Quando Benedetto maneggia la bussola del Concilio

Due iniziative in avanti, tre gesti simbolici, un testo da teologo, una decina di discorsi: è ormai nutrito il corpus degli interventi del Papa teologo sui cinquant’anni del Vaticano II e qui ne abbozzo una lettura d’insieme. Che avrà questa conclusione: Benedetto guarda al Concilio come a una “bussola” provvidenziale e tutt’oggi valida – nonostante l’evidenziarsi di qualche segno del tempo trascorso – per la navigazione della Chiesa nel “vuoto” di Dio della modernità, la cui “desertificazione spirituale” è oggi più evidente e trionfante rispetto a mezzo secolo addietro. Nulla da obiettare sui segni di invecchiamento di alcuni testi conciliari: il Papa ne accenna in riferimento alla Gaudium et Spes e alla Dichiarazione sulle religioni non cristiane. Lo spirito del tempo, che spingeva alle vedute ottimistiche, ha lasciato il segno anche in altri documenti. Ho invece una qualche difficoltà a guardare alla modernità come a un mondo senza Dio: questo punto lo svilupperò alla fine. – E’ il cauteloso avvio di una mia spericolata divagazione pubblicata oggi da “Liberal”. La puoi leggere qui.

71 Comments

  1. Una gioia sobria ed umile, un tono della voce commosso, intenso e controllato: questo mi ha colpito del discorso di Benedetto XVI.

    17 Ottobre, 2012 - 0:49
  2. Giorgio Licini

    Ho anc’hio l’impressione che la Chiesa e la fede debbano essere un po’ liberate dalla “prigione” europea… prigione intellettuale, ideologica, storica, etc. Il tornare continuamente su problemi e su una prospettiva tipicamente europea/occidentale fa un po’ apparire il papato ed il Papa intellettuale (semplifico!) parte del problema piu’ che della soluzione… I peccati e i limiti ci sono dappertutto, non idealizzo le Chiese extra-europee, ma quella rissosita’ e competizione ideologioca tipica dell’Europa non e’ comune altrove…

    17 Ottobre, 2012 - 1:32
  3. Sara1

    Sono arrivata alla conclusione che come Teologo Benedetto mi piace (ma è complesso e stratificato il suo pensiero) invece la sua Chiesa molto molto meno.
    Alla fine sembra ridursi tutto a questioni di legalismo e autorità.
    E poi troppo spazio agli ultraconservatori.

    17 Ottobre, 2012 - 7:52
  4. Sara1

    Di tutte le sue decisioni quella che mi lascia più perplessa è la questione del pro multis.
    Ma come oggi vanno forte movimenti identitari, antieuropeisti, nazionalismi rimontanti, razzismi di vario genere e noi cambiamo quel per tutti così controcorrente che si sentiva nelle nostre Chiese con il per molti che suona così escludente?
    Non siamo negli anni ’60 in cui tutti erano ottimisti e non c’è solo il razionalismo illuministico a farla da padrone, di questo la Chiesa si deve rendere conto.
    Poi forse è un limite mio non capire, non so.

    17 Ottobre, 2012 - 8:20
  5. luca73

    A me ha stupito un certo “ottimismo” che ho trovato nelle ultime parole e scritti di Benedetto.

    Come dice Luigi, un certo rischio di euro-centrismo è evidente.
    Ma io penso che – pur riconoscendo il ruolo che nel cammino di evangelizzazione e cristianizzazione non possono non avere anche altre realtà come l’Africa ed il Sud America – sia comunque innegabile che l’Europa abbia anche oggi nel mondo un grande peso sia economico, sia culturale e intellettuale. E, in corrispondenza a questo peso, ha una grande responsabilità.
    Per poter agire secondo la sua responsabilità, l’Europa deve, in ogni caso, trovare la sua piena identità. Il problema oggi non sono più le differenze nazionali. Il problema dell’Europa sembra consistere nel fatto che in Europa oggi vi sono due diverse anime: un’anima è una ragione astratta, anti-storica, che intende dominare tutto perché si sente sopra tutte le culture. Una ragione che intende emanciparsi da tutte le tradizioni e i valori culturali in favore di un’astratta razionalità.
    L’altra anima è quella che si può chiamare cristiana, che si apre a tutto quello che è ragionevole, che ha essa stessa creato l’audacia della ragione e la libertà di una ragione critica, ma rimane agganciata alle radici che hanno dato origine a questa Europa, che l’hanno costruita nei grandi valori, nelle grandi intuizioni, nella visione della fede cristiana.

    Solo una ragione che ha un’identità storica e morale può anche parlare con gli altri, cercare una interculturalità nella quale tutti possono entrare e trovare una unità fondamentale dei valori che possono aprire le strade al futuro, a un nuovo umanesimo, che deve essere lo scopo ultimo. E per noi cristiani, questo umanesimo cresce proprio dalla grande idea dell’uomo a immagine e somiglianza di Dio.

    Penso, poi, che Benedetto XVI sia “convinto che ci [sarà] sia una nuova primavera per il cristianesimo”, perché nel mondo di oggi ci sono il desiderio e quindi la ricerca di Dio, la perennità della Verità del Vangelo rispetto alla caducità delle ideologie e il fatto che proprio i giovani sentano “il vuoto” delle offerte di consumismo e ideologie.

    Il desiderio di Dio, la ricerca di Dio è profondamente scritta in ogni anima umana e non può scomparire. Certamente, per un certo tempo, si può dimenticare Dio, accantonarlo, occuparsi di altre cose, ma Dio non scompare mai.
    E’ semplicemente vero quanto dice sant’Agostino, che noi uomini siamo inquieti finché non abbiamo trovato Dio. Questa inquietudine anche oggi esiste. E’ la speranza che l’uomo sempre di nuovo, anche oggi, si ponga in cammino verso questo Dio.

    Inoltre – è questo è l’altro motivo della speranza di Benedetto – il Vangelo di Gesù Cristo, la fede in Cristo è semplicemente vera. E la verità non invecchia. Anch’essa si può dimenticare per un certo tempo, si possono trovare altre cose, la si può accantonare, ma la verità come tale non scompare. Le ideologie hanno un tempo contato. Sembrano forti, irresistibili, ma dopo un certo periodo si consumano, non hanno più la forza in loro, perché manca loro una verità profonda e alla fine si consumano. Invece il Vangelo è vero, e perciò non si consuma mai. In tutti i periodi della storia appaiono sue nuove dimensioni, appare tutta la sua novità, nel rispondere alle esigenze del cuore e della ragione umana che può camminare in questa verità e trovarvisi.

    E perciò, proprio per questo motivo, Benedetto è convinto che ci sia anche una nuova primavera del cristianesimo.

    17 Ottobre, 2012 - 11:25
  6. lorenzo

    Scusa Luca: ma stupito, perchè?
    Il cristiano è – per fregare il termine usato ieri da Luigi- ” naturaliter ” ottimista: per via di Cristo. Con buona pace di chi si straccia le vesti un giorno sì e poi l’altro, essere oggettivi, disincantati, realisti nel non chiudere gli ochhi su nessun problema e nessun male della Chiesa e dell’uomo non esenta dall’ottimismo cristiano, anzi lo stimola.
    E siccome Benedetto – ci piaccia o non ci piaccia, questo è del tutto ininfluente- è un cristiano doc….

    17 Ottobre, 2012 - 11:53
  7. luca73

    Hai ragione Lorenzo! Ho sbagliato termine. Il cristiano vive nella Gioia di Cristo Signore. Ed il Papa respira l’aria della Speranza (e dell’ottimismo) di chi crede e testimonia la Fede.
    Saluti sinceri di cuore.

    17 Ottobre, 2012 - 12:05
  8. Sara1

    Invece l’ho trovata di parte questa lettura. E’ vero che l’Europa in campo economico giuridico è dominata da una ragione astratta che annulla le differenze culturali e storiche, ma è vero anche che queste differenze in opposizione a questa astrattezza stanno riprendendo vita, il nazionalismo sta riprendendo vita, l’irrazionalismo sta riprendendo vita.

    Ma solo io mi preoccupo per notizie come questa?

    http://ansamed.ansa.it/ansamed/it/notizie/rubriche/cronaca/2012/10/15/Grecia-filonazisti-Alba-Dorata-scatenati-ondata-attacchi_7631839.html

    Poi per carità che il cristianesimo sia la risposta a entrambi i fenomeni (razionalismo antistorico e nazionalismi e populismi emergenti) son convinta.

    17 Ottobre, 2012 - 12:33
  9. lorenzo

    Avere fede nel Signore non è un fatto che interessa solamente la nostra intelligenza, l’area del sapere intellettuale, ma è un cambiamento che coinvolge la vita, tutto noi stessi: sentimento, cuore, intelligenza, volontà, corporeità, emozioni, relazioni umane.”

