Francesco risponde alle critiche per le richieste di perdono fatte in Canada

Se non chiedi perdono ti tirano le pietre, ma se lo chiedi le pietre arrivano lo stesso: è il caso del Papa e delle sue “confessioni di peccato” fatte a nome della Chiesa durante il viaggio in Canada la settimana scorsa, riguardo alle corresponsabilità dei cattolici nei maltrattamenti dei nativi, con particolare riferimento alle scuole residenziali [vedi post del 25 luglio: http://www.luigiaccattoli.it/blog/bergoglio-agli-indigeni-del-canada-vi-ringrazio-per-aver-condiviso-con-me-la-vostra-memoria-sanguinante/]. Critiche dei media fatte proprie anche dal Governo del Canada e alle quali il Papa ha risposto durante il colloquio con i Gesuiti del Paese avvenuto il 29 luglio a Québec e pubblicato ieri da La Civiltà Cattolica. Nei commenti un richiamo alle critiche, la risposta del Papa, un riepilogo della richiesta di perdono fatta dal Papa lungo tutto il viaggio.

9 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Le critiche. Il pontefice non avrebbe fatto esplicito riferimento alle violenze sessuali perpetrate nelle scuole missionarie ai danni dei minori indigeni. Il ministro per le Relazioni Corona-indigeni, Marc Miller, ha dichiarato che le “lacune” nelle scuse chieste dal Pontefice “non possono essere ignorate”. Miller ha fatto riferimento agli abusi sessuali imputati a esponenti della Chiesa cattolica e ha aggiunto che papa Francesco ha parlato del “male” commesso da singoli cristiani, ma “non dalla Chiesa cattolica come istituzione”.

    https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/canada-critiche-al-papa-insufficienti-scuse-a-popolazioni-indigene_52898275-202202k.shtml

    5 Agosto, 2022 - 11:21
  2. Luigi Accattoli

    Risposta di Francesco alla domanda di un gesuita durante l’incontro del 29 luglio. I commenti dei giornalisti sul suo viaggio e sui suoi interventi mi sembra siano sostanzialmente molto positivi. Una domanda che i giornalisti hanno fatto però è: perché il Papa si scusa a nome dei cristiani ma non della Chiesa come istituzione? Che cosa potrebbe rispondere? Francesco: “Sì, ho sentito. Guarda, davvero non capisco bene questa difficoltà. Io non parlo a nome personale o a nome di una ideologia o di un partito. Io sono vescovo e parlo a nome della Chiesa, non a nome mio. Io parlo a nome della Chiesa anche quando non lo esplicito. Anzi, non devo esplicitarlo perché è ovvio che è così. Al contrario, direi: devo esplicitare che si tratta di un mio pensiero personale quando non parlo a nome della Chiesa. Allora sì che devo dirlo”.

    5 Agosto, 2022 - 11:22
  3. Luigi Accattoli

    Bacia la mano alla rappresentante dei nativi. Arrivando il 24 luglioall’aeroporto di Edmonton, in Alberta, Francesco è accolto dal primo ministro canadese Justin Trudeau e da Mary Simon, una rappresentante del popolo Inuk e prima governatrice generale delle popolazioni indigene canadesi. Il Pontefice bacia la mano della leader indigena: un gesto che si pone a immagine o logo della visita, che in più occasioni Francesco presenta come un “pellegrinaggio di penitenza” per il maltrattamento dei nativi che ha visto coinvolti – insieme ai rappresentanti di altre Chiese – anche cattolici e organizzazioni della Chiesa Cattolica.

