Benedetto: “Vogliamo scuotere il cuore di Dio”

“Quando preghiamo noi tocchiamo il cuore di Dio perchè tocchi il cuore degli uomini”: così avevo sentito il collega Andreas English tradurre a braccio un’improvvisazione del papa durante l’ultimo appuntamento della visita in Baviera, giovedì scorso. Quelle parole mi erano entrate dentro e le volevo proporre qui, ai vsitatori del blog, in adempimento della promessa che ho fatto (vedi post del 12 settembre) di segnalare le parole che papa Benedetto rivolge a Dio, che trovo più vive di quelle che rivolge agli uomini. Posso farlo ora che il sito vaticano ha fornito la traduzione di quel discorso improvvisato e lo faccio con “cioia” direbbe Ratzinger, perchè ho visto che Andreas aveva tradotto bene e io avevo intuito giusto: in questo brano abbiamo un’attestazione ardente di ciò che il papa intende per preghiera. Mi tocca soprattutto quello scongiurare Dio, tendendo a scuoterlo, a toccargli il cuore, appunto: “Fallo per favore”. Ecco il brano nella traduzione ufficiale, sotto l’intestazione “Incontro con sacerdoti e diaconi. Freising, Mariendom, 14.09.06”:  “Pregare Dio perchè mandi sacerdoti  significa scuotere il suo cuore e dire: “Fallo per favore! Risveglia gli uomini! Accendi in loro l’entusiasmo e la gioia per il Vangelo! Fa’ loro capire che questo è il tesoro più prezioso di ogni altro tesoro e che colui che l’ha scoperto deve trasmetterlo!” Noi scuotiamo il cuore di Dio (…) Come persone di preghiera, colme della Sua luce, raggiungiamo gli altri e, coinvolgendoli nella nostra preghiera, li facciamo entrare nel raggio della presenza di Dio, il quale farà poi la sua parte. In questo senso vogliamo sempre di nuovo pregare il Padrone della messe, scuotere il suo cuore, e con Dio toccare nella nostra preghiera anche i cuori degli uomini, perché Egli, secondo la sua volontà, vi faccia maturare il “sì”, la disponibilità; la costanza, attraverso tutte le confusioni del tempo, attraverso il calore della giornata ed anche attraverso il buio della notte.

21 Comments

  1. don vito

    Perchè pregare? le cose vanno come devono andare … è tutto scritto! Vi è una mentalità diffusa che educa al destino, che propone di vivere attimo per attimo, emozione per emozione, anche l’amore perchè non sai quanto dura … cosa resta della libertà? della responsabilità? del mistero? della vocazione? della volontà di Dio? Il futuro, se non fa paura, sembra non riguardarci perchè non lo possiamo definire senza incognite. Fai tanti progetti, tanti sacrifici e poi… La preghiera riguarda quel delicatissimo rapporto fra la vita, il suo tempo e il suo senso, fra ogni uomo e Dio. La vita ha i suoi appuntamenti, che alcune volte ti trovano impreparato, altre volte ti trovano solo, altre volte ti feriscono o ti preoccupano, allora pensi ti poter pregare … ma perchè rivolgersi a Dio, egli già non conosce la situazione, non sa cosa sarebbe meglio, non si rende conto … alcune volte i fatti concreti della vita sono così drammatici che sei indeciso fra il “condannare” Dio o “credere di non credere” … eppure resta nel cuore il desiderio di pregare, la speranza che Dio ti ascolti, che almeno Lui non ti lasci solo … la preghiera è forse la parola più interiore dell’uomo, più intima, più piccola, perchè è il momento in cui ognuno, drammaticamente o felicemente, si scopre figlio, desideroso di essere amato, ascoltato, aiutato. La preghiera del papa “esprime” la sua figliolanza, la sua “intimità” con il mistero, la sua fiducia, e la “sua educazione”. La preghiera del papa si mostra come una preghiera “educata”, non semplicemente immediata, come chiedere una informazione ad un passante, ma una “parola familiare di relazione”, una abitudine a fidarsi di Dio, una speranza consapevole che non tutto è già scritto senza di me, perchè per Dio sono prezioso, il mio futuro, la mia vita, Dio la vuole decidere con me e non senza di me. Dio attende che io allunghi la mano per “toccare” il suo cuore … alla preghiera è data l’esperienza della relazione con il mistero di Dio. Alcune volte, non sempre semplici, Dio ci fa udire il suo silenzio, il suo mistero, il suo “passare” in leggero vento di silenzio, come accadde al profeta Elia, come accadde a Gesù nell’orto, … eppure la preghiera “ci educa” ad essere quotidianamente figli di Dio.

