“Benedetto sei un maledetto”

Benedetto sei un maledetto!“: si legge sul parapetto del Tevere, riva sinistra, poco dopo il Ponte Regina Margherita, per chi cammini secondo la corrente. Chissà se mira al papa o a un ragazzo di nome Benedetto. Nè saprei chi scegliere, se fosse mia la responsabilità della scelta. 

90 Comments

  1. lycopodium

    Chi l’ha scrito? ciemmemme?

    14 Novembre, 2008 - 18:15
  2. lycopodium

    ulp! “scritto” …

    14 Novembre, 2008 - 18:16
  3. Sumpontcura

    Le ipotesi sul misterioso scrivente potrebbero essere molte di più. Exempli gratia:
    – Si riferisce a un ragazzo, ma nasconde (all’uso romano) un moto d’ammirazione: Benedetto, sei un maledetto figaccione! Citazione colta: Susanna, allungando una rapida carezza a Cherubino (“Nozze di Figaro” di Mozart/Da Ponte): “Ehi serpentello! Volete tralasciar d’esser sì bello?”.
    – Si riferisce al papa ma ha lo stesso significato del “Wojtilaccio” di Benigni: Benedetto, sei proprio maledettamente bravo, sei un drago!
    – E’ uno studente di filosofia, bocciato agli esami per non aver studiato abbastanza Benedetto Croce o (a scelta) Baruch Spinoza.
    – E’ un dipietrista di sinistra, un po’ ritardato a onor del vero, che ce l’ha ancora con “Benedetto Craxi, detto Bettino”.
    – E’ un vecchissimo monsignore di curia, fedele alla memoria di Pio X, che non ha ancora perdonato a Benedetto XV di aver preso il posto del papa del suo cuore.
    – E’ un bloggerista in incognito, uno di noi, che ridacchia pensando: Vediamo che s’inventano, stavolta, Accattoli con tutti i suoi blogdiscepoli.

    (Ciao, perfido Lycopodium! Era ora che ti facessi rivedere, pessimo e malefico individuo! Qua la mano, brutto tipaccio: come stai?).

    14 Novembre, 2008 - 18:44
  4. Nino

    Durante gli anni di piombo sui muri del palazzo di fronte a ponte Vittorio c’era scritto, in una rappresentazione grafica della divisone matematica :
    “la sinistra nella destra non ci sta, l’unico che ce la vuole fare entrare è Enrico Berlinguer”.
    Segni dei tempi.

    14 Novembre, 2008 - 18:57
  5. lycopodium

    Come sto?
    Tento di seguire il consiglio di Flannery: più che dire di no, farlo, questo “no”; il fatto che scriva qui, qualche volta, ti dice come il tentativo talora non riesce …
    Ciao!

    14 Novembre, 2008 - 19:01
  6. Ai tempi dell’università “okkupata” (nel lontano 1994!) ricordo bene “Per un caldo Natale, brucia un cattolico popolare”.

    14 Novembre, 2008 - 19:42
  7. Nino

    A Firenze, sotto il porticato degli Uffizi “Cloro al clero” e
    “Leone! bee, bee, bee”
    La chiudo quì.
    ‘Notte.

    14 Novembre, 2008 - 19:54
  8. roberto 55

    Non c’entra praticamente nulla ma, chissà perchè, a me la scritta raccolta da Luigi sul Ponte Regina Margherita ha ricordato quella vecchia canzone della prima guerra mondiale, insegnatami da mio nonno:

    O Gorizia, tu sei maledetta
    per ogni cuore che sente coscienza !
    Dolorosa ci fu la partenza
    e il ritorno per molti non fu.
    O vigliacchi che voi ve ne state
    con le mogli sui letti di lana,
    schernitori di noi carne umana,
    questa guerra ci insegna a punir.
    Voi chiamate “il campo d’onore”
    questa terra di là dei confini;
    qui si muore gridando: “Assassini!”
    maledetti sarete un dì.

    Nella prima “battaglia di Gorizia” (era l’agosto del 1916) mio nonno riportò, vicino a Monfalcone, una – per fortuna, non grave – ferita che, se non altro, gli permise di tornarsene a casa: ma l'”inutile strage” cui, comunque, dovette assistere e, anzi, partecipare lo segnò per sempre.

    Bando alle tristezze: per me, caro Sump, di quella scritta è autore uno di noi, qualche amico del “pianerottolo”, insomma, che ora – è sicuro – si starà scompisciando dalle risa.

    Buona notte a tutti !

    Roberto 55

    14 Novembre, 2008 - 23:24
  9. Clodine

    Io penso che la frase incriminata (forte a dire il vero) fosse riferita al papa, e per estenzione alla chiesa…forse a cause delle ingerenze non sempre ben accette da quella parte di laicato cosidetto progressista il quali ha il dentino abbastanza avvelenato, ma più contro la Chiesa che contro il papa..non so se mi spiego!

    15 Novembre, 2008 - 17:40
  10. Leonardo

    Chiunque sia stato e a chiunque si riferisse, ha giocato con le parole: non doveva essere poi molto arrabbiato.

    15 Novembre, 2008 - 18:19
  11. OT=
    La bellissima facciata del Ferdinando Fuga, già deturpata da una obbrobriosa cancellata nera che ne altera completamente gli spazi geometrici che per secoli i romani avevano potuto gustare integra, ora fino all’8 dicembre è deturpata ulteriormente da un alto box semovente illuminato, alla francese, che pubblicizza una mostra (del grande orafo abruzzese Nicola da Guardiagrele) ovviamente e giustamente a pagamento, che si tiene nel museo della Papale Basilica.
    Attendo la prossima di un telo pubblicitario appeso alla loggia centrale delle benedizioni.
    Santa Maria Maggiore in Roma.
    Immagino, prossimamente, la stessa cosa dinanzi la facciata del Maderno di s. Pietro.
    Infondo anche i Canonici Liberiani pensano bene che la Basilica si appresta a essere riconosciuta più come museo che come chiesa, opera di ingegno e di genio dei cristiani, per il popolo di Dio.

    15 Novembre, 2008 - 19:57
  12. Lea

    Infondo anche i Canonici Liberiani pensano bene che la Basilica si appresta a essere riconosciuta più come museo che come chiesa, opera di ingegno e di genio dei cristiani, per il popolo di Dio.
    ……………..
    per forza, dopo aver ‘deposto’ il Santissimo dal Trono nella ormai squallida cappella dell’Adorazione e averlo messo su un tavolaccio, nulla può più stupire del degrado della Basilica, nella quale ‘splende’ solo il servizio dei Francescani dell’Immacolata nella Cappella della Vergine…

    15 Novembre, 2008 - 21:55
  13. Cara Lea,
    immagino che sai anche perchè ora ci sono i Francescani dell’Immacolata….
    della vicenda di mons.Lewis, che prese e riuscì ad avere nelle sue mani l’amministrazione (riuscendo a far esautorare la vecchia gestione molto semplice e trasparente, ma con conseguente processo civile) della Basilica per quasi 20 anni, riuscendo ad imporsi sul Capitolo Liberiano, e riuscendo ad avere la delega per la gestione della Basilica nonostante il Cardinale Arciprete, come fu capace gradualmente di azzerare tutto il personale che era al servizio della Basilica, dai Redentoristi (sacristi) alle suore, che curavano la cappella Borghese. Il tutto per avere personale novo ai minori!!!!!! costi possibili!!!!!!.
    Lewis, in quei decenni ha cambiato la Basilica, e non sarà affatto mai più come prima.
    Chi lo ricorda? quando faceva personalmente il giro della Basilica a svuotare tutte le bussole delle elemosine e girare con quel sacchetto tintinnate di denaro, e poi la mattina nelle lunghe pause a riposare seduto al Bar Cottini tra una sigaretta e l’altra.
    E’ morto nel qualche anno fa, non prima di essersi fatto fare un monumento funerario prima di morire nel sepolcro dei canonici…….
    Gran bella storia. Molto cristiana !!!!. Per la più bella basilica dedicata a Maria.

    15 Novembre, 2008 - 22:33
  14. roberto 55

    Grazie a Lycopodium per avermi fornito tanto materiale di studi e recensioni storiche sulla prima guerra mondiale: me lo leggerò per bene domani, approfittando della giornata di riposo domenicale.
    Grazie, anche, all’amico Fabricianus per aver riportato, sulla vicenda di Eluana Englaro, e nel “post” precedente, l’intervento del Cardinale Tettamanzi, nelle cui bellissime parole mi riconosco integralmente.
    Benvenuto, infine, anche da parte mia, a Franz73 !

    Buona domenica a tutto il “pianerottolo” !

    Roberto 55

    16 Novembre, 2008 - 0:29
  15. Luigi Accattoli

    Lea ma la cappella dell’adorazione in Santa Maria Maggiore non è attualmente la Cappella Giulia?