    5 Agosto, 2022 - 11:31
  4. Luigi Accattoli

    Scuse come primo passo. Il 25 luglio il Papa svolge durante l’incontro con le autorità la più solenne delle richieste di perdono, che qui nel blog ho riportato nel post riportato in quella data. Incontrando Francesco quel giorno i “sopravvissuti” di una scuola missionaria a Maskwacis, i leader della Confederazione delle sei nazioni, che rappresenta i popoli indigeni canadesi gli chiedono che oltre alle scuse la Chiesa faccia luce sul destino dei tanti bambini che non hanno mai fatto ritorno dalle scuole missionarie, e che paghi riparazioni, anche sotto forma di restituzione di manufatti indigeni che sono nei Musei Vaticani. Sempre quel giorno Francesco riconosce che le sue scuse rappresentano solo il primo passo di un percorso di espiazione: “Molti di voi e dei vostri rappresentanti hanno affermato che le scuse non sono un punto di arrivo. Concordo pienamente: costituiscono solo il primo passo, il punto di partenza. Sono anch’io consapevole che, guardando al passato, non sarà mai abbastanza ciò che si fa per chiedere perdono e cercare di riparare il danno causato e che, guardando al futuro, non sarò mai poco tutto ciò che si fa per dar vita a una cultura capace di evitare che tali situazioni non solo non si ripetano, ma non trovino spazio. Una parte importante di questo processo è condurre una seria ricerca della verità sul passato e aiutare i sopravvissuti delle scuole residenziali a intraprendere percorsi di guarigione dai traumi subiti“.

    5 Agosto, 2022 - 11:40
  5. Luigi Accattoli

    Trudeau così commenta. Durante la visita del Pontefice a Québec City il primo ministro Justin Trudeau ha chiesto di poter intervenire a un incontro con la governatrice generale e rappresentante delle nazioni indigene Mary Simon. L’ufficio del premier ha spiegato che Trudeau teneva a intervenire pubblicamente “data l’importanza della questione”. Durante il suo intervento, il premier ha ricordato che la Commissione canadese per la verità e la riconciliazione aveva chiesto le scuse della Chiesa per gli abusi perpetrati nelle cosiddette scuole residenti sin dal 2015: “Come ha detto Vostra Santità, chiedere perdono non è la fine della questione, è un punto di partenza, un primo passo. Lunedì mattina mi sono seduto con i sopravvissuti e ho sentito le loro reazioni alle sue scuse. Ciascuno ne trarrà ciò di cui ha bisogno. Ma non c’è dubbio che lei abbia avuto un impatto enorme. I sopravvissuti e i loro discendenti devono essere al centro di tutto ciò che facciamo insieme in futuro”.

    5 Agosto, 2022 - 11:46
  6. maria cristina venturi

    Ai nativi americani del Canada non bastano le scuse ,che sono solo la prima tappa, vogliono soprattutto i risarcimenti in denaro.
    ” Il Governo canadese ha annunciato un maxi-fondo di 40 miliardi di dollari canadesi (circa 28 miliardi di euro) da destinare alla nascita di una nuova politica inclusiva ed attenta nei confronti delle popolazioni indigene, nonché al risarcimento delle famiglie indigene discriminate negli anni. Ad annunciarlo è stata la Ministra per i Servizi indigeni, Patty Hajdu. Questi accordi arrivano a quasi quindici anni dalla denuncia sui diritti umani mossa dalla First Nations Child and Family Caring Society, associazione a tutela dei membri delle popolazioni indigene canadesi (le cosiddette First Nations) che ha fra i suoi obiettivi quelli di fornire istruzione pubblica gratuita, assistenza sanitaria e opportunità lavorative eque ai membri di queste comunità.”
    In Canada il governo ha perso la causa durata quindici anni intentata dai nativi per essere risarciti
    Anche la Chiesa cattolica, una volta ammessa la propria colpa e chiesto scusa, sarà l’ oggetto di richiesta di risarcimento pecuniari.
    Le scuse non bastano .

    5 Agosto, 2022 - 19:16
  7. Beppe Zezza

    Io sono rimasto scandalizzatoo dal reportage fatto dal TG1 il giorno della esternazione del pontefice. Un attacco senza precedenti alla Chiesa Cattolica qusi fosse la sola e unica responsabile della politica di assimilazione coatta dei popoli indigeni. Certo le organizzazioni ecclesiastiche canadesi hanno collaborato a quella che era la politica governativa – non solo canadese – in quel periodo storico.. i modi che si seguivano allora per la educazione dei bambini sono oggi considerati assolutamente inaccettabili. Certamente ci sono stati anche abusi ‘sessuali’ dei quali è giusto chiedere perdono ma è necessario fare attenzione di non fare di ogni erba un fascio. ( In inglese tra l’altro dare uno sganassone a un bambino è detlto ‘abuse’ ).

    6 Agosto, 2022 - 12:41

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