    19 Settembre, 2006 - 18:21
  2. Premessa: uscirò fuori argomento, e me ne scuso. Ma leggendo il testo pronunciato questa mattina dal Papa durante l’Udienza Generale, non ho potuto non notare la Sua grande arguzia: “Per il lettore attento, risulta chiaro che non volevo in nessun modo far mie le parole negative pronunciate dall’imperatore medievale???. Ciò ha detto Ratzinger sul famoso discorso di Ratisbona, che tanto in fibrillazione ha mandato l’Islam. Come avrete potuto notare – fermo restando il rammarico per le reazioni spropositate da parte dei soliti estremisti musulmani -, il Papa non ha chiesto pubblicamente scusa (ed ha fatto bene), non si è giustificato dicendo – “mi sono espresso male” -, ma ha detto a chiare lettere che chi è sceso sul piede di guerra, non ha capito le Sue parole, non le ha interpretate come avrebbe dovuto. Ho notato questo passaggio molto sottile ed ho percepito in esso uno scatto d’orgoglio del Papa. “Io ho detto una cosa, voi ne avete capita un’altra”: in poche parole – correggetemi se sbaglio – Benedetto XVI ha lanciato, tra i tanti distinsevi, anche questo messaggio in codice all’Islam.
    Saluti

    20 Settembre, 2006 - 12:28
  3. Scusate, ma io mi sono rotto di questa storia. Arguzie, cortesie, precisazioni, smentite: credo che i musulmani intelligenti abbiano capito e che, come al solito, solo gli estremisti urlino.
    Allora, a questo punto facciamo una scelta. O discutiamo ancora di questa vicenda e così il pontificato di Ratzinger si concluderà fermo ancora a chiedere scusa su qualsiasi cosa, oppure vediamo di guardare negli occhi i musulmani che hanno capito, tendere loro la mano e – come del resto Ratzinger ha detto oggi – andiamo avanti per la pace e un mondo migliore.
    Mentre divampava tutto ‘sto casino, cari amici, i morti di fame non hanno atteso la conclusione della vicenda per morire. E le ingiustizie sociali nel mondo continuano.
    Perciò andiamo avanti. Penso che la Chiesa – ancora è presto per dire se abbia vinto o perso – abbia dimostrato il proprio peso morale e ne abbia acquistato altro ancora. In grado di farla svettare nel mondo e dandole la forza per condannare a voce più alta il male commesso in nome di Dio.
    Ora lasciamo passare il tempo: ma sarebbe buona cosa, proprio per mostrare che la Chiesa non ha paura, un bell’incontro ad Assisi in cui condannare con forza estrema l’estremismo. Sarebbe la definitiva conclusione di tutta questa storia.
    Un abbraccio, scusatemi ma ho i nervi a fior di pelle avendo seguito la cosa a getto continuo.

    20 Settembre, 2006 - 13:52
  4. Maria Grazia

    Caro Tonizzo,lasciamo perdere Assisi per favore!Ormai abbiamo capito che non serve assolutamente a nulla.Papa Wojtyla ha basato il suo dialogo con l’islam su questi incontri e dove siamo andati a finire?Esattamente dove siamo adesso,in Eurabia.Oggi su un blog ho visto Wojtyla che baciava il Corano:forse lì gli estremisti hanno capito che potevano prendersi tutte le libertà che volevano,perchè la Chiesa non avrebbe preso in mano la situazione.
    A questo punto dobbiamo decidere:o rimaniamo fermi agli incontri di Assisi,nei quali giustamente Ratzinger non crede,oppure basiamo il dialogo su basi solide e reciproco rispetto.Rispettare l’altro significa lasciarlo parlare e il Papa non può fare nemmeno quello.L’islam moderato esiste?Se sì faccia sentire la sua voce e parliamo su un piano di parità senza minacce di morte e di attentati.Se non si ripudia la violenza non si va da nessuna parte.Papa Ratzinger ha indicato la strada giusta e,per fortuna,non si è scusato per una cosa che non ha fatto.
    Di questa questione io parlerò fino alla fine dei miei giorni visto che difendere il Papa significa difendere anche la mia libertà di parola,pensiero e azione.O forse ormai non ci è concesso nemmeno questo?
    Caro Tonizzo,non sono disposta a passare oltre perchè siamo al giro di boa:dal 12 settembre siamo tutti meno liberi.Non parlo del Papa che ha coraggio da vendere ma di tutti i vignettisti che fermeranno la matita,di tutti gli scrittori che dovranno nascondere la penna,di tutti gli uomini di Chiesa che taceranno per opportunità.
    Non posso passare oltre,è troppo importante parlare della vicenda.I politici italiani hanno abbandonato il Papa a se stesso,idem l’Europa e gli USA.
    Se il Pontefice fosse un altro e fosse stato attaccato in modo tanto vile e terribile,non si sarebbero organizzate fiaccolate,magari ad Assisi,al colosseo,al Campidoglio,al Duomo di Milano?Dove sono le bandiere arcobaleno in piazza San Pietro?Mi vergogno profondamente di vivere in un Paese in cui il Presidente Napolitano non ha detto nulla in difesa del Papa,in cui il Presidente del Consiglio afferma che saranno le guardie del Papa a pensare alla sua sicurezza.Mi vergogno di essere italiana e sinceramente non capisco come mai Ratzinger ami tanto il nostro paese.
    Per fortuna ha intorno a sè tante persone di buona volontà:erano attesi 20mila fedeli stamane ma ne sono arrivati il doppio.E’ già un inizio.
    Dico solo ai nostri politicanti che stiamo correndo un rischio enorme in termini di privazioni di libertà e di moltiplicazione di partiti xenofobi.
    Scusate la lunghezza,MG.

