Oggi sono a TV2000 per il Papa in Molise

Buongiorno visitatori belli: oggi sono a TV2000 per il Papa in Molise. Sarò in studio per tutte le dirette da Campobasso, Castelpetroso e Isernia, tra le 09.00 e le 18.30. Il Papa delle periferie in una delle periferie d’Italia, ospite – tra gli altri – del vescovo Bregantini, responsabile Cei per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace, al quale chiese di scrivere le meditazioni per la Via Crucis di quest’anno al Colosseo. Aggiornerò nei commenti con le parole del Papa.

70 Comments

  1. Clodine

    Sto ascoltando, e vedendo…un bel momento davvero!

    5 Luglio, 2014 - 9:24
  2. FABRICIANUS

    Sto seguendo anch’io.

    Molto bello.

    5 Luglio, 2014 - 10:17
  3. Sara1

    Perdonare cosa?

    5 Luglio, 2014 - 10:23
  4. Luigi Accattoli

    Servizio della carità. Il Papa nell’omelia di Campobasso: “Il servizio della carità siamo chiamati tutti a viverlo nelle realtà ordinarie, cioè in famiglia, in parrocchia, al lavoro, con i vicini… E’ la carità di tutti i giorni, quella carità ordinaria… La testimonianza della carità – ha aggiunto – è la via maestra dell’evangelizzazione”.

    5 Luglio, 2014 - 12:28
  5. Luigi Accattoli

    “Il servizio della carità” è un rimando [non esplicitato] a Papa Benedetto e in particolare a uno degli ultimi e dei più importanti tra i documenti del suo Pontificato: alla Lettera apostolica in forma di motu proprio Intima Ecclesiae natura (11 novembre 2012), dove si afferma che «il servizio della carità è una dimensione costitutiva della missione della Chiesa ed è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza».

    5 Luglio, 2014 - 12:32
  6. roberto 55

    Ho seguito anch’io su TV2000: il nostro Papa ha, al solito, pronunciato parole forti ed importanti, sopratutto sul valore del lavoro, come, se ho ben inteso, bene “in sè”, e fattore di dignità della persona:
    Una domanda per Luigi e per gli amici del “pianerottolo”: la critica (perchè tale m’è parsa) del Papa al “lavoro domenicale” era già stata proposta in passato da Papa Benedetto ? Mi sembra di ricordare di sì, ma sarò grato a chi me lo confermerà.

    Buon sabato a tutti.

    Roberto 55

    5 Luglio, 2014 - 13:29
  7. FABRICIANUS

    Ciao Roberto se non ricordo male la critica al lavoro domenicale fu “lanciata” dal card. Bagnasco e dalla CEI.

    Luigi saprà essere più preciso.

    Ciao a tutti!

    5 Luglio, 2014 - 14:23
  8. giorgio

    Perfette le indicazioni del papa sui problemi del lavoro, ma sarebbe utile che anche i vescovi si adeguino e la smettano di accumulare beni immobiliari che non potranno portare nell’aldila’, ma si impegnino a risolvere le tante nuove poverta’ (secondo il concetto evangelico).

    5 Luglio, 2014 - 14:29
  9. Luigi Accattoli

    Uno ha dentro qualcosa di Dio. Il Papa ai giovani a Castelpetroso: “L’entusiasmo e il clima di festa che sapete creare sono contagiosi. L’entusiasmo è contagioso: ma voi sapete da dove viene questa parola, entusiasmo? Viene dal greco e vuol dire avere qualcosa di Dio dentro o essere dentro Dio. L’entusiasmo, quando è sano, segnala questo: che uno ha dentro qualcosa di Dio e lo esprime gioiosamente”.

    5 Luglio, 2014 - 16:34
  10. Luigi Accattoli

    Difficoltà peccato perdono. Ancora Francesco ai giovani: “Una parola che a me piace ripetere, perché la dimentichiamo tanto: Dio non si stanca di perdonare. Ma questo è vero, eh? Questo è vero! E’ tanto il suo amore, che è sempre vicino a noi. Egli perdona definitivamente, cancella e dimentica il nostro peccato se ci rivolgiamo a Lui con umiltà e fiducia. Egli ci aiuta a non scoraggiarci nelle difficoltà, a non considerarle insormontabili; e allora, fidandoci di Lui, getterete nuovamente le reti per una pesca sorprendente e abbondante, avrete coraggio e speranza anche nell’affrontare le difficoltà derivanti dagli effetti della crisi economica”.

    5 Luglio, 2014 - 16:38
  11. Luigi Accattoli

    Un’idea forte su Celestino. Il Papa in piazza della cattedrale a Isernia: C’è un’idea forte che mi ha colpito, pensando all’eredità di san Celestino V. Lui, come san Francesco di Assisi, ha avuto un senso fortissimo della misericordia di Dio, e del fatto che la misericordia di Dio rinnova il mondo. Pietro del Morrone e Francesco d’Assisi conoscevano bene la società del loro tempo, con le sue grandi povertà. Erano molto vicini alla gente, al popolo. Avevano la stessa compassione di Gesù verso tante persone affaticate e oppresse; ma non si limitavano a dispensare buoni consigli, o pietose consolazioni. Loro per primi hanno fatto una scelta di vita controcorrente, hanno scelto di affidarsi alla Provvidenza del Padre, non solo come ascesi personale, ma come testimonianza profetica di una Paternità e di una fraternità, che sono il messaggio del Vangelo di Gesù Cristo.

