Con Erode Antipa che vede in Gesù il Battista tornato dai morti

Giovanni il Battista davanti a Erode Antipa ed Erodiade – mosaico del Battistero di Firenze – per segnalare che il prossimo appuntamento di Pizza e Vangelo, di lunedì 13, riguarderà l’incubo di Erode Antipa che sentendo parlare di Gesù dice: “Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risorto”: Marco 6, 14-16. Nei commenti la scheda di preparazione alla lectio

13 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Il potere politico tiene d’occhio Gesù. La sua predicazione itinerante che raggiunge località sempre più lontane, gli esorcismi e le guarigioni che attirano le folle, le dispute con scribi e farisei, la costituzione di un gruppo di discepoli che lo seguono costantemente, l’invio dei Dodici in missione nei villaggi: tutti questi avvenimenti hanno reso famoso il Rabbi di Galilea, che già dal capitolo 3 gli erodiani si ripromettevano di eliminare. Ora la minaccia di quel Rabbi arriva all’orecchio del tetrarca Erode.
    Ma il governatore della Galilea alleato dell’imperatore di Roma è mosso verso Gesù anche da una curiosità e da un timore personali: sente dire che in lui, nei suoi miracoli, potrebbe agire Giovanni il Battista, che lui, Erode, ha fatto decapitare; si convince di tale possibilità e teme che questo nuovo “profeta” possa porsi a suo pubblico accusatore, come appunto gli era capitato con Giovanni.

    11 Dicembre, 2021 - 20:01
  2. Luigi Accattoli

    Marco 6, 14-16. Il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: “Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi”. 15Altri invece dicevano: “È Elia”. Altri ancora dicevano: “È un profeta, come uno dei profeti”. 16Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: “Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!”.

    11 Dicembre, 2021 - 20:02
  3. Luigi Accattoli

    Tetrarca di Galilea e Perea. v. 6: Il re Erode. Erode Antipa, figlio di Erode il Grande, quello che governava la Galilea tre decenni prima, al tempo della nascita di Gesù. Alla sua morte il regno venne diviso in quattro parti e tetrarca vuol dire appunto “governatore della quarta parte di un territorio”. Quella toccata a Erode Antipa era costituita da Galilea e Perea. Non aveva il titolo di re ma a esso aspirava.
    v. 6b: sentì parlare di Gesù. Doveva averne sentito parlare da tempo, se al capitolo 3 di Marco leggiamo che, dopo la disputa sul sabato in una sinagoga, “i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire (3, 6).
    v. 6c: è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi. La credenza popolare sul ritorno vendicatore degli assassinati, immagina che il Giovanni redivivo sia più potente di quello che in vita non operava miracoli.
    vv. 14 e 15: Giovanni, Elia, uno degli antichi profeti. In Marco 8, 27-29 queste stesse “voci” circolanti tra la “gente” saranno riferite a Gesù dai discepoli.

    11 Dicembre, 2021 - 20:04
  4. Luigi Accattoli

    Il ritorno dell’assassinato. v. 15: Altri invece dicevano: “È Elia”. Elia nell’ebraismo era atteso come ritornante sulla terra per preparare il Giorno del Signore e nel Nuovo Testamento assume il ruolo di precursore del Messia. Figura con Mosè nella scena della trasfigurazione e il suo nome è interpretato erroneamente come gridato da Gesù morente sulla croce quando esclama “Eloì Eloì” [Dio mio Dio mio].
    v. 16: Quel Giovanni che io ho fatto decapitare. Della decapitazione di Giovanni parlano in dettaglio Marco (nel brano immediatamente seguente a questo: 6, 17-29) e Matteo (14, 3-12), mentre Luca la evoca di passaggio (9, 9) e Giovanni mai la nomina, limitandosi ad accennare all’imprigionamento (3, 24).
    v. 16b: Quel Giovanni… è risorto. E’ arduo immaginare che un soggetto come Erode Antipa – arrivista, adultero, megalomane, collaborazionista dei romani – condivida la dottrina della risurrezione che era professata dai Farisei, rigorosi osservanti della Legge. Dovremmo piuttosto pensare a un atteggiamento superstizioso sul ritorno vendicatore di un uomo ucciso ingiustamente.

    11 Dicembre, 2021 - 20:06
  5. Luigi Accattoli

    Conclusione. Ci fermiamo, stasera, a questi soli tre versetti per cavarne una qualche conoscenza dello scenario istituzionale e politico nel quale opera Gesù.
    Da questi versetti e da Marco 3, 6 veniamo a sapere che Gesù fin dall’inizio della sua predicazione è tenuto d’occhio non solo dal potere religioso [come attestano le dispute con scribi e farisei sul perdono dei peccati, sul mangiare con i peccatori, sul digiuno, sul sabato] ma anche da quello politico. Il potere religioso tra l’altro l’aveva messo sotto inchiesta inviando una delegazione di scribi da Gerusalemme (Marco 3, 22).
    Il potere politico poi non aveva neanche bisogno di fare questo, cioè di mandare degli inviati per indagare su Gesù, perché la sua articolazione amministrativa comprendeva la Galilea (insieme alla Perea) e il tetrarca Erode aveva da poco realizzato due vistosi insediamenti urbanistici – con verosimili sue residenze – limitrofi all’area della prima predicazione di Gesà: Tiberiade, che dista da Cafarnao 17 chilometri e Zippori (Sepphoris il nome greco) ad appena sei chilometri da Nazaret. Inoltre da Luca sappiamo che tra le discepole di Gesù ce n’era una di nome Giovanna: “moglie di Cuza, amministratore di Erode” (Luca 8, 3).
    Il luogo della prigionia e della morte di Giovanni il Battista sarebbe stato invece – secondo Flavio Giuseppe, la fortezza di Macheronte, nella Perea, a oriente del Mar Morto, che era stata la principale residenza e reggia di Erode il Grande, padre di Erode Antipa.

