Così metto insieme il Papa prudente e la protesta Cei

Trovo giusta la via indicata a due voci dalla Cei e dal Papa: c’è la protesta per il differimento delle messe con il popolo ma c’è insieme l’impegno a ottenerle con la trattativa, nell’accettazione dei tempi e delle modalità che verranno concordati. Nei primi tre commenti riporto un mio articolo pubblicato oggi dal “Quotidiano del Sud”, che va letto insieme al post del 27 aprile che riguardava la nota di protesta della Conferenza episcopale.

30 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Mio articolo 1. Francesco ieri ha invitato a obbedire alle autorità per evitare il rischio di un rilancio della pandemia ora che in vari paesi ci si avvia alla fase due. Non si riferiva solo all’Italia e non ha fatto richiami alla celebrazione delle messe, ma è stato inevitabile che le sue parole venissero lette – nei nostri media – a contrasto della nota della Cei che domenica aveva protestato per il rinvio governativo della ripresa delle messe con il popolo.
    Più che un contrasto, nel richiamo del Papa si può individuare un aggiustamento del tiro, o anche il segno di un gioco delle parti. Ecco le parole che ha detto prima della messa a Santa Marta: «In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni».

    29 Aprile, 2020 - 14:31
  2. Luigi Accattoli

    Mio articolo 2. La Cei aveva alzato la voce definendo “arbitraria” la decisione del Governo, che autorizzava soltanto la celebrazione dei funerali con un massimo di 15 presenze di “familiari”. E aveva anche affermato che nella questione era in gioco la libertà religiosa.
    E’ ragionevole ritenere che il Papa fosse d’accordo con la sostanza di quella protesta. Egli stesso il 17 aprile aveva segnalato che la Chiesa attende la ripresa delle celebrazioni con il popolo, non essendo sufficiente la partecipazione a quelle teletrasmesse: «In questo momento dobbiamo fare familiarità con il Signore in questo modo, ma per uscire dal tunnel e non per rimanerci. Celebrare la Messa senza popolo è un pericolo».
    Stante la sostanziale coincidenza nell’attesa di riaprire al popolo, è facile individuare il diverso ruolo che giocano i vescovi e il Papa: la Cei preme per avvicinare la data della riapertura, che il Governo aveva in programma per il 18 maggio; mentre Francesco invita a evitare fughe in avanti e ad attendere l’accordo con le autorità prima di riprendere la celebrazione a chiese aperte.

    29 Aprile, 2020 - 14:31
  3. Luigi Accattoli

    Mio articolo 3. Una riprova di questo gioco di squadra è venuta nella giornata di ieri da una dichiarazione del portavoce della Cei, don Ivan Maffeis: “Il richiamo del Papa alla prudenza è la cifra che ci serve per contemperare due esigenze che non possono essere contrapposte: la salute di tutti non può essere sottovalutata”.
    Non è la prima volta che Papa e vescovi dicono parole diverse che solo prese insieme dettano una linea. Era già capitato con le chiese aperte o chiuse. Verso il 10 marzo la Cei interpretava le direttive del governo nel senso della chiusura fisica delle chiese, ma il venerdì 13 Francesco affermò che “le misure drastiche non sempre sono buone” e le chiese che erano state chiuse vennero riaperte.
    Allora Bergoglio disapprovava le misure drastiche, oggi scoraggia le fughe in avanti. Sia quelle parole sia queste ultime vanno lette in funzione dell’unità del gregge che è vasto e vario ed è necessario che i pastori spingano le pecore che si attardano e trattengano quelle che corrono in avanti. In marzo Francesco spinse, ora frena.

    29 Aprile, 2020 - 14:31
  4. Federico Benedetti

    Purtroppo abbiamo assistito ad affermazioni contraddittorie che hanno alimentato divisioni nel popolo di Dio.
    Mi piacerebbe sapere, Luigi, qualcosa di più su quei collaboratori del Papa che hanno risposto alla telefonata del Professor Conte a Santa Marta.
    E come questo entourage si relaziona con gli attuali vertici della CEI.
    Per completare la tua ricostruzione mi servirebbe un chiarimento su questa questione.

