Il Tevere la Cloaca e il pescatore

Quello che ho visto stamattina non è poco. Dal Lungotevere Ripa guardando all’altra sponda ho scorto un pescatore con la lenza a 50 metri dallo sbocco della Cloaca Maxima. Voglio dire cinquanta metri dopo lo sbocco, spostando l’occhio nel senso della corrente. Stava fermo, seduto su due pietrone a pelo d’acqua, concentrato come si addice a un pescatore. Ogni due minuti alzava e rilanciava la lenza. Forse era lì dai secoli.

80 Comments

  1. Non ci distrarre, Luigi. Adesso ci sono problemi più importanti.

    4 Settembre, 2012 - 13:38
  2. Clodine

    Non avrai visto l’ectoplasma di qualche “carbonaro” ‘mbriaco tipo Gasperino del Marchese del Grillo!??

    4 Settembre, 2012 - 13:49
  3. Sai che sapore…

    4 Settembre, 2012 - 14:00
  4. Clodine

    ah ah ah ah ah..ah ah ah ah ah ah… t’immagini :” frittura all’eau de’ fogne!”

    4 Settembre, 2012 - 14:03
  5. Federico B.

    E se non fosse interessato ai pesci.
    Mi viene in mente una strofa di “La bella la va al fosso”:
    o pescator che peschi, ripescami l’anel…

    PS: la poverina era al fosso a lavare e perde l’anello, fortunatamente scorge un avvenente pescatore…

    4 Settembre, 2012 - 15:21
  6. Federico B.

    La mia ovviamente era una domanda: e se non fosse interessato ai pesci?
    Anche il ? è finito nel fosso…

    4 Settembre, 2012 - 15:22
  7. fiorenza

    Eh, fate bene a divagare, a scherzare!
    A chi volete che importi, oggi, 2012, di questo pescatore che è a Roma, che è “lì dai secoli”?
    Poveretto, così anacronistico! Sempre lì, fermo…
    Così assurdo nelle sue patetiche tradizioni, così fuori moda nel suo gestire, così ossessivo e ossessionante nel suo alzare e rilanciare la lenza, sempre allo stesso modo!
    E poi lì, a pochi metri dallo sbocco della Cloaca Maxima!
    E insiste! Continua! Ma possibile che ancora non lasci perdere, che non capisca?
    Pare davvero “mbriaco”, proprio come Pietro quella mattina.

    4 Settembre, 2012 - 16:19
  8. Marco

    “The Virgin with a Fish” elogiato da un’appassionata di uccelli…

    Ma come faccio a resistere, a trattenermi, a non fare battute???
    🙂

    4 Settembre, 2012 - 17:03
  9. Federico B. pensava ad un intrigo internazionale. Non è interessato ai psci, magari è lì di vedetta a spiare qualcosa …

    4 Settembre, 2012 - 17:13
  10. fiorenza

    Rondini, gabbiani… Quante e quante volte qui ho parlato di uccelli… Ma che Marcolino conservasse una così tenace memoria delle mie parole, ecco, è una piacevole sorpresa! Quasi quasi mi stava per far cadere in vanagloria…

    4 Settembre, 2012 - 17:34
  11. Ora il giallo si complica. Perchè Luigi ci distraendo con simili “quisquiglie” mentre stanno succedendo in giro tante cose? Penso che stia preparando qualcosa di grosso per il prossimo thread.

    4 Settembre, 2012 - 17:40
  12. Gioab

    Luigi mi ha fatto venire in mente un problema.
    Il pescatore è concentrato sul pesce per darlo ad uno dei “minimi fratelli” che ha fame di cui parla il Signore.

    Gesù disse : “ il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.” ( Mt. 25.30-40)

    Si può notare, queste parole di Gesù sono riferite a “quelli alla sua destra” (le pecore) non a quelli alla sua sinistra (i capri), quindi il pesce per sfamare, va donato “ai suoi minimi fratelli” (le pecore), certamente non ai capri che come spiega bene 1 Gv. 3.10 sono figli del diavolo e non fratelli di Lui.

    Ma come si fa a sapere quali sono “i minimi fratelli”, quelli meritevoli del pesce, quelli che saranno messi alla sua destra se la separazione avverrà solo al suo ritorno ?

    Si potranno riconoscere solo dopo che c’è stata la divisione, non prima, mentre regalando il pesce a tutti indistintamente, si correrebbe il rischio di darlo anche ai capri che non sono meritevoli. Quindi come devono essere intese veramente quelle parole ?
    ( Mt. 25.30-40 CEI)

    4 Settembre, 2012 - 17:55
  13. marta09

    Forse Luigi non ci sta distraendo, ma questa immagine del pescatore strampalato che pesca vicino alla Cloaca Maxima, bè, potrebbe essere l’immagine propria del Card. Martini, del Papa e di tutti quelli che insistono a cercare qualcosa di buono e bello (che decisamente c’è e sempre) anche in un’apparente e generalizzata cloaca.

