“Mendicare è un diritto”: dico “bravo” al vescovo Muser

Il vescovo di Bolzano Ivo Muser protesta contro le ordinanze che proibiscono l’accattonaggio affermando che “mendicare è un diritto”: condivido la sua protesta che riporto nel primo commento, mentre nel secondo tiro in ballo don Giussani e nel terzo lancio una mini-inchiesta sul diritto a mendicare.

30 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Vescovo Muser. (ANSA) – BOLZANO, 23 DIC – In un’intervista al “Corriere dell’Alto Adige, il vescovo di Bolzano Ivo Muser commenta alcune ordinanze emesse in città, ma anche a Merano, contro l’ accattonaggio: “Io – dice il vescovo – non avrei mai messo la firma su una norma del genere: mendicare è un diritto. Certo, abbiamo bisogno di regole, anche chi chiede l’elemosina deve essere rispettoso. Ma in queste ultime misure io vedo la volontà di escludere i mendicanti: questo non va bene, corriamo il rischio di una società fredda, poco umana e poco misericordiosa”.

    23 Dicembre, 2015 - 13:37
  2. Luigi Accattoli

    Giussani dixit. “L’esistenza si esprime, come ultimo ideale, nella mendicanza. Il vero protagonista della storia è il mendicante: Cristo mendicante del cuore dell’uomo e il cuore dell’uomo mendicante di Cristo” (30 maggio 1998).

    http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/davantiaGPII.aspx

    23 Dicembre, 2015 - 13:37
  3. Luigi Accattoli

    Visitatori belli datemi una mano per indagare sul diritto a mendicare. Nella storia e oggi. Nella Bibbia e nelle leggi. Che hanno stabilito a Bolzano. Che ne dicevano il nazismo, il fascismo, lo stalinismo.

    23 Dicembre, 2015 - 13:38
  4. Federico Benedetti

    Mendicare dovrebbe essere un’ extrema ratio per chi non ha proprio altra possibilità.
    Ma una società che ambisce ad essere “civile”, uno stato minimamente attento al sociale, una comunità locale che non soffra la fame,… non possono ritenere dignitoso l’accattonaggio: devono immaginare e realizzare altre possibilità di lavoro (dignitoso e adeguatamente retribuito) o di assistenza.
    Pensare all’accattonaggio come diritto è sbagliato.
    E’ un dovere delle comunità offrire a tutti delle condizioni minime (e, ripeto, dignitose) di sopravvivenza.
    Detto questo, quelle famigerate ordinanze vietano l’accattonaggio di “professione” di certi falsi poveri o l’insistenza di certi altri soggetti, il “racket” dei mendicanti (disabili, più o meno falsi, o minori), illegalità e violenze.
    Quando si affrontano questi problemi occorre molto relaismo e poca “poesia”.