    Parola di Benedetto oggi, dal link postato da Fiorenza.
    Ergo:
    1) Ci vuole un cambiamento . In ME.
    2) Ci vuole la vita, TUTTA.
    3) Avere fede vera, trasforma e rivolta:
    -i miei sentimenti
    -il mio modo di amare ( cioè di essere marito/moglie, padre/madre, figlio/figlia, amico/amica)
    -il mio modo di capire il mondo e le cose ( confrontarsi, studiare, discutere, dibattere, capire, comprendere)
    -il mio modo di decidere .TUTTO.( non solo se andare a messa alla domenica o chi votare !)
    -il mio modo di essere uomo/donna ( compreso fare l’amore, se lo faccio, compreso fare sesso, se lo faccio, compreso essere represso, se lo sono)
    – la mia sensibilità
    – il modo di vivere con gli altri ( non solo i compagni di gruppo o di fede, ma i lontani, o i vicini che non la pensano come me, o quelli che mi detestano, o quelli che ce l’hanno con me.)

    Conseguenza: se questo non accade, IO NON HO FEDE NEL SIGNORE.
    Punto.

    E questo si chiama parlare chiaro.
    La palla adesso sta a noi.
    Fede, o la solita aria fritta di sempre?!

    17 Ottobre, 2012 - 15:32
  10. @ lorenzo

    La seconda che hai detto…

    17 Ottobre, 2012 - 15:49
  11. Squilli di trombe…….

    Cominci pure la battaglia……

    17 Ottobre, 2012 - 15:51
  12. Gioab

    “E’ il cauteloso avvio di una mia spericolata divagazione pubblicata oggi da “Liberal””

    E fai proprio bene ad essere “cauteloso” caro Luigi, Se anche il papa che è infallibile, parla di marcia indietro, deve aver ricevuto un avvertimento in sogno. Non potendo disconoscere il passato, che è tradizione, “nonostante l’evidenziarsi di qualche segno del tempo trascorso “ deve riconoscere “timidamente che ci sono stati errori e imprecisioni .”

    Ma ti pare possibile ?
    Ma insomma, lo SS infallibile impreciso … ???? Avranno capito male ! Ma se hanno capito male una volta, si può legittimamente pensare che anche prima possano aver capito male ed aver commesso errori e imprecisioni. Beh, si in fondo per la verità, qualche volta hanno pure chiesto scusa . Non essendoci internet e lo sviluppo delle comunicazioni come oggi magari era più comodo far finta di niente. No ? Tanto nessuno era in grado, vuoi per mancanza di tempo, vuoi per mancanza di necessità, di rimettere i puntini sulle “i”, tanto se qualcuno l’avesse lo bruciacchiavano e così la tradizione è andata avanti con una tacita accettazione da parte delle pecore assoggettate alla superstizione magari perché non sapevano neanche leggere. Che tempi bui. Li chiamavano “oscurantismo” forse perché leggevano con la candela.

    BXVI : “Lo spirito del tempo, che spingeva alle vedute ottimistiche, ha lasciato il segno anche in altri documenti.”
    E così come vedi…. È sempre colpa di qualcun altro. Qui è lo Spirito del Tempo. Povero Spirito non ci coglie mai. Prima era lo Spirito di convenienza, e prima ancora era lo Spirito ingannatore. Sempre colpa degli altri. Poveri spiriti !
    Ma il vangelo non è mai cambiato ! come può essere ?

    17 Ottobre, 2012 - 15:54
  13. lorenzo

    …e perché, se posso domandarlo, principessa, e se hai voglia di dirmelo,
    tu sceglieresti la frittura? Te lo chiedo da quel grande esperto che sono in frittume vario…
    🙂

    17 Ottobre, 2012 - 15:57
  14. Gioab

    @ Fiorenza
    “BXVI: conoscere il cristianesimo, contro relativismo e religione “fai da te” – Città del Vaticano (AsiaNews) – L’individualismo e il relativismo che hanno profondamente mutato la cultura dei nostri giorni hanno colpito anche i credenti, dando vita a un “certo sincretismo (*)”: “senza sicurezza sulle verità da credere c’è il rischio di costruire una religione fai da te”, diversa dal cristianesimo…..”

    Poiché l’invito a leggere il link, viene da lei distinta Fiorenza, mi è sorta una questione che rivolgo a lei e a tutti. Mi par di capire che Il papa condanna l’individualismo, quindi la domanda è questa:

    1 – se una persona, individualmente, legge il vangelo, ne parla e si informa, cerca di conoscere la volontà di Dio, e magari si sbaglia facendo nella sua vita scelte non corretta dal punto di vista di Dio, Dio la condannerà ?
    Dice il Vangelo : “In maniera simile anche lo spirito viene in aiuto della nostra debolezza; poiché non sappiamo per che cosa dobbiamo pregare secondo il bisogno, ma lo spirito stesso intercede per noi con gemiti inespressi. Ma colui che scruta i cuori sa qual è l’intenzione dello spirito, perché intercede in armonia con Dio per i santi.” ( Rm 8.26-27)

    2 – se una persona si accontenta di seguire il gregge senza avere o con poca conoscenza del Vangelo, magari perché tradizionalmente coinvolta dalla famiglia o dagli amici e dalla tradizione e vive una vita “normale” senza fare nulla di particolarmente grave, Dio la giudicherà individualmente colpevole o come gruppo ? la condannerà singolarmente o come gruppo ?
    Dice il Vangelo : “Accertatevi di ogni cosa; attenetevi a ciò che è eccellente.” ( 1 Tess. 5.21)

    3 – Secondo lei, cosa c’è di male in una religione “fai da te” se ciascuno sarà giudicato “secondo le sue opere”“quelli che hanno fatto cose buone a una risurrezione di vita, quelli che hanno praticato cose vili a una risurrezione di giudizio.” ( Gv. 5.29) – “E il mare diede i morti che erano in esso, e la morte e l’Ades diedero i morti che erano in essi, e furono giudicati individualmente secondo le loro opere.” ( Riv 20.13)
    Com’è evidente il giudizio è basato su ciò che si è praticato, cose buone e cose vili. Cosa c’è di vile in una religione fai da te ? e cosa c’è di buono in una religione organizzata che compie solo riti e chiacchiere ?

    Se, come dice il sig. lorenzo:
    1)Ci vuole un cambiamento . In ME.
    2) Ci vuole la vita, TUTTA.
    3) Avere fede vera, trasforma e rivolta:
    -i miei sentimenti
    -il mio modo di amare ( cioè di essere marito/moglie, padre/madre, figlio/figlia, amico/amica)
    -il mio modo di capire il mondo e le cose ( confrontarsi, studiare, discutere, dibattere, capire, comprendere)
    -il mio modo di decidere .TUTTO.( non solo se andare a messa alla domenica o chi votare !)
    -il mio modo di essere uomo/donna ( compreso fare l’amore, se lo faccio, compreso fare sesso, se lo faccio, compreso essere represso, se lo sono)
    – la mia sensibilità
    – il modo di vivere con gli altri ( non solo i compagni di gruppo o di fede, ma i lontani, o i vicini che non la pensano come me, o quelli che mi detestano, o quelli che ce l’hanno con me.)

    Perché la religione deve essere organizzata quando è convolto ciascuno singolarmente e personalmente ?
    (In me, I miei sentimenti, il mio modo, non quello di quanti si chiamano cristiani)

    (*)
    Sincretismo può essere considerata qualsiasi tendenza a conciliare elementi culturali, filosofici o religiosi eterogenei appartenenti a due o più culture o dottrine diverse.”

    17 Ottobre, 2012 - 16:31
  15. Non lo scelgo, Lorenzo, nè lo sceglierei mai. Ma sono troppo imperfetta nella mia fede per affermare di averne una solida, con le caratteristiche che tu hai elencato con tanta precisione e correttezza. Per cui, devo chinare il capo e -nonostante tutti i miei sforzi – rendermi conto che io, tu e tutti quanti assieme non facciamo altro che appartenere all’aria fritta, augurandomi di vero cuore che gli sforzi di ciascuno di noi siano apprezzati e riconosciuti quando sarà il momento.

