Entra nella lingua dei Papi la parola “ecocidio”

La parola “ecocidio” è entrata nella lingua dei Papi: è un equivalente di “ecostrage”, ma con proiezione più ampia, a indicare la totale distruzione di un ecosistema. L’ha usata per la prima volta Francesco venerdì 15 novembre parlando all’Associazione internazionale di diritto penale. Nei commenti il testo papale, qualche notizia sulla parola, un rimando bibliografico a un testo appena pubblicato di Teresa Bartolomei che s’intitola “Teologia dell’ecocidio”.

7 Comments

  1. Luigi Accattoli

    L’ecocidio entrerà nel catechismo. Francesco 1. Un elementare senso della giustizia imporrebbe che alcune condotte, di cui solitamente si rendono responsabili le corporazioni, non rimangano impunite. In particolare, tutte quelle che possono essere considerate come “ecocidio”: la contaminazione massiva dell’aria, delle risorse della terra e dell’acqua, la distruzione su larga scala di flora e fauna, e qualunque azione capace di produrre un disastro ecologico o distruggere un ecosistema. Dobbiamo introdurre – ci stiamo pensando – nel Catechismo della Chiesa Cattolica il peccato contro l’ecologia, il “peccato ecologico” contro la casa comune, perché è in gioco un dovere.

    http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2019/november/documents/papa-francesco_20191115_diritto-penale.html

    18 Novembre, 2019 - 13:11
  2. Luigi Accattoli

    Già nel Sinodo dell’Amazzonia. Francesco 2: In questo senso, recentemente, i Padri del Sinodo per la Regione Panamazzonica hanno proposto di definire il peccato ecologico come azione oppure omissione contro Dio, contro il prossimo, la comunità e l’ambiente. È un peccato contro le future generazioni e si manifesta negli atti e nelle abitudini di inquinamento e distruzione dell’armonia dell’ambiente, nelle trasgressioni contro i principi di interdipendenza e nella rottura delle reti di solidarietà tra le creature (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 340-344)[2]. Come è stato segnalato nei vostri lavori, per “ecocidio” si deve intendere la perdita, il danno o la distruzione di ecosistemi di un territorio determinato, in modo che il suo godimento per parte degli abitanti sia stato o possa vedersi severamente pregiudicato. Si tratta di una categoria di crimini contro la pace che dovrebbe essere riconosciuta tale dalla comunità internazionale.

    18 Novembre, 2019 - 13:13
  3. Luigi Accattoli

    Predatorio ed ecocida. La parola “ecocidio” è risuonata più volte nel Sinodo dell’Amazzonia, dallo Strumento di lavoro alle relazioni dei Circoli minori. Nel documento finale – approvato il 26 ottobre – fa capoilino con l’aggettivo “ecocida” nel paragrafo 46: “In questo modo, la Chiesa si impegna a essere alleata dei popoli amazzonici per denunciare gli attacchi contro la vita delle comunità indigene, i progetti che incidono sull’ambiente, la mancanza di delimitazione dei loro territori, nonché il modello economico di sviluppo predatorio ed ecocida. La presenza della Chiesa tra le comunità indigene e tradizionali ha bisogno di questa consapevolezza che la difesa della terra non ha altro scopo che la difesa della vita”.

    http://ilsismografo.blogspot.com/2019/10/vaticano-sinodo-amazonico-documento.html

