Allegra: quando muoio cantatemi il Magnificat

Ieri è stato proclamato “beato” ad Acireale Gabriele Maria Allegra (1907-1976): frate minore francescano, missionario in Cina, dedicò trent’anni della sua vita a tradurre in cinese l’intera Bibbia. Lo amo per questa impresa straordinaria e – ancor più – per aver chiesto ai confratelli di cantare il Magnificat al momento della sua morte. Il Magnificat gliel’hanno cantato anche ieri, in piazza Duomo, a ricordo di quel desiderio rivelatore. Così nel 1975 ebbe a commentare la sua impresa di traduttore: “Nei primi anni delle mia vita in Cina rimanevo sorpreso nel vedere i fedeli protestanti, che si recavano al loro Divine Service portando seco la Bibbia. I cattolici avevano invece il libro di preghiere e la corona del Rosario. Ora la situazione è completamente rovesciata. Abbiamo la versione della Bibbia stampata in due formati diversi; abbiamo tre edizioni diverse del Nuovo testamento, abbiamo una edizione dei quattro Vangeli ristampata diverse volte a decine di migliaia”.

34 Comments

  1. Gioab

    “Nei primi anni delle mia vita in Cina rimanevo sorpreso nel vedere i fedeli protestanti, che si recavano al loro Divine Service portando seco la Bibbia. I cattolici avevano invece il libro di preghiere e la corona del Rosario. Ora la situazione è completamente rovesciata. Abbiamo la versione della Bibbia stampata in due formati diversi; abbiamo tre edizioni diverse del Nuovo testamento, abbiamo una edizione dei quattro Vangeli ristampata diverse volte a decine di migliaia”.”

    Caro Luigi, va anche detto, che il frate a cui piace il “Magnificat”, non è stato il primo a tradurre la Parola di Dio in cinese perché prima di lui lo aveva fatto un missionario inglese, Robert Morrison.( 1782-1834) Link

    “Tradusse il libro degli Atti in cinese, e ne stampò un migliaio di copie. Poi tradusse e stampò il Vangelo di Luca di cui Il vescovo cattolico a Macao, avendone ottenuta una copia, ordinò che fosse bruciato come libro eretico dando modo alla gente di vedere come fossero divisi i cristiani. L’ Episodio non aiutò la diffusione del cristianesimo in Cina. “

    Nel frattempo l’imperatore aveva emanato un editto in virtù del quale stampare libri cristiani era un reato punibile con la morte. Nonostante la minaccia, il 25 novembre 1819 Morrison portò a termine la traduzione della Bibbia in cinese.

    Dopo di lui, Schereschewsky Isaac Joseph, 6 maggio 1831-15 ottobre 1906, conosciuto in cinese come : ???, Giuseppe Shi . Benché riuscisse a scrivere soltanto a macchina, battendo i tasti con un dito solo raggiunse il suo obiettivo: tradurre la Bibbia in cinese, una delle lingue più difficili per uno straniero. Essendo di origine ebraica, Schereschewsky conosceva l’ebraico molto meglio dei suoi colleghi e poteva farlo con miglior conoscenza dei termini. Non avendo il normale uso delle mani, battere a macchina era un grosso sforzo. Chiamò quindi questa traduzione “la Bibbia con un dito solo”. Per portare a termine l’opera in quelle condizioni, Schereschewsky impiegò 25 anni.
    E per chiudere. Ma che se ne fanno della traduzione se continuano a parlare di misteri e di dogmi ? Basterebbe leggere no ?

    Lo ha detto anche il papa. Citando l’imperatore Manuele II il Paleologico “” Non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio…Dio agisce „??? ????”, con logos. Logos significa insieme ragione e parola – una ragione che è creatrice e capace di comunicarsi ma, appunto, come ragione” Link

    30 Settembre, 2012 - 19:33
  2. Ricordare padre Allegra nel giorno di San Girolamo è un bellissimo regalo, a noi e a lui.
    Buona serata

    30 Settembre, 2012 - 19:50
  3. Oggi si fa Memoria di Santa Teresa di Lisieux, Patrona delle missioni.
    Ottobre è mese dedicato alle missioni ed anche mese mariano dedicato alla Madonna ed al Rosario. Offriamo la nostra preghiera e le nostre opere per i missionari e per le conversioni.

    Link ad un mio scritto.

    1 Ottobre, 2012 - 0:26
  4. Luigi Accattoli

    Da Monica Romano, studiosa di traduzioni della Bibbia in cinese e presidente dell’associazione TherAsia
    Onlus, ricevo un utile contributo a conoscere l’opera del padre Allegra. Lo pubblico in questo e nei tre messaggi seguenti:

    Ho letto varie parti della sua traduzione e l’ho analizzata per la mia tesi sulle traduzioni della Bibbia in cinese. E’ una traduzione estremamente accurata e rigorosa. Molto fedele e attenta a ricalcare i testi originali, certamente da un punto di vista formale, ma ovviamente anche nel contenuto. Analizzando il primo capitolo del Vangelo di Giovanni nella versione di Padre Allegra, ma anche altre traduzioni (sia cattoliche che protestanti), ho notato come veramente sia costante la “preoccupazione” di non “tradire”, non “distaccarsi” dalla Parola di Dio nella traduzione dall’originale al cinese. A volte avevo quasi la sensazione che la traduzione del testo quasi ricalcasse le forme sintattiche del greco del Nuovo Testamento, così diverse dalla lingua cinese. Nello stesso tempo, mi colpiva anche notare come fosse un lavoro di traduzione profondamente meditato anche nel contenuto.

    1 Ottobre, 2012 - 7:55
  5. Luigi Accattoli

    Monica Romano 2. Vi è una frase a un certo punto del Vangelo di Giovanni dove Giovanni Battista dice “Io non sono il Cristo”. Vanno considerate due cose: che in cinese non c’è l’articolo e la parola “Cristo” è trascritta foneticamente in cinese(“Jidu”), quindi sottolinea più la natura di nome proprio. Tra l’altro in generale il lettore non ha un background culturale come il nostro da associarlo più facilmente/automaticamente non solo a “Cristo” come Gesù, ma come l’Unto, il Messia del Signore. In cinese una frase tradotta letteralmente a mio avviso potrebbe essere fraintesa come “io non sono Cristo”, cioè non sono Gesù. Che è in parte quello che Giovanni Battista intendeva dire, ma intendendo in maniera più “complessa” e profonda “non sono io il Messia”. Le altre traduzioni che ho analizzato (a parte una, ma non mi soffermo qui…) traducono tutte in maniera letterale, usando la trascrizione fonetica “Jidu”. Padre Allegra, invece, non la utilizza, e sceglie invece di tradurre con la parola “Messia”. Pertanto, un “distacco” formale ma attento alla trasmissione del corretto significato.

