Benedetto Manuela la morte e l’alleluia

«La liturgia rinnovata dopo il Concilio osa insegnarci a cantare ‘Alleluia’ anche nella Messa per i Defunti. È audace questo!»: così ha parlato Benedetto nell’omelia della Messa di addio per Manuela Camagni – una delle quattro Memores Domini che gli tengono la casa – il 2 dicembre, nella Cappella Paolina. Riporto e commento l’audace riflessione del papa sulla morte e l’alleluia nel mio bicchiere settimanale di VINO NUOVO. Riferisco – tra l’altro – di aver conosciuto “due persone che hanno chiesto, per il loro addio, il canto dell’Exultet”. Qui ho più spazio e posso completare l’informazione: si tratta del vescovo Luigi Maverna e del padre carmelitano Riccardo Palazzi, da me narrati nel capitolo ottavo CELEBRAZIONE ECCLESIALE DELLA PROPRIA MORTE della pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto.

46 Comments

  1. antonella lignani

    Caro Luigi, complimenti per la tua partecipazione di oggi alla trasmissione “A sua immagine”. Ce ne vorrebbero di persone come te.

    5 Dicembre, 2010 - 11:24
  2. Luigi Accattoli

    Quante donne in Diana Damrau. Una sapiente e una saccente e una arguta e una saputa e una ammiccante e una miciante e una festosa e una gioiosa- e altre ancora. Quante sono le le facce dell’Alleluia di Mozart.

    5 Dicembre, 2010 - 15:01
  3. discepolo

    Certo , forse questo alleluia non è troppo adatto per una Messa da requiem .
    Troppo teatrale e troppo gioioso.!!!
    Del resto, penso che nessun alleluia sia adatto ad una messa da requiem , musicalmente parlando.
    Teologicamente parlando invece, mi inchino al Concilio vaticano II…. 🙂

    MC

    5 Dicembre, 2010 - 15:19
  4. Sumpontcura

    Dedichiamolo al ritorno di Fiorenza!

    Fiorenza, sssmmmac!

    5 Dicembre, 2010 - 16:24
  5. Syriacus

    Sump, mi sono appena commosso per qualcosa di assolutissimamente inspettato:

    vi ricordate quando, due settimane fa, la Conferenza Episcopale americana elesse al proprio vertice un “conservatore” come l’arcivescovo di New York, Thomothy Dolan?

    Dolan ha battuto al ballottaggio il Vescovo di Tucson, Arizona, Gerald Kicanas.

    Si disse che colui che fu Vice-Presidente nei tre anni precedenti (e che quindi per consuetudine sarebbe dovuto succedere al Card. George di Chicago alla presidenza), era il candidato dei “liberals”, che aveva il sostegno dei Democratici pro-choice, della lobby omosessualista, etc etc… e chi più ne ha più ne metta.

    Ebbene: quello stesso Kicanas, dieci giorni prima della “debacle” all’USCCB, ha…

    http://www.institute-christ-king.org/news/164/92/Confirmations-Pontifical-Low-Mass-in-Tucson/

    …celebrato una Messa prelatizia (un pontificale non solenne, diciamo) nella forma extraordinaria del rito romano.

    Per quale occasione? Per conferire il sacramento della Cresima a tredici ragazzi.

    Dove? All’Oratorio Santa Gianna (Beretta Molla) , retto nella diocesi di Tucson dall’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote (quelli di Gricigliano, Firenze).

    Cosa che Dolan, né diversi altri ‘leading conservative bishops’ hanno fatto sinora.

    Infatti, è ormai empiricamente provato che “conservatore” e amante (o prelomeno rispettoso) della Tradizione, non sono necessariamente sinonimi (vedi il caso Biffi in Italia, uno per tutti).

    Un’altro esempio?

    Prossimamente, uno dei Vescovi inglesi più simili come posizioni di “giustizia sociale” a quello americano di Tucson appena menzionato, celebrerà una Messa pontificale solenne, forse la prima di un vescovo nella sua propria diocesi, nel Regno Unito, dai tempi della riforma liturgica.

    “The Prior and community of the Dominican Priory of the Holy Cross Leicester are pleased to announce:

    PONTIFICAL SOLEMN HIGH MASS AT THE THRONE

    Celebrant: Bishop Malcolm McMahon, OP, Bishop of Nottingham

    The Feast of the Immaculate Conception, Wednesday 8th December, 2010 at 7pm

    Followed by the consecration of a Shrine to the English Martyrs.”

