Francesco sull’aiuto dei figli ai genitori fragili

La seconda risposta del Papa ai ragazzi romeni senza famiglia [vedi post del 21 febbraio] riguarda l’aiuto che un figlio può dare a un genitore fragile, invece di fermarsi a “rimproverare la vita”. Un ragazzo, una ragazza – ha detto Francesco – possono prendere l’iniziativa di portare soccorso ai genitori, se li scoprono con tanti limiti; e potranno “dire grazie” a Dio del dono di questa possibilità. Nei commenti domanda e risposta, poi una mia noterella.

16 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Seconda domanda: Perché ci sono dei genitori che amano i bambini sani e invece quelli malati o con problemi no? Di fronte alle fragilità degli altri, come le malattie, ci sono alcuni adulti che sono più deboli, non hanno la forza sufficiente per sopportare le fragilità. E questo perché loro stessi son fragili. Se io ho una grossa pietra, non posso appoggiarla sopra una scatola di cartone, perché la pietra schiaccia il cartone. Ci sono genitori che sono fragili. Non abbiate paura di dire questo, di pensare questo. Ci sono genitori che sono fragili, perché sono sempre uomini e donne con i loro limiti, i loro peccati e le fragilità che si portano dentro, e magari non hanno avuto la fortuna di essere aiutati quando loro erano piccoli. E così con quelle fragilità vanno avanti nella vita perché non sono stati aiutati, non hanno avuto l’opportunità che abbiamo avuto noi di trovare una persona amica che ci prenda per mano e ci insegni a crescere e a farci forti per vincere quella fragilità. E’ difficile ricevere aiuto dai genitori fragili e a volte siamo noi che dobbiamo aiutarli. Invece di rimproverare la vita perché mi ha dato genitori fragili e io non sono tanto fragile, perché non cambiare la cosa e dire grazie a Dio, grazie alla vita perché io posso aiutare la fragilità del genitore così che la pietra non schiacci la scatola di cartone. Sei d’accordo? Grazie.

    23 Febbraio, 2018 - 22:11
  2. Luigi Accattoli

    Se vuoi aiutare i genitori. In un libro di risposte a lettere e disegni di bambini [L’amore prima del mondo. Papa Francesco scrive ai bambini, Rizzoli 2016] – Bergoglio così parlava a una bambina filippina di 10 anni, Alexandra, che gli aveva chiesto “perchè alcuni genitori litigano tra loro”: “Se vuoi aiutare i tuoi genitori io ti consiglio soprattutto di non parlare mai male di tuo papà a tua mamma e di tua mamma a tuo papà. Stai vicina a tua mamma e a tuo papà e parla bene di loro. Questo farà bene a tutti”. Sia in questo caso, sia nella risposta al ragazzo romeno, il Papa non indulge al vittimismo ma invita i giovanissimi interlocutori a scuotersi, a reagire, a fare loro e a dare loro quello che non hanno ricevuto. Ci vedo un elemento di pedagogia generazionale raro nel bamboccismo dei nostri giorni.

    23 Febbraio, 2018 - 22:12
  3. maria cristina venturi

    Per chi volesse approfondire questi elementi di psico-pedagogia consiglio il libro dello psichiatra americano Thomas Harris ” Io sono OK tu sei OK ” , che per primo nel 1964 lancio’ la moda del ” pensare positivo” in contrapposizione al vittimismo e al piangersi addosso. Io penso positivo perché’ sono vivo, perche’ sono vivo,cantava Jovanotti.
    Sicuramente dal punto di vista relazionale pensare sempre positivo,
    e sforzarsi di agire positivamente anche in situazioni difficili e’ qualcosa che aiuta e fa crescere , mentre il vittimismo e il piangersi addosso e’ sterile e non porta da nessuna parte.
    Pero’ , se posso permettermi, mi sembrano questi del Papa alla bambina filippina citati da Luigi saggi consigli che un qualunque buon psicologo potrebbe dare. Siamo sul piano emotivo, comportamentale, insomma sempre sul piano materiale. Non vedo Il grande maestro spirituale. Non mi paiono parole ” di vita eterna” , parole che vanno ” oltre” la semplice saggezza umana.
    Che quasi sempre lascia il tempo che trova come so per esperienza ( bambini traumatizzati da genitori irresponsabili o definiamoli ” fragili” purtroppo portano ferite per tutta la vita che neppure il miglior psicologo riesce a guarire)
    Comunque tiremm innanz come si dice a Milano .