    23 Dicembre, 2015 - 18:12
  5. La spigolatura è il diritto di raccogliere i resti dei campi appena coltivati, dopo il lavoro agricolo del giorno. Se ne trova traccia nella Bibbia in Lev 19 10 e Dt 24, 20-21. Ma la storia più bella sulla spigolatura si trova nel libro di Ruth, che ci porta un racconto bellissimo. Ruth rientrata a Betlemme insieme alla suocera Noemi dopo una carestia nella terra di Moab dove viveva insieme anche a suo marito, per cercare il suo presente va a spigolare nel campo di Boaz. Da qui, dopo che viene conosciuta e avvicinata da Boaz la sua vita cambia fino a intervenire nelle generazioni che portano a Gesù (vedi la genealogia di Gesù nel vangelo di Matteo, interessantissimo notare che ci sono solo cinque nomi di donna, ciascuna con caratteristiche non propriamente edificanti: una di queste è proprio Ruth, la moabita).
    Il diritto di spigolare è molto interessante. Esso è in qualche modo il riconoscimento della sapienza ebraica del fatto che i frutti del campo non appartengono al proprietario, ma provengono dalla bontà di Dio. E il proprietario diventa per così dire un amministratore del fondo per conto Terzi. Ne conosco menzione anche nel diritto medioevale (cd diritto comune), dove tuttavia diversamente dal contesto biblico il diritto di spigolare viene proclamato in editti che riconoscono il diritto (pubblico) dei poveri e delle vedove di spigolare a dispetto dei campi dei proprietari. La cosa che ritengo più sorprendente però è che se ne trova traccia nel codice penale francese e in quello italiano. Nel codice francese (che in sintesi è quello che in modo più penetrante ha riconosciuto il diritto illuministico di proprietà come diritto assoluto, dunque inviolabile) se ne dettano le condizioni per l’esercizio: che la raccolta avvenga dopo l’alba e prima del tramonto, che avvenga dopo la raccolta. In Italia compare (e rimane ancora oggi) nel codice penale: interessantissimo! Appare infatti come scriminante (o attenuante, non ricordo) del furto: in altri termini, se si ruba per spigolare (dunque per sopravvivere) il reato è considerato in modo meno grave.
    Il diritto di mendicare, così come quello di cui ha parlato Luigi qualche giorno fa a proposito dei mendicanti su via della conciliazione, a mio avviso deve essere contemperato con il rispetto del sacro. Per questo, non sono d’accordo con Luigi quando diceva che in sostanza era un bene che ci fossero tanti mendicanti sulla conciliazione. Se non ricordo male, sacro trova il suo etimo nel concetto di “separato”, “ritirato”. E questo è molto importante, anche per un cammino di riconciliazione e di amore verso i poveri. C’è bisogno di momenti di separatezza nella nostra fede, di una relazione dedicata a Dio solo, in cui non ci siano interferenze. E il piccolo cammino del giubileo su via della conciliazione è uno di questi. Ultimamente ho notato anche io che sulla via della conciliazione si viene letteralmente assaliti da folle di venditori ambulanti che vendono oggetti e oggettini di ogni tipo. Non lo ritengo una cosa positiva. Posto questo chiarisco che ho molti amici poveri nelle strade di Roma. Li conosco per nome e li saluto quando cammino per strada, anche pregando con loro, per loro e accanto a loro. Ma avverto entrambe le esigenze e credo che tutte e due abbiano la loro dignità.

    23 Dicembre, 2015 - 18:55
  6. discepolo

    Caro Luigi non so nulla delle leggi sui mendicanti. Nella poesia e nella letteratura romantica tedesca pero’il mendicante,soprattutto il vecchio mendicante musicante,che suonava l’organetto a manovella o la ghironda e ‘sempre stata una figura misteriosa e quasi un emissario del Soprannaturale.insomma il mendicante e’una figura SACRA e una figura del Sacro,forse per questo la societa’ de-sacralizzata di oggi lo vuole eliminare.
    IL bellissimo ciclo di lieder per voce e pianoforte WINTERREISE- Viaggio d’inverno di Schubert, su testi poetici di Muller,si conclude con un lied intitolato Der Leiermann che si potrebbe tradurre “l’uomo dell’organetto”. In esso il protagonista del ciclo,un giovane che ha dovuto abbandonare la sua amata e scacciato lontano deve viaggiare nel freddo e gelido inverno solo e senza speranza,vede all’uscita di un villaggio un mendicante che gira la manopola dell’organetto chiedendo la carita’.
    L’ultima strofa dice:
    “Misterioso vecchio
    Potrei venire con te?
    Accompagneresti i miei canti
    Con il tuo organetto?

    E cosi’si capisce che come nell’eterno ritorno niciano,l’intero ciclo di canti rivomincia dalla sua fine

    24 Dicembre, 2015 - 8:28
  7. discepolo

    Der Leiermann, testo di Muller mudica di Franz SCHUBERT

    Al limitare del paese
    c’e’ un uomo con l’organetto
    Con le dita indurite dal gelo
    Gira come puo’la manovella.

    Scalzo sul ghiaccio
    Vacilla qua e la’
    E il suo piccolo piattino
    Rimane sempre vuoto.

    Nessuno l’ascolta
    Nessuno lo vede
    E ringhiano sempre i cani
    Intorno al vecchio.

    Ma lui impassibile
    Indifferente a tutto
    gira gira la manovella
    E l’organetto risuona.

    Vecchio misterioso
    E se venissi con te?
    Accompagneresti i miei canti
    col tuo organetto.

    Come non vedere nel mendicante musicante la figura di Cristo?e nel protagonista l’anima umana scacciata dal Paradiso terrestre che vaga nell’inverno e anela alla sua antica Casa?

    Franz Schubert moriva poco dopo aver scritto questi Lieder a poco piu’di trenta anni.

    24 Dicembre, 2015 - 8:46
  8. Federico Benedetti

    La spigolatura è cosa alquanto diversa.