    (Il Domenicano McMahon è un prodigio di ecletticità: laureato in ingegneria meccanica a Manchester, lavora alla Daimler, e quindi decide di farsi domenicano. Va quindi a studiare filosofia ad Oxford, entra ai Blackfriars… molti anni dopo diventa Priore provinciale dei Domenicani inglesi. Dal 2000 Vescovo di Nottingham, di recente si parlò di lui come possibile nuovo arcivescovo di Westminster o Southwark (entrambe le ipotesi sfumate..) Attualmente è capo dela Commissione per l’Evangelizzazione e la Catechesi della Conferenza Episcopale inglese, ed è anche Presidente di Pax Christi UK .

    Anni fa espresse posizioni d’apertura al clero uxorato, gioca a golf e gli piace andare all’Opera, ma ha un debole per Norah Jones.

    Dettaglio forse non trascurabile: è stato ordinato all’episcopato l’8 dicembre del 2000.
    Pontificherà per la prima volta in rito antico dieci anni esatti dopo.

    Ecce Sacerdos Magnus (sui generis:) !

    5 Dicembre, 2010 - 19:12
  6. Syriacus

    Oggi però ho beccato nella chiesa sotto casa l’Allelujah di Handel. (Ho saltato tutto il concerto per diverse ragioni, ma almeno quello me lo sono sentito.. Oggi sono andato alla Divina Liturgia ucraino-bizantina . Due ore con diversi Alleluia, e decine di Kyrie Eleison..)

    5 Dicembre, 2010 - 19:23
  7. Syriacus

    [ No! Ho scritto Thomothy (vabbé: tasto o vicino a i) .

    Ho scritto ‘prelomeno’ (vabbé: inversione di r ed e) .

    Ma, prima che intervenga Leo Terribilis, ammetto di aver scritto (non so davvero come sia stato possibile) “Un’altro esempio” . Mi ci vuole la funzione ‘preview’ E il correttore di Word.. 😀 ]

    5 Dicembre, 2010 - 19:37
  8. Syriacus

    Approposito di Leonardo. Egli mi diede del’masochista perché, un mese fa, mentre il Papa consacrava la Sagrada Familia, io mi soffermavo a guardare su Rai2 il culto portestante (misto valdese-luterano). Ebbene, poi non ve lo dissi, perché metto già troppa carne al fuoco di solito, ma visto che..

    Ecco, quel celeberrimo Alleluia mozartiano donatoci da Maria Cristina, è stato usato liturgicamente durante la Messa a Barcellona col Papa. L’ha cantato il coro, reiterandone come un ritornello l’inizio..

    Nel mentre che cerco di trovarne la registrazione (non so se o quando), vi faccio presente una cosa che mi colpì (in maniera quasi, diciamo, “stereofonica”) . Al culto protestante in diretta da Roma, diversi credenti da tutto il mondo recano la loro testimonianza di come la Fede e la Scrittura abbiano cambiato la loro vita.. Fra di esse, anche quella ‘ficta’ di un attore che, camuffato da agostiniano del ‘500, recita un passo fondamentale e fondativo del Padre Martino Lutero.. Curiosamente, fra una testimonianza e l’altra, l’organista lì presente suona dei semplici (li ho riconosciuti perché me li sono suonati parecchio a casa, vista la facilità e bellezza) “versetti” di Padre G.B. Martini (il gigante bolognese del contrappunto, mentore italiano di Mozart bambino, etc..) : storicamente, musica cattolica.

    Ebbene, in quasi assoluta contemporaneità, a Barcellona il romano Pontefice, il tedesco Joseph Ratzinger, sta per consacrare con l’olio santo l’altare, e l’organista, lì, che cosa suona?

    …Il Padre Nostro per organo di Johann Sebastian Bach, su corale tradizionale luterano (“Vater unser im Himmelreich” :parole del Dr. Martin, musica forse anch’essa sua o scelta da lui) :

    http://www.youtube.com/watch?v=de6-LYFsuqw

    (sentire i primi tre minuti del video ; a 1:43 viene suonato addirittura il Vater Unser luterano ‘nudo e crudo’..!- la telecronaca in tedesco in sottofondo nel video, rende il tutto ancor più ‘suggestivo’..;)

    E questo ancora per l’ “ecletticità” ecclesiale.. 😉

    5 Dicembre, 2010 - 20:31
  9. Syriacus

    [No, non è possibile: avevo scrupolosamente eliminato ‘portestante’, e me lo ritrovo di nuovo…-in realtà avevo corretto copiaincollando in word, e dovevo reincollare corretto nel form, ma…- Basta, è un segno divino: mi vado a nascondere.. Buonanotte.]

    5 Dicembre, 2010 - 20:34
  10. discepolo

    Bello , questo vuol dire che la musica è più ecumenica di noi…
    del resto cosa sentiamo a tutti i matrimoni ? la marcia nuziale dal Lohengrin di Wagner ( non propriamente un musicista cattolico !!!)

