Così il collega Tosatti è “tornato” cristiano

L’incontro con Giovanni Paolo II ha avuto uno sviluppo molto forte per me. Mi sono trovato di fronte a una persona che ho scoperto nella sua eccezionalità umana, nel suo carisma e intelligenza. La sua persona, dunque, mi poneva un problema: come conciliare questa sua personalità eccezionale, fuori dell’ordinario, con il carattere intellettualmente problematico della sua preghiera? In altre parole mi poneva una domanda il modo in cui egli testimoniava una fede che aveva tratti quasi ‘infantili’ nella sua purezza (…). Mi sono dedicato così alla lettura di saggi e libri sulla storia dei Vangeli e sugli Atti degli Apostoli da cui ho ricavato l’impressione che, nella Palestina di allora, intorno alla persona di Gesù è successo davvero qualcosa di straordinario (…). C’è stata una componente di cuore, certamente, ma anche un’altra di studio e ricerca, se così si può dire. Tutto ciò si è tradotto in un ritorno, un riavvinamento che non è esente dal dubbio (…) però è accompagnato dalla tranquilla consapevolezza che tutto è così, semplicemente: una sensazione molto strana! Alla base di questo sentimento c’è un senso di abbandono fiducioso, per cui posso coabitare con il dubbio“: così parla Marco Tosatti, collega della Stampa, nel libro di Lorenzo Fazzini, NUOVI CRISTIANI D’EUROPA (Lindau editore 2009) dove sono intervistati dieci convertiti. Un abbraccio di fratello a Marco, caro collega di tanti viaggi papali e altre trasferte di lavoro, conferenze stampa, corride telefoniche, cene e corse in taxi. Altri spunti nei primi due commenti.

27 Comments

  1. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] Gli altri intervistati dal giovane collega Lorenzo Fazzini ( http://www.lorenzofazzini.it ): Giovanni Lindo Ferretti, Jean-Claude Guillebaud, Fabrice Hadjadj, Gabriele Kuby, Janne Haaland Matlari, Joseph Pearce, Marcello Pera, Eric-Emmanuel Schmitt, John Waters. Il libro ha una prefazione di Lucetta Scaraffia, 212 pagine e costa 16 euro.

    22 Novembre, 2009 - 18:58
  2. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] Conoscevo un altro caso di un collega provocato a tornare cristiano dalla preghiera di Papa Wojtyla, quello di Domenico Del Rio: vedi nella pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto, nel capitolo 7 LA VITA E’ MUTATA MA NON E’ TOLTA, paragrafo IL SANTO E’ COLUI CHE ACCONSENTE ALLA MORTE.

    22 Novembre, 2009 - 18:59
  3. Leonardo

    Due conversioni di vaticanisti? Il miracolo per la beatificazione c’è già, altro che suora col Parkinson!
    Se poi si accertassero anche conversioni nella curia vaticana, … santo subito.

    22 Novembre, 2009 - 19:19
  4. roberto 55

    Perdona, Luigi, la domanda, banale, quasi ai limiti del “gossip”: Marco Tosatti è parente del defunto (e compianto) Giorgio Tosatti ?

    Buona serata a tutti !

    Roberto 55

    22 Novembre, 2009 - 21:54
  5. Luigi Accattoli

    Si: Marco è fratello minore di Giorgio. Nell’intervista parla dell’influenza che Giorgio “agnostico molto militante” aveva avuto su di lui.

    22 Novembre, 2009 - 22:12
  6. mattlar

    Caro Luigi (intorno al tuo commento di “bentornato anche te” che leggo soltanto oggi….e che – evidentemente – è sfuggito al grammatico Leonardo)
    Ti ringrazio della precisazione. Ci avevo pensato anche un po’… bentornato anche a te/bentornato anche te ma… ho pensato male… perché non avevo considerato bentornato anche tu…. beata ignoranza! Grazie comunque della fraterna correzione.

