Parabola degli sposi che partono insieme

Ci piacerebbe andarcene insieme” dice qui – nel capitolo 6 “Una razza di longevi” – Antonio Thellung anche a nome della sua Giulia. Quelle parole mi hanno spinto a cercare una cartellina nella quale avevo raccolto storie di “sposi” che partono insieme.

La più antica riguarda la più famosa di queste coppie avventurate: Giorgio Amendola muore a Roma, di malattia, il 5 giugno 1980 a 73 anni e lei, Germaine Lecocq, se ne va poche ore dopo. Gli altri casi sono recenti.

23 agosto 2005: a Ferentino, Frosinone, Alberto Celani muore appena rientrato in casa dal funerale di Anna Maria, che aveva sposato 70 anni prima.

9 maggio 2006: Maria Cristina Di Maria segue il marito Giovanni Maselli a meno di mezz’ora. Avevano tutti e due 93 anni.

28 aprile 2008: a Ponteranica, Bergamo, Ugo Mafessoni e Annalisa Saviori, stessa età, lei a ruota di lui.

15 agosto 2008: a Casnate con Bernate, Como, Liliana Durio e Gianfranco Pirovano, 80 lui e 74 lei, che se ne va appena sepolto lui.

14 ottobre 2008: festeggiate le nozze d’oro, Giovanni Napoli viene ricoverato e Maria Ausilia Piras muore per un attacco di cuore senza sapere che lui è appena spirato.

24 agosto 2009: a Genova Giovanni e Liliana Buscaglia, 94 e 89 anni, vengono trovati a terra, lui caduto e lei morta mentre lo soccorreva. In sei dei sette casi è lei a seguire lui. Di suo avrebbe potuto proseguire. Ma da sola no.

Andrebbe anche ricordata Giulietta Masina che se ne va sei mesi dopo Federico Fellini: lui 31 ottobre 1993, lei 23 marzo 1994.

Avendo io dedicato un post del mio blog a questa materia da curioso dell’umanità – fu il 29 settembre 2009 – Antonio Thellung inserì questo commento: “In proposito ho vissuto un’esperienza in famiglia (zii di Giulia) veramente toccante. Lei cattolica osservante e lui libero pensatore che le diceva sempre: «Non c’è da preoccuparsi perché so che al momento opportuno mi lancerai una corda per issarmi a bordo». Il marito, malato di tumore, ha subito una lenta decadenza dolorosissima e lei lo ha curato con tanta tenerezza. Ormai sulla soglia della fine lei, che stava bene, una sera si corica come al solito nel letto accanto a lui, gli da la buona notte, si volta dall’altra parte e… se ne va a preparargli il posto (e a lanciargli la corda). Poco dopo lui la segue. Il funerale con le due bare accanto è un ricordo che continua a commuovermi tuttora. (Ho raccontato la vicenda in: ACCANTO AL MALATO…. SINO ALLA FINE al capitolo: Il Professore)”.

Da un altro visitatore che si firma Andreacs arrivò quest’altra aggiunta: “Cronaca recente. Venerdì 25 settembre il telefono di casa Paradisi, a Rende, suonava a vuoto. Dopo ore di vani e angosciati tentativi, venivano contattate le forze dell’ordine. I vigili del fuoco sono entrati dalla finestra della palazzina a due passi da Cosenza e hanno trovato i corpi di Cosmo e Angela uno accanto all’altro, nel corridoio dell’appartamento. Nessun segno di violenza: se n’erano soltanto andati a distanza di pochi istanti. Pare che Cosmo, 79 anni, sia stato colpito da un malore e si sia accasciato. Sua moglie, più anziana di lui di cinque anni, sarebbe accorsa per aiutarlo, ma non aveva abbastanza energie e forse non ci sarebbe stato comunque nulla da fare. Il dolore, a quel punto, ha portato via anche lei. Due giorni dopo, io e la mia fidanzata preparando la liturgia per il nostro matrimonio leggevamo la benedizione nuziale: “…E dopo una vita lunga e serena giungano (gli sposi) alla beatitudine eterna del regno dei cieli”. Tanto meglio se insieme, abbiamo sospirato”.

Da una visitatrice di nome Principessa arrivò questa confidenza: “I suoceri di mia zia sono mancati a 9 giorni di distanza l’uno dall’altra. Dopo quasi 70 anni insieme a coltivare la terra, a scandire le stagioni delle olive e dell’uva e a insegnarci l’unità familiare e l’amore con la A maiuscola, depositari di saggezza e conoscenza senza aver mai messo piede fuori dai loro poderi.

