Martinazzoli e lo “spreco di vita nelle strade”

Saluto la partenza di Mino Martinazzoli ricordando una di quelle parole vive con cui segnalava un dramma che gli sembrasse poco avvertito: lo “spreco di vita sulle strade” da parte dei giovani bresciani negli anni novanta del secolo scorso. Brescia allora aveva il record di morti del sabato sera, non so se l’abbia ancora. Il 19 settembre 1998 Martinazzoli ne parlò a Giovanni Paolo II in visita alla città. Allora Martinazzoli era il sindaco di Brescia e credo che il meglio della sua attività politica l’abbia dato in quell’incarico. Io ero là e amavo Martinazzoli e l’ascoltavo in piazza Paolo VI e nella cronaca per il Corsera riportai quelle parole. L’avevo inontrato poche ore prima, quasi per caso, mentre compiva un sopralluogo nella piazza in vista dell’arrivo dell’ospite e gli avevo chiesto “di che gli parlerà” e mi aveva risposto asciutto – non amava i giornalisti – “anche dei ragazzi che muoiono la notte sulle strade”. Nel primo commento un brano della mia cronaca di quella giornata.

16 Comments

  1. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] Da un mio articolo pubblicato dal Corriere della Sera del 20 settembre 1998 a pagina 13 con il titolo Il Papa: cattolici, più coraggio:

    Il sindaco Martinazzoli ha parlato con passione, al Papa, sia di Paolo VI sia di Giuseppe Tovini, come avesse voluto indicare in loro i suoi maestri. Di Paolo VI ha detto che “nel suo nome si declina il piu’ e il meglio della nostra cifra umana”. Di Tovini ha ricordato “la fede ardente, arricchita di una prodigiosa capacita’ di azione”. Ma non sarebbe Martinazzoli se non parlasse delle “provocazioni inusitate” degli attuali mutamenti epocali: “Siamo una comunita’ viva e operosa dove ancora si alimenta e dura il sentimento di un destino condiviso, ma siamo anche una comunita’ che e’ costretta a riconoscere i segni di possibili incrinature, gli indizi di un’indifferenza, di una chiusura, e il costo umano di solitudini desolate”. Martinazzoli ha pure ricordato l'”autentico spreco di vita sulle strade”, da parte dei giovani bresciani

    4 Settembre, 2011 - 21:06
  2. Giuseppe S

    Ho avuto la fortuna di ascoltare Martinazzoli a proposito di due argomenti che sembrano marginali alla politica (almeno nel senso un po’ misero con cui la intendiamo di solito) ma che mi piace ricordare qui: la “Storia della colonna infame” e “L’elogio di Nicodemo”, quest’ultimo un intervento molto bello con un umanissimo risvolto anche un po’ biografico. In entrambi i casi, oltre alla straordinaria sensibilità e profondità, tutti avevano potuto apprezzare l’autenticità della persona, che così raramente possiamo cogliere in un uomo politico, ma che appare anche dal suo bel libro “Uno strano democristiano”. Mai come in questo periodo così buio possiamo apprezzare ed essere riconoscenti ad un uomo con le sue qualità e la sua testimonianza, rimpiangendo che il nostro paese non abbia saputo approfittarne di più.

    4 Settembre, 2011 - 23:04
  3. Nino

    Grazie Luigi per aver ricordato il caro Mino Martinazzoli che ho avuto il piacere di conoscere e frequentare.

    Ricordo quando ad uno degli ultimi congressi della DC concluse il suo intervento mutuando una frase di uno dei suoi padri spirituali, Don Primo Mazzolari.

    “talvolta nella vita bisogna avere il coraggio di passare all’opposizione di se stessi”.
    A quella frase , oggi quantomai profetica, segui una standing ovation di 45 minuti.
    Ma quella metafora non fu mai fu colta da quella classe politica che miseramente chiuse un ciclo di alta politica e senso di appartenenza.

    La ripropongo oggi salutando un uomo di eccezionali doti professionali ed umane.

    5 Settembre, 2011 - 10:22
  4. Alexandros

    Leggendo o ascoltando alcuni dei suoi interventi viene da chiedersi cosa sia mai accaduto in questo Paese. Perché non si trovano più persone in politica che abbiano livelli simili di cultura, di acume, di sensibilità umana e spirituale e di rettitudine?

    5 Settembre, 2011 - 14:01
  5. Gioab

    Caro Luigi, a che serve essere famoso, potente, governare, fare il sindaco, essere un capo, se alla fine hai il record dei morti e non ci puoi/vuoi far niente ? Solo parole ? Non vale la pena. Serve solo ad avere le prime pagine, i commenti la visibilità e i soldi ? O c’è un motivo nobile ma inutile ?

    5 Settembre, 2011 - 15:52
  6. @Gioab
    A che serve scrivere in questo blog se cerchi solo visibilità e seminare zizzania?