    24 Febbraio, 2018 - 10:27
  4. maria cristina venturi

    Del resto papa Francesco ha detto in una intervista quali sono secondo lui i “dieci consigli per vivere bene” cioè la sua ricetta per la felicità
    Li potete trovare qui:
    https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/il-decalogo-di-papa-francesco-per-vivere-bene

    come vedete fin dal primo “vivi e lascia vivere” all’ottavo “scordati rapidamente delle cose negative”, al settimo “rispetta la natura”, sono tutti consigli molto saggi e condivisibili ma sembrano dettati da un qualsiasi psicologo o Donna Letizia che risponde ai lettori di Chi e Oggi.
    Cosa manca del tutto nel decalogo di papa Francesco ? la dimensione spirituale , magari un accenno alla preghiera, a Dio.
    Una persona può vivere bene senza la dimensione spirituale? anche qualora mettesse in pratica tutti questi consigli , puramente comportamentali sul piano umano, non manca sempre qualcosa?
    Inquietum est cor nostrum , disse Sant’Agostino. Il nostro cuore non trova requie , non trova felicità finchè non si acquieta in Dio.
    Dai dieci consigli di papa Francesco per vivere bene manca stranamente questa dimensione spirituale e trascendente. Tutto si risolve nell’immanentismo del benessere del qui e ora. Normale per un qualsiasi psicologo o donna Letizia che risponde ai lettori di Chi o di Oggi, un po’ meno normale per un papa.

    24 Febbraio, 2018 - 11:06
  5. Lorenzo Cuffini

    Brutta cosa la frustrazione, Venturi.
    Anche questo dovresti saperlo per esperienza.

    24 Febbraio, 2018 - 11:50
  6. Beppe Zezza

    Concordo con Maria Cristina Venturi.
    In un thread precedente avevo scritto: ” ” si sta facendo strada nella Chiesa il pensiero che sia inutile, o controproducente, invitare esplicitamente a rivolgersi a Dio con la preghiera”
    Poi però mi è tornata alla mente una tesi che veniva avanzata una quarantina d’anni fa; “prima bisogna operare per realizzare un buon uomo e poi su di questo si può costruire un cristiano”.
    Ho l’impressione che questo modo di pensare sia tornato di attualità (anche se non esplicitamente) . Ecco perché ci sono indicazioni tendenti a fare un “buon” uomo.
    La mia esperienza dice invece il contrario: se uno inizia un cammino di fede, inizia anche un cammino umano.
    L’uomo perfetto è Cristo.

    24 Febbraio, 2018 - 12:56
  7. Lorenzo Cuffini

    Niente.
    Senza ricette, etichette, teoremi e bugiardini non ci si sa proprio stare.

    ( Per la cronaca: è completamente falso “che si stia facendo strada nella Chiesa il pensiero che sia inutile o controproducente invitare esplicitamente a rivolgersi a Dio con la preghiera.”
    Completamente falso.
    Smentito quotidianamente e nei fatti, ovunque.
    Evito una lenzuolata di link a inviti pubblici e espliciti fatti dalla Chiesa alla preghiera. Roba peraltro pleonastica, trattandosi di Chiesa e di preghiera, ma
    nulla evidentemente è più pleonastico, per gli assertori di verità precostituite su pre-giudizi.
    Dico solo che e’ appena passata una giornata di preghiera e di digiuno “indetta” esplicitamente e universalmente.
    Gli appelli alla preghiera sono quotidiani e martellanti.
    Ma non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire e si muove tutto su sue autocitazioni, autorimandi, autoconvinzioni.
    Che barba.)

    24 Febbraio, 2018 - 14:19
  8. Victoria Boe

    Rivolgersi a Dio va fatto nel modo giusto. A me avevano insegnato a rivolgermi a Dio come fosse un tappabuchi e una specie di pifferaio magico che risolve ogni situazione, e tutto ciò che chiedi te lo dà.
    Poi ti accorgevi che le cose stavano ben diversamente, ed entravi in crisi.
    Oggi per molti devoti cristiani non è cambiato niente. Ancora vedono Dio come un regista che tutto predispone e ordina come vuole, risolve i problemi del mondo ed esaudisce le tue preghiere di richiesta.
    Bello!!…Bello ma non vero.
    Il cammino umano sulla strada giusta è indipedente dall’aver o meno la fede. Sono sempre esistite persone, anche di grande levatura morale, che hanno camminato bene senza avere la fede. Seguivano semplicemente la loro buona coscienza non religiosamente formata. Ed erano ottime persone sotto ogni punto di vista.

    24 Febbraio, 2018 - 14:51
  9. Leopoldo Calò

    Donna Letizia… L’età, ahinoi, quella sì io e Maria Cristina condividiamo.

