Carolina Porcaro: “L’odio mettiamolo da parte”

Mi dispiace per lui, per tutto quello che dovrà sopportare e superare e mi dispiace per i suoi genitori. Sicuramente non voleva uccidere mio figlio e spero che questa storia sia di esempio per tutti i giovani. L’odio bisogna metterlo da parte, la vita merita rispetto da parte di tutti“: così ha parlato dell’uccisore del figlio Carolina Porcaro, 51 anni, la madre di Lorenzo Cenzato, il 18enne di Sovico, Monza, che il 10 agosto ha avuto la gola tagliata, con un vetro di bottiglia, da un coetaneo dell’Ecuador. Il suo è affidamento al Signore ma è anche – nell’immediatezza della tragedia che l’ha colpita – avvertenza della confusione dei propri sentimenti e dunque queste altre parole sono – se possibile – più giuste delle prime: “Non ho bisogno di perdonare chi ha ucciso mio figlio, perché nemmeno per un attimo ho pensato di odiarlo. È la fede che mi dà la forza di essere serena, o forse ancora non mi rendo conto di quello che è successo veramente“. Da quando le ho lette [vedile in Avvenire.it e nell’Avvenire cartaceo del 12 agosto pagina 17: “Non odio chi me l’ha ucciso”] porto con me giorno e notte quelle parole rare e mando un bacio a Carolina per averle pronunciate.

21 Comments

  1. antonella lignani

    All’Oratorio dove presto volontariato mi sono prodigata una volta per spiegare ad una ragazza di origine tunisina la lirica “X agosto” di Pascoli. Dopo molte difficoltà a spiegare le stelle cadenti e cosa sono le rondini, arrivati al punto in cui si dice del padre del poeta: “Morendo disse: Perdono” sono incappata in un non piccolo impasse, non riuscendo a spiegare il perché di questo gesto alla ragazza. Era come trovarsi davanti ad un baratro di mentalità e tradizioni difficile da colmare.
    Penso sinceramente che molte volte non ci rendiamo conto di quale tesoro sia questo esempio evagelico: saper perdonare. E’ una grande eredità, non sciupiamola, non minimizziamola e non dimentichiamola. Sarebbe più giusto invece esserne fieri.

    13 Agosto, 2011 - 23:13
  2. Luigi Accattoli

    Le parole di Carolina riportate nel post sono dell’11 agosto, il giorno dopo l’uccisione del figlio. Ma già il 10 agosto, il giorno dell’incredibile notizia, la mamma di Lorenzo aveva parlato così: “Piango anche anche per quel ragazzino. Non vorrei essere nei suoi panni, chissà come si sente dentro, poverino, chissà cosa pensa di quello che ha fatto. Non credo che volesse uccidere il mio Lorenzo. Me lo ha portato via per sempre ma anche la sua vita è rovinata per sempre” [Corriere della Sera, 11 agosto 2011, pagina 20: Piango anche per quel giovane].

    14 Agosto, 2011 - 11:20
  3. Marilisa

    Realisticamente credo che saper perdonare non sia facile nonostante la fede, soprattutto di fronte ad eventi delittuosi. Sarebbe bello, ma non è così; almeno, non per tutti. La fede così grande ed efficace non è di tutti, purtroppo, e spesso ha bisogno di un lungo cammino per arrivare alla meta del perdono. Anche la fede evidentemente ha la sua parte di mistero. Per questo il cristianesimo è una religione “difficile”; parla di amore e di perdono, che sono i suoi peculiari elementi di forza, ma che il più delle volte, nel concreto delle situazioni, restano intenzionali. Solo con l’aiuto di Dio possono realizzarsi, come e quando Lui vuole. So di persone di fede il cui cruccio, fino alla morte, è stato quello di non riuscire a perdonare gli autori dell’uccisione di un familiare. Io credo che le parole “amore” e “perdono” non di rado vengano pronunciate retoricamente.

    14 Agosto, 2011 - 11:49
  4. Marco

    Ho grande rispetto per la madre, ho letto che è una signora impegnata nella vita della Chiesa.
    Parole forti e di grande esempio che meritano diffusione.