    23 Novembre, 2009 - 0:08
  7. mattlar

    (mi riferisco al commento del giorno 19 – interminabile estate san martino)

    23 Novembre, 2009 - 0:10
  8. lycopodium

    Giovanni Paolo II “testimoniava una fede che aveva tratti quasi ‘infantili’ nella sua purezza”
    Proprio qui, in data 4.3.08 Sump scriveva:
    “Da molti anni provo un senso di estraneità e d’imbarazzo di fronte a certe manifestazioni di religiosità popolare. Non riesco però a respingere del tutto l’ipotesi che potremmo essere noi nel torto. Il cristianesimo è – che lo vogliamo o no – per alcuni aspetti una religione ”imbarazzante” ferma nella sua attesa della resurrezione dei corpi, fonte di scandalo e incredulità per i colti e paludati sadducei, fonte di sghignazzo per i saggi e raffinati ateniesi nell’episodio di Paolo negli Atti. Il cristianesimo, dopo la sua vittoriosa lotta contro gli gnostici e i loro epigoni, è sempre stata una religione molto legata al corpo, al sangue, a partire dal grande mistero eucaristico e proseguendo – da subito – col culto dei martiri e delle loro reliquie: parecchi secoli prima delle manifestazioni barocche. Avrei bisogno di rifletterci un po’.”

    Riflessioni attualissime.

    23 Novembre, 2009 - 7:32
  9. Gerry

    Volevo ringraziare Lycopodium per il suo bel ricordo. Con la notazione che i “tardi” epigoni dello gnosticismo non mancano mai, anzi si infittiscono tra chi proprio non riesce a testimoniare e a capire una fede “che aveva tratti quasi ‘infantili’ nella sua purezza”, come ci ricorda Marco Tosatti parlando di Giovanni Paolo II. Se il martirio è, in primo luogo, testimonianza oggi appare difficile darla – quasi come l’effusione del sangue – in un mondo che ha sì il culto del corpo, ma del tutto scisso dall’unità con lo spirito che vi abita.

    23 Novembre, 2009 - 10:39
  10. david pierini

    c’è una parabola di Gesù che getta un’ombra inquietante sulle conversioni dei cristiani del nostro tempo…

    INVITO AL BANCHETTO DI NOZZE

    Procede a grandi passi la scristianizzazione della società sotto i colpi del materialismo e sotto l’azione subdola e strisciante di tanti falsi profeti e falsi cristi che cercano di gettare luce abbagliante dove Gesù ha gettato luce vera, armonia dove Gesù vuole sano conflitto, piacevoli illusioni…purché ammorbidiscano la crudezza della verità…e avviliscano Gesù ad uno dei tanti illuminati che sono passati in questo mondo rinnegando che lui solo sia…”il Maestro”…che lui solo sia…”il Messia”.
    Ma questo sfacelo sarebbe nulla se l’onda lunga e poderosa della menzogna non avesse travolto anche le fondamenta della chiesa cattolica, indiscussa testimone del Dio incarnato.
    C’è una parabola di Gesù che fa particolarmente spavento, una parabola piena di riferimenti per i giorni nostri, una parabola che riguarda ognuno di noi…sia che siamo religiosi o meno, che siamo buoni o cattivi, che siamo lontani o vicini…è la parabola del banchetto di nozze.
    In questa parabola ci viene detto con disarmante semplicità e chiarezza che nei giorni della fine Dio sarà rifiutato dai suoi, che questi per quanto persone buone e buoni testimoni della Sua parola saranno gettati nell’inferno…ci viene detto che la chiesa sarà distrutta e uccisi tutti coloro che la occupano…ci viene detto che al banchetto di nozze saranno invitati i perduti…ci viene detto che saranno spinti con vigore ad entrare…ci viene detto che questi ultimi saranno chiamati a riacquistare la dignità perduta….e ci viene detto che chi non lo farà sarà cacciato fuori.
    Ecco la parabola che viene narrata da due evangelisti…Luca e Matteo…

    Gesù rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. Ma tutti, all’unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena. (Lc 14, 16-24)

    Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
    Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali.
    Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l’abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz’abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti. (Mt 22,1-14)

