Oscar Arnulfo Romero: trent’anni come il giorno di ieri

Ucciso in chiesa, all’altare, in abiti pontificali, mentre pronunciava parole di giustizia e di pace, l’arcivescovo di San Salvador Oscar Arnulfo Romero diviene un simbolo del martirio della Chiesa latino-americana e della sua ‘scelta preferenziale per i poveri’. Di tale scelta era stato uno dei protagonisti più coerenti ed esposti, con questa morte impersona il sacrificio di tanti uccisi in circostanze analoghe“: è l’attacco del pezzo che scrissi per LA REPUBBLICA del 26 marzo 1980, all’indomani della morte di quel martire che avevo conosciuto a Mexico e a Puebla un anno prima. A suo ricordo, nel trentennale, riporto nei primi tre commenti a questo post il resto di quell’articolo. Di fronte al suo martirio trent’anni sono come il giorno di ieri che è passato. La mia cronaca di routine – allora noi giornalisti guardavamo molto all’America Latina – attesta che egli era già tutto nell’abbaglio di quel sangue. [Segue nel primo commento]

33 Comments

  1. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] Ecco il seguito – annunciato nel post – dell’articolo a firma Luigi Accattoli pubblicato dalla Repubblica di mercoledì 26 marzo 1980 con il titolo CHI ERA IL VESCOVO UCCISO. OSCAR ROMENO UNA VITA DI LOTTA PER I DISEREDATI.

    Un anno addietro, alla conferenza dei vescovi latino-americani, a Puebla, venne diffuso un rapporto di un’agenzia francese (Dial) che calcolava a 1.500 i preti e i militanti cattolici del sub-continente americano uccisi, imprigionati o esiliati negli ultimi dieci anni per la loro opposizione alle dittature e per la loro azione in difesa della giustizia. Gli assassinati (tra i quali già un altro vescovo, l’argentino Angelelli, e 36 preti) sarebbero 69, i torturati 71, gli arrestati 788 (tra i quali 485 preti e 21 vescovi). A El Salvador, uno dei paesi più poveri, una delle dittature più spietate (almeno fino al golpe che ha destituito il generale Romero, omonimo ma non parente dell’arcivescovo), una delle Chiese più schierate, sono stati sei i sacerdoti uccisi negli ultimi quattro anni.
    Per ciascuno di questi assassinii Oscar Romero notificava che mandanti ed esecutori erano incorsi nella scomunica e indicava come responsabili dell’accaduto “i ricchi proprietari terrieri della zona e i loro agenti”.
    Ma la sua preoccupazione non era tanto rivolta agli ecclesiastici perseguitati,, quanto a quella che chiamava “la persecuzione del popolo salvadoregno”. Durante questi ultimi tre anni la sua è stata l’unica voce libera del paese, che ha fatto conoscere all’interno e all’esterno i massacri di cui si è reso responsabile il regime militare. Il bollettino dell’arcidiocesi, che si pubblicava sotto la sua autorità, riassumeva nel primo numero di quest’anno le cifre della “persecuzione” nel biennio 1978-79: 1.531 arrestati, 869 assassinati, 205 dispersi.

    24 Marzo, 2010 - 14:05
  2. Luigi Accattoli

    [Segue dal primo commento] Era stato più volte minacciato di morte. Parlamentari inglesi l’anno scorso l’avevano proposto come candidato al premio Nobel per la Pace. I vescovi riuniti a Puebla avevano sottoscritto un documento di solidarietà per la sua azione “coraggiosa” in difesa dei poveri. Era membro della Pontificia Commissione per l’America Latina. Lo ricordava quando i gruppi della destra cattolica lo accusavano di proteggere i guerriglieri, in contrasto con le direttive del papa. “Il papa condivide la nostra scelta” lo sentii affermare con fermezza l’anno scorso a Città del Messico, nei giorni della visita di Giovanni Paolo II, alla vigilia della Conferenza di Puebla.
    Basso di statura, robusto, scuro in volto come i suoi campesinos, quasi timido al primo approccio, ma capace di non mollare di un centimetro quando si trattava di rispondere ai giornalisti tedeschi che si facevano portatori delle preoccupazioni dell’opinione pubblica del loro paese, timorosa che gli aiuti finanziari alla Chiesa latino-americana potessero favorire la guerriglia: “La Chiesa non ha spinto il fratello a levarsi contro il fratello, ma ha ricordato due cose fondamentali. La prima riguarda la violenza istituzionalizzata. Quando si insedia una situazione di ingiustizia permanente e organizzata, allora la situazione stessa è violenza. La seconda è che la Chiesa sa che, in tale situazione, qualunque parola, anche se ispirata realmente all’amore, suonerà come violenta. Ma a questa parola non può assolutamente rinunciare”.

