Emirati arabi e misericordia interpretativa

Tornando dal profittevole viaggio lampo ad Abu Dhabi Francesco elenca ai giornalisti le “cose positive” che vi ha vedute e conclude: “Sicuramente ci saranno dei problemi e cose negative ma in un viaggio di meno di due giorni queste cose non si vedono e se si vedono si guarda da un’altra parte”. Un motto bergogliano è quello della “misericordia interpretativa” e ora ci sono chiare le due mosse che l’aiutano: passare veloci e tenersi pronti a girare lo sguardo.

4 Comments

  1. Luigi Accattoli

    E’ il mio “spillo” di questa settimana, pubblicato a pagina 39 della “Lettura”, il supplemento culturale del Corsera, che sarà in edicola fino a sabato.

    Per sapere che siano gli spilli, vedi il post del 9 luglio 2017:
    http://www.luigiaccattoli.it/blog/accusa-er-papa-a-santuffizio/

    Per il contesto delle parole di Francesco e per il motto della misericordia interpretativa vai ai due commenti che seguono.

    10 Febbraio, 2019 - 22:39
  2. Luigi Accattoli

    Santità, qual è la sua impressione sugli Emirati Arabi Uniti?Ho visto un Paese moderno, mi ha colpito la città, la pulizia della città… E anche piccole curiosità: come fanno per annaffiare i fiori in questo deserto. È un Paese moderno, accogliente di tanti popoli che vengono qui. È un Paese che guarda al futuro. Per esempio, tra le altre cose, l’educazione dei bambini: educano guardando al futuro, sempre. Così mi hanno spiegato. Poi, un’altra cosa che mi ha colpito è il problema dell’acqua: stanno cercando per il futuro, un futuro prossimo, di prendere l’acqua del mare e renderla potabile, e così anche l’acqua dell’umidità dell’aria… Sempre cercando cose nuove. E ho sentito anche da qualcuno: “Un giorno ci mancherà il petrolio, e ci stiamo preparando per quel giorno, perché avremo qualche cosa di più da fare”. Questo è un Paese che guarda al futuro. Poi, mi è sembrato un Paese aperto, non chiuso. Anche la religiosità: l’Islam è un Islam aperto, non chiuso, di dialogo, un Islam fraterno e di pace. Su questo sottolineo la vocazione alla pace che ho sentito presente, malgrado ci siano i problemi di alcune guerre nella zona, ma questo l’ho sentito. Poi, è stato per me molto toccante l’incontro con i saggi [il Consiglio degli Anziani], con i saggi dell’Islam, una cosa profonda; erano di tante provenienze, di varie culture. E questo indica pure l’apertura di questo Paese a un certo dialogo regionale, universale, religioso. Poi, sono stato colpito dall’incontro interreligioso: un fatto culturale forte; e inoltre – l’ho menzionato nel discorso – da quello che hanno fatto qui l’anno scorso sulla protezione dei bambini nei media, in internet. Perché davvero la pedopornografia oggi è un’“industria” che dà tanti soldi e approfitta dei bambini. Questo Paese se n’è accorto e ha fatto cose positive. Sicuramente ci saranno problemi e aspetti negativi, ma in un viaggio di meno di due giorni queste cose non si vedono e, se si vedono, uno guarda da un’altra parte…

    http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2019/february/documents/papa-francesco_20190205_emiratiarabi-voloritorno.html

    10 Febbraio, 2019 - 22:50
  3. Luigi Accattoli

    Che cosa si rimprovera maggiormente?Ciò che mi fa male è di non essere stato abbastanza comprensivo e giusto. Nelle orazioni mattutine, al momento delle invocazioni, imploro di essere comprensivo e giusto, e poi chiedo parecchie altre cose legate agli errori che posso compiere lungo il mio cammino. Il fatto è che desidero immergermi nella misericordia, nella bontà interpretativa […]. A volte nell’affrontare un problema mi sbaglio, mi comporto male e poi devo tornare indietro e chiedere scusa. Nonostante tutto, mi fa bene, perchè mi aiuta a comprendere gli errori degli altri.

    Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti, “El Jesyuita”, Buenos Aires 2010 [traduzione italiana: Jorge Bergoglio, “Il nuovo Papa si racconta”, Corriere della Sera 2013, p. 49].

    10 Febbraio, 2019 - 23:06
  4. Clodine-Claudia Leo

    Avrei qualche perplessità rispetto alla misericordia interpretativa coniata da Papa Francesco. Mi domando se in quel contesto parlando di misericordia intendiamo tutti la stessa cosa. Il linguaggio religioso è complesso, anche la percezione di misericordia è vissuta a livello profondo in modi diversi. Gli ebrei hanno una percezione fisica della misericordia principalmente legata alla figura materna, al grembo materno, da cui il parallelismo Madre/Dio -se anche una madre dovesse dimenticare il suo bambino Io non lo dimenticherò- recita Isaia 49;15. Mentre gli islamici legano la Misericordia inscindibilmente ai 99 nomi di Allah il quale non esita a scendere se necessario sullo stesso piano del male e delle insidie umane, Egli è un «signore del bene e del male» recita il Corano, può «insidiare» e persino «essere vendicativo».
    Per noi cristiani il focus della Misericordia è il cuore: centro della Misericordia dal quale si irraggia ogni rapporto umano: dall’uomo al mondo, a Cristo, a Dio. C’è un dinamismo incomparabilmente diverso. Si tratta di un’offerta che parte dai fedeli e torna a Dio e un dono che parte da Dio e torna ai fedeli tale che il sacrificio si fa carico del dono di misericordia. I registri, dunque, sono diversi e non credo possa esserci confronto né a livello semantico (rispetto alla Salvezza voglio dire), né a livello interpretativo.
    Poi, boh, non so cosa volesse intendere il Papa

    12 Febbraio, 2019 - 21:03

Lascia un commento