    Resto dell’idea che la presenza di mendicanti sia un segno del fallimento di una società civile che dovrebbe offrire a tutti condizioni dignitose di vita. E penso che discutere di divieti e di diritti di “accattonaggio” sia una leziosaggine borghese che ha poco a che fare con la misercordia e con la carità cristiana.

    Approfitto per rinnovare i miei migliori auguri di buon Natale a Luigi e a tutti i frequentatori del blog, a cominciare da coloro con i quali ho avuto qualche discussione aspra.

    24 Dicembre, 2015 - 8:51
  9. discepolo

    Anche Giussani che hai citato mi sembra dica la stessa cosa:il mendicantd e’ FIGURA DI CRISTO,che bussa alla nostra anima chiedendo il nostro amore e la nostra anima a sua volta e’mendicante dell’amore di Cristo.
    Il problema e’che la nostra societa’e’terribilmente materialista:l’uomo sta costruendo una nuova torre di babele vivendo come se Dio non esistesse.In questo orizzonte del tutto umano il mendicante, l’accattone non deve esistere perche’disturba la concezione orgogliosa dell’uomo moderno dell’autosufficenza e della capacita’ di manipolare la realta’a proprio piacimento. COsi come il mendicante per la nostra societa’materialista non devono esistere gli handicappati i down gli storpi e neppure i morti. Tutti costoro,poiche’esistono,non si debbono almeno vedere. COme i morti,che non si debbono vedere evengono confinati nelle stanze di ospedale e poi “smaltiti”alla chetichella cosi’gli accattoni che pure esistono non si devono vedere.
    Tale e’la societa’in cui viviamo e nel futuro sara’sempre peggio. Speriamo che almenola Chiesa Cattolica rimanga come grano di senape ,come lievito nascosto

    nella nuova Torre di Babele

    24 Dicembre, 2015 - 9:05
  10. Luigi Accattoli

    Leziosaggine borghese.

    24 Dicembre, 2015 - 9:41
  11. Sara1

    http://www.ecn.org/filiarmonici/geremek01.html

    Un superclassico è il libro di Geremek La pietà e la forca, anche se non lo ristampano più.

    Penso che la repressione dei mendicanti sia un fenomeno più moderno, nel medioevo la povertà è apprezzata (lo sterco del diavolo, il divieto di usura, gli ordini mendicanti) poi con l’età moderna si punta a sradicarla nell’ottica del progresso.

    Penso che se ne sia occupato anche Michel Focault in Sorvegliare e punire e nella sua storia della follia. (in lui c’è una critica molto radicale a questi fenomeni di controllo di tutto ciò che la società sente come destabilizzante, il povero il pazzo ecc.
    Questo controllo dovrebbe aver raggiunto il massimo nei regimi totalitari, in genere la presenza del mendicante viene sentito come un atto di accusa verso il regime stesso).

    Detto ciò anche io vedo un po’ di snobbismo anche nella passione per i mendicanti, tolte alcune scelte di vita molto radicali, penso che un numero eccessivamente elevato nelle città sia sempre una sconfitta.

    24 Dicembre, 2015 - 9:41
  12. giorgio

    Che strana societa’ abbiamo costruito ! Ad esempio un disabile vero ( non finto ) secondo il governo dovrebbe campare con 9 euro al giorno,pero’ in compenso avrebbe il diritto (di cui farebbe volentieri a meno) a mendicare. Anche nella nostra citta’ ve ne sono alcuni che si trovano in questo disagio grave, che sono sempre nello stesso luogo ( a differenza di certi “itineranti” che poveri non sono) che campano in questo modo. Dovrebbe pensarci lo stato moderno cosi famelico nel tassare tutto e tutti,magari sottovoce diciamo che anche certe chiese ricche di immobili potrebbero metterci di piu’ per ridurre le sacche di poverta’. Ma forse al di la’ di certa poesia, colui che dona un po’ del suo superfluo,e lo facciamo tutti,si sente in pace con la sua coscienza. Comunque e’ Natale, Cristo malgrado la durezza dei cuori ritorna anche in questo 2015. Buone feste a tutti !

    24 Dicembre, 2015 - 9:54
  13. Pare che le ultime parole di Lutero siano state:
    “Wir sind bettler: hoc est verum”.
    Le prime con la pancia, la lingua materna: Noi siamo mendicanti.
    Le seconde con l’intelletto e la lingua della Chiesa: Questa è la verità.