    17 Ottobre, 2012 - 16:33
  16. Gioab

    @ Sara1
    “Ma solo io mi preoccupo per notizie come questa?”
    No distinta Sara1 non è la sola che si preoccupa, ma molto più di lei sono preoccupati i banchieri e i ricchi perché hanno davvero qualcosa da perdere.
    C’è un simpatico racconto di Luciano de Crescenzo che fa pressappoco così: C’era u ricco in paese che un giorno al Bar incontra Giannino il disoccupato del paese e gli dice: ti assumo a lavorare da me e ti pagherò 1000€ al mese per il primo anno, e 500€ il secondo anno. Sorpreso Giannino non capiva la motivazione della diminuzione e chisde lumi. Così il ricco spiegò: Se il primo anno regali 500€ del tuo stipendio a Luigino ( un altro disoccupato), vorrà dire che non gli darai nulla il secondo anno e chi ne rimarrà danneggiato sarà lui perché tu continueresti a vivere con i tuoi 500. A te non cambierebbe nulla.
    Così la storia si ripete. Se i poveri sanno come campare con poco, non faranno nessuna fatica continuando a vivere come sempre , sono gli altri, i ricchi, che si stanno preoccupando perché dovranno fare più fatica a sopravvivere con meno e se non sono abituati magari potrebbero non riuscirci.
    IN fondo la profezia aveva già avvertito che sarebbe successo. Il problema che pochi danno retta alle profezie e quindi succederà com’è scritto: “Udite, sordi; e guardate per vedere, ciechi. Chi è cieco, se non il mio servitore, e chi è sordo come il mio messaggero che io mando? Chi è cieco come il ricompensato, o cieco come il servitore di Jehovah Si trattava di vedere molte cose, ma non guardavi. Si trattava di aprire gli orecchi, ma non ascoltavi.” ( Isa 42.18-20)
    Ma il punto è questo : “‘Getteranno il loro medesimo argento nelle vie, e il loro proprio oro diverrà una cosa orrenda. Né il loro argento né il loro oro li potranno liberare nel giorno del furore di Jehovah. Non sazieranno le loro anime, e non riempiranno i loro intestini, poiché è divenuto una pietra d’inciampo che causa il loro errore.” ( Eze 7.19)
    A proposito avevo quasi dimenticato…. Ma anche lei è così ricca ?
    Altrimenti che si preoccupa a fare…..?

    17 Ottobre, 2012 - 16:46
  17. Gioab

    @ Sara1
    “Di tutte le sue decisioni quella che mi lascia più perplessa è la questione del pro multis.”

    “divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono responsabile di salvezza eterna,” ( Ebrei 5.9)

    Tutti quelli che gli ubbidiscono mica sono tutti in assoluto. No ?

    17 Ottobre, 2012 - 16:52
  18. Clodine

    Mi domandavo se la fede abbia davvero il potere di modificare il temperamento di una persona.E’ indubbio che il temperamento è un fardello che si eredita, del quale non si ha colpa. Come direbbe San Paolo -fumantino assai,non meno di Pietro- nella prima ai Romani :”..il bene che voglio, non lo faccio ma il male che non voglio, quello faccio. Ora, se ciò che non voglio è quello che faccio non son più io che lo compio, ma è il peccato che abita in me.” Ergo che tra l’”io” ,ovvero l’anima, la volontà, la mente, interviene Il peccato:frattura atavica, primigenia, il quale alberga in tutti gli esseri umani e si perpetua come una eredità: debolezze, o difetti caratteriali che inclinano al male trasmesse da padre in figlio che la Bibbia definisce “carne”. Credo che la fede, la vera fede, sia una roba di cui si deve tacere, indimostrabile empiricamente eccetto quando avviene un cambiamento, quando si mette in moto quel dinamismo, misterioso, inenarrabile quasi intervenga una forza in grado di controllare il temperamento purificandolo. Mi accorgo però che non tutti i cristiani sperimentano questa potenza trasformatrice, questa Grazia. Ho conosciuto dei sacerdoti terribili da questo punto di vista, persone devotissime idem…nonostante la fede. Allora mi chiedo se il presupposto di tale cambiamento [santità] sia la fede…o prescinda da questa e dipenda esclusivamente dalla purezza di un cuore. Nel discorso della montagna il Signore non fa alcun riferimento alla fede…

    17 Ottobre, 2012 - 16:56
  19. lorenzo

    Uei, principessa, se parliamo di fede imperfetta, poveraccia, sono nel mio habitat naturale. Riconosco anch’io, e lo riconosco in pieno, la mia appartenenza all’aria fritta, e riconosco pure qualche sforzo ( nel mio caso, non poi tanti, a dir la verità) per metterci mano e venirne fuori.
    Ma questa consapevolezza, che io ho presentissima, fin qui ha finito per essere un alibi. Invece è una molla ad agire. In piena linea evangelica.
    Nel momento in cui tu chini il capo, e io faccio schiera, compi in te nient’altro che un pezzettino di Vangelo: quello che dice ” Senza di Me, voi non potete nulla”. Ora, su quel “nulla” , vedo con soddisfazione, se mi passi il termine, che anche tu concordi. Ed è già molto: perché se uno si attarda a pensare di fare già molto, già abbastanza, almeno un poco, un pochetto, pensa di saperla piu’ lunga del Cristo stesso…la vedo difficile.
    Quel ” nulla “, amaro e sconsolato fin che vuoi, è la condizione necessaria: ovviamente non è sufficiente. La condizione sufficiente , l’unica, è Lui. Meglio: la fede in Lui. Il forte della questione è questo: non si tratta di una fede teorica e stop. Si tratta della fede proiettata su di me.Insomma: dopo la consapevolezza di non potere nulla, non si puo’ che avere una fede enorme, concreta, quotidiana, fattuale. Così si realizza questo paradosso nei fatti: nel momento in cui riconosco per davvero e definitivamente la mia nullità totale a fare da solo le cose di Cristo, restando agganciato a Lui trovo la fede piu’ granitica e clamorosa che io abbia mai professato. E questa fede non mi bypassa affatto, ma mi coinvolge e mi trafigura in qualcosa di suo.
    Porco cane, è grandioso.
    Vale la pena farlo a tutti i costi. Senza badare al risultato.Gesù mica ce lo chiede…

    17 Ottobre, 2012 - 16:57
  20. Clodine

    Un bacione pri…un bacione…ti abbraccio…

    17 Ottobre, 2012 - 16:58
  21. Marilisa

    Condivido– per quel che può valere– il tuo pensiero, Principessa.
    Magari non uso l’espressione “aria fritta”, ma la pretesa di definire la fede con termini perentori e inconfutabili la trovo quanto meno discutibile e certo non dimostrativa di alcunché.
    L’ho già detto altre volte: si può essere buoni cristiani anche senza rivoltarsi come dei calzini.
    Altrimenti, credo che nessuno avrebbe speranze, sinceramente.

    17 Ottobre, 2012 - 17:05
  22. Clodine

    …a ben pensarci.. sono giunta [ riflettendo grazie a questo post e grazie a Luigi] che la purezza di cuore E’ la fede, la fede dei santi che vedranno Dio!
    «Beati quelli che ascoltano la parola di Dio e la osservano» beatitudini secondo Matteo e non è forse il fulcro (rivoluzionario) del messaggio di Cristo? La purezza di cuore è nutrita dalla povertà di spirito, dal dolore, dalla mitezza, dalla sete di giustizia, dalla misericordia. Credo che solo dopo aver acquistata la purezza del cuore attraverso un percorso dove si fanno proprie le precedenti beatitudini si può diventare operatori di pace veri seguaci di Cristo. Tuttavia, pur essendo chiaro qual è la strada da percorrere, che cosa sia la purezza di cuore …non è facile individuare…
    Cos’è la purezza di cuore???…Domandina da un milione di dollari che postula altra puntuta riflessione…

    17 Ottobre, 2012 - 17:09
  23. lorenzo

    Cara Clodine, credo che la fede non solo non abbia il potere di cambiare il temperamento di una persona, ma che non la migliori neppure. Ste benedette ali da angelo, non spuntano con la fede. Come siamo, siamo. Il fumantino non si mette di suo a belare mite: fara uno sforzo mostruoso per domare la sua indole, piuttosto: riuscendoci per quel che puo’. Così è per ogni lato del proprio carattere. Mi ha sempre colpito , dei santi, una consapevolezza spietata e quasi feroce della propria debolezza , di piu’: del male fatto; di piu’: della capacità sempre presente di fare continuamente il male. In origine, la scambiavo per una esagerazione un po’ fanatica: una sorta di manìa di perfezionismo. Invece ora mi sembra di capire che piu’ ti avvicini a Gesù, piu’ ti rendi conto della tua natura vera.
    Ma il problema, come molti dei problemi su cui ci arrovelliamo una vita, è un problema solo nostro. Gesù non ci chiede di cambiare il nostro carattere, sapendolo impossibile. E se lui ha piazzato gli occhi su me, la bestia che sono, cosa sto io a trapanarmi l’anima su sto fatto della mia bestietudine?
    Meglio pensare a seguirlo in tutti i modi, bestia o non bestia., la testa nelle sue mani…:)

    17 Ottobre, 2012 - 17:11
  24. Sara1

    Non gli obbediscono tutti in assoluto no, però mi piace che almeno in Chiesa l’invito sia esteso a tutti.

