La Giornata dei Poveri per “riconoscersi mendicanti”

“Vivere la fede a contatto coi bisognosi è importante per tutti noi. Non è un’opzione sociologica, non è la moda di un pontificato, è un’esigenza teologica. È riconoscersi mendicanti di salvezza”: parole di Francesco stamane in San Pietro, nella Giornata dei Poveri. Nei commenti il contesto del richiamo papale a noi che apparteniamo all’umanità del benessere.

14 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Prediletti dal Signore. Francesco 1. Questo è l’inizio della fede: svuotarsi dell’orgogliosa convinzione di crederci a posto, capaci, autonomi, e riconoscerci bisognosi di salvezza. La fede cresce in questo clima, un clima a cui ci si adatta stando insieme a quanti non si pongono sul piedistallo, ma hanno bisogno e chiedono aiuto. Per questo vivere la fede a contatto coi bisognosi è importante per tutti noi. Non è un’opzione sociologica, non è la moda di un pontificato, è un’esigenza teologica. È riconoscersi mendicanti di salvezza, fratelli e sorelle di tutti, ma specialmente dei poveri, prediletti dal Signore. Così attingiamo lo spirito del Vangelo: «lo spirito di povertà e d’amore – dice il Concilio – è infatti la gloria e il segno della Chiesa di Cristo» (Cost. Gaudium et spes, 88).

    http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2018/11/18/0853/01851.html

    18 Novembre, 2018 - 15:01
  2. Luigi Accattoli

    Grido dei poveri. Francesco 2: Gesù ha ascoltato il grido di Pietro. Chiediamo la grazia di ascoltare il grido di chi vive in acque burrascose. Il grido dei poveri: è il grido strozzato di bambini che non possono venire alla luce, di piccoli che patiscono la fame, di ragazzi abituati al fragore delle bombe anziché agli allegri schiamazzi dei giochi. È il grido di anziani scartati e lasciati soli. È il grido di chi si trova ad affrontare le tempeste della vita senza una presenza amica. È il grido di chi deve fuggire, lasciando la casa e la terra senza la certezza di un approdo. È il grido di intere popolazioni, private pure delle ingenti risorse naturali di cui dispongono. È il grido dei tanti Lazzaro che piangono, mentre pochi epuloni banchettano con quanto per giustizia spetta a tutti. L’ingiustizia è la radice perversa della povertà. Il grido dei poveri diventa ogni giorno più forte, ma ogni giorno meno ascoltato. Ogni giorno è più forte quel grido, ma ogni giorno è meno ascoltato, sovrastato dal frastuono di pochi ricchi, che sono sempre di meno e sempre più ricchi.

    18 Novembre, 2018 - 15:01
  3. maria cristina venturi

    La visione di Papa Francesco e’ , scusate se lo dico, estremamente semplicistica e manichea. Il mondo secondo lui si divide in “ pochi ricchi” , ricchi epuloni che si strafogano nel lusso dei banchetti, e in una miriad3 di poveri, morti di fame.
    Il Papa sembra dimenticare che l’ ottanta per cento delle nostre popolazioni, per esempio in Italia e’ composto dal “ ceto medio” . Quel ceto medio che non muore di fame ma neppure gozzoviglia nei lussi: persone che lavorano e mantengono una famiglia, magari senza sprechi, impiegati, insegnanti, comme4cianti , artigiani.
    Per Lui queste persone non esistono. Il mondo ( irreale) di Papa Francesco e’ a tinte forti : par di vedere i riccastri banchettare coi poveracci sdraiati a terra a morir di fame. Semplicemente, non e’ cosi’ . Il ceto medio , che e’ il piu’ numetoso, tira la carretta. Genitori fanno sacrifici, come e’ sempre stato, per i figli. La gente lavora e risparmia per comprarsi una casetta per la vecchiaia. Tutto questo “ piccolo mondo” medio, lontano dagli stravizi dei ricconi e dalla miseria dei mendicanti, dove e’ nella predicazione di Papa Francesco? Certo fa molto piu’ scena dipingere la societa’ con l’ accetta dell’ ideologia.

    18 Novembre, 2018 - 17:22
  4. Clodine-Claudia Leo

    Sono d’accordo con Maria Cristina Venturi. Io stessa, vivendo in una zona di frontiera a metà strada tra il centro storico e la periferia, anche se non estrema, mi occupo della raccolta “abiti ed accessori per bambini”, in concerto con il centro Caritas della Parrocchia. Il materiale è messo a disposizione dei parrocchiani e delle famiglie in difficoltà strangolate dai mutui, in stamby per via della disoccupazione. Famiglie con bambini piccoli che non riescono ad andare avanti. Abitini, golfini, cappottini, calzini, scarpe, stivali, tutto serve, tutto è necessario per ricoprire le ossa, e ripeto “le ossa”, delle nostre creature. La miseria fa schifo! Non ho difficoltà a dire che in periferia vige, mai come in questi ultimi tempi, molta povertà. Famiglie del ceto medio, che un tempo riuscivano abbastanza bene, costrette a stringere la cinghia per arrivare -semmai ci si riesca- a fine mese. Questa è la situazione attuale. A me fa piacere che il Papa dimostri tanta sensibilità ai poveri, d’altro canto la povertà coinvolge da sempre, eticamente, la religione. Ma credo che il tentativo di riposizionare i poveri, a livello dei diritti e del rispetto, sul piano del benestante lo trovo utopico: i Lazzaro di ieri,non sono diversi da quelli di oggi . Le strutture di peccato, anche se con dinamiche diverse, sono le medesime e se per i primi l’asticella va in down per i secondi sale: è una legge, per questo la teologia della prosperità, del benessere per tutti la trovo banale, ideologica, “i poveri li avrete sempre con voi” (Gv 12,1-11), lo ha detto Lui! E se lui lo ha detto, non credo possa esserci errore.
    Spaventa molto la povertà materiale, vero.. Ma quanto, quanto più quella spirituale è da temere. Se la prima – come diceva Rilke in quella bella poesia di cui non rammento il titolo- ” è come una grande luce in fondo al cuore”, quella dello spirito è tenebra allo stato puro. Di questa povertà morale, spirituale, animica, gli uomini di Chiesa dovrebbero sentire addosso il peso, e grandissima responsabilità.

