Gesù mette in guardia i discepoli avvertendoli che chi lo segue rischia il martirio

Gesù e i discepoli – mosaico del Centro Aletti 2018 – per introdurre la prossima serata di Pizza e Vangelo sulla conclusione del capitolo otto del Vangelo di Marco dove Gesù afferma che chi lo segue deve aspettarsi la contrarietà del mondo e la possibilità del martirio: “prenda la sua croce e mi segua”. Nei commenti la scheda in vista dell’appuntamento da remoto di lunedì 24 ottobre e l’invito di tutti a collegarsi

11 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Parole sconcertanti. Eccoci a un brano nel quale l’evangelista raccoglie alcuni detti di Gesù, pronunciati in circostanze diverse, non specificate, ma tutti ruotanti intorno alla serietà della sequela di Gesù, ovvero al carattere drammatico, martiriale, del farsi suoi discepoli. Sono parole che la comunità primitiva ha ritenuto importanti e da non perdere, benché già al tempo della redazione dei Vangeli non si avesse più memoria narrativa delle situazioni nelle quali il Maestro le aveva proposte. L’evangelista le ha raccolte qui a specchio del primo annuncio della passione, che abbiamo letto nel brano immediatamente precedente.
    Sono parole forti, che scuotono. Ma l’abitudine a sentirle enunciare in chiave morale ci impedisce di coglierle nella intenzione informativa con la quale Gesù le aveva pronunciate: come richiami sconcertanti a quello che può costare il farsi discepoli.
    Per esempio il primo di questi detti, Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, è spesso interpretato come un invito all’ascetismo necessario a una vita di fede. Come a dire, poniamo: se vuoi essere cristiano devi imparare a sopportare le persone moleste e ad accettare le malattie. Mentre Gesù voleva dire che farsi suo discepolo comportava la possibilità di essere “riprovati” dal potere e messi a morte.
    Leggiamo dunque questi aforismi evangelici provando ad ascoltarli come se li udissimo oggi per la prima volta. E cercando di ricondurli, tutti e ognuno, al significato che ebbero un giorno sulla bocca di Gesù e che l’evangelista intese trasmettere ai suoi lettori del 70 dopo Cristo, cristiani già esperti della cacciata dalle sinagoghe e della persecuzione di Nerone (64 dopo Cristo: incendio di Roma; 64 o 67 dopo Cristo: martirio degli apostoli Pietro e Paolo a Roma).

    21 Ottobre, 2022 - 10:31
  2. Luigi Accattoli

    Marco 8, 34-9, 1. Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. [35] Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. [36] Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? [37] E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? [38] Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi». [1] E diceva loro: «In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza».

    21 Ottobre, 2022 - 10:32
  3. Luigi Accattoli

    O l’anima o la vita. v. 34: Convocata la folla insieme ai suoi discepoli. E’ la conferma di quanto l’evangelista aveva enunciato al versetto 32: “Faceva questo discorso apertamente”. Questo discorso: cioè l’insegnamento sulla via della croce, che nel brano precedente Gesù avvia quanto a sé stesso e che ora applica ai suoi seguaci. In quei convocati da Gesù siamo idealmente compresi anche noi: discepoli e folla di tutti i secoli cristiani. La folla sta a indicare chi ancora non è discepolo, ma solo simpatizzante o curioso e vuole conoscere la via proposta da Gesù.
    v. 34b: rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. “Aparneisthai”: rinnegare se stessi, rinunciare a essere al centro di tutto, agire con disinteresse. – Per rimarcare la durezza di questa sentenza Schnackenburg ne cita un’altra simile che non è nei Vangeli, un agraphon che ci arriva dal Vangelo secondo Tommaso e che suona: “Chi è vicino a me è vicino al fuoco, e chi è lontano da me è lontano dal Regno”.
    v. 35: Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà. “Psyche” sta a dire sia vita, sia anima. Traducendo vita non si deve trascurare il rimando della parola greca alla sostanza intima della persona. Traducendo anima si rischia di spiritualizzare un concetto semitico molto concreto dell’io, simile a quello nostro di persona. Salvare e perdere alludono a un oltre – a un elemento escatologico – rispetto alla vita terrena.

    21 Ottobre, 2022 - 10:34
  4. Luigi Accattoli

    Per causa mia e del Vangelo. v. 35 b: per causa mia e del vangelo. Rispetto ai passi paralleli di Matteo 16, 5 e Luca 9, 24, che hanno ambedue “per causa mia”, Marco aggiunge “e del vangelo”, nel senso di “lieto annuncio”, secondo la valenza specifica che la parola vangelo ha in Marco, già incontrata in 1, 14.15 e come l’incontreremo in 10, 29; 13, 10; 14, 9.
    v. 36: Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? La traduzione migliore sarebbe “se poi perde sé stesso”. Una domanda di drammatica pregnanza, che a noi suona indebolita a motivo della distinzione corpo/anima che l’antropologia ebraica non conosceva.
    v. 37: E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? Insiste sull’impagabilità della vita, segnalando che l’uomo non ha potere sulla propria sorte.
    v. 38: Chi si vergognerà di me e delle mie parole. Da leggere in riferimento a quanto detto al versetto 35: “per causa mia e del vangelo”.