    5 Luglio, 2014 - 20:14
  12. Luigi Accattoli

    Misericordia come profezia di un mondo nuovo. Papa a Isernia 2: E sempre mi colpisce che con questa loro compassione forte per la gente, questi santi hanno sentito il bisogno di dare al popolo la cosa più grande, la ricchezza più grande: la misericordia del Padre, il perdono. “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. In queste parole del Padre nostro c’è tutto un progetto di vita, basato sulla misericordia. La misericordia, l’indulgenza, la remissione dei debiti, non è solo qualcosa di devozionale, di intimo, un palliativo spirituale, una sorta di olio che ci aiuta ad essere più soavi, più buoni, no. E’ la profezia di un mondo nuovo: misericordia è profezia di un mondo nuovo, in cui i beni della terra e del lavoro siano equamente distribuiti e nessuno sia privo del necessario, perché la solidarietà e la condivisione sono la conseguenza concreta della fraternità. Questi due Santi hanno dato l’esempio. Loro sapevano che, come chierici – uno era diacono, l’altro vescovo, vescovo di Roma –, come chierici, tutti e due dovevano dare l’esempio di povertà, di misericordia e di spogliamento totale di sé stessi.

    5 Luglio, 2014 - 20:14
  13. Luigi Accattoli

    Risposta che viene dal Vangelo. Papa a Isernia 3: Ecco allora il senso di una nuova cittadinanza, che sentiamo fortemente qui, in questa piazza davanti alla Cattedrale, da dove ci parla la memoria di san Pietro del Morrone Celestino V. Ecco il senso attualissimo dell’Anno giubilare, di quest’anno giubilare Celestiniano, che da questo momento dichiaro aperto, e durante il quale sarà spalancata per tutti la porta della divina misericordia. Non è una fuga, non è un’evasione dalla realtà e dai suoi problemi, è la risposta che viene dal Vangelo: l’amore come forza di purificazione delle coscienze, forza di rinnovamento dei rapporti sociali, forza di progettazione per un’economia diversa, che pone al centro la persona, il lavoro, la famiglia, piuttosto che il denaro e il profitto.

    5 Luglio, 2014 - 20:15
  14. Luigi Accattoli

    Una strada buona per tutti. Papa a Isernia 4: Siamo tutti consapevoli che questa strada non è quella del mondo; non siamo dei sognatori, degli illusi, né vogliamo creare oasi fuori dal mondo. Crediamo piuttosto che questa strada è quella buona per tutti, è la strada che veramente ci avvicina alla giustizia e alla pace. Ma sappiamo anche che siamo peccatori, che noi per primi siamo sempre tentati di non seguire questa strada e di conformarci alla mentalità del mondo, alla mentalità del potere, alla mentalità delle ricchezze. Perciò ci affidiamo alla misericordia di Dio, e ci impegniamo a compiere con la sua grazia frutti di conversione e opere di misericordia. Queste due cose: convertirsi e fare opere di misericordia.

    5 Luglio, 2014 - 20:15
  15. Marilisa

    Al di là dei molteplici spunti di riflessione che vengono offerti dalle consolanti parole del Papa, mi sento colpita in modo particolare da quelle su san Pietro da Morrone (Celestino V).
    Sembra quasi che papa Francesco lo abbia voluto riscattare dal giudizio lapidario con cui Dante lo ha bollato nella sua Commedia.
    So che forse dire questo è un azzardo, e non vorrei essere fraintesa, ma è indubbio che tutti abbiamo impresso nella memoria quel verso del terzo canto dell’Inferno dove di lui si legge “che fece per viltade il gran rifiuto”. Chi non lo ricorda? Ne conosciamo anche le motivazioni. del tutto personali. E abbastanza recentemente il ricordo è riaffiorato in occasione delle dimissioni di Benedetto XVI. Altro di lui praticamente non si conosceva.
    Io personalmente oggi ho scoperto un nuovo Celestino V.
    E faccio una malinconica considerazione. Perché un uomo– in questo caso un papa– può essere consegnato alla Storia da un verso di un poeta pur grande piuttosto che dalle sue grandi virtù quali quelle illustrate oggi da papa Francesco? Perché? Lo trovo ingiusto.