    Non sono convinto dello strazio che suppone esserci nel diciassettenne omicida. Le teste calde sudamericane hanno la lama (o il coccio di vetro) facile, specialmente se li si tocca nell’orgoglio o negli affetti personali.
    Gli auguro di beccarsi un bel po’ di galera e di soffrire per bene.

    14 Agosto, 2011 - 12:42
  5. elsa.F

    Non mi convincono le dichiarazioni di perdono a botta calda. Credo che queste affermazioni nascondano qualcosa di patologico.
    Il perdono, serio, è necessariamente un processo, che deve partire dall’elaborazione del lutto…. cosa che in un episodio di morte violenta di un figlio non si può certo realizzare in poche ore…

    14 Agosto, 2011 - 13:32
  6. Alexandros

    Non capisco nemmeno io le dichiarazioni di perdono immediate. E non sopporto le immancabili domande dei cronisti impertinenti sul perdono. Penso anche che spesso venga un po’ travisato il concetto cristiano di perdono.
    Mi hanno sempre colpito due passaggi del racconto della crocefissione. Il buon ladrone sente a tal punto il peso di ciò che ha fatto da dire di meritare quel castigo (e immaginiamo quanto fosse doloroso) e poi non ha il coraggio nemmeno di chiedere a Gesù di portarlo con sé, ma gli dice semplicemente ricordati di me. Credo che sia indispensabile per il perdono un autentico inizio di conversione, specialmente nei casi di azioni così gravemente delittuose.

    14 Agosto, 2011 - 14:10
  7. Marco

    Mi pare che sfugga un particolare: è la signora stessa a riconoscere che:
    “forse ancora non mi rendo conto di quello che è successo veramente”.

    Concordo sull’idiozia di certe domande a caldo sul perdono. Brutta gente i giornalisti di cronaca nera così come i Vespa, gli Sposini, i Cucuzza…

    14 Agosto, 2011 - 14:26
  8. FABRICIANUS

    Rispetto molto la signora Carolina, il suo dolore e le sue parole.

    Sono però d’accordo con il post di elsa.f delle 13.32.

    14 Agosto, 2011 - 16:28
  9. Marco

    Non so se sia più idiota chiedere a una madre se perdona l’assassino del figlio oppure suggerigli di percorrere le sei fasi di elaborazione del lutto…

    Mi diverto sempre a leggere le stronzate degli psichiatri, gente che basa le proprie affermazioni su teorie in contrasto tra loro e non verificabili.
    Il danno culturale prodotto da psicologi e psichiatri è una delle ragioni della situazione in cui versiamo.

    La cosa interessate è che risalta ancora di più la saggezza semplice di quella madre così dignitosa nella sua sofferenza, così capace di restare madre.

    Un pernacchio alla Gestalt, al problem solving e a tutti gli psicopatofisioblablaterapeutologivolissimevolmente!

    14 Agosto, 2011 - 17:25
  10. elsa.F

    @Marco
    io invece mi diverto un sacco a leggere gli sbarbatelli che ne sanno sempre una più del libro, che sanno tutto dalla storia alla teologia dalla epistemologia alla psichiatria….
    Come si dice?… Sa chi sa che nulla sa, e chi sa che nulla sa ne sa più di chi ne sa….

    14 Agosto, 2011 - 17:39
  11. Marco

    Io non ho mai detto di sapere più dei libri.
    Ho detto le mie idee. Anzi, sono idee che persino alcuni preti e cardinali condividono e teologi hanno avuto molto prima di me.
    Le ho dette insultando chi secondo me merita di essere insultato e ho spiegato perché.
    Motivo della scelta di ricorrere all’insulto? Impotenza dovuta all’asimmetria di potere e all’assenza di piste culturali in cui incanalare certe energie.
    Non ho detto di essere la verità assoluta e incontrovertibile.