    Forse Luigi voleva solo darci un immagine di quanto sta succedendo (in generale) e di come alcuni “uomini di buona volontà” stanno affrontando la situazione.

    Forse …

    4 Settembre, 2012 - 19:21
  14. Nino

    Ho vogato alcuni anni sul nostro amato Tevere, e da sempre lo frequentano pescatori, in barca o sulla riva.

    Anche a nord del fiume prima e dopo la diga di Castel Giubileo.

    Alla domanda se avrebbero mangiato il pescato due le risposte:
    -No, lo vendo ai pescivendoli, così com’è.
    -Si, dopo averlo lasciato per 2-3 giorni a “spurgare” nella vasca da bagno.

    Bel coraggio in ambedue i casi.

    4 Settembre, 2012 - 19:22
  15. Marco

    Panta rei.

    4 Settembre, 2012 - 19:24
  16. E così dal lago di Genezareth il pescatore è passato a Roma vicino alla Cloaca Massima …

    4 Settembre, 2012 - 19:58
  17. Luigi Accattoli

    Fiorenza finalmente.

    4 Settembre, 2012 - 20:14
  18. Leopoldo

    Vita priva di senso, morte priva di senso. Una inutilità proiettata in un universo senza spazio e senza tempo, che le vostre “immense costruzioni”, per dirla con Clodine e senza minimamente volerla offendere, non cambiano ed anzi, per ciò che mi riguarda, sottolineano. Ciascuno di noi, senza avvedersene, misura il mondo con la stessa misura della propria vita. Per Lorenzo il mondo è bello perché ha chi lo ama – egli pensa sia Gesù ma di certo è una persona in carne ed ossa; Luigi si è realizzato appieno con il suo lavoro e, giustamente, dà importanza alle parole dei vescovi e dei papi che l’hanno finora impegnato; Clodine studia e parla delle cose che meglio conosce e che perciò ritiene verità; la stessa cosa per Gioab, sia pure con sensibilità diversa; Leonardo s’è costruito una famiglia di cui è il capo indiscusso, in un equilibrio di affetti invidiabile, e trova conferma di ciò nelle parole del Vangelo, e così via. Non pretendo di conoscervi e probabilmente sbaglio nel descrivervi, ma la sostanza del ragionamento non muta. Se la nostra vita è la misura del mondo, il mondo ha senso come la nostra vita. Se ci sfiorasse anche solo per un attimo l’idea che per miliardi di persone tale misura è insopportabile, non ci scandalizzeremmo nell’ascoltare parole che attestano il fallimento totale dell’intrapresa del Salvatore. Perché l’umanità di fronte alla quale ciascuno di noi è nulla, è insignificante e destinata a passare sul Pianeta, e questa terra è meno di uno sputo nell’universo. Riuscire a vivere con l’idea del totale annientamento senza anticiparne i tempi, con gli occhi bene aperti sull’esito inevitabile, senza antidolorifici o droghe. Tutto qui, aspettando che passi, come un mal di testa

    4 Settembre, 2012 - 20:16
  19. fiorenza

    Eh sì, Antonella. Comunque, tanto per “distrarsi” ancora un po’ dal pescatore di uomini, da “questo pescatore che è a Roma” e che “è lì da secoli” (dal Pescatore, insomma), ecco qualcosa – del genere “intrigo internazionale” che dicevi, e un po’ sul tema “o pescator che peschi ripescami l’anel”:

    “Comincerò raccontandovi una vecchia leggenda.
    L’imperatore Carlomagno in tarda età s’innamorò d’una ragazza tedesca. I baroni della corte erano molto preoccupati vedendo che il sovrano, tutto preso dalla sua brama amorosa, e dimentico della dignità regale, trascurava gli affari dell’Impero. Quando improvvisamente la ragazza morì, i dignitari trassero un respiro di sollievo, ma per poco: perché l’amore di Carlomagno non morì con lei. L’imperatore, fatto portare il cadavere imbalsamato nella sua stanza, non voleva staccarsene. L’arcivescovo Turpino, spaventato da questa macabra passione, sospettò un incantesimo e volle esaminare il cadavere. Nascosto sotto la lingua morta, egli trovò un anello con una pietra preziosa. Dal momento in cui l’anello fu nelle mani di Turpino, Carlomagno s’affrettò a far seppellire il cadavere, e riversò il suo amore sulla persona dell’arcivescovo. Turpino, per sfuggire a quell’imbarazzante situazione gettò l’anello nel lago di Costanza. Carlomagno s’innamorò del lago…”