    20 Settembre, 2006 - 16:39
  5. Andrea Zambrano

    D’accordissimo con Maria Grazia. Tonizzo, una speranza e una certezza: ricordati che la Chiesa non perde mai! Non prevalebunt! Coraggio
    a.z.

    20 Settembre, 2006 - 17:15
  6. Cara Maria Grazia, i commenti tuoi e del collega Andrea Zambrano mi fanno sentire meno solo in questo periodo in cui in troppi tacciono o abbassano la testa per paura.
    Spero solo che la persecuzione di questi giorni al Papa (perchè di ciò si tratta) possa essere vero lievito per la nostra religione. Perchè lo dico?
    Penso alla persecuzione dei cristiani da parte di Diocleziano e Nerone; e più ci penso e più rifletto sul fatto che questi due sciagurati imperatori (come tanti altri Cesari, ma loro due in particolare) non ottennero molto dalla loro guerra ai cristiani. Anzi, più li perseguitavano, più aumentava il numero dei seguaci di Cristo.
    L’Islam estremista ci attacchi pure, ma la storia insegna che la violenza nei nostri riguardi ci aiuta a moltiplicarci.

    Saluti

    20 Settembre, 2006 - 18:22
  7. Maria Grazia

    Al peggio non c’è mai fine.Se devo vedere Prodi che straparla e solo la destra che insorge per le offese(queste sì al Papa),mi tocca proprio pensare di espatriare.Scusate lo sfogo ma sono particolarmente indignata e non mi ha aiutata visitare il sito di dagospia:

    http://213.215.144.81/public_html/index_nf.html

    Quando finirà tutto questo?Quando l’Europa reagirà?Quando smetteremo di pensare che un Papa è cattivo e l’altro è buono?Nessuno fa nulla,anzi si fanno battutine che non fanno ridere nemmeno i polli e si mette a rischio la vita del Papa.Bel Paese!

    20 Settembre, 2006 - 19:49
  8. Luisa Buhler

    Sapete che cosa ha trovato da dire Tariq Ramadan (un professore discusso e discutibile) su un giornale della mia città? Che il discorso del Papa era riduttore perchè dimentica il ruolo fondatore della religione musulmana per l`Europa…sì sì il cristianesimo sullo stesso piano dell`islam ed è per lui essenziale di non dimenticarlo per il futuro dell`Europa ! Questo è il nuovo paradigma che certi intellettuali vorrebbero imporci,l`islam parte integrante del`identità europea ! Una strategia che si vuole furba e rischia di essere efficace se certi giornalisti o intellettuali seguono su questa strada senza fondamento storico.
    Per ritornare alla preghiera vorrei dire che quando vedo o ascolto Benedetto XVI pregare lo sento così intimamente legato a Cristo,immerso in Cristo ,che quasi istintivamente mi sento anch`io più vicina a Cristo.
    Il suo sguardo abitato dall` Amore ,le sue parole così umili ,semplici,la sua totale fiducia in Cristo ,quel parlargli come si parla a un padre affettuoso che prende cura di noi, quel dire: ” aiutami Tu ,io da solo non ce la posso fare “,toccano profondamente il mio cuore io che troppo spesso credo potere cavarmela da sola… Papa Benedetto incarna completamente ciò che egli cerca di spiegarci, fede e ragione riunite . È per me un modello ,un esempio o più semplicemente il mio Pastore che seguo con intera fiducia, affetto e devozione .Saluti, Luisa