    5 Luglio, 2014 - 22:35
  16. Clodine

    M piace il popolo Molisano: gente buona, genuina, con un grande attaccamento alla chiesa cattolica. Ho visto tutto e ascoltato con attenzione ed trovato interessante l’analisi di Luigi in relazione all’originalità comunicativa di questo Pontefice. Oserei dire unica per certi aspetti ,rispetto ai predecessori, sia dal punto di vista formale che teologico/ esperienziale/pastorale . Un modo di rapportarsi alla gente , nella prassi, penetrante, avvolgente, convincente ma allo stesso tempo, a mio sommesso avviso, leggo nel suo approccio una forte componente pedagogico / istruttiva simile a quella degli apostoli ai primi secoli del cristianesimo nell’annunci ai pagani. Siccome lo Spirito Santo sempre è in azione, molto probabilmente in questo preciso momento storico occorreva, alla Chiesa universale ,un papa in grado di alfabetizzare una scolaresca “acerba”, e la necessità di abbandonare una teologia “teorica”si faceva cogente, impellente.
    Fa male, certo, dover constatare come, malgrado 2000 anni , sia andata scemando la fede e la perdita d’identità cristiano/cattolica in una Europa che davvero aveva dato i suoi martiri. Una teologia dal basso penso si rendesse necessaria per riannodare un tessuto sfilacciato. e farlo senza rattoppare. Cosa affatto semplice o scontata.
    Si tratta di intessere ancora una volta la trama misterioso di tre storie: quella irripetibile di Gesù di Nazaret, originaria e salvifica; quella della Chiesa nel suo cammino storico tra la Risurrezione e la parusia; quella personale di ciascuno di noi….Ecco, sono certa che al Papa occorrano preghiere, e tante, per non soccombere sotto la mannaia della storia, come successe al povero Celestino V.

    6 Luglio, 2014 - 7:38
  17. Clodine

    E’ sbagliato sovrapporre la rinuncia del “papa angelico”, desideroso di tornare ad una esistenza solitaria, con le dimissioni di BenedettoXVI. Tra il primo e il secondo vi sono secoli di storia dentro la quale tanti e tali furono gli accadimenti da far risultare le due figure assolutamente slegate.
    Invece , tornando a Celestino, fu proprio l’impossibilità di accordare il messaggio evangelico con l’apparato politico temporale della Chiesa a determinare il suo rifiuto. E questo aspetto è più vicino alla sfida intrapresa da Francesco che non alle dimissioni per “ingravescente aetate” di Ratzinger, che ha lasciato alla Chiesa davvero un’ eredità straordinaria!

    6 Luglio, 2014 - 7:58
  18. Nino

    Ecco un’eloquente risposta alla scomunica di Francesco a mafiosi.
    http://www.repubblica.it/cronaca/2014/07/06/news/calabria_la_madonna_fa_l_inchino_al_boss-90814677/?ref=HREC1-4

    calabria, la Madonna fa l’inchino al boss
    A Oppido Mamertina durante la processione l’omaggio davanti la casa del capo clan. I carabinieri abbandonano il corteo per protesta.
    ——
    La Madre di Dio comprata come una prostituta, dal popolo e dai suoi rappresentanti per codardia e accondiscendenza al male.

    Grazie ai rappresentanti dell’Arma che hanno riscattato una tale schifezza nell’unico modo possibile.

    6 Luglio, 2014 - 9:51
  19. FABRICIANUS

    Mi unisco al ringraziamento di Nino nei confronti dell’Arma dei Carabinieri.

    6 Luglio, 2014 - 10:40
  20. Marilisa

    Quel che è avvenuto a Oppido Mamertina è un segno importante di recezione della scomunica di papa Francesco contro “l’eresia criminale”.
    Dispiace vedere che il popolo ancora non l’abbia compresa, e neppure, a quanto pare, il parroco del paese . È evidente che il potere della mafia e il timore che se ne ha, vivono con profonde radici.
    Per questo il gesto dell’Arma dei carabinieri è stato altamente indicativo e meritorio.

    6 Luglio, 2014 - 11:37
  21. Luigi Franti

    A me, cara Clodine, l’approccio di papa Francesco sembra più che altro modellato su quello dei missionari gesuiti del XVI-XVI secolo. Cerca di conquistare le simpatie dei “selvaggi”, presenta Dio principalmente sotto l’aspetto della misericordia, evita tutto quello che può suscitare reazioni e contrasti … Sarà la strada giusta? Mah, chi lo sa.

    Prendi per esempio ciò che ha detto sulla domenica: «La domenica libera dal lavoro – eccettuati i servizi necessari – sta ad affermare che la priorità non è all’economico, ma all’umano, al gratuito, alle relazioni non commerciali ma familiari, amicali, per i credenti alla relazione con Dio e con la comunità. Forse è giunto il momento di domandarci se quella di lavorare alla domenica è una vera libertà».

    Buone parole, per carità, parole giuste e opportune, ma il senso cristiano della domenica appare solo di sfuggita, quasi come se fosse un optional per qualcuno.
    Quello che i cristiani avrebbero di proprio da dire agli uomini del nostro tempo (come di tutti gli altri tempi) non è che coltivare le relazioni umane, stare con i bambini ecc. ecc. è una cosa buona. Avrebbero da dire che il tempo è di Cristo, Signore del mondo e della storia, e che per questo “sine dominico non possumus”.