    17 Ottobre, 2012 - 17:24
  25. Sì, Lorenzo, in generale posso concordare con il tuo pensiero, ma mi risulta difficile trovare l’entusiasmo nell’essenza dei miei sforzi. E non lo dico dalla comodità di un divano, ma dal campo di battaglia di tumori superati, di Alzheimer vissuto e di depressione latente. Se non fosse stato per quel chinare il capo e pronunciare un “Sia fatta la Tua volontà”, forse non sarei qui a parlare e a cercare di spiegare il mio pensiero. Però mi sento imperfetta nella mia fede nonostante tutte le risposte che ho avuto e che riconosco di aver avuto. Soffro quotidianamente per non saper essere ciò che vorrei, per non saper fare abbastanza per gli altri, per non saper poggiare la testa sul cuscino – la sera – con la tranquillità di aver vissuto un giorno come desidera il Signore, per non saper essere migliore, per non saper evitare – talvolta – di essere scontrosa e maleducata con Gioab,per esempio.
    E cerco… e ricerco…ogni giorno, tra libri, ricordi di voci lontane(nonni,papà, insegnanti, blog e accattolini……..) per capire, per saper vivere, per trovare un pensiero per cui valga la pena svegliarsi ogni mattina…

    Non lo rileggo, lo so che non ha un senso ma è quello che sento.

    17 Ottobre, 2012 - 17:25
  26. lorenzo

    Cara Marilisa, meglio di un vecovo e di un cardinale, sei nella piena continuità apostolica!!!
    “Essi,gli apostoli, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?». [27]Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio».
    Il tuo sconcerto è il loro sconcerto; ed è anche il mio.
    Ma , per quanto mi riguarda, non ho trovato altre strade.
    Se non quella dell’uomo ricco: rabbuiarsi, chinare il capo, e tornarsene da dove si è venuti.
    Non siamo noi a doverci rivoltare come dei calzini.
    E’ il vangelo che ci rivolta. Ma di brutto.

    17 Ottobre, 2012 - 17:29
  27. Clodine

    …il vuoto…quanto vuoto si sperimenta nella vita cara principessa…!!!…mmm….meglio non parlarne … tasto che preferirei non toccare…ma ti assicuro pri che senza quel vuoto… non si può piacere a Dio. Il vuoto è indispensabile perché lo Spirito Santo lavori…dentro di noi…perchè vuol dire sperimentare la propria pochezza e nullità…Dio tende ad affidare tanti e importanti compiti ai suoi amici che sperimentano questa “nostra” [non solo tua ma anche la mia e di gran parte dei nostri fratelli ] condizione…

    17 Ottobre, 2012 - 17:36
  28. lorenzo

    Ha un senso bellissimo, principessa, un senso che conosco molto bene e che mi suona particolarmente caro.
    “Non saper poggiare la testa sul cuscino – la sera – con la tranquillità di aver vissuto un giorno come desidera il Signore” : questo succede quando si prende, o almno si cerca di prendere, il Vangelo sul serio.
    Quell’inquietudine e quella stanchezza sono la tua ricchezza. E così la tigna di cercare, e ricercare in ogni posto , sempre, nonostante tutto e nonostante tutti.
    Quanto all’entusiasmo, amica mia, non si puo’ andare in croce con l’entusiasmo in cuore; e tantomeno ci si puo’ restare. Gesù non se ne va al Getsemani e al calvario dicendo: non è meraviglioso?! China il capo, e si lascia condurre ; e in croce, tace: quasi sempre.
    Dirci a vicenda coraggio! puo’ sembrare banale . Ma ci vuole coraggio per davvero a stare a piede fermo nell’occhio del ciclone.
    Io trovo le tue parole ardenti e luminose.

    17 Ottobre, 2012 - 17:42
  29. Lorenzo caro, ti ringrazio dell’affetto che leggo nelle tue parole, della vicinanza e, forse, della comprensione ( nel senso di sentirsi coinvolti).
    Mi dici che la mia inquietudine e la mia ricerca costante sono sinonimo di prendere il Vangelo sul serio: lo spero proprio, perchè oltre alle tempeste interiori comincia a risentirne anche la salute fisica e non ho più quella voglia di reagire che possedevo qualche anno fa.
    E poi, esiste una cosa, un sentimento che io provo (ricambiato), che è contrario a tutto quanto concerne la fede, i Comandamenti, gli insegnamenti, la Chiesa, il Magistero, il Papa, la religione e le regole stabilite. Ma è un sentimento così profondo, con radici così intricate da avvolgere il mio intero essere. Ecco, questo è un elemento del mio esistere che non riesco a conciliare con la mia piccola,povera fede se non accettando tutto il bello e tutto il dolore che da esso proviene, offrendolo ancora una volta alla Sua volontà di fare di me quello che Lui ritiene giusto.
    Ma ti assicuro, amico mio, che fa male.Come può fare male solo la speranza di una carezza che non giunge…

    17 Ottobre, 2012 - 18:22
  30. lorenzo

    Accettare , offire, soffrire.
    Piu’ di così, che cosa devi fare, principessa?
    Tu mi risponderai: vivere! Ti capisco.
    Essere di Cristo non si realizza in chiesa, e la vita cristiana non è un lago placido e tranquillo. La fede incarnata non puo’ che fare impeto con i fatti e i sentimenti di una vita vera. Nessuno di noi è una pala d’altare, e i santini con l’aureola e il pio volto al cielo, non esistono. Esistono invece i santi, gente vera, con problemi veri , con legami veri.Gente che ama e sente il male, gente come te ,e me, e tutti.
    Forza.
    Che almeno virtualmente arrivi fin laggiu’ una mia carezza.
    🙂

    17 Ottobre, 2012 - 18:52
  31. Gioab

    @ principessa
    “di essere scontrosa e maleducata con Gioab,per esempio.”

    Non si preoccupi per me principessa non valgo tanto. Ma cmq grazie per il pensiero.

    “per capire, per saper vivere, per trovare un pensiero per cui valga la pena svegliarsi ogni mattina…”

    “Perfino nel riso il cuore può essere in pena; ed è nel dolore che finisce l’allegrezza.” ( Prov 14.13)
    A volte si chiede troppo a se stessi magari Dio non ci richiede più di ciò che potremmo fare….”Va, mangia il tuo cibo con allegrezza e bevi il tuo vino con buon cuore, perché già il [vero] Dio si è compiaciuto delle tue opere. In ogni occasione le tue vesti siano bianche, e non manchi l’olio sulla tua testa ( Eccl 9.7-8)
    Sa a che cosa serviva l’olio sulla testa ?

    “E Giobbe riprendeva la sua espressione proverbiale e diceva:
    “Oh fossi io come nei mesi lunari di molto tempo fa,
    Come ai giorni nei quali Dio mi custodiva;
    Quando faceva risplendere la sua lampada sulla mia testa,
    [Quando] camminavo [per le] tenebre alla sua luce;”

    ( Gbbe 29.1-3)

    Poiché la porzione di Jehovah è il suo popolo;
    Giacobbe è la parte assegnata che egli eredita.
    Lo trovò in una terra desertica,
    E in un deserto vuoto, ululante.
    Lo circondava, ne aveva cura,
    Lo salvaguardava come la pupilla del suo occhio.
    Proprio come l’aquila scuote il suo nido,
    Volteggia sopra i suoi piccoli,
    Spiega le sue ali, li prende,
    Li porta sulle sue penne remiganti,
    Jehovah solo lo guidava,
    E non c’era insieme a lui nessun dio straniero.
    Lo faceva cavalcare sugli alti luoghi della terra,
    Così che mangiò il prodotto del campo.
    E gli faceva succhiare miele dalla rupe,
    E olio dalla roccia di silice

    (Deut 32.9-13);

    Secondo lei esce olio dalle rocce di silice ?

    “chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. In realtà, se a un uomo fra voi il figlio chiede del pane, non gli darà una pietra, vero? O, se chiede un pesce, non gli darà un serpente, vero? Se dunque voi, benché siate malvagi, sapete dare doni buoni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!” ( Mt 7.8)

    Stia serena, Dio non vuole nulla da chi è disposto a dare, ma tutto da chi non vuole dare.
    A Lei chiede solo un po’ d’olio sulla testa ! Fa bene ai capelli anche !

    17 Ottobre, 2012 - 19:09
  32. Sara1

    Bravo Gioab!!!

    17 Ottobre, 2012 - 19:21
  33. Gioab

    @ principessa
    solo la speranza di una carezza che non giunge…”

    “UNA” carezza o “QUELLA” carezza ? Non è cosa di poco conto.

    La sa quella del tizio che durante l’alluvione si era rifugiato sul tetto ?
    Ad ogni barca che passava per portarlo in salvo, rispondeva: “Dio mi salverà !“
    Quando arrivò in paradiso Pietro gli disse : “Ti ho mandato 10 barche….. ne avessi presa una !”

    Un Rabbino, mio amico, diceva sempre : “il mondi ti guarda come tu lo guardi ! E’ uno specchio.