    29 Aprile, 2020 - 15:16
  5. Luigi Accattoli

    Federico non so rispondere. La mia è un’interpretazione da remoto che si basa sulle parole pronunciate e scritte, sui loro tempi e sui precedenti di chi le pronuncia o scrive. Non si basa su telefonate e chi le abbia ricevute. Ritengo che l’interlocutore ultimo sia del Presidente del Consiglio, sia del Presidente della Cei sia il cardinale Parolin. Immagino che ambedue lo abbiano consultato e che il Papa abbia parlato dopo averlo ascoltato. Raccontami tu che sai della telefonata del Premier e dei rapporti dell’entourage papale con la Cei.

    29 Aprile, 2020 - 17:20
  6. Lorenzo Cuffini

    🙂
    Direi piuttosto, caro Fede, che coloro che nel cd.”popolo di Dio” non vedono l’ora di FARSI DIVIDERE e di DIVIDERE ESSI STESSI son rimasti – al solito – con un pugno di mosche e con un palmi di naso davanti a questo repentino, e ottimo, “riposizionamento tattico” generale.

    29 Aprile, 2020 - 19:56
  7. Federico Benedetti

    Luigi, suvvia: tu sei il vaticanista che svela i retroscena, io sono il lettore. Al massimo, posso fare qualche domanda.

    Unicuique suum.

    29 Aprile, 2020 - 20:50
  8. Centofanti Giampaolo

    Compieta

    Ci sia pace nel tuo cuore
    lascia scendere la pace.
    Senti? Bussa alle finestre
    oltre le brume della sera
    e ti dona di ascoltare.
    Tu aprile. Non temere
    – ti dice – i fantasmi dell’inverno,
    né la notte che viene.
    Riposa. Io sono invece
    nel crepitare del caminetto,
    nel cagnolino beato
    della tua presenza,
    nelle semplici cose
    contro le quali nulla
    davvero può il male.

    29 Aprile, 2020 - 23:29
  9. roberto 55

    A questo punto, amico Lorenzo, credo converrai che, dopo l’intervento di Papa Francesco ed il resoconto (al solito puntuale) del nostro “padrone di casa”, qui si sta finendo con il parlare del nulla.

    Roberto Caligaris

    30 Aprile, 2020 - 0:18
  10. Beppe Zezza

    Una cosa mi lascia perplesso nella ricostruzione fatta : se il governo aveva in animo di riaprire le messe il 18:Maggio perché non l’ha detto? In fondo ha parlato, per altre cose, di date ulteriori.

    30 Aprile, 2020 - 10:42
  11. Luigi Accattoli

    Beppe hai ragione: l’indicazione di una prospettiva temporale sarebbe stata utile. Ma siccome era subordinata alla verifica dell’andamento dei primi passi della fase 2, tra i quali la celebrazione ristretta dei funerali, il Premier ha ritenuto di non doverne accennare. Sia stata una scelta o un lapsus dovuto alla stanchezza, dal mio punto d’osservazione lo considero un errore.

    30 Aprile, 2020 - 11:44
  12. Pasquale VILARDI

    Il desiderio di poter partecipare ad una Messa “dal vivo” credo sia comune a tutti i fedeli ed è chiaro che assistere ad una liturgia in TV o in streaming non è la stessa cosa ne può essere auspicabile la istituzionalizzazione di nuove forme di partecipazione “tecnologiche”. D’altronde non mi sembra ragionevole , in nome di un diritto “assoluto” di libertà pretendere l’abolizione del vincolo di evitare assembramenti tra i quali l’ assemblea liturgica costituisce una delle forme più evidenti e pericolose. Perciò ritengo miope e non fondato invocare un diritto alla libertà di movimento in nome di una libertà di culto che . credo, nessuno abbia messo in discussione. . Pensate a quanti operatori sanitari potrebbero costituire un serio pericolo per la salute pubblica ( in primis la propria) partecipando ad una funzione religiosa di massa veicolo particolarmente realistico per la diffusione del virus.
    Che poi certe misure non siano state concordate con i vertici ecclesiastici è senz’altro vero e credo che questo “difetto metodologico” debba essere sanato anche se non vedo realistiche condizioni per giungere a soluzioni alternative efficaci.
    Per quanto riguarda la riscoperta di forme di comunione utili a riscoprire uno spirito comunitario già in atto presso le prime comunità cristiane , sono d’accordo con l’intervento di Peyretti che certamente non può essere letto come un invito ad una svalutazione della liturgia tradizionale.