    6 Luglio, 2014 - 12:27
  22. Luigi Franti

    Confronti, chi ne ha voglia, il modo in cui Benedetto XVI affrontò questo tema a Bari, in una delle sue prime visite pastorali:

    http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2005/documents/hf_ben-xvi_hom_20050529_bari_it.html

    Clodine ha ragione: la differenza si sente e come. Dico questo non per contrapporre, ma perché il “continuismo” a tutti i costi di certe interpretazioni non corrisponde alla verità. È cambiato l’accento, ma non nel senso che a quello bavarese si è sostituito quello di Baires, bensì nel senso che si mette l’accento su cose diverse.

    6 Luglio, 2014 - 12:30
  23. Luigi Franti

    A me pare che il problema sia anche questo: il missionario gesuita che conquista la fiducia dei Guaranì con la musica e poi piano piano costruisce una sorta di società cristiana (un po’ totalitaria, a dire il vero, ma questo è un altro discorso) ha a che fare esclusivamente con dei pagani. Ora, è vero che anche noi in Europa siamo largamente tornati pagani, ma non è proprio la stessa cosa. Intanto perché ancora gran parte dei pagani della nostra società sono dei “neopagani postcristiani”, e poi perché esistono ancora dei cristiani, magari dei “mezzi-cristiani”. A tutti questi, il messaggio “ridotto ad usum pagani” che Francesco manda, fa bene o fa male? Non avrebbero (non avremmo) bisogno di un altro cibo?

    6 Luglio, 2014 - 12:36
  24. Luigi Franti

    Sono cinquant’anni che le nostre chiese vanno appresso al mondo, si sforzano di seguirlo, di essere accomodanti per non perderlo … lo hanno perso lo stesso e in più hanno confuso e disperso il gregge.

    Torno all’esempio della domenica. Non basta dire che la domenica non si deve lavorare perché ci vuole tempo per le relazioni umane ecc. ecc.
    Si deve dire che la domenica deve essere dedicata innanzitutto a Dio. Il “tempo libero” è un nemico tanto pericoloso quanto il lavoro, da questo punto di vista.
    Un sindacalista può benissimo occuparsi solo del problema del lavoro domenicale. Un papa penso che dovrebber ricordare che la messa è la prima cosa, la più importante, e se per andare a messa si devono sacrificare i programmi del tempo libero, lo si deve fare.

    6 Luglio, 2014 - 12:41
  25. Luigi Franti

    Quando fu introdotta la c.d. messa prefestiva (noi del popolo la continuiamo a chiamare così) e si era – se non sbaglio – ancora prima del concilio, uno che si oppose finché potè fu il cardinale Siri, uno degli uomini di chiesa più saggi e previdenti del XX secolo. Si oppose perché capiva che tipo di messaggio sarebbe passato: la messa come un pedaggino da pagare al sabato sera, poi tutti al mare.
    Praticamente, l’inizio della fine.

    6 Luglio, 2014 - 12:45
  26. Nino

    Notizia dell’ultma ora.
    http://www.repubblica.it/cronaca/2014/07/06/news/mafia_detenuti_in_molise_rifiutano_la_messa_per_protesta_contro_la_condanna_del_papa-90836455/?ref=HREC1-1

    Larino, 200 detenuti al cappellano: “Cosa veniamo a fare a messa se il Papa ci scomunica?”
    Prima reazione, in un penitenziario, alle parole di Francesco. Il vescovo va nell’istituto a parlare con i carcerati. Monsignor Bregantini: “Bergoglio scuote le coscienze”

    //////////////
    Contiene un primo interevnto del vescovo Bregantini assai significativo.

    6 Luglio, 2014 - 13:26
  27. nicoletta zullino

    «Ora, è vero che anche noi in Europa siamo largamente tornati pagani, ma non è proprio la stessa cosa». Come ha ragione, caro Franti: e infatti è molto peggio; ed è tutto molto, molto più difficile. I Guaranì, magari…
    «Si deve dire che la domenica deve essere dedicata innanzitutto a Dio». A chi, se è lecito domandare, a chi si “deve dire”? E una volta detto questo, che cosa lei pensa potrebbe o dovrebbe accadere: un miracolo?

    6 Luglio, 2014 - 14:37
  28. Marilisa

    “Sono cinquant’anni che le nostre chiese vanno appresso al mondo, si sforzano di seguirlo, di essere accomodanti per non perderlo … lo hanno perso lo stesso e in più hanno confuso e disperso il gregge.”