    ( Italo Calvino, Lezioni Americane )
    ( E’ l’inizio della II Lezione , “Rapidità”, “Quickness”)

    4 Settembre, 2012 - 20:22
  20. Clodine

    O.T:
    E’ vero fiorenza, ci abbiam passato interi post a raccontare di gabbiani e di rondini. Ricordi dei rondoni che ogni anno nidificano sotto la mia gronda? Sono partiti: e stavolta la nidiata fu davvero numerosa…li vidi andare via, uno ad uno. I piccoli approcciarono un volo incerto, inizialmente, volteggiando su loro stessi con le alucce spalancate. Ma l’esitazione durò poco e subito viaaa un’impennata decisa…spiccarono il volo e in pochi minuti scomparvero dalla mia vista. Penso che l’estate stia volgendo al termine…grazie a Dio…

    4 Settembre, 2012 - 20:27
  21. Clodine

    Sono bellissime i racconti di I.alvino. Ricordo ancora il “Barone Rampante” , lo lessi tanti anni fa e ancira ne ricordo la tramal…bella anche questa che hai narrato. Mi piace!

    4 Settembre, 2012 - 20:32
  22. Marco

    Uh, uh, uh…
    Paparapapa…

    4 Settembre, 2012 - 20:46
  23. Gioab

    @ Leopodo
    “Se la nostra vita è la misura del mondo, il mondo ha senso come la nostra vita.”
    “Se” è un ipotesi da verificare.

    “Se ci sfiorasse anche solo per un attimo l’idea che per miliardi di persone tale misura è insopportabile, non ci scandalizzeremmo nell’ascoltare parole che attestano il fallimento totale dell’intrapresa del Salvatore.”
    Si tratta di sapere “se” l’idea la sfiora. Se non la sfiora non si scandalizzerebbe ma se la sfiora il problema è tutto solo suo.

    “aspettando che passi, come un mal di testa” Però per il mal di testa c’è sempre l’aspirina.

    4 Settembre, 2012 - 21:01
  24. Marco

    Aho, ma ndo cazzo state? Tutti a magnà?!?

    4 Settembre, 2012 - 21:11
  25. Ciao a tutti.
    Voglio lamentarmi un poco.
    E’ da un poco che non leggo (e quindi non ho occasione di poter anch’io fare) sane polemiche, belle litigate, accapigliamenti vari ecc…
    Ragazzi, l’estate è finita, diamoci da fare.
    I miei più cordiali saluti a tutti.

    Ps Ho detto “sana polemica”, cioè roba da e per persone intelligenti, non roba da “tifosi”…

    4 Settembre, 2012 - 21:57
  26. Però un sassolino lo vorrei lanciare…
    Siamo 200 anni indietro, no siamo 2000, chi lo ha interpretato nel senso buono e chi nel senso cattivo, ce ne era pure di materiale per qualche rissettina…
    Però ragazzi, dai! Siamo obiettivi.
    La Chiesa, è anni luce avanti, siamo addirittura in un’altra dimensione…
    Noi già siamo proiettati nel Regno di Dio…
    care le mie 1/2 calzette…

    4 Settembre, 2012 - 22:02
  27. Un saluto e un abbraccio alla mia compaesana Fiorenza.
    Abbraccio doppio, poichè pur sapendo che è grande lettrice, scopro con sorpresa che legge Calvino (e per me era scontato) e lo dichiara apertamente.
    Una volta, qui, per citare Calvino sono stato trattato con la puzza sotto al naso.
    Speriamo non facciano cosi anche con te.
    Salutoni!

    4 Settembre, 2012 - 22:13
  28. fiorenza

    Mi piace l’ “abbraccio doppio”! Contaccambio.
    Ubi, ci sei alla rificolona, Venerdì sera?

    4 Settembre, 2012 - 22:47
  29. fiorenza

    Cercando la canzone “La bella la va al fosso”, con quel “bel pescatore”, “o pescator che peschi”, che FedericoB ha citato e che io non conoscevo (vergogna!) ho trovato questa meraviglia. Piccolo regalo per la buonanotte:
    http://www.youtube.com/watch?v=F15PAjstikk

    4 Settembre, 2012 - 23:02
  30. fiorenza

    Hai visto, Marcolino, che anche lì ci sono gli uccelli? In una gabbietta… L’hai notato? O, ma è proprio una fissazione la mia!

    4 Settembre, 2012 - 23:06
  31. Marco

    Grazie fiorenza, guardo con attenzione.

    4 Settembre, 2012 - 23:23
  32. Marco

    “The loveliest singers”.

