Con Gesù che a sorpresa domanda: “Ma voi chi dite che io sia?”

Murale di Maximino Cerezo Barredo (Querencia, Brasile, 2001) per segnalare che lunedì 19 riprende Pizza e Vangelo dopo la pausa estiva: l’ultimo appuntamento l’avemmo il 20 giugno e dopodomani ripartiamo con un brano principe del Vangelo di Marco: quello centrale della “confessione” di Pietro in risposta alla domanda di Gesù “ma voi chi dite che io sia”: “Tu sei il Cristo”. Nei commenti la scheda di presentazione della lectio e l’invito dei passanti a partecipare

13 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Siamo alla metà esatta del Vangelo di Marco: alla conclusione – cioè – del capitolo ottavo di un testo che si compone di sedici capitoli. In questa posizione centrale Marco ha collocato l’episodio nel quale Pietro indica in Gesù il Messia: “Tu sei il Cristo” (versetto 29). Il Cristo: cioè l’unto, il consacrato, il Messia appunto. Questo episodio lo possiamo intendere come una cerniera o un cardine ai quali fanno capo, sui quali ruotano – come due ante, o due parti di un dittico – la prima e la seconda parte dell’intero Vangelo, tramato tutto sulla domanda di chi sia Gesù.
    La prima parte si apre con l’intestazione, o titolo, del Vangelo che suona: “Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio” (1, 1). La seconda parte culminerà nella ripresa di quella proclamazione, che sarà pronunciata sotto la croce dal centurione: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio” (15, 39). Al centro è l’episodio che leggiamo ora, nel quale viene affermato il riconoscimento di Gesù come Messia: riconoscimento che è corretto ma incompleto e che può anche risultare ambiguo.
    Messia sì, certamente: ma quale Messia? Qui è l’ambiguità di quell’affermazione.

    17 Settembre, 2022 - 13:15
  2. Luigi Accattoli

    I contemporanei di Gesù attendevano un Messia che si figuravano come un condottiero politico, un profeta liberatore del popolo di Israele dal giogo romano, sul tipo del Mosè del Libro dell’Esodo. Gesù respinge quell’immagine, si sottrae a quell’aspettativa e propone in sua vece la figura di un Messia che libera e salva non attraverso la via della potenza ma attraverso la via della Croce. Un Messia che ristabilisce sì l’antico Regno di Israele ma non come Regno di questo mondo.
    Quando Pilato, nel Vangelo di Giovanni, porrà a Gesù la domanda “tu sei re?” Gesù non negherà di esserlo ma affermerà che egli non è quel re che il procuratore romano e gli stessi Giudei intendevano: “io sono re” – dirà – ma “il mio Regno non è di questo mondo” (Giovanni 18, 33-38). Si apre dunque con questo episodio, nel Vangelo di Marco, una nuova fase della ricerca dell’identità di Gesù, più drammatica della prima, nella quale il Rabbi di Galilea manifestava la sua potenza messianica e insieme chiedeva di non proclamarne l’annuncio.
    Da qui in avanti Gesù annuncerà esplicitamente la via della Croce e direttamente contraddirà l’aspettativa dei discepoli. Già nel testo che leggeremo nel prossimo appuntamento lo vedremo rimproverare duramente quel Pietro che pure qui dà una buona risposta. La qualifica di Messia è giusta, ma l’aspettativa gloriosa che porta con sé è sbagliata.

    17 Settembre, 2022 - 13:16
  3. Luigi Accattoli

    Marco 8, 27-30. Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: “La gente, chi dice che io sia?”. 28Ed essi gli risposero: “Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti”. 29Ed egli domandava loro: “Ma voi, chi dite che io sia?”. Pietro gli rispose: “Tu sei il Cristo”. 30E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.

    17 Settembre, 2022 - 13:17
  4. Luigi Accattoli

    Cesarea di Filippo. v. 27: verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo. Il rabbi itinerante che è Gesù va più per villaggi che per città. Se escludiamo Gerusalemme e Gerico, si direbbe che egli svolga la sua predicazione esclusivamente in piccoli centri. Anche quando la sua itineranza lo porta in prossimità dei centri maggiori, non ci viene mai detto che egli vi entri: non risulta che abbia mai messo piede in Tiberiade (capoluogo amministrativo della Galilea, né qui in Cesarea di Filippo (capoluogo della tetrarchia dell’Iturea e della Tragonitide), né in Tiro o in Sidone: quando nominano queste città, i Vangeli dicono sempre “nella regione di”, “dalle parti di”, “nei villaggi intorno a”.
    v. 27b: Cesarèa di Filippo. Centro urbano in zona a dominante pagana, ai confini Nord della Galilea, 40 chilometri sopra il Lago di Tiberiade, in prossimità delle sorgenti del Giordano. Un territorio che ora fa parte del Golan. Il primo nome della città era Paneas, con riferimento al dio Pan. Il tetrarca Filippo (quello a cui il tetrarca Erode Antipa ha sottratto la moglie Erodiade) l’aveva ristrutturata in modalità romana e pagana, denominandola Cesarea in onore di Tiberio Cesare. Da non confondere, questa Cesarea di Filippo con Cesarea marittima, dedicata all’imperatore Cesare Ottaviano Augusto da Erode il Grande, padre di Filippo e di Erode Antipa.
    v. 27c: per la strada interrogava i suoi discepoli. L’immagine di Gesù che camminando va istruendo i discepoli è un’immagine abituale nei Vangeli. Gesù è un rabbi itinerante, oggi diremmo: un maestro di strada.

