La camorra non sente la puzza

– Mi sa dire che sono queste impalcature?

– Sono le tribune per la parata di domani.

– Che parata?

– Quella del 2 giugno per la festa della Repubblica.

– Lei mi sembra una persona informata e forse mi può spiegare che sta succedendo a Napoli: perché i napoletani non vogliono la raccolta della monnezza?

– La vogliono sì, ma c’è la camorra che mette i bastoni tra le ruote.

– Ho sentito questo fatto ma non lo capisco: se c’è la puzza la sente anche la camorra, non le pare?

– La camorra non si preoccupa della puzza ma vuole tangenti sulla raccolta dei rifiuti.

– Ora ho capito! Se le cose stanno così bisogna pregare San Giuseppe Moscati.

(Conversazione tra una donna con fagotti e un passeggero con occhiali udita sul bus 84 in transito per via dei Fori Imperiali, a Roma, alla vigilia del 2 giugno)

38 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Quell’idea di ricorrere al santo medico napoletano lì per lì mi parve legata al solo timore che la “puzza” della monnezza possa provocare un’epidemia, ma la rapida sicurezza dell’indicazione data da quella donna che sapeva porre le domande mi consigliò di indagare. Ho consultato una biografia del Moscati e vi ho letto che “nel 1911 un’epidemia di colera funestò Napoli ed egli fu chiamato a svolgere la sua opera di ricerca dall’Ispettorato della Sanità Pubblica, presso la quale presentò una relazione sulle opere necessarie per il risanamento della città”. Qualcuno può segnalare quella relazione al sottosegretario Bertolaso?

    2 Giugno, 2008 - 9:24
  2. lycopodium

    Ci vuole proprio un miracolissimo del santo collega. Facciamo una veglia di preghiera?

    2 Giugno, 2008 - 9:38
  3. Sumpontcura

    Grazie, Signore, che hai tenuto nascoste molte cose ad anziani e supponenti laureati e le hai rivelate, invece, ai bambini e alle donne con fagotti.
    Una bella lezione, per me che fino a poco fa non sapevo assolutamente nulla di Giuseppe Moscati (1880-1927), beatificato da Paolo VI e canonizzato da Giovanni Paolo II. Un personaggio simpaticissimo, stando al sito dei Gesuiti di Napoli che da lui prende il nome, e di grande modernità oltre tutto (i nostri “modernisti” gli vorranno perdonare, spero, il ventennio trascorso non per sua colpa nell’Ottocento polveroso).
    Fra i suoi “pensieri” più convincenti, che toccano temi quali l’eugenetica, i rapporti fra scienza e fede, la terapia del dolore, vorrei riportarne uno che piacerà forse a tutti i frequentatori del pianerottolo, e di sicuro a Luigi:
    “Gli ammalati sono le figure di Gesù Cristo. Molti sciagurati, delinquenti, bestemmiatori, vengono a capitare in ospedale per disposizione della misericordia di Dio, che li vuole salvi! Negli ospedali la missione delle suore, dei medici, degli infermieri, è di collaborare a questa infinita misericordia, aiutando, perdonando, sacrificandosi. Coltivando nel cuore rancori, si finisce per trascurare questa missione, affidata dalla Provvidenza a coloro che assistono gli infermi; si trascurano pure gli infermi. Ogni tanto però il Signore dà un segno della sua presenza e consapevolezza. All’improvviso muore un ammalato, che non si è saputo attrarre e circondare di cure affettuose! Speriamo che il Signore gli sia vicino, nel momento estremo!”
    [Foglietto scritto da Moscati, datato 17 gennaio 1922, e trovato in un libro dopo la sua morte.]

    2 Giugno, 2008 - 11:55
  4. ignigo74

    va bene, preghiamo san Moscati (che mi pare uno splendido esempio di fusione armonica tra fede e ragione).

    PERO’.

    “Le mani sulla città” e del 1963.
    “Gomorra” è di oggi (libro letto l’anno scorso e film che ho visto ieri notte).

    Scusate ma in 40anni di provocazioni profetiche – il titolo stesso gomorra gioca sulla matrice biblica di ogni autentico grido profetico – I NAPOLETANI COSA HANNO FATTO? Io non ho mai votato Lega nè mi si può accusare del più minimo sentimento razzistico o di superiorità nei confronti del sud, MA qui si tratta di avere il coraggio, il coraggio, il coraggio di dire che lo stato fa schifo in modo indicibile e in modo incommensurabile e che i residenti partenopei per qualche motivo culturale che è stato anche suggerito preferiscono sopravvivere senza lavorare che vivere impegnandosi (con le debite ma numericamente irrilvanti eccezioni).

