milano-Brescia 1982, pp 260-261. Riflettendo sulla realtà del dolore e del male scrive “se c’è un Dio, e Dio c’è, il genere umano deve essere implicato in una terribilie disgrazia originaria. Non armonizza più coi fini del suo Creatore. Questo è un fatto, un fatto vero come il fatto stesso della sua esistenza; così la dottrina che la teologia chiama del peccato originale diventa per me quasi altrettanto certa dell’esistenza del mondo e dell’esistenza di Dio”.
    Questa citazone – nell’ambito della sua riflessione sul peccato originale – è riportata da S.E. Card. G. Biffi a pag. 99 del terzo volume del suo Corso inusuale di catechesi (Elledici, 2006), corso che consiglio caldamente a chiunque (l’audio viene riproposto da Radio Maria il mercoledì notte alle 23…)

    Segnalo inoltre il capitolo “Oltre l’Eden – Il peccato originale” tratto dal libro intervista di J. Ratzinger “Dio e il mondo” (San Paolo 2001, pp 75-79), e sempre di J. Ratzinger “In principio Dio creò il cielo e la terra – Riflessioni sulla creazione e il peccato” (Lindau, 2006) specie pp 83-105 (Peccato e Redenzione).

    Alla luce del fatto che “laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia” (Rm, 5, 20), e cioè che la misericordia di Dio supera di gran lunga le aspettative dell’uomo, nell’Exultet dell’annunzio pasquale non deve stupire che il peccato originale venga definito addirittura “Felix culpa, quae talem ac tantum meruit habere Redemptorem”, quasi che alla fine dei tempi la condizione di uomo redento ci collochi ad un livello di perfezione superiore allo stato originario di Adamo ed Eva, cioè non più insidiabile dalle tentazione del Serpente (la qual cosa ripagherebbe mica male l’umanità intera del carico di sofferenza che si trova a sopportare).

    Cordialmente,

    LuigiM

    PS
    Ricambio il saluto del nostro gentile ospite (nonché mio omonimo 😉 Luigi

    23 Febbraio, 2008 - 17:01
  39. Sumpontcura

    Caro amico LuigiM,
    mi stampo subito, come promemoria, i tuoi consigli, che mi sembrano proprio rappresentare al meglio la seconda opera di misericordia (Dar da bere agli assetati).
    Ma prima voglio ringraziarti dal profondo del cuore (e insieme a te, e per lo stesso motivo, grazie a Clodine, ai suoi suggerimenti e alla sua solidarietà).

    23 Febbraio, 2008 - 17:12
  40. LuigiM

    prego,

    caro amico Sump!

    23 Febbraio, 2008 - 17:19
  41. Sumpontcura

    … E grazie, comunque, a tutti. L’aria del pianerottolo mi sta facendo davvero bene. Me ne ricorderò domani, a Messa, al “Memento dei vivi”.

    23 Febbraio, 2008 - 17:26
  42. lycopodium

    LuigiM,
    eccellente outing.
    Grazie.

    23 Febbraio, 2008 - 17:45
  43. per la cronaca, se ancora cercate Geppo, potete chiedere anche a Trottolino…

    25 Febbraio, 2008 - 11:19
  44. LucaB

    Dicevano i Padri: “Respice finem”. A cosa deve servire il mio dirmi e sentirmi profondamente cattolico? A concordare sempre e comunque con S.E. Monsignor Ruini, a fidarmi delle stimmate e colate di sangue varie di San Pio da Pietrelcina o a tirare dalla mia parte quanti più convertiti possibili?
    Oppure a vivvere una vita buona e giusta sull’ esempio di Gesù, a mettere a disposizione la mia persona per l’ Amore e la Misericordia verso il mio prossimo, a dare io nella vita di tutti i giorni un esempio di quelle sante virtù paoline della Sobrietà, Giustizia e Pietà?
    Mi sembra che la nostra Chiesa si stia ficcando in un vicolo cieco appiccicando tutto il valore della nostra Fede cattolica ad un fatto storico. il Secolo ringrazia ed il Materialismo giubila: nessuno mai sarà in grado di provarne la storicità o il contrario. Possibile che nessuno si accorga che la storia è l’ orizzonte ultimo definitivo di che crede che tutto dipenda dai rapporti di produzione? Grazie per la vostra attenzione – LUCA

    27 Marzo, 2008 - 22:22
  45. Luigi Accattoli

    Caro Luca, benvenuto nel blog! Ma se vuoi interloquire con i visitatori, dovresti lasciare un commento a uno degli ultimi post perchè qui – cioè a questa data – pochi vengono a cercare. Questo primo ingresso doveva essere moderato da me, per questo hai dovuto attendere che entrasse, ma d’ora in poi i tuoi commenti entreranno in automatico. Saluti.

    28 Marzo, 2008 - 8:34

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