    17 Settembre, 2022 - 13:18
  5. Luigi Accattoli

    Il Battista redivivo. v. 27d: La gente, chi dice che io sia? Su come Gesù era considerato nella voce pubblica Marco ci aveva già ragguagliati nel capitolo 6, narrando di come “il suo nome era diventato famoso” ed era giunto all’orecchio del tetrarca Erode.
    v. 28: “Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti”. Nel capitolo 6, al versetto 14, Marco ci aveva informati che anche il tetrarca Erode Antipa sospettava che Gesù altri non fosse se non “Giovanni il Battista risuscitato dai morti”. Quanto a Elia, nell’ebraismo del tempo di Gesù era credenza comune che sarebbe tornato alla fine dei tempi come annunziatore del Giudizio: “Io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore” (Malachia 3, 23). Uno dei profeti: Gesù annunciava la venuta del Regno e chiamava le folle alla conversione, due attitudini tipicamente profetiche.
    v. 29: “Ma voi, chi dite che io sia?“. Gli stessi discepoli sono apparsi fino a ora molto titubanti sull’identità di Gesù, che Marco narra come travisata da scribi, farisei, erodiani; ignorata e temuta dai compaesani di Nazaret; misconosciuta persino dal suo clan familiare: “E’ fuori di sé” (3, 21). Solo qui, in Marco, abbiamo un punto fermo nel riconoscimento della identità messianica di Gesù da parte di Pietro, il primo dei discepoli. Ma vedremo subito dopo – ai versetti 31-33 che leggeremo la prossima volta – che anche questo riconoscimento risulterà incompleto e ambiguo.

    17 Settembre, 2022 - 13:19
  6. Luigi Accattoli

    Non ditelo a nessuno. v. 29b: Pietro gli rispose: “Tu sei il Cristo”. Christos è la traduzione greca dell’ebraico masiah che vuol dire l’unto. Sostanzialmente identica è la risposta di Pietro nel passo parallelo di Luca: “Il Cristo di Dio” (19, 20). In Matteo 16, 16 invece la risposta di Pietro è “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. C’è disputa tra gli studiosi su questa più forte affermazione fornita da Matteo. L’interpretazione più semplice, alla quale ci potremmo attenere senza correre grandi rischi, è che Marco riferisca una tradizione più antica e più fattuale, mentre Matteo, “la cui redazione greca è certamente posteriore a Marco, potrebbe avervi aggiunto la qualifica di figlio di Dio” (Pierre Benoit, La divinità di Gesù nei sinottici, saggio compreso nel volume Esegesi e teologia, Edizioni Paoline 1964, p. 122).
    v. 30: ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. La ragione sostanziale di questo “segreto messianico”, ovvero di questa ripetuta richiesta di Gesù di mantenere segreta la sua identità di Messia, sta nella difficoltà della stessa a essere compresa rettamente in un contesto dove il Messia era atteso come un liberatore politico. Se i discepoli fossero andati in giro ad affermare la messianicità di Gesù, si sarebbe creato un movimento insurrezionale che erodiani e romani avrebbero immediatamente represso.

    17 Settembre, 2022 - 13:19
  7. Luigi Accattoli

    Ma voi chi dite che io sia. Proviamo – in conclusione – a rispondere alla domanda di Gesù “voi chi dite che io sia” come se fosse rivolta a noi, oggi, per la prima volta. Come se fosse, per noi, una domanda personale, non intesa a sapere che cosa dicono i teologi o il magistero, o le generazioni cristiane del passato, o gli osservatori non cristiani dei nostri tempi, ma intesa a conoscere precisamente l’idea che noi ci siamo fatti di Gesù: “Ma voi chi dite che io sia?”
    Ogni generazione di cristiani e ogni singolo cristiano devono tornare a porsi quella domanda e tentare di rispondervi in proprio, perché Gesù è oltre ogni tentativo di definirlo. E mai potrà essere definito in toto e una volta per tutte. E non basta rispondere a quella domanda con le parole del Credo. Occorre arrivare all’ultimo stadio dell’interrogazione, anche se ci ritroviamo serenamente nella fede che professiamo: che vogliono dire per noi le parole del Credo? Cioè che egli sia l’unigenito figlio di Dio, che sia morto e risorto e asceso al Cielo e che il suo Regno non avrà fine.