    18 Novembre, 2018 - 21:12
  5. Amigoni p. Luigi

    Rif. 17.22 – Lazzari ed Epuloni

    Credo che le statistiche della fame a livello mondiale diano ragione al papa.
    L’Italia dei 5stelle non è dipinta con il numero sopra assegnato al ceto medio. Se no come si sostiene la drammatica urgenza del reddito di cittadinanza?
    Mica si vorrà smentire l’onestà del movimento giallo?

    18 Novembre, 2018 - 22:17
  6. Leopoldo Calò

    La visione di Francesco è planetaria. Ed è come dice lui.

    19 Novembre, 2018 - 9:16
  7. giuseppe di melchiorre

    Scusate, vado fuori tema, ma ho informato il cortesissimo Luigi…
    Sono stato presidente del coro polifonico Cantacuore di Castelbasso (TE) che, in otto anni con l’apporto determinante del bravissimo Direttore, nonché docente di conservatorio M° Italo Luciani, ha realizzato una cinquantina di concerti religiosi in molte chiese d’Abruzzo. Perciò sono molto sensibile a quello che si canta in chiesa e a come si canta. Poiché questo blog è visitato da molti credenti in Gesù, vi chiedo se, secondo voi, il nostro Divino Fratello potrebbe gradire canti come questo, eseguito in una chiesa di Barzio (LC) dal Coro Cantering di Roma:
    https://www.facebook.com/CoroCantering/videos/502155633637893/UzpfSTEwMDAwMDEwMTI2MjczMDoyMzIzMzI1OTE3NjgwNzYx/
    Tenete presente che le disposizioni emanate dalla Chiesa di Milano sono queste:
    Chiesa di Milano – Decreto Arcivescovile 20 febbraio 1986
    1. Concerti per la preghiera o elevazioni musicali possono essere accolti in luoghi di culto e anche favoriti, secondo discrezione pastorale, in quanto hanno come finalità primaria la preghiera e la contemplazione religiosa
    2. Concerti d’organo sono consentiti quando siano basati sull’amplissimo repertorio classico e moderno della musica di Chiesa.
    3. Concerti di musica a chiara ispirazione religiosa possono essere ammessi, previa autorizzazione dell’Ufficio per il culto divino. Il responsabile della chiesa presenti per tempo la domanda, precisando le motivazioni e allegando il programma.
    4. Concerti di musica di altro genere (come anche concerti di bande, canti folkloristici e popolari) non possono essere ammessi nelle chiese e negli oratori aperti al culto pubblico.

    19 Novembre, 2018 - 18:59
  8. Amigoni p. Luigi

    Rif. 15.35 – Poveri da “due dollari” e poveri da mille euro?.

    Lieto delle consolanti cifre documentate sulla ricchezza acquisita. Speriamo vivamente che il 1,064 miliardo fuori uscito dalla soglia della povertà campi con qualcosa di più dell’almeno raggiunto traguardo di 1,26 dollaro quotidiano.
    Fatti i debiti raffronti con l’Italia, il reddito di cittadinanza forse dovrebbe essere già stato fatto subito, nell’attuale manovra. Dovrebbe riguardare pochissima gente.

    19 Novembre, 2018 - 20:41
  9. Beppe Zezza

    A ben leggere le parole del Papa riportate da Luigi, il richiamo, rivolto a tutti, non è tanto quello di “aiutare i poveri” ma quello di “riconoscersi poveri” ( indipendentemente dalla entità del conto in banca o del reddito mensile ) e bisognosi di salvezza ( la quale evidentemente è “altro” rispetto al benessere materiale )

    20 Novembre, 2018 - 9:48
  10. Andrea Salvi

    Se far parte della classe media significa, come afferma la flatus vocis citata da Lugaresi, vivere con almeno 4 dollari al giorno, evviva anche il piu’ misero homeless in Italia potra’ vantarsi di essere stato promosso alla classe media e aver abbandonato la povertà. Festeggiamo tutti insieme! La povertà nel mondo dei numeri e delle flatus vocis non esiste piu’!

    20 Novembre, 2018 - 14:02
  11. Beppe Zezza

    Statistiche pubblicate recentemente affermano che il numero mondiale di poveri “assoluti” è diminuito sia percentualmente che in valore assoluto. Siamo sempre su numeri elevati, ma affermare che la “povertà è in aumento” ( su scala mondiale ) non corrisponde al vero. In certe zone del mondo è aumentata, ma in altre, più popolose, è diminuita.E’ vero che la differenza tra i ricchissimi e i poverissimi è aumentata ma questo è un altro discorso.

    21 Novembre, 2018 - 10:39

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