    Ho la foto di un contadino peruviano che in cima a non so che sperduta collina del Perù butta la spazzatura di fronte a un cassonetto differenziato.

    Aperto ad ogni cambiamento e desideroso di vedere luce in via Toledo,
    vostro Ignigo.

    2 Giugno, 2008 - 14:15
  5. don78

    Caro Ignigo,

    credo che ti aspettavi una risposta da quel terrone di don78. Onestamente non sarò molto esaustivo, perchè del problema che hanno a Napoli non c’ho capito molto (forse perchè non ho letto tutti i libri che hai letto tu) e di solito non mi piacciono le risposte semplici e generalizzanti ai problemi complessi.

    Ti rispondo con una domanda.
    Tu dici che i napoletani preferiscono sopravvivere senza lavorare. Più o meno è la stessa cosa che dicono qua all’estero di tutti gli italiani in generale. Anche partendo dalle immagini di Napoli, ma mettici dentro anche la mafia, la figuraccia dell’Alitalia, il traffico impossibile (poi per loro anche Roma è zozzissima) fino ad arrivare alla caricatura degli italiani che ci hanno fatto ultimamente in Germania: cafoni, compra-arbitri, “traffichini”, disonesti etc.) Come risponderesti tu ad una tale stupida generalizzazione sugli italiani?

    2 Giugno, 2008 - 14:42
  6. Clodine

    Se Roma è zozzissima non lo è certo per i romani, anzi, a noi, poveri, non ci resta che subire non solo la mole dei cortei -tipo confindustria, coldiretti, ecc provenienti da ogni dove per manifestare contro il governo – ma anche gli “insulti” dei turisti: tedeschi, inglesi, e via discorrendo i quali in casa loro ti fanno raccogliere finanche la polvere che trascini sotto le suole, ma non appena mettono piede nelle nostre città si danno alla pazza gioia. Tutte quelle lattine scaraventate nelle fontane del centro stroico, e i cartoni della pizza a taglio ed ogni genere di immondizia chi la produce se non i loro bivacchi?? Mi sembra di aver già detto che sono cooperatrice salesiana e animo tutte le sante messe della cappella, ma non vi ho detto che c’è l’ostello dove soggiornano gruppi provenienti non solo dall’Italia ma dal mondo… Ebbene, vi farei vedere quando vanno via cosa lasciano..anzi..cosa NON lasciano !!!! NOComment !

    2 Giugno, 2008 - 15:31
  7. Clodine

    X Ignigo74.
    Sai che ultimamente c’è stato un gruppo di ragazzi di Milano? Erano tantissimi seguiti da un paio di sacerdoti giovani che hanno celebrato con il rito ambrosiano…
    Li ho aiutati a preparare l’altare e terminata la celebrazione abbiamo parlato un bel po’ della situazione su da voi ecc.. siamo diventati amici. Erano a qui in città entusiasti di visitare Roma e soprattutto di vedere il papa da vicino, attendevano l’udienza e sarebbero rientrati fine settimana. Ho pensato a te…te lo confesso ignigo, quasi quasi volevo chiedere se ti conoscevano!?..

    2 Giugno, 2008 - 15:41
  8. Leonardo

    Munasterio ‘e Santa Chiara…
    ‘Nchiuse dint’a quatto mura,
    quanta femmene sincere,
    si perdévano ll’ammore,
    se spusavano a Gesù!

    Funtanella ‘e Capemonte…
    mo, si pèrdono n’amante,
    giá ne tènono ati ciento…
    ca, na femmena ‘nnucente,
    dice ‘a gente, nun c’è cchiù!
    No…nun è overo…
    No…nun ce crero…
    E moro pe’ ‘sta smania ‘e turná a Napule!
    Ma ch’aggi”a fá…
    Mme fa paura ‘e ce turná!

    2 Giugno, 2008 - 16:01
  9. Luigi Accattoli

    Grazie Sump del bel testo del Moscati. Una figura che merita migliore conoscenza e che potrebbe contribuire al riscatto dell’immagne di Napoli, un po’ come Falcone e Borsellino per la Sicilia.

