Benedetto: l’Asia Cristo e il terzo millennio

Ho appena letto con l’emozione dei grandi messaggi la lettera del papa ai cattolici della Cina. Sono contento che Benedetto abbia fatto suo il sogno ingenuo e ardito di Giovanni Paolo che vedeva un’ora cristiana sul futuro dell’Asia e la designava col nome di terzo millennio: “In questo contesto, in cui siete chiamati ad operare, desidero ricordarvi quanto il Papa Giovanni Paolo II ha sottolineato con voce forte e vigorosa: la nuova evangelizzazione esige l’annuncio del Vangelo all’uomo moderno, con la consapevolezza che, come durante il primo millennio cristiano la Croce fu piantata in Europa e durante il secondo in America e in Africa, così durante il terzo millennio una grande messe di fede sarà raccolta nel vasto e vitale continente asiatico”. E’ giusto che l’apostolo ci stimoli a guardare lontano ed è bello che l’accorto papa teologo continui a tessere il sogno imbastito dal missionario del mondo che l’ha preceduto.

62 Comments

  1. Maria Grazia

    Caro Accattoli,come mai i giornalisti sentono sempre la necessità di richiamare Giovanni Paolo II in ogni decisione di Benedetto XVI?
    Diamo a Ratzinger ciò che è di Ratzinger e la lettera ai Cinesi è farina del suo sacco.
    Saluti MG

    2 Luglio, 2007 - 9:20
  2. Francesco73

    🙂 🙂
    Maria Grazia è inimitabile.

    P.S. Bellissima l’espressione “missionario del mondo”, complimenti a Lugi.

    2 Luglio, 2007 - 10:55
  3. Luisa

    Beh è chiaro che dietro la lettera ai Cinesi ci sono anni di sottile, delicato e intenso lavoro diplomatico, ma è altrettanto chiaro che lo stile mite e fermo e il contenuto di questa lettera portano da A a Z la firma incomparabile di Benedetto XVI .
    A proposito, e premettendo che leggo il Corriere della Sera solo on-line, non mi sembra avere visto articoli sulla lettera del papa ai Cinesi. Mi sbaglio? Se no, perchè ? La linea redazionale ha deciso che questo atto di Benedetto XVI è insignificante, indegno di attenzione?

    2 Luglio, 2007 - 12:31
  4. Luigi Accattoli

    Maria Grazia, veda bene chi lo dice: non sono io a richiamare Giovanni Paolo, ma è Benedetto a farlo. O anche lui deve smetterla?
    Luisa, non è il vaticanista a decidere i servizi. Il giorno della pubblicazione della lettera eravamo in sciopero e il giorno dopo la direzione ha ritenuto di non tornarci. Non è mia facoltà nè decidere, nè spiegare. Luigi

    2 Luglio, 2007 - 14:55
  5. Luisa

    Lo so , caro signor Accattoli, lo so . E mi dispiace che lei non possa nel suo giornale commentare con tutta la sua competenza, questa lettera così importante.
    Lettera che il Corsera ha giudicato apparentemente meno importante dei propositi poco ameni che Rosy Bindi ha tenuto presso il monastero di Bosè verso il cardinal Ruini e che il Corriere ha ritenuto dover pubblicare.
    Priorità..priorità !

    Per fortuna nel blog lei è padrone!

    Un caro saluto, Luisa

    2 Luglio, 2007 - 15:31
  6. Cara Luisa: Bose, non Bosé! Lasciamo a Enzo Bianchi il suo monastero e non diamolo al cantante! 😉

    2 Luglio, 2007 - 15:42
  7. Sul Giornale – che non ha scioperato – ho letto un bel commento di Andrea Tornielli 🙂 [http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=189580]
    Si, dispiace che certe redazioni taglino. Capita talvolta anche a me (anche per gli argomenti di mia più stretta competenza, ossia quelli scientifici).

    In ogni caso, bellssimo questo post di Luigi Accattoli; anche a me è piaciuta molto questa iniziativa di Papa Benedetto. A mio modesto parere leggo in questa sua lettera, così come nella decisione del ripristino del latino, così come nel viaggio in Turchia, un preciso progetto di ecumenismo volto a riallacciare e ricucire i rapporti con le altre Chiese (il latino l’ho letta come una mano tesa verso i lefebvriani). Sbaglierò, ma secondo me è giunta l’ora che i cristiani siano veramente uniti. Il mondo ne ha bisogno.

    Andrea Macco

    2 Luglio, 2007 - 16:12
  8. Luisa

    Caro Luca, ti ringrazio per avermi corretto , è senza dubbio un francesismo,l`ho scritto come lo pronuncio….con un accento grave…alla fine 😉

    …di che cantante parli ?…la mia ignoranza canora italiana non ha limiti !

    2 Luglio, 2007 - 16:24
  9. Maria Grazia, per favore mi spieghi perchè ti rincresce il paragone, chiamiamolo così, tra Giovanni Paolo II e Benedetto XVI?

    2 Luglio, 2007 - 17:31
  10. Anche sul mio blog parlo della questione. Ho messo un bel link a questo commento che mi è piaciuto davvero molto.
    Saluti e buon tutto!
    AM

    2 Luglio, 2007 - 17:37
  11. Tu Luisa devi anzitutto perdonarmi… perché tendo a essere pignolo e, col pretesto che tu cerchi di migliorare il tuo (molto buono) italiano, ti correggo. Bose si pronuncia Bòse, con l’accento sulla o, aperta. Sul cantante, personalmente, meglio tacere :-D.