    4 Settembre, 2012 - 23:25
  33. @Ubi
    buongiorno da una 1/2 calzetta
    😀

    Oggi ho cominciato con un sorriso, grazie a tutti

    5 Settembre, 2012 - 8:03
  34. Buongiorno a tutti.
    Rispondo agli amici.

    Fiorenza, dopo aver lavorato tutto (ma proprio tutto! festivi e super-festivi inclusi…) il mese di agosto, sono in quel di Napoli a godermi una settimana e poco più di congedo. Quindi, no.

    Nico, un caro saluto. Non metterti in calze che non ti “calzano” affatto… 🙂

    5 Settembre, 2012 - 8:55
  35. Che poi, solo ora apprendo tramite l’informazione internettiana, che la storia del “siamo 200 anni indietro”, citata da Leonardo e Mabu, ha tutta una sua origine, è stata resa “mediatica” e addirittura dibattuta in tv (da eminenti “professoroni”; che poi a me le parole, per cosi dire, “scomponibili” mi sconfiferano 🙂 ) e non è uno spunto originale dei nostri due cari amici del pianerottolo.
    Quindi, mi rimangio tutto e non parliamone più…

    5 Settembre, 2012 - 9:09
  36. Federico B.

    La Bella la va al fosso è un canto popolare della Val Padana, forse di origine lombarda.
    Comunque lo cantavano anche nelle nostre campagne.
    Donne e ragazze chine sui campi, magari sotto il sole cocente della Bassa, sognavano una vita diversa o magari anche soltanto un’avventura come quella capitata alla “bella” della canzone…
    Mi è venuta in mente pensando al pescatore di Luigi: qui si parla di un pescatore che, su gentile richiesta della bella, e a patto di un “bacio” (o era altro?) ricompensatore, stava recuperando un anello caduto nell’acqua. Alla fine interviene il padre (quando i padri erano un’autorità e non evanescenti, “mammi” o amiconi complici dei figli: la legge e la morale): rovina la festa, interrompe le smancerie, redime la figlia pentita (il bel pescatore ovviamente si è subito defilato). Tutto sommato, istruttiva.

    5 Settembre, 2012 - 10:33
  37. Marco

    Il pescatore il giorno dopo recupera l’anello e lo consegna di nascosto alla bella, uscita a prendere l’acqua al pozzo. La bella dà appuntamento al pescatore nel bosco per il pomeriggio, quando il padre autoritario ronfa, sifinito dal lavoro nei campi.
    La bella e il pesacatore si vedono nel bosco, si baciano, si svestono e finalmente trombano in riva al fiume!
    Tutto è bene quel che finisce bene!
    Auguri e tanti pargoli alla bella e al pescatore!!! Evviva!!!

    5 Settembre, 2012 - 11:01
  38. Marco

    Amore ostacolato, Amore rafforzato.

    5 Settembre, 2012 - 11:14
  39. Federico B.

    @Marco,
    e se l’anello fosse il pegno d’amore di un altro fidanzato?
    E se il bacio richiesto dal peccatore in cambio del suo servizio fosse una molestia sessuale, che la bella non ha potuto respingere?
    In fondo la bella aveva proposto una ricompensa di trecento scudi…

    5 Settembre, 2012 - 13:39
  40. Marco

    Sottolineo il tuo lapsus: peccatore per pescatore.
    E qui Sigmund scriverebbe libri…

    5 Settembre, 2012 - 13:42
  41. Federico B.

    Chi compie molestie sessuali è senza dubbio un peccatore.

    5 Settembre, 2012 - 13:59
  42. lorenzo

    …e anche chi non le compie, lo è senza dubbio, peccatore.

    5 Settembre, 2012 - 16:24
  43. fiorenza

    “Una lustratina agli occhi…”
    Una lustratina agli occhi e poi via, per le strade. Per vedere il pescatore, per vedere Angelo il barbone, per “vedere”…

    6 Settembre, 2012 - 0:21
  44. Pescatore/peccatore: ecco il Vangelo di oggi:

    Vangelo Lc 5, 1-11
    Lasciarono tutto e lo seguirono.

    Dal vangelo secondo Luca
    In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
    Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
    Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
    E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

    6 Settembre, 2012 - 13:00
  45. Gioab

    @ antonella lignani
    “Vangelo Lc 5, 1-11 – Lasciarono tutto e lo seguirono.”

    Distinta Antonella, la sua citazione me ne ha fatta venire in mente un’altra:

    “E le folle gli chiedevano: “Che dobbiamo fare dunque?” Rispondendo, diceva loro: “Chi ha due vesti ne dia parte a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia lo stesso”. Ma anche gli esattori di tasse vennero per essere battezzati, e gli dissero: “Maestro, che dobbiamo fare?” Egli disse loro: “Non esigete nulla di più della tassa prescritta”. E quelli in servizio militare gli chiedevano: “E noi che dobbiamo fare?” E disse loro: “Non angariate né accusate falsamente nessuno, ma siate soddisfatti delle vostre provvisioni” ( Lc 3.10-14)

    Che dobbiamo fare dunque ? Lasciare tutto e seguire o accontentarci delle provvisioni ?