    24 Marzo, 2010 - 14:05
  3. Luigi Accattoli

    [Segue dal secondo commento] Tra i protagonisti dell’opposizione cattolica alle dittature latino-americane (Helder Camara, Silva Enriquez, Leonidas Proano, Paulo Evaristo Arns, Aloisio Lorscheider, per citare i più noti), Romero era considerato un convertito dell’ultim’ora. Arcivescovo ausiliare dal 1970, il suo insediamento sulla cattedra di San Salvador nel febbraio del 1977 fu salutato con favore dai conservatori. Era considerato un moderato rispetto al predecessore Chavez Y Gonzalez, accusato di simpatie per i rivoluzionari.
    L’oligarchia terriera e militare gli offrì per l’occasione una cadillac e una casa rivestita di marmi nel quartiere ricco di Escalon. Rifiutò quel piatto di lenticchie. Più clamoroso: rifiutò di assistere al giuramento presidenziale del generale Romero, eletto con brogli sfacciati qualche mese appresso.
    In una lettera pastorale che ha la data del 6 agosto del 1977 (pubblicata in Italia dalla rivista bolognese “Il Regno” 1/1978) formulò il suo programma di governo tutto incentrato sulla scelta dei poveri. In quel testo si legge: “C’è persecuzione contro la Chiesa quando non le si permette di annunciare il Regno di Dio con tutte le sue conseguenze di giustizia, pace, amore e verità; quando non si tollera la denuncia del peccato del nostro paese che consiste nel lasciare gli uomini nella loro miseria; quando non si rispettano i diritti dei salvadoregni e quando gli scomparsi, i morti, i calunniati continuano ad aumentare”.

    24 Marzo, 2010 - 14:06
  4. Francesco73

    Grazie a Luigi per questo ricordo.
    Amo Romero di un amore totale, in lui vedo qualcosa di molto più profondo e duraturo del santino politicistico costruito da certi movimenti anche occidentali.
    Mi pare l’immagine del buon pastore, che a un certo punto capisce come la fedeltà al Vangelo e all’essenza del compito che la Chiesa gli affida coincida col sacrificio di sè stesso.
    Spontaneamente non ci arriverebbe, di indole è un moderato, un prete obbediente, un uomo prudente e cauto, non è nè un guerriero nè un coraggioso.
    Ma i fatti, la realtà, letti alla luce di Cristo e della Chiesa, lo inducono a un cambiamento profondo, lo mettono di fronte a una nuova chiamata, la più radicale ed esigente.
    E’ un esempio magnifico di cristiano, sacerdote e vescovo, ovvero di cristiano che ha un compito e lo realizza.
    Per comprendere bene anche la sua evoluzione interiore, consiglio a tutti – come già fatto in passato – la lettura della biografia dedicatagli da Roberto Morozzo della Rocca, per i tipi di Mondadori.
    Leggetela!

    24 Marzo, 2010 - 15:11
  5. Luigi Accattoli

    Francesco73 condivido il tuo apprezzamento per il volume di Roberto Marozzo della Rocca. Ed ecco che ne disse – della biografia e del biografato – papa Benedetto in volo verso il Brasile, me presente, il 9 maggio 2007 in risposta a una domanda dei giornalisti sulla causa di beatificazione dell’arcivescovo: “Sua Eccellenza Mons. Paglia mi ha inviato una biografia importante, che chiarisce molti punti della questione. Mons. Romero è stato certamente un grande testimone della fede, un uomo di grande virtù cristiana, che si è impegnato per la pace e contro la dittatura e che è stato ucciso durante la celebrazione della Messa. Quindi una morte veramente ‘credibile’, di testimonianza della fede. C’era il problema che una parte politica voleva prenderlo per sé come bandiera, come figura emblematica, ingiustamente. Come mettere in luce nel modo giusto la sua figura, riparandola da questi tentativi di strumentalizzazione? Questo è il problema. Lo si sta esaminando e io aspetto con fiducia quanto dirà al riguardo la Congregazione delle cause dei santi”. Vedi anche qui nel blog il post del 19 maggio 2007, compreso il primo commento.