    17 Ottobre, 2012 - 19:22
  34. Grazie Lorenzo……….

    Grazie anche a Gioab.
    Ma, per piacere, non tolga le prime quattro parole alla mia frase che dice: “Come può fare male solo la speranza di una carezza che non giunge.” e che cerca di spiegare (inutilmente) l’intensità della sofferenza.
    Grazie anche dell’esempio che riporta.

    17 Ottobre, 2012 - 19:42
  35. Gioab

    @ principessa
    mi scusi mi ero concentrato solo sull’essenziale.
    Però non capisco come possa far male la speranza di una carezza.
    Le carezze non fanno mai male, fanno male le attese di qualcosa che non giunge….. oppure non capisco.

    17 Ottobre, 2012 - 19:46
  36. ha capito benissimo, Gioab. Ha capito……

    17 Ottobre, 2012 - 21:17
  37. Clo,
    un abbraccio anche a te…e grazie, sempre!

    17 Ottobre, 2012 - 21:18
  38. lycopodium

    Ciaooooooooo, Principessa!

    17 Ottobre, 2012 - 21:20
  39. Bentrovati Lyco e Fabricianus !

    17 Ottobre, 2012 - 21:45
  40. un abbraccio alla principessa……

    17 Ottobre, 2012 - 21:54
  41. Sumpontcura

    Cara Principessa:
    dal profondo, un pensiero affettuoso.

    17 Ottobre, 2012 - 22:24
  42. fiorenza

    Se può servirti, Principessa, ti dico una delle cose che hanno aiutato me. Queste poche parole:
    “ciò che ci capita in ogni istante è ciò che c’è di più santo, di migliore e di più divino per noi”;
    “tutto ciò che accade è l’unica cosa necessaria”;
    “l’unica regola -la via regale- è il momento presente”;
    “Se uno sa che quella persona travestita è il re, la tratta ben diversamente…il cuore, sotto quella vile apparenza (le più piccole cose, le più desolanti, le più mortali), rispetta ugualmente la maestà regale”;
    “Dio si traveste per innalzare l’anima alla pura fede e insegnarle a trovarlo sotto ogni possibile aspetto, poiché quando essa conosce il segreto di Dio, egli ha un bel travestirsi, ma essa dice: eccolo là, dietro il muro”…
    Parole da “Abbandono alla Provvidenza divina”, di Jean-Pierre de Caussade. Libro letto tanti anni fa ma che mi ha segnato per sempre, e che mi è venuto in soccorso tante volte.

    18 Ottobre, 2012 - 0:11
  43. Grazie dell’affetto a matteo, a nico (bellissima!), e a fiorenza per le parole che sono state un dono molto gradito.
    A Sump il mio pensiero affettuoso ricambiato, che accade anche quando rimaniamo in silenzio.(non immagini quante volte al giorno sei menzionato in questa casa…Sump è il più discolo dei miei gatti).

    Gli scambi con voi,oggi, sono stati importantissimi. Vi ringrazio tutti, anche coloro che non ho menzionato.

    18 Ottobre, 2012 - 3:14
  44. Clodine

    ..mamma che bella la canzone della Mannoia…m’ha fatto piangere cavolo! Grazie Nico.

    18 Ottobre, 2012 - 9:53
  45. Clodine

    Pri…amica mia…dammi la mano…

    18 Ottobre, 2012 - 9:53
  46. Nino

    principessa scrive,

    17 ottobre 2012 @ 18:22

    Permettimi un abbraccio con affetto.

    18 Ottobre, 2012 - 12:39
  47. fromsoma

    Tutti gli articoli di Accattoli, dovunque appaiano, sono belli e centrati. Si può solo dissentire su alcuni particolari, non decisivi.
    Mi permetto due riserve su quel che dice in Liberal del 17 ottobre, in accordo con quanto sottolineato recentemente dal Papa.
    – “Lo spirito dei tempi” ha portato a una Gaudium et spes dalle vedute ottimistiche (o tali oggi giudicate).
    Anche in un recente incontro a cui ho partecipato, Bettazzi (vescovo conciliare, dalla seconda sessione) dimostrava che lo schema preparato ante e in concilio, poi diventato in approvazione finale Gaudium et spes, è stato travolto dalla Pacem in terris (Pasqua 1963) di papa Giovanni. Non era possibile – riconosce Bettazzi – che il concilio, oltre due anni dopo quella enciclica (per la prima volta rivolta anche agli uomini di buona volontà), ne dimenticasse spirito e lettera, e, per esempio, ignorasse “i tre fenomeni che distinguono la nostra età” (Pacem: parte I – B – 8, in Enchiridion encicliche, v. 7, EDB).
    Che negli anni ’60 ci fosse qualche linea di ottimismo in più di altre epoche è vero. E meno male. Ma diamone un po’ di merito (e nessuna colpa) anche al grande papa bergamasco e a quella enciclica. A meno che si accetti – lefevrianamente – che solo alcune encicliche sono intoccabili e altre sono “da cestino”.

    – Del discorso alla finestra (fac simile di quello giovanneo “alla luna”
    di 50 anni prima) si possono apprezzare, come fa Accattoli, “le parole intense” del Papa, a ricordo del come “eravamo felici e sicuri che doveva venire una nuova primavera della Chiesa”. Per capire la delusione del Papa si può pensare a ciò che ha rappresentato il ’68 euro-americano anche per la Chiesa. Dalla sua autobiografia (La mia vita – ed. San Paolo) si ricava che Ratzinger in Germania è stato segnato molto negativamente da quella rivoluzione. E non solo lui e non solo in Germania. Sia permesso però ipotizzare che, con il ’68, per la Chiesa, se non avesse avuto il concilio alle spalle, sarebbe andata molto peggio. Per noi e per tutti (o per molti).

    18 Ottobre, 2012 - 19:25
  48. lycopodium

    Ciao anche a Sump!!!!!!!!!!!!

    18 Ottobre, 2012 - 19:46
  49. Clodine

    Anche io un bacio a Sump…ci manchi tanto Sump, tantissimo…

    18 Ottobre, 2012 - 20:44
  50. E’ vero, Ubi, sa orientarci/si bene, ma la domanda rimane: siamo noi capaci di seguire quello che il “capitano” indica? o “l’aria fritta” ha sempre la meglio? o i cuori puri faticano ad essere tali? o a raggiungere una purezza che – se non proprio fede – almeno si avvicina?
    Il discorso è complesso, e “l’umile lavoratore nella vigna del Signore” lo sa benissimo! per questo sceglie con cura parole “semplicissime” per arrivare dentro il cuore della gente che vuole ascoltare. Ma anche lui nulla potrebbe senza la spinta di Chi tutto può…

    @ Nino
    grazie…

    @Clo
    ti tengo per mano…

    18 Ottobre, 2012 - 20:53
  51. Sumpontcura

    Un saluto a tutti, con molto affetto e tanta gratitudine.

    18 Ottobre, 2012 - 21:05
  52. Per quello che riguarda la delusione che si legge nelle parole del Papa, mi permetto avanzare una teoria molto più facile e più – mi si passi il termine – terra terra: e cioè che papa Benedetto, più che alle grandi rivoluzioni culturali o ai cambiamenti globali della nostra epoca e dell’immediato passato, si riferisse a tutto quanto si è trovato davanti da risolvere nella Chiesa che, per certo, non fornisce una immagine cristallina dell’unico punto di riferimento rimasto al mondo,viste tutte le ideologie crollate come briciole al vento. Non credo che Sua Santità smetta mai di essere il pastore di questo povero gregge – che poco sa di sistemi,europa,ideologie,rivoluzioni culturali e quant’altro e molto invece conosce di sofferenza, lavoro e fatica, preghiera e speranza non sempre colmata – e di ritenere questa mansione la più alta che il Signore potesse affidargli…
    Ma, come ho precisato, è solo il mio pensiero, potrei anche sbagliarmi.