    17 Settembre, 2022 - 13:20
  8. Luigi Accattoli

    La via della croce. E’ verosimile che anche per noi una tale interrogazione personale porti a risposte sostanzialmente esatte ma comunque ambigue. Sono tanti intorno a noi a guardare alla figura di Cristo e alla fede in lui come a qualcosa che è anche spendibile politicamente. Che anzi occorre far valere nella lotta politica.
    Altri tra noi negheranno decisamente questa spendibilità ma penseranno al Cristo come a un fratello per l’umanità derelitta, un salvatore dei poveri e di ogni scartato, un consolatore degli afflitti.
    Per condurre correttamente l’indagine – che stavolta è su di noi – dovremmo mettere al centro il richiamo di Gesù al cuore della sua vicenda e del suo messaggio, quale leggeremo la prossima volta, nel primo annuncio della Passione (nell’insieme del Vangelo ne avremo tre): “il Figlio dell’uomo dovrà soffrire molto ed essere rifiutato”. Insomma la via della Croce. Se al centro non c’è questa, ogni risposta correrà il rischio di restare parziale e ambigua.

    17 Settembre, 2022 - 13:21
  9. Luigi Accattoli

    Pizza cercasi. Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 19 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.

    17 Settembre, 2022 - 13:26
  10. Luigi Accattoli

    Ingresso libero. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da quasi vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 19 settembre. L’appuntamento precedente fu lunedì 20 giugno e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 28 giugno:

    http://www.luigiaccattoli.it/blog/a-betsaida-con-gesu-che-prende-per-mano-il-cieco-e-facciamo-che-sono-io-il-cieco/

    17 Settembre, 2022 - 13:30
  11. maria cristina venturi

    La domanda di oggi non e’ chi sia Gesu’ ,ma ” Gesù e’ ‘ diverso ‘ da qualsiasi altro ?Senza credere in Gesu’ come Dio, ci si puo’ salvare lo stesso ?”
    Cioe’ se qualsiasi cosa uno risponde : Gesù: e’ il figlio di Dio, il Salvatore, l’ Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, oppure invece Gesu’ e’ solo uno dei tanti profeti, uno dei tanti fondatori di religioni ,come Budda, Maometto, oppure ancora Gesu’e’ stato ‘ un maestro spirituale , un guru ,uno che ti indica la via, oppure invece Gesu’ e’ un personaggio storico mitizzato, se insomma tutte le risposte vanno bene, se tutte le risposte sono equivalenti, e tutte le risposte sono giuste , se credere o non credere in Gesu’ non fa differenza ,se essere cristiano o musulmano o induista e ‘ UGUALE ai fini della salvezza , che importanza ha dire chi e’ Gesu’ ?
    Dire chi e’ Gesu’ ha importanza solo se si crede che Gesu’ sia l’ unico, il Salvatore , non intercambiabile, non un semplice uomo, non un semplice profeta. Ma dire questo oggi cioe’ proclamare la unicita’ di Gesu’, la sua divinita’ , la sua necessita’come Salvatore , la sua diversita’ da ogni altro profeta e fondatore di religioni e guru, sarebbe una pretesa ” identitaria” ,da condannare, come se solo chi crede in Gesu’ fosse nella verita’. Questo oggi non e’ ammesso pensare . Dunque ogni risposta e’ vana se non si puo’ dire veramente chi e’ Gesu’.Bisogna oggi attenersi all’ ecumenismo e al politicamente corretto: dire che solo Gesu’ puo’ salvare, non sta bene, non e’ ammesso.

    17 Settembre, 2022 - 17:02
  12. Luigi Accattoli

    A Maria Cristina Venturi. Era una pretesa inaccettabile anche nell’antichità e portò alle persecuzioni. Divenne un’affermazione accettabile in regime di cristianità, ma con l’accompagnamento della pretesa impositiva – anche questa inaccettabile – all’insieme della società. Cessata la cristianità si torna al campo aperto dove ogni comunità cristiana si trova a vivere la duplice sfida, simile a quella delle origini, di mantenere la propria identità e di non costituirsi in setta separata dalla comune umanità. Una sfida dunque non affatto inedita, sia per il mondo mediterraneo, dove già fu vissuta in antico, sia per le mille regioni del pianeta dove nei secoli e oggi la comunità cristiana si è trovata e si trova in condizioni di minoranza.

    19 Settembre, 2022 - 19:47

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