Ogni angelo è terribile

Leggo in Borges che “i miracoli fanno paura” (Il libro di sabbia, Adelphi 2005, p. 18) e mi sovviene Rilke: “Ogni angelo è terribile” (Jeder Engel ist schrecklich, Seconda elegia duinese). Discuto serratamente con Borges e Rilke e faccio valere un mio timido affidamento – sempre ripagato – sia agli angeli sia ai miracoli.  

27 Comments

  1. lycopodium

    Mi ha sempre colpito l’implicito parallelismo dell’ “hiersein ist herrlich” con il vangelo della Trasfigurazione (“è bello Signore stare qui”). Sono tutte forme di “predilezione”, che lungi da essere vano esstetismo, partecipano invece della “predilezione originaria”, quella del Figlio Prediletto (predilezione, oggi, più difficile da scorgere).

    24 Febbraio, 2008 - 9:34
  2. ignigo74

    Il punto debole è proprio sulla parola “prediletto” o meglio sulla ricaduta ambigua che la espressione di predilezione ha nella percezione semantica comune, percezione che non sa nemmeno cosa è la semantica ma che funziona così mirabilmente secondo leggi puntuali e forze individuabili.
    Per sintesi direi che – in modo particolare in paesi di lunga cultura feudale – predilezione evoca privilegio, evoca il farla franca senza merito, evoca due pesi e due misure. Questa ambiguità comporta di fatto una predicazione che va precisata ogni volta che si usa la parola prediletto. Il punto di svolta è come sempre nel cuore della Rivelazione ovvero il farsi storia dell’Eterno in Gesù: mai avremmo potuto credere ad un semplice araldo che annuncia un generico amore di Dio per tutta l’umanità. Ma invece l’amore di Dio per il Figlio, per il pre-diletto, dice che è accaduto nella storia l’amore perfetto, che questo è possibile all’uomo. Il Figlio è il pre-diletto, ovvero l’amato in modo perfetto per primo nel tempo, pre-diletto dice ancora una volta che “prima che Abramo fosse, io sono”, pre-diletto è l’amato per primo perchè è il Signore e c’è da sempre, ma non è un privilegio, nell’amore di Gesù siamo tutti amati, tutti salvati.

    24 Febbraio, 2008 - 14:29
  3. lycopodium

    Sono all’incirca d’accordo; tuttavia non direi così, senza mediazioni, “non è un privilegio”; il paradosso, o il prodigio della Grazia divina, è che “nell’amore di Gesù siamo tutti amati, tutti salvati”, ma proprio come se ciascuno di noi, unico e irripetibile, fosse amato e salvato come il primo, l’ultimo, l’unico: ecco il “privilegio”.

    24 Febbraio, 2008 - 14:58
  4. Leonardo

    Certo che i miracoli fanno paura. E, come dice la Lettera agli Ebrei, “è terribile cadere nelle mani del Dio vivente” (10,31). Le religioni, non a caso,, sono sistemi per tenere Dio a distanza (almeno quanto sono sistemi per entrare in contatto con Lui). Il cristianesimo non è una religione.

    24 Febbraio, 2008 - 15:01
  5. lycopodium

    Ci può essere “fede” senza “religione”?
    Direi che il cristianesimo è “più che una religione”, ma non “senza religione”.

    24 Febbraio, 2008 - 15:10
  6. ignigo74

    E’ comunque più vero che le religioni sono sistemi per tenere Dio a bada o lontano più che per avvicinare alla sua verità e libertà.
    E’ anche vero che non può esistere fede senza religione, ma la religione è “solo” la possibilità dell’accesso alla mediazione di Cristo che invece è il cuore vivo, la fede, indefinibile nella sua essenza, incontenibile nella sua grandezza. Però provate a chiedere ad una catechista di Voghera (è chiara l’immagine?) la differenza tra religione e fede… vi dirà che sono sinonimi, così come è utilizzato cristiano in funzione sinonimica universale intendendo però solo cattolico. Oggi il vangelo nel rito ambrosiano era straordinario: “Noi non siamo figli di puttana! Siamo figli di Abramo!”. C’è quel modo di dire tutto italiano che per eterogenesi dei fini è una profonda professione di fede: un povero cristo.

    24 Febbraio, 2008 - 16:45
  7. lycopodium

    Secondo te, Ignigo, può sussistere una via “non sacramentale” alla fede?

    24 Febbraio, 2008 - 19:37
  8. ignigo74

    ovviamente si.
    però non bisogna ragionare su vie parallele o alternative: bisogna leggere il vangelo che dice c’è la chiesa e poi “le vie del Signore sono infinite” e “con lui c’erano altre barche”.
    La chiesa ha la consapevolezza di essere uno strumento – umano, umanissimo – nelle mani di Dio, delle mani di Dio. Il fatto stesso che si possa ancora parlare di peccato, di bene, di male, dice l’efficacia dell’annuncio cristiano.
    La chiesa, la più umana, la più bella, la più necessaria delle avventure.