    20 Settembre, 2006 - 20:12
  9. Luisa Buhler

    Cara Maria Grazia,ti sento così indignata, preoccupata e posso capirti. È vero che la prestazione di R. Prodi sulla sicurezza del Papa era…diciamo, priva di classe. Ma non essendo italiana non voglio permettermi di criticare i vostri uomini politici.
    Penso che in generale quest`ultimi ,sopratutto quando sono al governo, e non solo in Italia ,devono tenere conto di talmente tanti paradigmi, che a forza di essere politicamente corretti possono effettivamente sembrare …poco coraggiosi.
    La migliore risposta l`abbiamo avuta oggi in Piazza San Pietro ,più di 40.000 persone attorno al Papa ! Senza paura, per testimoniargli sostegno e affetto .
    E quanto sono stata contenta di sentire il Papa parlare della sua esperienza particolarmente bella di Ratisbona ,l`Università sua patria spirituale per tanti anni.
    Il Papa non si è lasciato influenzare, ha solo chiarito il vero senso delle sue parole. Ciò mi lascia sperare che anche nel futuro Papa Benedetto conserverà la sua libertà di pensiero ,libertà d`espressione assolutamente necessaria al dilà del pensiero unico e del politicamente corretto .
    Fiducia Maria Grazia, Il Papa è nel cuore degli Italiani ,contro questa evidenza nessun uomo politico può lottare e non penso nemmeno voglia farlo ! Un abbraccio di cuore, Luisa

    20 Settembre, 2006 - 21:40
  10. bianca

    Se è vero che le fiaccolate vengono generalmente organizzate dai cattolici, dobbiamo dedurre che il problema è nostro, non degli anticlericali nè dei politici. Papa Ratzinger è stato lasciato solo da un mondo cattolico al quale evidentemente il suo modo di parlare di Dio non tocca il cuore. Perchè non interessa più che si parli di Dio. E sui giornali del giorno dopo certe frasi dette il giorno prima non le trovi mai. Se ne trovano altre, di cui già troppo si è detto. Gli si rimprovera quasi di rivolgersi troppo a Dio e poco agli uomini
    Credo che ora il Papa senta un gran bisogno di silenzio da parte degli uomini . Ma di un silenzio rispettoso, non quello pilatesco cui abbiamo assistito in questi giorni.

    20 Settembre, 2006 - 23:36
  11. Infatti proprio perché penso che da questa vicenda la Chiesa sia uscita rafforzata, dico che è ora di andare avanti. E questo non vuol dire chinare la testa.
    Invece continuiamo a dare peso mediatico all’estremismo. Che è una minoranza e che ha bisogno di questo per farsi conoscere. Bel gioco.
    Continuate così (io ho smesso), fate loro pubblicità. Anziché aiutare il lavoro diplomatico silenzioso dei Nunzi guidati dal Cardinal Bertone.

    21 Settembre, 2006 - 11:34
  12. Cari Gianluca, Andrea, MariaGrazia.

    Voi continuate a dire che abbiamo paura.

    Ma non è per paura dell’islam che dobbiamo offrire all’islam parole e fatti di pace (nella verità) e parole e fatti d’amore (nella verità). E’ per essere fedeli a Cristo, che ha dato la sua vita per molti.

    A me sembra che siate voi ad avere paura: paura per la nostra civiltà, per la nostra identità… sono timori legittimi, che comprendo e rispetto. Ma da cristiani, come possiamo avere paura? Cristo ha detto a Pietro che le porte dell’inferno non prevarranno. Non ci basta? Siamo, come Pietro, uomini di poca fede, che temono ogni increspatura delle acque del lago?

    Io ho paura solo di una cosa: che la Chiesa cessi di essere la Chiesa dell’amore, del sacrificio, della croce, del martirio, per diventare la chiesa della paura, del sospetto, della difesa a tutti i costi di sé. Perché Cristo ha detto anche: “Se il sale perde sapore, con che cosa lo si renderà salato?”.

    Se permetteremo che il terrore per gli estremisti sfiguri il volto della Chiesa in modo da non lasciar trasparire il volto luminoso e amante di Cristo, per diventare una maschera stizzita, furente e terrorizzata, sarà la più grande vittoria per tutti i nemici della Chiesa – e per l’unico, vero Nemico.

    Chi deve reagire? L’Europa, l’America, la destra, la sinistra? Chi sarà il nuovo bastone della Chiesa? Ma per la Chiesa non è abbastanza appoggiarsi alla Croce di Cristo? Eppure già Isaia esortava a non confidare nell’Egiziano o nell’Assiro, ma solo nel Signore Dio che si prende cura del suo popolo. L’impero romano è caduto, è caduto l’impero sovietico, e la Chiesa è ancora qui.