    1 Ottobre, 2012 - 7:58
  6. Luigi Accattoli

    Monica Romano 3. Un altro aspetto del contributo di Padre Allegra è la continuità rispetto all’esperienza missionaria dei secoli precedenti. Padre Allegra eredita quell’importante bagaglio di riflessione inter-culturale che i gesuiti ad esempio avevano accumulato nel corso del tempo, nel tentativo di coniare una terminologia cristiana cinese. Attinge a precedenti traduzioni cattoliche del Nuovo Testamento o anche a traduzioni protestanti – riprendendo le loro scelte o distaccandosi da esse. La traduzione di Padre Allegra fa suo questo lavoro di sperimentazione e consolidamento e crea un vocabolario biblico sulla base dell’esperienza precedente. Mi piace ricordare qui ad esempio l’eredità che lui raccoglie per la traduzione del termine “Logos”, che è tra l’altro ancora oggi oggetto di riflessione nella ricerca della traduzione migliore. In precedenza questo termine veniva tradotto con una trascrizione fonetica “Wuerpeng”, dal latino “Verbum”, in quanto come sappiamo le traduzioni fino a poco prima del Concilio si basavano in massima parte sulla Vulgata o altre traduzioni latine o in altre lingue. Le trascrizioni fonetiche non piacciono ai cinesi perchè sono parole “estranee”, senza significato, che ricalcano solo il suono. Missionari e traduttori se ne rendevano conto, ma spesso non sapevano come tradurre certa terminologia. Un gesuita cinese che tradusse prima di Padre Allegra il Nuovo Testamento (Joseph Xiao Jingshan), sostituisce alla trascrizione fonetica Wuerpeng che aveva utilizzato in una sua traduzione degli anni ’20 con un neologismo “shengyan”, che in cinese significa “santa parola”, in una successiva revisione (questa volta dal testo greco) degli anni ’50. Anche Padre Allegra opta per questa seconda soluzione e la include nella sua traduzione. Questo è il modo con cui i cattolici cinesi si riferiscono al Verbo.

    1 Ottobre, 2012 - 7:58
  7. Luigi Accattoli

    Monica Romano 4. L’ultima cosa che mi ha colpito – questa volta in questi giorni, in cui ho letto qualche testimonianza sulla vita e la persona di Padre Allegra, piuttosto che soffermarmi solo sulla sua traduzione biblica – è che fu colpito molto prima di sapere di essere mandato missionario in Cina dal sapere che i cattolici cinesi, all’inizio del 20mo secolo, ancora non possedevano una versione integrale della Bibbia, a differenza degli altri cristiani. Questo fatto lo colpì molto e fu – a mio avviso, da quanto mi sembra di aver letto – un elemento fondamentale che lo spinse ad abbracciare con grande entusiasmo e amore la missione cinese. Vi andò col preciso scopo di dare una Bibbia alla comunità cattolica cinese – disse per “dare Cristo alla Cina e la Cina a Cristo”. Da persona che ha studiato la traduzione e le traduzioni cinesi della bibbia posso solo ulteriormente confermare quanto penso tutti già sanno, che tradurre la bibbia in cinese (soprattutto per uno straniero) è davvero una “missione impossibile”. In alcune sue corrispondenze, lo stesso padre Allegra si riferisce a questa esperienza come un “martirio”. Non mi stupisce. Davvero mi inchino alla sapienza e allo zelo di Padre Allegra, e anche di tanti che prima e dopo come lui hanno dedicato tutta la loro vita e i loro sforzi a portare la Parola di Dio ai cinesi e a inculturare il Vangelo nel Paese di Mezzo.

    1 Ottobre, 2012 - 7:59
  8. Dell’ottimo scritto di Monica Romano, ritengo appropriatissima la chiusura che pone l’accento su “la sapienza e allo zelo di Padre Allegra, e anche di tanti”.
    Sapienza e zelo, per San Francesco quando erano vissute e ricercate per “la maggior Gloria di Dio” erano sempre incoraggiate come nel caso di Sant’Antonio, quando invece erano ricercate per “uso personale” come nel caso del novizio che voleva avere un salterio, erano sempre esecrate.

    1 Ottobre, 2012 - 12:41
  9. Luigi Accattoli

    Il cardinale Angelo Amato nell’omelia della beatificazione del padre Allegra:

    Non essendoci ancora in quella lingua una versione cattolica di tutti i libri della Sacra Scrittura, si propose di andare in Cina per realizzare questo sogno. E così fu. Iniziò questa fatica da solo a Heng Yang l’11 aprile 1935, la proseguì a Pechino e la concluse a Hong Kong nel 1961. Si tratta di una grandiosa impresa letteraria della Chiesa cattolica cinese, lodata da cattolici e non cattolici.

    1 Ottobre, 2012 - 12:51
  10. Luigi Accattoli

    Ancora Amato:

    Nella traduzione si adoperò moltissimo perché risultasse la più fedele possibile ai testi originali. Spesso, per trovare l’interpretazione esatta di una parola, studiava più giorni con i suoi collaboratori.

    1 Ottobre, 2012 - 12:56
  11. Gioab

    “ A volte avevo quasi la sensazione che la traduzione del testo quasi ricalcasse le forme sintattiche del greco del Nuovo Testamento, così diverse dalla lingua cinese. Nello stesso tempo, mi colpiva anche notare come fosse un lavoro di traduzione profondamente meditato anche nel contenuto.”

    Basta che non sia come questa :” Medjugorje: anche Ratzinger non ci crede, sospesi due frati, vietati i pellegrinaggi”

    “Da Cronache Ecclesiali del 23/09:” E così non ci si stupisce se nel colloquio tra Ratzinger e il vescovo Peric, il Papa sia scoppiato a ridere quando Peric gli ha chiesto se era vero che voleva riconoscere Medjugorje come Santuario. Come non stupisce che Benedetto XVI abbia chiesto: «Come può un credente accettare come credibili le apparizioni che si presentano ogni giorno e per tanti anni?» Nota : sono 35.000 apparizioni! I colloqui con i veggenti sono a pagamento…bel lavoro e comodo.” Link

    1 Ottobre, 2012 - 13:18
  12. Luigi Accattoli

    Leggo da una biografia del padre Allegra la richiesta del canto del Magnificat per la sua morte:

    In previsione dell’approssimarsi di ‘sorella morte’, chiese ripetute volte a confratelli e amici di cantare, dopo la sua morte, un Magnificat, nel quale egli sentiva di poter raccogliere tutta la sua gratitudine per quanto Dio aveva operato in lui e per mezzo di lui: ‘Quando lei sentirà – scriveva a un amico – che sorella morte è venuta a chiamarmi, preghi per me, recitando il Magnificat’ “.

    1 Ottobre, 2012 - 13:21
  13. Gioab

    “In cinese una frase tradotta letteralmente a mio avviso potrebbe essere fraintesa come “io non sono Cristo”, cioè non sono Gesù. Che è in parte quello che Giovanni Battista intendeva dire, ma intendendo in maniera più “complessa” e profonda “non sono io il Messia”..

    Caro Luigi, non entro nel merito della traduzione (infatti non conosco il cinese) ma mi sembra che la sig.ra Romano stia dicendo una cosa senza senso, dato che Cristo e Messia significano la tessa cosa uno è greco (Cristos) e l’altro è ebraico ( Messiah) Dal verbo ebraico mashàch, che significa “spalmare” e quindi “ungere”. (Eso 29:2, 7) Messia, mashìach) significa “unto”. L’equivalente greco è Christòs o Cristo. — Mt 2:4,
    L’aggettivo verbale mashìach viene riferito a molti uomini. Davide fu ufficialmente nominato re essendo unto con olio, e per questo anche lui è chiamato “unto” o, all’ebraica, “messia”.

    1 Ottobre, 2012 - 13:29
  14. Gioab

    “Mi piace ricordare qui ad esempio l’eredità che lui raccoglie per la traduzione del termine “Logos”, che è tra l’altro ancora oggi oggetto di riflessione nella ricerca della traduzione migliore.”