    24 Febbraio, 2008 - 20:41
  9. Leonardo

    Fuori tema. Vedo che qui è cambiata la clientela: dov’è finito Matteo? E Syriacus? Che tristezza: appena una cosa diventa un’abitudine io vorrei che non cambiasse mai. E invece, purtroppo, le cose cambiano.

    24 Febbraio, 2008 - 22:38
  10. lycopodium

    Siamo così mortiferi?

    25 Febbraio, 2008 - 7:07
  11. Luigi Accattoli

    Caro Leonardo il pianerottolo è anche una rotatoria. Una volta passavano di qui Angela, Bianca, Caterina 63, Elisa, Eufemia Budicin, Francesca Benucci, Lella, Luisa, Maria Chiara, Maria Grazia… a nominare solo le donne – che ora più mi mancano – mettendole in ordine alfabetico e fermandomi poco oltre la metà. Ma chi si è affacciato più di una volta io penso che poi torna e magari lascia un saluto. Chi invece ha gridato e infine ha sbattuto il portone sulla strada sono sicuro che ci legge anche se non si mostra. Io comunque sono sempre qua, tutto leggo e tutti tengo con me.

    25 Febbraio, 2008 - 10:03
  12. ezio

    Minimo contributo (forse…) alla discussione sulla rotazione: ho l’impressione che i post stanno diventando un tantino specialistici (forse sarà la mia ignoranza a farmi scrivere ciò…), lontani dalla semplicità di Luigi ne “Io non mi vergogno del Vangelo”, ad esempio.

    Forse per questo tanti non intervengono (o forse per questo solo io non ha più scritto niente)!

    ciao e vi garantisco che non volevo essere polemico.

    25 Febbraio, 2008 - 10:56
  13. nota urbanistica: … le rotatorie sono un disastro… dopo trent’anni le hanno scoperte in Italia (e le mettono ovunque, adesso), mentre in Francia e in Inghilterra cominciano a fare marcia indietro.

    25 Febbraio, 2008 - 11:22
  14. lazzaro

    Mi associo a Ezio.
    Seguo sempre il dibattito, ma il sapere che dall’altra parte del modem ci sono teologi, professori, comunque profondi/e studiosi/e di cose sacre, e poi l’uso di rimandi scritturistici, la terminologia specialistica, non ultima la citazione di frasi in lingua straniera (non tutti sono poliglotti o forse sono ignorante solo io); sono tutte cose che mi fanno assistere ammirato al dibattito, capendo quello che sono in grado di capire. Ma non intervengo perché non sono all’altezza (ho già detto che sono un cristiano dell’ultima fila), per timore di dire qualche sciocchezza e di ricevere quindi bacchettate.
    Comunque continuo a leggere e a imparare. E grazie per le lezioni gratuite!

    25 Febbraio, 2008 - 11:25
  15. ignigo74

    Per Ezio e tutti.
    La semplicità di Luigi…
    Però è lui che usa Borges e Rilke…
    Una provocazione: sbaglio o c’è in giro un pò di paura del pensiero?
    Tutti nasciamo analfabeti, ricordiamocelo, è molto confortante.

    25 Febbraio, 2008 - 11:55
  16. lazzaro

    Per Ignigo.
    Almeno per me, non c’è affatto paura del pensiero, c’è invece il desiderio di capire quello degli altri proprio per uscire dall’analfabetismo.
    Forse usare un linguaggio non specialistico può costare un po’ di fatica in più, ma si fa del bene a che ne sa di meno.

    25 Febbraio, 2008 - 12:03
  17. ezio

    beh… visto che ormai siamo in tema…

    sono abbonato a “il Regno” dal 1992 (e sono un laiDo qualsiasi…, al massimo facente funzioni di organista), e lo dico non per vantarmi, ma come prova del fatto che ritengo che la fede debba essere supportata comunque dal pensiero (e dallo sforzo di progredire nella conoscenza: per me leggere la rivista è spesso una sfida, ma se rinnovo questa sfida da 16 anni – con esiti alterni, ovviamente – un motivo ci sarà…).

    Però… per cercare di spiegare meglio quello che intendevo vorrei solo proporvi un piccolo confronto tra due libri:

    1) Scegli la vita. La morale secondo il catechismo della Chiesa cattolica
    Card. Christoph Schönborn
    Jaca Book
    2) UN INVITO ALLA TEOLOGIA II
    ANGELINI GIUSEPPE
    VERGOTTINI MARCO
    Glossa

    il primo è semplice, scorrevole… ma profondo al tempo stesso.

    il secondo… avrebbe dovuto essere rivolto ai laici (addirittura invitarli alla teologia), ma è zeppo di frasi complesse (dalla sintassi… specialistica per non dire contorta), di riferimenti alla filosofia, di termini specifici non spiegati; in una parola leggerlo per un laico è una sfida forse persa in partenza (parlo sempre per me, ovviamente).