    6 Settembre, 2012 - 18:16
  46. fiorenza

    Tutto questo parlare che si è riversato su di noi in prossimità e subito dopo la morte del cardinal Martini, in questi giorni…
    E in un modo così strano, così rancoroso e insistente..
    Come se, per usare il linguaggio di questo post, in un fiume che scorre già non più puro fosse andata a sboccare, vicino alla foce, la Cloaca Massima.
    Mai avuto niente contro il cardinale Martini.
    Ma ora, ora questo inarrestabile affluire, insieme all’acqua, di tutti i velenosi residui del martinismo -dell’antimartinismo, anche- confesso che mi toglie il respiro.
    Se non ci fosse, per grazia di Dio, là, fermo, immobile come pietra su pietra, a tirarci fuori da ques’aria pesante, quel qualcuno…
    Quel qualcuno che ha inviato, perché fossero lette al funerale, le sue parole come sempre alte, serene…
    Se non ci fossse lui sarebbe un po’ più difficile, ora, non essere travolti, persi nel ribollire di tutti questi umori, di tutte queste -oh, certo, legittime- e personalissime corrrenti che l’una con l’altra e l’una contro l’altra si annullano nello stesso ristagnare e imputridire del mondo…Ma lui, la sua azione, il suo magistero, c’è: “Avete il novo e ‘l vecchioTestamento, / e ‘ l pastor della Chiesa che vi guida; / questo vi basti a vostro salvamento” .

    7 Settembre, 2012 - 1:38
  47. Luigi Accattoli

    Fiorenza io sono con te.
    Il martinismo e l’antimartinismo sono come la tigna e la grattata.

    7 Settembre, 2012 - 15:35
  48. Clodine

    Anche io sono, decisamente, d’accordo con Fiorenza.

    7 Settembre, 2012 - 18:50
  49. In questo spazio, il richiamo al Vangelo del pescatore-peccatore è una vera perla.

    7 Settembre, 2012 - 20:50
  50. Clodine

    e intanto ci andiamo chiedendo come siano state distrutte le radici cristiane
    dell’Europa, anche per via di un’incessante logorio del sistema mediatico basato sulle calunnie contro la Chiesa di Roma. Calunnie di natura ideologica, oltre che storica…
    Dovremmo avere uno scatto di orgoglio e di fede, ma sopratutto di graditudine per quel crocifisso scomparso dagli ambienti scolastici e dai luoghi civili, far sentire la voce di chi crede nella Chiesa di Cristo, contro le ingerenze continue che descrivono la Chiesa romana come una plurisecolare associazione a delinquere,criminale,oscurantista e totalitaria. Ritengo questa vulgata , menzognera e capziosa. Anche sostenre che la Chiesa ha tradito l’originaria dottrina di Gesù e degli apostoli, sui temi del potere e della povertà, oppure l’altra, dove la si accusa di aver spalleggiato tiranni e sanguinari, o che abbia voluto sostituirsi alla pubblica autorità. E voglio fare mie le parole di un apologeta agnostico del cattolicesimo, Leo Moulin:
    «Reagite, voi cattolici, a quell’irrazionale masochismo che si è
    impadronito di voi dopo il Vaticano II. La propaganda menzognera che inizia nel Settecento, e forse anche prima, è riuscita ad ottenere la sua più grande vittoria,dandovi una cattiva coscienza, persuadendovi che siete colpevoli di tutti i mali delmondo, che siete gli eredi di una storia da dimenticare. E invece non è così. Studiatela,questa vostra storia, e vedrete che l’attivo di questi duemila anni supera ampiamente il passivo. E non dimenticate di confrontare i frutti di Gesù e di suoi discepoli come Benedetto, Francesco, Domenico, con i frutti di altri alberi, di altri “maestri”. Il confronto vi riaprirà gli occhi»

    8 Settembre, 2012 - 11:31
  51. Gioab

    E’ simpatica quella vignetta del tizio che con lo scolapasta in testa si dava le padellate…. Così, tanto per pescare nella cloaca mi è capitata l’intervista di Ravasi sul Fatto:
    “la presenza della chiesa è(ed è stata)una risorsa per lo stato italiano.”
    Si riferisce certamente a tutti quei beni che lo stato Vaticano ha confiscato con i suoi sgherri, nei secoli ai poveracci. Ma se facciamo un bilancio tra quello che ha preso e quello che ha dato, il saldo è che ha venduto solo speranze spirituali in cambio di realtà materiali. Senza nessuna legittimità. Non per nulla si parla della “FALSA” donazione di Costantino dietro alla quale volevano nascondere la loro legittimità dei possedimenti materiali terreni.
    Essendo quello cattolico un regno spirituale non si capisce perché hanno sempre mantenuto il possesso materiale ottenuto con l’esercizio dell’inganno.
    Mi ricorda un famoso spot : “non vende sogni ma solide realtà! “ Ma qui di realtà ce ne sono pochine oltre le famose pere di un tempo.