    11 Dicembre, 2021 - 20:12
  6. Luigi Accattoli

    Così Flavio Giuseppe. Questo il racconto di Flavio Giuseppe: «Erode aveva ucciso quest’uomo buono [Giovanni il Battista] che esortava i Giudei a una vita corretta, alla pratica della giustizia reciproca, alla pietà verso Dio […]. Quando tanti si affollavano intorno a lui attirati dai suoi sermoni, Erode si allarmò. Un’eloquenza che sugli uomini aveva effetti così grandi, poteva portare a qualche forma di sedizione […]. A motivo dei sospetti di Erode, (Giovanni) fu portato in catene nel Macheronte e quivi fu messo a morte. Ma il verdetto dei Giudei fu che la [successiva] rovina dell’esercito di Erode [nella guerra con Areta IV re dei Nabatei e padre della prima moglie di Erode da costui ripudiata per sposare Erodiade: 36 dopo Cristo] fu una vendetta di Giovanni, nel senso che Dio giudicò bene infliggere un tale rovescio a Erode» (Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche, XVIII, 116-119).
    Questo passaggio dell’opera di Flavio Giuseppe su Giovanni il Battista è ritenuto autentico – cioè non interpolato da una copista cristiano – ed è dunque importante come fonte non biblica delle vicende narrate dal Nuovo Testamento. Il fatto che proponga l’uccisione del Battista per motivo politico e non per vendetta di una donna non fa ostacolo al riconoscimento dell’autenticità: la motivazione politica può benissimo convivere, come quadro generale, con l’avversione di Erodiade.

    11 Dicembre, 2021 - 20:13
  7. Luigi Accattoli

    Pizza apocrifa ma vangelo canonico. Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 18 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.

    11 Dicembre, 2021 - 20:21
  8. Luigi Accattoli

    Venite venite. Siamo un gruppo di una ventina di lettori della Bibbia che da quasi vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 13 dicembre. L’ultimo appuntamento fu lunedì 29 novembre e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 3 dicembre:
    http://www.luigiaccattoli.it/blog/la-chiesa-o-e-missionaria-o-si-ammala-lo-diceva-karl-barth/

    11 Dicembre, 2021 - 20:26
  9. La misericordia di Dio è totale, se lo vogliamo ci porterà in paradiso ma qui sulla terra Dio aspetta la nostra disponibilità per donarci sempre più grazia. Infatti potremmo rifiutare la grazia ricevuta quando la nostra scelta almeno per la misericordia di Dio non è ancora definitiva, come invece avverrà certamente alla fine della nostra vita. Erode è una persona toccata dalla grazia eppure stretta negli interessi di potere, nelle relazioni fasulle con tanta gente di varia corte. Intuisce qualcosa di vero ma non fa il passo verso la luce che pure intravede.
    https://gpcentofanti.altervista.org/lo-spirito-vivisezionato/

    11 Dicembre, 2021 - 22:36
  10. maria cristina venturi

    Erode Antipa quando pensa terrorizzato “Quel Giovanni che io che ho fatto decapitare e’ tornato dai morti” vive quell’ angoscia che hanno gli assassini e che e’ benissimo descritta da Shakespeare e dalla musica di Verdi nel personaggio di Machbeth che rivede in allucinazione al banchetto il re Duncano che ha ucciso.Il potente che per arrivare al trono o per mantenere il trono ha le mani sporche di sangue vive nell’ eterno terrore e angoscia di essere smascherato . Erode Antipa fece decapitare Giovanni per mettere a tacere il suo dissenso verso la sua condotta scandalosa. Ma con la morte di Giovanni non fini’nulla anzi inizio ‘tutto . I moderni tiranni con le mani sporche di sangue vivono questo terrore angoscioso di Erode e Macbeth .
    Non credono nella resurrezione ma vivono gli incubi del loro delitto.

    12 Dicembre, 2021 - 8:47
  11. La verità tende a maturare anche in mezzo a tante difficoltà. Ecco una lettura di questa pericope.

    Il vuoto pneumatico

    Le sirene lontane chiamano al lavoro
    ma il lavoro non c’è sono solo ricordi
    che esalano dalle nubi d’amianto
    di questa alba rossa e già grigia
    che rimane dentro come una ferita.
    Ma io che vedo ogni cosa straniata
    in questo tempo da un pensiero malato,
    io sento anche un invicibile canto,
    come il fiore germogliato nella crepa del muro,
    come il verso imperterrito del gallo…

    13 Dicembre, 2021 - 19:36

Lascia un commento