    A proposito di Wagner , OT, non perdetevi alla televisione ( RAI5) la prima della Scala, il giorno di S. Ambrogio, il 7 dicembre, alle ore 17 ” La Walkiria”, meravigliosa musica di Wagner , e anche grandi cantanti ( così mi ha detto mia nipote che è andata alla “primina” per gli under30 anni)

    MC

    5 Dicembre, 2010 - 20:47
  11. Syriacus

    [Però, nel mentre che vado a nascondermi… Su quel corale fondamentale per i Luterani, quel genio olimpicamente sereno -almeno rispetto ai colleghi coevi- di Mendelssoh (ebreo battezzato cristiano, luterano -che ha composto anche musica per i cattolici) ci ha costruito un’intera sonata per organo , l’ultima delle sei che ha composto – a 36 anni, due anni pirma di morire -prematuramente più o meno quanto il coetaneo Chopin. ]

    (Sulla liturgia esequiale come da post di Luigi avrei avuto alcune povere annotazioni, ma preferisco, se mai, posporle ad altra occasione.)

    5 Dicembre, 2010 - 20:52
  12. Syriacus, cos’è questa ricerca di perfezione della “lettera”?
    Non è meglio cercare le “perfezioni” dello Spirito?
    A proposito di “preview”, in questo post in cui si parla di “sora nostra Morte corporale”, credo sia interessante interrogarsi, cercare di fare un “preview” sul giudizio ultimo subito l’istante dopo.
    Converrebbe interrogarsi su quanto cerchiamo la perfezione delle “Beatitudini”. Altrimenti “guai” a noi.

    5 Dicembre, 2010 - 21:01
  13. Syriacus, a proposito ancora…
    lascia perdere le “alcune povere annotazioni”.
    Sii misericordioso con te stesso, che poi te la ritrovi la misericordia…

    5 Dicembre, 2010 - 21:04
  14. discepolo

    fra l’altro questo Wagner diretto da Barenboim è un simbolo del potere di pacificazione e di unione universale di tutti i popoli nel nome della musica. .
    Se pensiamo che alla disfatta della Germania,per disprezzo del musicista tedesco , le truppe alleate arrivate a Bayreuth distrussero le campane fatte forgiare per il sacro preludio del Parsifal, e suonarono a spregio musichetta popolare nel Teatro dell’Opera , e che un intero battaglione americano per beffare l “‘Oro del Reno”, urinò nel Reno, se pensiamo che in Israele non si poteva fino a poco tempo fa suonare Wagner, ci rendiamo conto quanto tempo è passato e di come gli animi si siano pacificati , e quale evento simbolico sia un direttore ebreo che dirige alla prima della Scala Wagner!
    MC

    5 Dicembre, 2010 - 21:11
  15. Syriacus

    Ubi, io tento ‘azioni preventive’ verso il censore Leonardo… (E anche per evitare il pubblico scherno. Anche se sono cosciente che excusatio non petita accusatio manifesta.)

    5 Dicembre, 2010 - 22:03
  16. Syriacus

    Discepolo, l’avevo letto anch’io, ma poi ho deciso di non portarlo qua.. Ci hai pensato tu:)

    Ti dedico questo , che ho ascoltato oggi alla Filodiffusione; uno Schumann inaspettato che mi ha incantato… Questa è davvero estetica che eticizza (anche solo per 10 minuti, ma comunque con imperscrutabili effetti long range..)

    (Schumann il maniaco-depressivo, il de facto suicida… Fortunato quanto disgraziato grand’uomo. Lamm Gottes, dona Robert requiem sempiternam.)

    5 Dicembre, 2010 - 22:27
  17. Syriacus

    Ubi, sii misericordioso con Syriacus, che poi te la ritrovi l’umiltà…

    (la frase non ha senso, ma mi piace.)

    5 Dicembre, 2010 - 22:31
  18. Syriacus

    “A proposito di “preview”, in questo post in cui si parla di “sora nostra Morte corporale”, credo sia interessante interrogarsi, cercare di fare un “preview” sul giudizio ultimo subito l’istante dopo.”

    Bell’argomento, i “Novissimi”, ce lo ricorda da anni e anni Messori, fra gli scrittori cattolici.

    In ogni caso, ho ancora il ricordo di quattro anni addietro, quando vidi in diretta davanti a me, dopo che lo accompagnai a un centro diagnostico, tornati a casa, mio padre leggere la sua condanna a morte. Prima di aprire la busta, già diceva, ironico come al solito, “vediamo di che morte devo morire”… Aperta la busta e letto il contenuto, vedendo che si trattava di un fegato con tante belle metastasi (in realtà trattavasi dell’ancora peggiore ultrainguaribile carcinoma dei dotti biliari) , disse, annichilito, ma senza perder la sua vena ironica (almeno così ricordo) : “Ha un bel dire San Francesco «sora nostra Morte corporale»…”

    Morirà otto mesi dopo, cristianamente quanto a sacramenti e non solo, con affianco un bel bassorilievo di San Francesco in legno, forse ulivo, , che comprammo ad Assisi vent’anni prima.. Anche lui si chiamava Francesco. E non fu certo un santo, almeno sensu stricto.