    8 Settembre, 2012 - 12:13
  52. Clodine

    «Date retta a me, vecchio incredulo che se ne intende: il capolavoro della propaganda anti-cristiana è l’essere riusciti a creare nei cattolici una cattiva coscienza; a instillargli l’imbarazzo, quando non la vergogna, per la loro storia. A furia di insistere, dalla Riforma sino ad oggi, ce l’hanno fatta a convincervi di essere i responsabili di tutti o quasi i mali del mondo. Vi hanno paralizzati nell’autocritica masochistica, per neutralizzare la critica di ciò che ha preso il vostro posto….”

    continua…

    8 Settembre, 2012 - 13:38
  53. Clodine

    Femministe,omosessuali, terzomondiali e terzomondisti, pacifisti, esponenti di tutte le minoranze, contestatori e scontenti di ogni risma, scienziati, umanisti, filosofi, ecologisti, animalisti, moralisti laici: da tutti vi siete lasciati presentare il conto, spesso truccato, senza quasi discutere. Non c’è problema o errore o sofferenza della storia che non vi siano stati addebitati. E voi, così spesso ignoranti del vostro passato, avete finito per crederci, magari per dar loro manforte. Invece io (agnostico, ma storico che cerca di essere oggettivo) vi dico che dovete reagire, in nome della verità. Spesso, infatti, non è vero. E se talvolta del vero c’è, è anche vero che, in un bilancio di venti secoli di cristianesimo, le luci prevalgono di gran lunga sulle ombre. Ma poi: perché non chiedere a vostra volta il conto a chi lo presenta a voi? Sono forse stati migliori i risultati di ciò che è venuto dopo? Da quali pulpiti ascoltate, contriti, certe prediche?»
    (Leo Mouli

    8 Settembre, 2012 - 13:38
  54. Clodine

    A Leo Moulin…un sentito ringraziamento

    8 Settembre, 2012 - 13:40
  55. fiorenza

    Nico, che intendevi dire con quel “In questo spazio, il richiamo al Vangelo del pescatore-peccatore è una vera perla”?

    No, scusa, preciso meglio la mia domanda:
    che intendevi dire scrivendo “pescatore-peccatore” ?

    O: che intendeva Antonella con la sua espressione “pescatore/peccatore” ?

    8 Settembre, 2012 - 20:18
  56. fiorenza

    “come la tigna e la grattata”:

    mi colpisce non soltanto il vigore “dantesco” di questa espressione ma anche l’inesauribile contenuto di pensiero che in essa è celato e che rende possibile una tale concisione.
    Con tutta l’efficacia che soltanto da una forza concentrata si può sprigionare.

    E mi è tornata in mente una riflessione di Simone Weil sul circolo senza uscita in cui, inevitabilmente, veniamo intrappolati dal male:

    “Il peccato che abbiamo in noi esce da noi e si propaga al di fuori, esercitando un contagio, sotto forma di peccato. Così, quando siamo irritati, chi ci è vicino si irrita”.
    “Ma – prosegue poi- a contatto di un essere perfettamente puro c’è trasmutazione, e il peccato diventa sofferenza. L’essere perfettamente puro trasforma in sofferenza tutta quella parte del peccato del mondo che viene a contatto con lui. E’ questa la funzione del giusto di Isaia, dell’Agnello di Dio. E’ questa la sofferenza redentrice”.
    (Quaderni III, p.206)

    8 Settembre, 2012 - 20:28
  57. fiorenza

    Perché ho fatto a Nico quella domanda?
    Perché sembra alludere, quella formula sbrigativa, quello schema, quella formula graficamente schematica (“pescatore-peccatore” ) (o “pescatore/ peccatore”), alla condizione -come alcuni dicono- dell’uomo “totale”, dell’uomo visto “finalmente” nella sua cosiddetta interezza, nella sua (immaginaria) completezza (il diavolo e l’acqua santa, insomma).
    Sarebbe lo stesso anche se si rinunciasse a quei due segni di unione e si scrivesse “pescatore peccatore” e basta. Anzi, sarebbe anche peggio.