    Questo lo crede lei perché lei ha una visione del mondo, e della Chiesa, tutta sua.
    È come se uno si chiudesse in una stanza senza aprire la finestra per non vedere quel che succede fuori ed avere l’illusione che tutto resti come sempre. Ma niente resta come prima. La vita porta dei cambiamenti che molti, per la propria costituzione mentale, non riescono ad accettare. Li porta nel mondo come in ogni individuo e nella intera Umanità. È nell’ordine delle cose. E la Chiesa è nel mondo, non nelle nuvole, lassù in alto.
    Gesù è venuto da lassù ( tanto per dire) nel mondo di questa Terra, e non ha detto che bisogna stare fermi, tutt’altro.
    Quando papa Giovanni XXIII indisse il Concilio, lo fece non perché la Chiesa si adeguasse al mondo (troppo semplicistico dire questo), ma perché capiva che nel Novecento la Chiesa doveva finalmente aprire le finestre per rinnovare l’aria stagnante e asfittica che persisteva dall’epoca del Concilio tridentino; per poter comunicare alla gente che essa più che di regole, che pure ci sono, necessita di spirito di misericordia. Infatti il volto del Cristo ha impresso soprattutto il tratto della misericordia e del perdono. Se queste parole disturbano chi ama soprattutto la rigidezza, il problema sta in lui, non nella Chiesa postconciliare; e farebbe bene a cambiare prospettiva.

    Leggo poi: “la messa come un pedaggino da pagare al sabato sera, poi tutti al mare.Praticamente, l’inizio della fine.”
    La domenica è il giorno del Signore, lo sappiamo tutti o quasi. Ma non è che se, per validi motivi, si va a Messa di sabato, lo si onora di meno.
    È noto a tutti che, dopo un’intera settimana di lavoro, si ha bisogno di ricrearsi anche allontanandosi –se possibile e per chi lo vuole– dal proprio luogo di abitazione, soprattutto in estate. A costoro è data la possibilità di accedere al culto anche nel giorno prefestivo. E che c’è di male? La Chiesa ha sbagliato nell’aprire questa porta? Non mi pare. Ha invece tolto a molti l’assillo di dover conciliare con grandi difficoltà le due esigenze.
    Diverso è il discorso sul lavoro nel giorno domenicale, perché qui entra in causa il fattore “soldi” o “mammona” che dir si voglia.
    Ma a questo punto interviene la complessità di un discorso che non è così semplice come parrebbe a prima vista. E non voglio affrontarlo.

    6 Luglio, 2014 - 15:53
  29. Clodine

    Sono del tutto d’accordo con te, Franti. Alla domanda,poi, se la via intrapresa da papa Francesco sia quella giusta, cosa rispondere: “non lo sappiamo, chi può dirlo? La storia viaggia sempre all’indietro, per cui ai posteri , spetterà, l’ardua sentenza. Potremmo pensare che l’intenzione di Francesco sia coagulare, condensare attorno alla sua predicazione, universalmente condivisa perché fondante quei valori intrinsecamente validi e riconosciuti da tutta l’umanità , il consenso di altre confessioni religiose; avviare un dialogo con l’islam ad esempio, o con le chiese acattoliche, per avere una leadership spirituale globalizzata il cui fine però , se esula dal suo punto focale che è la conversione a Cristo e alla Chiesa [universle strumento di Salvezza], non servirebbe a nulla. Per questo, al momento restiamo osservatori ossequiosi ma attenti. Più che intenti a tifare, a ragionare, per capire bene e meglio cosa intende fare della Chiesa di Cristo questo nostro papa venuto dalla fine del mondo.

    6 Luglio, 2014 - 22:56
  30. nicoletta zullino

    No, Franti, gridi pure. Solo che ci sono tanti modi di gridare nel deserto, e molte parole che quel grido può dire. Il semplice fatto di dirle non conduce a nulla, se non ad addormentarsi con la coscienza pulita.

    6 Luglio, 2014 - 23:15
  31. “Io detesto, respingo le vostre feste solenni
    e non gradisco le vostre riunioni sacre;
    anche se voi mi offrite olocausti,
    io non gradisco le vostre offerte,
    e le vittime grasse come pacificazione
    io non le guardo.
    Lontano da me il frastuono dei vostri canti:
    il suono delle vostre arpe non posso sentirlo!
    Piuttosto come le acque scorra il diritto
    e la giustizia come un torrente perenne” (Am 5,21-24).

    Forse non sottolineando troppo i diritti di Dio ma difendendo i diritti delle relazioni Francesco aveva in mente questo…

    7 Luglio, 2014 - 7:39
  32. Maurelio

    @Nico,
    sicuramente hai ragione, ma come viene percepito il messaggio dal mondo?
    Qui si rischia un cortocircuito.
    Franti e Clodine sottolineano un aspetto che non può essere sottovalutato.

    7 Luglio, 2014 - 10:04
  33. Sara1

    “Il lavoro e la festa sono intimamente collegati con la vita delle famiglie: ne condizionano le scelte, influenzano le relazioni tra i coniugi e tra i genitori e i figli, incidono sul rapporto della famiglia con la società e con la Chiesa. La Sacra Scrittura (cfr Gen 1-2) ci dice che famiglia, lavoro e giorno festivo sono doni e benedizioni di Dio per aiutarci a vivere un’esistenza pienamente umana.

    L’esperienza quotidiana attesta che lo sviluppo autentico della persona comprende sia la dimensione individuale, familiare e comunitaria, sia le attività e le relazioni funzionali, come pure l’apertura alla speranza e al Bene senza limiti.