    16 Novembre, 2008 - 15:35
  16. Luigi Accattoli

    Parole del papa nel dopo Angelus di oggi – che dedico a Ignigo e Leonardo che qui si erano occupati qualche giorno addietro del nuovo Lezionario ambrosiano: “Nell’Arcidiocesi di Milano e nelle altre comunità di Rito Ambrosiano inizia in questa domenica il Tempo di Avvento. Nel rivolgere ad esse un particolare saluto, desidero ricordare che proprio oggi entra in vigore il Nuovo Lezionario Ambrosiano, cioè la raccolta, rinnovata alla luce del Concilio Vaticano II, delle Letture bibliche di quell’antico e nobile ordinamento liturgico. E’ significativo che ciò avvenga all’indomani dell’Assemblea del Sinodo dei Vescovi dedicata alla Parola di Dio. Possa la Chiesa Ambrosiana, nutrita con sapienza e abbondanza delle Sacre Scritture, camminare sempre nella verità e nella carità e rendere valida testimonianza a Cristo, Parola di salvezza per l’umanità di tutti i tempi”.

    16 Novembre, 2008 - 16:33
  17. Leonardo

    Grazie Luigi della segnalazione. Io non cambierei mai niente, per principio, ma avranno senz’altro fatto bene a fare così. Di domenica in domenica ascolto la nuova traduzione del nostro lezionario Romano e devo dire che, salvo qualche eccezione (i “contadini” che hanno sostituito quegli improbabili “vignaioli”), trovo quasi sempre che le cose potevano restare com’erano prima: anche il servo della parabola di oggi mi piaceva “malvagio e infingardo” piuttosto che “malvagio e pigro”, anche perché faccio fatica a credere che una persona pigra possa essere veramente malvagia.

    16 Novembre, 2008 - 18:14
  18. ignigo74

    caro Lycopodium,
    in realtà il consiglio della Flannery lo ascolti solo a metà visto che su altri siti intervieni copiosamente (almeno così pare scorrendo rapidamente i link da te proposti).

    Sono molto perplesso sul tuo atteggiamento e su quello della tua banda che sbeffeggia e irride Sua Eminenza il cardinale Carlo Maria Martini, con toni beffardi, crudeli, satirici e – questo è quello che mi aiuta a rispondermi ad alcune domande mie su di voi – molto codardi, molto, molto codardi.

    perchè lo chiamate Ciemmeemme e non Carlo Maria Martini? Perchè non lo sbeffeggiate direttamente? Che è questo residuo di pudore consonanticovocalico? Ma scusate, avete fatto 30, fate 31!, no?! Già lo fece Ferrara l’ateo non battezzato ex comunista materialista che insegna a i vescovi cosa devono fare pensare dire e come devono vestirsi, già lo fece lui insultando Sua Eminenza Dionigi Tettamanzi in una paginata del Foglio dell’anno scorso (e perse un lettore per quel che gliene frega).

    Ma voi ciellini più o meno consapevoli, più o meno partecipanti ai magnifici dividendi della Compagnia delle Opere, proprio voi avete paura di dire che vi fa schifo il cardinale gesuita e vi nascondete dietro un ciemmeemme?

    Allora sapete che vi dico? ma lo voglio fare sonoramente, solennemente, radicalmente e decisamente: M.V.A D.V. il C.

    Chi è milanese capirà. E spero anche gli altri.
    Ovviamente: prosit.

    16 Novembre, 2008 - 18:29
  19. La cappella “Borghese”, nella cui cripta è sepolta Paolina Borghese,
    è la cappella della Madonna “Salus Populi Romani”

    16 Novembre, 2008 - 19:03
  20. lycopodium

    Fantastico Camillo Langone, oggi sul Foglio.

    16 Novembre, 2008 - 19:28
  21. Ignigo,
    mi meraviglio di te!
    Dovresti conoscere il “mondo” alla tua età!
    Ciascuno usando la propria coscienza può analizzare di quanto gli altri dicono o scrivono anche nei confronti di vescovi cardinali o papi.
    In questo ricade anche riflettere su Martini.
    Perchè no?
    Se lo si può fare anche con il vescovo di Roma?
    Lasciamo che ciascuno dica la propria risonanza personale,
    tanto gli alberi si giudicano dai frutti.

    Martini sin dalla mia giovinezza, con le sue riflessioni/esercizi, (memorabili su Mosè, su Abramo, su i Dodici, e quanto altro, e ancora quella bella lettera su “la dimensione contemplativa della vita” ma tu eri piccolo….), ha nutrito profondamente la mia spiritualità biblica, sulle orme di s.Ignigo, come ha nutrito schiere di cristiani, cattolici, sacerdoti, che oggi sono vescovi.

    Il buon Martini, ha sempre insegnato e predicato nel solco della dimensione apostolica ma ha guardato al reale anche in maniera profetica, se è vero come hanno affermato i Vescovi del mondo nella Dei Verbum e ripetuto i Vescovi nel Sinodo sulla Parola, che la parola di Dio, non si è cristallizzata in un libro, ma è tuttora vivente attraverso la venuta di Cristo e con la presenza dello Spirito Santo nella Chiesa-popolo di Dio.
    La vivacità della Parola, il suo non essersi fermata 2000 anni fà, ma la sua capacità di continuare a provocare, ad attualizzarsi in ogni tempo, la capacità di fruttificare in ogni tempo,
    questo fa paura ad alcune persone che preferiscono l’irremovibilità
    alla maniera degli hadith del “profeta Maometto” ,hadith sempre uguali a se stessi nella loro trasmissione.

    Persino l’ebreo fariseo Paolo si rese conto che se si voleva far incontrare gli uomini con Cristo, bisognava superare la Legge (in quel caso ebraica), e per Paolo fu una affermazione da scomunica essendo estremamente osservante. Ciò non fece piacere agli Ebrei del movimento cristiano.

    E’ una storia che si ripete continuamente.
    ciao

    16 Novembre, 2008 - 19:36
  22. Sumpontcura

    Caro Ignigo,
    l’amico Lycopodium risponderà ai tuoi rilievi e ai tuoi inviti siglati (se ne avrà voglia); consentimi, intanto, di esprimere qualche perplessità nel merito. La franchezza sembra anche a me una virtù, quando però sia accompagnata da obiettività (per quanto possibile) e coerenza.
    Ricordo una discussioncella che avemmo diversi mesi or sono sui titoli onorifici in ambito ecclesiastico, le tue impeccabili considerazioni (suffragate dalla Crusca, nientemeno!) sul “malvezzo” di scrivere “papa” con l’iniziale maiuscola, la tua indignazione sarcastica sugli orpelli linguistici inutili e dannosi.
    Bene: prova a rileggere il tuo post, con gl’inchini virtuali che dispensi ogni volta che parli degli arcivescovi Martini e Tettamanzi. Dici che si tratta semplicemente di onori dovuti, a due successori degli Apostoli? E allora, mi viene da obiettare, vogliamo andare indietro di qualche giorno, nella seconda delle due discussioni ispirate a don Benzi, quando tu proponevi e il Coro, esilarato, commentava con cachinni e pernacchie, un filmato sul vescovo di Imperia?

    16 Novembre, 2008 - 19:54
  23. Sumpontcura

    Caro Leonardo,
    sulla sanzione morale della pigrizia, mi pare che Dante sarebbe molto d’accordo con te (e anch’io, per quel che vale); ogni volta che penso a Belacqua (canto IV del “Purgatorio”) scatta, in un amen, l’identificazione:

    E un di lor, che mi sembiava lasso,
    sedeva e abbracciava le ginocchia,
    tenendo ‘l viso giù tra esse basso.

    «O dolce segnor mio», diss’io, «adocchia
    colui che mostra sé più negligente
    che se pigrizia fosse sua serocchia».

    Allor si volse a noi e puose mente,
    movendo ‘l viso pur su per la coscia,
    e disse: «Or va tu sù, che se’ valente!».

    16 Novembre, 2008 - 20:10
  24. targum55

    “e il Coro, esilarato”
    un granello di sabbia non è un mucchio
    due granelli non sono un mucchio
    tre granelli non sono un mucchio.. quanti commenti fanno un coro? Quanti commenti fanno un Coro? Mia madre pensava di essere preveggente. Quando arrivavano dei parenti esclamava: “Sono una strega, l’avevo previsto”. Si scordava di citare tutte quelle volte che aveva pensato a dei parenti che non si erano poi presentati.
    Sull’argomento Martini non posso entrare nel merito, dal momento che non ho mai letto nulla della sua abbondante bibliografia, mi pare soltanto che la supposta incoerenza fra la critica ai “titoli” onorifici e la venerazione per la persona non sussista. Si tratta chiaramente di piani diversi e, a rigor di logica, imparagonabili.