    La mossa del papa sembra preparata con attenzione, sollecitudine e grande equilibrio, naturalmente confrontarsi col governo cinese è sempre una partita a poker, staremo a vedere. Il riconoscimento che la Chiesa in Cina è “una” è molto importante (e, del resto, fotografa con giusto spirito una situazione molto mutata rispetto ai decenni scorsi). A tutti noi compete pregare perché lo sia sempre più concretamente, e perché viva.

    Sull’allargamento della possibilità di uso non del latino (che è sempre stato in vigore nella Chiesa!) ma del vecchio rito tridentino non mi pronuncio almeno finché non leggo il testo. I gruppi tradizionalisti cattolici lo prenderanno fin troppo bene, i lefebvriani (per i quali non è mai stata questione solo di latino quanto di Concilio!) ne dubito.

    Il ripristino della maggioranza dei due terzi per l’elezione del papa (di quante cose non abbiamo parlato qui! Incredibile…) mi sembra una bella cosa; avrei preferito il semplice ripristino delle vecchie regole perché col ballottaggio si corre il rischio di non uscire da un’eventuale impasse. Ma buono anche così.

    Un po’ di attenzione la meriterebbe anche l’indizione dell’Anno Paolino. Staremo a vedere.

    2 Luglio, 2007 - 18:25
  12. Luca, te l’ho già detto in privato, sei più pignolo di un notaio!!!

    2 Luglio, 2007 - 18:30
  13. Luisa

    …e in più non ho scuse perchè a Bose ci sono stata due anni fa….del resto ero stata colpita, non solo dalla calma del luogo, dove avevo degustato un delizioso pic-nic, ma anche dal numero incredibile di libri di Bianchi in vendita alla libreria!
    Ma se ho sempre pronunciato alla francese anche così mi sbagliavo perchè avrei dovuto mettere un accento acuto….decisamente la correzione era urgente e necessaria! Grazie :)e=)

    Ero andata a Bosè, dopo aver pregato l`Angelus con Papa Benedetto a les Combes…del resto sono molto delusa , quest`anno niente salita ai monti della val d`Aosta :(e=(

    Buone vacanze lo stesso Santo Padre!

    2 Luglio, 2007 - 18:57
  14. Luigi Accattoli

    Luisa, il fatto che il papa vada in Cadore invece che nella Vallèe non merita quella faccia triste! Terrà due “angelus”: domenica 15 luglio al Castello di Mirabello e domenica 22 nella piazza Calvi di Lorenzago di Cadore. Ne verrà una gita non meno interessante di quella ad Aosta-Bose, non trova? Luigi

    2 Luglio, 2007 - 19:13
  15. Maria Grazia

    Gianluca,di solito il paragone sminuisce Benedetto XVI.
    Ciao MG

    2 Luglio, 2007 - 19:26
  16. Luisa

    Caro Luigi….la gita sarebbe bella ma leggermente più lunga, les Combes è a un`ora e mezza da casa mia !
    Ma è vero, devo essere felice per Papa Benedetto che potrà finalmente riposarsi, non so come fa, alla sua età, tenere quel ritmo così sostenuto….io sarei esausta!

    2 Luglio, 2007 - 19:55
  17. Luigi Accattoli

    Maria Grazia provo a dimostrarmi innocente! Giovanni Paolo sognava il terzo millennio come un’epoca per il cristianesimo d’Asia, ora Benedetto fa suo quel sogno e io dico che è bella questa staffetta da sogno tra i due papi. Dov’è il paragone sminuente? Luigi

    2 Luglio, 2007 - 20:02
  18. La cosa che mi ha più colpito di Bose è stata l’impressione di essere finito nella grangia di un’abbazia medievale, non fosse stato che le monache guidavano giganteschi trattori.

    Qui ci siamo un po’ spenti, però: io lancio argomenti come se piovesse, e niente. Maria Grazia (complice il padrone di casa) rilancia il tormentone Benedetto vs. Giovanni Paolo, e niente. Feynman è addirittura irenico, Luigi manco a parlarne (si arrabbia una volta ogni sei mesi, almeno qui). Sarà l’estate? 😛

    2 Luglio, 2007 - 21:22
  19. Luigi Accattoli

    Luca, non vado matto per l’attualità vaticana. E’ il mio lavoro e a domanda rispondo, ma non mi toglie il sonno. Conto di fare un post, prossimamente, sull’ultima tornata di nomine. L’anno paolino sarà sicuramente buona cosa se indurrà qualcuno – o magari molti – a leggere le 14 lettere. Della messa secondo il rito antico temo che dovremo parlarne dappertutto molto più del necessario. Io sono d’accordo con l’idea del papa di facilitarne l’uso, ma ho così tanti amici da ciò inorriditi che non so che dire: anche in questo caso mi tocca passare in mezzo, inter-cedere come piace dire a Martini. Ero amico del cardinale Pompedda oggi quasi coralmente vituperato e ho nell’orecchio la sua appassionata difesa di quell’innovazione nelle votazioni del Conclave. Ma cerchiamo di mantenere le proporzioni dei fatti: si tratta di una previsione estrema che probabilmente mai si verificherà. Per arrivarci si dovrebbero svolgere prima 34 scrutini per undici giorni di votazioni. Il Conclave di papa Ratzinger e quello di papa Luciani sono durati un giorno e quattro scrutini, quello di papa Romcalli – il più lungo tra i recenti – tre giorni e 11 scrutini. Ma dato che invochi la diatriba, impugno seduta stante la tua idea sull’inefficacia del ballottaggio: la votazione a oltranza su due nomi può facilitare in primis la resa – pro bono pacis – del gruppo minore o all’indomani la riconversione del gruppo maggiore sull’altro nome se esso avesse la caratteristica di attirare minore antagonismo insieme ai minori consensi. Del resto non si vede che alternative sensate vi sarebbero, ancora inesplorate, dopo 34 votazioni senza esito. Luigi