    Caro Luigi anche qui mi sembra che la sig. Romano non conosca le spiegazioni del papa. Lo ha spiegato citando l’imperatore Manuele II il Paleologico “” Non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio…Dio agisce „??? ????”, con logos. Logos significa insieme ragione e parola – una ragione che è creatrice e capace di comunicarsi ma, appunto, come ragione”

    http://gpcentofanti.wordpress.com/2012/04/16/benedetto-xvi-su-fede-e-ragione-regensburg-2006/>

    1 Ottobre, 2012 - 13:35
  15. Gioab

    ”Un gesuita cinese che tradusse prima di Padre Allegra il Nuovo Testamento (Joseph Xiao Jingshan), sostituisce alla trascrizione fonetica Wuerpeng che aveva utilizzato in una sua traduzione degli anni ’20 con un neologismo “shengyan”, che in cinese significa “santa parola”, in una successiva revisione (questa volta dal testo greco) degli anni ’50. Anche Padre Allegra opta per questa seconda soluzione e la include nella sua traduzione. Questo è il modo con cui i cattolici cinesi si riferiscono al Verbo.”

    Caro LUIGI, vedi com’è facile, trarre in inganno i poveri cattolici e creare confusione ?
    Se il Verbo fosse “santa parola”, verrebbe meno il concetto di trinità che si basa sul prologo giovanneo: “In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio” perderebbe la connotazione della personificazione e rimarrebbe, come sostengono i protestanti solo il sostantivo f. “parola”* sinonimo di messaggio da cui “In principio era il messaggio e il messaggio era presso Dio e il messaggio era divino”

    * Parola = suono o gruppo di suoni con cui si indica una cosa o si esprime un’idea; la loro rappresentazione grafica; il modo in cui ci si esprime; impegno, promessa ( diz. Italiano)

    1 Ottobre, 2012 - 13:45
  16. “L’ignorante parla a vanvera, l’intelligente parla al momento opportuno, il saggio parla se interpellato, il fesso parla sempre.”
    Alcuni addirittura attribuiscono questa “perla” a Sant’Egidio.
    Stante o meno la paternità di Sant’Egidio della frase, il contenuto lo ritengo assolutamente condivisibile.

    1 Ottobre, 2012 - 13:50
  17. Luigi Accattoli

    Da Monica Romano ricevo un nuovo messaggio che pubblico in tre successivi commenti:

    Ho letto ora il commento presuntuoso e irrispettoso di un blogger (Gioab). Non ho mai tempo di entrare in queste piccole polemiche e non do’ corda a questo tipo di persone, ma per completezza di informazione per eventuali altri lettori (se fossero interessati), rispondo. Ma anticipo che non darò seguito ad altri scambi di questo tipo, per principio, mancanza di tempo, e onestamente di interesse.
    Innanzitutto, non c’era bisogno che il Gioab facesse sfoggio delle sue conoscenze etimologiche sui termini Messia e Cristo. Tutti noi lettori ne siamo a conoscenza, inclusa la sottoscritta, che ha studiato le traduzioni della Bibbia in cinese dai testi originali. Ma tant’è. Gioab poi non conosce il cinese, e in questo caso siamo d’accordo. Un cinese, soprattutto che non ha familiarità con la storia e la cultura giudaico-cristiana e il mondo culturale biblico (e sono la maggioranza dei cinesi come lo stesso Gioab forse saprà), può a mio avviso confondersi se una frase del genere viene tradotta letteralmente – e con letteralmente intendo da un punto di vista “formale”. Cioè, come la maggior parte dei traduttori hanno fatto – usando la trascrizione fonetica “Jidu” – che però in cinese è solo un suono e che per l’assenza dell’articolo nella lingua cinese può (in contesto culturale diverso dal nostro) generare fraintendimenti. Tra l’altro nell’uso comune in generale, anche da noi, Cristo è quasi diventato un tutt’uno del nome di Gesù, si riferisce strettamente alla persona di Gesù. Un lettore cinese che legge “Wo bu shi Jidu” potrebbe intendere “Io non sono Cristo” – non “il Cristo”, cioè il Messia. E infatti guarda caso il padre Allegra, a differenza della maggior parte degli altri traduttori – tra cui la più diffusa traduzione della Bibbia (protestante), che è considerata la Bibbia cinese per antonomasia (la “Heheben”, in inglese Union Version), utilizzata anche dagli studiosi cinesi non cristiani per i loro studi – traduce col termine Messia, non con Jidu. Più diretto. Il lettore certamente non si confonde in questo modo sul fatto che Giovanni sta dicendo di non essere il Messia. Padre Allegra ci deve aver pensato per aver tradotto cosi, sapeva che altri prima di lui avevano tradotto diversamente. Segno che la traduzione in cinese non era affatto scontata e poteva essere problematica. Dirò di più, per far capire la problematicità della traduzione in cinese. Nel mio blog mi riferivo, ma senza elaborare, a un altro traduttore protestante, che come P. Allegra di è differenziato nella traduzione di questo passo. Si tratta QUESTA VOLTA di un traduttore CINESE (Lu Zhenzhong), che conosceva bene le lingue bibliche e infatti fa una traduzione prima del NT (anni ’40)e poi dell’intera Bibbia (anni 70) molto rigorosa e accurata (a mio avviso, al livello di quella di padre Allegra dal punto di vista della rigorosità rispetto ai testi originali). Beh Lu, in questo passo opta per una doppia traduzione: mantiene il termine Jidu (per rendere la foneticità/formalità rispetto al testo greco), ma vi aggiunge un termine che letteralmente in cinese significa “ungere, spalmare”. Di nuovo, conferma (e da parte di un cinese) che tradurre solo Jidu in cinese non poteva necessariamente rendere nell’immediatezza al lettore cinese il senso di Unto del Signore, cioè Messia.”

    1 Ottobre, 2012 - 14:48
  18. Luigi Accattoli

    Monica Romano bis:

    Sul termine Logos. Anche qui Gioab fa sfoggio di cose che tutti sappiamo. Forse questiona la nostra fedeltà al Magistero, ma sorvoliamo. Queste cose le hanno passate anche i grandi santi, anche il Signore, spesso additati da chi a parole predicava, ma nei fatti si comportava diversamente dagli insegnamenti del Padre. Comunque, Gioab non sa evidentemente che per la traduzione in cinese di Logos vi è un dibattito, e la questione è ancora aperta. I protestanti, ma anche alcune traduzioni cattoliche successive a p. Allegra, usano un termine diverso da “sheng yan”. Usano il termine locale “dao”, si proprio quello del Taoismo (o Daoismo). Perché? Perche dao significa via, strada, parola; è un termine profondissimo e rispettatissimo nella cultura cinese, mentre sheng yan non è una parola originariamente cinese. È stata inventata per trovare una soluzione su come tradurre appunto Logos. sono due caratteri che sono stati messi insieme e non hanno quella pregnanza, quella tradizione antica che dao invece possiede. Molti traduttori e studiosi, tra cui cattolici che ufficialmente hanno lavorato alla traduzione della Bibbia in cinese, pensano che si potrebbe introdurre questo termine dao per tradurre Logos in cinese. Come accadde per lo stesso termine greco logos, che dal significato proprio della filosofia greca ha via via assunto un significato anche cristiano (appunto il Verbo incarnato, etc.), cosi molti studiosi cinesi ritengono che lo stesso possa avvenire usando l’antico termine Dao, anche contando sul fatto che significhi già, appunto “Parola”, ma anche Via (e il Signore dice io sono la Via),etc. E i cinesi lo tengono in grandissima considerazione e i cristiani amerebbero che si riferisse al Verbo di Dio.

