Francesco e la beatitudine che convive con la sofferenza

“Le beatitudini sono la carta d’identità del cristiano. Non si tratta di allegrie passeggere, ma della felicità che sa convivere anche con la sofferenza”: è il tweet con cui ieri Papa Francesco ha accompagnato l’avvio di un nuovo ciclo di catechesi del mercoledì sulle beatitudini del Vangelo di Matteo. Poche parole che danno bene il cuore della prima catechesi. Nei commenti ne riporto tre passaggi e concludo con un commento.

6 Comments

  1. Luigi Accattoli

    L’identità del cristiano. Le Beatitudini contengono la “carta d’identità” del cristiano – questa è la nostra carta d’identità -, perché delineano il volto di Gesù stesso, il suo stile di vita […]. Gesù, vedendo le folle che lo seguono, sale sul dolce pendio che circonda il lago di Galilea, si mette a sedere e, rivolgendosi ai suoi discepoli, annuncia le Beatitudini. Dunque il messaggio è indirizzato ai discepoli, ma all’orizzonte ci sono le folle, cioè tutta l’umanità. È un messaggio per tutta l’umanità. Inoltre, il “monte” rimanda al Sinai, dove Dio diede a Mosè i Comandamenti. Gesù inizia a insegnare una nuova legge: essere poveri, essere miti, essere misericordiosi… Questi “nuovi comandamenti” sono molto più che delle norme. Infatti, Gesù non impone niente, ma svela la via della felicità – la sua via – ripetendo otto volte la parola “beati”.

    30 Gennaio, 2020 - 8:52
  2. Luigi Accattoli

    Nella grazia di Dio. Il motivo della beatitudine non è la situazione attuale ma la nuova condizione che i beati ricevono in dono da Dio: “perché di essi è il regno dei cieli”, “perché saranno consolati”, “perché erediteranno la terra”, e così via […]. Gesù usa spesso un futuro passivo: “saranno consolati”, “riceveranno in eredità la terra”, “saranno saziati”, “saranno perdonati”, “saranno chiamati figli di Dio”. Ma cosa vuol dire la parola “beato”? […] Il termine originale non indica uno che ha la pancia piena o se la passa bene, ma è una persona che è in una condizione di grazia, che progredisce nella grazia di Dio e che progredisce sulla strada di Dio: la pazienza, la povertà, il servizio agli altri, la consolazione … Coloro che progrediscono in queste cose sono felici e saranno beati.

    30 Gennaio, 2020 - 8:53
  3. Luigi Accattoli

    Gioia che ha le stimmate. Dio, per donarsi a noi, sceglie spesso delle strade impensabili, magari quelle dei nostri limiti, delle nostre lacrime, delle nostre sconfitte. È la gioia pasquale di cui parlano i fratelli orientali, quella che ha le stimmate ma è viva, ha attraversato la morte e ha fatto esperienza della potenza di Dio. Le Beatitudini ti portano alla gioia, sempre; sono la strada per raggiungere la gioia.

    https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2020/01/29/0057/00128.html

    30 Gennaio, 2020 - 8:53
  4. Luigi Accattoli

    Difendo il Papa con la sua predicazione. Tra le critiche a Francesco ve ne sono alcune che si appuntano sulla sua predicazione, osservando che in essa il Papa argentino non parla di Cristo, non fa spazio alla Grazia che sola porta a Dio, anzi neanche propone mai un qualche cammino necessario per la salvezza. Nella catechesi di ieri sulle Beatitudini abbiamo chiare risposte indirette a queste critiche. Qui – come sempre nelle omelie e nelle catechesi – Francesco svolge una predicazione tutta e solo cristologica. Presenta le beatitudini evangeliche come la chiamata a seguire Cristo e il suo “stile di vita”. Insiste a chiarire che il cristiano chiamato alla beatitudine “è una persona che è in una condizione di grazia, che progredisce nella grazia di Dio e che progredisce sulla strada di Dio”. Infine il cammino, il travaglio implicito nella sequela di Cristo, è così tracciato dal Papa: il chiamato è uno che “ha attraversato la morte e ha fatto esperienza della potenza di Dio”; tale è ogni cristiano; egli “progredendo” tra le prove della strada che gli è proposta – “pazienza, povertà, servizio agli altri, consolazione” – può aspirare alla “beatitudine”. Accogliere la predicazione cristologica di Francesco è la prima risposta agli attacchi che riceve. Accoglierla e aiutare a intenderla.

    30 Gennaio, 2020 - 8:57
  5. Beppe Zezza

    Una cosa importante da sottolineare è il senso che un ebreo ( e Matteo è un ebreo ) fornisce al “futuro passivo” : nel linguaggio biblico è equivalente a dire “DIO consolerà”, “Dio sazierà “ ecc. Gesù dice: abbiate fiducia nel Padre, il seguire la strada che indico ( e non impongo, come sottolinea il papa ) è da Lui “ricompensata” con la “beatitudine” ( costituita dalla “comunione” con Lui). Non ci si perde, ma ci si guadagna!

    30 Gennaio, 2020 - 9:09

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