Il kebab e l’intercultura che avanza

6 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Cartello in volgare ligure che ho fotografato ieri a Sestri Levante, sulla porta di una pizzeria in via Antica Romana Occidentale, civico 69, accanto al sottopasso per la stazione. Traduzione in fiorentino antico: I figlioli che saran colti a correre per il locale saranno venduti ai turchi per farci il kebab.

    16 Agosto, 2019 - 9:45
  2. Clodine-Claudia Leo

    AHAHAHAHAHAHAHHHHH….oddio…ma che d’e’…che vor di’…sarvognuno!

    16 Agosto, 2019 - 10:33
  3. giuseppe di melchiorre

    Cara Clodine, “Kebab” è lingua araba e significa “Carne arrostita”. Meglio non andare in quella pizzera, tantomeno portare dei figlioli che potrebbero correre in quel locale e di conseguenza finire arrostiti in Turchia.
    Scritta molto significativa!… Complimenti al carissimo Luigi per i suoi molto apprezzabili spirito e pratica di osservazione. Che è conseguenza della sua intelligenza. Non per nulla intelligenza deriva da “intus legere” = “leggere dentro”. Ma per fare questo bisogna essere capaci.
    Caro Luigi, dopo gli auguri per la bellissima festa dell’ASSUNTA trascorsa felicemente, tanti bei saluti a te e a tutti.

    17 Agosto, 2019 - 10:13
  4. Clodine-Claudia Leo

    Caro Giuseppe, a nominare i turchi mi sovviene l’incipit di un’antica canzone popolare romana : “A tocchi a tocchi la campana sona, li Turchi so’ arivati a la marina…” , prosegue: “chi c’ha le scarpe rotte l’arisola, le mie l’ho
    risolate stamatina” – la prima strofa della versione originale si presume risalga
    XVI secolo, all’apice delle guerre tra Occidente e Islam, iniziata con la caduta di Costantinopoli e per tutto il terribile secolo e mezzo a seguire fino Lepanto ( 7 ottobre 1571). Ma non è finita: nell’846, risalendo il Tevere dalla “marina” -Ostia- che fu letteralmente messa a ferro e fuoco, arrivarono fin sotto le mura dell’Urbe -i turchi- senza riuscire ad entrare e pur tuttavia, San Pietro e San Paolo che ubicate fuori le mura aureliane, furono saccheggiate e orrendamente mutilate: la paura di Papa Leone IV fu tanta che fece erigere la grande muraglia leonina.

    Oggi – che assistiamo alla stessa identica invasione , sotto altre forme, ammantate di romanticismo ma la stessa-ci viene domandato di abbatterli i muri di aprire tutti confini, di accogliere a braccia aperte. Francamente, non mi capacito di tanta cecità. La nostra lingua? Un maccheronico indecifrabile. La mura dei quartieri sono intrisi di odori pungenti, arabi, maomettani di ogni etnia (gialli, rossi, neri) che non si integrano né civilmente né religiosamente scorazzano come levrieri nelle città urbane occupando cittadelle, paesini, contrade e siccome l’islam è una religione conquistatrice con la spada e non col Corano non è difficile prevedere che un giorno anche noi, carissimo Giuseppe, finiremo arrostiti come il Kebab, e anche divorati…

    17 Agosto, 2019 - 18:58
  5. giuseppe di melchiorre

    Carissima Clodine, condivido in pieno quanto scritto da te…
    Preghiamo affinché il nostro amato Gesù ci protegga. Ovvio che anche certi uomini dovrebbero fare la loro parte, non solo dire di abbattere i muri… Preghiamo anche per questo.
    Un cristianamente affettuoso abbraccio. Deus conservet nos et beatos faciat nos etiam in hac terra…
    Laudetur Jesus Christus! Vale atque vale, Clodine!…

    17 Agosto, 2019 - 19:47
  6. Clodine-Claudia Leo

    “Porti aperti!”, dicono il padronato cosmopolita, le sinistre fucsia al suo guinzaglio e i papulisti di Bergoglio. “Fermare la tratta di esseri umani!”, dice il socialista realmente umanitario” Diego Fusaro

    https://youtu.be/tuIw6ZqJw6Q

    18 Agosto, 2019 - 16:54

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