    E allora non cediamo – come disse Giovanni XXIII – ai profeti di sventura, non cediamo ai profeti di guerra e di scontro irresistibile tra le civiltà. Qquali civiltà, poi? Il Cristianesimo è solo Occidente? E cos’è rimasto di cristiano nell’Occidente?
    E che cos’è l’Eurabia, cara MariaGrazia? Non è forse lo slogan di giornali molto poco cristiani – esattamente come quelli che tu contesti con tanta veemenza? Non è forse un modo per dire che non vogliamo gli immigrati, specialmente quando vengono da culture, civiltà, religioni diverse? Ma è questo che ci ha insegnato Cristo? Non è proprio così che lo tradiamo? Gesù vuole che noi innalziamo il crocifisso come una clava, o che vi saliamo sopra anche noi, come tanti nostri santi fratelli e sorelle? Ma se perdiamo l’amore per i nemici, il rispetto per le persone di altre fedi, non facciamo esattamente quello che imputiamo all’islam? Se iniziamo a confondere la nostra fede col nostro Stato o con la nostra cultura, non prendiamo esattamente gli stessi difetti che condanniamo nell’islam? L'”islamizzazione” del cristianesimo è alle porte, ma in QUESTO senso, non in quello che credete voi!

    Se la nostra cultura – io amo profondamente la nostra cultura italiana ed europea, da Omero a Michelangelo, da Virgilio a Dante a Dostojevskij, dalla cupola di S. Pietro alle campagne emiliane – scomparirà, e ce n’è il rischio, non sarà per le “orde barbariche” che terrorizzano tanto, ma sarà per la profonda dimenticanza, il terribile sperdimento, lo spreco che noi ne stiamo facendo, nelle scuole, nei mezzi di comunicazione, ma anche in troppe, troppe famiglie che magari si definiscono cristiane.
    Benedetto XVI non ha forse detto che quello che suscita la paura e l’odio dell’islam e delle altre civiltà non è il nostro Dio, ma l’essere una civiltà senza Dio?
    E’ da qui che dobbiamo cominciare, ma con la consapevolezza che non dobbiamo proprio prendercela con nessun altro se non con noi stessi. E diventare di nuovo luminosa irradiazione di Cristo.
    Sono sicuro che anche voi ci provate, tutti i giorni.

    E dovremmo sapere che il giorno che ha cambiato la storia non è stato quando le Torri sono state abbattute – che tante torri vengono abbattute ogni giorno – ma quando la Croce è stata innalzata e Cristo, vero Dio e vero uomo, ha dato la vita per amore, insegnandoci a dare la vita per amore, anche per chi innalza le croci ed abbatte le torri.

    21 Settembre, 2006 - 12:29
  13. Andrea Zambrano

    Tutto vero caro gianluca ma come diceva Don Abbondio “Il coraggio uno non se lo può dare!”. Scherzi a parte la paura è un sentimento normale. Gesù, perdonate l’espressione, se la faceva sotto dalla paura nel getzemani.
    In quanto a noi se è venuto davvero il momento di dare una testimonianza vera, senza sconti, che investa la nostra vita, prepariamoci. E prepariamoci anche a essere ispirarti su che cosa dire, perché da Ratisbona in poi ormai tutto può prendere fuoco.

    Saluti

    PS: In quanto emiliano, le campagne emiliane che tu ami io le trovo molto tristi, soprattutto da Ottobre a Febbraio. Spesso sono tentato di emigrare in Argentina per i mesi invernali, come faceva mio nonno, ma anche là c’è un bel da penare…

