Eccoci alle parabole del fico che germoglia e del portiere che veglia

Fichi al sole di primavera per introdurre la scheda di preparazione alla lectio di Pizza e Vangelo che faremo via Zoom dopodomani, lunedì 8 aprile alle 21.00, sulle parabole del fico che germoglia e del portiere che veglia con le quali Gesù – nel capitolo 13 di Marco – illustra ai discepoli l’atteggiamento con cui dovrebbero attendere e addestrarsi a riconoscere i segni del suo ritorno del quale nessuno conosce il giorno o l’ora. Nei commenti l’intera scheda e l’invito di chi passa di qua a collegarsi

8 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Parabole del fico e del portiere – Marco 13, 28-37. Eccoci a due brevi parabole sul Signore che torna alla fine dei tempi: potremmo intitolarle al fico che germoglia e al portiere che veglia. Parabole da leggere come incoraggiamenti a sperare e a vigilare nell’attesa e non come minacce di eventi disastrosi. Inserite nel contesto dell’annuncio della parusia, queste parole di Gesù invitano a un’attesa fiduciosa e non timorosa.
    Alla stessa fiduciosa attesa ci invita il Vangelo di Giovanni, che a differenza dei Sinottici non ha una sua “piccola apocalisse”, ma che ha un discorso di addio ai discepoli nel quale Gesù pronuncia queste parole rassicuranti: Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me – Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi – Non vi lascerò orfani: verrò da voi (Giovanni 14, 1. 3.18).
    Sui tempi della parusia il nostro brano attribuisce a Gesù due detti – ai versetti 30 e 32 – che sembrano in contrasto tra loro: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga – quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa. Ci chiederemo se non si tratti di parole volutamente contrastanti: che cioè l’evangelista ha accostato perché si completino e l’una aiuti a intendere l’altra. Ci incoraggiano a questa lettura bilanciata due tra i maggiori studiosi cattolici del Vangelo di Marco: Rudolf Schnackenburg – che spesso veniamo citando – e Rudolf Pesch. I due detti, presi insieme, invitano a una veduta aperta del messaggio evangelico e della storia: aperta al futuro e al sorprendente.

    6 Aprile, 2024 - 21:57
  2. Luigi Accattoli

    Marco 13, 28-37. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. 29Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
    30In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
    32Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre.
    33Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. 34È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. 35Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; 36fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. 37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!”

    6 Aprile, 2024 - 21:58
  3. Luigi Accattoli

    Parabola da “paraballo”. v. 28: Dalla pianta di fico imparate la parabola. Cioè l’insegnamento. Parabola da paraballo: confrontare. Comparazione, o similitudine, o narrazione che svolge un confronto al fine di trarne un insegnamento.
    v. 29: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. Egli: il Messia, il Cristo che torna nella gloria, come abbiamo appena letto ai versetti 26 e 27. Il Signore è alle porte è un’immagine che tornerà nell’Apocalisse (3, 20) in un brano che Gianfranco Ravasi (Secondo le Scritture. Anno B, p. 334) qualifica come una “stupenda miniparabola”: “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”. “Sto alla porta” è il titolo di una lettera del cardinale Martini “sul vigilare” (1992).
    v. 30: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Una segnalazione dell’imminenza della parusia – cioè della venuta del Figlio dell’uomo, di cui ai versetti 26 e 27 – che va letta insieme all’avvertenza, contenuta nel versetto 32, che di essa nessuno conosce i tempi.
    v. 32: nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre. Che il Figlio non conosca i tempi della parusia è coerente con quanto Gesù aveva confidato ai figli di Zebedeo: “sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali è stato preparato” (Marco 10, 40). Si tratta di due affermazioni limitative delle prerogative del Figlio dell’uomo e dunque da ritenere come pronunciate direttamente da Gesù: se non fossero state sue, la comunità certo non gliele avrebbe attribuite.