    18 Ottobre, 2012 - 21:07
  53. Marilisa

    Luigi, tu dici :”Ho invece una qualche difficoltà a guardare alla modernità come a un mondo senza Dio”.
    Concordo.
    Non mi addentro sui documenti conciliari, che del resto non conosco bene. Voglio riferirmi invece, con praticità, alle parole del papa circa il deserto e il vuoto spirituale.
    Trovo queste espressioni non rispondenti a verità, e mi sembra che rivelino una nostalgia di tempi andati tipica di persone avanti nel tempo, che non riescono, per limiti naturali dovuti all’età avanzata ma anche per una certa vocazione al conservatorismo, a cogliere i segni dei tempi, e che sostengono che “prima era meglio”.
    Il papa fa parte, a mio parere e con tutto il rispetto che ho per lui, di quella folta schiera di “laudatores temporis acti” che c’è sempre stata e sempre ci sarà.
    È vero che non si vede oggi quella religiosità che una volta riempiva le chiese cattoliche e che poteva far pensare ad una spiritualità molto più diffusa, ma se si riduce a questo la spiritualità, essa è poca cosa. Altre volte ho spiegato perché, e non voglio ripetermi.
    È anche vero che il consumismo sfrenato della nostra epoca sembra aver attratto l’attenzione dei popoli occidentali verso gli elementi materiali distogliendola dallo spirituale, ma tutto questo, per quanto abbia di negativo, non vuole dire che la spiritualità, almeno come bisogno di essa, non ci sia più. Lo attestano i molti movimenti religiosi sparsi un po’ dappertutto.
    Molte persone la cercano, ne hanno un enorme bisogno, ma quando non la trovano in una Chiesa che non riesce a trovare un contatto con la vita delle persone, restano deluse.
    Quando non vedono un Vangelo annunciato alla società moderna, restano deluse.
    Così come restano deluse quando non riscontrano comportamenti etici negli ecclesiastici che dovrebbero dare il buon esempio.
    Predicare la Legge va benissimo, ma se al centro non c’è il Vangelo annunciato da Gesù ai poveri, ai peccatori, ai sofferenti, prima ancora della condanna, si spegne ogni residuo di spiritualità in chi sente come esigenza primaria che essa venga alimentata da un’ Istituzione che si presenta come garante dei valori evangelici.
    E che deve dare più spazio ai laici per un confronto libero ed un dibattito su tanti temi sociali alla luce della Parola.
    Lo spirituale, insomma, non può ritenersi avulso dalla concretezza della vita vissuta. Soprattutto oggi.
    Perché non si riesce a capirlo?
    Per ascoltare la voce dello Spirito, i vescovi devono ascoltare anche il popolo di Dio. La Chiesa non può essere troppo sbilanciata sulla gerarchia. E questa dovrebbe capire che i tempi nuovi richiedono nuove risposte.
    Io mi aspetto molto dalla nuova evangelizzazione.
    Che lo Spirito illumini davvero i vescovi.

    18 Ottobre, 2012 - 21:15
  54. Sara1

    Ma onestamente quello che a me colpisce invece è il fatto di vedere il problema solo in questa razionalità astratta, come se in America non ci fosse il Tea party in crescita e come se non ci fossero invece nazionalismi in agguato.
    Probabilmente non capisco bene a cosa si riferisca con razionalismo, le teorie del gender? il tecnicismo economico? Per il resto mi pare invece che ci sia un’emotività diffusa tutt’altro che razionale.
    Io qui faccio fatica a seguire bene il suo pensiero.

    18 Ottobre, 2012 - 21:32
  55. lorenzo

    Ok, Marilisa. Che lo Spirito illumini davvero i vescovi.
    Soprattutto, CHE LO SPIRITO ILLUMINI DAVVERO NOI, che la Nuova Evengelizzazione siamo chiamati a farla.
    Oggi, venerdi’ 19 ottobre, io, tu, tutti quelli che siamo qui, cosa facciamo per portare Cristo in giro?
    POSSIBILMENTE DOVE NON C’E’ GIA’?
    Io credo che la parziale delusione di Papa Benedetto sia dovuta al fatto che a quello che principessa chiama questo povero gregge(= me e te) non gliene freghi un beneamato tubo di prendersi singolarmente e in prima persona PRIMA DI TUTTO IL RESTO E FACENDO TUTTO IL RESTO CHE FACCIAMO di portare Gesù Cristo a chi non ce l’ha .
    Ma se noi, che siamo il sale , la luce e il lievito, ci accartocciamo sui nostri casini personali e sulle nostre problematiche, o ci spertichiamo in alto verso i massimi sistemi su cui non possiamo influire un acca, diventiamo polvere di gesso, fiamma spenta, crusca: inerti, sterili.
    Non mi preoccupo affatto della delusione di Benedetto. Mi rode assai di piu’
    quella del nostro Amico che scommette pervicace e tosto su di noi.

    19 Ottobre, 2012 - 11:32
  56. lorenzo

    Insomma, so di essere insopportabilmente rompiballe e di dire cose che suonano ovvie e banali. Vedo che dal discorso di Bendetto si trae spunto per dibattere di Benedetto stesso, della sua “delusione”, dei motivi personali, storici o teologici che ci stanno dietro, di orizzonte europeo o sudmondiale, di nazionalismi e di tea party. Che è appassionante. Poi parliamo di virtu’ teologali, di fede e di purezza, di orientamenti e direttive. Che è profondo.

    MA DI QUELLO CHE STA A NOI FARE, e di cui il Papa parla con chiarezza perfino dettagliata?

    Quello lì, BXVI, ci da un compito preciso: non vago ed indistinto, preciso e personale…. e noi ce ne fottiamo e continuaiamo nel nostro dibattito perpetuo su tutto e tutti, basta che non ci si tiri in mezzo nelle nostre cose?!
    A far così, la Nuova Evangelizzazione è già bella abortita, e l’ avremo fatta abortire noi. Il problema del cristianesimo oggi non è ” la Chiesa di questo e quello “( di Benedetto, di Martini, dei tradizionalisti, dei progressisti, dei conservatori, dei modernisti e tutta sta insopportabile serie di trombonate del cappero), non è il Papa, non sono i preti, non sono nemmeno i pochi preti.
    Il vero problema di Cristo oggi sono io e quelli come me, se continuo a fare orecchie da mercante e chiappe di ghisa: sordo e fermo come un paracarro, ma con la pretesa di giudicare tutto e tutti, Lui per primo.
    “O Dio, vieni a salvarmi. Signore vieni presto in mio aiuto.” :
    almeno un pedatone da una tonnellata nel sedere, che mi svegli e mi sbatta fuori, non farmelo mancare!!!
    🙂

    19 Ottobre, 2012 - 11:51
  57. Gioab

    @ lorenzo
    “Ma se noi, che siamo il sale , la luce e il lievito, ci accartocciamo sui nostri casini personali e sulle nostre problematiche, o ci spertichiamo in alto verso i massimi sistemi […] . Mi rode assai di piu’ quella del nostro Amico che scommette pervicace e tosto su di noi.”

    A proposito di sale….. sig. Lorenzo
    ‘Siamo noi ‘uomini della Chiesa’ i primi a sfigurare il volto santo della nostra Madre Chiesa”, con un ”carrierismo” ecclesiastico che ”non solo esiste, ma prospera”: lo afferma l’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, in una intervista al settimanale diocesano “Nuova Stagione”.
    http://vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/chiesa-sepe-19026/
    ”Non possiamo nasconderci dietro paraventi inesistenti o ipocriti – aggiunge -. Anche nella Chiesa il carrierismo non solo esiste, ma prospera. E’ sotto gli occhi di tutti che il carrierismo fa danni concreti, inquina i rapporti umani, avvelena gli ambienti in cui si sviluppa e matura”.
    Che dice l’hanno fregato ?

    Io avrei qualche dubbio che quel suo Amico scommette pervicace su di voi….
    A me risulta che non abbia fatto miracoli per “convincere” come accade a Porta a Porta, nè per farsi pubblicità, ma solo per guarire i malati. Magari erano malati spirituali…. visto che poi sono morti. Chissà !

    19 Ottobre, 2012 - 11:53
  58. lorenzo

    Caro Gioab,
    se Sepe dice quel che dice, avrà le sue ragioni. Ciascuno parla dei problemi che conosce meglio. Io non ho cognizione diretta di beghe interni ai cardinali e nelle curie, non mi stupisce che ci siano , in certi casi so che ci sono. Punto.La cosa non mi stupisce affatto. Né influisce di un pelo sulla mia fede.
    Così, se lei ha i suoi dubbi ed elementi che “a lei risultano”, avrà i suoi motivi per dirlo.Non riesce mai a spiegarceli, però. I malati, invece, saranno certo stati malati spirituali- come lei e me e tutti- ma in piu’ ammalati concretissimi nel corpo.Gesù di Nazaret li ha guariti, e poi sono morti. E’ morto pure Lazzaro, che pure era stato richiamato in vita, pensi un po’. So che “voi” avreste preferito una favoletta da smontare, ma il Vangelo non ha niente da smontare, è vita vera, sorry.
    Tutto questo dovrebbe mettermi in qualche modo in crisi?
    Ma manco per sogno…
    🙂

    19 Ottobre, 2012 - 12:49
  59. discepolo

    risposta per Gioab ( non posso esimermi come medico)
    “Magari erano malati spirituali visto che poi sono morti”

    TUTTI i malati sono malati “spirituali” anche quelli che hanno la displasia
    dell’anca o l’occhio strabico o l’otite . Tutti malati sono da considerarsi guariti solo se sono guariti nello “spirito “, quelli che prendono l’aspirina e la febbre gli scende o tolgono le adenoidi e respirano meglio non si possono considerare “guariti”.
    Tutti i malati poi sono guariti , spesso con enormi sforzi, dai medici umani ( e anche dai miracolosi guaritori)i per andare incontro ad un unico universale fine, non happy-end: cioè la morte.
    Gesù grande medico e taumaturgo ci ha insegnato umilmente queste cose, più profonde di quanto sembrino a prima vista: la vera malattia è SEMPRE una malattia spirituale, la vera salute è SEMPRE una salute spirituale e comunque il fine di ogni uomo è SEMPRE la morte .