    Ai nostri giorni, purtroppo, l’organizzazione del lavoro, pensata e attuata in funzione della concorrenza di mercato e del massimo profitto, e la concezione della festa come occasione di evasione e di consumo, contribuiscono a disgregare la famiglia e la comunità e a diffondere uno stile di vita individualistico.

    Occorre perciò promuovere una riflessione e un impegno rivolti a conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia e a ricuperare il senso vero della festa, specialmente della domenica, pasqua settimanale, giorno del Signore e giorno dell’uomo, giorno della famiglia, della comunità e della solidarietà.”

    http://www.family2012.com/it/lettera-del-papa/

    7 Luglio, 2014 - 10:15
  34. nicoletta zullino

    E nient’altro?

    7 Luglio, 2014 - 14:04
  35. nicoletta zullino

    Ma di che sta parlando?

    7 Luglio, 2014 - 14:21
  36. Sara1

    Degli articolo che ha postato, non fate sempre l’elogio del dissenso dal basso?

    A me pare che sulla festa, la Domenica e l’ingerenza della mafia nelle questioni religiose le indicazioni siano limpidissime ai vertici.

    Se tutti le ascoltassero sarebbe un mondo migliore e basta

    7 Luglio, 2014 - 14:27
  37. nicoletta zullino

    Ma fate chi? Mi dà pure del voi, adesso?
    A parte il fatto che più di qualcuno, qui sopra, si è lamentato proprio delle indicazioni non limpidissime dei vertici sulla festa e sulla domenica, e invece quando c’era Siri ecc.
    La mafia è questione un tantinello diversa, non crede? E come possiamo vedere, con le indicazioni limpidissime ci si lavano i pavimenti. Sono sorpresa (?) dal disinteresse di alcuni solerti commentatori che invece non perdono un colpo su altre questioni. Certo, qui non si tratta di famiglia (seppure…), comunione ai divorziati, matrimoni omosessuali, politica più o meno bassa e invasioni di marziani; certo, BQ non ha ancora pubblicato nulla al riguardo; se mai lo farà, allora forse…
    Ma questa assenza mi addolora: qualcuno qui si ritiene in guerra, e sembra non accorgersi che “molta guerra” si perde proprio con questo silenzio.

    7 Luglio, 2014 - 15:07
  38. Sara1

    I solerti commentatori se ne fregano di queste questioni così come lei e altri vi disinteressate delle questioni che riguardano l’aborto (cosa che riguarda la vita e la morte uguale) o altro.

    Per cui non si stupisca succede quando si prende metà della dottrina sociale della Chiesa . (la metà di destra o di sinistra uguale)

    Riguardo alle indicazioni sulla Domenica non ci sono grandi differenze di sostanza tra Benedetto e Francesco.

    7 Luglio, 2014 - 15:20
  39. nicoletta zullino

    Mi sembra di aver discusso più volte, anche con lei, di questioni che riguardano l’aborto e altro. Con ogni evidenza, chi discute non si disinteressa affatto; chi tace, sì.

    7 Luglio, 2014 - 15:30
  40. Marilisa

    “Il parroco che fa l’inchino è un parroco vistosamente disubbidiente agli ordini papali.”

    Di questa notizia e dell’altra che riguarda il rifiuto di 200 detenuti ad assistere alla Messa ( per far dispetto a chi?), se ne è abbondantemente parlato in tutto il web e nei TG, con commenti quasi unanimi contro le mafie e contro una inveterata mentalità all’ossequio– in certe parti del sud– ai boss mafiosi.
    Qui ha postato qualcosa anche Nino. Andate a riprenderli quei link.
    E che? Vogliamo parlare solo di questo?
    Se dovessi riprendere questo argomento, che ho commentato ampiamente nel sito di un giornale nazionale, non la finirei più.
    Qui mi limito a dire che sono fatti indecenti. E se anche i preti ci si mettono non dico a disobbedire al Papa quanto, soprattutto, ad asservire la “sovranità” di certa gente che è incallita nell’operare dei misfatti che gridano vendetta, allora chiedo:si può credere in una Chiesa di questa fatta?
    E scusate tanto se la domanda disturba certi fedeli cristianissimi che vorrebbero che non si toccasse la sacra Istituzione.

    7 Luglio, 2014 - 20:32
  41. Sara1

    L’ultima se la poteva per una volta risparmiare perchè l’istituzione tutta ha condannato fortemente il gesto in tutte le salse.

    http://it.radiovaticana.va/news/2014/07/07/mons_milito_a_oppido_gesto_di_blasfema_devozione/1102632

    “«Ancora oggi – avverte Nunnari, arcivescovo metropolita di Cosenza – permettiamo che si svolgano processioni dove la Santa Patrona è degli altri? So bene, per la mia esperienza, cosa sia questa attività popolare che esplode in anarchia religiosa. Cioè sotto la vara loro non si sentono dipendenti da alcuna gerarchia e sentono di avere un rapporto loro personale con il Padreterno, la Madonna e con i santi». E anche il vescovo di Oppida Mamertina-Palmi, monsignor Milito ribadisce la sua condanna: «Netta riprovazione dell’inconsulto e temerario gesto di blasfema devozione che va all’opposto di quella dovuta alla Madre di Dio». Il segretario della Cei e vescovo di Cassano allo Jonio, monsignor Nunzio Galantino, ha affermato che «ai malavitosi si sono inchinati coloro che portavano la statua e non certo la Madonna». Il sindaco di Oppido, Domenico Giannetta, prende le distanze da eventuali gesti non consoni ma «ci pare che è stata ripetuta una gestualità che va avanti da oltre trent’anni».