    24 Dicembre, 2015 - 10:13
  14. Benedetti, la spigolatura mi è parso quanto di più simile al mendicare il diritto abbia trovato nel corso dei secoli per affermare il diritto (la libertà) del povero di domandare quanto necessario per vivere. In che senso ritieni che sia alquanto diverso?

    24 Dicembre, 2015 - 12:14
  15. Luigi Accattoli

    Sara1 ho conosciuto Geremek, una volta l’ho intervistato per il “Corriere della Sera” e un’altra volta ne ho parlato così in un’occasione pubblica:

    Quando mi fu chiesto di parlare a questa consegna del Premio Europa che veniva dato a Bronislaw Geremek – che era ancora tra noi – ascoltando la richiesta per me inaspettata rividi la barba rossiccia, lo sguardo mite e volitivo, riascoltai la parola pacata e ferma con cui l’ottimo professore mi rispondeva una volta che l’intervistai per il “Corriere della Sera” a Castel Gandolfo, dov’era per uno dei simposi estivi di papa Wojtyla: era un ospite abituale di quei “colloqui”. Allora – l’intervista apparve il 12 agosto 1989 – egli era capogruppo dei 161 deputati di Solidarnosc eletti al Parlamento polacco e uno dei massimi protagonisti della “Tavola rotonda” che preludeva alla costituzione del primo governo post comunista.
    Quand’ebbi la notizia della sua morte – ero in Australia con il papa per la Giornata mondiale della gioventù – pensai che Geremek era stato per il mondo laico quello che il cardinale Lustiger è stato per la Chiesa cattolica: due ragazzi ebrei che scampano alla Shoah e vengono affidati a famiglie cristiane. Ambedue chiedono il battesimo a chi li ha accolti. Geremek in gioventù fu anche lui – come Lustiger – attivo nella Chiesa e pensò di farsi prete, ma poi la sua partecipazione si affievolì e visse il rapporto con la comunità cattolica con un sobrio distacco, recuperando una viva attenzione culturale verso di essa con l’elezione di Wojtyla a papa, ma senza tornare alla pratica religiosa.
    Il funerale di Geremek si è svolto nella cattedrale di Varsavia e alla fine l’arcivescovo potè leggere un telegramma del papa che riconosceva “il suo contributo al processo dei cambiamenti socio-politici iniziato in Polonia con Solidarnosc, come pure all’integrazione europea e alla ratifica del Concordato del 1998 tra la Repubblica di Polonia e la Santa Sede”.
    Le cronache narrano che fuori della cattedrale vi era un gruppo di Radio Maria con uno striscione che diceva “Grazie Dio di avercelo tolto”. Come si vede c’è ancora strada da fare. Noi – dicevo – guardiamo indietro anche per il giusto stimolo ad andare avanti.

    http://www.luigiaccattoli.it/blog/interviste/linformazione-originale-sempre-meno-originale-sempre-piu-vittima-dellaudience/da-camaldoli-e-la-verna-al-vasto-mondo/

    26 Dicembre, 2015 - 10:33
  16. Clodine

    Mi sembra che nel tardo impero, proprio in quel “Codex theodosianus” progettato nel 435 in vigore dal 439 d.c. ci sia qualcosa riguardante la liceità nel mendicare. Condizionata però ai soli portatori di patologie fisiche: invalidi e perciò inabili al lavoro: a questi esclusivamente era concessa la possibilità … Se non ricordo male, nel caso in cui fosse accertato l’inganno, i “frodatori” potevano esser denunciati e diventare, ipso facto, servi del denunziante…bella roba!?

    28 Dicembre, 2015 - 8:54
  17. Luigi Accattoli

    Clodine trovami il testo – mi interessa…

    28 Dicembre, 2015 - 10:31
  18. Clodine

    Ci provo Luigi…non è facile ma ..lo troverò…

    28 Dicembre, 2015 - 12:41
  19. Clodine

    ” Nel codice Teodosiano esiste un titolo a cui è premessa una rubrica, de mendicantis non invalidis, ove è conservata una legge del 382 dopo Cristo in cui si stabilisce che chi sia sorpreso ad elemosinare e non sia affetto da alcuna menomazione, invalidità o malattia, sia assegnato come schiavo , se tale era, o come colono, se libero, a colui che lo ha denunziato (C.Th. 14.18.1). In fonti cristiane coeve, troviamo, invece, la prescrizione rivolta ai responsabili degli ospizi che offrivano assistenza ai poveri e ai derelitti, di dare da mangiare una sola volta ai poveri abili al lavoro”

    Lezioni di diritto romano privato 1
    Gisella Bassanelli Sommariva , Maggioni editore, pag 134

    Mi sembra di capire che la liceità a mendicare per i poveri inabili al lavoro è anche precedente, e di molto, rispetto al codex theodosianus il quale l’avrebbe assorbita in toto e appliccata a mo’ di legge a tutti gli ospizi assistenziali.