    Io credo che gran parte della parabola sia già stata consumata…credo che Dio abbia già fatto gli inviti ai cristiani del nostro secolo…credo che questi abbiano declinato l’nvito essendo occupati nelle faccende di questo mondo…credo che la chiesa, abbandonata da Dio, sia stata invasa dalle armate di Satana…credo infine che i testimoni della Sua parola siano stati tutti…spiritulmente passati a fil di spada.
    Ora il Signore incarica i suoi servi di porgere gli inviti ai perduti e spingerli ad entrare…l’ultima chiamata è per i peccatori di ogni specie, gli stolti, gli empi, i Giuda del nostro tempo e tutti coloro che erano “fuorilegge” secondo i canoni della nostra chiesa.
    Il Signore estende a chiunque il suo invito…c’è posto per tutti, atei compresi, per tutti coloro che intendono ravvedersi.
    L’aver scoperto che in questo tempo maledetto anche i santi vanno all’inferno, che per quanto possiamo pregare e fare opere buone se non prendiamo le distanze dal potere malefico di tanta parte di questo clero saremo gettati con loro nello stagno di fuoco, che i cristiani che si rifiutano di vedere i segni dei tempi e di andare incontro allo sposo sono destinati al supplizio eterno…l’aver scoperto tutto questo ha avuto nel mio cuore l’effetto devastante di un “undici settembre”…e raso al suolo ogni speranza.
    Terribile sentire Gesù definire il Papa, i vescovi, i sacerdoti, i religiosi dei nostri giorni…coloro che predicano la sua parola, coloro che parlano nel suo nome…”assassini”.

    23 Novembre, 2009 - 16:33
  11. david pierini

    e su Giovanni Paolo secondo io ci andrei cauto prima di beatificarlo…

    Io credo che sia venuto il momento di ammainare gli striscioni del “santo subito” ed animati dalla più viva carità cristiana sperare che Giovanni Paolo secondo sia riuscito ad evitare l’inferno. Questo non in base a ciò che io penso ma alle parole cariche di responsabilità che disse Gesù…”A chi molto è stato dato molto sarà richiesto ma a chi molto è stato affidato molto di più sarà richiesto”. Di tutto il marcio che si poteva vedere nella chiesa non ha visto quasi nulla…ma io sono convinto che la sua cecità sia stata in buona fede.
    Un Papa come ogni altro sacerdote sarà giudicato in base al fatto se sia stato “sale della terra” oppure no. Giovanni Paolo è stato il Papa più simpatico e mediatico, è stato il Papa che maggiomente è entrato nei nostri cuori…ma nei nostri cuori ha portato tanto miele…ma poco sale.

    http://davidilgrido.blogspot.com
    http://parole-difuoco.blogspot.com

    23 Novembre, 2009 - 16:37
  12. Leonardo

    No, Mattlar, la questione grammaticale non mi era sfuggita, ma ero più indisposto per quel “bentornato” che, unito a qualche altra gentilezza recente (persino un ricordo dell’onomastico!) mi davano reazioni allergiche e mi mettevano in pensiero su come fare per rendermi, se possibile, più sgradevole. In fondo, vengo al caffé per antipatizzare.

    23 Novembre, 2009 - 16:46
  13. Francesco73

    Tu Luigi dici che Domenico Del Rio si era allontanato dalla fede? Io ho sempre capito che si era allontanato da una certa forma di Chiesa, anche per i travagli della sua vocazione. Ma non penso che il suo sia poi stato il ritorno di un convertito.
    Ma, appunto, solo il riavvicinamento di uno che non era mai andato via.

    23 Novembre, 2009 - 17:45
  14. Luigi Accattoli

    Francesco su Del Rio hai ragione – ho detto per eccesso – ma nel testo a cui rimandavo con il secondo commento a questo post la faccenda è chiarita con le sue parole.

    23 Novembre, 2009 - 18:27
  15. Francesco73

    Le vicende come quella di Tosatti sono appunto i miracoli più belli che possiamo attribuire a Wojtyla, e penso che di questo tipo ve ne siano moltissimi, se vogliamo anche della stessa natura tutt’ora dubitante ma nel contempo afferrata, avvinta in un abbraccio attrattivo.

    Purtroppo, anche in vista della beatificazione, temo che si vedano all’orizzonte nuove nubi, alquanto dense, che provengono dai misteri dolorosi del caso Orlandi.