    24 Febbraio, 2018 - 15:00
  10. Beppe Zezza

    Il mio statement era incompleto, dovevo aggiungere “a chi non è esplicitamente credente”. Certo che ai credenti viene sempre proposta la preghiera! Ci mancherebbe.
    ( ritenevo che la precisazione non fosse necessaria, dato il contesto, ma Cuffini mi fa comprendere che non è così)
    Mi riferivo a una sorta di “pudore”, un timore di “offendere” chi è “non credente” parlandogli di qualcosa che dichiara essergli esplicitamente estraneo. Forse perché può apparire come un invito a “cambiare ” linea di condotta.
    Vero quello che dice Victoria : Dio veniva presentato come un “tappabuchi” uno al quale rivolgersi per RISOLVERE tutti iproblemi.
    Ma Dio non è al nostro servizioper RISOLVERE i nostri problemi.
    Il Padre nostro ci insegna a pregare che SIA FATTA LA SUA VOLONTÀ ( non che Lui adempia i nostri desideri ).
    Che ci siano sempre state persone “buone” anche se non credenti , è certamente vero. Che la fede – quella della quale San Giacomo dice “mostrami le tue opere e ti dirò qual’e la tua fede ” – sia irrilevante nei riguardi di un comportamento moralmente corretto è invece falso.

    24 Febbraio, 2018 - 16:32
  11. Lorenzo Cuffini

    Cioè, bisognerebbe invitare alla preghiera chi non crede?
    Di che cosa si sta parlando?

    24 Febbraio, 2018 - 18:23
  12. Victoria Boe

    Falso è che la fede sia essenziale per chi vuol vivere onestamente secondo le prescrizioni della propria coscienza. Perché Dio si rivela primariamente lì, nella coscienza di una persona.
    Anche la fede non sta lì a comando di chi vorrebbe averla e proprio non ce l’ha.
    Conosco varie persone di fede solo laica che sono molto migliori di chi ha una fede religiosa o pseudoreligiosa. Obbediscono solo alla loro buona coscienza.
    Norberto Bobbio, per esempio, non aveva fede; Indro Montanelli non aveva fede; Erri de Luca non ha fede pur avendo tradotto le Sacre Scritture, magari proprio perché, avendole tradotte, non l’hanno affatto convinto. E se ne potrebbero citare tante altre di persone così.
    Io ho conosciuto varie persone senza fede, tutte sommamente stimabili.
    Anche la fede è un mondo misterioso, tutto sommato.
    L’ho già detto: il discorso della fede va toccato con cautela, perché la fede è qualcosa di molto intimo, su cui nessuno può entrare a gamba tesa né con sguardo di superiorità da parte di chi ce l’ha e la esibisce con orgoglio.

    24 Febbraio, 2018 - 18:34
  13. Beppe Zezza

    A Lorenzo Cuffini
    Precisamente. A chi non crede va detto di rivolgersi a Dio! Va annunciato che Dio c’è e ascolta. Non partire dal fatto che poiché non credono è inutile parlare loro di Dio e stimolarli a stabilire un rapporto con lui.

    A Victoria Boe
    Come ho scritto ci sono persone umanamente degnissime che non hanno fede ( anche se la “santità”, che è indissolubilmente legata alla Fede è cosa ben diversa )
    Ho detto anche che chi ha Fede raddrizza i propri sentieri. Dalla Fede consegue un miglioramento nei costumi. Se è Fede e non semplice credenza o devozione.

    25 Febbraio, 2018 - 11:19
  14. Victoria Boe

    La santità non è necessariamente legata alla fede.
    La santità è di chi quotidianamente fa dei sacrifici enormi per vivere, anche se non ha fede. Perché la vita per molti è un tormento e una pena continua. Sono sicura che i santi sono molti di più di quelli canonizzati e registrati solennemente e menzionati nei calendari.

    25 Febbraio, 2018 - 13:39
  15. Lorenzo Cuffini

    A Zezza.
    Per la precisione: ” va detto di rivolgersi a Dio ” non c’entra un cappero con la preghiera, che era quello di cui tu stavi parlando ieri.
    Tutt’altro discorso.
    Che fa acqua copiosamente da tutte le parti allo stesso modo.
    Lo dici tu stesso, grazie al cielo. ” Va annunciato che Dio c’è e ascolta”.
    Che è cosa ancora una volta del tutto, ma proprio del tutto diversa dal dire “A chi non crede va detto di rivolgersi a Dio!” che è roba priva di senso.
    Poi: bisognerebbe intendersi su cosa si intende per ” va annunciato”.
    (Dipende da : cosa gli annunci, e come glielo annunci.
    Se uno va in giro ad annunciar roba che è una sua pura convinzione personale e rende per giunta irricevibile il messaggio che si vorrebbe far passare, meglio farebbe a tacere e a lasciar annunciare chi è preparato a farlo: la Chiesa.)

    25 Febbraio, 2018 - 15:19
  16. Beppe Zezza

    Che differenza trovi tra “rivolgersi a Dio” e pregare?
    Ho impressione che tu abbia un forte desiderio di fare polemica con me e di contraddirmi qualunque cosa io dica.
    Chi deve annunciare e’ la Chiesa, scrivi.
    Ogni battezzato è non solo autorizzato ma anche incoraggiato ad “annunciare”.
    La “Chiesa” non è costituita solo dai ministri ordinati.
    Ma tu il Concilio lo conosci tutto?

    25 Febbraio, 2018 - 16:07

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