    Al funerale convocai molti amici cantori e musicisti (si presentarono spontaneamente quasi tutti), e feci eseguire tutto il Proprio gregoriano dei Defunti. Al parroco piuttosto ‘novatore’ chiesi gentilmente di poter concelebrare assieme ai due altri sacerdoti (di cui uno ancor più ‘anticonformista’) usando la Preghiera Eucaristica I.
    Il parroco accettò, e ne uscì fuori una celebrazione che lasciò impressionate e commosse decine di persone. Non solo per la chiesa gremita e l’affetto tangibile da parte di molti, ma anche per la liturgia non comune, che pur ‘lugubrissima’ secondo gli standard ‘moderni’, era invece molto più ‘pasquale’ di tante altre ‘allegre-per-chi-resta’.. Per dire: sentire e cantare “In Paradisum” per proprio padre non è cosa da poco.

    Il parroco -sempre in ottimi rapporti con i miei genitori- , dal pulpito (dall’ambone) , mi redarguì quasi, per eccesso di zelo liturgico, dicendo: “…Immagino che alla liturgia e alla musica abbia pensato Stefano.. Ma -rivolgendosi a me- tuo padre in questo momento sta partecipando a ben altre liturgie, nella Gerusalemme celeste..!”)

    Dopo la Messa, una suora (e decisamente non tradizionalista) addirittura mi sconvolse, avvicinandomi per dirmi : “E’ stata una cerimonia bellissima… Un funerale così, è un peccato averlo una volta sola: verrebbe voglia di morire due volte..!”

    [Al commiato, al posto di cantare “Io credo risorgerò”, feci cantare “Se tu mi accogli padre buono”

    (resa italiana del luterano “Wer nur den lieben Gott lässt walten” :

    «Chi lascia governare Dio solo
    e spera in lui in ogni momento,
    Egli miracolosamente proteggerà
    in ogni croce e afflizione.
    Chi confida in Dio, l’Altissimo,
    non ha costruito sulla sabbia.»
    )

    (Alla trigesima cantai poi con amici gregorianisti un requiem vetus ordo ; in effetti mio padre quasi morente andò un’ultima volta al rito antico, che prima non amava particolarmente, ma lo apprezzò più che mai.. Dopo la celebrazione una sua anziana amica -lui ne aveva 72- mi disse: “Hai voluto tu questo? Sei un giusto.” – Fu un qualcosa che guarì molte ferite.. )

    Laudato s’ mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
    da la quale nullu homo vivente pò skappare:
    guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
    beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
    ka la morte secunda no ‘l farrà male.

    Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate
    e serviateli cum grande humilitate.

    P.S.: le “povere annotazioni” , che dovevano trascrivere parte di quel che oggi mi frullava in testa dopo la lettura del post di Luigi, erano essenzialmente basate sulla scomparsa, nel passaggio dal vecchio al nuovo rito, del “dona eis requiem (sempiternam)” dall’Agnello di Dio (una volta gli “abbi pietà di noi” diventavano infatti alle esequie “dona loro il riposo”, mentre “dona a noi la pace” diventava “dona loro il riposo eterno”) . Mentre alla fine, al posto dell'”Ite missa est”/”Rendiamo grazie a Dio” , vi era “Requiescant in pace” /”Amen” . Ma forse per chi ha rivisto il rito non era “pasquale” a sufficienza, chissà…

    Poi avrei fatto una piccola digressione su una bellissima pregjiera bizantina letta proprio oggi che risolve brillantemente la -diciamo- ‘aporia’ fra morte in primis “di sonno” (che io tendo a privilegiare ahimé) e morte in primis “di gioia” (o Risurrezione, privilegiata da altri).

    Ma sono stato invitato a desistere, “per misericordia”.

    [Perdonate il tedio oltre misura. Domani (oggi) è lunedì e non avrei avuto tempo di scrivere un gran ché..]

    5 Dicembre, 2010 - 23:44
  19. lycopodium

    Grande testimonianza cristiana, quella di Syr e importanti addentellati storico-culturali (o in-culturali), quelli di Discepolo.
    Sull’argomento del post, posso dire che l’idea mi piace e contemporaneamente non mi piace, per ragioni diverse; ma ancora non trovo modo e tempo di esprimerle; aspetto Syr, che faccia da catalizzatore.
    Mi sdebito in anticipo con questo link http://fidesetforma.blogspot.com/2010/11/laltare-della-sagrada-familia-e-i.html sulla dedicazione della Sagra Familia, che fa sorgere la domanda se oggi siamo realmente adeguati a continuare i grandi e non abbiamo troppa fretta di aggiungerci il nostro (fossero pure le riforme promosse al più alto livello).
    [Molto tempo fa sentii un ottimo iconografo dire che avremmo bisogno di 50 anni di apprendistato duro e pedissequo, per poter fare una iconografia appena sufficiente; non aveva torto, viste le pseudomadonne “ad occhi chiusi” che infestano le chiese…].

