A Giampaolo che detesta dare la caccia ai vucumprà

Sabato scorso mi è toccato dirigere uno dei servizi che meno mi piacciono, anzi che più detesto: dare la caccia agli ormai famosi e innumerevoli vucumprà, che si appoggiano ogni sera lungo le vie più eleganti e affollate di Verona“: parole di Giampaolo Trevisi nel volumetto Fogli di via. Racconti di un vice questore (Emi editore, pagine 188, euro 12). Nel centro di Roma ho visto le cento volte la polizia che dà la caccia ai vucumprà che scappano come lepri con le loro carabattole, che per lo più sono costretti ad abbandonare, svoltato l’angolo, per non essere raggiunti. Le cento volte mi sono chiesto “se fossi uno di loro che non ha un soldo e perde tutto – se fossi uno dei poliziotti che deve inseguire l’infelicità del prossimo”. Nel raro libro del Trevisi ho trovato la descrizione di quella scena dalla parte del poliziotto. Festeggio la scoperta del poliziotto Giampaolo con un bicchiere di Vino Nuovo.

Commento

  1. lazzaro

    Che silenzio! Com’è difficile passare dalla teoria alla prassi, specie quando la “prassi” è… prossima, cioè “vicinissima” [dal latino “proximu(m)”, superlativo di “prope”=vicino].

    16 Aprile, 2014 - 23:32

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