Il giallo del samaritano: una storia gay?

Un uomo di poco più di trent’anni, nudo e in stato di semiincoscienza ma con evidenti segni di percosse, è stato condotto la scorsa notte in un ospedale di Gerico; subito ricoverato, si trova attualmente in coma farmacologico, ma i medici sperano di riuscire a salvarlo. I sanitari hanno riferito che il ferito è giunto al pronto soccorso sulla vettura di un altro uomo, dall’accento marcatamente straniero, che l’avrebbe raccolto esanime sulla corsia d’emergenza, al km 132 della superstrada che collega Gerico alla capitale, e gli avrebbe prestato i primi soccorsi. Ma dopo aver pagato le spese del ricovero e trascorso il resto della notte al capezzale del ferito, l’extracomunitario si è dileguato senza che la polizia potesse interrogarlo sulle circostanze del ritrovamento. La magistratura ha aperto un’inchiesta: l’ipotesi più probabile è che l’uomo, del quale non è ancora nota l’identità, sia stato vittima di una rapina, e si spera che qualche testimone (dal luogo dell’aggressione sono sicuramente transitati altri veicoli, oltre a quello del soccorritore) si presenti spontaneamente all’autorità giudiziaria. Non si esclude però che ad aggredirlo sia stato il suo stesso soccorritore, per futili motivi o altro: di notte la zona è abituale ritrovo di coppie gay.- “Mistero sulla superstrada: prima lo picchia, poi lo porta all’ospedale” così forse finirebbe intitolata, nella cronaca di un nostro quotidiano, la storia del samaritano narrata da Gesù nel capitolo 10 del Vangelo di Luca. Così la propone provocatoriamente il Centro San Domenico di Bologna nell’invito a un dibattito sui media, del quale si riferisce nel primo commento a questo post.

23 Comments

  1. Luigi Accattoli

    (Segue dal post) “Come racconteremmo, oggi, noi giornalisti l’episodio del buon Samaritano (Luca 10,25-37) che Gesù prende a modello per spiegare a un dottore della legge chi è il nostro ‘prossimo’? C’è da temere che, un po’ per la fretta (è stato detto che, da quando c’è il web, non siamo più noi a rincorrere le notizie: sono loro che ci rincorrono…), un po’ perché, si sa, sono le tre ‘esse’, il sangue, il sesso e i soldi, quelle che fanno vendere il giornale, ci accontenteremmo di una sola fonte, e per il resto lavoreremmo un po’ di fantasia. E il pezzo ne uscirebbe così“: è questo il distico che introduce la fiction samaritana nell’invito del Centro San Domenico di Bologna al dibattito su “Etica e giornalismo” che si farà lunedì quattro maggio alle ore 21 nel Salone Bolognini, piazza San Domenico 13, con la partecipazione dell’arcivescovo Claudio Maria Celli presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e di Ferruccio De Bortoli direttore Corriere della Sera. La fiction – redatta dal collega Guido Mocellin (che in questo blog già conosciamo: vedi primo commento al post del 23 gennaio 2009)- mi è piaciuta e mi stimola a porre ai visitatori il seguente quesito: ma Gesù le parabole le inventava o le prendeva dalla strada?

    30 Aprile, 2009 - 17:25
  2. Clara

    Commenterei che le notizie prima di arrivare alla gente vengono bypassate prima dalle coscienze di chi le propone per cui la stessa notizia può essere proposta in modi e termini diversi. Gesù d’altro canto le parabole le prendeva dalla strada, dalla gente comune, solo che lui, diversamente da noi, sapeva leggere nel cuore della stessa perchè il suo cuore era diverso dal nostro, era il giornalista puro che vedeva con gli occhi di chi ama.

    30 Aprile, 2009 - 19:05
  3. principessa

    Ma, Luigi, con tutto quello che siamo capaci di inventarci e combinare noi umani, che bisogno avrebbe avuto Gesù di inventarsi alcunchè? Sono più che certa che Gli è bastato guardarsi intorno… ma lo ha fatto senza giudicare e trasformando qualunque azione in strumento di insegnamento. La Sua “rivoluzione” , forse, è consistita proprio in questo: prendere la normalità e mostrarcela sotto un’altra ottica, permettendo così alla nostra “povera” umanità di riscattarsi e tentare di elevarsi verso la Sua perfezione.
    Almeno, è sempre così che ho pensato. Se sbaglio, illuminatemi…

    30 Aprile, 2009 - 19:07
  4. Nei giornali di oggi pochi i fatti, molti i commenti, troppi i giudizi, sconcertanti le dietrologie.

