Questo è lo stemma di Papa Leone, che contiene due riferimenti ad Agostino, il fondatore dell’Ordine agostiniano al quale Prevost apparteneva. Nel primo commento segnalo il primo riferimento, che è nel motto In illo uno unum, mentre nel secondo commento tratto del cuore trafitto che poggia su un libro, che figura nello scudo
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Luigi Accattoli
In illo uno unum: il motto che Prevost aveva già nello stemma episcopale, «In Illo uno unum» («Nell’unico Cristo siamo uno»), riprende le parole che Agostino ebbe a pronunciare in un sermone, l’Esposizione sul Salmo 127, per spiegare che «sebbene noi cristiani siamo molti, nell’unico Cristo siamo uno». Questo motto Papa Leone l’ha evocato nell’omelia di ieri, quando ha parlato così della prospettiva centrale del suo pontificato: Questo, fratelli e sorelle, vorrei che fosse il nostro primo grande desiderio: una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato. In questo nostro tempo, vediamo ancora troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri. E noi vogliamo essere, dentro questa pasta, un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità. Noi vogliamo dire al mondo, con umiltà e con gioia: guardate a Cristo! Avvicinatevi a Lui! Accogliete la sua Parola che illumina e consola! Ascoltate la sua proposta di amore per diventare la sua unica famiglia: nell’unico Cristo noi siamo uno. E questa è la strada da fare insieme, tra di noi ma anche con le Chiese cristiane sorelle, con coloro che percorrono altri cammini religiosi, con chi coltiva l’inquietudine della ricerca di Dio, con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, per costruire un mondo nuovo in cui regni la pace.
19 Maggio, 2025 - 21:28
Luigi Accattoli
Agostino è anche nello scudo. Se il motto riporta parole di Agostino, la campitura di destra dello scudo allude ad altre parole del vescovo di Ippona, richiamate tramite l’emblema dell’Ordine Agostiniano, un cuore ardente trafitto da una freccia. Una figura che rimanda all’affermazione di Agostino nel libro delle Confessioni (9,2): «Sagittaveras tu cor meum charitate tua»: «Hai ferito il mio cuore con il tuo amore». Il libro sta anche ad indicare le opere di cui Agostino è stato autore.
19 Maggio, 2025 - 21:43
Luigi Accattoli
Attualità degli stemmi. A me sembra curioso che vescovi e papi continuino a parlare con gli stemmi, avendo già imboccato la più frequentata via dei socials. Come i suoi predecessori recenti, Leone XIV è già in Facebook, in X, in YouTube, in Instagram, in RSS. Ma ha pure lo stemma e ne prendo atto. Del resto l’aveva anche il rivoluzionario Bergoglio e a esso si erano adeguati il montanaro Luciani che da ragazzo portava al pascolo le mucche e lo sciatore Wojtyla e l’accademico Ratzinger. Se i santi padri continuano a parlare con gli stemmi, un povero vaticanista rottamato si adegua e si adopera a interpretare in testo e contesto le loro parlate. Ciò facendo qualcosa comunque impara.
In illo uno unum: il motto che Prevost aveva già nello stemma episcopale, «In Illo uno unum» («Nell’unico Cristo siamo uno»), riprende le parole che Agostino ebbe a pronunciare in un sermone, l’Esposizione sul Salmo 127, per spiegare che «sebbene noi cristiani siamo molti, nell’unico Cristo siamo uno». Questo motto Papa Leone l’ha evocato nell’omelia di ieri, quando ha parlato così della prospettiva centrale del suo pontificato: Questo, fratelli e sorelle, vorrei che fosse il nostro primo grande desiderio: una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato. In questo nostro tempo, vediamo ancora troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri. E noi vogliamo essere, dentro questa pasta, un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità. Noi vogliamo dire al mondo, con umiltà e con gioia: guardate a Cristo! Avvicinatevi a Lui! Accogliete la sua Parola che illumina e consola! Ascoltate la sua proposta di amore per diventare la sua unica famiglia: nell’unico Cristo noi siamo uno. E questa è la strada da fare insieme, tra di noi ma anche con le Chiese cristiane sorelle, con coloro che percorrono altri cammini religiosi, con chi coltiva l’inquietudine della ricerca di Dio, con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, per costruire un mondo nuovo in cui regni la pace.
Agostino è anche nello scudo. Se il motto riporta parole di Agostino, la campitura di destra dello scudo allude ad altre parole del vescovo di Ippona, richiamate tramite l’emblema dell’Ordine Agostiniano, un cuore ardente trafitto da una freccia. Una figura che rimanda all’affermazione di Agostino nel libro delle Confessioni (9,2): «Sagittaveras tu cor meum charitate tua»: «Hai ferito il mio cuore con il tuo amore». Il libro sta anche ad indicare le opere di cui Agostino è stato autore.
Attualità degli stemmi. A me sembra curioso che vescovi e papi continuino a parlare con gli stemmi, avendo già imboccato la più frequentata via dei socials. Come i suoi predecessori recenti, Leone XIV è già in Facebook, in X, in YouTube, in Instagram, in RSS. Ma ha pure lo stemma e ne prendo atto. Del resto l’aveva anche il rivoluzionario Bergoglio e a esso si erano adeguati il montanaro Luciani che da ragazzo portava al pascolo le mucche e lo sciatore Wojtyla e l’accademico Ratzinger. Se i santi padri continuano a parlare con gli stemmi, un povero vaticanista rottamato si adegua e si adopera a interpretare in testo e contesto le loro parlate. Ciò facendo qualcosa comunque impara.