    30 Aprile, 2020 - 12:11
  13. Beppe Zezza

    Una delle parole d’ordine di questa lotta alla diffusione del virus è : occorre vietare gli “assembramenti”. Il problema è che la nozione di “assembramento” è assai vaga. Il dizionario dice : Raggruppamento di persone con intenzioni ostili, sospette o sconosciute: fare, proibire, sciogliere un a.; generic., affollamento, folla. Penso che delle due definizioni si debba ritenere la seconda.
    Ora la domanda : quando si da un affollamento? Nel contesto attuale di lotta al coronavirus la risposta giusta parrebbe essere: quando un gruppo di persone si avvicinano tra loro a una distanza inferiore a quella di sicurezza , identificata in un metro.
    Ora si può ragionevolmente asserire che una assemblea liturgica costituisca sempree comunque un assembramento, come sembra asserire il Vilardi ( e non solo lui )?
    Non pare ragionevole.
    Come non sembra ragionevole l’invocare le “difficoltà di controllo sul numero dei partecipanti e sul rispetto delle regole” , sulla capacità di “sanificare” in modo adeguato gli ambienti e quant’altro , tutte questioni che si pongono in modo assolutamente comparabile in altre situazioni ( ad esempio i mezzi di trasporto pubblici sono assai più critici da questo,punto di vista ).

    30 Aprile, 2020 - 16:19
  14. Lorenzo Cuffini

    Ma niente affatto.
    Il problema non sta per nulla in sofistici distinguo lessicali, così come non sta nelle questioni finissime di contenuto giuridico e neppure nella sostanza teologica delle celebrazioni liturgiche.
    Tutte cose nobilissime e fondanti, ma che , qui, vengono dopo .
    Dopissimo.
    Il problema è che siamo nel mezzo di una moria che continua, che sta facendo gagliardamente rotta verso i 30.000 morti ( ufficiali, meglio lasciar perdere le stime reali, si balza all’ordine del centinaio di migliaia) per cui i nostri vescovi, nella loro azione di governo della Chiesa, una e una sola cosa possono e debbono fare: rifarsi al giudizio medico/scientifico di chi ha avuto l’incarico di occuparsene. Punto.
    Possono certamente far valere ragioni e istanze, ovvio: ma tenendo conto che QUELLO è il riferimento, e non una bislacca questione di poteri, diritti, prerogative e interessi.
    A leggere certe dissertazioni, sembra che si viva al di fuori di una tragedia CHE CONTINUA QUOTIDIANAMENTE, e di cui noi ,anche con le nostre chiese, ( COME CON LE NOSTRE CASE, I NOSTRI POSTI DI LAVORO E LE NOSTRE VITE )possiamo diventare coscienti o incoscienti moltiplicatori.
    Ci vuol tanto a tararsi su questa lunghezza d’onda elementare?
    Dopodiche, le soluzioni si troveranno eccome.

    30 Aprile, 2020 - 17:22
  15. Beppe Zezza

    Nella Chiesa Cattolica ci sono i “dogmi”. A quelli noti si deve aggiungere il giudizio medico/scientifico che deve essere accettato acriticamente.
    Il giudizio medico/ scientifico – il supremo criterio di giudizio – stabilisce che una celebrazione eucaristica con persone distanziate è più pericolosa per la salute di 15-20 persone in un autobus ecc ecc. come osare mettere in dubbio che questo sia “ragionevole”?
    Come osare mettere in dubbio che in una situazione drammatica si debba rinunciare all’uso della ragione e all’ esercizio delle proprie libertà fondamentali?
    ( Perfino in Germania dove non mi risulta ci sia un concordato hanno stabilito che la celebrazione delle messe faccia parte della libertà di culto garantita dalla Costituzione )

    1 Maggio, 2020 - 11:33
  16. Lorenzo Cuffini

    Ah, certamente.
    Con questo criterio, che ci si cura a fare?!
    Tutte violazioni della mia libertà. Fo io, che so.
    Mica vogliamo essere prigionieri dei dogmi scientisti della medicina?!!
    C’ho un cancro? Ben, uso la ragione, le mie libertà fondamentali e via, con un rosariuccio e acqua benedetta, tre abluzioni mane e sera, e sono a posto.
    Il dono della vita? Il rispetto di quella degli altri? Le competenze e la preparazione di chi è preposto? E chi se ne fotte? Basta non diano ombra al mio egone. So IO cosa è ragionevole.
    Morale: meno male che la Chiesa c’è, come al solito, a difenderci dalle nostre propopopee. Se no, a questo punto, altro che trentamila morti.

