Il Papa in Bolivia: “Vogliamo un cambiamento”

Sappiamo riconoscere che le cose non stanno andando bene in un mondo dove ci sono tanti contadini senza terra, molte famiglie senza casa, molti lavoratori senza diritti, molte persone ferite nella loro dignità? Riconosciamo che le cose non stanno andando bene quando esplodono molte guerre insensate e la violenza fratricida aumenta nei nostri quartieri? Sappiamo riconoscere che le cose non stanno andando bene quando il suolo, l’acqua, l’aria e tutti gli esseri della creazione sono sotto costante minaccia? E allora diciamolo senza timore: abbiamo bisogno e vogliamo un cambiamento: così Francesco ieri pomeriggio a Santa Cruz de la Sierra, Bolivia, al Secondo incontro mondiale dei Movimenti popolari. Nei commenti altre parole del Papa.

17 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Sorella Madre Terra. Sappiamo riconoscere che questo sistema ha imposto la logica del profitto ad ogni costo, senza pensare all’esclusione sociale o alla distruzione della natura? Se è così, insisto, diciamolo senza timore: noi vogliamo un cambiamento, un vero cambiamento, un cambiamento delle strutture. Questo sistema non regge più, non lo sopportano i contadini, i lavoratori, le comunità, i villaggi; e non lo sopporta più la Terra, la sorella Madre Terra, come diceva san Francesco.

    10 Luglio, 2015 - 8:47
  2. Luigi Accattoli

    Nasce dai popoli. Vogliamo un cambiamento nella nostra vita, nei nostri quartieri, nel salario minimo, nella nostra realtà più vicina; e pure un cambiamento che tocchi tutto il mondo perché oggi l’interdipendenza planetaria richiede risposte globali ai problemi locali. La globalizzazione della speranza, che nasce dai Popoli e cresce tra i poveri, deve sostituire questa globalizzazione dell’esclusione e dell’indifferenza!

    10 Luglio, 2015 - 8:47
  3. Luigi Accattoli

    Peccati contro i popoli. Qui voglio soffermarmi su una questione importante. Perché qualcuno potrà dire, a buon diritto, “quando il Papa parla di colonialismo dimentica certe azioni della Chiesa”. Vi dico, a malincuore: si sono commessi molti e gravi peccati contro i popoli originari dell’America in nome di Dio. Lo hanno riconosciuto i miei predecessori, lo ha detto il CELAM e lo voglio dire anch’io. Come san Giovanni Paolo II, chiedo che la Chiesa «si inginocchi dinanzi a Dio ed implori il perdono per i peccati passati e presenti dei suoi figli». E desidero dirvi, vorrei essere molto chiaro, come lo era san Giovanni Paolo II: chiedo umilmente perdono, non solo per le offese della propria Chiesa, ma per i crimini contro le popolazioni indigene durante la cosiddetta conquista dell’America.

    10 Luglio, 2015 - 8:47
  4. Luigi Accattoli

    Coraggio e mansuetudine. Chiedo anche a tutti, credenti e non credenti, di ricordarsi di molti vescovi, sacerdoti e laici che si sono opposti alla logica della spada con la forza della croce: dove ha abbondato il peccato ha sovrabbondato la grazia attraverso questi uomini che difesero la giustizia dei popoli originari, uomini che hanno predicato e predicano la Buona Notizia di Gesù con coraggio e mansuetudine, rispetto e in pace; che nel loro passaggio per questa vita hanno lasciato commoventi opere di promozione umana e di amore, molte volte a fianco delle popolazioni indigene o accompagnando i movimenti popolari anche fino al martirio.

    10 Luglio, 2015 - 8:48
  5. Luigi Accattoli

    Fede rivoluzionaria. La Chiesa, i suoi figli e figlie, sono una parte dell’identità dei popoli dell’America Latina. Identità che, sia qui che in altri Paesi, alcuni poteri sono determinati a cancellare, talvolta perché la nostra fede è rivoluzionaria, perché la nostra fede sfida la tirannia dell’idolo denaro. Oggi vediamo con orrore come in Medio Oriente e in altre parti del mondo si perseguitano, si torturano, si assassinano molti nostri fratelli a causa della loro fede in Gesù. Dobbiamo denunciare anche questo: in questa terza guerra mondiale “a rate” che stiamo vivendo, c’è una sorta di genocidio in corso che deve fermarsi.

    10 Luglio, 2015 - 8:48
  6. Luigi Accattoli

    Vi accompagno. Per terminare, vorrei dire ancora una volta: il futuro dell’umanità non è solo nelle mani dei grandi leader, delle grandi potenze e delle élite. E’ soprattutto nelle mani dei popoli; nella loro capacità di organizzarsi ed anche nelle loro mani che irrigano, con umiltà e convinzione, questo processo di cambiamento. Io vi accompagno.

    10 Luglio, 2015 - 8:49
  7. petrus

    Prendere atto degli errori e degli orrori perpetrati da popoli cattolicissimi a danno dei nativi americani è importatante. C’è un risentimento molto forte in quei popoli ancora oggi, che prima di comunismo e nazismo hanno subito un vero e proprio etnocidio.