    Di storia non ho mai parlato, a parte il fatto di ritenere la rivoluzione francese un momento fondativo dell’era moderna. Non è così?
    Del resto, ormai anche l’unità d’Italia è stata fatta dai cattolici, stando all’omelia di Bagnasco il 17 Marzo. Si chiama revisione storica: è quella che mette sullo stesso piano i ragazzi di Salò e i partigiani. Oppure quella che fa discendere il nazionalsocialismo e il comunismo dall’Illuminismo.

    Riguardo la falsicabilità delle teorie scientifiche dimmi dove sbaglio, ho citato Popper, Lakatos, kuhn… Certo ce ne sono tanti altri, ma questi sono quelli che mi convincono di più e mi pare che gli altri ragionino sui loro ragionamenti.
    A chi pensa che la fisica scopra le leggi iscritte da Dio nell’Universo consiglio di leggersi Ugo Amaldi, un professore di Fisica cristiano e credente, autore di molti libri.

    Poi smettiamola di accusare di presunzione qualsiasi persona che dica ciò in cui crede e cerca di realizzarlo.

    14 Agosto, 2011 - 18:39
  12. FABRICIANUS

    Il danno culturale prodotto da psicologi e psichiatri è una delle ragioni della situazione in cui versiamo.

    No, caro Marco, non condivido questa tua affermazione. E’ troppo categorica.

    Semplicemente ci sono psicologi e psichiatri bravi e professionali, e psicologi e psichiatri che lo sono meno, come in tutte le categorie professionali di questo mondo.
    Addossare a questi scienziati e medici una parte di responsabilità della situazione in cui versiamo, non è, dal mio punto di vista, condivisibile.

    Un caro saluto.

    14 Agosto, 2011 - 19:13
  13. Mabuhay

    Ho ascoltato a un telegiornale – per caso – queste parole… Stavo ascoltando, non guardando…e ne sono rimasto “rapito”, smettendo l’attivita’ e guardando lo schermo. Non ho potuto fare a meno di chiedermi come puo’ una persona (madre, padre, etc…), quando il sangue del defunto e’ ancora “caldo”, concedersi a interviste, televisioni, etc… Proprio non capisco, credo che esista un pudore, una “modestia” anche in queste tragedie; anche nella professione del perdono…; ma non sono tutti uguali a me.

    Poi, -psicologi o non psicologi- ho imparato che non tutti viviamo la nostra Fede cristiana -e le sue conseguenze esistenziali- allo stesso modo. Ho trovato credenti che vivono serenamente, semplicemente la loro Fede e tutto -proprio tutto- diventa un modo per ringraziare il Signore, per l’umilta’, per l’obbedienza della Fede, letteralmente! E li’ guardo “estasiato”. Altri invece la vivono molto piu’ drammaticamente, problematicamente…e li capisco un po’ di piu’ (provate a chiedervi il perche’?). Ciascuno tiri le sue conclusioni.

    E mi permetto di chiedere di non fare finire questo post a “torte in faccia”…Eufemismo!

    14 Agosto, 2011 - 19:33
  14. Mabuhay

    “Ho ascoltato a un telegiornale – per caso – queste parole…”, mi riferisco naturalmente alle parole della mamma, quotata da Luigi.

    14 Agosto, 2011 - 19:34
  15. Marco

    La psichiatria non è una vera scienza perché si basa su affermazioni non verificabili.
    Anche quelli bravi, buoni e onesti si basano su teorie di cui ne esiste sempre una opposta, entrambe non verificabili.

    Mi si dimostri che uno studente che ha finito gli esami non dà la tesi perché nel suo indimostrabile inconscio vuole mantenere lo status (?!?!) di studente.

    Il clima di emergenza educativa è il risultato anche e sottolineo anche dell’egemonia di psicologi/psichiatri.
    Così come un certo malsano buonismo nei confronti di chi commette crimini.
    E anche l’auto-assoluzione insita nel concetto di “Devo essere me stesso”.

    L’approvazione della legge Basaglia deriva da idee strampalate e totalmente fuori dalla realtà che hanno condotto a fatti per cui una famiglia con figlio autistico è totalmente sola e indifesa, costretta a subire la violenza incolpevole del figlio (e questo è solo un esempio).