    21 Ottobre, 2022 - 10:34
  5. Luigi Accattoli

    Generazione adultera. v. 38b: davanti a questa generazione adultera e peccatrice. Un concetto di derivazione biblica (per esempio Isaia 1, 4; Osea 2, 4), che nel Nuovo Testamento troviamo solo qui, ma analoga a Matteo 12, 39: “Una generazione perversa e adultera chiede un segno”. Nel Primo Testamento l’accusa di adulterio allude ai peccati di idolatria e di apostasia. In bocca a Gesù quell’accusa assume il senso di una disapprovazione totale della religiosità dei propri contemporanei. – “Davanti a questa generazione”: Gesù non chiede una sequela interiore, notturna, nascosta agli occhi del mondo, ma pubblica, aperta, attestata in faccia all’intera comunità degli uomini.
    v. 38c: anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo. Da leggere in parallelo con Matteo 10, 33: “Chi mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli”. Qui è anticipato il discorso escatologico che troveremo nel capitolo 13 di Marco, dove il Figlio dell’uomo viene “sulle nubi con grande potenza e gloria”.
    v. 9, 1: In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza. Quest’affermazione fa parte dei testi del Nuovo Testamento che gli studiosi denominano con la categoria della “parusia ravvicinata”, attestanti cioè l’attesa di una venuta imminente del Regno. Ritroveremo il concetto nel citato discorso escatologico di Gesù: “Non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute” (13, 30).

    21 Ottobre, 2022 - 10:35
  6. Luigi Accattoli

    Conclusione. Dovendo tornare – quando leggeremo il capitolo 13 – sulla complessa questione della “parusia ravvicinata”, ora ci accontentiamo di una prima lettura che ne indichi gli elementi essenziali. Tutto il Nuovo Testamento è percorso da un vivo senso di attesa del ritorno del Signore, come se esso dovesse coinvolgere la presente generazione (“alcuni qui presenti”, leggiamo al versetto 9, 1): cioè gli uditori dei discorsi escatologici di Gesù e i lettori dei Vangeli che li riportano.
    Ma accanto all’attestazione di questa attesa c’è anche – ripetuto – il monito a non porsi la domanda sui tempi della venuta del Regno: “Quanto poi a quel giorno e a quell’ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre” (Marco 13, 32: e il passo parallelo di Matteo 24, 36). Dobbiamo leggere insieme questi testi per evitare conclusioni affrettate e unilaterali.
    Infine dobbiamo avere presenti altri testi che indicano il Regno come impersonato da Gesù: un Regno da intendere come signoria di Dio sul cosmo e sulla storia, che Gesù manifesta nella sua persona e nella sua vicenda. Questi i testi chiave: “Il Regno di Dio è vicino” (Marco 1, 15); “Il Regno di Dio è giunto a voi” (Matteo 12, 28); “Il Regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà ‘eccolo qui’ o ‘eccolo là’. Perchè ecco, il Regno di Dio è in mezzo a voi” (Luca 17, 20s).
    Suggerisco due letture per chi voglia approfondire:
    – il capitolo “Il Vangelo del Regno di Dio” che è nel primo volume del Gesù di Nazaret di Joseph Ratzinger – Benedetto XVI (Rizzoli 2007, pp. 69-86);
    – il capitolo “La nuova divisione del tempo a partire dal centro della Storia della salvezza” che è nella prima delle quattro parti nelle quali è diviso il volume di Oscar Cullmann Cristo e il tempo (Il Mulino 1965, edizione originale francese 1957, pp. 106-119).

    21 Ottobre, 2022 - 10:35
  7. Luigi Accattoli

    Pizza bianca. Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 19 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.

    21 Ottobre, 2022 - 10:39
  8. Luigi Accattoli

    Venga chi vuole. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da quasi vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, scriva qui sotto nei commenti la sua richiesta o mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 3 ottobre. L’appuntamento precedente fu lunedì 3 ottobre e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post dell’8 ottobre:

    http://www.luigiaccattoli.it/blog/quando-gesu-rimprovera-pietro-il-tentatore-chiamandolo-satana/

    21 Ottobre, 2022 - 10:45
  9. maria cristina venturi

    Leggo sul sito Silere non possum che per entrare in San Pietro e visitarla si dovra’ d’ ora in poi pagare un ticket, decisione presa sotto la gestione della Basilica di San Pietro in mano all’ ex-francescano padre Gambetta ( San Francesco si rivoltera’ nella tomba! i frati che si fanno pagare per fare entrare la gente in chiesa!)
    Questo dopo altri episodi caratterizzati dal lucrare sugli edifici sacri ,tipo la gelateria in Santa Maria Maggiore,e lo store di lusso Vatican Mall.
    E’ l’ ennesimo paradosso ,l’ ennesima controtestimonianza, l’ ennesima prova che i mercanti nel tempio, benche’ scacciati da Gesu’ ritornano all’ arrembaggio. I fedeli sono ormai disgustati da un Vaticano che sconfessa ogni giorno nei fatti quello che proclama a parole. La Chiesa povera …e poi per la prima volta nella storia si cerca di lucrare anche con la visita dei fedeli alla Basilica di San Pietro!Forse era meglio ai tempi di Bonifacio VIII quando si lucrava sulle indulgenze!
    Penso ormai che di Vangelo in questa chiesa non e’ rimasto nulla. E’ rimasto solo la pizza, anzi la torta che si spartiscono .

    22 Ottobre, 2022 - 12:57

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