    24 Marzo, 2010 - 16:02
  6. Francesco73

    “Come mettere in luce nel modo giusto la sua figura, riparandola da questi tentativi di strumentalizzazione?”

    Sono impressionato dalla concomitanza della mia preoccupazione con quelle di Benedetto! 🙂

    24 Marzo, 2010 - 16:23
  7. Luigi Accattoli

    Sul Corsera di oggi Andrea Riccardi ricorda Romero con un articolo alle pagine 1 e 14 intitolato ROMERO IL MARTIRE CHE SFIDO’ L’ODIO. In esso scrive: “Il conflitto ideologico è continuato dopo la sua morte, coinvolgendo media e protagonisti anche sulla sua memoria. Così il processo di beatificazione è risultato difficile“. http://www.agenzien.chiesacattolica.it/pls/ceirassegna_new/pd2_segnalazioni_c.pdf_viewer_?id=168349&livello=1&id_sessione=4130&pwd_sessione=CDEFKLzzCECEFHwxDFFHCEtuyz

    24 Marzo, 2010 - 16:27
  8. Un vescovo fatto popolo. (D.M. Turoldo)

    24 Marzo, 2010 - 16:28
  9. Francesco73

    C’è anche un altro bel volume collettaneo su Romero, edito dalla San Paolo, con testimonianze di personalità e giornalisti che lo hanno conosciuto.
    In particolare sono da leggere quelle di Maurizio Clerici e Lucia Annunziata, giovanissimi inviati “di guerra” nel Salvador della fine degli anni’70.
    Anche Edward Cassidy, giovane consigliere di quella nunziatura in anni più lontani (poi sarà Sostituto e Cardinale della Curia Romana), racconta del prete Romero e di quello che gli disse – di fronte ai disordini – una ricca esponente delle grandi famiglie che comandavano il Paese: noi abbiamo fatto la Chiesa qui, noi la teniamo in vita, è a noi che dovete guardare.
    Di Romero si è occupato molto anche Paolo Giuntella (tra l’altro, mi pare che Romero sia il secondo o terzo nome di uno dei suoi figli), come pure Paolo seguì e testimoniò per i martiti gesuiti dell’Università Cattolica del Salvador, massacrati anni dopo il Vescovo Oscar.

    24 Marzo, 2010 - 16:55
  10. roberto 55

    Bella, bellissima rievocazione: ringrazio Luigi che l’ha proposta a noi tutti e, tengo a dirlo, mi ritrovo con piacere nel contenuto delle considerazioni svolte da Francesco73 e nella felicissima espressione coniata da “Don” Maioba sulla figura di Monsignor Oscar Romero.
    Insomma, credo che abbiamo fatto del nostro meglio per onorare degnamente questo Martire della Fede.

    Buona serata a tutti !

    Roberto 55

    24 Marzo, 2010 - 20:35
  11. Roberto 55 l’espressione non è mia… ma di ben altro prete: David Maria Turoldo

    24 Marzo, 2010 - 21:06
  12. FABRICIANUS

    Grazie Luigi, bellissima figura quella del Vescovo Romero.
    Quando ero ancora educatore in Parrocchia lo presentai ai miei giovani diciottenni. Guardammo anche il film, ne rimasero affascinati.

    Ciao a tutti!

    24 Marzo, 2010 - 21:16
  13. Francesco73

    Il film è molto vecchio, un collega di lavoro me lo ha regalato due Natali fa in formato VHS antiquario.
    C’è un bravo Raoul Julia, noto anche per aver interpretato Gomes nella Famiglia Addams!
    Rende un Romero un pò statico e serioso, ma complessivamente – secondo me – non troppo dissimile dal vero.
    C’è poi “Salvador”, di Oliver Stone, dedicato soprattutto al ruolo degli Stati Uniti in Centramerica. Si parla di Romero, ma tra le altre cose.
    Da vedere entrambi.

    24 Marzo, 2010 - 21:21
  14. roberto 55

    Hai ragione, Don Marco, e ne chiedo scusa a tutti: è tratta dalla seguente poesia scritta da Padre Turoldo proprio per Monsignor Romero.