    Comunque rinnovo la mia ammirazione per la saggezza di questa signora semplice e così Femmina, Donna, Madre.

    Un caro saluto anche a lei.

    14 Agosto, 2011 - 19:44
  16. elsa.F

    Caro amico,
    che tu sia uno sbarbatello presuntuoso non è una mia opinione, ma è una evidenza che risulta semplicemente da quello che scrivi.

    Tu hai tutto il diritto di straparlare, e gli altri quello di pensare di te che sei uno sbarbatello presuntuoso.

    Non ti do’ più consigli, vedo che sei abbastanza esperto nell’incasinarti da solo.

    14 Agosto, 2011 - 20:13
  17. Leopoldo

    @ elsa.F
    Ma come fai a essere così sicura che Marco sia uno sbarbatello presuntuoso? Magari ha la barba…

    14 Agosto, 2011 - 21:19
  18. Gioab

    @ Mabuhay
    “Ho trovato credenti che vivono serenamente, semplicemente la loro Fede e tutto -proprio tutto- diventa un modo per ringraziare il Signore, per l’umilta’, per l’obbedienza della Fede, letteralmente!”
    E’ naturale, l’uomo è stato fatto per vivere dato che non conosce neanche chi deve pregare !
    (Romani 8.26) “lo spirito viene in aiuto della nostra debolezza; poiché non sappiamo per che cosa dobbiamo pregare secondo il bisogno, ma lo spirito stesso intercede per noi con gemiti inespressi.”

    15 Agosto, 2011 - 15:22
  19. Gioab

    @ Marilisa

    “La fede così grande ed efficace non è di tutti, purtroppo, e spesso ha bisogno di un lungo cammino per arrivare alla meta del perdono. Anche la fede evidentemente ha la sua parte di mistero. Per questo il cristianesimo è una religione “difficile”; parla di amore e di perdono, che sono i suoi peculiari elementi di forza, ma che il più delle volte, nel concreto delle situazioni, restano intenzionali.”

    Molto interessante, se la sua fede ha la sua parte di mistero, posso chiederle, molto umilmente, cos’è per lei la fede ? Lei ha fede ?

    Mi sembra di capire che lei faccia una comparazione tra fede=non vendetta. Perché ? Perché mai la fede dovrebbe portarla ad essere non vendicativa, se per es. anche Gesù “farà bruciare nel fuoco le zizzanie” ? anche quella è una vendetta. Oppure se per es. “Il Signore Gesù…recherà vendetta su quelli che non conoscono Dio e su quelli che non ubbidiscono alla buona notizia intorno al nostro Signore Gesù.” ( 2 Tessalonicesi 1.8)

    Non ho ben capito la conclusione “Io credo che le parole “amore” e “perdono” non di rado vengano pronunciate retoricamente.” Forse che anche lei non è disposta perdonare ? Mi era sembrato….

    15 Agosto, 2011 - 15:33
  20. Gioab

    @ antonella lignani

    “Era come trovarsi davanti ad un baratro di mentalità e tradizioni difficile da colmare.”

    Che grande verità – sig.ra antonella,…proprio grande ! Come si può spiegare a un cieco i colori dell’alba o la meraviglia di un tramonto ? O a un sordo la meraviglia di una sinfonia ?

    Capisce sig.ra… ? Non si può ! Deve arrivare qui: “Ma noi abbiamo la mente di Cristo.” ( 1Corinti 2.16)

    Ma come farà se continua a correre appresso a certe dottrine ? ” Essi periranno, ma tu rimarrai continuamente; e tutti invecchieranno come un abito, e tu li avvolgerai come un mantello, come un abito [logoro]” ( Ebrei 1.11.-12) – “ Poiché i medesimi cieli si devono disperdere in frammenti proprio come fumo, e come una veste la terra stessa si consumerà, e i suoi abitanti stessi moriranno come un semplice culice.” ( Isaia 51.6)

    15 Agosto, 2011 - 15:43

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