    Lo so che quelle del cardinale sono meditazioni e l’altro libro è una raccolta di lezioni, ma il punto secondo me è: questi benedetti laici devono essere messi in gradi di capirci qualcosa della fede o no? Dovremo sempre sentirici rinfacciare (anche dagli atei, devoti e no) la nostra inferiorità di cattolici rispetto ai fratelli protestanti in materia di cultura religiosa o vogliamo incominciare a “non vergognarci del Vangelo” e creare una DIVULGAZIONE teologica?

    25 Febbraio, 2008 - 12:23
  18. ezio

    sono sempre io…

    solo una piccola auto-chiosa: intendevo dire “vogliamo cominciare a non vergognarci della semplicità evangelica e smetterla di correre dietro ai parloni simil-burocatici di cui ormai si deve ammantare qualsiasi affermazione, dalle più banali alle più intrinsecamente complesse”?

    25 Febbraio, 2008 - 12:26
  19. lazzaro

    Caro Ezio, posso associarmi calorosamente ancora?

    25 Febbraio, 2008 - 12:49
  20. Luigi Accattoli

    Ezio e Lazzaro sono con voi! Questo blog vorrebbe andare controcorrente anche nei confronti dell’idea che della fede possano parlare soltanto i preti e i professori con un linguaggio speciale e non vi sia spazio per una parola da uomo a uomo, detta in lingua corrente e cercando di farsi capire da tutti. Ho scritto più volte che i preti (e i vescovi e il papa) non sono così importanti e ora aggiungo che neanche i professori lo sono. Tra i cristiani c’è una parità dettata dal Vangelo e spetta a ognuno dare il suo apporto senza attendere permessi.

    25 Febbraio, 2008 - 12:53
  21. Dio ci guardi dalle polemiche tra professori trasformate in guerre di sacrestia.

    25 Febbraio, 2008 - 13:26
  22. adriano

    Ogni due settimane passo il sabato e la domenica con mia madre, malata di Alzheimer. Sono anni che neanche mi riconosce. Però con noi figli si rilassa, ride, “parla” a lungo, anche se in modo incomprensibile.
    Le ultime parole di senso compiuto che le erano rimaste, erano quelle del suo essere cristiana: quando a tavola già si dimenticava come si facesse a deglutire, non c’era una volta che non si facesse il segno della croce prima di mangiare, scandendo: “Nel nome del Padre…”.
    Ed oggi, all’ora di dormire non abbandona la testa sul cuscino se non le si dicono “le preghiere”. Le ha imparate anche la badante…
    Anche il suo borbottio usuale ha la cadenza, vorrei dire il respiro, del santo rosario.
    Mi chiedo di che tipo possa essere stato il “catechismo” capace di impiantarsi nelle cellule cerebrali più profonde e resistenti di questa mia vecchia madre.
    E soprattutto mi dico: rispetto all’infinito mistero di Dio, c’è molta differenza tra ciò che oggi può capirne lei e ciò che credo di saperne io?
    Con questo non voglio denigrare lo studio, anche specialistico, della teologia. Che però ha senso se diventa respiro, battito del cuore, forma delle cellule cerebrali…
    (Questa cosa volevo scriverla anche in un post precedente, quando si parlava di Mancuso: non ci salvano le formulazioni della fede, per quanto aggiornate, ma la fede,se diventa vita)
    Adriano

    25 Febbraio, 2008 - 14:24
  23. lazzaro

    Per Adriano:
    Penso che il “borbottio” di sua mamma sia tanto apprezzato da Dio quanto, almeno, il canto dei Serafini.

    25 Febbraio, 2008 - 14:36
  24. Leonardo

    Caro Luigi,
    ha ragione: si frequenta un certo caffé anche perché si sa di trovarvi il barista di sempre (almeno lui! Poi però viene un brutto giorno in cui si trova il cartello famigerato: “nuova gestione”).
    Quando non ci sarà più Mike Bongiorno in televisione piangerò, lo sento.

    25 Febbraio, 2008 - 16:36
  25. lycopodium

    @ Ezio
    I teologi della scuola di Milano scrivono difficile, ma non scrivono castronerie.
    Comunque sia, avevo una mezza idea di postare una citazione di … Sequeri, per rinfocolare la discussione con Ignigo e Leonaardo, ma ora non più.
    Sarà per un altro post.

    25 Febbraio, 2008 - 21:50
  26. Luigi Accattoli

    Leonardo: anche a me mancherà Mike ma Fiorello ha già avuto il testimone e dunque ci sarà continuità, tipo tra i concili…

    25 Febbraio, 2008 - 22:20
  27. lycopodium

    @ Accattoli
    «Terribilis est locus iste».
    Così iniziava la ex “Liturgia della dedicazione della chiesa”, riallacciandosi a quanto detto da Giacobbe in quel di Betel: «Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gn 28,17).
    Ecco, «terribilis» è parola dell’arcaico senso religioso, a cui i poeti (e qualche giornalista) hanno ancora accesso e che sembra inibito (lo dico con infinito rispetto) a troppi teologi.

    28 Febbraio, 2008 - 7:28

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