    3 Luglio, 2007 - 10:07
  20. Caro Luigi, non parlavo tanto di te, quanto di noi ospiti del blog che invece all’attualità vaticana indulgiamo, a volte snobbando e frustrando i tuoi begli spunti di vita e di riflessione e cedendo alle rispettive manie e chiodi fissi. E spero che tu abbia colto il tono, che voleva essere davvero molto giocoso e lieto. E’ una bella compagnia qui; se ho voglia di menar le mani posso usufruire di vari forum e siti dove si scannano su cose ecclesiastiche, che probabilmente non è il modo più intelligente di essere cristiani.

    3 Luglio, 2007 - 10:14
  21. Luigi Accattoli

    Il tono giocoso si coglieva bene dal povero Feynman che osservava irenico le monache di Bose saltar giù dai trattori e scappare sotto la pioggia rilanciata da Maria Grazia ogni sei mesi… Luigi

    3 Luglio, 2007 - 10:38
  22. Povero Feynman! Addirittura irenico!!!
    Più che a Bose sono solito recarmi a Cuneo alla Città dei ragazzi di P.Andrea Gsparino, cmq… Mi associo a chi è dispiaciuto per la mancata visita del Papa in Valle d’Aosta. Era ormai un appiuntamento tradizionale. Ma c’era già sentore dagli ultimi anni che potesse cambiare meta… almeno, diversi valligiani me ne avevano parlato. Poi c’è stata anche la vicenda di don Paolo, probabilmente un ritorno del Papa proprio nelle sue parrocchie non avrebbe fatto bene a una comunità che non sta passando un buon momento (o invece è l’esatto contrario? Sarebbe stato un toccasana? Mah, io confido nello Spirito Santo).

    Circa il latinorum… che dire? Ho lanciato lo spunto ecumenico anche in riferimento ai viaggi apostolici ma non mi sembra abbiate molto valutato questa ipotesi. CHe secondo me è invece interessante. Anche in riferimento alle voci che giravano durante i giorni dell’ultimo conclave. Ricordo un servizio che citava una serie di cardinali papabili che avrebbero fatto dell’ecumenismo una loro bandiera (mi sembra tyra l’altro quello di Vienna) e Ratzinger non era tra questi… Vederlo dunque all’opera in questo senso mi fa solo che piacere!

    Saluti dall’irenico Feynman – Andrea M.

    3 Luglio, 2007 - 11:02
  23. Leonardo

    Sull’abolizione della possibilità di elezione a maggioranza semplice ricordo un interessante commento di Magister che notava, a proposito dell’ultimo conclave, la rilevanza di questa innovazione voluta da Giovanni Paolo II. Infatti, sapendo che dopo un certo numero di votazioni sarebbe bastata la metà più uno, se un candidato ai primi scrutini raggiunge questo quoziente (o anche lo sfiora), se il gruppo che lo sostiene è compatto e determinato, potrebbe in teoria andare avanti fino al momento in cui il quorum si abbassa, frustrando in partenza qualsiasi altra soluzione. In pratica, di fronte ad una metà più uno dei cardinali molto decisa su un candidato, gli altri, sapendo che comunque alla fine questi la spunterebbero, decidono prima di accodarsi. Se non ricordo male, Magister sosteneva che qualcosa di simile fosse appunto accaduto nel conclave del 2005. Se questa interpretazione fosse giusta, allora l’abolizione di questa opzione vorrebbe dire che il papa vuole che nel prossimo conclave sia favorita la ricerca di soluzioni ‘mediane’?
    Mah, riferisco tutto questo perché mi sembrò interessante, ma Luigi ne sa certo più di tutti noi in materia.
    Aggiungo però un’altra osservazione, mia questa volta: non è un po’ strano che il papa abbia sentito l’urgenza di provvedere a questo, prima che a tante altre cose?