    http://www.lastampa.it/2014/07/07/esteri/vatican-insider/it/il-presidente-dei-vescovi-calabresi-bisogna-fermare-le-processioni-78zMOqO3zWrwbtu3OulcnN/pagina.html

    http://www.osservatoreromano.va/it/news/il-pericolo-del-pervertimento-religioso#.U8GoXtdDvfw

    La condanna è stata totale e basta.

    7 Luglio, 2014 - 23:29
  42. Marilisa

    L’ultima invece era DOVEROSA,cara mia, perché se molti ecclesiastici hanno giustamente condannato quello che è successo, non altrettanto hanno dimostrato il parroco e altri preti che hanno partecipato alla processione, e neanche quando hanno visto andare via i carabinieri, hanno cambiato le cose.
    Per cui ti consiglio di aggiornarti e di non dire sciocchezze.
    Guardale, tu, bene in faccia le cose, senza faziosità fuori luogo, che non giovano né a te né, tanto meno, alla Chiesa.
    E smettila di postare come una forsennata link che giovano solo alla tua causa. Oltre tutto dovresti mettiti in testa, una buona volta, che non solo tu conosci certi siti. Quello che hai postato tu, io lo avevo letto da un bel pezzo, tanto per intenderci.

    7 Luglio, 2014 - 23:59
  43. Marilisa

    «ci pare che è stata ripetuta una gestualità che va avanti da oltre trent’anni».

    E questa che giustificazione sarebbe ( da parte del sindaco)?
    Il fatto che per oltre trent’anni si sia fatto così, dimostra ancora più chiaramente il servilismo della popolazione verso la mafia.
    Ma è evidente che chi,nella Chiesa, ha permesso che ciò avvenisse ripetutamente, non è esente da colpa o da responsabilità, dato che, se non sbaglio, una processione in onore della Madonna o di un Santo non si fa senza l’autorizzazione dei preti di quel determinato paese o città.
    Quanto meno è mancato il coraggio di sottrarsi ad una abitudine sbagliata.
    E bisogna riconoscerle e denunciarle queste manchevolezze, non cercare di attenuarle per spirito di carità, che poi non è carità manco per niente.

    8 Luglio, 2014 - 0:19
  44. Sara1

    Chissà cosa gioveranno alla mia causa parole che condannano situazioni di degrado culturale umano e sociale, come se avessi una causa poi.
    Che causa vuole che abbia, non riconoscere le parole chiare di condanna, mettendo tutti sullo stesso piano quello si invece che aiuta i paesi schiavi della mafia….

    8 Luglio, 2014 - 0:23
  45. Marilisa

    Io non metto affatto tutti sullo stesso piano. Non l’hai ancora capito?
    Grazie a Dio, so distinguere.
    Tu ed altri invece cercate sempre di smussare gli angoli spigolosi di chi vi sta a cuore. Avete paura di dire la verità se questo tocca una parte della Chiesa, ma solo quella parte che più vi piace. Contro l’ altra parte che non vi piace per niente, parlate a ruota libera anche travisando la realtà.
    Buon pro vi faccia.

    8 Luglio, 2014 - 0:54
  46. Sara1

    Smussare gli angoli spigolosi di chi scusi? Ma se già all’epoca di Priebke le avevo detto dei funerali negati ai mafiosi dai vescovi siciliani mentre era in preda all’amore cosmico. ho riportato la settimana scorsa un sacco di interventi di Bregantini e altri che parlavano della scomunica ai mafiosi ani prima di Francesco.

    La verità è questa che poi non tutti i fedeli la seguano è verissimo,
    Ma io infatti dico sempre che sarebbe meglio i fedeli ascoltassero di più. Che non mi pare proprio voglia smussare nulla, anzi…

    8 Luglio, 2014 - 1:28
  47. Luigi Franti

    Gentile Sara1, leggendo le dichiarazioni da lei riportate alle 23.29 il più equilibrato mi sembra il sindaco. I gerarchi calabresi, invece, mi paiono un po’, come dire, esagitati. Le parole di Nunnari, ad esempio: «So bene, per la mia esperienza, cosa sia questa attività popolare che esplode in anarchia religiosa. Cioè sotto la vara loro non si sentono dipendenti da alcuna gerarchia e sentono di avere un rapporto loro personale con il Padreterno, la Madonna e con i santi», non le sembrano un filino inquinate di “dispostismo clericale”? Che i fedeli “sentano di avere un rapporto personale con il Padreterno, la Madonna e con i santi” gli sta proprio sul gozzo …

    E comunque, chi siamo noi per giudicare?