    Per come la vedo io (non so che cosa, in realtà, Nico, intendevi tu) la “vera perla” che tu segnali, la perla di quel passo del Vangelo richiamato da Antonella, non sta certo nell’idea di una coincidenza degli opposti come approdo, come visione più ampia delle cose, più esperta degli uomini, più avvertita di come stanno in noi le cose. Perché è questo, in fondo , ciò a cui quella formula fa immediatamente pensare. Questo: che noi in fondo siamo santi/peccatori, santi-peccatori. Ma la “perla”, così, va perduta.

    La “perla”, a me pare, è proprio la chiara indicazione, in quel passo, di che cosa sia, invece, l’uscita dalla condizione del “pescatore-peccatore”. E’ l’indicazione di che cosa sia, e di come sia possibile, la morte del peccatore e la nascita della “nuova creatura”, salvata-che può trarre in salvo: pescatore di uomini.
    Che quella uscita, che quella morte, debba ripetersi per ognuno di noi le mille volte, 70 volte 7 ogni giorno, ogni ora, non cambia la sostanza della cosa.

    Il peccatore non sa di essere tale (il peccato, il male, fugge la luce: è senza luce, senza coscienza di sé) e perciò rimane e non può che rimanere peccatore.
    Non appena la Luce lo investe ed egli si confessa peccatore, come Pietro in quel passo del Vangelo, ecco, allora, proprio in quel preciso istante, il peccatore (l’ibrido del pescatore- peccatore) muore, scompare, cessa, non c’è più.
    E allora il Signore può dire: “d’ora in poi…” .
    Incipit Vita Nova.
    Che questo istante, che questo inizio, che questa nuova nascita, debba ripetersi per Pietro e per ognuno di noi le mille volte, non cambia la sostanza della cosa.

    8 Settembre, 2012 - 20:50
  58. @Fiorenza
    Le perle, piccole o grandi, a volte si trovano per caso:
    il parallelo tra pescatore e peccatore nasce da un refuso (che qualcuno aveva ritenuto freudiano).
    Poi però, un post dopo l’altro, tra sorrisi, scambi di canzoni e ricordi, lustratine agli occhi, opere d’arte e confronti di opinioni, il Vangelo emerge come una sintesi. Una perla.
    Che io trovo bellissima.

    8 Settembre, 2012 - 20:55
  59. Scrivevamo in contemporanea.
    Della medesima bellezza, sempre nuova e sempre antica.

    8 Settembre, 2012 - 21:02
  60. fiorenza

    Davvero, “in contemporanea”, Nico. Come due mercanti che vanno in cerca di belle perle e…

    8 Settembre, 2012 - 21:13
  61. Luigi Accattoli

    Straordinarie le mie donne.

    8 Settembre, 2012 - 22:03
  62. Marco

    Luigi, quel “mie” tradisce il suo approccio vetusto.

    Tuttavia, il nostro vaticanista ha mostrato sensibilità alla questione femminile nella Chiesa, come si evince dal seguente video:
    http://www.youtube.com/watch?v=3r48nbfv1Jw

    Peccato che sia sufficiente un cenno gerarchico per rimetterlo in riga…

    9 Settembre, 2012 - 13:20
  63. Clodine

    Straordinario il nostro Luigi.

    9 Settembre, 2012 - 14:08
  64. Luigi Accattoli

    Nico il testo sulla lavanda dei piedi – immagino sia tuo – mi tocca, come supponevi. In risonanza a esso segnalo un’esperienza forte della lavanda fatta in casa, da parte di una figura di santa, Clelia Barbieri, che merita di essere conosciuta. La racconto nel libretto DIMMI LA TUA REGOLA DI VITA e qui riporto il brano.