    Il vangelo è, invece, un fatto i cui commenti lasciano aperti i giudizi e rimanda ad un oltre che non ha paura nè del non detto nè del non fatto.

    Ecco perchè lo leggiamo ancora oggi, credenti e non. Mentre il giornale di ieri serve ad incartare il pesce al mercato…

    Sono un po’ caustico Luigi, ci sono delle eccezioni, ma come sono lontani i tempi di Buzzati, così pochi gli articoli che si fanno leggere….

    Sono convinto che Gesù parlasse di ciò che vedeva, come scrive Principessa, con gli occhi di chi sa vedere oltre.

    30 Aprile, 2009 - 22:52
  5. marta09

    La cosa carina è che se ci fermiamo solo un attimo a soppesare il Vangelo (o a lasciarci soppesare dal Vangelo) ci accorgiamo che dentro in quelle pagine ed in quelle parole ci sono tutti i casi di pensiero umano, di atteggiamento umano, di ogni cosa riguardi l’uomo: nulla è rimasto fuori e tutto è stato contemplato e spiegato.

    E pensare che qualcuno dice che nel Vangelo “non c’è scritto tutto”!!!
    C’è, assicuro che c’è tutto, il problema è saperlo “leggere”, o meglio, avere il coraggio di “leggerselo addosso”.

    P.S. … e spesso è pure comico!!!

    30 Aprile, 2009 - 23:06
  6. lazzaro

    Don Luca, è vero che con il giornale di ieri ci si incarta il pesce (io comunque qualche ritaglio a volte lo metto da parte), ma il giornale di oggi bisogna leggerlo, cercando i fatti (possibilmente non il gossip, a meno che non abbia rilevanza “civile”), e giudicandoli.
    Il Vangelo, è ovvio, è un’altra cosa, anche se Gesù probabilmente per i suoi insegnamenti attingeva alla vita di tutti i giorni, per conoscenza diretta (ma il suo mondo terreno era relativamente piccolo) o per cose a lui riferite oralmente, visto che i giornali non c’erano 🙂

    1 Maggio, 2009 - 9:22
  7. principessa

    Ciao caro lazzaro!
    Forse, il problema sta proprio nella informazione, con sempre meno addetti di qualità e sempre più gossip e robaccia di cui non ci importa niente. E’ rarissimo, ormai, prendere un ritaglio e conservarlo,leggere un articolo ben fatto e sentirsi soddisfatti,cercare un fatto e trovarne riscontro. Sono anni che lo dico e sono anni che resto delusa ogni giorno, ma anche felicemente sorpresa quando leggo o ascolto un giornalista e una informazione fatta bene.Ma mi dico anche che dovrebbe essere la regola e non l’eccezione!…

    1 Maggio, 2009 - 10:06
  8. lazzaro

    Sante parole, Principessa! Io compro il giornale tutti i giorni, ma spesso leggo solo i titoli. Ma è necessario che la stampa ci sia. Sono i lettori che dovrebbero acquistare quella fatta bene. Se poi si preferiscono “Chi”, “Di più” e simili, tutti pieni di ciarpame, cosa si può fare?

    1 Maggio, 2009 - 10:27
  9. lazzaro

    Un bell’articolo di cronaca, don Luca, come se ne leggono altri.
    Però la “spiegazione per una devastazione che spiegazione non può trovare”, deve essere trovata, eccome (per quel che può valere, la protendo da abruzzese che ha sentito più volte la terra tremargli sotto i piedi)! La devastazione non può essere addebitata solo al terremoto, questo l’autore dell’articolo lo dovrebbe sapere.
    Ma non andiamo fuori tema!

    1 Maggio, 2009 - 10:50
  10. discepolo

    la situazione in Italia è grave.. ma non è seria (Ennio Flaiano)
    Speriamo nei giovani!!
    Mio figlio maggiore, 17 anni, vuole fare il giornalista, per ora
    scrive solo sul giornalino del liceo , ma insieme ad alcuni suoi compagni è andato recentemente a Perugia dove c’era un convegno internazionale di giornalismo .. c’era gente dall’America.. premi Pulitzer.. è
    tornato entusiasta , pieno d’idee.. i giovani ci salveranno ?!?