    1 Ottobre, 2012 - 14:49
  19. Luigi Accattoli

    Monica Romano ter:

    Concludo dicendomi stupita dei toni usati, e della gratuità. Viene il dubbio vi sia qualcos’altro… Ricordo a Gioab che un blog, tanto più che credo in gran parte sia frequentato da cristiani (ma comunque anche – anzi soprattutto – se vi fossero non cristiani che guardano a come noi ci comportiamo) dovrebbe essere una serena e bella occasione di condivisione, senza polemiche gratuite e soprattutto nel rispetto delle opinioni e delle conoscenze di tutti. Si dovrebbe ricordare, tra l’altro, che essere cristiani è per prima cosa portare avanti la carità e amarsi gli uni gli altri. E’ proprio vero che noi cristiani abbiamo una grande responsabilità nella cattiva testimonianza che diamo al mondo… Si possono conoscere le lingue, la scienza etc., ma se non si possiede la carità… Immagino Gioab sappia bene chi lo ha scritto! M.

    1 Ottobre, 2012 - 14:50
  20. Gioab

    “fu colpito molto prima di sapere di essere mandato missionario in Cina dal sapere che i cattolici cinesi, all’inizio del 20mo secolo, ancora non possedevano una versione integrale della Bibbia, a differenza degli altri cristiani.”

    Non è strano caro Luigi che non fosse colpito dal fatto che qualche tempo prima le Bibbie le bruciavano ?
    “Nel 1961 un sacerdote cattolico a Ejutla (Oaxaca, Messico), istigò una folla a invadere e saccheggiare un’abitazione dove si tenevano regolarmente riunioni culturali. La folla si impossessò di tutte le Bibbie che riuscì a trovare per poi bruciarle nella pubblica piazza. Il giornale locale riferì che lo avevano fatto come “un atto di fede”.

    Nel 1976 in Argentina i testimoni di Geova furono messi al bando, e nella loro sede di Buenos Aires, furono confiscate 250 copie della Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture in spagnolo. Il tutto fu venduto come carta da macero.

    A Worms, ( Germania),Tyndale pubblicò la sua traduzione in inglese. Nel giro di sei mesi ne furono vendute così tante che i vescovi, convocati d’urgenza, diedero ordine che venissero bruciate.

    La traduzione di Serafino nato Stefanos Ioannou Pogonatos da una nota famiglia dell’isola greca di Lesbo riuscì a pubblicare la sua traduzione in greco nel 1703. Quando raggiunse la Grecia, la versione di Serafino fece andare su tutte le furie le gerarchie ecclesiastiche. La nuova versione fu vietata. Copie della traduzione vennero bruciate e chiunque la possedesse o la leggesse era minacciato di scomunica. Il patriarca di Costantinopoli Gabriele III vietò la circolazione della versione di Serafino, definendola superflua e inutile.

    Nel 1559 Paolo IV fece pubblicare il primo Indice dei libri proibiti, un elenco delle opere di cui la Chiesa vietava ai cattolici la lettura, la vendita, la traduzione e il possesso perché considerate cattive o pericolose per la fede e l’integrità dei costumi. Questo Indice proibì le traduzioni della Bibbia in lingua volgare, compresa quella del Brucioli. Chi contravveniva era colpito con la scomunica. L’Indice del 1596 fu ancora più restrittivo: stabilì che non si dovevano più concedere autorizzazioni per la traduzione e la stampa di Bibbie in volgare. Tali Bibbie dovevano essere distrutte.
    A causa di queste restrizioni, a partire dalla fine del Cinquecento si moltiplicarono i roghi con cui le Bibbie venivano bruciate sui sagrati delle chiese. Nell’immaginario collettivo le Scritture divennero un libro degli eretici,. Furono distrutte quasi tutte le Bibbie e i commentari biblici delle biblioteche pubbliche e private, e per circa duecento anni nessun cattolico tradusse una Bibbia in italiano. Le uniche Bibbie che circolavano di nascosto erano quelle tradotte dai protestanti. Fu così che, come afferma lo storico Mario Cignoni, “di fatto la lettura della Bibbia da parte dei laici cessò del tutto per secoli. La Bibbia divenne un libro quasi sconosciuto e milioni di italiani passarono la loro vita senza averne letta personalmente neanche una pagina”.

    Nel 1826 la Società Biblica Russa fu sciolta. Parecchie migliaia di copie di traduzioni prodotte dalla Società Biblica furono bruciate. E potrei continuare.
    Non è sorprendente ? Prima le bruciavano, poi le baciano !

    Ha i notato ? Anche la sig.ra romano scrive : “mi inchino alla sapienza e allo zelo di Padre Allegra, e anche di tanti che prima e dopo come lui hanno dedicato tutta la loro vita e i loro sforzi a portare la Parola di Dio ai cinesi e a inculturare il Vangelo nel Paese di Mezzo. Si, è vero, va tributato loro un grandee onore per l’impegno e lo sforzo che hanno fatto.
    Una curiosità, puoi chiedere alla sig. Romano come è stato tradotto il Tetragramma in cinese ?

    1 Ottobre, 2012 - 15:33
  21. Mabuhay

    “Ho letto ora il commento presuntuoso e irrispettoso di un blogger (Gioab). Non ho mai tempo di entrare in queste piccole polemiche e non do’ corda a questo tipo di persone, … Sul termine Logos. Anche qui Gioab fa sfoggio di cose che tutti sappiamo. … … Concludo dicendomi stupita dei toni usati, e della gratuità. Viene il dubbio vi sia qualcos’altro… ”

    Luigi: hai sulla coscienza su il tempo che Monica ha speso (e perso) con quel cretino (libera traduzione di idiota, stupido, da Matteo 5).

    1 Ottobre, 2012 - 15:57
  22. Gioab

    @ Monica Romano
    La ringrazio per avermi fatto oggetto della sua considerazione. Non merito, ma mi permetto sottolineare che, essendo una verità il suo ”anche – anzi soprattutto – se vi fossero non cristiani che guardano a come noi ci comportiamo dovrebbe essere una serena e bella occasione di condivisione”

    Lei ha perfettamente ragione, come insegna la Bibbia di cui lei fa menzione, Salomone non fece suonare solo una campana, ma cercò di essere obiettivo. I cristiani “veri” “rendono testimonianza “alla Verità” senza parzialità. “Ormai “ lo scandalo degli “stupratores puerorum” è stato fatto da altri, in almeno due millenni, cominciando dal concilio di Elvira nel 305 ev e questo deve indurci ad essere obiettivi.

    E mi sembra anche che abbiamo una diversa concezione della “carità”. Come la presenta lei sembra che debba essere una specie di permissivismo silenzioso e tollerante, dove le cose che non sono gradite devono essere nascoste e sottaciute per una forma di comprensione o commiserazione, atta a non danneggiare chi potrebbe essere colpito da certe verità.
    Non credo che sia così, l’amore sta proprio nel contrario. Svelare le trappole, sventare le truffe. Però lei può pensarla come vuole. In fondo ciascuno renderà conto di se stesso. Io racconto fatti, lei mi pare che li voglia nascondere.
    “Si possono conoscere le lingue, la scienza etc., ma se non si possiede la carità…” ( 1 Cor 13.1) E’ vero, sono parole di Paolo, quello stesso che scrisse : “Se qualcuno insegna altra dottrina e non approva le sane parole, quelle del nostro Signore Gesù Cristo, né l’insegnamento che è conforme alla santa devozione, è gonfio [d’orgoglio], e non capisce nulla, ma è mentalmente malato su questioni e dibattiti intorno a parole. Da queste cose sorgono invidia, contesa, parole ingiuriose, malvagi sospetti, violente dispute intorno a frivolezze da parte di uomini corrotti di mente e privati della verità, i quali pensano che la santa devozione sia un mezzo di guadagno. Davvero, è un mezzo di grande guadagno, [questa] santa devozione con autosufficienza. Poiché non abbiamo portato nulla nel mondo, e non ne possiamo portare fuori nulla. Quindi, avendo nutrimento e di che coprirci, di queste cose saremo contenti. ( 1Tim 6.3-8)
    Chissà perché a me nessuno ruba gli assegni da 100 mila euro.