    3 Luglio, 2007 - 11:26
  24. Luigi Accattoli

    Ha pure sentito un’urgenza particolare, si deve dire, perchè ha stabilito che la nuova norma sarebbe entrata in vigore non appena il documento fosse pubblicato sull’Osservatore romano: come se vedesse troppo lenta – per tanta urgenza – l’uscita degli Acta Apostolicae Sedis. Quella di Magister è una possibile interpretazione, ma la più diretta e ampia – cui amo attenermi – è quella che lo vede timoroso di un papa eletto da una metà del collegio. Insomma: meglio un Conclave lunghissimo, piuttosto che un papa di parte. Luigi

    3 Luglio, 2007 - 11:57
  25. Maria Grazia

    Tranquilli,ora farò cessare la pioggia e mi dedicherò al sole 🙂
    Io non sono inorridita dal motu proprio sulla messa in latino,anzi sarò uno dei trenta fedeli firmatari.
    Saluti MG

    3 Luglio, 2007 - 12:56
  26. Francesco73

    La norma di Wojtyla/Pompedda – in effetti – era già una clausola estrema, perchè comunque scattava dopo 34 scrutini, il che vuol dire un tempo davvero lungo. Non siamo ai tempi del Conclave di Viterbo, immaginatevi – pur dentro la Sistina – la pressione che i Cardinali avvertirebbero da parte del mondo già al sesto/settimo giorno di Clausura…
    Condivido però in toto la mens rintracciabile nella riforma ratzingeriana: gli elettori devono mentalizzarsi sin da subito a scegliere un padre comune, e non un capo-fazione. Lo fanno già, ma è meglio che le anche le norme coincidano con quel che gli spiriti sentono.
    Come aspetto tecnico-politico, mi pare che i 2/3 ottengano l’effetto sicuro di depotenziare l’influenza di gruppi e movimenti intraecclesiali in grado di mobilitare e promuovere candidature. Il che mi pare positivo, come tutto ciò che toglie dalla scena del Conclave gli aspetti troppo umani che regolano ogni pur legittima competizione.

    3 Luglio, 2007 - 13:28
  27. fabrizio

    A proposito di Bose, su segnalazione di Magister ho appena letto la loro periodica lettera agli amici

    http://www.monasterodibose.it/index.php/content/view/1387/431/1/0/lang,it/

    Nella lettera si da voce al disagio presente all’interno del mondo cattolico, disagio che è reale e che non si può trascurare (e che a volte è anche il mio), ma di cui ne viene fatta una lettura in cui le responsabilità sono tutte della Chiesa.

    Il tono generale della lettera mi ha lasciato sconcertato.
    In particolare il contrapporre al presunto atteggiamento intransigente di Benedetto XVI (che un po’ pavidamente non viene neanche nominato) quello di Giovanni Paolo II mi sembra superficiale, disonesto e sostanzialmente falso.
    Consiglio ai fratelli di Bose di riprendere alcuni testi dello stesso Giovanni Paolo II: sicuramente li conoscono meglio di me, ma evidentemente li hanno dimenticati.

    3 Luglio, 2007 - 14:06
  28. Francesco73

    Bè, intepretano bene la delusione di un certo mondo ecclesiale verso il Papa.
    Ratzinger, nonostante la sua fama di grande inquisitore, aveva suscitato attese positive in un certo mondo cattolico, a disagio col modello polacco wojtyliano. Un intero filone di intellettuali e laici cristiani, soprattutto in Italia, non ha mai sopportato Giovanni Paolo II, salvo la pietà ammirata per i suoi ultimi anni…
    Finalmente, con Benedetto, potevano avere un fine intellettuale, un teologo, un professore sobrio, alieno da messianismi, da eccessi di culto mariano, di processioni e pellegrinaggi.
    Finalmente, un pastore semplice e profondo, un catecheta che potesse mettere mano ad alcune riforme sia nel Magistero che nella diminuizione del ruolo petrino, che poi è sempre il punto cruciale, per costoro.
    Speravano in questo.
    E invece nulla, si ritrovano con un Pontefice meno spettacolare ma forse anche più intenso, che martella solo con voce più lieve sugli stessi temi del Predecessore, e anzi anche di più.
    La delusione è grande, alcuni sono proprio arrabbiati.

    3 Luglio, 2007 - 14:36
  29. fabrizio

    Ma allora perchè contrapporre implicitamente la Chiesa di Benedetto a quella di Giovanni Paolo?
    Perchè citare “chiesa casa e scuola di comunione” di Wojtyla, quando ci sono decine di espressioni analoghe di Ratzinger.
    E perchè tacere di prese delle visioni apocalittiche e delle prese di posizione ancora più intransigenti dello stesso Wojtyla?
    No, questa volta la comunità di Bose non mi ha per niente convinto.

    3 Luglio, 2007 - 15:01
  30. Leonardo

    Il problema è sempre lo stesso, e scusate se mi ripeto: invece di imparare dal papa, lo si giudica col proprio metro (mai messo seriamente in discussione). Invece bisognerebbe cercare di seguire il pastore che Dio dà di volta in volta alla chiesa. Uso un’espressione volutamente provocatoria: adesso sarebbe il momento di diventare tutti (almeno un po’) ratzingeriani, come prima wojtiliani, e prima ancora montiniani, roncalliani, pacelliani … Non in senso opportunistico, ça va sans dire.
    Poi a qualcuno toccherà fare un po’ più di fatica, a qualcun altro meno … pazienza.

    3 Luglio, 2007 - 15:07
  31. fabrizio

    Leonardo, hai fatto benissimo a ripeterti. Invece, come ha già detto qualcuno, il papa buono sembra essere sempre quello morto.