    2 Giugno, 2008 - 17:06
  10. Leonardo

    Nella mia tranquilla cittadina, ieri mattina, al termine di una “notte bianca” patrocinata e sostenuta dal comune (quando verrà il giorno in cui gli enti locali non avranno più neanche un centesimo da spendere in queste puttanate?), due giovani sono stati trovati, durante la prima messa in cattedrale, dentro un confessionale intenti a pratiche di sesso orale (fellatio, per la cronaca). Certo non è casuale che due scelgano proprio un confessionale per farsi un pompino. È un atto altamente simbolico, e a suo modo molto intelligente. Un attacco al cuore del sistema, come si sarebbe detto una volta.

    Salto subito alle conclusioni: qui c’è stato un certo dibattito su castità, purezza ecc. Attenti: la questione del sesso è cruciale. Il colpo da maestro di Satana (passatemi per una volta un’espressione un po’ … levefriana) è stato convincere quasi tutti che la chiesa aveva sempre sbagliato dando tutta quell’importanza ai peccati sessuali, che i problemi sono altri ecc, ecc, Il bello è che si convincevano i cristiani (laici e preti!) di questo nello stesso momento in cui si esibiva il più smaccato pansessualismo.
    Invece, come la chiesa ha sempre saputo, il sesso ha a che fare con tutto, anche con quello che sembra non c’entri un fico secco (per questo avevo stravagantemente – e forse incomprensibilmente – citato quelle strofe di Munasterio ‘e Santa Chiara, in un contesto in cui si parlava di tutt’altri problemi napoletani.

    2 Giugno, 2008 - 22:18
  11. Clodine

    Ma io t’avevo capito caro Leonardo! Non osavo per timore che, forse, poteva essere semplicemente la mia impressione, invece avevo compreso l’antifona…

    Che ridere, mamma mia !! ….O Gesù d’amore acceso, non t’avessi mai offeso!!

    2 Giugno, 2008 - 22:34
  12. Clodine

    Ahhahahahahhhhahhhhhhh

    Mamma mia…che ridere!

    2 Giugno, 2008 - 22:38
  13. Clodine

    Adoro il Mantegna, ma non riesco a tradurre completamente e perfettamente. Mi dispiace tantissimo, sarebbe stato interessante!

    Riguardo al sesso nella storia dell’ arte potremmo parlare a lungo. E che dire della scelta ridicola di mettere le braghe ai famosi nudi michelagioleschi ?? Il Braghettone (Daniele da Volterra) ne sa quancosa…a lui l’arduo compito di compiere lo scempio…

    Comunque Leonardo mi ha fatto morire dal ridere.

    Un salutone affettuoso

    2 Giugno, 2008 - 22:48
  14. Sumpontcura

    Giuseppe Gioachino Belli, in un sonetto del 24 novembre 1831 (“L’ordegno spregato”), antivede l’episodio di Cesena, ponendo – com’è giusto – la distinzione di fondo fra uomini e cani. Riporto le sole terzine:

    “Bbenedetta la sorte de li cani,
    che se ponno pijjà cquer po’ de svario
    senz’agliuto de bborza e dde ruffiani.
    E pponno fotte in d’un confessionario,
    ché nu ll’aspetta com’a nnoi cristiani
    sta fregna de l’inferno e del Vicario.
    (Benedetta la sorte dei cani, che possono prendersi quel po’ di divertimento senza dover ricorrere a quattrini o ruffiani; e possono fottere in un confessionale, ché non gli tocca – come a noi esseri umani – fare i conti con l’inferno e col Vicario del buoncostume).

    Dal sito ANSA suggerito da Lycopodium:
    “Siamo atei – si sono giustificati con i carabinieri – per noi fare sesso in chiesa è come farlo in qualsiasi altro posto”. Bau!