    6 Dicembre, 2010 - 6:26
  20. elsa.F

    Credo che ci sia un tempo per piangere e che ci sia un tempo per esultare.
    Tra la morte del Venerdì Santo e l’alba della Pasqua c’è il lungo deserto del sabato.
    Quello stesso sabato che i cristiani vivono da 2000 anni; un sabato in cui i morti non risuscitano, i sordi non sentono e i ciechi continuano a non vedere.
    Penso che la cosa più umana e più giusta sia il piangere la malattia e la morte; piangere la morte fino in fondo, come pianse il Nazareno davanti alla tomba di Lazzaro.
    Alla mia morte, se suoneranno le campane, vorrei fossero i lugubri rintocchi della campana dei defunti che esprimono la mestizia di un addio seppure temporaneo da questo mondo. Perché non cìè un addio felice. non c’è un vuoto che rallegri.
    E la fede non nega il lutto, ma si limita ad illuminarne il senso.

    6 Dicembre, 2010 - 12:35
  21. Gerry

    Che aggiungere alle parole di ElsaF? Sul mio, di funerale, avevo già espresso analoghi concetti – apparentemente minoritari nella Chiesa di oggi – qualche giorno fa; credo che la liturgia funebre prima o poi cambierà registro, si incentrerà nuovamente (anche se non so in quale forma) sul Cristo morto e risorto per noi e sulla preghiera, fiduciosa, che l’anima del defunto possa essere accolta, lavata e resa candida nel sangue dell’Agnello, tra quelle di coloro che hanno passato la grande tribolazione. Avverrà però (lex orandi, lex credendi) quando la morte sarà nuovamente vista come il momento della verità e del giudizio (imperscrutabile e misericordioso, ma giudizio), non di un’indefettibile ascesa al cielo per grazia. Credo davvero che questo sia non un punto qualunque, ma un punto centrale di una vita di fede: non si tratta di aver “paura del giudizio”, ma di sapere che c’è un giudizio, che dal lato oggettivo dipende da noi (dal nostro essere o no conformi alle beatitudini) e da quello soggettivo dalla superiore giustizia di chi “perdona tante cose per un’opera di misericordia”.
    Sono rimasto commosso dalle parole di ieri sera (23,44) di Syriacus, scarne dove il dolore vissuto scava una ruga, chiare dove la differenza di intendere morte e giudizio appare in tutta la sua evidenza, come nel salto tra il “dona eis requiem (sempiternam)” e le “audacie” della liturgia rinnovata.

    6 Dicembre, 2010 - 15:14
  22. Marco

    Ognuno cura e razionalizza la sua angoscia come può.

    6 Dicembre, 2010 - 16:02
  23. lycopodium

    Un grazie infinito a Elsa e Gerry.

    6 Dicembre, 2010 - 17:50
  24. Stephanus

    Grazie a Syriacus (Stefano egli pure e confratello egli pure) per la testimonianza esemplare…mi ha commosso. La sera del 2 novembre come omelia ho commentato l’introito “Requiem” gregoriano, a mio parere inarrivabile quanto a serenità, a simbiosi testo-musica, pur costruito su una modalità semplicissima… arte autentica e fede altrettanto macerata, decantata nei millenni, intramontabile. In questi giorni, arrivando al mio 50° anno di età e dovendo rivedere per iscritto le ultime volontà, ribadisco che chiederò questo “Requiem” per le mie esequie: l’ho tanto cantato e con tanta emozione di preghiera, che oso esprimere questo desiderio.
    A livello musicale altrettanto luminoso il Communio gregoriano “Lux aeterna”, semplicissimo, ma quanto rassicurante! Mi fermo, altrimenti esco OT

    6 Dicembre, 2010 - 18:56
  25. Syriacus, sono dispiaciuto che il mio intervento ti abbia evocato quel triste evento.
    Cmq il mio intervento su di te non voleva essere in alcun modo pungente.
    Sinceramente ho approfittato delle tue parole per rompere il mio “silenzio”, e per cercare di parlare del silenzio.
    Poichè alla morte non riesco ad associare null’altro che sia il silenzio.
    Penso non v’è e non vi sarà mai musicalità da associare alla morte se non una musica d’eccellenza quale può essere il silenzio.
    La morte è silenzio. L’unica musicalità che riesco ad associarvi è solo il pianto ed il singhiozzo e le lacrime di chi piange colui che ci lascia.
    Questa mia opinione nulla toglie a chi poi pensa desidera e dispone diversamente.
    Auguro a tutti una buona serata.