    1 Ottobre, 2012 - 16:10
  23. Marilisa

    Dice la signora Romano: “Si dovrebbe ricordare, tra l’altro, che essere cristiani è per prima cosa portare avanti la carità e amarsi gli uni gli altri. E’ proprio vero che noi cristiani abbiamo una grande responsabilità nella cattiva testimonianza che diamo al mondo… Si possono conoscere le lingue, la scienza etc., ma se non si possiede la carità… ”

    Appunto, se non si possiede la carità…il cristiano dà cattiva testimonianza.
    Per molti queste parole sono vuote di senso, ma si dicono cristiani. E ne sono pure convinti.

    1 Ottobre, 2012 - 20:04
  24. discepolo

    Sarebbe cosa buona e giusta se i cattolici portassero seco al Servizio divino E la Bibbia E la corona del Rosario e il libro di preghiere tradizionali.
    Una cosa non dovrebbere esclude l’altra!!. Altrimenti ci “protestantizziamo”, tendenza che oramai è sotto gli occhi di tutti e alla quale la Chiesa tenta di reagire con iniziative come questa: http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/?topic=03/04/09/3080386

    2 Ottobre, 2012 - 10:27
  25. discepolo

    Inoltre a me hanno sempre fatto una grande tenerezza quelle vecchiette che alla Messa, rigorosamente in ginocchio, magari col velo in testa ,dicono anzi bisbigliano il Rosorio. Quel loro a “tu per tu” colla Santa Vergine mi sembra un colloquio quanto mai intimo e dolce, come fra amanti. E’ vero che tali vecchiette inginocchiate sono ormai una specie in via d’estinzione, come i Panda,( ma a differenza di questi non protetta,)sia perchè alla Messa ormai non ci si può più inginocchiare ma di deve per forza stare in piedi o seduti, all’unisono con tutti gli altri, sia perchè se uno non risponde in coro e a tempo alle botta e risposta , se ci capita di immergerci in preghiere privare, o semplicemente stare in silenzio, di viene guardati malissimo dai fedeli circostanti… e sospettati di asocialità o peggio di .. MISTICISMO!!!

    2 Ottobre, 2012 - 10:39
  26. Monica Romano

    Luigi, finalmente mi sono registrata. Grazie ancora di questa opportunità. Rispondo alla domanda su come è stato reso in cinese il Tetragramma. Anche su questo i traduttori hanno sofferto – nel tentativo di trovare una soluzione che ai loro occhi fosse accettabile, comprensibile al lettore cinese e non fuorviante. Hanno dibattuto soprattutto nella scelta tra trascrizione fonetica e significato (o meglio rendere il Tetragramma con una parola cinese, non solo il suono). Il già citato Morrison usa due parole che significano “Signore” “Divino” – “Signore” (in cinese Zhu) è lo stesso carattere del neologismo “Tianzhu” che la Chiesa cattolica aveva accettato come traduzione ufficiale per Dio (e che ancora usa). Un altro traduttore contemporaneo a Morrison non deve essere stato soddisfatto se accosta alla traduzione di Morrison una trascrizione fonetica (“yehehua”), rendendo così suono e significato insieme (un po come fatto successivamente da Lu per Cristo/l’Unto). Questo ancora per reiterare l’importanza che i traduttori davano a una resa “letterale” dall’originale, ma anche con la preoccupazione che il fonetismo da solo non fosse sufficiente. Tuttavia, altri traduttori si sono opposti alla trascrizione fonetica, temendo che il lettore potesse confondersi e scambiarla per un nome proprio o un’altra divinità. Pertanto, uno di loro, ad esempio, tradusse con tre caratteri che significano “l’auto-esistente”, diciamo colui che esiste per sé – forse la traduzione più corretta nel significato. Vi sono poi altri tentativi di traduzione, alcuni dei quali originali e frutto di tentativi di traduzione che non avevano scopi pastorali, quindi sono rimasti senza seguito. La Union Version, appunto la più diffusa traduzione biblica cinese, riprende la trascrizione fonetica yehehua, ma cambiando uno dei caratteri per renderla più neutrale (immaginate che ogni carattere ha un significato in cinese, e quindi accostandoli, ma col tentativo di riprodurre solo il suono, un lettore potrebbe confondersi tra suono e significato). Questa trascrizione è quella che è stata ripresa dalle successive traduzioni. Interessante anche notare che uno dei caratteri “ye”, è lo stesso della traslitterazione del nome di Gesù in cinese (Yesu). I cinesi danno molta importanza ai nomi e al loro significato, e non deve essere stato fatto casualmente. Probabilmente i traduttori volevano indirettamente rimandare alla relazione padre-figlio con questa soluzione e scegliendo lo stesso carattere cinese per il nome di Gesù e il Tetragramma pensavano di rimandare questo al cinese. Ho solo affrontato superficialmente questa questione nella tesi di laurea, e cercherò di approfondirla in quella di dottorato. La traduzione di padre Allegra, e le ultime revisioni della Union Version (credo fatte negli anni 80 e 90) evitano la trascrizione fonetica e la sostituiscono con i termini zhu (Signore) o shangzhu (supremo Signore), che diciamo corrispondono al greco Kurios (Lord in inglese). Credo questo sia in linea con quanto stabilito dalle Società bibliche o dai vari comitati per la traduzione della Bibbia, più recentemente. Ricordo anche che qualche anno fa, sull’Osservatore Romano, uscì un comunicato ufficiale del Vaticano che invitava a usare appunto l’equivalente di Signore nelle traduzioni della Bibbia in luogo del Tetragramma. Lo riporto dall’agenzia APcom che ne riportava ampi stralci e che mi ero conservata: “A parte i motivi di ordine meramente filologico, c’è anche quello di rimanere fedeli alla tradizione della Chiesa, dall’inizio, di non pronunciare mai il sacro tetragramma nel contesto cristiano e di non tradurlo in una delle lingue nelle quali la Bibbia è stata tradotta”. “Nelle celebrazioni liturgiche, nelle canzoni e nelle preghiere il nome di Dio nella forma di tetragramma ‘YHWH’ non è da usare né da pronunciare” e “per la traduzione del testo biblico in lingue moderne, destinato per l’uso liturgico della Chiesa”, il “tetragrammaton” deve essere reso con espressioni come “‘Lord’, ‘Signore’, ‘Segingeur’, ‘Herr’, ‘Senor’, etc”.

    2 Ottobre, 2012 - 11:07
  27. Gioab

    @ Monica Romano
    Ho letto con interesse la sua spiegazione circa il tetragramma e le difficoltà della traduzione in cinese. Sono ben consapevole delle difficoltà di ogni traduttore, quando deve fare una scelta, se tradurre letteralmente parole che in un altra lingua non esprimerebbero lo stesso concetto, o tradurre lidea che quelle parole trasmettono, rendendolo nell’altra lingua, ma con parole diverse. E’ già difficile per una qualunque traduzione e lei capirà bene che specialmente nella questione di rendere il pensiero di Dio in un’altra lingua, ogni traduttore può farlo in modo da dare la precedenza al proprio credo specialmente nelle questioni dottrinali.