    6 Aprile, 2024 - 21:59
  4. Luigi Accattoli

    Lo dico a tutti: vegliate. v. 33: Fate attenzione, vegliate. Tre volte torna il monito “vegliate” (qui e ai versetti 35 e 37), che ritroveremo per altre tre volte nell’episodio del Getsèmani, al capitolo 14, versetti 34, 37, 38. Qui Gesù dice: “Fate in modo che [il padrone] non vi trovi addormentati” (versetto 36) e nel Getsèmani l’evangelista narrerà due volte che il Maestro andando dai discepoli “li trovò addormentati” (Marco 14, 37 e 40).
    v. 34: E’ come un uomo che è partito […] e ha ordinato al portiere di vegliare. Lo studioso delle parabole Jeremias invita a intitolare questa similitudine come “parabola del portiere comandato di rimanere sveglio” (Le parabole di Gesù, Paideia 1973, p. 64).
    v. 35: se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino. Sono le quattro “vigilie”, o turni di guardia di tre ore, con i quali i romani suddividevano la notte, mentre le “vigilie” degli ebrei erano tre. Al tempo della morte di Gesù l’uso romano era ampiamente diffuso nella Palestina, che era una provincia romana da quasi un secolo, essendo stata conquistata da Pompeo Magno nel 63 avanti Cristo.
    v. 37: Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate! Secondo la struttura narrativa del capitolo, Gesù sta parlando a Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea (Marco 13, 3), ma ovviamente il suo richiamo alla vigilanza l’intende rivolto – attraverso i quattro – a tutti i discepoli.

    6 Aprile, 2024 - 22:00
  5. Luigi Accattoli

    Il fico che germoglia annuncia un tempo di benedizione. Joachim Jeremias: L’albero verdeggiante del fico è indice della benedizione imminente (Gioele 2,22). Non è, dunque, con lo sguardo rivolto ai terrori degli ultimi tempi che Gesù ha coniato questa immagine, bensì mirando ai segni annunciatori del tempo di salvezza. Il fico si distingue dagli altri alberi della Palestina, come l’olivo, la quercia, il carrubo, perché esso perde d’inverno il suo fogliame, così da parer morto con quei suoi rami nudi puntati verso il cielo. Ma quando la linfa riprende a circolare, il fenomeno non può passare inosservato: i suoi germogli, quasi un irrompere della vita attraverso la morte – figura del grande mistero della morte e della vita – sono i precursori dell’estate. Anche il Messia, afferma Gesù, ha i suoi segni precursori. Osservateli! Il fico intristito verdeggia, i germogli spuntano, l’inverno è finito, l’estate è alle porte, il popolo di Dio è richiamato a nuova vita (Matteo 11,5): ormai ci siamo, sta per iniziare l’ultimo compimento e il Messia bussa alla porta (Apocalisse 3,20). Il tempo della salvezza è giunto, perché è presente il Salvatore. La lampada è accesa (“Le parabole di Gesù”, Paideia 1973, p. 147).

    6 Aprile, 2024 - 22:00
  6. Luigi Accattoli

    Sul Figlio che non conosce il giorno. Rudolf Schnackenburg: Ha sempre fatto specie la perentorietà della frase in cui si dice che nessuno – nemmeno gli angeli, nemmeno il Figlio – nulla sa di quel giorno e di quell’ora. La sentenza solleva problemi teologici […] ma una reale incertezza verso il ‘non sapere’ di Gesù come uomo non sussiste, se si accetta seriamente l’incarnazione del Logos divino (Vangelo secondo Marco, Città Nuova 1973, vol. 2, p. 217). Per questa affermazione sul prendere seriamente l’incarnazione del Logos lo Schnackenburg in nota rimanda a un testo di Karl Rahner: Gesù possedeva un’autocoscienza umana che non è lecito identificare monofisisticamente con la coscienza del Logos di Dio, dalla quale poi la realtà umana di Gesù verrebbe in fondo guidata passivamente, come se fosse una livrea che identifica il soggetto Dio, unico a essere attivo. L’autocoscienza umana di Gesù stava di fronte a Dio in distanza creaturale, libera, obbediente e adorante, come ogni altra coscienza umana (Karl Rahner, Corso fondamentale sulla fede, Edizioni Paoline 1977, p. 323).

    6 Aprile, 2024 - 22:01
  7. Luigi Accattoli

    Che pizza: 21 anni – Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 21 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.

    6 Aprile, 2024 - 22:03
  8. Luigi Accattoli

    Lettori della Bibbia. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da più di vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, metta qui sotto nei commenti la sua richiesta o mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 8 aprile. L’appuntamento precedente fu lunedì 18 marzo e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 28 marzo:

    https://www.luigiaccattoli.it/blog/in-quei-giorni-le-stelle-cadranno-dal-cielo-leggiamo-le-parole-di-gesu-sulla-fine-dei-tempi/

    6 Aprile, 2024 - 22:07

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