    8 Luglio, 2014 - 10:04
  48. Sara1

    http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/devozione-blasfema-che-offende-la-vergine.aspx

    http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main?fn=srchFd&id=SEARCH/NEWS24/AB9fpNYB

    Caro Franti sono cresciuta in una famiglia contadina in un piccolo paesino della bassa la religiosità popolare la conosco benissimo con i suoi pro e contro.
    Tanta fede spontanea ma rischio superstizione e conformismo sempre in agguato.
    Capisco che non è mai facile separare il confine e infatti non sono abituata ad indignarmi come Marilisa, però proprio perché è una situazione grigia e vischiosa in cui è
    tanto difficile discernere i vescovi fanno benissimo ad essere chiari e a mettere paletti sicuri.
    Quello che non riesco mai a far capire a Marilesa e’ che non è andando conto l’istituzione con il rischio di favorite ulteriore pericolosa anarchia in zone in cui non si riconosce alcuna autorità che si risolvono questi problemi, ma collaborando con le istituzioni.

    8 Luglio, 2014 - 10:26
  49. Sara1

    Sul chi siamo noi per giudicare io ho stigmatizzato in lungo e in largo una letture miope e di parte del pontificato basata solo su un vago senso di misericordia.
    Mi pare al contrario che Francesco sia dotato di grossi attributi nel denunciare le situazioni di peccato.
    Chi vuole intendere intenda.

    8 Luglio, 2014 - 10:29
  50. Marilisa

    “Ma se già all’epoca di Priebke le avevo detto dei funerali negati ai mafiosi dai vescovi siciliani mentre era in preda all’amore cosmico.”

    Chi “era in preda all’amore cosmico”? A parte il fatto che stai mescolando aglio e cipolla, tu dovresti metterti d’accordo con te stessa.
    Chi ha parlato di un parroco disubbidiente al Papa e subito dopo,solo per contestarmi, ha postato a favore dei vescovi che se ne sono allontanati nel giudizio? Chi ha scritto:”l’istituzione TUTTA ha condannato fortemente il gesto in tutte le salse.”? Quel parroco non fa parte forse dell’Istituzione?
    Mettiti d’accordo con te stessa, bella mia.

    8 Luglio, 2014 - 10:49
  51. Sara1

    Che palle Marilisa se uno non capisce che un bidello vale meno del ministro del l’istruzione….

    8 Luglio, 2014 - 10:51
  52. Luigi Franti

    Sì è vero, ha detto cose quasi di buon senso, stando a quell’articolo che lei ha gentilmente indicato. Può capitare.
    Ho anche visto il video dell’episodio incriminato, su Corriere.it. È davvero il caso di dire “tanto rumore per nulla”. I portatori della statua si sono fermati per circa 7/8 secondi. Un nulla, che potrebbe anche non significare nulla (il bisogno di prender fiato, tanto per dire). Dal video sembra addirittura che ripartano quando si muove un carabiniere che precede la statua di qualche passo.
    Poi non sarà così, sarà che in quella casetta del tutto anonima, con nessuno affacciato alle finestre, ci abita il boss mafioso e quindi quella impercettibile sosta era un segno di omaggio, e questo non va fatto ecc. ecc. ecc.
    Ma che tutto il cancan che si sta facendo sia una grossa montatura (come ha detto quel caro ciccione di Ferrara) mi pare evidente.

    8 Luglio, 2014 - 10:58
  53. Luigi Franti

    Gentile Sara1: sugli attributi del papa non mi pronuncio (“documenta non habemus”, come diceva quella vecchia berzelletta da sacrestia), però che “chi sono io per giudicare” (inteso come “liberi tutti”) sia diventato la divisa universale del suo pontificato mediatico è un fatto. Il Bergoglio reale sarà diverso (come sara? Boh), ma il Bergoglio che il mondo conosce è quello. E c’è poco da fare.

    8 Luglio, 2014 - 11:02
  54. Sara1

    La lettura buonista conviene anche agli antibergogliani Franti così possono far finta che il Papa non gliele mandi a dire….

    8 Luglio, 2014 - 11:17
  55. Luigi Franti

    È una lettura o è l’immagine che lui si è fatto (o lasciato fare) sul sistema mediatico? Chieda un po’ in giro che cosa la gente (tutta la gente) ha capito di Bergoglio, e poi mi saprà dire.

    8 Luglio, 2014 - 11:52
  56. Sara1

    Franti uno dei libri più venduti del Papa è Guarire dalla corruzione.

    E se lo legge le sembrerà troppo duro altroché buonista, qualcuno se ne sarà accorto no?

    http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2013/3/26/PAPA-FRANCESCO-Guarire-dalla-corruzione-il-libro-di-Jorge-Bergoglio-pubblicato-oggi-in-Italia/377337/

    p.s.
    Ho letto le critiche di Ferrara guardi come gioco intellettuale ci può stare anche a me il can can ad orologeria su queste situazioni infastidisce, ma l’antibergoglismo del Foglio comincia a puzzare di opportunismo.

    8 Luglio, 2014 - 12:13

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