    E’ sintomatico per esempio quali e quanti aspetti sono ancora oggi di attualità nella lingua italiana stessa. Il semplice Kirios -Signore o Verbo- Parola, creano dispute che rimangono non risolte tra chi intende il Signore Gesù e chi preferisce il Signore “Jehovah” *
    Nel caso del cinese, le avevo già scritto in relazione al prologo giovanneo che “Verbo”, tradotto in cinese “sacra parola” perde il senso della personificazione, rimanendo un sostantivo femminile com’è inteso dai protestanti. Nel caso del Tetragramma, non avrebbe nessun senso tradurlo solo con suoni senza legare ad esso un concetto ben preciso che come afferma anche lei, l’Osservatore Romano preferisce sia evitato.

    E’ sintomatico “ A parte i motivi di ordine meramente filologico, c’è anche quello di rimanere fedeli alla tradizione della Chiesa, dall’inizio, di non pronunciare mai il sacro tetragramma nel contesto cristiano e di non tradurlo in una delle lingue nelle quali la Bibbia è stata tradotta”. Significa che si vuole mantenere la comprensione del Sacro Nome, solo ed esclusivamente su un binario unico che poi è un binario morto, non avendo alcun collegamento con tutto il resto del testo.
    Sarebbe preferibile che in ogni situazione dubbia, o che fosse causa di equivoco, fossero fornite, magari nelle note in calce, le diverse possibilità,dei diversi significati, spiegando anche la motivazione delle ragioni per cui si è preferito quella traduzione piuttosto che un’altra, in modo da lasciare al lettore la possibilità di fare una scelta personale. Altrimenti sarebbe il modo per non rendere il lettore edotto e quindi sottomesso al magistero. Poiché mi pare di capire che lei sia del tutto favorevole a seguire le indicazioni della curia, sarebbe interessante capire come lo spiegherebbe in cinese il Salmo Salmi 109,1 Cei : “Oracolo del Signore al mio Signore: «Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi».” Come spiegherebbe ad un cinese chi è il primo Signore e chi è il secondo ?

    “uno di loro, ad esempio, tradusse con tre caratteri che significano “l’auto-esistente”, diciamo colui che esiste per sé” E’ certamente una scelta che corrisponde alla verità, Dio esiste in sé ed è autosufficiente, ma poiché il verbo ebraico “havar” ha più l’idea di fare, che essere, il senso del Nome è in relazione al progetto che Dio ha avuto ed ha con la creazione dell’uomo come del resto Egli stesso disse “ora vedrai se ciò che farò; ora vedrai se ciò che dico ti accadrà o no ” (Eso 6.1; 11.23) Quindi il Nome di Dio è in relazione all’adempimento progressivo delle sue promesse, della Sua Parola che iniziò con la promessa della venuta del Messia ( Gen 3.15).

    Le aggiungo i miei auguri per il dottorato con la speranza che non rimanga solo una questione legata “al dovere d’ufficio” al seguito di un magistero che si è arricchito ed è molto interessato quanto ad una comprensione più matura nel suo significato più profondo.
    Sperando che riesca a comprendere che il linguaggio schietto e ruvido, fuori dagli schemi, è sempre quello che permette di avere una comprensione più chiara e meno equivoca.

    *
    Per una miglior comprensione del prologo giovanneo aggiungo il link di una traduzione in copto che derime la questione essendo molto antica.

    “Il principio era la Parola e la Parola era con Il Dio e la Parola era “ un dio” o “divina” L’originale greco è : Giovanni 1:1
    ?? ???? ?? ? ?????, ??? ? ????? ?? ???? ??? ????, ??? ???? ?? ? ?????.
    En arkè én ho lògos kai ho lògos én pròs tòn theòn kai theòs én ho lògos.
    In principio era la parola e la parola era con il Dio e [un] dio era la parola.
    Come potrà notare di fronte a theòs [Dio] esiste l’articolo determinativo “il”[theon gr. ] mentre la seconda volta di fronte a theòs [dio] non c’è. Questa mancanza indica che il secondo theòs [dio] è un aggettivo, non una persona. Per questo motivo traduzioni diverse da quelle cattoliche traducono:
    “In principio era la parola e la parola era con il Dio e [un] dio era la parola.” Aggiungono l’articolo “un” indeterminativo per indicare una qualità.

    E’ vero che nell’originale greco l’articolo indeterminativo [un],non c’è, ma questo non significa che non si possa usare perché nella lingua greca, [koinè] l’articolo indeterminativo non esisteva. Il greco (koinè) non aveva l’articolo indeterminativo [un], ma solo quello determinativo [ il ]. Perciò quando un predicato nominale non è preceduto dall’articolo determinativo [ il ] può essere indeterminato, a seconda del contesto.

    Ci sono molti altri versetti in cui è aggiunto l’articolo indeterminativo “un” o “uno” davanti al predicato nominale, sebbene nel testo greco non c’è.
    Marco 6:49, ad esempio, si parla dei discepoli che videro Gesù camminare sull’acqua, La Bibbia Concordata dice che essi “pensarono che fosse un fantasma” (ma l’articolo non c’è nel greco originale)

    Due esempi analoghi si trovano nel capitolo 8 di Giovanni, al versetto 44. Lì Gesù, parlando del Diavolo, dice: “Egli fu un omicida quando cominciò . . . È un bugiardo”. Nel testo greco originale in entrambe queste espressioni il predicato nominale (“omicida”, “bugiardo”) precede il verbo ed è privo dell’articolo determinativo [il ]. In ciascun caso viene descritta una qualità o caratteristica e in molte traduzioni in lingua moderna è necessario inserire l’articolo indeterminativo (“un”) per rendere l’idea. La “Bibbia del Re Giacomo” rende queste espressioni: “Egli fu un omicida . . . è un bugiardo e padre [della menzogna]”.

    Altro esempio, Giovanni 6:70 sia CEI che VR si riferiscono a Giuda Iscariota come a un diavolo”, e in Giovanni 9:17 descrivono Gesù come “un profeta”. Ma l’articolo indeterminativo (un) in greco non c’è.

    Lo stesso si può notare in Atti 28,6 (CEI) “ Quella gente si aspettava di vederlo gonfiare e cadere morto sul colpo, ma, dopo avere molto atteso senza vedere succedergli nulla di straordinario, cambiò parere e diceva che era un dio. Ma nell’originale greco l’articolo [un] non c’è.

    Questo è il commento che ne fa il sito La Parola.net:
    “La lezione “Dio era la parola”, sostenuta da alcuni, è non solo grammaticalmente impossibile, ma in aperta contraddizione con quelle altre parole di Giovanni, colle quali egli distingue fra Dio e la Parola. Il vocabolo Dio, senza l’articolo, indica qui non già il Padre come nella clausola precedente, e nel ver. 2, bensì la essenza divina”

    Per i sostenitori della trinità è del tutto logico identificare “il Dio Onnipotente” [ YHWH ] con Gesù, mentre dalle stesse parole di Gesù si evince facilmente che Egli benché “messaggero potente mandato dal Dio” non si è mai uguagliato a Lui. Va anche notato che il versetto successivo indica che la Parola era “presso” Dio per cui non poteva essere Il Dio se stava presso di Lui né era necessario che venisse specificato dove si trovava.

