Domande per don Vinicio sulla “religione animista”

 

In vista dell’appuntamento del 27 novembre 2015

sul testo “Dal Cristianesimo a una religione animista?”

1. Da dove prendi l’espressione “religione animista” che proponi a sintesi interpretativa dei “sintomi” della “nuova religione”? – Ovvero: è un’espressione di tua invenzione? E in tale caso, come ci sei arrivato?

2. Mi pare che tu dia a questa tua formula una valenza negativa: condividi? – Se la mia impressione è corretta, rispetto a che cosa consideri “negativa” la religione animista che descrivi? Rispetto a quale alternativa possibile?

3. Che conto fai della pratica della carità in questa tua lettura e proposta? – Ovvero: perché non parli della componente centrale dell’eredità cristiana che è la carità? Proprio tu, che sei detto prete di strada?

4. Da prete di strada, come ti incontri con il Papa di strada che è Francesco? In particolare: come valuti la sua proposta della Chiesa che oggi dovrebbe operare come “ospedale da campo”?

Nota bene. Propongo questa scaletta per il confronto: tu don Vinicio esponi la tua tesi – io ti faccio queste domande e/o altre che possono nascere sul momento – tu rispondi alle domande a una a una – io concludo con un tentativo di sintesi.

Alla pagina seguente, tre spunti documentali per la mia sintesi.

Spunti per una sintesi

Giuseppe De Rita in un foglio di lavoro interno al Censis che ha la data dello scorso ottobre e il titolo “Cosa fare per il Giubileo” segnala una flessione della dimensione istituzionale della Chiesa e una crescita di quella devozionale: “L’ipotesi di fondo che sembra giusto offrire al Giubileo è quella di un anno di policentrismo religioso basato sulla diversità delle pratiche devozionali, senza grandi eventi e grandi messaggi che oggi verosimilmente non troverebbero udienza”.

Preti si diventa – Avviare processi di riforma [A cura di Francesco Lambiasi e Domenico Pompili. Prefazione di Nunzio Galantino – Conferenza Episcopale Italiana – 2015]: “In un contesto contrassegnato da una religiosità che da «confessionale» è divenuta «a bassa intensità», cioè meno legata alla Chiesa istituzionale e più permeabile a molte e variegate appartenenze, anche il reclutamento dei presbiteri non segue più il percorso tradizionale che dalle famiglie praticanti passava per le associazioni cattoliche e la parrocchia e approdava infine al seminario”.

Antoine Fratini: “Animismo e modernità possono convivere” (2011): “Ho anche cercato di mostrare come l’animismo, basato fondamentalmente sulla percezione dell’anima in tutte le cose e in particolare modo nelle entità naturali, si ritrovi in certi pensieri e comportamenti dei moderni, come per esempio il ballo scatenato dei giovani su sfondo di musica techno, la moda dei piercing e dei tatuaggi e la cultura New Age che celebra la Natura, l’energia cosmica e predica un ritorno ad un politeismo pagano”.