    1 Maggio, 2020 - 12:07
  17. Beppe Zezza

    Proprio perché ho uso della ragione non mi curerò del cancro con rosari e acqua benedetta ma mi rivolgerò agli specialisti del settore senza limitarmi al primo parere.
    E comunque una delle libertà costituzionali è la libertà di cura.
    Breve nota : la scienza vera non esprime dogmi! Sono gli scientisti che glieli attribuiscono.

    1 Maggio, 2020 - 13:50
  18. Beppe Zezza

    La. Chiesa ha il DOVERE di difendere la libertà religiosa degli uomini.

    1 Maggio, 2020 - 13:51
  19. Lorenzo Cuffini

    Toh guarda.
    Difatti lo fa benissimo.
    Naturalmente a modo suo, come – nell’ultimo caso di cui stiamo discutendo – i ripetuti e puntuali interventi di Luigi dimostrano.
    “Il problema”, evidentemente, è che non lo fa secondo i ghiribizzi personali di qualcuno : e menomale!
    Vecchia storia.
    Che questo qualcuno resti ben ben rinserrato nella SUA chiesuola, tutta SUA teoria e SUOI principi, in cui è dio, papa, cardinale, vescovo,prete, sacrista e fedele .
    La Chiesa , quella vera, quella che c’è, è tutta da un’altra parte.

    1 Maggio, 2020 - 15:52
  20. Lorenzo Cuffini

    Proprio perché la Chiesa – LEI sì, non certo noi singolarmente presi,con le nostre singole ubbie – tutela la libertà religiosa e ci è guida e maestra ANCHE in questo tempo ( proprio ad evitare che ciascuno vada dietro ai suo sperifronzoli personali), ricordo a tutti questo contributo:
    http://www.libreriaeditricevaticana.va/content/dam/libreriaeditricevaticana/pdf/forti-nella-tribolazione.pdf
    che è- lo dice il sottotitolo- “La comunione della Chiesa sostegno nel tempo della prova”, che dovrebbe servire a ciascuno di noi- singolo e comunità- come bussola di orientamento sicuro in questo tempo per tutti inedito.
    Interessanti alcuni punti che indico qui di seguito.

    1 Maggio, 2020 - 16:01
  21. Lorenzo Cuffini

    Qual è la cosa più importante, quella che sta alle base?
    Non una questione di principio astratta, viva il cielo, ma questo, cito letteralmente (pag 3):
    “IIN OGNI CASO LA COSA PIù GRAVE è che questa epidemia –
    come ogni epidemia – non è soltanto una minaccia a delle
    abitudini consolidate ma soprattutto è causa di tanta morte, di tanto dolore, di tanta sofferenza. Migliaia di persone
    si sono ammalate gravemente, sono morte. Tante famiglie
    piangono i propri cari, ai quali non hanno potuto stare vicino, ai quali non hanno potuto dire addio, e che sono stati
    cremati senza che sia stato celebrato un funerale.” Ecc Ecc Ecc.
    Tutto va ricondotto qui.
    Tradotto : questo non è uno dei “temini accademici” su cui amano ruzzare i cattolamentoni e i cattotromboni, che sembrano fare della fede una perenne quetione leguleia su cui spaccare il loro capello in quattro. Qui ci va di mezzo( ci è andata, ci sta andando, ci andrà) la VITA di migliaia di persone, santa pace. E LE NOSTRE DECISIONI E I NOSTRI COMPORTAMENTI hanno immediate possibili ricadute e conseguenze non tanto su di noi ( ché se uno vuole inseguire la propria morte per malintesa ebbrezza spirituale, faccia quel che crede) ma su quelli che noi possiamo contagiare attorno a noi, in diecimila modi. Tradotto ancora: degli autobus, dei trasporti e dei supermercati, si occuperà chi li gestisce e se ne farà un problema di cui trattare con responsabili tecnici e governo. Di quel che succede, potrebbe succedere, succederà nelle chiese ( e DI QUELLO ) devono occuparsi i vescovi:
    che è sta storia di voler speperonare nel piatto del vicino? Signora maestra, il bar riapre, io nooooo….
    Punto.