    Per le controversie che questo modo di tradurre ha sollevato, è di grande interesse la traduzione della Bibbia in una lingua parlata nei primi secoli. Il saidico, era un dialetto copto parlato in Egitto nei secoli immediatamente successivi agli eventi di Gesù. “The Anchor Bible Dictionary dice: “Dato che la [Settanta] e le [Scritture Greche Cristiane] venivano tradotte in copto nel III secolo E.V., la versione copta si basa su [manoscritti in greco] notevolmente più antichi della maggioranza dei testi pervenutici”.
    Il testo copto-saidico è particolarmente interessante per due motivi. Innanzi tutto, come indicato sopra, rispecchia un intendimento delle Scritture anteriore al IV secolo, quando quella della Trinità divenne una dottrina ufficiale. In secondo luogo, la grammatica copta è relativamente simile alla nostra grammatica sotto un aspetto importante. Le prime traduzioni delle Scritture Greche Cristiane erano in siriaco, latino e copto. Il siriaco e il latino, come il greco dell’epoca, non hanno l’articolo indeterminativo [un – uno ]. Il copto invece ce l’ha. Inoltre gli studiosi concordano sul fatto che nel copto l’uso dell’articolo determinativo e di quello indeterminativo è molto simile all’uso di questi articoli in alcune lingue moderne come l’italiano o l’inglese.
    Pertanto, la traduzione copta fornisce un elemento interessante che fa luce su come all’epoca veniva compreso Giovanni 1:1. La traduzione in copto-saidico usa l’articolo indeterminativo con il sostantivo “dio” nell’ultima parte di Giovanni 1:1. Perciò, resa in italiano sarebbe: “E la Parola era un dio”. Evidentemente, quegli antichi traduttori compresero che le parole di Giovanni riportate nel primo versetto del suo Vangelo non significavano che Gesù fosse il Dio Onnipotente ma “un dio”

    GV 1:1 ?? ????????? ??????? ????????, ??? ????? ??????? ?????? ??????. ??? ???????? ?? ?????
    (Transliterated):
    Hn te.houeite ne.f.shoop ngi p.shaje Auw p.shaje ne.f.shoop n.nahrm p.noute Auw ne.u.noute pe p.shaje

    In the beginning existed the word And the word existed in the presence of the god And a god was the word
    In principio esisteva il Verbo e il Verbo esisteva in presenza di Dio e undio era la Parola
    http://depts.washington.edu/cartah/text_archive/coptic/coptjohn.shtml – In Inglese
    http://translate.google.it/translate?hl=it&langpair=en|it&u=http://depts.washington.edu/cartah/text_archive/coptic/coptjohn.shtml – Qui è tradotto – notare che la Parola era un dio – [minuscolo]
    Qui un altro linlk della fonte

    “Perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico – esclamò rivolto al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua”. (Lc 5.24) Solo sulla terra ? e perché solo sulla terra ?
    Stia bene

    2 Ottobre, 2012 - 17:04
  28. Luigi Accattoli

    Discepolo: “alla Messa ormai non ci si può più inginocchiare ma si deve per forza stare in piedi o seduti, all’unisono con tutti gli altri”. Non mi pare sia vero: io mi inginocchio sempre alla messa, per esempio ieri a Verdello, Bergamo. Ma anche sabato al Tempio Malatestiano di Rimini, e domenica alla Madonna dei Monti a Roma. E girò più chiese io dei venditori di candele.

    3 Ottobre, 2012 - 14:47
  29. Monica Romano

    Rispondo sul Salmo 109. Non prima di chiarire che il mio studio è uno studio scientifico, quindi non si basa su quello che dice la “curia”. Certamente tengo in considerazione quello che la Chiesa dice in quanto può avere rilevanza per il mio studio e soprattutto vi sono degli studiosi e biblisti la cui opinione va tenuta in massima considerazione. Ho riportato il testo pubblicato dall’OR solo per dire che la questione su come tradurre il Tetragramma si è posto a livello istituzionale e anche recentemente, e sono state date delle direttive precise per la traduzione biblica. Quindi le traduzioni cattoliche (o anche quelle protestanti, nel caso fossero direttive stabilite da/per gruppi di lavoro interconfessionali) saranno certamente influenzate da tali direttive. Tra l’altro, io ho riportato come i traduttori hanno tradotto alcuni passi o parole, ma non ho espresso un’opinione in merito. certamente ho una mia opinione. E ad esempio, per il termine Logos, concordo con Gioab che Santa Parola non è la traduzione ideale – anche se è quella ufficiale adottata dalla Chiesa cattolica. A mio modesto parere, la traduzione migliore sarebbe dao – come accennavo, il dao del Daoismo. Vi sono studiosi, ad es. gesuiti cinesi, che propendono per questa traduzione. La Chiesa tradizionalmente è stata contraria alla terminologia presa in prestito dalle religioni locali, in quanto memore della dolorosa questione dei riti cinesi. ecco perchè p. Allegra ha evitato il termine dao che tutte le traduzioni protestanti hanno sempre usato – compresa l’autorevole Union Version. Attualmente la versione cinese corrispondente alla nostra interconfessionale in lingua corrente e un’altra traduzione cattolica posteriore a quella di P. Allegra (ma con diversi problemi di traduzione) usano il termine dao per Logos. Tornando al Salmo, non oso minimamente esprimermi su cosa farei io come traduttore – non sarei all’altezza -, quindi piuttosto sono andata a verificare cosa hanno fatto i traduttori veri di alcune edizioni contemporanee della Bibbia, perche questo è un passo che non ho specificamente affrontato nel mio studio. Tutti i traduttori hanno dato prominenza al primo Signore rispetto al secondo. Cosi ad es. hanno tradotto rispettivamente shangzhu (supremo Signore) e zhu (semplicemente Signore) – ad esempio il Padre Allegra o la versione interconfessionale. stessa cosa la Union version e un’altra traduzione protestante che ad essa si ispira. ma l’andare a vedere questo passo specifico mi ha dato l’opportunità di vedere che queste due ultime edizioni protestanti che possiedo, datate circa 1995/1996, ancora usano la trascrizione fonetica del Tetragramma. Quindi usano il Tetragramma alla prima occorrenza, e il semplice zhu alla seconda. se non ricordo male, però, dovrebbero essere state date indicazioni anche per le traduzioni protestanti di evitare il Tetragramma e usare appunto l’equivalente di Kurios/Lord. Lo riverificherò per il mio studio. Forse queste due edizioni sono state stampate prima della pubblicazione delle direttive. Un’altra traduzione concorda con l’interpretazione del secondo Signore nel senso di “re” e quindi aggiunge a zhu il termine cinese wang (appunto re). Riguardo il Prologo, che ho studiato nella mia tesi approfonditamente: nessuna delle traduzioni che ho analizzato nello specifico (incluse alcune antiche) traduce secondo “l’interpretazione” dell’originale greco (che io ho sempre pensato essere piu corretta) “e Dio era il Verbo”. L’ultima cosa sulle note: concordo che sarebbero utili, ma per esempio le traduzioni protestanti hanno fatto la scelta di non usarle, quindi hanno potuto fornire molte spiegazioni che a mio avviso sarebbero state utili al lettore cinese. M.

    3 Ottobre, 2012 - 22:04
  30. Gioab

    @ Monica Romano
    “Quindi usano il Tetragramma alla prima occorrenza, e il semplice zhu alla seconda. se non ricordo male, però, dovrebbero essere state date indicazioni anche per le traduzioni protestanti di evitare il Tetragramma e usare appunto l’equivalente di Kurios/Lord. Lo riverificherò per il mio studio.”