    3 Giugno, 2008 - 5:22
  15. Sumpontcura

    Il “popolano collettivo” del Belli, in data 18 dicembre1832, ce ne racconta un’altra dello stesso genere, ambientata al “Caravita” in Roma: “Oratorio annesso alla casa gesuitica di Sant’Ignazio, e dai padri Gesuiti ufficiato. Fu fondato da un padre Caravita o Garavita di Terni, e serve ad uso di esercizii di pietà. Ivi si danno i così detti esercizii alle Dame; ivi è un’opera di missioni; ivi è eretto un sodalizio di compagni e collaboratori de’ missionari, detti volgarmente i Mantelloni, dal lungo mantello nero che indossano; ivi finalmente, oltre le funzioni diurne dei giorni feriali e festivi, in ciascuna sera dell’anno, dall’avemaria alla prima ora della notte si adunano molti uomini a recitare preci, a udire dei sermoni, a confessarsi, e in tutti i venerdì come in altre sere della settimana a disciplinarsi: ciocché si eseguisce al buio non senza gravi inconvenienti talora accadutivi. Terminato quindi il trattenimento, alcuni dei più zelanti escono dall’oratorio, e seguiti da altri divoti (quasi tutta gente volgare) si diramano per la città recitando il rosario interpolato da canzoncine divote: e tanto bene prendono misura fra il tempo e la via, che giunti, chi a tale e chi a tal altra Madonna delle quali non è penuria per le strade di Roma, ivi come a meta del loro viaggio termina appuntino il rosario e s’intuonano le litanie. Al fine di queste e di altre prozioncelle, parte in prosa e declamate, parte in versi e cantate, ciascuno al saluto di Sia laudato Gesucristo risponde sempre con un Sempre sia laudato, e va al suo qualunque piacere”. Il sonetto ha per titolo “L’ingeggno dell’Omo”, ed eccone il testo:

    Er venardí de llà, a la vemmaria,
    io incontranno ar Corzo Margherita,
    je curze incontro a bbracciuperte: «Oh Ghita,
    propio me n’annerebbe fantasia!».

    Disce: «Ma indove?». Allora a l’abborrita
    je messe er fongo e la vardrappa mia,
    e ddoppo tutt’e ddua in compagnia
    c’imbusciassimo drento ar Caravita.

    Ggià llí ppare de stà ssempr’in cantina:
    e cquer lume che cc’è, ddoppo er rosario
    se smorzò pe la santa dissciprina.

    Allora noi in d’un confessionario
    ce dassimo una bbona ingrufatina
    da piede a la stazzione der Zudario.

    (Venerdì dell’altra settimana, al tramonto, incontrando Margherita in via del Corso le corsi incontro a braccia aperte: “Ghita, ne avrei proprio una gran voglia!”. Dice: “Ma dove?”. Allora, lì sul momento, le feci indossare il mio cappello e il ferraiolo e poi tutti e due ci imbucammo dentro il Caravita. Già lì è sempre buio (sembra di stare sempre in cantina); e quella poca luce che c’è si spense, dopo il rosario, per procedere all’autofustigazione (la santa disciplina). Allora noi, dentro un confessionale, ci facemmo una bella scopatina all’altezza della stazione della Veronica).

    3 Giugno, 2008 - 5:24
  16. “La lussuria – non il sesso tout court – ha a che fare con il potere”, ha detto una volta Timothy Radcliffe in una conferenza.
    Penso sia vero.
    Il sesso in sé è cosa buona (Crescete e moltiplicatevi!), la lussuria viene da una distorsione dei rapporti, dove uno deve mostrare in qualche modo di prevalere (su se stesso, sull’altro/a, sulla società, sui suoi pari, etc….)
    Non so se sbaglio

    3 Giugno, 2008 - 8:44
  17. ignigo74

    Ma si dai, non facciamola poi così grossa.
    Mi ferisce solo un pò l’idiozia di due che già sono “dark”… inutile ragionare con loro: si perdano nel sesso orale così almeno non faranno figli.
    E poi don S. ed io abbiamo trovato tra le carte stupende di un santuario millenario le indicazioni di un prevosto di fine ‘600 che suggeriva ai giovani chierici in servizio all’altare maggiore di controllare bene dietro la nave marmorea dell’altare che “v’è un grande trafico e non raramente vi sorpresi taluni ad amoreggiare cum puellis” (sic).
    Un’altro documento, firmato dal penitenziere maggiore della cattedrale di genova alla fione del ‘700, ricordava a tutto il clero secolare e regolare i voti e le promesse di castità, “specialmente nei tempi forti dell’annop liturgico”.
    Specialmente geniale.

    3 Giugno, 2008 - 9:05
  18. ma perchè poi c’è sempre qualcuno che la deve buttare sul sesso?
    Periodicamente, questo ritornello,
    cosa nasconde questa sorta di mantra…..
    ovviamente se la si butta sul sesso, è sempre per suscitare umori, emozioni, forti….
    Vangelo vissuto?
    Comunque chi ne sente tanta necessità di parlarne, psicologia insegna,
    che ha qualcosa da risolvere…… in se…. o lo vuole risolvere negli altri…..