    16 Novembre, 2008 - 20:16
  25. raffaele.savigni

    Si possono legittimamennte criticare Benedetto XVI, il card. Martini ed altri prelati, rispettando petrò la persona. Wuesto dovrebbe valere per tutti.
    Mi dispiace perciò la caduta di stile che ho riscontrato in alcuni interventi.

    16 Novembre, 2008 - 20:28
  26. Sumpontcura

    Ciao Targum!
    Le tue osservazioni appaiono sensate. Sono quindi andato a rileggermi il post indicato e ho scoperto che sul filmato di Imperia sono intervenute in tutto cinque persone (qualcuno, anche più volte): quattro esprimevano, con parole assai simili, lo stesso concetto; uno solo parlava – come dire? – fuori dal coro.
    Quanti commenti fanno un coro? Vedi tu.

    Sulla tua osservazione finale: guarda che io non ho parlato affatto di “venerazione per la persona”: mi sono espresso, invece, proprio sui titoli onorifici. Vedo che questa specie di “culto di dulìa” per il cardinal Martini non ti appartiene, e me ne compiaccio. (Guarda però che è un insigne biblista e un teologo importante: fossi in te, qualcuna delle sue opere la leggerei).

    16 Novembre, 2008 - 20:37
  27. E’ tutto così umano….

    16 Novembre, 2008 - 20:38
  28. Lea

    Cara Lea,
    immagino che sai anche perchè ora ci sono i Francescani dell’Immacolata….
    ———
    caro Matteo, tu sai molte cose che io non so. So solo che partecipare alle celebrazioni nella cappella Borghese, tenuta dai Francescani dell’Immacolata, è sempre molto edificante…
    Parlavo dello squallore della cappella dell’Adorazione: la seconda, indietro sulla stessa navata… (Per Luigi, non so se è la cappella Giulia), che mi dà il ‘segno’ di chi custodisce la Basilica, della quale deprecavi l’uso museale

    16 Novembre, 2008 - 20:56
  29. roberto 55

    Io vivo quasi trecento chilometri ad est rispetto all’amico Ignigo74, e parlo un altro dialetto, ma ho capito, comunque, perfettamente l’acronimo.
    Si, Raffaele, hai ragione di dolerti dello stile non sempre, come dire ?, “britannico” di certi interventi ma, a volte, e nella concitazione del confronto, può esser comprensibile, ti pare ?
    Tra l’altro, questo “blog” riesce normalmente a mantenere quel tono civile e rispettoso nella discussione tra i partecipanti che in altri “blog” – che si stanno trasformando in “discariche” d’intolleranza (e Raffaele – ed anch’io, per quel che vale – lo possiamo testimoniare) – sembra ormai abbandonato: se ogni tanto “scappa” qualche espressione non propriamente parlamentare non mi pare un dramma.
    Piuttosto, un invito all’amico Ignigo74 ed una domanda a Lycopodium.
    L’invito – fraterno, se credi – ad Ignigo74: non prendertela, se non ne vale la pena (e qui, non so a te, ma a me non pare ne valga la pena).
    La domanda a Lycopodium: apro regolarmente i link (interessanti tutti, anche se, a volte, leggo opinioni che non condivido) che tu proponi all’attenzione dei partecipanti al nostro “pianerottolo” (e ti ringrazio, a proposito, per le recensioni storiche sulla prima guerra mondiale che m’hai trasmesso e che ho letto), ma – ti chiedo – perchè non svolgi anche qualche tuo intervento sviluppando per tutti noi le tue considerazioni, invece di limitarti soltanto ad inviarci od a segnalarci il parere di Tizio, l’intervista di Caio, l'”editoriale” di Sempronio ? Tra l’altro, mi pare che competenza e preparazione non ti difettino, anzi !, e, dunque, credo che non avrai problemi a, come dire ?, “metterci la faccia” (ce la metto anch’io, dal mio ultimo banco: e dunque …….).

    Buona domenica sera a tutti !

    Roberto 55

    16 Novembre, 2008 - 21:12
  30. lycopodium

    Caro Roberto55, la tua domanda è legittima, ma la risposta consentimi di sospenderla: “per il contradditor che nol consente” …

    16 Novembre, 2008 - 21:25
  31. Nino

    Al rientro da due giornate di bacchiatura di olive (ottima annata il 2008)
    e mi ritrovo con un tentativo di bacchiatura del venerabile Padre Carlo?
    Non sognatevelo nemmeno.
    Da ex fante, giocate pure quanto volete con me.

    16 Novembre, 2008 - 21:25
  32. lycopodium

    “Venerabile”. Hai detto proprio “Venerabile”?

    16 Novembre, 2008 - 21:27
  33. Sumpontcura

    Oh, fra Roberto! Sai che, tutto tronfio nel saio dei giorni di festa, con l’aria affaticata ma soddisfatta, dritto come un fuso nella tua solita postazione all’ultimo banco, ho fatto un po’ di fatica a riconoscerti?
    Domani si riprende con la cerca, eh? Pace e bene, pace e bene!
    (Io sono quel tipo barbuto e tracagnotto, seminascosto da una colonna, in piedi in fondo a sinistra.)

    16 Novembre, 2008 - 21:29
  34. Leonardo

    Caro Sumpontcura,
    mi sa che – a parte Gozzano, se non ricordo male – abbiamo quasi gli stessi gusti. Anch’io tra i personaggi della Commedia ho una particolare affezione per Belacqua. Trovo che nell’incontro con lui (l’unico momento dell’intero viaggio in cui Dante si concede un po’ di cazzeggio) siano mirabilmente accostati i due aspetti della pigrizia: da una parte quello amabile (e talvolta provvidenziale come antidoto al fanatismo) che non ci fa prendere troppo sul serio i nostri impegni e ci fa avere comprensione per la debolezza della nostra carne; dall’altra quello serio e grave, che ci ricorda come il tempo di fare il nostro dovere sia qui e ora. Si pensi alla ‘santa fretta’ di tanti personaggi evangelici “Maria corse in fretta alla montagna”, per citare sempre Dante). Belacqua infatti, quando Dante scherzando gli chiede se non sale a purificarsi perché anche in Purgatorio ha mantenuto la solita pigrizia, si fa serio e risponde: «O frate, l’andar su che porta? ché non mi lascerebbe ire a’ martiri l’ angel di Dio che siede in su la porta».

    16 Novembre, 2008 - 21:39
  35. roberto 55

    T’ho visto, t’ho visto, caro amico Sump (sai com’è ? Tra “barbudos”, prima o poi, ci si riconosce ………….): è vero, domani si riprende, e, dunque, “pace e bene”, con tutto il mio cuore, anche a te.
    Prendo buona nota della risposta di Lycopodium: spero, comunque, che presto sarai dei “nostri” a tutti gli effetti così che anch’io potrò – permettimi la battuta che ti formulo con il sorriso più sincero – “scontrarmi” amichevolmente con te sulle figure del Cardinale Martini (che, “Venerabile” o no, ho sempre molto apprezzato) e del Cardinale Tettamanzi (che pure, per quel che leggo e sento anche da amici, parenti e colleghi di lavoro di Milano, è personalità che mi piace molto).

    Di nuovo, cari amici, buona notte a tutti voi.

    Roberto 55

    16 Novembre, 2008 - 21:45
  36. Leonardo

    Nino, lei è addirittura disarmante. Forse ha bacchiato troppe olive, forse dopo la raccolta si è troppo dissetato con un vinello traditore che le ha lasciato un’euforica baldanza, ma una professione così aperta, fresca e ingenua di martinolatria qui non l’avevo ancora sentita. Si fa persino inchiappettare dal cattivissimo Lycopodium sul “venerabile”.

    16 Novembre, 2008 - 21:48
  37. Perchè dividersi sulla comprensione soggettiva che ciascuno ha delle espressioni di tale o tal altro vescovo?
    quante centinaia di milioni di cattolici siamo?
    Ognuno con una propria testa, con un proprio sentire, con una propria sensibilità,
    con una propria capacità di comprensione del detto e del letto.
    Ci sono sempre stati cattolici e cristiani amanti della rigida conservazione, dell’inamovibilità e cattolici che vedono il cristianesimo in modo dinamico e vivo,
    sono convissuti in tutti questi secoli circa 2000 anni….
    Così continuerà per i prossimi millenni. A dispetto dei catastrofisti.
    Abbiamo un solo Signore
    abbiamo un solo Maestro
    abbiamo un solo Padre
    ma non sono tra i poteri di questo mondo, politico, economico, morale….