    Per la traccia dello stare a tavola con il Signore, ho scelto una bellissima figura di santa, Clelia Barbieri (Le Budrie di San Giovanni in Persicelo, Bologna, 1847-1870), straordinariamente significativa ma sconosciuta ai più: e proprio per questo l’ho scelta, potendo pescare ovunque dei modelli di partecipazione alla riunione della domenica, perché quasi tutti i nostri santi vengono da lì. Mi sono convinto che Clelia – fatta beata da Paolo VI nel 1968 e canonizzata da Giovanni Paolo II nel 1989 – è la più originale figura di santa italiana che sia stata riconosciuta ai nostri tempi.
    Contadina quasi analfabeta, riunisce attorno a sè un gruppo di ragazze per farne delle “operaie della dottrina cristiana”, avendo intuito l’importanza dell’insegnamento nei tempi anticlericali che si trovava a vivere e muore di tisi a 23 anni. Aveva ricevuto per intero la sua formazione partecipando alla messa domenicale.
    E’ appunto una domenica in chiesa che comprende pienamente la sua vocazione e – tornata a casa – scrive quella lettera al “caro il mio sposo Gesù”, che è l’unico suo scritto che ci sia rimasto: “Grande sono le grazie che Iddio mi fa il giorno 31 del mese di gennaio 1869 nel mentre che io mi trovava in chiesa a udire la santa Messa mi sentì una ispirazione granda”. Ne viene una preghiera così ardente che non la dimenticherai più, mio lettore, quando l’avrai sentita anche solo una volta, sgrammaticata com’è: “Signore apprite il vostro cuore e butate fuora una quantità di fiamme da more e con queste fiamme acendete il mio, fate che io brucio da more” (Luciano Gherardi, Il sole sugli argini. Testimonianza evangelica della beata Clelia Barbieri, Edizioni Paoline, Roma 1980, p. 146).
    Per avere un’idea di come Clelia impari in chiesa ogni parola e ogni gesto della sua passione cristiana, ecco – nel racconto di una compagna – la lavanda dei piedi che inventa e realizza per l’ultima settimana santa della sua vita: “Il giovedì santo mi ordinò di cercare 12 ragazze di 16-17 anni, le fece sedere e, postasi alla cintura un grembiule, lavò loro i piedi. Quindi si sedette con loro a una specie di cena, fatta di radicchi e di una bevanda amara con erbe bollite, che somministrò dentro dei bicchieri fatti a forma di calice. Poi, inginocchiatasi sopra una sedia fra due armadi, parlò quasi mezz’ora della cerimonia compiuta, esortando le presenti a una grande devozione alla passione del Signore. Poi si andò insieme alla chiesa a recitare le preghiere” (ivi, p. 153).
    Morirà dicendo alle compagne queste parole bibliche e contadine: “Amate e temete il Signore, perché è grande e buono”.

    9 Settembre, 2012 - 15:54
  65. Luigi Accattoli

    Ancora Nico. “Quindi i genitori laveranno i piedi uno dell’altro”: queste le parole che ho più apprezzato in quel testo sulla Cena. Perchè le più inaspettate. Anche per esse ho una risonanza, che segnalo con un brano di un libro che ho scritto e che non è ancora pubblicato. Si tratta del profilo del padovano Francesco Canova (1908-1998), fondatore del CUAMM, di cui qui nel blog ho parlato più volte, e che sta per essere stampato dalla San Paolo. Ricordi che un giorno ci siamo incontrati, tu ed io, a Padova, in via San Francesco, la via del CUAMM, essendo io nella tua città per documentarmi sul Canova? Ebbene egli racconta – in una memoria inedita destinata alle figlie – che quando si sposò, la sposa la sera gli lavò i piedi. Qui il paragrafo che dedico al fatto, con le parole del protagonista e il mio commento:

    “In compenso vostra mamma la sera dello sposalizio mi lavò i piedi ed una tale cerimonia fu da noi sempre ricordata. La sera del 10 gennaio 1946, quando tornai dopo sei anni di lontananza, io le feci notare che i miei piedi erano puliti: ‘Vedi che piedi puliti?’ e anche questa frase entrò nel nostro vocabolario domestico. Ci sposammo con meno di 500 lire in tasca che si ridussero a 300 quando partimmo per Kerak ai primi di marzo, ma eravamo felici come fringuelli” (ivi). La lavanda dei piedi della sposa allo sposo è un creativo gesto evangelico suggerito dalla cultura biblica a cui Reginetta e Francesco erano stati avviati dalla pedagogia fucina e dalla comune passione per la figura di Cristo: “Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri” (Vangelo di Giovanni, capitolo 13).

    9 Settembre, 2012 - 16:15
  66. Marco

    Fidarsi di Luigi?

    Non so… Che il suo plauso ad una lavanda dei piedi a dodici donne sia solo un modo di simboleggiare un risarcimento?
    Intendo che senza il coraggio di rendere effettive le conseguenze e le implicazioni del riconoscimento della necessità di un risarcimento alla Donna, si annulla l’importanza tutta,per intero del riconoscimento stesso.

    9 Settembre, 2012 - 17:53
  67. Marco

    “Finché si è inquieti si può stare tranquilli”.

    9 Settembre, 2012 - 17:56
  68. Luigi, la cosa è nata quasi per caso, dopo la lettura di un bell’articolo su vinonuovo
    http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=780

    La proposta che ho strutturato era rivolta ai genitori della scuola materna.
    Ciò che mi ha molto sorpreso è stata l’adesione. Senza nessun preavviso, né urgenze ‘sacramentali’, per una cosa assolutamente nuova, hanno aderito 11 famiglie su una settantina: un’enormità, me ne aspettavo una o due!
    E poi le reazioni sono state, come ti ho anticipato, molto buone.

    Grazie delle risonanze. Davvero.

    9 Settembre, 2012 - 18:06

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