    3 Luglio, 2007 - 15:14
  32. Luigi Accattoli

    A Fabrizio. Un’osservazione fattuale e una di opinione. Quella fattuale riguarda la citazione – nella “Lettera agli amici” dei “fratelli e sorelle di Bose” – di un testo di Giovanni Paolo II che parla della Chiesa come “casa e scuola di comunione” e per il quale lei si chiede come mai non siano ricorsi ad analoghe espressioni rintracciabili nel magistero di Benedetto XVI: ebbene, non sono i fratelli e le sorelle di Bose a citare il papa di prima, ma i vescovi italiani nel documento “Orientamenti pastorali per il primo decennio del Duemila” che quelli di Bose stanno riportando (e che è del giugno del 2001). – L’osservazione opinabile riguarda l’interpretazione dell’insieme della lettera di Bose come rivolta a contrapporre “implicitamente” i due pontificati: a mio parere il riferimento prioritario della lettera è alla Cei del documento del 2001 e alla Cei dei pronunciamenti sui Dico che – affermano i fratelli e le sorelle – “paiono disattendere” il testo di sei anni addietro. Saluti, Luigi

    3 Luglio, 2007 - 15:50
  33. Sì, sembra anche a me che ci si riferisca assai più alle cose italiane che a quelle vaticane. Fra l’altro, Bianchi ha la virtù della parresia, ma anche quella dell’accortezza.

    3 Luglio, 2007 - 16:00
  34. Francesco73

    A Fabrizio:

    Senza voler alimentare polemiche, direi che gli stessi che si trovavano a disagio con Wojtyla ora lo rimpiangono come reazione alla delusione provata per Ratzinger. La delusione fa seguito a una illusione evidentemente velleitaria, e alla fiera delle distorsioni che riguarda ogni memoria storica: bastava conoscere un pò la spiritualità del Sacerdote e del Vescovo bavarese per capire come si sarebbe mosso, senza indulgere ai clichè dell’Inquisitore o del Riformatore.
    Allo stesso modo, basterebbe prendere tutta l’esperienza (anche umana) di Wojtyla, per capire che non è classificabile col solito metro della destra e della sinistra ecclesiale. Tant’è vero che ciascuno se lo ritaglia a suo uso, una volta è il coraggioso profeta dello spirito di Assisi, un’altra il sordo familista polacco insensibile alle evoluzioni dei tempi; un giorno è l’oppositore delle guerre americane nel Golfo, un altro l’alleato della CIA, di Brezinskii e pure un pò di Pinochet…
    Insomma, anche nella Chiesa le dispute non sono tanto sulla storia o sulla tradizione, quanto sulla memoria: ce selezioniamo secondo gusto e inclinazione, e poi pretendiamo che faccia testo, come parametro per l’oggi e per il domani.

    Ciò detto, l’esperienza di Bose resta molto bella, anche se Fratel Enzo non dovrebbe lasciarsi issare sugli scudi di partiti ecclesiali (e quindi anche politici).

    3 Luglio, 2007 - 16:06
  35. Tendenze ecclesiali e partiti politici sono una cosa ben diversa. Ci mancherebbe altro.

    Che Wojtyla non sia “classificabile col metro della destra e della sinistra ecclesiale” (e tantomeno di quelle politiche!), comunque, è la grande verità che lo ha reso un grande papa.

    3 Luglio, 2007 - 16:11
  36. Come Leonardo anche io mi ripeto, soprattutto rivolto a quelle che non vedevano in Ratzinger alcuna possibilità di sviluppo ecumenico…

    3 Luglio, 2007 - 16:14
  37. Francesco73

    No Luca, mi spiace, ma non dobbiamo essere ipocriti.
    Tendenze ecclesiali – purtroppo, e sottolineo il purtroppo – vengono oggi evocate anche per collegamento a una posizione politica.
    Ho sentito io illustri ministri del Governo Prodi dire che il loro cattolicesimo è diverso da quello di altri, e che si riconoscono ne La differenza cristiana di Enzo Bianchi.
    Che sono cose diverse, semmai, occorrerebbe spiegarlo a loro, visto anche il ruolo che hanno.

    3 Luglio, 2007 - 16:17
  38. fabrizio

    Luigi, il documento dei vescovi cita papa Giovanni Paolo II perchè…è un documento del 2001.
    La lettera di Bose riprende quel documento, ma avrebbe potuto (e secondo me dovuto) visto che siamo nel 2007, riferirsi anche ad espressioni analoghe del papa del 2007.
    La citazione di Giovanni Paolo II, pur se indiretta, fa pensare che Giovanni Paolo II avrebbe avuto posizioni diverse, mentre ad esempio sulla legalizzazione delle unioni omosessuali era persino più netto e apocalittico di Ratzinger (Angelus del 20.02.1994).
    Si critichi pure Benedetto, ma non si usi Giovanni Paolo II come paravento.

    Se mi passa il termine, questa citazione indiretta mi è sembrata una piccola furbata.
    Se poi solo io l’ho interpretata così, tanto meglio.
    Saluti
    Fabrizio

    Proprio per questo non cita nè Paolo VI nè Giovanni XXIII.

    3 Luglio, 2007 - 16:18
  39. fabrizio

    L’ultima riga del mio post è una mancata cancellazione e non c’entra niente.