    1 Maggio, 2020 - 16:16
  22. Lorenzo Cuffini

    Questione ” MESSE & EUCARESTIA”
    “Per molti credenti, l’impossibilità di partecipare alla
    liturgia e ai sacramenti aggrava la situazione di smarrimento, sconforto e sconcerto, anche se la Chiesa ci invita a
    rinnovare la nostra fede in Cristo Risorto, che ha vinto la
    morte, e l’ha resa luogo di incontro sicuro con il volto buono del Padre. Le difficoltà del momento hanno stimolato
    la creatività e l’inventiva di tanti sacerdoti, che utilizzando
    i nuovi mezzi di comunicazione si rendono presenti nella
    vita delle comunità e delle famiglie rinchiuse nelle case
    delle città semideserte.
    Per molti credenti, l’impossibilità di partecipare alla
    liturgia e ai sacramenti aggrava la situazione di smarrimento, sconforto e sconcerto, anche se la Chiesa ci invita a
    rinnovare la nostra fede in Cristo Risorto, che ha vinto la
    morte, e l’ha resa luogo di incontro sicuro con il volto buono del Padre. Le difficoltà del momento hanno stimolato
    la creatività e l’inventiva di tanti sacerdoti, che utilizzando
    i nuovi mezzi di comunicazione si rendono presenti nella
    vita delle comunità e delle famiglie rinchiuse nelle case
    delle città semideserte.
    LA REALTÀ NELLA SUA EVIDENZA CI CHIEDE DI VIVERE QUESTO TEMPO PER IL BENE DI TUTTI E SOPRATTUTTO DELLE PERSONE
    MAGGIORMENTE A RISCHIO, NELLA SOLITUDINE DELLE NOSTRE CASE,
    DEGLI OSPEDALI, DELLE CASE DI RIPOSO. CERTO, LE DOMANDE DI
    FEDE RESTANO, PERCHÉ NEANCHE COME CREDENTI SIAMO STATI
    MAI EDUCATI NEGLI ULTIMI DECENNI A VIVERE SIMILI EMERGENZE, A VIVERE CIOÈ LA COMUNIONE ECCLESIALE NONOSTANTE LA SEPARAZIONE E LA LONTANANZA, SENZA RISCHIARE DI CEDERE ALLA
    TENTAZIONE DI UNA DEVOZIONE TUTTA SOLITARIA.
    EPPURE È UTILE RICORDARE CHE NON È CERTO QUESTA LA PRIMA VOLTA IN CUI L’UMANITÀ, E I CRISTIANI, SI SONO TROVATI DI
    FRONTE AD EVENTI DI QUESTO GENERE. LA FEDE CRISTIANA, VISSUTA
    QUOTIDIANAMENTE NEI SUOI ELEMENTI ESSENZIALI, GENERA UNO
    SGUARDO SULLA REALTÀ, LA POSSIBILITÀ DI SCORGERVI LA MANO DI
    UN DIO CHE È PADRE BUONO E CHE CI HA AMATI COSÌ TANTO DA
    SACRIFICARE SUO FIGLIO PER NOI. LA CHIESA PORTA COSÌ NEL TESORO
    DELLA SUA TRADIZIONE VIVENTE, UN TESORO DI SAPIENZA, SPERANZA, OPPORTUNITÀ PER CONTINUARE A SPERIMENTARE – NELLA SOLITUDINE E A VOLTE PERFINO NELL’ISOLAMENTO – CHE SIAMO DAVVERO “UNA COSA SOLA” GRAZIE ALL’AZIONE DELLO SPIRITO SANTO. “

    1 Maggio, 2020 - 16:22
  23. Lorenzo Cuffini

    TERZO.
    “Certo, la fede non cancella il dolore, la
    comunione ecclesiale non toglie l’angoscia, ma illumina la
    realtà e la rivela abitata dall’amore e dalla speranza fondata non sulle nostre capacità, ma proprio su Colui che è
    fedele e non ci abbandona mai. ”