    16 Novembre, 2008 - 21:57
  38. Lea

    Si fa persino inchiappettare dal cattivissimo Lycopodium sul “venerabile”.
    ——-
    :))

    16 Novembre, 2008 - 22:01
  39. Caro Nino,
    non dobbiamo convincere nessuno, di quello che ci ha donato il vescovo Martini,
    in coscienza sappiamo quanto ci ha donato, nel familiarizzarci con Gesù,
    e questo credo, che ci deve bastare.
    Noi possiamo essere grati al Signore di averci dato una persona che ci ha aiutati a crescere nella nostra comprensione dell’incontro con Cristo.
    Se altri non lo possono capire, non sarà il nostro cruccio.
    Ora si sta avviando alla morte dandoci le ultime lezioni più importanti di abbandono e denudazione totale di fronte al mistero inconoscibile della morte.
    Lo ha fatto anche il Vescovo di Roma Woitila.
    Non a tutti è concesso,
    io riesco a vedere solo un fioco della luce che traspare da queste persone.

    16 Novembre, 2008 - 22:04
  40. Sumpontcura

    Grande Gozzano!
    Se non ricordo male, caro Leonardo, piace molto anche a te.
    Del resto, chi non ama Gozzano, peste lo cólga! (Con la o rigorosamente stretta).

    16 Novembre, 2008 - 22:53
  41. Nino

    “Lycopodium” ti chiami proprio “Lycopodium”?

    In omeopatia il Lycopodium è indicato nella cura di problemi digestivi, epatici o dovuti a metabolismo lento. Inoltre è efficace in caso di stanchezza cronica, calcoli ai reni e alla cistifellea, reumatismi, gotta, raffreddore, tosse, problemi cutanei, calvizie precoce, varici, nervosismo.Il Lycopodium si ricava dalle spore e dal polline dei fiori del licopodio, conosciuto anche come “erba strega”.

    Il tipo Lycopodium
    è di carnagione olivastra, alto e ha un aspetto distinto e altero. Tende a ingigantire le cose per compensare la poca stima che ha di sè.

    Il rimedio omeopatico è indicato nella cura di disturbi cronici a carico dell’apparato digerente (soprattutto se dovuti a indigestione), respiratorio e delle vie urinarie. Inoltre, è d’aiuto in caso di nausea e vomito, cefalee nevralgiche, mal di gola aggravato da bevande fredde, tosse secca e persistente, perdita dei capelli e psoriasi alle mani.

    Sul piano psichico il rimedio aiuta in caso di disturbi emotivi dovuti a insicurezza, come per esempio ansia, nervosismo, impazienza, codardia, paura della solitudine, insonnia e angosce notturne.
    —————————–
    Buonanotte, si fa per dire a guardare il quadro clinico!

    16 Novembre, 2008 - 23:05
  42. Nino

    Leonardo
    è un piacere ritrovarla.
    Si rilassi provi a seguire i consigli di Paolo Conte.
    Mi creda le gioverà.
    ——————
    Via, via, vieni via con me,
    entra in questo amore buio,
    pieno di uomini…
    via, entra e fatti un bagno caldo,
    c’è un accappatoio azzurro,
    fuori piove un mondo freddo…
    It’s wonderful, it’s wonderful, it’s wonderful…
    ——-
    Ps. proprio stasera mi hanno comunicato che l’ottimo vino con cui abbiamo brindato dopo la raccolta ha preso 3 stelle in una famosa guida dei vini italiani.
    Prosit.

    16 Novembre, 2008 - 23:13
  43. Luigi Accattoli

    Lea credo sia la cappella Giulia, che è spoglia ma è di Michelangelo che tale la volle. Io in quella cappella mi trovo bene, quando mi ci fermo a pregare: nuda e verticale, come il “teso Michelangelo” degli ultimi anni meditante l’Apocalisse e il giudizio. Non so nulla della gestione della Basilica, ma che l’ostensorio sia posto su quell’altare non mi pare fuori luogo.

    16 Novembre, 2008 - 23:58
  44. OT… uso privato di bacheca pubblica… matteo, ti ho risposto per posta elettronica.

    Scusa e grazie Luigi!

    17 Novembre, 2008 - 12:15
  45. Leonardo

    Nino, mi perdoni per il “vinello”: sono un tipo alla buona e tendo a dimenticare quanto possano essere raffinati gli altri, ma non vorrei mai e poi mai mancare di rispetto al suo nettare plurisiderale.
    La ringrazio anche del consiglio: non stravedo per Paolo Conte, ma sono abbastanza rilassato lo stesso.

    Sumpontcura, credevo che a te non piacesse Gozzano, ma evidentemente ricordavo male. Vediamo se ci incontriamo su altri nomi del nostro novecento (che, peraltro, io poco conosco). Che ne diresti di Saba, Penna e, perché no?, un po’ di Cardarelli?

    17 Novembre, 2008 - 15:22
  46. roberto 55

    Leonardo, che “assist” m’hai fornito ! Nemmero Evaristo Beccalossi, nelle sue giornate migliori (vero, Fabricianus ?), sarebbe riuscito a tanto !
    Umberto Saba, come saprai (e come saprà di certo anche Sump), ha scritto alcune delle più appassionanti poesie sul gioco del calcio, e queste poesie gli furono ispirate da una lontana domenica di ottobre del 1933, azzurra e tersa come, a Trieste, sanno essere solo le giornate d’autunno spazzate dalla bora del Carso.
    Quella domenica, a Trieste, i tram che da S.Giacomo, da Roiano, da Servola e da Montebello, dalle varie zone e dai quartieri della città erano diretti a Valmaura erano stracolmi di gente e vocianti di grida e d’entusiasmo: alla fermata nei pressi dello Stadio del Littorio (si chiamava così, all’epoca, quello che, poi, nel dopoguerra, fu intitolato al giocatore triestino del “Grande Torino” Pino Grezar ed accanto al quale è stato, poi, costruito l’attuale, più moderno Stadio “Nereo Rocco”), le carrozze si svuotavano e proseguivano deserte verso la periferia di Borgo S.Sergio, Domio, Lazzaretto perché lì tutta la folla scendeva dalle vetture e sciamava verso lo Stadio in un sempre più alto frastuono di voci, canti, cori.
    In mezzo a quella calca, spaesato, vagamente inquieto, c’era anche lui, il poeta, Umberto Saba: che ci faceva lì ? Se lo stava chiedendo anch’egli; un suo amico gli aveva ceduto la “tessera d’ingresso” (ossia, l’abbonamento) alla tribuna dello Stadio perché, proprio quella domenica, non poteva recarsi a vedere la partita e lui, il poeta, alla fine, per quanto riluttante, aveva accettato l’omaggio e deciso di cogliere l’occasione; ad Umberto Saba il calcio non piaceva o, più esattamente, non interessava minimamente: non capiva tutto quello spropositato entusiasmo (e parliamo del 1933 !) che stava “montando” in Italia per quel gioco così rozzo, sgradevole, persino ridicolo tra giovanotti in mutandoni che prendevano a calci una palla e lo irritava, poi, l’atteggiamento scomposto, esagitato dei cosiddetti “tifosi”.
    Ma il suo amico tanto insistette (“Ma dài, Umberto: non ti costa nulla ! E vedrai che ti piacerà”) che, alla fine, il poeta acconsentì; oltretutto, quella domenica la partita che si sarebbe giocata allo Stadio del Littorio era veramente importantissima: la Triestina, che si stava comportando benissimo in quel Campionato di Serie A, ospitava nientemeno che la capolista Ambrosiana (che, poi, sarebbe l’Inter di oggi: ma il regime fascista del tempo, temendo – si pensi ! – che il nome “Internazionale” rammentasse ideologie avverse, ne mutò il nome) e l’attesa era vivissima.
    “Per l’eccezionale partita di domenica allo Stadio s’è già iniziata la vendita dei biglietti d’ingresso alla biglietteria centrale e numerosi sportivi hanno pensato di premunirsi specie di biglietti per le tribune perché, data la forte richiesta da parte degli appassionati della provincia, si corre il rischio di perdere i posti migliori”: così “Il Piccolo”, quotidiano di Trieste, del 12 ottobre 1933, che, il 14 ottobre (sabato precedente la gara), informò anche che “l’Ambrosiana è giunta a Trieste ieri – venerdì, n.d.a. – sera con il diretto delle 20.37” (le squadre di calcio viaggiavano ancora in treno !), e concluse chiosando che “i nerazzurri sono in testa alla classifica e sono venuti a Trieste per vincere: per fronteggiarli ci vorrà coraggio ed esperienza”; gli sportivi triestini commentavano con preoccupazione, nelle ore precedenti la gara, l’assenza, nel reparto arretrato della loro squadra, del roccioso Geigerle, squalificato.
    Umberto Saba, giunto al cancello d’ingresso dello Stadio, s’era quasi pentito d’aver accettato l’invito del suo amico: si sentiva sperduto, fuori posto, mentre dagli spalti, oltre il muro di cinta cosparso di cocci di bottiglia, saliva all’aria un forte clamore di grida, gli arrivavano parole come “……. Unione ………… forza muli ! ………..” ed aste con le bandiere rosse su cui era trapuntata l’alabarda (il simbolo della città di Trieste ed il colore sociale della Triestina) spuntavano e sparivano nell’ondeggiare entusiasta della folla che già riempiva le gradinate; quasi impaurito, entrò in tribuna, già stipata (numerosissimi, per il big-match della giornata, gli inviati dei principali quotidiani, sportivi e non, presenti) ed attese che si compisse l’evento.
    Quando, di lì a poco, le squadre, agli ordini dell’arbitro Palmieri di Bologna, entrarono in campo, l’entusiasmo degli oltre ventimila spettatori (tanti ne poteva contenere lo Stadio del Littorio) raggiunse livelli altissimi al punto che Umberto Saba raccontò di sentirsi, in quel momento, perduto e rapito in un’emozione indescrivibile ed inarrestabile ……………..