    28 Dicembre, 2015 - 13:46
  20. Clodine

    CTh.14.18.0;1. De mendicantibus non invalidis:
    ” Gratianus, Valentinianus et Theodosius aaa. ad Severum praefectum Urbi. Cunctis adfatim. Quos in publicum quaestum incepta mendicitas vocabit, inspectis exploretur in singulis et integritas corporum et robur annorum, adque ea inertibus et absque ulla debilitate miserandis necessitas inferatur, ut eorum quidem, quos tenet condicio servilis, proditor studiosus et diligens dominium consequatur, eorum vero, quos natalium sola libertas prosequatur, colonatu perpetuo fulciatur quisquis huiusmodi lenitudinem prodiderit ac probaverit, salva dominis actione in eos, qui vel latebram forte fugitivis vel mendicitatis subeundae consilium praestiterunt.
    Dat. XII kal. iul. Patavi Antonio et Syagrio conss. (382 iun. 20).

    Ho trovato il testo originale, trovare un bravo latinista capace di tradurlo non è poi così difficile, abbiamo Antonella…

    28 Dicembre, 2015 - 14:13
  21. Luigi Accattoli

    Grazie Clodine… mendicantibus… mendicitas… mendicitatis subeundae… ho capito tutto… chiarissimo…

    29 Dicembre, 2015 - 18:05
  22. Clodine

    Luigi mio ( ahahahahahah ahahahahahah. …oddio che ridere) …pensa che neppure Google traduttore è riuscito a cavarne un ragno dal buco . È un latino troppo “stretto”…..

    29 Dicembre, 2015 - 20:39
  23. Clodine

    Beh, vabbeh, la traduzione la troveremo. Invece trovo interessante il punto di vista islamico sul diritto a mendicare.
    Ad esempio: la parole di Dio nella Sura LI – Ayàh 19 dice:
    ????? ????????????? ??????????????????????????????. (questo è anche peggio che quella)

    30 Dicembre, 2015 - 9:38
  24. Clodine

    Oh…sono apparsi solo dei punti interrogativi , in realtà avevo postato la sura in arabo, comunque, la sura 19 dice in sostanza che essi (i musulmani) riconoscono un diritto per il mendicante e per il misero chiedere aiuto, e lo dice con queste parole:
    “Consapevoli che tutto appartiene ad Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, nel loro timore di Allàh, sono disposti a dare ciò che Allàh ha assegnato loro in sorte, quanto a patrimonio, per soddisfare il diritto, che Allàh ha riconosciuto su esso al mendicante e al povero. Questa pratica rende meritevoli delle beatitudini paradisiache”.

    30 Dicembre, 2015 - 9:42
  25. Sara1

    A me pare che il diritto a mendicare sia molto più antico del tentativo della repressione.

    Cioè i poveri costretti a mendicare nell’antichità (in mancanza di forme di welfare) erano diffusissimi, basti pensare a carestie, pestilenze, alla impossibilità di mantenersi a causa delle malformazioni fisiche.

    Fenomeni repressivi sono riconducibili all’età moderna in contemporanea con la nascita e il rafforzamento dello stato, a volte il postmoderno nella sua critica alla modernità finisce davvero per tornare all’antico. (il socialismo feudale direbbe Marx quello per cui il problema della povertà si può risolvere solo con il paternalismo compassionevole).

    30 Dicembre, 2015 - 10:00
  26. Clodine

    malformazioni fisiche poi, all’ordine del giorno. Bastava anche un incidente marginale, la semplice rottura di un osso ad esempio, di un braccio, o di una gamba. Non essendoci ingessature ecc si diventava storpi e perciò scartati dalle attività lavorative, ridotti in miseria e costretti a mendicare . Pensiamo che sia nell’alto che nel basso medioevo la produzione della carta, ad esempio, le prime industrie laniere, tessili , in mano ai signori territoriali, esigevano piena efficienza a fronte di stipendi miserissimi.
    Ora, come allora, vale il vecchio proverbio:” con poco si vive [o si sopravvive) ma con niente si muore”

    30 Dicembre, 2015 - 11:20

Lascia un commento