    Morale: LA CHIESA C’E’.
    C’E’ – molto più di quanto ci siamo noi per lei, e noi singolarmente presi – ANCHE IN QUESTO PERIODO. La sua azione e la sua condotta restano nel solco di quanto indicato in questo libriccino. Compresi gli sviluppi futuri, che devono e saranno necessariamente concordati con chi di dovere. Farlo implica tempi, modi, metodi necessariamente di confronto e di PRESA D’ATTO di uan serie di elementi: oggettivi ( relativi al virus e alla emergenza ) e soggettivi ( relativi alla Chiesa, alle chiese, alle comunità, alle persone che le frequentano, alle capacità di organizzazione).
    La cosa tranquillizzante è che questo la CHIESA VERA lo ha capito da subito e lo sta facendo, anche nelle dinamiche tipiche delle fasi e delle tattiche ( vedi sopra) di confronto.
    Poi ci sono i soliti craponi duri di cervice che vanno per la loro strada.
    Liberissimi di farlo.
    Basta che non vogliano tarscinarci gli altri, e tirarci di mezzo la Chiesa stessa, per quei loro sentierucoli che portano da nessunissima parte.

    Chiedo scusa per la prolissità, e vado a terminare di primomaggiarmi.

    1 Maggio, 2020 - 16:34
  24. Beppe Zezza

    Una cosa va riconosciuta al mio interlocutore in questo blog Lorenzo Cuffini: la passione con la quale difende il suo pensiero. È tipico delle persone “appassionate” il lasciarsi andare a usare un linguaggio colorito, non proprio amichevole ( anche con uso di neologismi originali ) nei confronti di chi non lo condivide es sperifronzoli, cattolamentoni, cattotromboni, speperonare, craponi ecc
    Interessante la citazione che riporta ( la quale peraltro, va fatto notare, non costituisce MAGISTERO al quale si deve obbediente ossequio ) , dice, sottintendendo che qualcuno pensi che non sia così “ “IIN OGNI CASO LA COSA PIù GRAVE è che questa epidemia –come ogni epidemia – non è soltanto una minaccia a delle abitudini consolidate ma soprattutto è causa di tanta morte, di tanto dolore, di tanta sofferenza. Migliaia di persone si sono ammalate gravemente, sono morte. Tante famiglie piangono i propri cari, ai quali non hanno potuto stare vicino, ai quali non hanno potuto dire addio, e che sono stati cremati senza che sia stato celebrato un funerale.” Tradotto:dobbiamo SOLO piangere e non chiederci altro.
    Aggiunge : “ . Di quel che succede, potrebbe succedere, succederà nelle chiese ( e DI QUELLO ) devono occuparsi i vescovi: “. Ohibò, ma non è proprio questo quello che è stato rimproverato ai vescovi? Di avere lasciato che fosse qualcun altro a mettere bocca su quello che si può e si deve fare nelle Chiese? Di non avere detto al governo: tu dimmi quali sono i rischi che si corrono, che per quello che si deve fare o non fare nelle liturgie è affar mio e non tuo?
    Che la Chiesa ci sia, non ci sono dubbi, per grazia di Dio. Che gli uomini che ne sono alla guida si comportino nel modo migliore, nelle circostanze, è invece lecito dubitarne. La infallibilità è prerogativa del Papa e solo in determinate e ben precise circostanze. E chi esprime delle critiche , non per questo può essere accusato di non fare parte della CHIESA VERA.