Gerry – quarto visitatore a portare doni – così commentò: “Io non so semplicemente pensare ad una vita che possa proseguire senza mia moglie, mi angoscia già allungare il braccio e non trovarla perché già si è alzata e mi sveglio di colpo, cercandola. Questa estate è stata come una prova di separazione a causa della lunga ospedalizzazione di suo padre – tra molti alti e bassi – e una mia malattia vissuta senza di lei, al mare con la mia anziana madre e mio figlio di 17 anni che faceva quel che poteva. Sarà stata anche la debolezza causata dalla malattia, ma io ho avuto la prova che la mia vita è con lei. Lo sapevo anche prima, ho avuto solo una conferma. Come Tobia ho fatto un lungo viaggio nella mia vita, per trovare la mia Sara, che a sua volta aveva sperimentato dolore e sofferenza. Sono certo che nel mio viaggio mi abbia accompagnato un Raffaele, messaggero di Colui a cui chiedo, con Tobia: “Degnati di avere misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia”.

Ci fu anche un prete – che si firmava Stephanus – che inserì un’omelia da lui tenuta a una messa di addio per due coniugi partiti insieme: “In morte di Vittorio e Maria – 12 gennaio 2001- “Mettimi come sigillo sul tuo cuore, perchè tenace come la morte è l’amore” Partecipiamo, sacerdoti, catechisti e parrocchiani , al dolore della comunità di…  Soprattutto esprimiamo affettuosa vicinanza ai figli. Al di là della circostanza doppiamente luttuosa, non possiamo non rimare commossi e quasi ammirati nel veder realizzate le parole del Cantico dei Cantici, mentre ancora risuonano in noi altre espressioni di San Paolo: “..né morte né vita, né alcuna altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio in Cristo Gesù”. Chissà quante volte, nel declinare delle forze, lo sposo avrà silenziosamente pensato a questo momento. E quanto esso sarà stato tacitamente presente nel cuore della sua sposa. Riflessioni impossibili a comunicarsi esplicitamente, eppure ineludibili, quando ci si ama: chi partirà per primo? come sarà, dopo? e soprattutto, dove trovare la forza di sopravvivere?Il Signore Gesù, vincitore della morte, accoglie le anime e le esistenze di Vittorio e Maria, separati solo per brevissimo tempo Egli permette che in noi il dolore sia più intenso, ma essi si ricongiungono in cielo. “Chi ci separerà?”: la morte, certo, è separazione, Ma quasi un soffio di preghiera in questo duplice andarsene è stato esaudito, Per quanto sta in voi, cari figlioli, siate sereni pur nella durezza della prova. Pensate a loro, ai vostri genitori entrambi uniti e felici per sempre. Accogliete -accogliamo tutti- con rispetto e tremore questa estrema ed edificante testimonianza, offertaci non a parole, bensì con la loro vita, con la loro morte”.

E ancora un sesto visitatore, di nome Ignigo: “I genitori di mia mamma (figlia unica) se ne sono proprio andati via insieme. Il nonno era stato ricoverato (nel 1978) per un brutto male e credo che i medici avessero sconsigliato alla moglie le visite. Quando la nonna si è resa conto che non c’era più nulla da fare per il marito è tornata a casa ed è morta di infarto a poco più che sessant’anni: era da pochi giorni andata in pensione. Il nonno è morto in ospedale il giorno dopo. Penso che in Cielo avrà avuto una grande sorpresa. Riposano insieme e la foto li ritrae insieme, abbracciati, appoggiati a un carretto, sorridenti. Sono i miei nonni materni.

Marcello scrisse: “L’amore fra un uomo e una donna non sposta la data della morte (almeno non sempre), ma può trasformare la morte in una delle tante cose che si desidera fare insieme”.

Uno dei visitatori – di nome Discepolo – obiettò che a morire insieme erano solo degli anziani e chiese “quante persone giovani conoscete (venticinque, trent’anni) che muoiono perchè muore il loro amore?”. Potei rispondergli con questa notizia ANSA del 30 aprile 1996, che avevo conservato in quella stessa cartellina, intitolata MUORE PER CREPACUORE QUALCHE GIORNO DOPO IL FIDANZATO: “Avviene a Gualdo Tadino, Perugia. Carla Cotulelli, 27 anni, muore improvvisamente – per “arresto cardiocircolatorio acuto” dice l’autopsia – sette giorni dopo la morte del fidanzato Luca Baldelli, di 33 anni, portato via da un tumore”. Alla notizia aggiungevo questo commento: “Io penso che un legame forte spinga sempre a seguire l’altro, ma negli anziani il corpo ubbidisce a questa spinta meglio che nei giovani”.

La fonte di questa antologia è dunque il mio blog a questa pagina.

[Giugno 2010]

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