    5 Settembre, 2011 - 17:10
  7. Luigi Accattoli

    Da Carmela Randone ricevo questo messaggio:

    Gent. dott. Accattoli La ringrazio per aver ricordato Martinazzoli, una figura importante per noi bresciani, anche se non sempre lo abbiamo compreso e seguito. Una persona onesta, dai saldi valori civili e cristiani; nei primi anni ’90, di fronte allo sfacelo della politica, per noi giovani aderenti al Partito Popolare, è stato un riferimento, un modello sicuro; non ci siamo fatti trascinare dalle luci abbaglianti del “nuovo” che stava sorgendo, un nuovo che, pur “riempiendosi la bocca” di valori cristiani, si è oggi rivelato, questa la mia personalissima opinione, molto meno lunimoso. Credo che la nostra classe dirigente dovrebbe far tesoro della lezione del grande politico bresciano che, con umiltà e semplicità, ha servito la comunità locale e nazionale. Un tempo, si sarebbe detto di lui: un galantuomo…..
    La morte di Martinazzoli e quella del Card. Deskur hanno suscitato tristezza. Sì, anche quella del porporato polacco, perchè, in fondo, come scrive sul mio profilo facebook il Presidente dell’Associazione Giovanni, con lui è ” volata via un’altra parte di Wojtyla” (ma Wojtyla rimarrà sempre ” qui” con coloro che lo hanno veramente amato!).
    Sì, ieri non è stata una domenica come le altre. Ci tenevo a condividere con lei tutto questo, visto che sono bresciana!
    Carmela

    5 Settembre, 2011 - 17:27
  8. Gioab

    @ spunto
    sbaglio o anche di Gesù Cristo dicevano che seminava zizzania ?
    Gesù disse : “Se ho parlato male, rendi testimonianza del male; ma se bene, perché mi colpisci ? ” ( Giovanni 18.23)

    La verità rimane tale a prescindere da come ciascuno pensa che sia, a prescindere da chi la menziona.
    Cos’è che non le piace, se dico che i politici fanno i politici, magari pieni di buona volontà, ma non riescono/possono mai a fare qualcosa di utile se non per se stessi e per i loro amici, tant’è vero che tutti li contestano chiamandoli caste e cricche o sanguisughe ? C’è qualche errore ? Non mi pare che siano in molti a sorridere, tranne lei forse.
    Saluti

    5 Settembre, 2011 - 18:04
  9. lycopodium

    L’uomo è indiscutibile, la scelta di chiudere con l’esperienza politica della DC molto meno.
    Nacque probabilmente dall’idea che, dentro l’arco costituzionale, bisognava passare la mano ad altri, meno mediaticamente compromessi.
    In realtà questi altri, con tutte le loro gioiose macchine da guerra (espressione cmq più consona ai Bush), non hanno fatto altro che stendere un tappeto rosso per il nuovo che avanzava.
    Idea ingenua di chi pensava che la Diversità fosse ormai altrove (nel PCI ed eredi), quando invece quella proclamazione di diversità era l’ultimo tentativo di esorcizzare un male generale.
    Un male che non si è limitato a diffondersi su un’unica riva del corso politico.

    5 Settembre, 2011 - 18:12
  10. Marilisa

    La fine dell’esperienza politica della DC fu originata dal fatto che se le idee erano buone, le persone che dovevano metterle in atto si mostrarono sempre più attaccate al potere (esclusi alcuni, fra i quali Martinazzoli) e le vanificarono. Un’ideologia può essere valida in sé, ma resta pura astrazione se non concretizzata dall’operato degli uomini. Del resto, stare al governo per molti anni di seguito non produce altro che sclerotizzazione, ed è allora che si impone la necessità del nuovo. Per noi il nuovo si è realizzato? Non direi proprio. Per il semplice fatto che i democristiani che erano in primo piano furono travolti dagli scandali e un politico che si chiamava Craxi, che incarnava un socialismo che ben poco aveva di socialista, venne rimpiazzato-guarda caso-, con l’aiuto di alcuni della stessa risma, da un suo fedelissimo amico che tuttora è al governo, più che mai incollato alla poltrona per fare i comodi propri. Un democristiano illuminato come Moro era stato eliminato dagli estremisti ciechi e ottusi, e non era ben visto neanche da molti del suo partito proprio perché, da antesignano, volgeva al nuovo. Se non avesse fatto la tragica fine di cui tutti sappiamo, probabilmente nel nostro Paese, oltre ad un martire in meno, ci sarebbe stata una svolta salutare. Purtroppo le cose andarono diversamente.Molte cose nel frattempo sono cambiate ed è normale che sia così. Ma è indubbio che l’Italia di oggi è un paese fermo, senza prestigio, sulla bocca di tutto il mondo per le idiozie del suo premier.
    Certo neanche la controparte può dirsi esente da peccati e da scivoloni, ma sicuramente, almeno fino a prova contraria, resta più credibile per quanto riguarda l’aspirazione all’equità sociale (di cui, fra l’altro, parla anche il Vangelo). Non a caso ne fanno parte ex democristiani cattolici ed ex comunisti, che hanno rinnegato il comunismo di stampo sovietico (già Enrico Berlinguer, uomo onesto, se ne era allontanato), e sono accomunati dalla volontà di promuovere il bene del popolo tutto, non di una parte soltanto di esso. C’è solo una persona che parla ancora, risibilmente, di “comunisti”, e li teme come il diavolo l’acqua santa: ha paura che i suoi immensi privilegi gli vengano tolti. E quelli che hanno le stesse paure si accodano.