    “la nostra fede sfida la tirannia dell’idolo denaro”…

    10 Luglio, 2015 - 10:24
  8. discepolo

    a proposito di “peccati contro i popoli”

    Crimini, terrore, repressione, opera di enorme sforzo e rigore scientifici, curato dallo storico ex comunista francese Stéphane Curtois (trad. it. Mondadori, Milano 1998), stila un primo (parziale) bilancio delle vittime ammazzate dal comunismo internazionale, un bilancio mai smentito semmai lacunoso per difetto, a fronte delle ricerche compiute successivamente e dell’apertura di alcuni archivi (ma i dati relativi alla Cina, per esempio, restano sono tutt’oggi parziali):
    Urss, 20 milioni di morti
    Cina, 65 milioni di morti
    Vietnam, 1 milione di morti
    Corea del Nord, 2 milioni di morti
    Cambogia, 2 milioni di morti
    Europa dell’Est, 1 milione di morti
    America Latina, 150mila morti
    Africa, 1 milione 700mila morti
    Afghanistan, 1 milione 500mila morti

    10 Luglio, 2015 - 14:52
  9. discepolo

    Vi consta che qualche comunista ancora oggi al potere, tipo Fidel Castro o Maduro abbia chiesto scusa per questi morti?
    O che vi sia una “giornata della memoria” per i morti dei gulag staliniani come vi è la giornata della memoria per gli ebrei sterminati nei campi di concentramento?
    In Venezuela alla morte di Chavez parafrasarono il Pater Nostro col nome di CHAVEZ: Chavez nostro che sei nei cieli nel mare e in noi
    Sia santificato il tuo nome, venga a noi la tua eredità, per poterla noi portare ai popoli di qui e di più in là. Dacci oggi la tua luce perché ci guidi ogni giorno, non ci lasciare cadere nella tentazione del capitalismo e liberaci dal male dell’oligarchia, del delitto e del contrabbando, perché nostra è la patria, la pace e la vita per i secoli dei secoli. Amen, viva Chavez».

    10 Luglio, 2015 - 14:59
  10. picchio

    Domani ricorre l’anniversario del massacro di sebrenica.

    10 Luglio, 2015 - 15:14
  11. giosal

    Petrus 10,24- Prima del comunismo e del nazismo, in quanto a orrori, pare che anche il “cristianesimo” non abbia scherzato.

    David Stannard, con il suo American Holocaust, è forse lo storico più importante ad essersi occupato di quanto accadde nelle Americhe, dopo la scoperta di Colombo. Il 1500 fu il secolo della grande conquista spagnola, con Cortez e Pizarro che procedevano nel nome di Dio e dei reali di Spagna. Quel secolo si chiuse, a detta di Stannard, con 60 milioni di indigeni vittime dell’invasione.

    10 Luglio, 2015 - 16:36
  12. petrus

    Se ci mettiamo a fare a gara a chi ha fatto più schifezze, in nome di Dio, in nome del materialismo o in nome di altre ideologie facciamo fatica a uscirne.

    10 Luglio, 2015 - 16:46
  13. picchio

    Il genocidio è continuato ai giorni nostri, ricordiamo i massacri in Guatemala le sterilizzazioni in Perù.

    10 Luglio, 2015 - 17:46
  14. Fides

    il futuro dell’umanità non è solo nelle mani dei grandi leader, delle grandi potenze e delle élite. E’ soprattutto nelle mani dei popoli;

    Forse questa è una visione onirica di un futuro che ha ben poco a spartire con la realtà. I popoli oggi sono greggi immensi che si lasciano guidare da astuti e ingordi pastori, sono lunghi corti alla sequela di avidi pifferai.

    Vediamo l’ultimo caso, il referendum greco; è bastato qualche giorno per sostituire le scene del palcoscenico; laddove prima andava in onda la “resistenza”, oggi … beh, lasciamo perdere, va…

    10 Luglio, 2015 - 17:55
  15. giosal

    Pienamente d’accordo, Petrus (16,46). Di fatto anch’io penso che sia inutile portare esempi all’ingrosso.
    La cosa è che, in un modo o in un altro, siamo tutti aderenti a fedi o impigliati in ideologie che spesso danno ben cattivo esempio di sé. Importante, io trovo, è l’avere capacità di autocritica e saperci distinguere (se vogliamo) con il ns comportamento.
    Sara, non conosco Todorov. Ho letto Stannard facendo io stesso una tara sui numeri, anche perché trovo problematico attribuire a un’ideologia vittime in grande numero. Spesso si tratta di vittime di carestie o di malattie che niente hanno a che fare con le ideologie in questione. E gli stessi storici, nell’esprimere giudizi, si trovano a mal partito.

    10 Luglio, 2015 - 18:04
  16. Sara1

    Todorov si occupa della scoperta dell’America come scoperta da parte dell’Europa della diversità. lo fa in modo decisamente più raffinato e sfumato, perchè non si può dire che esistesse una ideologia europea valida per tutti. (basterebbe lo scontro tra Sepluveda e Las Casas a Valladolid).

    10 Luglio, 2015 - 18:42

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