“Dio è amore” diceva suor Leonella ai musulmani

Anche i musulmani nella loro religione vera sanno che Dio è tolleranza, Dio è misericordia, Dio è amore, Dio ama le sue creature. In realtà non ci dovrebbero essere difficoltà a lavorare insieme. E qui non ci sono”: così suor Leonella, uccisa domenica a Mogadiscio, aveva parlato a una televisione austriaca (intervista riproposta dal TG 2 il 20 settembre). Suor Leonella ha pagato con la vita quelle parole, le più importanti che un cristiano possa pronunciare. L’ultima carta di fronte agli increduli. Così papa Ratzinger aveva indicato quell’ultima risorsa parlando al santuario di Czestochowa il 26 maggio scorso: “Deus caritas est: questa verità su Dio è la più importante, la più centrale. A tutti coloro a cui è difficile credere in Dio, io oggi ripeto: Dio è amore”.

5 Comments

  1. Luisa Buhler

    Sì è vero Dio è amore e per noi ha il volto di Cristo.
    Ma che cosa pensare quando il Presidente iraniano davanti all`assemblea generale dell`ONU, comincia il suo discorso invocando il Dio clemente, misericordioso? Cosa pensare quando egli afferma che il loro messaggio al mondo è, che per creare la pace bisogna dare più spazio all`etica,la ragione,il rispetto della dignità umana e imparare a amare ? E mentre egli tiene questo discorso a Teheran le autorità convocano una giornata di odio e collera contro i propositi anti-islamici del Papa? Che cosa pensare?( Il testo integrale del discorso si trova sul blog di S. Magister ).
    Quel discorso mi ha datto i brividi sopratutto quando M. Ahmadinejad afferma che per volere di Dio la terra sarà dominata dalla pace! Quale bene? Quale pace ?
    Ho l`impressione che cristiani e certi musulmani non danno lo stesso senso a parole come amore,giustizia ,pace.
    È in nome di un Dio d`amore che un musulmano che desidera convertirsi a un`altra religione ,è condannato a morte ? È in nome dell`amore che una donna adultera è lapidata sulla piazza pubblica o che un padre uccide sua figlia che convive con un infidele? È in nome di un Dio d`amore che tutti i venerdì in tante moschee si istilla nei bambini l`odio verso i cristiani e gli ebrei? O che un giovane innamorato di una ragazza musulmana è obbligato di convertirsi se vuole sposarla? Dov`è il rispetto di cui parla il presidente iraniano?
    Eppure i miei amici musulmani sono buoni ,generosi ,con il cuore in mano,anche se devo ammettere che hanno preso le distanze con la loro religione, e quanti magnifici testi ci hanno lasciato i mistici musulmani e sono sicura che sui 6219 versetti che conta il Corano ce ne sono dei magnifici .
    Perchè ho allora l`impressione che è un Dio di sottomissione che si è imposto? Così lontano quanto il nostro è vicino e allora per noi cristiani la sottomissione diventa unione con il Dio che è amore, e che ci libera. ( cf. Discorso del Papa durante le GMG a Marienfelf)
    Devo pur ammettere che sono stata immersa nel metus Dei ,nel timor di Dio tutta la mia infanzia, che a un certo punto mi sono rivoltata ,rifiutando questa visione di Dio e che è grazie a Benedetto XVI se mi sono riconciliata con il timor di Dio, che nella sua bocca diventa rispetto, responsabilità.
    Vorrei tanto capire e penso che solo una distanza critica che solo la ragione può permettere ci aiuterà di fronte all`irrazionale religioso.
    Scusatemi per essere stata così lunga.
    Saluti, Luisa

    23 Settembre, 2006 - 11:04
  2. don vito

    Ho titubato non poco ad inserirmi in questo discorso sul possibile o impossibile dialogo con i musulmani, perchè lo vivo in prima persona a Mazara e soprattutto ho ricevuto la responsabilità ecclesiale pastorale di tale ufficio nella mia Chiesa e ricerco nel dipartimento di teologia delle religioni a Palermo; ho poche cose da dire e non sono un commento alla cronaca, piuttosto appartengono alla piccola e semplice logica del Regno Dio, del seme gettato nella storia:
    -l’impatto con il “mondo islamico” è inevitabile; ora vorrei evidenziare che si tratta di un mondo non riducibile ne sintetizzabile in nessuna unica prospettiva: la vera domanda è “di quale islam stiamo parlando”? …e soprattuto con quale islam stiamo parlando: quello maghrebino, quello algerino, quello marocchino, quello egiziano o magari quello indiano o quello tahilandese … capito l’interlocutore capisco anche con quale civiltà-cultura-religione islamica mi sto confrontando… le associazioni che in Italia si presentano come associazioni di fratelli islamici non escono da questa complessità, sono espressioni sempre parziali, non esiste un islam ufficiale per tutti … (come esempio basti pensare alle lotte intraislamica dell’Iraq) Di fronte a questa “complessa realtà islamica”, sull’esempio della scuola del Pontificio Istituto di Studi Arabi ed Islamistica io preferisco parlare di dialogo italo-tunisino, italo-marocchino e così via, perchè l’identità nazionale non è riducibile ad una identità religiosa ma chiede storia, cultura, percorso sociale, stato, leggi, situazione economica, e anche fede religiosa. qui emerge la maggiore diversità fra una civiltà che è passata per l’incontro con la modernità e una (molteplice) realtà che ancora non è passata. Allora l’islam europeo si sta scontrando con la modernità, il nostro compito è quello di saper proporre delle mediazioni inter-culturali necessarie per un possibile dialogo inter-religioso. questa è la necessità colta e presentata dagli insegnamenti di Ratzinger, mediare nel dialogo la “necessità moderna” del rapporto fra religione e ragione, poi questo si traduce concretamente in tutte le dimensioni della vita, istituzionali e private, come la scuola, la sanità, il culto …
    – il dialogo interreligioso è profondamente legato al dialogo interculturale,e secondo gli insegnamenti magisteriali, si realizza in 4 forme: il dialogo della vita (accoglienza, amicizia, solidarietà) il dialogo della preghiera (pregare per la pace come ad Assisi, rispettando la diversità), il dialogo delle istituzioni (aiuto per l’integrazione), il dialogo dello studio e della ricerca (teologia e religioni). tutti questi ambiti non sono facili e mostrano in ogni dimensione vere difficoltà, ma la Chiesa, voluta da Gesù come “sacramento di unità di tutto il genere umano”, non può non continuare l’opera del Suo maestro. Allora il dialogo diventa forma concreta di due dimensioni: testimonianza e nuova evengelizzazione. “Io dialogo perchè sono di Cristo” e “non perchè cerco la verità”. Cristo mistero di verità io lo testimonio nel dialogo, anche interreligioso.