    19 Ottobre, 2012 - 15:51
  60. Marilisa

    Forse la razionalità astratta appare più concreta se si ascoltano certe frasi di persone disperate. Al TG ho visto, non più tardi di un’ora e mezzo fa,
    un uomo giovane che ha perso il lavoro, dire fra le altre cose:
    il parroco mi ha detto: abbi fede.Ma io che gli do da mangiare ai miei figli? La fede?
    Chiaro il concetto?

    19 Ottobre, 2012 - 16:27
  61. Marilisa

    Sai che faccio Lorenzo? Per portare Gesù Cristo a chi non ce l’ha, mi aggrego a qualcuno, come fanno i TdG, e vado porta a porta a parlare di Gesù Cristo.
    E tu, mi raccomando, fa’ lo stesso.
    Se hai un’idea migliore, fammela conoscere.

    19 Ottobre, 2012 - 16:40
  62. Marilisa

    Volete capirlo o no che ogni tempo ha le sue spine ma anche le sue rose?
    E che grano e zizzania cresceranno sempre insieme fino alla fine dei tempi?
    E che le porte degli inferi non prevarranno sulla Chiesa?
    Volete capirlo o no che esiste la Spirito Santo che, comunque vadano le cose, guida la Storia verso il compimento del Bene?
    Mi sono perfino stancata di ricordare che c’è all’opera SEMPRE lo Spirito Santo.
    Ognuno di noi deve fare quanto è nelle sue possibilità per fare avanzare il Bene, dopo di che il resto lo fa Dio ovvero lo SPIRITO.
    Difficile da capire?

    19 Ottobre, 2012 - 16:55
  63. lorenzo

    Cara Marilisa,davanti all’esempio che porti tu, e a tutti quelli in cui sbattiamo il grugno tutti i giorni, come protagonisti o come spettatori,la razionalità a astratta non appare affatto piu’ concreta. Appare disperatamente astratta, e basta. Il concetto è molto chiaro.Dirò delle caprate teologiche, ma quello che scopro io tutti i giorni è questo. La fede come concetto non funziona. La fede come concetto non è fede. E’ una enunciazione piu’ o meno bella e ricca di principi che, se restano tali, valgono come il due di picche. Il Credo recitato in Chiesa e lasciato lì , è una dotta dissertazione teologica. Punto.
    Sta a me, a te e a tutti, specie se laici, specie se piantati nel mondo in diecimila modi diversi, RIEMPIRE DI CONTENUTI E DI FATTI quella parola, fede. Se no ficchiamola in naftalina, e facciamo altro.
    Chiaro che questo comporta il rivoltamento, integrale e fino in fondo, del calzino.
    Non serve a un tubo, con buona pace di Gioab che ne è qui la dimostrazione pratica, andare a fare il porta a porta predicatorio.Non serve nemmeno il porta a porta bloggarolo, se è per questo. Nè il dibattere in continuo la qualunque. Tutte cose belle e buone e sante, ma che non evangelizzano nessuno.La gente non è fessa. La gente lontana da Gesù,non lo è particolarmente. E’ gente che sa vagamente chi è Gesù e, per responsabilità nostra, cioè di chi ci crede, si è convinta( in molti casi giustamente) che credere o no in Lui sia uguale a credere o no negli Ufo o in altre cose di varia bizzarrìa: che non c’entrano un cappero con la vita concreta di tutti i giorni. Evangelizzare vuol dire proprio questo: dimostrare che se c’è Cristo si vive in modo completamente diverso e altro da tutto e tutti.Non nelle cose, ma nel modo di farle. I lontani mettono Gesù tra parentesi, perché lo abbiamo fatto io, forse tu e moltissimi dei credenti, brevettando questo nostro modo innocuo ed indolore di essere cristiani, cullandoci nell’illusione che per essere cristiani non è necessario fare chissà che…basta… basta… E invece basta una sola cosa: la vita .Mia, tua , di tutti. Il resto è niente, è meno che niente.
    Questo non lo dico io, bestione di turno; non lo dice solo il Papa in questo discorso, e passi. Lo dice Gesù Cristo.
    CONVERTITI e credi al Vangelo.
    E questo lo dice a ME. Altro che calzino.
    Dopo di che , certo che noi non covertiamo nessuno. Lo Spirito, lo farà.
    Noi, si e no, possiamo testimoniare.
    Ma ,almeno, lasciamoci convertire, una buona volta.
    Se pensiamo di essere ” aposto” così, siamo fritti. E con noi Cristo.

    19 Ottobre, 2012 - 18:00
  64. Gioab

    @ lorenzo
    “Non serve a un tubo, con buona pace di Gioab che ne è qui la dimostrazione pratica, andare a fare il porta a porta predicatorio. Non serve nemmeno il porta a porta bloggarolo, se è per questo”

    Distinto Lorenzo, sono lieto di essere oggetto delle sue riflessioni. Preziose per altro e non sia sorpreso se mi dico d’accordo con lei : “Sta a me, a te e a tutti, specie se laici, specie se piantati nel mondo in diecimila modi diversi, RIEMPIRE DI CONTENUTI E DI FATTI quella parola, fede. Mi piace la sua definizione e la condivido. Sorpreso ?

    Però subito dopo mi pare contraddittorio : “E’ gente che sa vagamente chi è Gesù e, per responsabilità nostra, cioè di chi ci crede, si è convinta( in molti casi giustamente) che credere o no in Lui sia uguale a credere o no negli Ufo o in altre cose di varia bizzarrìa: che non c’entrano un cappero con la vita concreta di tutti i giorni.”
    Lei ha giustamente sottolineato che se la gente sa poco o nulla di Cristo la colpa è di chi non ha insegnato la verità a sufficienza. La responsabilità è della maestra se gli alunni sono ignoranti. E se poi si accorge che qualcosa è stato fatto male, perché non lo fa meglio ? e se ha già fatto del suo meglio, più di così non può far altro, allora perché si lamenta ? “Così anche voi, quando avete fatto tutte le cose assegnatevi, dite: ‘Siamo schiavi buoni a nulla. Abbiamo fatto ciò che dovevamo fare’”. ( Lc 17.10) Secondo me, anzi secondo la Bibbia l’evangelizzazione mica serve al prossimo, serve di più a chi la fa ! Lo sapeva ? E la medicina per sopravvivere in tempi velenosi: “Se, ora, tu sei giudeo di nome e ti riposi sulla legge e provi orgoglio in Dio, e conosci la sua volontà e approvi le cose eccellenti perché sei istruito oralmente nella Legge; e sei persuaso di essere guida dei ciechi, luce di quelli che sono nelle tenebre, correttore degli irragionevoli, maestro dei bambini, e hai nella Legge l’ossatura della conoscenza e della verità, tu, dunque, che insegni a qualcun altro, non insegni a te stesso? Tu, che predichi di “non rubare”, rubi? Tu, che dici di “non commettere adulterio”, commetti adulterio? Tu, che esprimi abominio verso gli idoli, derubi i templi? Tu, che sei orgoglioso della legge, mediante la tua trasgressione della Legge disonori Dio? Poiché “il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra fra le nazioni”, come è scritto.” ( Rm 2.17-24) Lo sapeva che la ripetizione è il miglior modo per memorizzare ? Così quando la faccenda è chiara difficilemente mancherà di riempire di contenuti. Le pare ?

    Ma proseguo e lei poi dice : “Evangelizzare vuol dire proprio questo: dimostrare che se c’è Cristo si vive in modo completamente diverso e altro da tutto e tutti. Non nelle cose, ma nel modo di farle.” – E come dovrebbe essere quel modo diverso ? Essere onesto, leale, pacifico, fedele, sincero, corretto, preciso, utile, determinato, prudente, amorevole, che non fa compromesso ? Molti già lo fanno così. E devo dissentire : “Se pensiamo di essere ” a posto” così, siamo fritti. E con noi Cristo.” A parte che Cristo non si frigge, ma pare che lei non tenga conto di Dio [Jehovah]. Perché non lascia fare qualcosa anche a Lui ? Ha mai letto : “Il Padre mio ha continuato a operare fino ad ora, e io continuo a operare” ( Gv 5.17) E’ lei che dovrebbe insegnarmi che si chiama organizzazione perché ciascuno ha dei ruoli e quando ciascuno fa la sua parte funziona: “Che cos’è dunque Apollo? Sì, che cos’è Paolo? Ministri per mezzo dei quali voi diveniste credenti, così come il Signore concesse a ciascuno. Io piantai, Apollo innaffiò, ma Dio faceva crescere; così che né colui che pianta né colui che innaffia è qualche cosa, ma Dio che fa crescere (1 Cor 3.5-7) Cos’è ha paura che Dio abbia perso la sua capacità di far crescere ?