    3 Giugno, 2008 - 9:12
  19. 2 giugno, mafia, sesso,
    me li devo giocare

    3 Giugno, 2008 - 9:16
  20. don78

    Grazie Sump e Ignigo
    per la documentazione storica in merito al sesso in confessionale….

    … almeno stavolta eviteremo di sentire la solita solfa che anche questo è frutto della riforma liturgica, del novus ordo e degli abusi liturgici! 🙂

    3 Giugno, 2008 - 9:34
  21. Luigi Accattoli

    A Matteo e a chi vuole sul modo di procedere. Non te la prendere con chi “periodicamente” la “butta sul sesso”, che mi parrebbe un esorcismo atto a rinfocolare la disputa, se la tua intenzione è di attenuarla. Vale lo stesso per chi leggendo qualcosa in difesa degli zingari dica: “Ecco i soliti che devono salvarsi l’anima con qualcosa di politicamente corretto”. E così via quando capiti uno che loda papa Giovanni o un altro che esalta papa Pio. O volano frecce indirizzate al vecchio o al nuovo Ordo Missae. A evitare che i blog diventino ring, o si appiattiscano su una sola opinione, mi pare salutare che ognuno lasci dire su argomenti che sente di meno, anche al santo fine di apprendere su temi sui quali altri investono di più, limitando al “caso serio” l’espressione del dissenso. Un dissenso non necessario lo esprime ottimamente il silenzio, non ti pare?

    3 Giugno, 2008 - 10:22
  22. Razionalmente concordo al 100×100

    3 Giugno, 2008 - 10:36
  23. ezio

    Per rimanere al tema sacro/monnezza…

    Qualcuno di voi avrà forse visto sui giornali (io li ho visti dal vero… purtroppo insieme al resto) i manifesti che dicevano “Berlusconi santo subito se libera Napoli da immondizia e criminalità”.

    Secondo me i manifesti sono una perfetta rappresentazione della situazione attuale: si riesce perfino a scherzare, invece di agire (Ignigo prima di me ha richiamato implicitamente gli articoli in tema sul Corriere di questi giorni, ai quali si aggiunge oggi una pagina del Sole 24ore).

    Trovate come quella dei manifesti oltre a riuscire anche un po’ blasfeme – Berlusconi come GPII? comunque, al giorno d’oggi chi ci fa più caso? – rimandano ad una salvezza che arrivi dall’esterno anzichè dall’impegno di ognuno – esattamente come i più o meno veri disoccupati che periodicamente sfilano sotto le finestre del mio ufficio, vicino al palazzo della Regione Campania, chiedendo il lavoro ma intendendo ovviamente solo la parte migliore di esso: lo stipendio.

    3 Giugno, 2008 - 12:10
  24. lycopodium

    Ellis Peters – Il Rifugiato dell’Abbazia
    Da http://www.spaziojml.it/comuni/recens/libri/recensioni/peters01.html

    « La tranquilla operosità dell’abbazia di Shrewsbury, viene stravolta, in un giorno dell’anno 1140, dall’arrivo di una folla di scalmanati cittadini all’inseguimento di un giovane, che si rifugia all’interno della chiesa. Pochi attimi, poche righe e ci vengono presentati i protagonisti più o meno principali di questo “thriller medievale”. Il giovane neosposo Daniel Aurifaber accusa dell’uccisione di suo padre Walter, orefice della città, e del furto del tesoro di famiglia, il saltimbanco musicista Liliwin, che chiede ed ottiene 40 giorni di asilo nell’Abbazia. Durante questo periodo non troverà solo “un periodo di calma in cui il colpevole può esaminare la propria anima e l’innocente può prendere fiducia nella propria salvezza” come si prevede, ma anche la guida e l’aiuto di fratello Cadfael che si va sempre più convincendo, come il vicesceriffo Beringar, della sua innocenza …».

    Due spunti da questo libro:
    1. “il diritto d’asilo”, richiamato da uno di noi, nel post del 2 maggio sulle cancellate;
    2. Liliwin, “l’innocente [che] può prendere fiducia nella propria salvezza”, consuma una notte d’amore con la sua bella in una cappella laterale: ma niente volontà di profanazione e niente esito in condanna, semmai benedizione indulgente -ma non lassista- della nuova famiglia.

    Che dire?
    È il mondo incantato dell’innocenza (questo è il medioevo in letteratura), che ci fa toccare con mano il volto accogliente e protettivo del Luogo santo … mentre il mondo disincantato della colpa produce sconsacrazione e attira interdizione.