    2 Maggio, 2020 - 10:44
  25. Lorenzo Cuffini

    No, caro Zezza: girar dialetticamente la frittata, serve a niente.
    Chiarisco che intervengo ancora non ” per far polemica con te”.
    Di quel che pensano i due pisquani di turno Cuffini e Zezza, importa una beneamata nullità a nessuno. Davantio a circa 30.000 morti, poi, non dovremmo nemmeno permetterci di dire “bai”: altro che polemizzare.
    Ma ESSENDO NOI IN LUOGO PUBBLICO, deve esere ben chiaro QUEL CHE DICE LA CHIESA in merito, senza mescolarlo con la segatura avariata delle idee mie e tue. E solo per questo intervengo ancora.
    I vescovi debbono certamente occuparsi di quello che succede nelle Chiese, (nel senso di senza star a vedere quel che succede in giro e che compete agli altri). Ma ASSOLUTAMENTE NON POSSONO, NON DEVONO (e – grazie a Dio !!!- non vogliono, fatte salve le boutades da trattativa, lo ripetono in tutte le salse e le inteviste, oltreché nel testo sopra riportato) fare una affermazione del genere: ” governo: tu dimmi quali sono i rischi che si corrono, che per quello che si deve fare o non fare nelle liturgie è affar mio e non tuo.”
    Una affermazione di questo genere _ che si prendono ben guardia dal fare_ sarebbe scriteriata, irresponsabile e, date le ciricostanze, criminale , nel senso che IN QUESTA SITUAZIONE configurerebbe il reato di procurata epidemia.
    Ma come?!
    Sarebbe come se ciascuno di noi dicesse: caro governo, tu dimmi i rischi che si corrono, che alla mia famiglia, alla mia casa, ai miei amici e al mio lavoro ci penso io!!
    Ma siamo fuori, come dei balconi vista mare?!
    I morti sarebbero, a questo punto arrivati a quanto?
    Zezza evita accuratamente di nominare la sostanza e la portata di questa tragedia, con la vecchia tecnica del far finta di nulla, e rifugiarsi nell’algida teoria. Glia garba così? Padronissimo. Ma le cataste di morti tra i quali si aggira filosofeggiando , non per questo spariscono: men che meno spariscono le famiglie monche che restano qua . Per cui, alla sua domanda: “dobbiamo SOLO piangere e non chiederci altro”, la risposta è: proprio no! Dobbiamo FARE TUTTO QUELLO CHE CI VIENE DETTO DI FARE , e le nostre domande siamo liberi,e personalmente io dire invitati con calore, a ficcarcele nel taschino e basta.
    Mi pare incredibile, doverlo dire a una persona certamente raziocinante, ma evidentemente gli va detto, e ridetto, e ribadito.”L’ AFFAR MIO” , caro Zezza, in tutta questa vicenda, NON ESISTE.
    Nè per me. Né per te. Né per il blog. Né per la Chiesa.
    SOPRATTUTTO, fammelo dire, per la Chiesa.
    Ci mancherebbe pure che, come Chiesa, con quel sussiegoso ” è affar mio” buttasimo nel pattume con il nostro comportamento miope e coi paraocchi dei nostri mal di calli, il sacrificio ( perché di questo si tratta) di più di cento preti, innumeri religiosi, oltre a una folla di sconosciuti che ci hanno lasciato la ghirba intanto che tu ed io stavamo e stiamo qua a baloccarci con ” l’affare mio”.
    Infine: certo che quel documento non è tecnicamente magisteriale.
    MA E ‘ IL DOCUMENTO DELLA CHIESA CATTOLICA SULLA QUESTIONE,
    Quindi, il problema non è certo quello di convincere Beppe Zezza, che se non si è convinto davanti a una ecatombe simile, non convincerà il suo orgoglio mai più.
    Il problema è che TUTTI COLORO CHE LEGGONO LE SUE AFFERMAZIONI IN MATERIA, SAPPIANO CHE SONO SUE E OPPOSTE A QUELLE DELLA CHIESA CATTOLICA.
    E non perché il signor Z faccia lo scettico blu, o perché lo dica questo pirpagliulo di Cuffini, ma perché carta canta e quel che dice la Chiesa Cattolica in merito è lì: chiaro, documentabile, consultabile con un clic sui siti della Chiesa stessa.
    Poche storie : chi fa parte della Chiesa, si comporta come la Chiesa dice.
    Se no fa parte- sì e no – di se stesso.
    E già lì, la vedo dura.