    1 Maggio, 2009 - 12:44
  11. discepolo

    a proposito di parabole pensate come verrebbe fuori oggi sui
    giornali quella dei “vignaioli omicidi” (Matteo 21,33-45)
    ” proprietario di una rinomata azienda vinicola denuncia i propri salariati, quasi tutti extracomunitari di paesi dell’Est , per omicidio del figlio ed esproprio : loro mettono di mezzo i sindacati l’azienda è nostra, sostengono, ce ne siamo sempre occupati noi il padrone non se ne è mai interessato e il figlio, tipico figlio di papà, è venuto a romperci le scatole e ci ha trattato male, che dovevamo fare?”

    1 Maggio, 2009 - 13:09
  12. roberto 55

    “Il grave fatto di sangue registratosi a Gerico ha, ovviamente, suscitato enorme impressione nell’onesta e laboriosa popolazione della città, e sono riprese le polemiche e le discussioni su quella che ormai può definirsi un’autentica emergenza dei giorni nostri: l’emergenza-criminalità e l’emergenza-extracomunitari.
    A questo proposito, alcuni esponenti del Sinedrio hanno inteso denunciare con forza l’intollerabile situazione dell’ordine pubblico creatasi in Giudea ed in Galilea, a seguito del proliferare, nelle strade e nei borghi, dei seguaci della setta di Gesù Cristo, il controverso predicatore di Nazareth, e dei danni arrecati dalla sua figura e dai suoi comizi alla pubblica tranquillità.
    Anche esponenti del partito fariseo hanno preso iniziative: una grande fiaccolata sfilerà questa sera per le vie di Gerico reclamando la “tolleranza zero” verso barboni e prostitute (la setta di questo Gesù Cristo è accusata di ospitarne alcuni) e si recherà, nei prossimi giorni, a Gerusalemme per chiedere al Governatore Ponzio Pilato più incisivi interventi a tutela della sicurezza nelle nostre città ed a difesa della nostra gente: in caso contrario, minacciano di non pagare più le tasse a Roma”.

    Che ne dite di questo “telegiornale” di duemila anni or sono ?

    A domani !

    Roberto 55

    1 Maggio, 2009 - 22:08
  13. fiorenza

    Sulla strada che va da Gerusalemme a Gerico, “sulle mura di un edificio crociato diroccato, chiamato liberamente ‘il caravanserraglio del Buon Samaritano’, un anonimo pellegrino medievale ha inciso in latino questo graffito:
    Se persino sacerdoti o leviti passano oltre la tua angoscia,
    sappi che Cristo è il Buon Samaritano che avrà sempre compassione di te
    e nell’ora della tua morte ti porterà alla locanda eterna”
    (G.Ravasi, La Buona Novella, cap. VII, “Come parlava”)

    1 Maggio, 2009 - 23:00
  14. fiorenza

    A Luigi che chiede. “ma Gesù le parabole le inventava?”, risponderei: no.
    “Le prendeva dalla strada?”. No.
    Le prendeva da se stesso. E i fatti più comuni, gli eventi più noti e quotidiani, diventavano la parabola del Regno di Dio in mezzo a noi.

    1 Maggio, 2009 - 23:07
  15. fiorenza

    A Guido Mocellin che si chiede: “come racconteremmo, oggi, noi giornalisti, l’episodio del buon Samaritano?”, risponderei che un modo, lui, giornalista di oggi, l’ha trovato quando ha raccontato la vicenda (vera? inventata? La domanda non si pone. E’ “una parabola”. Zampillata dalla fonte del senso vivo del Vangelo) di suor Maria Angela, “Cattolica e mite”.
    L’altra storia, quel “giallo”, quell’esempio di come i giornalisti in genere trasformano un fatto di cronaca in “reality show” in cui non manchi nessuna delle “tre esse”, invece, che cos’é? E’ un altro esempio di come i fatti in sé non esistono se non inseriamo in loro un senso. Il senso che in genere viene aggiunto, come l’esempio che lui fa mostra bene, è questo: il Buon Samaritano non c’è. E, quindi, non c’è alcun episodio su di Lui da raccontare e non ci sono “fatti di Vangelo” .

    1 Maggio, 2009 - 23:54
  16. fiorenza

    E’ stasera, alle 21, questo dibattito su “Etica e giornalismo”. C’è qualcuno, di Bologna e dintorni, che partecipi e possa riferircene qualcosa?
    Ho continuato a meditare questo post di Luigi.
    Più ci penso, più la “fiction samaritana” redatta da Guido Mocellin mi provoca.
    Che cosa vuole dimostrare? Che il generalizzato, comune, “banale” cinismo, il cinismo del nostro mondo e, quindi, dei media (perché abbiamo i media e i giornalisti che ci meritiamo) non saprebbe riconoscere il buon samaritano nel protagonista di un fatto di cronaca?
    Se fosse così, se volesse dire che abbiamo occhi per vedere e non vediamo, io direi che già in questo ci sarebbe un ottimismo che vorrei poter condividere. Perché i segni del nostro tempo mi sembrano indicare qualcosa di più grave. Un “mistero sulla superstrada” di ben altra portata.