    6 Dicembre, 2010 - 20:00
  26. Luigi Accattoli

    Ringrazio tutti degli apporti a questo tema che mi prende molto. Io sono per l’Alleluia e per l’Exultet nel mio ultimo giorno. Credo che mi convinca l’attestazione dei santi che ho conosciuto. Chi sa che tipo fosse il vescovo Maverna e chi fosse Riccardo Palazzi – che citavo nel post come da me conosciuti e richiedenti l’Exultet – comprende bene che le loro scelte non furono dettate da ideologia riformatrice o amore dell’Oriente o non so che cosa, ma dallo Spirito che li guidava.

    6 Dicembre, 2010 - 22:44
  27. Luigi Accattoli

    A convincermi che l’audacia della nuova liturgia sia nel giusto – con il recupero dell’Alleluia – non è tanto il ritorno a quell’elemento antico e bizantino e mozarabico, ma il segnale di rispondenza e raddoppio che ho riscontrato in tanti santi di oggi. Ne cito altri due, indubitabili. “Al mio funerale non voglio gente che pianga, ma che canti forte. Io vado da Gesù a cominciare un’altra vita”: parla così Chiara Badano (1971-1990) ad amici e parenti in prossimità del suo giorno. Vedi la sua storia nel capitolo 8 CELEBRAZIONE ECCLESIALE DELLA PROPRIA MORTE della pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto.

    6 Dicembre, 2010 - 22:45
  28. Luigi Accattoli

    Quando muoio, voglio che nessuno pianga“: lo dice Gabriele Berionne, dirigente della Banca d’Italia che muore a 51 anni nel dicembre del 2000: vedi la sua storia nel capitolo 7 LA VITA E’ MUTATA MA NON E’ TOLTA, paragrafo IL SANTO E’ COLUI CHE ACCONSENTE ALLA MORTE, della pagina già citata.

    6 Dicembre, 2010 - 22:47
  29. elsa.F

    Occorre a mio non sovrapporre due diversi aspetti della morte.

    Il primo è quello della scomparsa di una persona cara che produce in chi l’ha perduto un sentimento di squilibrio, di vuoto emotivo ed affettivo ed innesca il processo di elaborazione del lutto che porta la persona al riempimento di quel vuoto e al raggiungimento di nuovi stati di equilibrio.

    In questo contesto il pianto è liberatorio ed aiuta a maturare la consapevolezza della scomparsa che tipicamente nei primi giorni dopo la morte viene rifiutata.
    Questo è spiegato molto bene negli studi di J. Bowlby, Abraham, Klein e dello stesso Freud.

    L’altro aspetto è il significato religioso ed in particolare cristiano della morte, che illumina di senso la nostra precaria esistenza terrena, che alla luce della fede diviene preludio alla vita eterna.

    “Hai cambiato la mia tristezza in danza, le mie lacrime in canto”, recita il Salmista; e questo versetto esprime con grande efficacia il valore consolatorio della fede.

    Ma questo non cambia l’essenza e la necessità della tristezza e delle lacrime, che sono il modo più naturale con cui l’essere umano elabora il lutto, e assume la consapevolezza del medesimo, come egregiamente spiegato negli studi di Abraham, Klein e Bowlby oltre che dello stesso Freud.

    Ho grande ammirazione e devozione dei Santi e comprendo il senso del loro desiderare l’assenza di dolore e pianto ai loro funerali.

    So però che purtroppo in alcuni ambienti e associazioni religiose si è diffuso in occasione di cerimonie funebri questo dictat: oggi nessuno deve piangere! E devo dire che questa forma di self-control marziale mi appare stonata e sgradevole. Troverei più adeguato e soprattutto più vero che ognuno potesse esprimere la propria emozione in modo naturale e spontaneo; se sente il bisogno di piangere pianga pure, se preferisce esultare, libero di farlo.

    7 Dicembre, 2010 - 8:11
  30. Mabuhay

    “E la fede non nega il lutto, ma si limita ad illuminarne il senso.” Amen.
    Ma insomma: a quanti funerali pieni di Fede e di Speranza…e di lacrime abbiamo assistito? A tanti! Abbondanti, umane, dolci, benedette e consolatrici lacrime! Non vedo proprio nessun contrasto. Santi. Uomini/donne. E senza voler offendere nessuno: con o senza l’Alleluia di Haendel; andrebbe bene pure quello di G.M.Rossi, o di Don Machetta o di Deiss.

    P.S. = Aho’ diretto’, e cambiare “registro”?