    3 Luglio, 2007 - 16:20
  40. Concordo poi con Farncesco73 e aggiungerei un mio personale “cavallo di battaglia” (se così mi è concesso): l’ora ossanato prima ultra criticato Giovanni Paolo II non annunciava forse lo stesso messaggio dei suoi predecessori e di chi ora lo segue? Ciooè il messaggio di Cristo? E come Cristo era osannato mentre entra a Gerusalemme, vede una folla che grida “Crocifiggilo” a meno di 24 ore di distanza. A sobillare la folla allora erano sacerdoti e scribi. Traduzione moderna di quest’ultimi: giornalisti… Azzardata? A mio parere – e pure io mi metto nella categoria, come ultima ruota del carro – è una verità scomoda. E non sto dicendo che tutti gli scribi odierni siano “malvagi”, nemmeno ai tempi di Cristo lo erano tutti. Ma è innegabile che tanto allora quanto oggi il suo messaggio resti per molti, per le logiche di potere, piacere e possesso (la logica delle “tre P”, mi piace chiamarla) un messaggio scomodo.
    Qualcuno replica?

    3 Luglio, 2007 - 16:21
  41. Francesco73

    Sempre a proposito di distinzione tra correnti ecclesiali e politiche, aggiungo che il Corsera dava giusto in questi giorni la notizia che proprio a Bose illustri esponenti politici e di governo hanno convocato un pò di amici per dire “basta col ruinismo”.
    A prescindere dal merito, che non mi sta nemmeno troppo a cuore, direi che Bose farebbe meglio a conservare la sua bella originalità profetica, più che a fare da palcoscenico alla Bindi e a Castagnetti.

    3 Luglio, 2007 - 16:23
  42. E aggiungo per gli amici di Bose: chi scende a compromessi con il mondo, può mantenersi veramente fedele al Maestro?

    3 Luglio, 2007 - 16:30
  43. Ah ecco, leggo l’intervento precedente il mio di Francesco73. Assolutamente scritto in simultanea col mio. Non sapevo di queste scelte politiche ma non mi stupisco. Quando era venuto a Genova padre Enzo fu ammirevole per la sua mitezza di spirito, ma non mi convinse per questa sua velata (e nemmeno troppo ) politicizzazione di certe tematiche.
    Come scrisse tempo fa il buon Massimiliano Lussana sul Giornale: CRISTO NON HA COLORE. E quando invece le simpatie iniziano a tingersi solo del colore di una parte non è buon segno…

    In ogni caso non ho ancora ricevuto replica all’ecumenismo di Papa Benedetto XVI che, a ben vedere, era il tema iniziale del dibattito…

    3 Luglio, 2007 - 16:33
  44. Francesco73

    Non attribuisco a Fratel Enzo simpatie politche, dico solo che quelli come lui – presenti, eloquenti, significanti – rischiano inevitabilmente di essere tirati per la giacca e aggregati a questa o a quella corrente di pensiero, che nell’Italia di oggi diventa spesso anche parte politica.
    Tutto qui, negarlo mi sembra inutile.

    3 Luglio, 2007 - 16:35
  45. Concordo sempre con Francesco e aggiungo: padre Enzo rischia di seminare in questo terreno spinoso anzichè far riscoprire la bellezza dell’essere Cristiani e valorizzare il messaggio di Cristo e della Chiesa.
    La mia impressione è che voglia fare il missionario laddove nessuno sa arrivare, ma rischia di vedere ritorta su di lui quella mitezza di spirito che invece potrebbero fare del gran bene altrove…

    Rilancio e rilancio ancora sull’ECUMENISMO…

    3 Luglio, 2007 - 16:39
  46. forzajoseph

    Fratel Enzo, nè carne nè pesce. Che tristezza. Maledetto ’68, da allora in poi le categorie tipiche del ragionare e transigere politico sono entrate nel Tempio, riempiendolo di fumo. E ancora attendo un possente impianto di areazione. Arriverà con questo pontificato, ne sono certo. E allora il di cui sopra (le sue posizioni cerchiobottiste più che lui) non avrà più ragion essere, ed i suoi libri rimarranno accumulati sui banchetti della sua comunità.

    4 Luglio, 2007 - 0:06
  47. fabrizio

    Ieri nel commentare la lettera di Bose ho usato aggettivi un po’ troppo drastici, che erano ovviamente riferiti a quella lettera e non alla comunità, ma di cui mi scuso comunque.
    Mi ero ripromesso di non farmi più prendere la mano, ci sono ricascato.

    Rispondo un’ultima volta a Luigi e Luca: la lettera critica pesantemente il concetto di “valori non negoziabili”, e siccome quella non è un’espressione coniata da Ruini o Bagnasco, ma da Ratzinger nel 2002, la critica è rivolta anche a lui, pur senza nominarlo. (tra l’altro quel concetto fu “approvato” da Giovanni Paolo II, tanto per tornare al discorso di ieri).

    Per concludere, rimango veramente sconcertato nel vedere come in questi tempi alcune tra le menti e i cuori migliori della Chiesa sembra ci provino gusto a incrinare la comunione ecclesiale, proprio quando invece se ne fanno paladini.
    Ad esempio ho letto recentemente un’intervista a Jean Vanier, un gigante di carità cristiana, che dipingeva una Chiesa a tinte foschissime attribuendole atteggiamenti quasi macchiettistici.
    Ma a che gioco stiamo giocando?