    Riepilogo e sintetizzo:
    1.Il porta a porta bloggarolo non serve. Perché ? come fa a dirlo ? Da che cosa lo deduce ?” E ogni giorno, nel tempio e di casa in casa, continuavano senza posa a insegnare e a dichiarare la buona notizia intorno al Cristo, Gesù.” ( Atti 5.42) Forse il suo è un vangelo diverso ma a loro era stato dato l’incarico di parlare.
    2. I contenuti di cui deve essere riempita la vita ? Lo vuole stabilire lei ? Ha mai letto che Gesù disse : “Vedendo le folle ne ebbe pietà, perché erano mal ridotte e disperse come pecore senza pastore.” ( Mt 9.36) Evidentemente se le pecore non sono in grado di riempire di contenuti, non sanno quali sono i contenuti, o magari non credono che certe dottrine possano riempire di contenuti. Ma in ogni caso nessuno di noi è costituito giudice di un altro. “Smettete di giudicare affinché non siate giudicati; poiché col giudizio col quale giudicate, sarete giudicati;” ( Mt 7.1-2) di quali contenuti vorrebbe che sia riempita la vita ? Tanto lo sa che la salvezza sarà per molti, non per tutti. La sua preoccupazione è lodevole, ma deve imparare a fare gioco di squadra. Tutti sono utili nessuno indispensabile. “Poiché per l’immeritata benignità datami dico a ognuno che è fra voi di non pensare di sé più di quanto sia necessario pensare; ma di pensare in modo da avere una mente sana, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha distribuito” ( Rm 12.3)

    Grazie per l’opportunità e perdoni se mi sono dilungato.

    19 Ottobre, 2012 - 19:35
  65. Marilisa

    Lorenzo, io non so se riusciamo a capirci. Forse no.
    Ma cosa credi? Che io non sia d’accordo sul fatto che la fede non deve essere una parola astratta, cioè vuota? Se non faccio che dire altro da sempre! Ripeto: da sempre!!
    Forse però non ci si intende sul come “RIEMPIRE DI CONTENUTI E DI FATTI quella parola, fede.”
    Tu sembri assillato, direi quasi angosciato, dal fatto che nella maggior parte dei casi i cristiani non siano altrettanti Gesù Cristo. Rivoluzionari come Lui.
    Io provo a ricordarti che di Gesù Cristo ce n’è stato Uno Solo, e che i cristiani (ma anche certi non cristiani, tipo Gandhi), per quanto retti, per quanto onesti, per quanto in buona fede, per quanto limpidi e cristallini, non saranno mai come Lui, non foss’altro perché Lui era Dio. I cristiani sono “uomini”, con i limiti propri degli esseri umani.
    È chiarissimo che gli uomini che pretendono di definirsi cristiani devono far di tutto per seguire Cristo in tutto e per tutto. Ma che cosa dovrebbero fare, scusa?
    Non parlo di coloro che lo sono in tutta evidenza per modo di dire, e sono, ahimè, tantissimi.
    Circoscrivo il discorso a me, a te, ai tanti che entrano nel blog e ai moltissimi che vanno per altri lidi dicendosi cristiani.
    La buona testimonianza la si fa, secondo me, oltre che nell’ambito familiare, nei luoghi in cui ci si trova ad operare, in quelli in cui la vita ci ha messi a dare il nostro contributo anche secondo i propri talenti. Ed anche incoraggiando in mille modi possibili chi si batte per difendere i diritti di tutti–proprio tutti– gli esseri umani.
    Il che significa amare i propri fratelli.
    Seguire le parole di Gesù enunciate con forza nel Vangelo non vuol dire sempre fare rivoluzioni.
    Per meglio dire: la rivoluzione ci può essere nel momento in cui, andando controcorrente e scandalizzando i benpensanti che seguono la corrente o cavalcano stupidamente l’ondata di simpatie e mode che vanno per la maggiore, io al contrario disapprovo i luoghi e l’agire comuni, il “così fan tutti” e quindi lo faccio anch’io.
    Anche questo, a mio avviso, è testimoniare il Cristo.
    Tu cosa vorresti? Che i cristiani indignados per qualcosa si dessero fuoco, facessero karahiri o magari facessero saltare una moschea uccidendo, per amore della Verità, se stessi e tanti altri innocenti, come fanno i mussulmani addestrati?
    O vorresti il martirio ad ogni piè sospinto?
    Guarda che Gesù non ci ha chiesto questo, mio caro Lorenzo.
    Gesù si è presentato a noi come un paradosso, ma non pretende questa paradossalità dai suoi seguaci, in specie se non si è capaci di rappresentarla.
    Evangelizzare significa anche dare il buon esempio, presentarsi come credibili nella propria condotta di vita, dimostrare con i fatti che si segue l’esempio di Gesù, aiutare in modo concreto chi è in difficoltà.
    Luigi lo fa andando in giro per l’Italia a tenere conferenze dai temi cristiani. Perché questo è un suo speciale talento.
    Tu, Lorenzo, a mio parere esasperi il significato dell’essere cristiani. Oppure io non ti capisco, per limiti miei. Non offenderti, ti prego.
    Ma non pretendere di farmi sentire colpevole per qualcosa che finora forse non sono riuscita a capire; lo dico senza polemica e senza ostilità. Magari ci troviamo su piani diversi e non riusciamo a comunicare.
    Nel caso da me riportato e che mi ha colpito molto, su chi cade la responsabilità? Chi, in primo luogo, deve darsi da fare per risolvere situazioni drammatiche come quella? E quindi testimoniare le parole del Vangelo? A me la risposta sembra ovvia.
    E tuttavia non posso fare a meno di considerare che nell’intreccio delle molteplici cause di una crisi senza precedenti nel Paese, forse non è facile trovare i veri responsabili di certi casi pietosi e che gridano vendetta.

    19 Ottobre, 2012 - 20:28
  66. lorenzo

    Cara Marilisa, figurati se mi offendo. Perché mai dovrei?
    E non mi passa manco per l’anticamera del cervello di “pretendere di farti sentire in colpa”: proprio per niente!.
    🙂
    Io trovo invece che sia molto chiaro quello che ci siamo detti.
    Rettifico solo due cose: quella storia della moschea e del karahiri, perdonami, ma è una scemata che non c’entra un tubo. E , per chiarezza, preciso che non sono né angosciato, né esasperato. Solo ho capito, per quanto mi riguarda, che il Vangelo parla a me, alla mia vita e che va preso sul serio. Io posso raccontarmela come voglio, ma Gesù non lo si prende in giro. Io l’ho fatto per una vita intera, fin qui. L’ho intronato di parole e di distinguo, l’ho sepolto sotto palettate di me, ho fatto il pesce in barile con lui, che mi ha messo gli occhi addosso e mi ha aspettato con una testardaggine e una fedeltà, sì una fedeltà, commovente. E lo fa ancora.
    Adesso basta. Come il Padre ha mandato Lui, cosi lui manda me.
    Io non ho bisogno di conoscere, di sapere, di potere altro.
    Proprio nient’altro.
    E’ esasperazione questa? Mah.
    Una cosa è certa. Queste cose io le dico per me, prima di tutto. Ci ho impiegato una vita ad arrivarci, col cavolo che adesso posso far finta di niente. Soprattutto, anche volessi, non ce la faccio più.
    Ma questo, tutto questo, riguarda quel vecchio bestione di Lorenz, e basta.
    Buona notte.

    20 Ottobre, 2012 - 1:37
  67. Marilisa

    “Rettifico solo due cose: quella storia della moschea e del karahiri, perdonami, ma è una scemata che non c’entra un tubo.”

    Sarebbe una “scemata”, se non fosse che ho fatto ricorso ad un’espressione, o se vuoi ad immagin iperboliche, per significare che fare il diavolo a quattro– come fanno i mussulmani fondamentalisti–per testimoniare autenticamente il “nostro” Dio, sarebbe addirittura fuorviante.
    Che Gesù non lo si possa prendere in giro, non sei solo tu a dirlo, Lorenzo.
    Lo dicono tutti i cristiani, anche se poi molti nell’agire e nel parlare dimostrano il contrario di quel che pensano.
    Buona giornata.

    20 Ottobre, 2012 - 9:36
  68. lorenzo

    …tutti i cristiani, meno uno: perché io non lo dicevo, né tantomeno lo pensavo. Campavo strabicamente, un occhio puntato a un cielo indistinto e l’altro al mio riverito ombelico, e facevo del cristianesimo una voce, certo non tra le prime, del mio curriculum vitae. Cristo un optional di lusso, un’appendice di me, un fregio della mia personalità…pensa tu che monumentale pirla.

    20 Ottobre, 2012 - 10:38

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