    7 Dicembre, 2010 - 9:34
  31. Quello che dirò ora, non ricordo se l’ho letto da qualche parte, o è frutto della mia mente.
    Il pianto innanzi alla morte è come una forma di invidia, o meglio ancora di “desiderio”, poichè probabilmente desideriamo ciò che più temiamo.
    Il desiderio di verità è inappagabile nell’uomo.
    Quindi l’invito dei santi a non piangere il momento della loro dipartita lo leggerei anche come “non piangere se non è arrivato ancora il tuo momento”.
    Ed è anche l’occasione -d’oro- per riflettere su quel “principio di saggezza” che è l’interrogarsi sul fine ultimo della vita, velutare la nostra e, cercare con umiltà di provvedere a ben disporci.

    E’ forse questo il senso di un Detto del Padre del Deserto Poemen:
    “Chi non piange se stesso di qua, piangerà eternamente nell’ aldilà.”

    7 Dicembre, 2010 - 9:35
  32. Mabuhay scrive “Aho’ diretto’, e cambiare “registro”?

    Che fai Mabuhay? Eviti o temi il “principio di saggezza”?
    Tanto è inutile…
    e vale per me per te e per tutti…
    spiacente, ma è così !

    7 Dicembre, 2010 - 9:41
  33. “La vita va presa con filosofia, figuriamoci la morte”
    Ubi-pensiero mattutino…

    7 Dicembre, 2010 - 9:43
  34. discepolo

    grazie anche da parte mia a Syriacus e per concludere in bellezza:

    http://www.youtube.com/watch?v=d88xIIRDI9U

    In Mozart c’è tutto, la pena e anche la serenità, la tristezza ma non la disperazione, una tristezza affettuosa e infantile ,
    come diceva Lugi Accattoli sull’Alleluia ” quante facce ha”
    Sì, Mozart ha molte facce, come tutti noi, per questo è così “umano”.
    Il gregoriano, Palestrina e Bach invece sono divini !
    MC

    PS: (adesso mi preparo per Wagner, lui non è ne’ umano ne’ divino è
    il romanticismo allo stato puro!!!! 🙂

    7 Dicembre, 2010 - 11:49
  35. fiorenza

    Ma che sciocchezza disse quel parroco a Syriacus! “Tuo padre -gli disse- in questo momento sta partecipando a ben altre liturgie, nella Gerusalemme celeste…!”. E, invece, in quel momento, quel padre con l’intera Gerusalemme celeste che lì era stata convocata, esultante, a niente stava partecipando di più alto che a quella Messa.

    Poter dire “tutto è compiuto” assistendo, dalla finestra del cielo, alla perfetta liturgia funebre voluta per te da tuo figlio. Sapere di aver generato e cresciuto quel figlio, un figlio come quello, che ora canta, per te, “In Paradisum” ( Se rinascessi vorrei essere il padre- o la madre- di Syriacus).

    Quale pace, quale passaggio “in un luogo luminoso, in un luogo verdeggiante, in un luogo di freschezza”, quali acque di ristoro, quale giorno di festa e di indicibile gioia, quale “Alleluia” inudibile all’orecchio potevi trovare nella sobrietà austera, nuda, composta, del vecchio rito delle esequie!

    7 Dicembre, 2010 - 21:04
  36. “…Ti liberi dal tormento Cristo, che fu cro­cifisso per te. Ti liberi dalla morte eterna Cristo, che si degnò morire per te. Cristo Figlio del Dio vivo, ti ponga tra le aiuole sempre verdi del suo paradiso ed egli, vero Pastore, ti annoveri tra le sue pecore. Egli ti assolva da tutti i tuoi peccati e ti collochi alla sua destra, insieme con i suoi eletti. Che tu veda il tuo Redentore faccia a faccia e ministro sempre assiduo possa Tu con­templare con i beati occhi la manifestissima ve­rità. Posto dunque tra le schiere dei Beati, goda la dolcezza della contemplazione divina, nei secoli, dei secoli. Così sia.”

    (Dalla preghiera “di san Pier Damiani” per i morenti -da me scoperta con commozione nel messalino extraordinario, che era in borsa con l’ordinario, mentre a Santo Stefano attendevo l’inizio della Divina Liturgia bizantina : il sacerdote intanto stava tracciando il segno della croce, forse ungendoli, su varie parti del corpo di una lunga teoria di fedeli e il loro meraviglioso coro femminile ripeteva sino allo sfinimento la medesima giaculatoria che definire struggente sarebbe riduttivo..)