    5 Settembre, 2011 - 19:53
  11. FABRICIANUS

    Indubbiamente Mino Martinazzoli fu un grande uomo politico.
    Io ho avuto modo di conoscerlo politicamente solo negli ultimi anni della sua attività politica….mi piacque. Lo avrei voluto come Presidente della mia Regione. (Lombardia)

    Leggerò il libro uno strano democristiano

    5 Settembre, 2011 - 21:18
  12. raffaele.savigni

    Martinazzoli era un uomo onesto e competente; purtroppo non aveva un forte “carisma”. Non riuscì ad arginare l’emorragia del PPI, e la fuourscita del gruppo di Casini, che favorì l’ascesa di Berlusconi. La storia non si fa con i “se”: ma se nel 1994 gli italiani avessero dato maggiore fiducia a Martinazzoli e segni anziché a Berlusconi la nostra storia sarebbe stata diversa. Non aderì al PD perchè considerò (temo con qualche ragione) troppo debole la presenza cattolico-democratica al suo interno.

    6 Settembre, 2011 - 13:38
  13. Mabuhay

    Anche se un po’ in ritardo, volentieri do la mia partecipazione al lutto per questo uomo onesto, con le idee nel cuore e con una buona dose di passione nella testa. Ricordo una serie di incontri a BG, all’auditorium del seminario maggiore, strapieno per l’occasione, inizi anni 90′, presente anche il vescovo Amadei, dove diede alcuni contributi sul tema dei cattolici democratici di una qualita’ impressionante. Probabilmente e’ vero che -nel carattere- gli e’ mancato “il carisma”per trascinare, per convincere… Ma non e’ colpa sua se gli italiani (e tanti politici cattolici tra di loro) gia’ si erano lasciati abbindolare dal circo BerluscONI…che si porto’ dietro un po’ di …INI…e poi gli altri …oni…che alla fine -come ben si apprezza in questi giorni- risultarono proprio essere c…oni.
    Ricordo un paio di aneddoti riportati da una giornalista di Famiglia Cristiana (mi sfugge il nome); li dedico a chi nella Chiesa -e a volte persino in nome della Chiesa e dei suoi interessi molto materiali- si e’ prostituito piu’ o meno sfacciattamente a questo gruppo di manigoldi e ballerine. Quando Berlusconi lo “convoco’” per trattare il suo appoggio circa la formazione di una “DC” reiventata, dopo un colloquio molto teso sin dall’inizio, la risposta di Martinazzoli fu: “Scusi, e’ impossibile che possiamo collaborare. Lei fa politica per i suoi interessi. Io, da sempre, faccio politica per gli interessi degli altri”.
    Quando poi qualcuno, recentemente, lo rimprovero’ di non aver capito a suo tempo il “fenomeno Berlusconi”, rispose: “No, no…io l’ho capito benissimo. Ma eravamo troppo distanti, troppo diversi…”.
    Caro Mino, riposa in pace. Grazie per la tua “interezza”. Ti vogliamo bene.

    6 Settembre, 2011 - 15:01
  14. Luigi Accattoli

    Ad accogliere il papa a Brescia a nome del governo – quel giorno che ho ricordato nel post – c’era il ministro Beniamino Andreatta. Nino Andreatta e Mino Martinazzoli: si chiamavano ambedue Beniamino, i due cattolici più intelligenti che erano allora in politica. L’uno da piccolo chiamava se stesso Nino non riuscendo a dire Beniamino e gli restò quel nome. L’altro, più puntuto, diceva Mino e Mino fu per tutti.

    6 Settembre, 2011 - 16:26
  15. Mabuhay

    Il nome della giornalista sopra citata e’ Annachiara Valle. Grazie.

    7 Settembre, 2011 - 2:57
  16. @Gioab
    Non è istillando solo rabbia e demagogia che si risolvono le cose.. mettendo sullo stesso piano tutti i politici…

    E poi non è da lei odiare.. non ha per caso in mente il passo “Ama il prossimo come te stesso”? O forse lei in fondo si odia?

    7 Settembre, 2011 - 9:44

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