    3 Giugno, 2008 - 12:38
  25. … questa è proprio moralista… l’apnea a lungo termine della cultura della legalità è l’unica vera emergenza di questo paese.
    Come affrontiamo come Chiesa questo impegno sociale e civico per la legalità, in tutti gli ambiti? Mi piacerebbe sentirlo da voi tutti…

    Es. banale/qualunquista/etc etc: supponiamo che a Milano esista un imprenditore assai cattolico. Di quelli che fanno fior di offerte a Natale “per i poveri”, magari fanno pure gli amministratori di alcune attività parrocchiali (perchè “lui di conti ci capisce”).
    Ora supponiamo che questo bravo cattolico gestisca la sua azienda (potrebbe anche riciclare rifiti, ma anche altro) in modo non proprio ligio alle regole, assuma e sfrutti lavoranti in nero (a volte a cottimo, spesso stranieri… perchè “tanto fanno tutti così”) e si diverta a cercare i commercialisti più creativi nell’evadere o eludere le tasse… Supponiamo anche che il 49% del capitale liquido che ha versato per poter aprire la sua azienda gli sia stato offerto (brevi manu o quasi) da un certo tizio “calabrese”. Lui vuole solo una modesta percentuale sugli utili e chiede che non compaia il suo nome o quello dei suoi finanziatori a monte in nessun atto ufficiale… tutta roba quasi legale in superficie, intendiamoci!

    Che diciamo, cosa facciamo come Chiesa? Quali principi non negoziabili possiamo invocare? Fa parte della nostra missione apostolica al pari del contrasto al sesso nei confessionali?.

    Cercasi speranza disperatamente…

    3 Giugno, 2008 - 13:49
  26. Leonardo

    Grazie Lycopodium per la segnalazione. Conosco un po’ l’opera di Leupin, che mi pare uno studioso di valore. Grazie anche a Sumpontcura per le citazioni da Belli, sempre opportune. Mi pare che essi rafforzino, e non smentiscano, il mio assunto. Altrettanto le gradevoli note erudite riportate da Ignigo. C’è infatti una differenza sostanziale tra quell’infrattarsi e questo. Mi pare evidente quale sia.

    3 Giugno, 2008 - 13:50
  27. bellissima citazione Lyco… 🙂

    3 Giugno, 2008 - 14:56
  28. Clodine

    bellissima citazione di Lyco e straordinario Sump con il Belli che eccelle…
    Riguardo a certi argomenti (sesso) nell’ambito del sacro siano una novità?!Pensate che nei grandi monasteri non si facesse? E’ ingenuità crederlo, perchè non è affatto cosi’ ma non biasimerei, specie nelle famiglie dell’alta nobiltà il convento era una delle tante soluzioni per sistemare figli e figlie scomode, e da li poi,senza vocazione…le conseguenze erano quelle che sappiamo! Scheletri di neonati e feti gettati nelle più buie cantine ne sono stati trovati a centinaia. E lo so perchè….mio nonno ne parlava: li vide lui stesso durante il passaggio da convento a scuola pubblica in un edificio grandissimo e conosciutissimo del centro storico ..

    C’è poco da stare allegri!

    3 Giugno, 2008 - 16:41
  29. Clodine

    “Cercasi speranza disperatamente” potrebbe diventare uno slogan…

    personalmente non ho mai chiuso le porte alla speranza anche quando tutti gli ideali sembravano cadere: mai ho chiuso le porte alla speranza! Certo, quello che ci è stato riportato da Leonardo e che abbiamo ascoltato oggi -la storia del confessionale per intenderci- non lascia spazio che allo scoramento, fa cadere le braccia. Cosa può dimostrare una oscenità del genere a livello sociologico se non che assistiamo ad una involuzione? Si stanno perdendo valori accumulati in secoli di storia. Questo è uno dei tanti fatti gravi perchè vuol dire che non si è sedimentato, non si sono formati quei filtri che, attraverso i secoli, hanno impresso nelle coscienze quella sorta di educazione morale fondamentale che è ancestrale diremmo..
    Es. l’episodio dei piccoli scheletri rinvenuti nel sottosuolo dell’antico monastero al centro di Roma, sono stati rinvenuti nel 1920, se ne parlava in casa è per questo mi è sovvenuto (ma chissà quei reperti a quale epoca risalgono magari al medioevo, niente di più facile) l’orrore di quella scoperta -ma è solo un esempio- contribuisce alla crescita di una società, antropologicamente parlando, la quale avviene attraverso le esperienze passate. Oggi una cosa del genere non è neppure minimamente, lontanamente pensabile..
    Ma la speranza è una grande virtù da chiedere al buon Dio sempre!

