Ed era lui stesso spettacolo

Manzoni 13. “Spiccava tra questi, ed era lui stesso spettacolo, un vecchio mal vissuto, che, spalancando due occhi affossati e infocati, contraendo le grinze a un sogghigno di compiacenza diabolica, con le mani alzate sopra una canizie vituperosa, agitava in aria un martello, una corda, quattro gran chiodi, con che diceva di volere attaccare il vicario a un battente della sua porta, ammazzato che fosse”: il vecchio malvissuto che aizza la folla nel capo 13 dei Promessi sposi mi entrò per gli occhi alla prima lettura del romanzo e mai l’ho perso di vista nel mezzo secolo e qualcosa che è poi sopravvenuto. E’ il capitolo dell’assalto al “vicario di provvigione”, dove Renzo con altri s’adopera a fare strada al gran cancelliere Antonio Ferrer, che corre in soccorso del vicario. A specchio del vecchio malvissuto lo stesso capitolo segnala la “decorosa vecchiezza” del gran cancelliere. Vedila nel primo commento.

13 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Decorosa vecchiezza. Così è descritto Ferrer con gli occhi di Renzo, gli stessi con i quali avevamo scorto poco prima il vecchio malvissuto: “Renzo, dopo essere stato qualche momento a vagheggiare quella decorosa vecchiezza, conturbata un po’ dall’angustia, aggravata dalla fatica, ma animata dalla sollecitudine, abbellita, per dir così, dalla speranza di togliere un uomo all’angosce mortali, Renzo, dico, mise da parte ogni pensiero d’andarsene; e si risolvette d’aiutare Ferrer, e di non abbandonarlo, fin che non fosse ottenuto l’intento”.

    23 Agosto, 2014 - 20:26
  2. Luigi Accattoli

    Vecchi posti a parabole. Per chi fosse interessato a vedere più ampiamente l’illustrazione morale della vecchiaia nei Promessi Sposi, segnalo il “vecchio servitore” di don Rodrigo che nel capo 6 informa il padre Cristoforo di qualcosa che c’è “per aria”, tramato dal suo padrone. E nel capo 20 la vecchia stizzosa a cui l’Innominato affida Lucia. Nel romanzo ci sono altri vecchi posti a parabole morali, ma già questi danno un’idea di come il Manzoni trovasse proficuo indagare – nel bene e nel male – sui palinsesti dell’età.

    23 Agosto, 2014 - 20:26
  3. Marilisa

    Decisamente “I Promessi Sposi” non prendono, come oggi si usa dire. E questo la dice lunga sulle non poche motivazioni che stanno alla base di tale disinteresse. Eppure una volta quasi in ogni casa, anche nella più modesta, c’era una copia di questo capolavoro, quasi si trattasse di un secondo Vangelo.
    Ciò detto, vale la pena dire due parole sul tema di questo post.
    Il capitolo dell’assalto al “vicario di provvigione” è molto movimentato e parla di una insurrezione popolare ben giustificata. Nella folla variegata, e dal Manzoni scandagliata in tutte le varietà di comportamento, si vede un Renzo capitato lì per caso, prima spaesato ma poi del tutto inserito , nel clima rovente di tanto trambusto. L’animo già esacerbato dalle sue vicende personali, si uniforma in qualche misura allo stato d’animo della folla esasperata dalla mancanza del pane.
    Qui spicca la strana figura del vecchio malvissuto. Strano personaggio e brutta persona.
    Resta impressa visivamente nella mente di tutti (oltre che negli occhi di Luigi) per quegli occhi di fuoco, per quella “canizie vituperosa”, per la violenza che esprimono gli arnesi che mostra ai presenti.
    Resta abbastanza impressa anche la figura della vecchia servitrice che invidia stizzosamente l’esser giovane di Lucia e i vantaggi (le premure del padrone) che le procura la giovinezza. Mentre a lei sono preclusi.
    Non le si possono dare tutti i torti, dato che la vita anche oggi va così anche se meno apertamente. Chi può negare che ancora oggi giovinezza e bellezza hanno la meglio da qualunque parte ci si volti? Non è giusto, ma è così.
    Queste figure minori–tutte le figure minori– dei “Promessi Sposi”, sono macchiette vivaci che punteggiano la vasta trama del Romanzo. Se non ci fossero, non mi pare che la storia ne risentirebbe, ma è indubbio che la loro presenza la rende variata e più attraente per i lettori.
    Appaiono sempre ben caratterizzate dall’Autore, che le tratteggia stando attento ai particolari fisici ma con lo scopo primario di delinearne l’interiorità. Ognuna infatti ha, soprattutto nel comportamento, qualche tratto particolare che induce alla introspezione del personaggio.
    Da tutto questo si evince che il Manzoni aveva un’attitudine innata all’ analisi psicologica (forse anche alla fisiognomica) delle persone, oltreché allo studio accurato, meticoloso, delle cause da cui originano i grandi accadimenti della storia. Questi ultimi ( la carestia, la peste) sono altrettante storie nella storia.