    21 Settembre, 2006 - 16:02
  14. Luisa Buhler

    Difficile scrivere dopo Luca, sono parole molto belle che ho letto e riletto.
    Sono d`accordo che dobbiamo testimoniare in prima persona i nostri valori cristiani appoggiandoci sull`amore di Cristo. Ma confesso che non devo essere una buona cristiana perchè non ho una vocazione di martire!
    Sono dotata di una ragione e non posso non vedere quello che sta sotto i miei occhi, dopo è certo mia responsabilità di sapere come reagire e sono d`accordo che le reazioni di pura paura non sono efficaci ( anche se delle volte la paura ci segnala un pericolo e ci prepara a reagire). Mi sembra comunque importante informarsi, non essere ingenui.
    Vivere da cristiani, testimoniare con il nostro comportamento i nostri valori, condividerli ,sì, ma ciò non mi impedisce anche di difenderli se li sento in pericolo e non penso per questo essere donna di poca fede.
    Come per esempio non reagire quando leggo sui miei giornali locali , due giorni di seguito ,due intellettuali musulmani con superbia e sicurezza attaccare Benedetto XVI?
    Tariq Ramadan che scrive che bisogna spiegare al nostro povero Papa che con il suo pensiero riduttore ,ha sbagliato storicamente, scientificamente e…spiritualmente sul passato storico e religioso dell`Europa omettendo di parlare del ruolo fondamentale giocato da diversi musulmani nella costruzione dell`identità europea e che del resto i musulmani condividono i nostri stessi valori.
    Hani Ramadan,direttore del centro islamico di Ginevra,in seguito ,che afferma con la stessa superbia che è la religione cristiana a avere problemi con la ragione a causa dei suoi dogmi irrazionali e delle sue nozioni indeciffrabili. Cita l`esempio della Trinità, un mistero che non può comprendere l`intelletto umano. Al contrario per l`islam l`unicità di Dio è una nozione accettabile dalla ragione. Nessuna ruttura dunque fra scienza e religione e nessuna Inquisizione. Finisce suggerendo al Papa di essere più sottile evitando referenze che datano di un `altra età!
    Se insisto è perche troveremo sempre più questo genere di argomenti e preferisco prepararmi per poter respondere.
    Perchè ,se sono d`accordo sull`importanza del dialogo, il dialogo deve essere rispettuoso, reciproco e, sopratutto basato sulla verità, sincerità e non sulla menzogna e la manipolazione.
    Caro signor Accattoli,ci siamo allontanati dalla preghiera….grazie per la sua ospitalità! Saluti, Luisa

    21 Settembre, 2006 - 17:05
  15. Luigi Accattoli

    Luisa, a me interessa più d’ogni altro il papa che prega, ma ovviamente leggo volentieri ogni altro commento. Bellissimo quello di Luca. Bellissimo anche quello di don Vito sulla “preghiera educata”.
    Anche per quanto riguarda l’Islam, quello che prega mi interessa più d’ogni altro. Almeno per quell’aspetto credo non si possa negare che Maometto abbia portato qualcosa di buono: Charles de Foucauld, Annalena Tonelli e Andrea Santoro erano affascinati dalla capacità dei musulmani di stare per tutta la vita davanti al mistero di Dio.
    Saluti. Luigi

    21 Settembre, 2006 - 18:48
  16. Troppo gentili, grazie dei complimenti.
    Vorrei anche dire molto chiaramente che di vocazione di martire ne ho meno di tutti quanti, per intenderci ho paura pure del dentista.
    Ma quando la Chiesa è martirizzata (e qui da noi non lo è: la spocchia di qualche intellettuale laicista non basta, ahimé, a donarci la corona del martire), dicevo, quando la Chiesa è martirizzata dovremmo essere confortati, perché vuol dire che sta facendo quello che deve, che sta seguendo le orme di Cristo. E’ quando la Chiesa non è martirizzata che dovremmo iniziare a preoccuparci. Per non parlare di quando sono i cristiani a martirizzare qualcun altro.

    In ogni caso, rimango convinto che con l’islam solo una testimonianza limpida, nuda e povera di Cristo può avere successo: almeno il successo misterioso e crocifisso (ma reale) di Cristo.
    Tanto che, concordando probabilmente con qualcun altro su questo blog, non ho molta fiducia nel dialogo teologico tra le religioni: le religioni (anche quelle “abramitiche”) partono da presupposti diversi e non è possibile conciliarle senza distruggerle. E non possiamo pretendere (né altri possono pretendere da noi) che un altro si presti a distruggere la propria religione pezzo per pezzo. E’ per questo che spuntano fuori quasi inevitabilmente cose insensate e irritanti come gli interventi dei due Ramadan. Ma anche certi nostri interventi risultano evidentemente indigesti a molti musulmani anche tutt’altro che estremisti. E allora, da questo punto di vista, meglio tacere.

    Guardate che io ho molto chiaro che la prospettiva irrinunciabile dev’essere non il dialogo, ma l’evangelizzazione! Anzi trovo che questa prospettiva sia stata messa troppo in sordina anche nella Chiesa, o per timori “diplomatici” (ma anche molto concreti) più o meno giustificati o per un concetto malinteso del cristianesimo. Non possiamo dimenticare che il primo dovere che abbiamo nei confronti dei musulmani è l’amore, e l’amore comprende anche la volontà di annunciare Cristo.
    Ma sicuramente non si evangelizza a colpi di “La tua religione fa schifo!”, non si evangelizza con la spada (o la bomba) e non si evangelizza con la violenza, anche solo verbale, e con la mancanza di rispetto. E se mancano i presupposti per la convivenza, salta tutto.
    Per questo l’idea di un dialogo finalizzato alla convivenza, al buon senso, è forse la più urgente in questa fase storica.
    E’ poi la vecchia idea di san Francesco: tra i musulmani, comportarsi bene, da persone oneste e amorose. E confessare di essere cristiani. Sembra niente, ma ci sono parecchi martiri francescani che hanno seguito il consiglio.