    3 Giugno, 2008 - 20:08
  30. Luigi Accattoli

    Su sacro e sesso. In una lettera del 1554 Michelangelo si sfoga con “messer Bartolomeo Ammannati” delle novità introdotte dal Sangallo nella pianta di San Pietro del Bramante, prevedendo “tanti nascondigli fra di sopra e di sotto, scuri, che fanno comodità grande a infinite ribalderie, come tener segretamente sbandati, far monete false, impregnar monache”. Chissà che succedeva “fra di sopra e di sotto” nei lunghi decenni in cui la basilica era un cantiere!

    3 Giugno, 2008 - 21:38
  31. Leonardo

    Si può “fotte in d’un confessionario” e poi tornarci per confessarsi, si può vivere come cani (come quasi tutti noi faremmo, se abbandonati a noi stessi; come molti oggi fanno, essendo abbandonati a se stessi) e però sapere che è un vivere da cani, e almeno qualche volta lasciarsi riprendere, lasciarsi drizzare le gambe e la schiena e guardare in alto.
    Questo aiuto, questa misericordia, questa sapienza che non si scandalizza di nulla (perché, come diceva Péguy, Dio che ci ha fatti dalla terra non si meraviglia di trovarci fangos)i, sono stati esercitati con pazienza infinita, per secoli, dalla chiesa cattolica, e il primo luogo in cui ha somministrato la sua medicina, il primo luogo di umanizzazione dell’uomo è stato il confessionale.
    Quei due sciagurati saranno stati magari solo strafatti di alcol e di droga, ma il punto non è qui la loro coscienza soggettiva, bensì l’oggettivo, potente valore simbolico del loro atto.
    Perdonate, ma non è una gran scoperta che noi uomini siamo sempre stati così, bestiali e lussuriosi. Prima però invidiavamo ai cani la loro bestialità; ora, come cani, mordiamo la mano che ci cura.

    3 Giugno, 2008 - 22:04
  32. Clodine

    Hieronymus Bosch (1450 ca 1516). Pittore fiammingo uno dei più origianali artisti dei Paesi Bassi, conosciuto per le sue opere enigmatiche e inquietanti che rappresentano soggetti di ispirazione religiosa attraverso una ricchissima trasfigurazione fantastica, in una sua opera intitolata “Inferno” , rappresenta la lussuria nei panni di una scrofa con il velo da suora che bacia un peccatore, il suo ventre è cavo gigantesco il cui interno è sede di una bettola frequentata da demoni piccoli e rossi in pausa, i suoi piedi poggiano su barche che poggiano a loro volta su uno stagno gelato. La scrofa è allusione al Male e all’inclinazione al peccato, oppure può essere la precisa rappresentazione del demonio come incarnazione della lussuria stessa.

    “La radice della parola lussuria coincide con quella della parola lusso – che indica una esagerazione – e quella della parola lussazione – che significa deformazione o divisione. La lussuria è quindi una conseguenza di un certo tipo di paura: la paura del confronto con un altro essere umano nel quale è possibile rispecchiarsi. Il lussurioso non si vuole specchiare, non si vuole vedere, non si vuole confrontare”…

    La lussuria è anche una delle manifestazioni più comuni del disagio proprio della nostra società, dove siamo alla continua ricerca di nuove esperienze e nuove emozioni che ci facciano sentire “vivi”. Ma è una ricerca irrequieta che” spesso ci porta a sentire il vuoto dietro le cose, e a sentire che la vita non trova un suo compimento