    24 Settembre, 2006 - 13:14
  3. Maria Grazia

    Oggi all’Angelus il Papa ha parlato in modo commovente e commosso di Suor Leonella,cristiana,martire,morta a causa della violenza.Il Papa ha scandito la sua ultima parola prima di morire:perdono.
    Quante cose ho capito durante questo Angelus,quanta dignità e quanta forza ho visto nel Papa.Imparo da Lui ogni giorno,quasi fosse un mio stretto congiunto.Ringrazio ogni giorno Dio per il dono di questo Papa e spero che ce lo conservi a lungo.
    Domani sarà un giorno importante:non solo l’occasione per placare le odiose e pretestuose polemiche,ma anche,speriamo,l’inizio di un nuovo dialogo fra Cristianesimo e Islam che vada al di là della facciata diplomatica.
    Come ha detto oggi Yahya Pallavicini,vicepresidente della Comunità Religiosa Islamica Italiana,occorre superare gli incontri spettacolari di Giovanni Paolo II per arrivare a un vero dialogo teologico fra le tre fedi monoteistiche.
    Mi complimento con il Vaticano per la decisione di mandare l’incontro in diretta in modo che,questa volta,non ci siano interpretazioni fuorvianti da parte dei giornalisti o dei fomentatori d’odio.Mi pare una bella critica implicita al circuito dei media:usarli per impedire loro di fare dannose interpretazioni.Chissà se domani Raiuno resterà a guardare o si deciderà a mandare l’evento in diretta.
    I pregiudizi su Ratzinger sono duri a morire ma stamattina il Papa è stato costretto ad affacciarsi sulla piazza esterna del Palazzo Apostolico per il gran numero di fedeli accorsi.
    Saluti,MG.

    24 Settembre, 2006 - 15:30
  4. Luigi Accattoli

    Uno spunto in riferimento a quanto scritto da Luisa e da don Vito. Durante la trasmissione “A sua immagine” di Rai 1, andata in onda oggi prima e dopo la diretta dell’angelus papale, il conduttore ha chiesto a suor Maria Bernarda, consorella di suor Leonella, se la logica evangelica comporti che i cristiani debbano “sempre” cedere ai violenti e sempre “pagare con il sangue”. La suora non ha avuto il tempo per una risposta completa, ma ha detto questo: “Non dobbiamo dimenticare che con suor Leonella è morto anche un somalo, la sua guardia del corpo, nell’estremo tentativo di difenderla”. Possiamo allargare questo spunto facendo presenti alla nostra considerazione la gran quantità di vittime, sono milioni, che il fanatismo islamico miete tra i fratelli di fede, assai più numerosi dei cristiani. Come osserva don Vito, forse in una maggioranza di casi si fa qualche luce se si tiene presente il paese, più che l’islam. Stragi nigeriane – assicurano i vescovi cattolici di laggiù – sono meglio leggibili come guerre tra poveri, che di volta in volta coinvolgono villaggi a maggioranza cristiana o islamica, più che come guerre di religione. Ciò non toglie che vi siano, purtroppo, i casi specifici di odio religioso. Ma sarebbe cosa buona evitare la generalizzazione. Luigi

    24 Settembre, 2006 - 18:28
  5. Luisa Buhler

    Ringrazio Don Vito per i suoi chiarimenti e concordo con lui per dire che l`islam è un mondo molto variegato e complesso.
    Penso che il dialogo teologico sia molto importante se è leale. Ed è forse il più difficile se si pensa che il solo fatto di pensare a interpretare il Corano, è considerato come blasfematorio dalla stragrande maggioranza dei teologi musulmani . Quando si sa che i musulmani hanno una vera repulsione di fronte alla nostra fede nella Trinità, in un Dio uno e trino , loro la cui fede si appoggia
    sulla frase:” non credo che ci sia un altro Dio che Dio solo “, spero di tutto cuore che certi cristiani ,diciamo progessisti, non ne deducano che è sufficiente rinunciare ai nostri dogmi per facilitare il dialogo . Un tale dialogo non avrebbe alcun interesse.
    Confido in Papa Benedetto che a Ratisbona a tanto insistito sull`urgenza di un vero dialogo fra le religioni e le culture , dialogo che è possibile solo se leale ,reciproco e rispettuoso delle nostre differenze. Saluti, Luisa

    24 Settembre, 2006 - 20:05

Lascia un commento