    Lieto di apprendere che è stato fatto uso del Tetragramma nel Salmo 109 (Cei) 110 (Nr). E’ di tutta evidenza che per non indurre il lettore in confusione è utile fare una specificazione differenziando le due “Persone” a cui il Salmo fa riferimento.
    In quanto “alle indicazioni per evitare l’uso del Tetragramma” sono certo che è a conoscenza del fatto che anche L’American Standard ha preferito ripristinare il Tetragramma al posto di “kirios, Signore” Mentre la versione cattolica di Garofalo e due versioni spagnole Biblia Latinoamérica e la famosa Reina-Valera, usano la forma “Jahve”, “Jahweh”, o simili.
    La Bibbia di Berleburg in Esodo 6:2, 3 dice: “Inoltre Dio parlò a Mosè e gli disse: ‘Io sono il SIGNORE! E apparivo ad Abraamo/ a Isacco e a Giacobbe/ come Dio Onnipotente: ma con il mio nome GEOVA non fui conosciuto da loro’”. E In una nota si legge: “Il nome GEOVA . . . , il nome che lo contraddistingue/ o/ il nome che lui stesso ha dichiarato”
    Riproponendolo nei commenti a Esodo 3:15 e a Esodo 34:6.
    La Bibbia di Ginevra lo ripropone in alcuni passi, tra cui Esodo 6:3 e 17:5, e Salmo 83:18. Come anche la traduzione di Henry Nott del 1815 in tahitiano. Pure la Biblia Pitschna pubblicata nel 1666, riportava il nome “Iehova” molte volte nei Salmi. Anche la traduzione di Bingham è tuttora usata a Kiribati. (Iehova in gilbertese) Ugualmente nella traduzione in Navaho è stato riproposto il Tetragramma nel Sl 68.4
    Attuale è il cambiamento della “The Restored King James Version” che ha riprstinato il tetragramma. Le ho incollato alcune spiegazioni e il link dove approfondire.
    “The Restored Name King James Version is a revision of the King James Bible which uses the Hebrew tetragrammaton YHWH for the name of God.[…] In the New Testament, it spells the name of Jesus in a way that tries to capture the pronunciation of the name’s Hebrew origin: “Yahushua”. It also uses the Hebrew-based form of the name for God in the New Testament (which was written in Greek): “Yahushua answering said unto them, ‘Render to Caesar the things that are Caesar’s, and to YHWH the things that are YHWH’s'” (Mark 12:17). Link

    “In the text of the “Restored Name King James Version”, the name of the Heavenly Father, , has been written “YHWH”, which is the transliteration of the Hebrew letters. For a study concerning the correct pronunciation of His Name, click here. The name of the Messiah, Yahushua, is a transliteration of his name: It is our hope that the restoration of the name of the Almighty Creator and his Son, will bless the reader to live a life in reverence to . It is in the love of (Yahushua) the Messiah that this is being presented. “ Link

    Del resto sono a conoscenza che In una lettera che porta la data del 29 giugno 2008, inviata ai presidenti delle conferenze episcopali cattoliche, in cui il Vaticano scriveva: “In anni recenti è invalsa la pratica di pronunciare il nome proprio del Dio d’Israele..Il nome di Dio . . . non deve essere né usato né pronunciato”. Inoltre, “per la traduzione dei testi biblici in lingua moderna, . . . dev’essere seguito quanto già prescritto . . . cioè che il tetragrammaton divino venga reso con l’equivalente di Adonai/Kyrios”, cioè “Signore”. rimanendo così nel solco della consuetudine invalsa fra gli ebrei di nascondere il nome divino con titoli che fu seguita nelle copie posteriori della Settanta greca, nella Vulgata latina e in molte altre traduzioni. Perciò, A Greek-English Lexicon, di Liddell e Scott (LSJ), p. 1013, dichiara: “? ??????, = ebr. Yahweh, Lxx Ge. 11.5, al.”. Inoltre, il Greek Lexicon of the Roman and Byzantine Periods, di E. A. Sophocles, Cambridge (USA) e Lipsia, 1914, p. 699, alla voce ?????? (K?rios) dice: “Signore, che sta per ????. Il Dictionnaire de la Bible, di F. Vigouroux, Parigi, 1926, vol. 1, col. 223, dice che “i Settanta e la Vulgata hanno ?????? e Dominus, ‘Signore’, dove l’originale ha Geova”. Anche Giuseppe Ricciotti, in una nota a Eso 3:14 nella versione da lui annotata (La Sacra Bibbia, Salani, 1955), afferma: “Il nome Jahvè è tradotto nella Vulgata con Dominus”. A Compendious Syriac Dictionary, a cura di J. Payne Smith, Oxford, ristampa del 1979, p. 298, dice cheMarya? “nella Pescitta [siriaca] del V. T. rappresenta il Tetragramma”.
    Inoltre il Theological Wordbook of the Old Testament, vol. 1, Chicago (1980), p. 13, dice: “Per non correre il rischio di nominare il nome di Dio (YHWH) “invano”, giudei devoti cominciarono a sostituire il nome proprio stesso con la parola ??d?n?(y).” E oggi si aggiunge anche la KJV fra quelle che hanno ripristinato il Tetragramma.

    Aggiungo che fa davvero sorridere quell’”invano”. No, non nel senso di “Non nominare invano” quanto “invano” cercano di nasconderlo, e costantemente rispunta tremendo e implacabile a rendere vani i tentativi fatti per nasconderLo.
    A tal proposito osserverei che non poteva nemmeno essere “invano” dato che dovevano “giurare per Jehovah” ( Gen 24.3NM )- mentre la Cei traduce “per il Signore Dio del Cielo e Dio della terra” oppure, “Jehovah tuo Dio devi temere, e lui devi servire e nel suo nome devi giurare”<(Deut 6.13 NM) mentre Cei riporta ““Temerai il Signore Dio tuo, lo servirai e giurerai per il suo nome.” ( Cei)
    Se dovevano giurare per il suo Nome o nel suo Nome come poteva essere “invano” ? Molto meglio “Non ti devi servire del nome di Geova tuo Dio in modo indegno, poiché Jehovah non lascerà impunito chi si serve del suo nome in modo indegno. ( Eso 20.7) Come riporta la NM, mentre la Cei traduce : “Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano.” Chi lo stabilisce quando è invano ?

    Per ulteriori
    http://wol.jw.org/en/wol/d/r1/lp-e/1001060073
    Stia bene.
    ”non ho espresso un’opinione in merito. certamente ho una mia opinione.” Meno male che ha idee sue è cosa rara di questi giorni…

    p.s. tanto per aiutarla a riflettere,
    se come espresso in Gen 24.3 “Doveva giurare per Yhwh (Jehova)” oppure Gen 4.1 “Eva disse ho prodotto un uomo con l’aiuto di Yhwh (Jehova)” oppure Gen 4.26 “E anche a Set nacque un figlio e gli metteva nome Enos. In quel tempo si cominciò a invocare il nome di Yhwh (Jehova)”

    Come mai il Dio disse a Mosè “E Dio proseguì, parlando a Mosè e dicendogli: “Io sono Yhwh (Jehova) E apparivo ad Abraamo, Isacco e Giacobbe come Dio Onnipotente, ma rispetto al mio nome Yhwh (Jehova) non mi feci conoscere da loro. “? (Eso 6.2-3)

    4 Ottobre, 2012 - 12:04
  31. Monica Romano

    La ringrazio dei riferimenti. mi saranno certamente utili nel mio lavoro. M.

    4 Ottobre, 2012 - 15:32

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