    3 Giugno, 2008 - 22:44
  33. Sumpontcura

    Caro Leonardo,
    anche a me sembra che le citazioni belliane rafforzino il tuo assunto.
    – Nel sonetto del ’31 tutto è giocato sul filo del paradosso: tanto mi piace il godimento sessuale che invidio persino i cani (ricordiamoci che all’epoca, soprattutto in ambito popolare, i cani facevano davvero una “vita da cani”!), che possono tranquillamente accoppiarsi come e dove vogliono, persino – sentite come la sparo grossa – dentro un confessionale!
    – Nel sonetto del ’32 la chiave di tutto è – secondo me – in quel “Ma indove?”: non ce la facciamo più dalla voglia e non sappiamo dove andare… Gli squallidi sacrileghi di Cesena, due adulti di trent’anni, al giorno d’oggi, ve li vedete, poverini, costretti a rifugiarsi in chiesa – e durante la celebrazione della messa, a un metro dai fedeli! – perché non sapevano dove andare?
    Non vorrei fare giudizi temerari, ma qui non c’entra nemmeno il desiderio sessuale: è la scommessa con se stessi e con gli amici: come? voi l’avete fatto in ascensore? voi in aereo? voi dietro un cespuglio nel parco pubblico pieno di bambini, alle quattro del pomeriggio? Tzè! Noi in un confessionale, ma sì, in chiesa, durante la messa!
    Non è il peccato contro il sesto, che mi fa scandalo: è il gesto osceno di Vanni Fucci contro Dio, nel XXV dell’Inferno dantesco: è il far le fiche gridando: “Togli, Dio, ch’a te le squadro”.

    4 Giugno, 2008 - 4:43
  34. Sumpontcura

    Non ho idea di che cosa preveda il codice penale in casi come questi. Se tanto mi dà tanto ai due delinquenti non faranno un bel niente. E va bene così.
    Permettetemi però – sto per scandalizzare molti amici di pianerottolo – di sognare una società decentemente organizzata: niente carcere per gli imbecilli sacrileghi di Cesena, solo un filino di contrappasso: una settimana in gabbia circolare e a cielo aperto, nudi, in un bel giardino riservato ma a ingresso libero: bestie in esposizione, momento per momento, senza alcuna possibilità di privacy. “America’, facce Tarzan!”.

    4 Giugno, 2008 - 5:00
  35. Clodine

    Un po’ di quella gogna affinchè provino ver-gogna appunto, sai il famoso ceppo che usavan nel medio-evo, la classica berlina onde esporli al pubblico dileggio per qualche giorno ?.. non sarebbe un’idea malvagia!!

    Credo che questo episodio meriti una ulteriore riflessione, e affonderei la lama oltre il fatto in sè: ricevo l’impressione che i famosi sette vizi capitali -che sono peccati gravi, paragonabili alla trasgressione della legge teologicamente parlando e convogliano l’anima (peccato mortale) fino a farla scivolare come olio su strada lastricata dritta dritta nell’abisso degli inferi- abbiano perso la loro valenza nefasta e siano stati, in una manira del tutto luciferina, declassati al rango di “cosucce di poco conto”, piccole defaiance caratteriale sulle quali si può stendere un pietoso velo ed essere giustificate in quanto tali.

    La superbia non viene più riconosciuta qual’è :arroganza alterigia talvolta intellettuale; così la vanagloria e l’invidia -che è la categoria con la quale si interpretano e si condannano varie forme di antagonismo sociale e politico tra fazioni, città, stati- viene giustificata. All’avarizia -dove vengono ascritti tutti i peccati economici di persone potenti e di intere nazioni sui popoli,e le frodi e usure dei banchieri e così via- viene sostituita la parola “politiche economiche”. L’accidia -che arriva a comprendere tutte le forme di oziosità e di disimpegno religioso e sociale, dalla mancata frequentazione della messa e dei sacramenti all’incuria nello svolgimento del lavoro e nella gestione dei beni- e sostituita dalla “secolarizzazione”. L’ira -considerata causa di varie forme di conflittualità, dall’insulto personale alla guerra tra popoli- viene denominata “difesa personale”; la gola è solo una piccola trasgressione, ed è diventata una malattia sociale; La lussuria infine -distinta in fornicazione semplice, adulterio, ratto, stupro, incesto e peccato contro natura, cioè in usi della sessualità estranei e contrari a quelli previsti dall’istituto matrimoniale- si configura come un peccato contro l’ordine sociale fondato sulla famiglia e sul sacramento matrimoniale e nulla di più, in fondo, cos’è la lussuria se non un peccatuccio friccicarello da mettere sotto naftalina?

    In realtà gli effetti generati dall’azione di peccati, risalendo dagli atti esteriori ai movimenti dell’anima che li hanno determinati, trovano nell’interiorità del singolo l’origine dei conflitti e delle violenze che turbano la comunità e la società.

    Saluto tutti, mamma mia com’è tardi ragazzi…aiuto!!

    4 Giugno, 2008 - 7:38

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