    2 Maggio, 2020 - 16:47
  26. Lorenzo Cuffini

    Nel frattempo, come era logico attendersi, una bozza di contenitore è stata raggiounta e , compatibilmente con l’andamento dei dati epidemiologici, una riapertura delle Chiese, nei casi in cui sarà possibile, si profila verso la fine del mese di maggio.
    https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/protocollo-intesa-cei-governo-per-ripresa-messe-con-popolo
    Importante cià che dichiara in merito BASSETTI: “”un pensiero di sincera gratitudine mi sento in dovere di esprimerlo al Ministro della Salute e all’intero Comitato tecnico-scientifico – prosegue il Cardinale Bassetti -: questa tempesta, inedita e drammatica, ha posto sulle loro spalle un carico enorme in termini di responsabilità”.
    “Come Chiesa – riconosce – abbiamo condiviso, certo con sofferenza, le limitazioni imposte a tutela della salute di tutti, senza alcuna volontà di cercare strappi o scorciatoie, né di appoggiare la fuga in avanti di alcuno; ci siamo mossi in un’ottica di responsabilità, a tutela soprattutto dei più esposti. Alla vigilia di quella che ci auguriamo possa essere una rinascita per l’intero Paese, ribadisco l’importanza che non si abbassi la guardia ma, come abbiamo ripetuto in questi mesi, si accolgano le misure sanitarie nell’orizzonte del rispetto della salute di tutti, come pure le indicazioni dei tempi necessari per tutelarla al meglio”.
    Al Paese – conclude il Cardinale Bassetti – voglio assicurare la vicinanza della Chiesa: ne sono segno e testimonianza le innumerevoli opere di carità a cui le nostre Diocesi e Parrocchie hanno saputo dar vita anche in questo difficile periodo; ne è segno pure la preghiera che, anche in forme nuove, si è intensificata a intercessione per tutti: le famiglie, quanti sono preoccupati per il lavoro, gli ammalati e quanti li assistono, i defunti”.

    Con buona pace dell ” affar mio”: che non è mai stato all’orizzonte.

    2 Maggio, 2020 - 21:48
  27. Lorenzo Cuffini

    Il Protocollo di massima, pare di capire, dovrà essere seguito da altri passaggi. Ai rampognosi che già storceranno il naso ( lo storceranno, lo storceranno, solo quello sanno fare) dicendo che è un accordo sul nulla, Bassetti anticipa rispondendo: non è ancora tempo di fughe in avanti per nessuno.
    Per questo i vescovi sardi hanno di fatto preso le distanze dall’iniziativa del presidente della Regione, Christian Solinas, di riaprire alle Messe con la presenza dei fedeli fin da domani, demandando ai vescovi stessi (così ha affermato) le linee guida «di contingentamento degli ingressi».
    Ottimo.

    2 Maggio, 2020 - 21:52
  28. Lorenzo Cuffini

    Ottima la presa di distanza. Non l’iniziativa del Presidente Solinas.
    Pareri squisitamente personali, naturalmente.

    2 Maggio, 2020 - 21:57
  29. Beppe Zezza

    Il comunicato della CEI fatto dopo il discorso di Conte chi lo ha fatto, la Chiesa o qualcun altro? E ora il ringraziamento del Card Bassetti – a fronte della conferma di quanto Conte aveva già detto, anche se in termini lievissimamente diversi, e cioè che della riapertura delle Messe si parlerà “ nelle prossime settimane “ ( quanto prossime ? ) in relazione all’andamento della curva epidemiologica ( e cioè quando? Quando il famigerato R0 sarà – e per tutto il paese? – 0,? ) non è un RADICALE dietro front?
    Quando lei dice che quello che pensa la CHIESA è chiaro , ritengo che lei abbia delle doti particolari di chiaroveggenza. Persino il nostro ospite Luigi, che pure ha detto di apprezzare il comunicato CEI post discorso di Conte , ha fatto una certa fatica ad armonizzarlo con le successive indicazioni della omelia papale. Dire che la posizione è ondivaga e poco condivisa è dire poco.
    Sul senso della partecipazione al blog ci siamo già più volte scontrati. Per me è un luogo “ non ufficiale “ nel quale si può parlare liberamente, per lei è un luogo “ufficiale” nel quale bisogna stare ben”allineati e coperti” e attenti a non discostarsi dalla “posizione” che la gerarchia assume di momento in momento.
    Tanto vale suggerire a Luigi Accattoli di chiudere il blog e di pubblicare solo delle “veline” era di moda insieme al motto “ credere, obbedire e combattere “

    3 Maggio, 2020 - 10:31

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