    “Anch’io,
    tra i molti,
    vi saluto,
    rossoalabardati,
    sputati dalla terra natìa,
    da tutto un popolo amati;
    ……………
    Di corsa, usciti a mezzo il campo,
    date prima il saluto alle tribune:
    poi, quello che nasce poi,
    che all’altra parte vi volgete,
    a quella che più nera s’accalca,
    non è cosa da dirsi,
    non è cosa ch’abbia un nome.
    …………….
    Trepido,
    seguo il vostro gioco:
    ignari,
    esprimete con quello antiche cose meravigliose.
    …………….
    Festa è nell’aria, festa in ogni via:
    la vostra gloria, undici ragazzi,
    come un fiume d’amore,
    orna Trieste.
    …………….
    V’ama, anche per questo, il poeta,
    dagli altri
    diversamente – ugualmente
    commosso”.

    Si può sorridere dell’ingenuo entusiasmo del “neofita” (di calcio) Umberto Saba e della semplicissima passione che tracimava da quel calcio italiano ancora in “bianco&nero”; eppure, cari amici, vale anche la pena di osservare come, nei versi di queste poesie che Saba ha composto dopo quella domenica, e che io ho tra di loro estratto ed assemblato, si colga il trasporto dell’intellettuale verso un’umanissima, sincera spontaneità popolare che, sino a quel giorno, egli non aveva avuto occasione di conoscere: perché – ci crediate o no – anche in un “volgare”, effimero stadio di calcio può trovare spazio l’occasione della comunione umana degli animi e dei sentimenti.
    Ah, dimenticavo: sapete come andò la partita ? Finì in pareggio, 0-0 il suo risultato finale: l’Inter marcò, nella prima parte del match, una maggior superiorità territoriale e, sul finire del primo tempo, si propiziò un calcio di rigore che, però, Giuseppe Meazza fallì (succedeva anche a lui …….); ma la Triestina, nel secondo tempo, sfoderò tutta la propria bravura ed il proprio coraggio e strappò, alla fine, un risultato tanto meritato quanto prestigioso.
    ………………………… e se v’ho annoiato, beh, pazienza ! Mi basta solo che non me ne vogliate.

    Buona notte a tutti !

    Roberto 55

    17 Novembre, 2008 - 23:10
  47. FABRICIANUS

    Grazie Roberto per averci regalato questo Saba “calcistico”.

    Buonanotte a tutti!!
    In Lombardia fa freddo, l’Arcidiocesi di Milano è in Avvento, fatta eccezione della mia città, che, pur appartenendo alla Diocesi Ambrosiana, segue il Rito Romano. Mi piace questa “diversità nell’unità”. Magari un giorno, se vorrete, vi racconterò del perchè il mio borgo non segue il Rito Ambrosiano.
    Per adesso vi lascio con questa battuta: (E chissà cosa dirà il mio amico condiocesano Ignigo74, speriamo non se la prenda!!!)

    Sapete qual è il quarto segreto di Fatima???? La Romanizzazione del Rito Ambrosiano!!!!!

    Ciao a tutti!!!
    F.

    17 Novembre, 2008 - 23:26
  48. Luigi Accattoli

    Che belli questi argomenti distensivi, dopo tante risse teologiche, giuridiche e bioetiche ma al fondo sempre politiche e ripassate con l’idea che l’interlocutore è così stupido, ma così stupido!
    Fabricianus dicci perchè per le vie del tuo borgo non va la rigogliosa innologia ambrosiana. E un bel grazie a Roberto55: ma che sei, un cultore di storia locale, un tifoso storico della Triestina o un biografo di Saba?

    18 Novembre, 2008 - 9:07
  49. Luigi Accattoli

    Roberto55 un elemento aggiuntivo di interesse per le notizie che ci dai di quella partita è nel fatto che esse bene si accompagnano ma non sono le stesse che dà Saba in “Storia e cronistoria del Canzoniere”, alle pp. 250-259 dell’edizione Mondadori 1963. Dove le hai prese?

    18 Novembre, 2008 - 10:22
  50. Lea

    Io in quella cappella mi trovo bene, quando mi ci fermo a pregare: nuda e verticale, come il “teso Michelangelo” degli ultimi anni meditante l’Apocalisse e il giudizio.
    ……………
    Caro Luigi, anch’io se mi fermo a pregare lì mi ci trovo bene, come dovunque… anche se ci sono ‘luoghi’ e atmosfere che aiutano particolarmente e che sono permeati dal sacro e dalla preghiera di generazioni

    Quanto allo squallore, per me non fa molta differenza che il Signore sia collocato nel suo trono o sul ‘tavolaccio’, perché è sempre Lui che cerco e che trovo… penso però all’effetto del cambiamento sui tanti giovani che passato indaffarati e distratti e che venbgono privati dei SEGNI di una Presenza che i credenti colgono immediatamente (sopratutto interiromente), ma che chi è lontano può essere aiutato a cogliere e lasciarsene ‘toccare’…
    Ha notato anche quanti consacrati passano di là come se fossero in un altro luogo qualunque, quasi come non ci fosse IL SIGNORE!… i ragazzi di passaggio seduti sugli scalini della cappella che gli danno le spalle con indifferenza senza che nessuno dica loro nulla!
    Questo è lo squallore di cui parlavo, non certo l’essenzialità sobria e sacrale di Michelangelo!

    18 Novembre, 2008 - 14:16
  51. Luigi Accattoli

    Lea. Dovendo io uscire per incontrare Maioba – egli è a Roma, come informava stamane in un commento ad altro post moralista, che l’aveva visto ieri insieme a Matteo e altri – gli ho dato appuntamento a Santa Maria Maggiore con l’idea che così avrei potuto risponderle de visu. Ma siamo arrivati lì alle 17 quando ormai la cappella Giulia era chiusa. Abbiamo guardato dall’inferriata a vetri, abbiamo lodato Michelangelo, ci siamo detti che bisognava tornare. Ma egli domani rientra a Cagliari. Io invece qua vivo e andrò e le dirò. Ci vado una volta al mese in quella cappella e mai avevo avuto l’impressione di squallore che lei diceva.

    18 Novembre, 2008 - 18:30
  52. Sumpontcura

    “Goal”

    Il portiere caduto alla difesa
    ultima vana, contro terra cela
    la faccia, a non veder l’amara luce.
    Il compagno in ginocchio che l’induce,
    con parole e con mano, a rilevarsi,
    scopre pieni di lacrime i suoi occhi.

    La folla – unita ebbrezza – par trabocchi
    nel campo. Intorno al vincitore stanno,
    al suo collo si gettano i fratelli.
    Pochi momenti come questo belli,
    a quanti l’odio consuma e l’amore,
    è dato, sotto il cielo, di vedere.

    Presso la rete inviolata il portiere
    – l’altro – è rimasto. Ma non la sua anima,
    con la persona vi è rimasta sola.
    La sua gioia si fa una capriola,
    si fa baci che manda di lontano.
    Della festa – egli dice – anch’io son parte.

    18 Novembre, 2008 - 21:02
  53. targum55

    “Che belli questi argomenti distensivi, dopo tante risse teologiche, giuridiche e bioetiche ma al fondo sempre politiche”

    Qui non si fa politica

    18 Novembre, 2008 - 22:28
  54. Leonardo

    Credo che la dizione esatta fosse: «Qui non si parla di politica».

    Slogan quanto mai antiborghese, d’altronde, se la borghesia – come sosteneva Donoso Cortés – è la “clasa discutidora” per eccellenza.

    18 Novembre, 2008 - 22:40
  55. targum55

    “Slogan quanto mai antiborghese”

    slogan quanto mai ipocrita

    18 Novembre, 2008 - 22:48
  56. roberto 55

    Eccomi qua !

