Francesco agli educatori: cercate l’umanità ferita

19 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Gravidanza adolescente. “Quando sono andato in Paraguay, in una scuola di periferia avevano fatto un incontro di alcuni giorni, i giovani, non dirò di strada, ma giovani di periferia, poveri, senza l’essenziale; e questi giovani, ragazzi e ragazze tra i 14 e i 16 anni, hanno scelto di parlare su alcuni temi, alcuni temi forti. E io ho sentito la discussione fra loro, e le conclusioni delle discussioni su uno dei temi: la gravidanza adolescente. Io ho pensato: come mai questi, che vivono così, che vivono sulla riva di un fiume che va e viene [spesso straripa], che hanno poco da mangiare, sono capaci di pensare così? Perché hanno avuto un metodo e un educatore o un’educatrice che li ha portati per mano”.

    21 Novembre, 2015 - 22:07
  2. Luigi Accattoli

    Dalle ferite la salvezza. “Nessuno, nessuno può essere escluso dalla possibilità di ricevere valori, nessuno! E per questo, ecco la prima sfida che vi dico: lasciate i posti dove ci sono tanti educatori e andate alle periferie. Cercate lì. O almeno, lasciatene la metà! Cercate lì i bisognosi, i poveri. E loro hanno una cosa che non hanno i giovani dei quartieri più ricchi – non per colpa loro, ma è una realtà sociologica: hanno l’esperienza della sopravvivenza, anche della crudeltà, anche della fame, anche delle ingiustizie. Hanno una umanità ferita. E penso che la nostra salvezza venga dalle ferite di un uomo ferito sulla croce.

    21 Novembre, 2015 - 22:07
  3. Luigi Accattoli

    Dalle ferite la sapienza. “Loro, da quelle ferite, traggono sapienza, se c’è un educatore bravo che li porti avanti. Non si tratta di andare là per fare beneficienza, per insegnare a leggere, per dare da mangiare…, no! Questo è necessario, ma è provvisorio. E’ il primo passo. La sfida – e io vi incoraggio – è andare là per farli crescere in umanità, in intelligenza, in valori, in abitudini, perché possano andare avanti e portare agli altri esperienze che non conoscono”.

    21 Novembre, 2015 - 22:07
  4. Luigi Accattoli

    Rom in Parlamento. “In questa stessa sala, quindici giorni fa – credo – abbiamo ricevuto, come oggi, 7.000 zingari, di tutta Europa. Rom. E la presentazione l’ha fatta uno che è cresciuto in un quartiere rom e adesso è un parlamentare slovacco. E può dare un’esperienza diversa a quelli che non conoscono le periferie. E le realtà si capiscono meglio dalle periferie che dal centro”.

    21 Novembre, 2015 - 22:08
  5. Anche agli insegnanti dell’UCIIM(Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi) il Papa ha detto di andare nelle periferie. Io mi sentivo molto in consonanza, perché vado all’oratorio. Comunque si tratta di una periferia in cui si fanno buone merende …

    21 Novembre, 2015 - 23:13
  6. Certo che quella dell’ oratorio è una periferia comoda e sotto casa. Ma che cosa altro potrei fare io che ho 74 anni? Eppure nella mia città le suore dell’ospedale, ultra settantenni, in pensione e senza nuove vocazioni, sono andate in Ruanda, dove hanno formato una missione molto fiorente. E pensare che in Olanda si fornirà ai settantenni una kill pill per facilitare una comoda eutanasia!

    22 Novembre, 2015 - 11:41
  7. Sara1

    Con Francesco e’ normale sentirsi sempre inadeguati secondo me, come se nulla di quello che fai fosse sufficiente.

    22 Novembre, 2015 - 12:12
  8. Sara1

    Anche io ho aiutato all’oratorio Antonella però da noi fa un po’ fatica ad essere una struttura stabile, e’ andato avanti per un po’ di anni poi si è interrotto.

    22 Novembre, 2015 - 12:14
  9. Sto leggendo la vita di San Giovanni Bosco scritta da lui stesso, Memorie dell’oratorio. Lui sì che se ne intendeva di periferie.

    22 Novembre, 2015 - 12:37
  10. Luigi Accattoli

    Ultimamente a una mia conferenza era presente un salesiano che ha osservato: “Ma questo andare alle periferie non mette a rischio la presenza della Chiesa nel resto della città e non rende periferico lo stesso lavoro missionario?” Ho azzardato una risposta ad personam, ricordando come proprio i salesiani siano nati nel segno delle periferie urbane, tante che le loro case e chiese sorte su iniziativa del fondatore erano localizzate ai bordi delle città, tant’è che spesso si trovavano – e si trovano anche oggi – accanto alle stazioni ferroviarie, che ora sono dentro le città ma che allora erano ai margini: così a Roma, a Milano, a Bologna…

    22 Novembre, 2015 - 13:19
  11. Il salesiano padre Ugo ha creato l’Operazione Mato Grosso, che opera nelle periferie del Perù, in luoghi inimmaginabili, come mi dicono i giovani volontari dell’oratorio.