    4 Luglio, 2007 - 7:36
  48. A fabrizio (ma non solo):

    Ripeto quello che ho detto. Tendenze ecclesiali e appartenenze politiche devono rimanere due cose distinte. E’ inevitabile che si intersechino, ovviamente. Ma ci sono troppi cristiani “di destra” e “di sinistra” che sembrano considerarsi di destra e di sinistra _prima_ di essere cristiani. Questo tipo di strumentalizzazioni non le sopporto né da destra né da sinistra né dal centro, e occorrerebbe che – ognuno per la sua parte, troppo facile criticare il campo altrui – ci impegnassimo tutti per dargli uno stop. A chi tira le giacche e le tonache si può sempre dare un bello strattone. E chi è senza peccato scagli la prima pietra.

    Sulla “lettera” di Bose intendo dire che mi sembra scritta più che altro in riferimento alla situazione ecclesiale italiana, e quindi il vero “bersaglio polemico” (ma sarebbe un’espressione impropria!) non è Benedetto XVI ma soprattutto la linea della dirigenza della CEI.

    Se svariate grandi figure nella Chiesa parlano con accenti critici della situazione ecclesiale, forse occorrerà – senza necessariamente sposare tutto quello che dicono – che anche noi ci poniamo delle domande. Come mai succede? Si fanno prendere da vecchi cliché, da dialettiche superate? Ci può essere anche questo, in certa misura. Oppure avvertono rischi, preoccupazioni, sensibilità reali che invece noi non sempre percepiamo? Credo che occorra interrogarsi, in maniera analitica e seria, senza sposare tesi precostituite, da qualunque parte vengano, e senza cedere alla tentazione di dividerci in “lealisti” e “ribellisti”.

    Quanto a Enzo Bianchi mi sembra che si sia sempre abbondantemente tenuto (anche per l’accortezza di cui dicevo sopra, e che è una virtù) su toni chiari e tranquilli, anche laddove ha usato accenti critici. L’iniziativa politica di cui sopra mi sembra sia stata ospitata da Bose, non certo patrocinata. Non è la prima volta che raduni politici avvengono in luoghi religiosi.

    4 Luglio, 2007 - 7:52
  49. Luisa

    In che cosa credi essere ricascato Fabrizio? Leggo che ti scusi presso la comunità per gli aggettivi un pò troppo drastici da te usati per la lettera .
    Vorrei solo dirti che, se rispetto il tuo bisogno di scusarti, personalmente ho trovato il tuo tono più che corretto, e che è tuo diritto emettere giudizi di valore sul contenuto di quel testo, contenuto che non può certo lasciare indifferenti e che non può che provocare reazioni come la tua , che personalmente sottoscrivo.
    Da noi esiste un`espressione che mi è venuta spontaneamente alla fine della lettura: ” les donneurs de leçons”. Vi ho ritrovato in effetti il tono superiore, di quelli che sanno, che hanno capito, tono giudicante, dove ci sono da una parte i buoni ( che sono loro) e dall`altra i “cattivi” ( tutti gli altri, preferibilmente quelli che seguono e sono fedeli alla linea”ufficiale”).
    Le loro simpatie sono talmente chiaramente orientate,anche politicamente, che il loro messaggio finisce per perdere valore e efficacia.
    Quanto ai “pregiudizi ideologici” mi sembra che la comunità di Bose ,prima di attribuirli ad altri , dovrebbe fare un pò di umile auto-analisi .
    Luisa

    4 Luglio, 2007 - 8:06
  50. fabrizio

    Luca, mi dispiace non poterti linkare l’intervista a Vanier (ce l’ho cartacea) perchè quella è una critica ingiusta e ingenerosa, in pratica dice quello che l’intervistatore vuole sentirsi dire.
    Per questo dicevo che, per sforzarsi a tutti i costi di essere in comunione con chi non si riconosce nella Chiesa, si rischia di rompere la comunione nella Chiesa.
    Che poi le critiche, se sincere, vadano analizzate, non trascurate e anche valorizzate, su questo sono d’accordo con te.

    4 Luglio, 2007 - 8:14
  51. Francesco73

    Concordo con Luca Grasselli in tutti i propositi suggeriti.
    Non c’è nessuna polemica verso Bose, da parte mia, anzi, la trovo una storia e un’esperienza interessanti.
    Il dibattito ecclesiale è legittimo e benedetto, se fatto con lo stile della comunione, anche e soprattutto tra i laici cristiani. Trovo anche io sciocca la distinzione tra lealisti e ribellisti.
    Allo stesso modo, però – sono certo che Luca condivide – credo che i cattolici debbano guardarsi dall’ipocrisia.
    Le distinzioni tra “ospitalità” e “patrocinio” sono sacrosante, ma è un fatto che alcuni luoghi ecclesiali (pensiamo a Camaldoli e all’annuale raduno patrocinato da Il Regno) sono divenuti spazi di dibattito politico, con collegamenti decisamente immediati alla cronaca partitica italiana, e a segmenti di essa ben individuati e delimitati.
    Se è un bene o un male non lo so.
    Ma edulcorare il dato o guardare altrove mi sembra negarsi una realtà di cui va chiesto conto, semmai, anzitutto ai rispettivi protagonisti, tonacati o meno che siano.
    Tutto qua, a me della polemica tra tifoserie non importa proprio, figuriamoci.

    4 Luglio, 2007 - 8:15
  52. fabrizio

    Luisa, volevo semplicemente dire che “disonesto” e “falso” non li riuserei più, perchè sono valutazioni senza appello, e chiarire che comuqnue non erano un giudizio sulle persone: a volte mi dimentico che verrò giudicato nella misura con cui giudico io.