    No, caro Luigi: sono solo un semplice appassionato di calcio; lo sono da sempre, cioè da quand’ero bambino, ai tempi del buon vecchio calcio italiano e della “grande Inter” di Helenio Herrera, al cui tifo sono rimasto fedele negli anni, come pure (e nonostante tutto) sono rimasto fedele alla passione per questo (nonostante tutto) bellissimo sport.
    Non so cosa scriva Saba in “Storia e cronistoria del Canzoniere”: io ho riportato (e sintetizzato) il resoconto di quella domenica dal bel libro del giornalista della Rai di Trieste Giuliano Sadar “Una lunga giornata di bora – Trieste e la Triestina: storie di calcio attraverso terre di confine”.
    Ho il dubbio che non esista città italiana in cui si trovino, in proporzione, tanti libri su sè stessa come Trieste.
    A proposito: ho visto che il grande Sump ha subito risposto da par suo al mio spunto su Umberto Saba.

    Buona notte a tutti gli amici !

    Roberto 55

    18 Novembre, 2008 - 22:56
  57. Leonardo

    targum, ma non ti riesce proprio mai di leggere tra le righe, o al di là della superficie del testo?

    18 Novembre, 2008 - 23:06
  58. FABRICIANUS

    Caro Luigi,
    nel mio borgo (Monza) in piena terra Ambrosiana, si celebra secondo il Rito Romano, a motivo di un privilegio/dispensa concesso da Papa Gregorio XIII.
    Tra il 1577 e il 1583 San Carlo Borromeo visitò Monza che allora celebrava la propria Messa secondo il Rito Patriarchino…IL Santo Vescovo Milanese cercò di introdurre il Rito Ambrosiano, ma i Monzesi si ribellarono a ciò, rifiutandosi di partecipare alla Messa, qualora fosse stata celebrata secondo i canoni ambrosiani. L’ Arciprete di allora del Duomo di Monza, Mons. Camillo Aularo scrisse una lettera a San Carlo spiegandogli la ribellione del popolo monzese.
    Questa lettera venne poi recapitata a Papa Gregorio XIII, il quale, preso atto della situazione e del rifiuto dei Monzesi di celebrare “secondo Ambrogio”, permise alla città di Monza di sostituire il rito Patriarchino, non con quello Ambrosiano, bensì con quello Romano. Quindi sono più di 400 anni che nel mio borgo si celebra “secondo Roma”, in territorio Ambrosiano.
    Altra piccola curiosità riguarda il fatto che l’Arciprete del Duomo Monzese, ha le insigne episcopali, pur non essendo titolare di Diocesi. Tutto ciò per antiche concessioni papali.

    Tornando ai due riti, devo dire che a me questa “diversità nell’unità” piace molto, penso sia una ricchezza. Qualche piccolo problema sorge per gli ordini religiosi che risiedono a Milano, i quali si trovano di fronte al dilemma su quale rito sia preferibile seguire, ma su ciò non mi dilungo.

    Sperando di non aver annoiato nessuno, saluto caramente Luigi e tutti gli amici e amiche del pianerottolo.
    Buonanotte,
    F.

    18 Novembre, 2008 - 23:47
  59. nooooo…. Sump…. non lo dovevi fare… il “portiere” di Saba (giusto?) non me lo dovevi citare… mi si ammollano le gambe per l’emozione… perchè quando ero ancor più giovane ho giocato tanti anni in porta…

    19 Novembre, 2008 - 9:42
  60. Luigi Accattoli

    A Roberto55 (e a Leonardo, a Sump, a moralista e a chiunque ami Saba). Storia e cronistoria è un delizioso libro in cui Saba commenta le sue poesie raccontando come nacquero, svolgendo le allusioni, dicendo dove più gli piacciono. Per il cultore del Canzoniere la prosa di “Storia e cronistoria” a volte è più ammaliante degli stessi versi che commenta. Sulle “Cinque poesie per il gioco del pallone” dice che quell’andata allo stadio fu casuale, benchè egli dubiti “che a questo mondo esista il caso”; racconta dell’amico che gli cedette il biglietto d’entrata e di avervi accompagnato “sua figlia e un’amica di sua figlia”. Attenti Sump e moralista: dice che Goal è entrata nelle antologie perchè i loro compilatori “pensavano che, per il titolo e l’argomento, i ragazzi dovessero amarla”, ma secondo lui quella poesia “non è nemmeno facile, nè la migliore del gruppo ed è persino un poco letteraria”. Spiega che il passaggio “pochi momenti come questi belli…” è fatto sì di versi “sabiani” tali che “nessun’altro che Saba poteva scriverli”, ma è un Saba “che sfrutta se stesso”: a essi “manca la meraviglia della cosa scoperta per la prima volta”. Egli dà la palma alla conclusione della poesia intitolata “Tre momenti”, che in parte tu Roberto avevi citato e che qui riporto intera: “Festa è nell’aria, festa in ogni via. / Se per poco, che importa? / Nessun’offesa varcava la porta, / s’incrociavano grida ch’eran razzi, / la vostra gloria, undici ragazzi, / come un fiume d’amore orna Trieste“.

    19 Novembre, 2008 - 11:18
  61. il mio interesse per “Goal” è quasi psicanalitico… oltre l’interesse dello studente 😀

    19 Novembre, 2008 - 12:50
  62. Sumpontcura

    Caro Luigi:
    “non facile” e “persino un poco letteraria”. Mi piace molto questa definizione, che riferirei non solo a «Goal» ma a tutte le migliori poesie di Saba.
    Di «Goal» amo in particolare l’ultima strofa, con i misteriosi legami che si vengono a determinare fra i quattro versi centrali grazie a un gioco di rime e consonanze che volano alto: l’accostamento/contrasto fra “sola” e “capriola” (l’amarezza della solitudine, la spensierata giravolta animata da gioia non più contenibile) e l’ardua sintonia fra “anima” e “lontano”, ben nascosta dal verso sdrucciolo.
    Così, mi piace accostare le parole che chiudono le tre strofe: “occhi”, “vedere”, “parte”; che mi paiono, opportunamente combinate, una bella definizione per chi ama il calcio da spettatore e da tifoso, per l’innamorato da stadio.
    In confronto, la strofa conclusiva di «Tre momenti» – nonostante la bella e musicale efficacia del verso finale, con la dolcezza di quel “Trieste” che sembra sciogliersi in bocca – mi sembra nell’insieme molto più banale: la metafora dell’«offesa» è un po’ scontata e molto “letteraria”; la dialefe non giustificata del penultimo verso crea una disarmonia appiccicata e arbitraria; il gioco di finta rima fra “razzi” (doppia zeta sonora) e “ragazzi” (doppia zeta sorda) introduce una dissonanza (a mio parere) francamente brutta.
    Magari sbaglio io; ma non sempre (lo dico con un sorriso e con la giusta dose di autocompatimento) si è buoni critici di se stessi.

    19 Novembre, 2008 - 16:49
  63. Luigi Accattoli

    Sump non ho così tante armi! Io mi diletto a leggere i versi di Saba e raddoppio il divertimento a leggerne i commenti. Credo che egli in “Storia e cronistoria” svolga anche un’amabile satira della critica letteraria che in quegli anni (lo pubblica nel 1948) aveva acquisito grande autorità con i Flora, i Momigliano, i Russo e i Sapegno – tanto per dire quelli sui quali studiavo io al liceo e poi alla facoltà di Lettere della Sapienza..

    19 Novembre, 2008 - 17:16
  64. Luigi Accattoli

    Lea sono tornato a Santa Maria Maggiore e sono andato nella appella Giulia. Erano le tre del pomeriggio e c’erano 15-20 persone in grande raccoglimento, religiosi e laici. Non ho visto nulla di stonato nè dentro nè fuori la cappella. Il Santissimo era esposto su un fiammante ostensorio che poggiava sull’altare centrale coperto da tavaglie ricamate e da un paliotto damascato, con sulla destra – di chi guarda – un vaso di fiori sopra una colonna e sulla sinistra tre candelabri accesi poggianti a terra. Erano accese anche le sei candele dell’altare absidale. Come le tante volte che ero stato lì, non ho trovatro “squallore” e non mi è parsa adatta la parola “tavolaccio”. Ho trovato un’esposizione sobria, che mi è sembrata rispondente all’atteggiamento delle persone presenti. Ma ovviamente questa è solo la mia impressione. Ricordo che in agosto avevo raccontato qualcosa del genere di una mia assistenza a una messa secondo il rito ordinario, con riferimento a talune sue osservazioni. Ho ripetuto la mossa perchè mi piace ragionae sul concreto. La ringrazio per avermi provocato a entrare ancora due volte in Santa Maria Maggiore, che considero la chiesa più bella del mondo!