    7 Dicembre, 2010 - 22:59
  37. “…Fa parte della complessa liturgia dei funerali, tramandatasi in modo pressoché uguale fino a Francesco Giuseppe (1916) e utilizzata anche per l’ ultima imperatrice, Zita (1989). La bara era posta dinanzi alla porta chiusa della Cripta. Il maestro delle cerimonie di corte bussava tre volte con il bastone e all’ interno rispondeva il padre guardiano: «Chi desidera entrare?». Con una formula di rito l’ altro rispondeva in tono solenne: «Sua maestà Apostolica!». In taluni casi erano aggiunte imprese e onorificenze. E il religioso: «Non lo conosco!». Di nuovo il cerimoniere ribatteva tre volte precisando che «Sua Altissima Maestà chiede di entrare»; ma, ancora una volta, la porta rimaneva chiusa mentre il frate replicava: «Non lo conosco!». Era a quel punto che il padre guardiano domandava: «Chi chiede l’ ingresso presso l’ Altissimo Iddio?». Il maestro di palazzo rispondeva: «Un povero peccatore». I battenti allora si aprivano e i religiosi recavano la bara al centro della cripta dalle basse volte….”
    (Armando Torno)

    “Tutti gli uomini vogliono lasciare una traccia che rimanga. Ma che cosa rimane? Il denaro no. Anche gli edifici non rimangono; i libri nemmeno. Dopo un certo tempo, più o meno lungo, tutte queste cose scompaiono. L’unica cosa, che rimane in eterno, è l’anima umana, l’uomo creato da Dio per l’eternità. Il frutto che rimane è perciò quanto abbiamo seminato nelle anime umane – l’amore, la conoscenza; il gesto capace di toccare il cuore; la parola che apre l’anima alla gioia del Signore. Allora andiamo e preghiamo il Signore, perché ci aiuti a portare frutto, un frutto che rimane. Solo così la terra viene cambiata da valle di lacrime in giardino di Dio.” (Joseph Raztinger -il giorno prima di essere eletto Vicario di Cristo)

    7 Dicembre, 2010 - 23:17
  38. Ti dirò, Fiorenza, che una delle creazioni “gregoriane” che in assoluto mi danno una più profonda e completa commozione (tanta quasi da non riuscirle a cantare..), è il “Libera Me” . (Allla trigesima di mio padre la cantò un amico tutto solo, un pò come fa Vianini qui.)

    ” Quando caeli movendi sunt et terra” è l’epicentro del terremoto che suscita in me.

    “Dies illa, dies irae, calamitatis et miseriae, dies magna et amara valde.
    Dum veneris judicare saeculum per ignem. “

    7 Dicembre, 2010 - 23:57
  39. DiscepoloMC : “Bello , questo vuol dire che la musica è più ecumenica di noi…”

    Sì, ma ai tempi di Siri, qui a Genova, difficilmente la cosa sarebbe avvenuta (“No, Bach non è cattolico!” , esclamava allora sprezzante il Principe Arcivescovo al suo Kapellmeister..).

    Quasi vent’anni dopo la fine dell’ “era Siri”, invece…

    Non essendo consigliato (almeno qui) il canto del Veni Creator a delle Ordinazioni il giorno di Pentecoste -in cui si canta già la sequenza Veni Sancte Spiritus-, proposi (un pò a dispetto del mio nick:) a chi di dovere se, come succedaneo in filigrana, potevamo eseguire un brano di musica schiettamente luterana di fine ‘500, dal bel testo innodico latino originale. (La mia proposta ‘audace’ venne accolta.)

    Così, Bertone ebbe il suo bel “Spiritus Sancti gratia” di Melchior Vulpius (1570-1615, della Turingia come Bach) a San Lorenzo (ma il Veni Creator per organo di Bach fu anche eseguito.. 😉 . Fu un discreto successo.

    INCREDIBILMENTE, il primo (brevissimo) video (e forse è l’unico) che ho trovato su Youtube con quella composizione, è relativo al suo impiego all’Offertorio di una Messa in rito …antico celebrata in …Ungheria quest’anno (presso la chiesa di una scuola di Scolopi) . [Quando si dice il “crossover” (…manco a farlo apposta…)!!]

    1. Spíritus Sancti grátia Apostolórum péctora
    replévit súa grátia, dónans linguárum génera.
    Ergo nunc cum tripúdio benedicámus Dómino.

    2. Mísit per múndiclímata fárivérbi poténtia,
    ut praedicárent váriis línguis ómni creatúrae.
    Ergo nunc cum tripúdio benedicámus Dómino.

    3. Laudémus Consolatórem omniúmque Creatórem,
    Ípse amóvit errórem, vérum indúcit fervórem.
    Laudémus sancta Trínitas, Déo dicámus grátias.

    8 Dicembre, 2010 - 0:09
  40. discepolo

    Syriacus penso che persino Siri se per sua sfortuna potesse sentire quello si canta oggi nelle Chiese cattoliche direbbe ” molto meglio Bach, anche se protestante.. che QUESTA musica !!!!” 🙂 :-()

    MC

    8 Dicembre, 2010 - 10:50
  41. grazie

    8 Dicembre, 2010 - 22:29

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