    24 Agosto, 2014 - 12:49
  4. Luigi Accattoli

    Portare la guerra a chi la faceva. l’uffiziale incaricato di portare soccorso al vicario di provvigione assediato nella sua residenza si trova in un dilemma simile a quello che in questi giorni non fa dormire Obama e altri che sono al comando: “Aprire quella prima folla, rovesciarla a destra e a sinistra, e andare avanti a portar la guerra a chi la faceva, sarebbe stata la meglio; ma riuscirvi, lì stava il punto”.

    24 Agosto, 2014 - 14:33
  5. Luigi Accattoli

    Metti un predellino a Milano. Attuale anche il predellino che sempre nel capo 13 il Manzoni pone al centro degli eventi milanesi e che al centro di essi tornerà con Berlusconi: “Il vecchio mise fuori la testa, s’alzò, e afferrando con la destra il braccio di quel galantuomo, uscì, e scese sul predellino. La folla, da una parte e dall’altra, stava tutta in punta di piedi per vedere: mille visi, mille barbe in aria: la curiosità e l’attenzione generale creò un momento di generale silenzio. Ferrer, fermatosi quel momento sul predellino, diede un’occhiata in giro, salutò con un inchino la moltitudine, come da un pulpito, e messa la mano sinistra al petto, gridò: – pane e giustizia -; e franco, diritto, togato, scese in terra, tra l’acclamazioni che andavano alle stelle”.

    24 Agosto, 2014 - 14:43
  6. Luigi Accattoli

    La favoletta insegna che per avere Milano in pugno devi scendere o salire sul predellino.

    24 Agosto, 2014 - 15:57
  7. Marilisa

    Metti un predellino a Milano e mettine uno virtuale in un blog, e metti tanti teatrini da due soldi un po’ dappertutto nel Paese, e ci vedi Berlusconi e Grillo che promettono “pane e giustizia”. La forma è diversa, la sostanza la stessa: si chiama populismo o demagogia.
    Il popolo si lascia incantare dalle belle promesse, e i pifferai magici, quando hanno un po’ di potere, non fanno un piffero di niente.
    Tutto sommato, non è colpa loro. La colpa ce l’ha l’ignoranza crassa di chi crede ai sorrisi, alle barzellette più o meno sconce, alle urla condite di parolacce volgari ( che sempre fanno presa) dei teatranti che si illudono di essere dei politici di grande spessore, mentre sono dei contastorie o contaballe.

    24 Agosto, 2014 - 16:22
  8. Federico

    In entrambi i casi i “predellini” sono serviti da palco per comizi improvvisati.
    Se si fossero organizzati diversamente avrebbero sortito un effetto diverso?

    25 Agosto, 2014 - 10:52
  9. Federico

    In altri termini, i “comizi” degli altri non sono ugualmente farciti di promesse e colpi di teatro?

    25 Agosto, 2014 - 10:53
  10. Federico

    Ad esempio, l’immagine di Renzi che si rovescia addosso una secchiata d’acqua, come la vogliamo considerare?

    25 Agosto, 2014 - 11:58
  11. Marilisa

    “i “comizi” degli altri non sono ugualmente farciti di promesse e colpi di teatro?”

    Sempre i comizi sono stati infarciti di promesse poi non mantenute.
    È un classico.
    Ma quando si parla del Berlusca e di Grillo, si va molto oltre.
    Qui c’è l’indecenza di spudorate promesse (reiterate) che si sa con certezza che non potranno essere realizzate se non nel Paese dei maghi o dei sogni.

    L’immagine di Renzi che si si sottopone alla secchiata d’acqua, io la considero una immensa fetenzìa come tutte le altre simili.

    25 Agosto, 2014 - 16:40
  12. Federico

    Avrei preferito l’eufemistico “colpo di teatro”, ma anche fetenzia rende l’idea.
    A Renzi non serve un “predellino” per catturare l’attenzione di un vasto pubblico.
    Primo o poi però bisognerà tirare le somme e fare un bilancio di come l’ex sindaco abbia utilizzato tanto consenso e tanta popolarità. Temo che ci sarà poco da ridere…

    25 Agosto, 2014 - 16:52
  13. Sara1

    Il povero Renzi si ingrassa a vista d’occhio in compenso la lotta alla Kasta e’ arrivata a pensionati e lavoratori con un minimo di tutele ecc.
    Il populismo anticasta purtroppo e’ il migliore alleato delle politiche economiche che hanno aggravato la crisi.
    Ognuno si è convinto che togliendo all’altro si potrà arricchire c’è un clima schifoso in giro.

    Vien voglia veramente di togliere tutto a tutti.

    25 Agosto, 2014 - 19:15

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