    18 Novembre, 2019 - 13:13
  4. Luigi Accattoli

    Teresa Bartolomei in “Teologia dell’ecocidio” (capitolo del volume appena pubblicato da Vita e Pensiero, intitolato “Dove abita la luce? Figure in cammino sulla strada della Parola”, pp. 151, 15.00 euro) così ricostruisce origine e significato della parola “ecocidio”: Questo termine, che designa una distruzione “grave, diffusa e duratura” di un ecosistema causata da un intervento dell’uomo, fece il suo ingresso sulla scena pubblica internazionale nel 1970, in occasione di una “Conferenza su Guerra e Responsabilità Nazionale”, in cui il biologo Arthur Galston propose un nuovo accordo internazionale per bandire l’ecocidio, ma era andato prendendo forma a partire già dagli anni Quaranta nella conflagrazione, paradossalmente sinergetica, tra studi biologici sugli erbicidi e lo sviluppo di strategie militari antiguerriglia da parte dell’esercito
    americano. Allarmati per l’effetto devastante per l’ambiente e la salute umana dell’uso militare di nuovi prodotti nchimici defolianti (due dei quali combinati nel famigerato Agente Arancio, applicato nella Guerra del Vietnam per essiccare intere aree rurali controllate dai Vietcong), un gruppo di scienziati americani organizzò un’azione sistematica di ricerca e di sensibilizzazione dei responsabili militari e politici sull’impatto sull’ecosistema di queste vere e proprie armi chimiche. Il termine coniuga la prospettiva giuridica con quella ecologica, qualificando come crimine un atto di distruzione massiccia di un ecosistema operata dall’uomo. L’obiettivo di molteplici pensatori, attivisti ed organizzazioni non governative, è di ottenere l’introduzione del crimine di ecocidio nel diritto internazionale, come un reato perseguibile dal Tribunale Penale Internazionale al pari dei crimini di guerra, di genocidio e contro l’umanità. L’uso puntuale dell’espressione si è allargato nella discussione ecologica attuale, venendo a designare in generale l’impatto distruttivo “grave, diffuso e duraturo” esercitato sull’ecosistema del pianeta dalle esplosive condizioni attuali della presenza umana sulla terra.

    18 Novembre, 2019 - 13:14
  5. Luigi Accattoli

    Vedi sul Battaglia. Il supplemento 2004 del Grande dizionario Battaglia documenta la comparsa nella lingua italiana della parola “ecocidio”, per la quale suggerisce il sinonimo “ecostrage”, a partire dal 1972.

    18 Novembre, 2019 - 13:14
  6. Luigi Accattoli

    Mio articolo pubblicato ieri dal Corsera a pagina 32 con il titolo “Delitti ecologici e cultura dell’odio, il monito del Papa”.

    La tenacia con cui Papa Bergoglio pungola il mondo sui temi sociali è così insistente che si rischia di farci l’abitudine e di non prestare attenzione a sue denunce preziose, rarissime nel clima attuale di scatenamento dei conflitti e dei sovranismi. Tre di tali denunce le ha formulate venerdì, con un discorso di alto impegno all’Associazione internazionale di diritto penale.
    La “globalizzazione del capitale speculativo”, innanzitutto, che ormai conferisce alle corporazioni economiche internazionali “più potere di quanto non ne abbiano gli stati”, mettendo “a rischio” le democrazie.
    Un secondo monito del Papa dei poveri ha riguardato i delitti “contro la casa comune” che attentano alla sopravvivenza dell’umanità e che restano abitualmente “impuniti”. Ha usato il neologismo “ecocidio”: delitto contro l’ambiente. Ha segnalato che la Chiesa Cattolica ha allo studio l’introduzione nel Catechismo del “peccato ecologico”: parola che è entrata nel documento approvato il 26 ottobre dal Sinodo dell’Amazzonia. Ha sollecitato i giuristi perché approntino strumenti appropriati per sanzionare chi provoca disastri ecologici.
    Infine il Papa in quel prezioso intervento ha preso di petto – ancora una volta, ma con parole più forti che mai – il dilagare della “cultura dello scarto e dell’odio”, accompagnato e anche favorito da dichiarazioni di “qualche responsabile dell’ordine o del governo”, che ricordano “i discorsi di Hitler nel ’34 e nel ‘36”. Ha elencato le vittime d’allora e di oggi: ebrei, zingari, omosessuali, immigrati.
    E’ una fortuna che nell’attuale rimescolamento dei popoli sul pianeta, sia Papa e possa farsi ascoltare da tutti un uomo che viene dal Sud del mondo. Cioè che disponga della più alta autorità morale uno che può porsi del tutto naturalmente ad avvocato degli ultimi.

    19 Novembre, 2019 - 12:07

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