    19 Novembre, 2008 - 17:37
  65. lycopodium

    “Tornando ai due riti, devo dire che a me questa ‘diversità nell’unità’ piace molto, penso sia una ricchezza. Qualche piccolo problema sorge per gli ordini religiosi che risiedono a Milano, i quali si trovano di fronte al dilemma su quale rito sia preferibile seguire, ma su ciò non mi dilungo”.
    Mi ricorda qualcosa …

    19 Novembre, 2008 - 17:58
  66. FABRICIANUS

    Scusami lycopodium, cosa ti ricordano di preciso le mie parole?

    Un caro saluto,
    F.

    19 Novembre, 2008 - 21:51
  67. lycopodium

    Qualcosa che ha a che fare con “Sum.pont.cura”!
    Buona serata.
    L.

    19 Novembre, 2008 - 22:30
  68. Luigi Accattoli

    Carissimo Fabricianus, provo a fare l’interprete. Tu hai narrato di qualche problema per i religiosi che a Milano si trovano a scegliere tra i due riti – ambrosiano e romano – e hai ragionato di “diversità nell’unità” – a Lycopodium la narrazione e il ragionamento richiamano qualcosa che ha a che fare con il motu proprio “Summorum Pontificum Cura” che tratta dei riti ordinario e straordinario e che auspica una reciproca fecondazione dei due. Caro giovane amico, qui abbiamo a che fare con degli addottrinati e conviene adattarsi, ricordando sempre che lo fanno per tenerci svegli.

    20 Novembre, 2008 - 0:10
  69. benchè non sia tutto così semplice: Ambrosiano e Romano sono due riti diversi con una diversa evoluzione parallela.
    Romano straordinario e Romano ordinario sono l’ultimo la prosecuzione, distorsione, evoluzione, tradizione (chiamatelo come volete a seconda dei gusti liturgici) del primo. E al massimo lo straordinario è una variante ormai (straordinaria) dell’ordinario.
    Per cui il paragone secondo me è un po’ zoppicante…

    20 Novembre, 2008 - 10:51
  70. ignigo74

    I religiosi in terra ambrosiana DEVONO celebrare secondo il rito ambrosiano, così li invita ufficiosamente il Sinodo, così li invita ufficialmente l’arcivescovo. I religiosi poi che avessero diretta cura d’anime – parroci – e non celebrassero con il rito ambrosiano sarebbero davvero superficiali e autoreferenziali, a maggior ragione oggi che il rito Ambrosiano ha assunto il profilo definitivo, pronto a lasciarsi modellare dai secoli, e ha abbandonato quello sperimentale che era solo un abbozzo. Tra l’altro io la vedo così: andrebbero generalmente chiuse le chiese non parrocchiali o che non hanno uno stretto riferimento con la parrocchia o la diocesi (quindi fanno eccezione i santuari ecc) tutte quelle chiese delle suore dei religiosi che offrono solo funzioni liturgiche e non comunità: non ha senso la messa fuori dalla fatica e gioia comunitaria. A Milano siamo pieni di cappelle cappelline che celebrano romano e si ritagliano un piccolo orticello – anche economico – e permettono la realizzazione di una fede individualistica, quindi in realtà una religione, comoda, ordinata, molto borghese, molto personalizzata. Ripeto: per me la messa ha senso in parrocchia o in luoghi collegati alla comunità locale: altrove è sacramentizzazione e non evangelizzazione.

    20 Novembre, 2008 - 14:01
  71. Ciao Ignigo,
    in linea ideale, potresti aver ragione,
    l’ho pensata anche io così, in un lontano passato, vivendo in una piccola comunità parrocchiale, tra le più ricche di istituti religiosi e con una patriarcale basilica che alimenta spesso una fede religiosa profondamente individualistica.
    Ma è qui il busillis.
    E’ fede.
    E’ bella la fede vissuta in comunità parrocchiale, dà gioia.
    Ma non posso censurare nel modo più assoluto chi vive della fede in maniera non-comunitaria.
    Gesù non l’ha fatto.
    Anche qui, non ho il diritto di giudicare la coscienza altrui, e allo stesso tempo la Chiesa deve dare assistenza anche a coloro che non vivono la vita religiosa in modo comunitario.
    Comprendo il tuo atteggiamento, fatto di si si no no,
    ma nella Chiesa siamo persone, ciascuna con un proprio personalissimo cammino.
    ciao

    20 Novembre, 2008 - 16:01
  72. Sumpontcura

    Caro Ignigo,
    il tuo commento delle 14:01 mi trova in disaccordo, sia per la sostanza sia per il tono.
    A me sembra che la Chiesa cattolica ami l’unità e, insieme, anche la molteplicità (“et et”, non “aut aut”: Fabricianus, come al solito, ha perfettamente ragione). Se è vero che il deposito della fede è unico e indivisibile, la molteplicità dei riti può invece esser considerata ricchezza: il rito ambrosiano (che conosco poco e che spero, prima di morire, di poter conoscere meglio) è un fiore prezioso, un cammeo minuscolo ma la cui scomparsa impoverirebbe inesorabilmente la storia del popolo cristiano in occidente. E’ dovere di tutti difendere la specificità di un rito, che è minoritario rispetto all’ecumene cattolica, ma resta grande per i santi che seguendo le sue rubriche hanno consacrato l’Eucaristia, grande per le tante anime che esso ha accostato al mistero della fede e alla parola di Dio.
    Ma allora – permettimi – le tue espressioni sprezzanti su cappelle, cappelline e orticelli mi sembrano intolleranti e malaccorte. Le minoranze si rispettano tutte: non puoi parlare di “differenza come ricchezza” quando sei minoranza tu, e procedere invece con i “DEVONO” a tutte maiuscole quando – in un territorio significativo ma in fondo poi limitato – ti trovi maggioranza e guardi gli altri molto ma molto dall’alto in basso.

    Aggiungo, se permetti, che l’intenzione di chiudere – niente meno! – le chiese non parrocchiali, ai miei occhi appare non solo velleitaria ma anche del tutto sbagliata. “Offrono solo funzioni liturgiche e non comunità”. Innanzitutto non si può identificare “comunità” e “comunità parrocchiale”, credo. E poi: come sarebbe a dire “solo” funzioni liturgiche? “Solo”? Con tutto il rispetto per le attività parrocchiali, ho l’impressione che la celebrazione eucaristica sia, rispetto ad esse, un tantinello più importante. E comunque: perché il solito “aut aut”? Su questo punto non posso che schierarmi con Matteo, autore del ragionevolissimo commento delle 16:01.

    20 Novembre, 2008 - 16:28
  73. Leonardo

    Concordo anch’io con Matteo. È la seconda volta in poche ore. Se continua così bisognerà che mia faccia vedere da uno bravo.

    20 Novembre, 2008 - 17:11
  74. Nino

    L’argomento mi pare assai interessante e degno di qualche osservazione.

    Sulle chiese parrocchiali, rispetto a quanto è stato già detto e che condivido, aggiungo solo che da queste ho trovato talvolta spunti interessanti dal punto di vista liturgico e organizzativo ad esempio sulla catechesi, che ho riferito e discusso con il mio parroco e che poi abbiamo introdotto nella nostra parrocchia.

    Sulle cappelle o le chiese o basiliche non parrocchiali sarei più indulgente rispetto alla posizione di Ignigo che in linea di massima comprendo.

    Ma se le chiudessero per me sarebbe un dramma nel senso che spesso le frequento per una serie di motivi e mi chiedo, chiudiamo ad esempio : S. Ignazio, i S.S. Quattro Coronati dalle cui sorelle agostiniane ho ricevuto oggi questa mail?

    Carissimi amici,
    pace a tutti!!
    Domani, 21 novembre, la Chiesa fa memoria della Presentazione al Tempio della Beata Vergine Maria e coglie sapientemente l’occasione per dedicare la giornata alla preghiera per le Claustrali, ovvero per tutte le persone che vivono nei monasteri dedicando la loro vita alla preghiera! Dunque … ehm ehm … è la nostra festa!!
    Allora vi invitiamo non solo a farci gli auguri e a pregare PER noi …. (e datevi da fare!!)
    ma a venire alla celebrazione Eucaristica che sarà alle 18.00 qui in Basilica, presieduta dal Cardinal ANGELO COMASTRI!!
    Siamo molto felici di averlo con noi, è un uomo di Dio che molto ha da dire alla Chiesa e a tutti noi che cerchiamo Dio con tutto il cuore!!
    I vespri li anticipiamo un po’, alle 17.15 e poi la messa ci sarà alle 18.00!!
    Non fateci mancare la vostra affettuosa vicinanza di sempre, se non con il corpo almeno con la preghiera!!
    Grazie a Dio di voi!
    Pace,
    le vostre sorelle agostiniane

    20 Novembre, 2008 - 18:43
  75. dg

    Si tratta di un complimento. Nel nuovo testamento San Paolo ci racconta di Gesù che per noi è diventato “maledizione”, riferendosi alla sua morte di croce. Quella scritta non è un insulto, ma una dichiarazione di fede e un atto di stima: anche il Papa, per amore nostro, è diventato come Gesù “maledizione”, accettando il destino della croce.