    23 Novembre, 2009 - 21:40
  16. discepolo

    A proposito del caso Orlandi. ma il papa Giovanni Paolo II che rapporti aveva con Marcinkus? Nel senso che.. era a conoscenza di quello che faceva questo monsignore? se sì non mi sembra molto da Santo averlo lasciato fare….

    23 Novembre, 2009 - 22:17
  17. Francesco73

    Ecco, appunto…:-)

    23 Novembre, 2009 - 22:24
  18. Leonardo

    Però la santità non ha nulla a che vedere con la lungimiranza, le capacità di governo, l’intelligenza delle scelte politiche eccetera, eccetera, eccetera … quello è il premio Nobel (ah ah ah 🙂 :-):-)

    24 Novembre, 2009 - 12:57
  19. Leonardo

    E poi le virtù eroiche sono già state accertato e, come diceva Boskov, goal è quando arbitro dice che palla è entrata.

    24 Novembre, 2009 - 12:58
  20. discepolo

    Però è impressionante la sfilza di papi santi che abbiamo avuto ultimamente..
    Giovanni XXIII santo, PaoloVI santo, Giovanni Paolo II santo subito…c’è chi vuole santo anche PioXII e naturalmente anche Giovanni Paolo I
    insomma ormai i papi santi sono un po’ inflazionati….

    24 Novembre, 2009 - 20:37
  21. Luigi Accattoli

    Discepolo io sono contrario alle canonizzazioni dei papi da parte dei papi, che è come dire che il papato canonizza se stesso, specie quando sono fatte dagli immediati successori: Pio XII che canonizza Pio X di cui porta il nome, Giovanni Paolo II che beatifica Giovanni XXIII, Benedetto XVI che beatifica Giovanni Paolo II che lo chiamò a Roma e l’avviò al papato. Vedi nella pagina COLLABORAZIONE A RIVISTE un mio articolo del 2005 – a proposito del “santo subito – intitolato LA SANTITA’ DEI PAPI E I SANTI SCONOSCIUTI.

    25 Novembre, 2009 - 9:19
  22. Leonardo

    Però il fatto che da Pio IX compreso in poi siano saliti al soglio pontificio sempre e solo santi (uh quante esse! sarà lo Spirito che spira), canonizzati o meno, vorrà pur dire qualcosa. Io lo interpreterei volentieri come il segno che la divina Provvidenza approva e corrobora la forte sottolineatura del primato di Pietro e il modo “forte” di intendere l’esercizio della sua potestà di governo sulla chiesa universale, che ha appunto preso piede negli ultimi centocinquanta anni. Rispetto a questa benemerita tendenza, le inquietudini dell’ultimo concilio e soprattutto i conati collegialistici del postconcilio non sarebbero quindi l’apertura di una fase nuova, ma una momentanea esitazione, uno smarrimento passeggero.

    25 Novembre, 2009 - 12:39
  23. Luigi Accattoli

    Leonardo io critico le canonizzazioni dei papi, non il fatto che i papi siano santi: questo è un grande vantaggio, la tendenza a canonizzarli per sistema è una piega dei tempi che mi auguro passeggera.

    25 Novembre, 2009 - 14:19
  24. tonizzo

    Luigi, scusa: ma che sono le corride telefoniche di cui parli nel post?

    Sui Papi che generalmente vengono avviati alla santità: mi ricordano tanto i senatori a vita perché ex presidenti della Repubblica. Forse un pelo si è esagerato…

    25 Novembre, 2009 - 23:18
  25. Luigi Accattoli

    Corride telefoniche: espressione metaforica che allude a pomeriggi o serate passate al telefono per “sapere qualcosa” su dove si sia nascosto Milingo o a quanto ammonti il risarcimento che lo IOR dovrà pagare ai creditori dell’Ambrosiano. L’espressione è impropria, attirata dal fatto che con quei giri di telefonate mezzo concordate e mezzo concorrenziali si alza polvere, si vede rosso e a volte si riportano ferite.

    26 Novembre, 2009 - 10:37
  26. tonizzo

    Non sapevo si chiamassero così. Concordo sugli effetti…

    27 Novembre, 2009 - 22:23
  27. Luigi Accattoli

    Non è che si chiamino così: sono io che le ho chiamate così.

    27 Novembre, 2009 - 23:34

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