L’Amazzonia siamo noi 4: assemblee di tutti i battezzati

Come quarto elemento dello Strumento di lavoro per il Sinodo dell’Amazzonia che potrebbe darci insegnamento, da Chiesa giovane e Chiesa antica, segnalo la proposta di realizzare assemblee “con la partecipazione di tutti i fedeli” in vista “dell’organizzazione della comunità cristiana per la trasmissione della fede”. Nei commenti la fonte di questo testo e altri due passaggi dello Strumento di lavoro che gli somigliano.

5 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Processi sinodali aperti a tutti. 129.b.4. Aprire nuove possibilità di processi sinodali, con la partecipazione di tutti i fedeli, in vista dell’organizzazione della comunità cristiana per la trasmissione della fede.

    Quando l’apostolo Paolo spinto dallo zelo del Vangelo lasciava le comunità che aveva appena fondato, in esse la Chiesa era l’assemblea di tutti i battezzati. La stessa parola “Chiesa” non aveva altro significato. Quando invece si fa assemblea in una nostra parrocchia, dove magari i battezzati sono cinquemila, a essere chiamati, o addirittura a saperlo, sono i cinquanta del Consiglio pastorale, se c’è. O se non c’è, lo sanno i pochi e diretti collaboratori del parroco sui quali grava ogni attività. Le parole del documento amazzonico ci riporta alla dimensione apostolica. Forse da loro – che sono costretti al vero comunitario dalla povertà di membri e di strutture – possiamo apprendere qualcosa per l’impresa di rifare vive le nostre comunità. Lo saranno non quando potranno esibire statistiche e strutture, ma quando avranno imparato a convocare tutti i battezzati.

    3 Settembre, 2019 - 19:19
  2. Luigi Accattoli

    Pastorale inclusiva. 79.d.2. Articolare una pastorale familiare che segua le indicazioni dell’Esortazione Apostolica Amoris laetitia: Una pastorale sacramentale che rafforzi e conforti tutti senza escludere nessuno.

    Qui l’impegno a “rafforzare e confortare tutti” con la pastorale sacramentale costituisce l’applicazione al settore famiglia della chiamata ad avere attenzione primaria all’insieme dei battezzati di cui al commento precedente. Gran parte della nostra disputa sulla dimensione inclusiva dell’Amoris laetitia nasce dalla distanza tra la realtà battesimale e i registri dei battesimi: nei registri ci sono i cinquemila di cui al commento precedente, ma a saperlo d’avere il battesimo e d’essere in quel registro sono quasi solo i partecipanti all’Eucarestia domenicale. Stringersi a questi – come sono costretti a fare in Amazzonia – potrebbe aiutare alla ripartenza di cui abbiamo bisogno.

    3 Settembre, 2019 - 19:20
  3. Luigi Accattoli

    Imparare dagli evangelici la vicinanza al popolo. 138. Tuttavia, altri gruppi sono presenti in mezzo alla foresta amazzonica vicino ai più poveri, svolgendo un’attività di evangelizzazione e di educazione; sono molto capaci di attirare i popoli nonostante non valorizzino positivamente la loro cultura. L’essere presenti ha permesso loro di insegnare e diffondere la Bibbia tradotta nelle lingue originarie. Per la maggior parte questi movimenti si sono diffusi a causa della mancanza di ministri cattolici. I loro pastori hanno formato piccole comunità dal volto umano, dove la gente si sente apprezzata personalmente. Un altro fattore positivo è la presenza locale, vicina e concreta dei pastori che visitano, accompagnano, confortano, conoscono e pregano per i bisogni concreti delle famiglie. Sono persone come gli altri, facili da trovare, che vivono gli stessi problemi e diventano più “vicini”, e meno “diversi”, al resto della comunità. Ci mostrano un altro modo di essere chiesa dove il popolo si sente protagonista e dove i fedeli possono esprimersi liberamente senza censura, dogmatismo o discipline rituali.
    139. d. Promuovere incontri con teologi cristiani evangelici.

    Quasi sempre i testi delle Chiese latino-americane parlando con grande disprezzo dei gruppi evangelici che tumultuosamente nascono e muoiono nell’umanità circostante. Qui abbiamo invece una disponibilità a imparare il buono di quei gruppi. Anche questa disponibilità io la leggo sulla base dell’accettata povertà delle comunità cattoliche. Siamo un resto d’Israele, anche in Europa. Se continuiamo a ragionare sentendoci una grande Chiesa costituita, vuol dire che non accettiamo la verità di quello che siamo. Magari in una viuzza del nostro centro storico c’è una comunità evangelica frequentata da immigrati e la guardiamo dall’alto in basso. I fratelli dell’Amazzonia ci stanno dicendo che dovremmo piuttosto imparare da loro.

    3 Settembre, 2019 - 19:20
  4. Luigi Accattoli

    Post precedenti. Per le puntate pregresse de “L’Amazzonia siamo noi” vedi post del 18, 22, 26 agosto.

    3 Settembre, 2019 - 19:27
  5. Luigi Accattoli

    Datemi una mano. Questo lavoro sull’Amazzonia lo vado conducendo in vista di un testo che vorrei scrivere per la rivista “Il Regno”: in che cosa ci può essere d’aiuto l’evento sinodale che si sta preparando. E’ grande cosa, coinvolge nove conferenze episcopali, ci saranno un centinaio di vescovi. La situazione di quei fratelli per molti aspetti, nella realtà battesimale che è l’unica che conta, somiglia alla nostra. Invito i visitatori a fornirmi l’aiuto che possono.

    4 Settembre, 2019 - 8:49

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