    20 Novembre, 2008 - 19:21
  76. personalmente non vedo nulla di sprezzante in Ignigo,
    è legittimo idealizzare,
    e non capisco perchè bisogna estremizzare le posizioni.
    E’ perfettamente comprensibile l’ansia comunitaria di Ignigo,
    come non è comprensibile chi non riesce a vedere nell’Eucarestia una COMUNITA’ che si raccoglie per fare memoria della Pasqua e ripetere il memoriale.
    Sin dagli inizi del movimento cristiano, i seguaci di Cristo si raccoglievano in case facendo comunità nella frazione del pane.
    Una particolare evoluzione della religiosità ha portato anche a vivere l’Eucarestia con un profondo individualismo, come accade in certe patriarcali basiliche romane o in un grande duomo, dove le persone arrivano a messa, si affiancano le une alle altre da perfetti sconosciuti, si scambiano anche il segno di pace quasi a forza, perchè si deve… e ci si congeda dopo la benedizione da perfetti sconosciuti, (decenni di s.Maria Maggiore me l’hanno insegnato). Diversi, più estroversi riescono a fare anche un po di vita sociale, si spingono a conoscere quelli “a fianco”, nelle occasioni delle celebrazioni.
    Ho visto per tantissimi anni le stesse persone perfettamente sconosciute arrivare alla s.Messa nella cappella della Madonna o la domenica per la messa solenne, fermarsi alla celebrazione e sparire, senza dare assolutamente confidenza a nessuno.
    Anzi.
    negli anni 60, posso ricordare, come le persone si recassero nella cappella del Santissimo (dove è la salma di san Pio V) al solo scopo di ricevere la “comunione” (vi era consuetudine che ogni 15 minuti un padre redentorista, p. Francesco, veniva all’altare e con un brevissimo rito distribuiva la “Comunione” a tutti quelli che erano in ginocchio alla balaustra. I comunicanti subito dopo la “Comunione” sparivano)
    Un giorno qualcosa accadde, forse arrivo’ nuova disposizione, e p.Francesco disse che non si poteva più dare la “Comunione” al di fuori della celebrazione Eucaristica, soprattutto in quel modo abituale. Alcuni andarono su tutte le furie, arrivarono a fare persino esposti alla Santa Sede contro quell’anziano religioso, che ha servito silenziosamente per decenni in quella basilica.
    Era stato tolto a loro quel magico momento per unirsi al corpo di Cristo, senza bisogno della celebrazione della s. Messa ma soprattutto senza stare in mezzo a troppa gente a fare “Eucarestia”, ma guarda caso era quello che volevano la maggioranza assoluta dei vescovi che si erano riuniti da tutto il mondo in san Pietro, vescovi nominati da Pio XII, mai dimenticarlo!
    Ordunque,
    è utile tener conto di tutte le sensibilità, e come la Chiesa Mater et Magistra,
    va verso tutti, comunitari e individualisti, senza la puzza sotto il naso ma nemmeno senza predicozzi …. interessati.
    Non mi schiero nemmeno io per me stesso.
    A ciascuno il rispetto per la propria personale sensibilità, per le proprie passioni, per la propria generosità, Il cuore… ci pensa Cristo.

    Nino,
    sei una ricchezza,
    ma ti confesso che nel precedente post, una battuta non mi sembrava proprio da te.

    un saluto

    20 Novembre, 2008 - 20:39
  77. Sumpontcura

    “Non mi schiero nemmeno io per me stesso.”

    Caro Leonardo, il nostro assenso non è gradito. Matteo ha raccolto il pallone, ci guarda storto borbottando: “E’ mio, e io non gioco più”, e se ne torna a casa col sedere dritto.

    20 Novembre, 2008 - 21:06
  78. avviso ai naviganti,
    io sono fedele nella mia libertà,
    non la baratto con nessuno,
    grato a Leonardo se riesce ad avere comprensione per me,
    non ho voglia di giocare con gli eccessi.
    Sump, ho perfettamente presente che non siamo in linea,
    e purtroppo non mi ritrovo nelle tue riflessioni.
    posso solo rispettarti.
    Che tu irrida,
    non me ne cale,
    non sono nuovo alle tue uscite.
    Quando troverò misericordia presso di te,
    ringrazierò il Signore, ma forse dovro aspettare che rinevichi il 5 agosto sul colle esquilino….
    ma da Papa Liberio…..

    20 Novembre, 2008 - 21:15
  79. Luigi Accattoli

    Il mio benvenuto a dg: la sua interpretazione è stimolante! Continui a visitare il blog e a lasciare commenti.

    20 Novembre, 2008 - 21:43
  80. Sumpontcura

    Matteo,
    sei proprio un bel tipo.
    Riassunto per i lettori frettolosi:
    – Ignigo scrive: “Non ha senso la messa fuori dalla fatica e gioia comunitaria”.
    – Matteo obietta: “E’ bella la fede vissuta in comunità parrocchiale, dà gioia.
    Ma non posso censurare nel modo più assoluto chi vive della fede in maniera non-comunitaria”.
    – Io affermo: “Su questo punto non posso che schierarmi con Matteo”.
    – Leonardo: “Concordo anch’io con Matteo”.
    – Matteo: “Non mi schiero nemmeno io per me stesso”.

    Il minimo che si possa dire è che il nostro assenso non è gradito. Che poi tu, dopo averci sputato in faccia, voglia calarti, con sprezzo del ridicolo, nei panni della vittima, bene: Dio ti benedica e buona notte.

    20 Novembre, 2008 - 21:59
  81. Luigi Accattoli

    La simpaticissima lettera delle agostiniane dei Santi Quattro, riportata da Nino, sembrava scritta da Clodine, che invece è affiliata ai salesiani… Clodine dove sei?

    20 Novembre, 2008 - 22:08
  82. sepoltura,
    potrebbe limitarsi alle sue riletture letture sulle sue affermazioni,
    ma si annoierebbe a morte,
    a lui lo sport in cui si diverte meglio,
    invece che il confronto,
    lo sberleffo.
    Grazie, sempre gentile nel tuo puro stile.
    Il rispetto altrui per te è sempre un’opzional.
    D’altronde è la tua vita,
    Auguri

    20 Novembre, 2008 - 22:44
  83. ehi ehi gente!
    manteniamo lo stile soprridente e simpatico di Luigi, che se ogni tanto tace non è perchè non ha nulla da dire, ma perchè sa che certi silenzi valgono più di molte parole.
    Io tifo per tutti (che equivale a non tifare per nessuno), dunque vorrei dire a tutti: se ci apprezzano, non rifiutiamo l’apprezzamento.
    Se rifiutano il nostro apprezzamento, non er questo esso non era giusto…
    beh, è tardi… notte serena a tutti!

    20 Novembre, 2008 - 23:35
  84. Grazie,
    consiglio d’oro sempre valido,
    che spesso dimentico,
    nonostante più volte mi è stato ricordato,
    faccio ammenda

    21 Novembre, 2008 - 8:43
  85. Sumpontcura

    Sumpontcura = “Sepoltura”? (ieri sera, ore 22:44).
    Gulp!
    Ho proprio l’impressione, caro Matteo, che qualunque tipo di confronto fra noi due non faccia del bene né a te né a me.
    Ad maiora.

    21 Novembre, 2008 - 13:21
  86. Luigi Accattoli

    Sump non cavare troppe conseguenze da quel sepolcro vuoto. Leggendo mi ero detto: povero Sump povero Matteo! Tu sai che Matteo litiga con la tastiera… e del resto se ti fossi nominato Giovanni forse a sepoltura non ci arrivava!

    21 Novembre, 2008 - 23:26
  87. Sumpontcura

    Tranquillo, Luigi: non sono superstizioso, grazie a Dio. Quando ho letto la battuta funerea ho avuto una reazione simile alla tua. Oh poveretto! – ho pensato.
    Ho deciso poi che avrei fatto bene a dargli (e a darmi) un po’ di fiato, scomparendo almeno per una giornata.
    Certo, ora la pausa è finita e il dibattito su Küng è un po’ “a rischio”: ma che vuoi! in questo mondo nessuno è perfetto.

    22 Novembre, 2008 - 13:19
  88. raffaele.savigni

    Non capisco perché Matteo si sia così irritato per il fatto che alcuni dei suoi tradizionali “antagonisti” si sono trovati in accordo con una sua affermazione…
    Io non ho questo problema: talvolta mi trovo d’accordo con Matteo o con Ignigo, talora con Sump, e non mi sento a disagio per questo.

    22 Novembre, 2008 - 22:36
  89. irrittato?
    quando?

    22 Novembre, 2008 - 22:41

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