    Il papa ha indicato la ragione come lo strumento di base tramite il quale dialogare. E’ una pista importante. Discutibile, teologicamente? Forse. Ma un vero ponte lanciato verso le altre religioni e, ancor più, verso il mondo della cultura laica. Con alcuni rischi e parecchie opportunità.
    Per questo il fraintendimento malizioso (dovuto soprattutto ai media, con sempre più incosciente irresponsabilità) è stato ancor più drammatico.

    E tanto più (confortati dal fatto che la fiammata d’ira sembra molto ridimensionata) occorre unirsi nella preghiera: per il papa, per i cristiani che continuano a testimoniare Cristo in Oriente e per l’immensa folla dei musulmani che adora l’unico Dio ma non sa riconoscervi il volto di Cristo.

    N.B. Le pianure emiliane sono oltremodo tristi, ma grazie al cielo sto appena in collina, ed è tutto un altro andazzo.

    21 Settembre, 2006 - 19:13
  17. Maria Grazia

    Caro Luca,non posso aggiungere nulla al tuo discorso.parli con cognizione di causa del Cattolicesimo e non posso che farti i complimenti,però,tornando ad un piano più terra terra,non posso non aggiungere alcune cose.Poi spero i chiudere l’argomento perchè tonizzo ha ragione riguardo alla pubblicità gratuita nei confronti di certe persone…
    Il punto sta proprio in quello che sostieni:il Papa muoveva una critica all’occidente,non all’islam ed è stato volutamente frainteso e messo alla gogna.Questo è gravissimo perchè d’ora in poi la sua voce sarà meno libera e,con essa,quella di tutti noi.
    L’occidente ha abbandonato il Papa,lo sappiamo.Perchè?Per tanti motivi:oppurtinità,opportunismo,paura,political correct…
    Il concetto di Eurabia,della Fallaci,non è altro che un modo per esprimere un concetto elementare:l’Europa è schiava della paura.Non si può più dire o fare nulla perchè minacciano di farci saltare.Questo è vivere?Mi pare di no.Il dialogo inizia quando siamo entrambi sullo stesso piano,non quando tu bruci fantocci con la mia faccia e tutti intorno a me mi pressano perchè io chieda scusa a te che mi minacci di morte.
    Mi piacerebbe non tornare più sull’argomento,ma temo che presto ci toccherà difendere uno scrittore,un vignettista,il Papa,un politico,che ha osato semplicemente aprire bocca.
    Riguardo al Papa poi c’è stata una leggerezza inaudita dei media che ha molti mea culpa da farsi.
    ho trovato ottimo questo editoriale:

    http://www.avanti.it/article.php?art_id=15168

    A presto,MG

    21 Settembre, 2006 - 20:17
  18. Cara Maria Grazia, ho occupato il 70% di questi commenti quindi conviene anche a me essere sintetico e non ritornarci più sopra.
    E’ del tutto chiaro che il cosiddetto Occidente è schizofrenico. Ho ancora nelle orecchie tutti quelli che difendevano a spada tratta le famose vignette su Maometto e non hanno scritto una riga per il papa. Come se il diritto di parola valesse più per delle vignette effettivamente offensive (e pubblicate a scopo esplicitamente provocatorio), purché “laiche”, che per una prolusione universitaria, se papale. Insomma l’Occidente sembra proprio rinnegare i suoi famosi principi: un motivo di più perché noi cristiani non rinneghiamo i nostri.

    I media sono stati effettivamente vergognosi, travisando completamente la realtà di un discorso che fra l’altro era effettivamente importante e poteva dare origine a un bel “pezzo” (onore a Scalfari che l’ha capito; e dire che di solito Scalfari non lo sopporto quando si mette a fare il filosofo).