    4 Maggio, 2009 - 10:49
  17. fiorenza

    “Un samaritano scendeva da Gerusalemme a Gerico e s’imbatté in un uomo abbandonato a terra lungo la strada. Si avvicinò per soccorrerlo, ma era un perdigiorno che dormiva.
    Un’altra volta il samaritano scendeva da Gerusalemme a Gerico e di nuovo s’imbatté in un uomo abbandonato a terra lungo la strada. Si avvicinò per soccorrerlo, ma era un ubriaco che imprecando e maledicendo lo sporcò del suo vomito. Un’altra volta ancora il buon samaritano scendeva da Gerusalemme a Gerico, e anche questa volta s’imbatté in in un uomo abbandonato a terra lungo la strada. Si avvicinò per soccorrerlo, ma era un brigante che dopo averlo spogliato e coperto di piaghe se ne andò lasciandolo mezzo morto.
    A chi dei tre il buon samaritano riuscì a essere prossimo?”
    (Sergio Quinzio, Dalla gola del leone, Adelphi 1993, p.91)

    4 Maggio, 2009 - 11:00
  18. andreacs

    Non so se Cristo se le inventasse, ma credo che le parabole si possano raccogliere dalla strada interpretando con spirito di carità gli episodi quotidiani. In fondo il problema nei media penso che non sia se raccontino o meno i fatti ma se insinuino di proposito la malignità e i pruriti in chi li legge. “Non si esclude però…” è la formula più becera che si può usare per far passare una propria chiave di lettura. E guarda caso precede sempre una cattiveria non documentata.

    4 Maggio, 2009 - 14:49
  19. è chiaro che le prendeva dalla strada.
    Nessuno è più realista del Figlio di Dio, attraverso il quale ogni cosa è stata fatta.
    Ogni cosa esprime il legame con il Logos, e solo lui poteva coglierlo in pienezza, da uomo!

    4 Maggio, 2009 - 15:55
  20. guido mocellin

    Trovandomi “a Bologna e dintorni”, volentieri aderisco alla richiesta di Fiorenza (se non altro per la sua benevolenza nei miei confronti) di riferire del “Martedì di San Domenico” con mons. Celli e il direttore De Bortoli. È stato molto consolante sentire De Bortoli così vicino su temi che personalmente mi stanno a cuore, come il segnalare i grandi rischi dell’infotainment: “se cediamo alla tentazione dell’intrattenimento non informeremo, anzi disabitueremo il nostro pubblico dal ragionare”, o il contrasto tra la “etica della funzione giornalistica” e la solidarietà umana, quella che suggerirebbe al fotografo che assiste a certe scene di rinunciare alla foto pur di salvare una vita umana in più. Non meno consolante è stato ascoltare mons. Celli ragionare con disinvoltura della “disintermediazione”, cioè del fenomeno, generato soprattutto dal web e in esso da voi blogger, della progressiva eliminazione della mediazione del giornalista tra le fonti delle notizie e i destinatari, e dunque del fatto che oggi praticamente chiunque, giacché comunica in pubblico, deve avvertire la responsabilità di come e cosa e a chi comunica, e deve sottostare a delle regole. Dico che la serata è stata “consolante” perché, dal lato dei giornalisti come da quello degli uomini di Chiesa, il luogo comune su questi temi è sempre dietro l’angolo, e invece nessuno dei due intervenuti è caduto nella retorica; piuttosto mi sono sembrati bravi a scambiarsi le parti, con un Celli più “tecnico” e un De Bortoli più “filosofo”. Mi fermo qui perché non voglio abusare di questo spazio; ma tra alcuni giorni, alla sezione “è accaduto” del sito http://www.centrosandomenico.it, comparirà una sintesi un po’ più ampia e organica. Intanto ancora grazie a Luigi e a tutto il “pianerottolo” per la ripetuta ospitalità che mi avete concesso.

    5 Maggio, 2009 - 14:45
  21. fiorenza

    Grazie, Guido Mocellin, per le “consolanti” notizie.

    5 Maggio, 2009 - 22:58

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