    22 Novembre, 2015 - 14:11
  12. picchio

    Da noi l’unica scuola salesiana, medie e professionali, non brilla molto per la ricerca e l’educazione dei giovani delle periferie, intendendo con questo non solo una periferia intesa come luogo, ma come ragazzi poveri, privi di valori. I ragazzi difficili li espellono e li scaricano sulla scuola pubblica.
    Per conro in una periferia lontanissima, a sihanoukville in Cambogia anni fa nell’hotel dove stavamo facevano lo stage ragazzi e ragazze della scuola alberghiera dei salesiani . Tutti ragazzi poveri strappati alla strada, erano contentissimi quando hanno saputo che eravamo italiani, tutti sapevano qualche parola di italiano e ci tenevano a far sfoggio delle loro capacità . Li i salesiani hanno fatto veramente uno splendido lavoro 🙂

    22 Novembre, 2015 - 14:17
  13. Fides

    … kill pill!
    E in colpo solo risolviamo i problemi dei costi dei sussidi, delle pensioni e della sanità pubblica.
    E mi raccomando: “non chiamatela suicidio!”.
    Non vedo l’ora di conoscere la campagna di marketing.

    22 Novembre, 2015 - 14:29
  14. Si, però settanta anni sono davvero pochi. Un nostro concittadino ne ha 110 e sta benino.

    22 Novembre, 2015 - 14:59
  15. Fides

    Verrà il momento in cui tutti i lavoratori nel momento in cui vanno in pensione avranno “diritto” alla loro pillolina gratuita. Una questione di civiltà, cribbio! 🙁

    22 Novembre, 2015 - 15:27
  16. roberto 55

    Presso l’Oratorio dei Salesiani di Milano, a poche centinaia di metri dal mio ufficio, si trova un bel Cineforum che ogni anno propone un eccellente rassegna di films: non siamo in periferia, ma si tratta, comunque, di positive ed arricchenti serate di confronto di idee.

    Buona domenica a tutti.

    Roberto 55

    22 Novembre, 2015 - 18:46
  17. Clodine

    Gli adolescenti con i quali per tanti anni mi sono rapportata non sono diversi da quelli delle periferie di Milano o di Napoli.Forse la situazione in provincia è migliore, chissà, essendo un contesto più a misura d’uomo, più fluido è meno problematico e forse più facile . Qualcuno ha detto che i Salesiani non offrono grandi servizi. Non è così: il rapporto dei salesiani con il mondo dei giovani, specie sul piano delle professioni e di sostegno cultural/affettivo /religioso è straordinario- Per quanto, confrontarsi con realtà di degrado estremo specie quando si arriva tardi per il famoso “sistema preventivo”, quando la situazione è sfuggita di mano ( e Dio sa se accade) il senso di frustrazione e di fallimento che si prova è inenarrabile, non ti lascia più per il resto della vita. Sono ragazzi che si portano dentro tante devastanti esperienze: fratture famigliari, 98% genitori separati, relativa indifferenza, solitudine, abbandono, povertà. Mettiamci anche assenza d’infrastrutture, centri di aggregazione inesistenti…
    Poco o nente è cambiato dai tempi di “Marcello”, “Ragazzo di vita” di P.P.Pasolini che ” abitava ai grattacieli un po’ più avanti grandi come catene di montagne, con migliaia di finestre in fila, in cerchi, in diagonali, sulle strade, sui cortili, sulle scalette, a nord, a sud, in pieno sole, in ombra, chiuse o spalancate, vuote o sventolanti di bucati, silenziose o piene della caciara delle donne e delle lagne dei ragazzini. Tutt’intorno si stendevano ancora prati abbandonati, pieni di gobbe, e monticelli, zeppi di creature che giocavano coi zinalini sporchi di moccio o mezzi nudi»

    22 Novembre, 2015 - 19:52
  18. Il problema più grave ad educare oggi all’oratorio è quello ad educare al rispetto reciproco. La presenza di molti ragazzi che si chiamano Imad, Juns, Amhed, Mohamed, Aisha, Chiraze ecc. sta cominciando a rendere difficile la vita, perché i ragazzini credono che sia un gioco, e quindi danno dei terroristi ai loro compagni. Bisogna tenere i nervi saldi, dire la parola giusta al momento giusto, essere equanimi … Don Bosco (veramente una grande figura!) non aveva questi problemi … ne aveva comunque tanti.

    25 Novembre, 2015 - 0:29
  19. Ho letto per la prima volta le “Memorie dell’oratorio” di S. Giovanni Bosco (S. nel senso di Sacerdote, come lui si firmava, non di Santo). Mi piacciono tantissimo, e c’è veramente da stupire nel considerare la figura di quest’uomo, capace di fare il saltimbanco e il prestigiatore, di suonare il violino, di fare il sarto, di sapere a memoria pezzi dei classici latini, di assistere i condannati a morte, di guidare schiere di giovani preceduti da una tromba e un tamburo. Pare che l’unica cosa che non sapesse fare era la cucina, perché ci aveva sempre pensato mamma Margherita. E poi anche perché non è come oggi al supermercato, ma per mangiare un pollo arrosto bisognava prima catturarlo, poi ucciderlo e spennarlo … Spero di preparare qualcosa di buono (una piccola recita, per esempio, non un pollo arrosto o una pizza!) per la sua festa, il 31 dicembre.

    25 Novembre, 2015 - 0:36

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