    4 Luglio, 2007 - 8:18
  53. fabrizio

    Continuo il mio commento di prima:
    La mia valutazione negativa di quella lettera rimane, ma i toni che ho usato non mi piacciono.
    Tutto qua.

    4 Luglio, 2007 - 8:24
  54. E èmentre prosegue la polemica su Bose, nessuno risponde alla mia domanda- riflessioni sull’ecumenismo…

    4 Luglio, 2007 - 11:41
  55. Benedetto XVI mette il riavvicinamento con gli ortodossi tra le sue primissime priorità, conformemente al fatto che: – ha una visione fortemente incentrata sull’Europa e sulla necessità di ridarle un’impronta cristiana; – ha un’impostazione teologica che gli consente di cogliere molto bene il nocciolo della fede, distinto dalle diversità secondarie; – ha una visione prevalentemente “conservatrice” [lo dico in senso non sfavorevole] che favorisce sicuramente le consonanze con gli interlocutori ortodossi – non gode di un pregiudizio sfavorevole da parte ortodossa, specie russa, come il polacco Wojtyla.

    La mia idea è che – sganciandosi dall’intrattenere rapporti privilegiati “prevalentemente” col patriarca di Costantinopoli, abbia iniziato una serie di incontri e pronunciamenti ad alto livello con gli interlocutori delle varie Chiese ortodosse: prima Costantinopoli, poi la Grecia, poi Cipro… ho tentando di inanellare tutti fino a cogliere la perla più irraggiungibile: Mosca. Spero e prego, ovviamente, che riesca.

    4 Luglio, 2007 - 13:00
  56. Grazie Luca! Una bella analisi!

    4 Luglio, 2007 - 13:27
  57. Luigi Accattoli

    A Maria Grazia sul vecchio messale. Lei ha scritto qui sopra che sarà “uno dei trenta fedeli firmatari” per avere la messa con il messale del 1962. Domanda: fino a oggi non era riuscita ad averla a norma dell’indulto del 1988? O non l’aveva chiesta? E’ una domanda per conoscere. Siccome sabato – a quanto pare – viene pubblicato il “motu proprio” che facilita l’uso del vecchio rito, mi interessa conoscere al meglio la situazione. L’idea che mi ero fatta era che ordinariamente in Italia chi la chiedeva l’aveva, con l’eccezione di pochi gruppi di tradizionalisti più vivaci che si sono scontrati con vescovi – o curie – a loro volta più tenaci nella negativa. Grazie in anticipo. Luigi

    4 Luglio, 2007 - 17:03
  58. Maria Grazia

    Le rispondo molto volentieri,dottor Accattoli.
    Nella mia città nessuno si è mai avvalso dell’indulto del 1988 anche perchè una tale possibilità non era mai stata pubblicizzata da alcuno.Solo da poco ho appreso,e come me tanti,che occorreva fare una richiesta nella speranza che il Vescovo la accogliesse.Con il motu proprio la procedura sembra semplificata e quindi c’è una possibilità concreta di assistere ad una messa celebrata con il rito del 1962.
    Saluti MG

    4 Luglio, 2007 - 21:03
  59. Leonardo

    Era bellissimo sin dal l’inizio: “Introibo ad altare Dei” “Ad Deum qui laetificat juventutem meam”. E lo diceva, magari, un vecchio tremante.

    4 Luglio, 2007 - 22:07
  60. Guido Villa

    Il contrapporre Benedetto XVI a Giovanni Paolo II per una presunta minore severità di quest’ultimo è quanto meno ridicolo. Tanto per fare un esempio, tutti ricordano come il giorno dopo il Gay Pride di Roma nell’anno del Giubileo, Giovanni Paolo II parlò – giustamente – di offesa alla città di Roma che necessitava di riparazione.
    Inoltre è ipocrita nascondersi dietro il fatto che si critica la dirigenza della CEI e non il Papa, perché è noto che il Papa approva in toto il modo di agire della Conferenza Episcopale Italiana e probabilmente ne è anche l’ispiratore. Quindi chi critica la CEI critica apertamente anche Benedetto XVI – che i politici cattolici, i prelati o i monaci che lo fanno siano almeno sinceri nell’ammettere questo fatto. Spero che presto questi ultimi si rendano conto che, nel loro modo di agire, sono strumenti e forse anche attori di un sempre maggiore diffondersi del relativismo morale e dei prodromi della persecuzione della Chiesa. E’ noto come ormai secondo il modo di pensare laicista imperante oggigiorno, l’affermazione di un Assoluto religioso, di una morale religiosa o anche di una fede monoteistica sia sinonimo di integralismo tout court. Alle parole seguiranno i fatti, e presto cercheranno anche di perseguirlo e di estirparlo, forse anche con metodi neroniani.

    5 Luglio, 2007 - 14:42
  61. Personalmente non ho detto che la Nota critica la CEI e quindi non critica il Papa. Ho detto che la Nota, secondo me, si riferisce soprattutto alla situazione italiana piuttosto che a quella mondiale della Chiesa.

    5 Luglio, 2007 - 15:38
  62. (scrivendo “la Nota” intendevo naturalmente la Lettera agli amici, scusate)

    5 Luglio, 2007 - 15:39

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