    Mi dà anche l’idea che, quando le cose si sono un po’ chiarite, anche nel mondo musulmano molti hanno capito che non era il caso continuare. Sono almeno due giorni che non si registrano più dichiarazioni polemiche né manifestazioni. Con le vignette si andò avanti molto più a lungo. Evidentemente molti hanno travisato in buona fede – grazie alla cattiva fede di alcuni giornalisti occidentali e di alcuni leader islamici – e la “controffensiva” informativa vaticana ha sortito effetti rapidi e importanti (quanto è grande il potere della verità! e, tra parentesi, complimenti alla prontezza della Segreteria di Stato). Speriamo, e ringraziamo il cielo e l’intercessione di suor Leonella: morire ammazzati dicendo “perdono, perdono, perdono” non lascia senza frutti.

    Io non credo che ora il papa sia meno libero. Con il suo rammarico insistito e ripetuto ha fatto una cosa senza precedenti (in un certo senso è andato oltre Giovanni Paolo II: un conto è scusarsi per errori e peccati di otto secoli prima, un conto per un TUO errore – anche solo di comunicazione – di tre giorni fa) e ha dato una grande lezione di serenità e dignità che, personalmente, non dimenticherò in fretta. Credo che chi dica che “non doveva fare marcia indietro” abbia frainteso il suo discorso almeno quanto le folle islamiche.

    E, francamente: io non ho paura. Me l’hanno detto sia Wojtyla, sia Ratzinger. E un Altro prima di loro e con loro.

    21 Settembre, 2006 - 23:18
  19. Luisa Buhler

    Vi consiglio di leggere, su http://www.korazym.org, il commento a un articolo di Aldo Busi , mi sembra un buon seguito a ciò che dice Luca.
    Se ho ben capito Luca, la Chiesa è viva quando è martirizzata, è piuttosto quando non lo è che c`è da preoccuparsi . La storia, anche recente ci da dimostrato la verità di questa affermazione.
    Quanto all`evangelizzazione ,è il Papa stesso ,ancora ultimamente in Baviera, a ricordarcene l`importanza rispetto a un troppo grande attivismo. Chi ha incontrato Cristo , non può tenersi questa gioia per lui ,deve condividerla ,trasmetterla ,nel rispetto della libertà altrui,quante volte il Papa ci trasmette questo messaggio!
    Annunciare Cristo, assumere l`essere cristiani nella vita ordinaria di tutti i giorni cioè viverne i valori anche silenziosamente, non è esente di pericolo anche nelle nostre società occidentali. Per esempio in Francia, dove Dio è stato messo al bando della società, il solo fatto di affermare la tua fede, può renderti sospetto di fare parte di una setta e dunque metterti sotto il mirino della giustizia.
    Purtoppo la Chiesa è drammaticamente viva in ancora troppe parti del mondo, ho un immenso rispetto per il coraggio di quei testimoni della fede in Cristo che rischiano la loro vita confessando di essere cristiani ed è effettivamente molto importante pregare per loro.
    Quanto al nostro dovere d`amore rispetto ai musulmani che comporta la volontà di annunciare Cristo ,sono più scettica quanto al “successo”,perchè è qui che è fondamentale essere chiari sulle intenzioni e sulla sincerità reciproca e non penso che i musulmani desiderino essere evangelizzati… i martiri francescani e tanti più recenti lo mostrano purtroppo. Già tendere à una convivenza reciproca ,rispettuosa della fede di ciascuno sarebbe un immenso traguardo.
    Penso che è piuttosto attraverso il nostro comportamento che rispecchia i valori cristiani, l`amore incondizionale in primo luogo, il rispetto della libertà altrui,della vita, che si può condurre una persona che non ha ancora scoperto Cristo a interrogarsi, a volere avvicinarsi alla nostra fede e a condividere la nostra gioia.
    Per me l`importante è testimoniare la mia fede, non cerco di convincere nessuno,non ho nessun volere sull`altro , lascio a Dio il “risultato”.
    Il che non mi impedisce di difendermi,riaffermando i miei valori, quando mi sento attaccata o quando per esempio è il Papa oggetto di aggressione. Saluti, Luisa

    22 Settembre, 2006 - 10:11
  20. Luisa Buhler

    Mi permetto di suggerirvi di leggere su http://www.chiesa.espressonline.it il commento di Sergio Magister e l`analisi di Pietro de Marco.Saluti,Luisa

    22 Settembre, 2006 - 12:05
  21. Approfitto brevemente solo per dire a Luisa che concordo in pieno su quanto dice della testimonianza e dell’evangelizzazione nei riguardi dei musulmani.
    E che anche secondo me la difesa nel nome della verità (o meglio, la difesa della verità) è anch’essa giusta e doverosa.

    Non riesco invece a seguire Magister, soprattutto quando fruga nei retrobottega vaticani con presunta cognizione di causa.

    22 Settembre, 2006 - 17:48

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