    “In memoria del vescovo Romero

    In nome di Dio vi prego, vi scongiuro,
    vi ordino: non uccidete !
    Soldati, gettate le armi…
    Chi ti ricorda ancora,
    fratello Romero ?
    Ucciso infinite volte
    dal loro piombo e dal nostro silenzio.
    Ucciso per tutti gli uccisi;
    neppure uomo,
    sacerdozio che tutte le vittime
    riassumi e consacri.
    Ucciso perché fatto popolo:
    ucciso perché facevi
    cascare le braccia
    ai poveri armati,
    più poveri degli stessi uccisi:
    per questo ancora e sempre ucciso.
    Romero, tu sarai sempre ucciso,
    e mai ci sarà un Etiope
    che supplichi qualcuno
    ad avere pietà.
    Non ci sarà un potente, mai,
    che abbia pietà
    di queste turbe, Signore ?
    nessuno che non venga ucciso ?
    Sarà sempre così, Signore ?”

    Buona notte a tutti !

    Roberto 55

    24 Marzo, 2010 - 21:47
  15. FABRICIANUS

    Hai ragione, Francesco73, il film su Romero è molto vecchio. Girai infatti mezza Lombardia (la mia Regione) per trovarlo. Ma alla fine riuscii a entrarne in possesso, per fortuna.

    Buonanotte a tutti!

    24 Marzo, 2010 - 23:30
  16. […] Oscar Arnulfo Romero: trent’anni come il giorno di ieri “ Ucciso in chiesa, all’altare, in abiti pontificali, mentre pronunciava parole di giustizia e di pace, l’arcivescovo di San Salvador Oscar Arnulfo Romero diviene un simbolo del martirio della Chiesa latino-americana e della sua “scelta preferenziale per i poveri”. blog: Il blog di Luigi Accattoli | leggi l'articolo […]

    25 Marzo, 2010 - 8:01
  17. Mabuhay

    Quella poesia Roberto55 e’ fantastica e dice tutto. E’ una preghiera. Grazie.

    Non voleva essere un eroe, ma solo fedele. Ed e’ morto assassinato, da un cattolicissssssssssimo -e antiabortionist- governo militare; morto martire fedele a Dio, fedele al suo popolo, fedele alla Chiesa.

    E dopo trent’anni la Chiesa non e’ ancora riuscita ad essergli “fedele”. LUIGI cita papa Benedetto: “C’era il problema che una parte politica voleva prenderlo per sé come bandiera, come figura emblematica, ingiustamente. Come mettere in luce nel modo giusto la sua figura, riparandola da questi tentativi di strumentalizzazione? Questo è il problema.”.

    E si’, questo e’ il problema. Ho molti dettagli in testa sulla questione che adesso non posso citare -sarebbe troppo lungo per questo post. So, sappiamo la parte che il Card Ratzinger e il suo ufficio ha avuto nella discussione -e alcuni casi persecuzione- circa la teologia della liberazione. Ho scritto e riscritto varie volte che per me la prostituzione della Chiesa con la politica e’ stato ed e’ la sorgente piu’ grande dei suoi mali; dove in ballo c’e’ la distorsione del Vangelo; politica con lo stile, i modi e i fini della politica piu’ cinica.

    Cioe’: io penso che se alcuni prendono Romero come bandiera e’ problema “loro”, non della Chiesa, che lo presentera’ sempre per quello che’ ed e’ stato: non un guerrigliero ma un Pastore, un vescovo fatto popolo (grande Maioba!), un martire della Fede.

    Cioe’, Escriba de B. fatto santo in 4 e quattrotto…e per un pelo – scusatemi- ci siamo salvati dalla beatificazione di P.Maciel. Sarebbe stato sufficiente che morisse una decina d’anni prima ed era fatta. Stesse influenze, stessi poteri, stessi soldi, stesso fast-track…dell’Opus Dei et voila’! E poi non sarebbe mancato qualcuno che avrebbe scritto misticamente-anche su questo blog e affini- sul mysterium iniquitatis e mysterium salutis e via dicendo…; o qualche Card. Rode’ pronunciando omelie di beatificazione sull’ancora vivente -e penitente-P.Maciel. Questi non sono di parte, non disturbano i potenti antiabortionist, ne’ i fabbricanti di armi, ma sono saldamente anticomunisti… E sia chiaro -ci tengo a dirlo- io non sono ne’ son mai stato comunista.

    E dopo trent’anni la Chiesa non e’ ancora riuscita ad esserti “fedele”, muy querido Obispo Romero. Tu, nella tua mitezza, ci sorriderai sopra…
    Noi intanto aspettiamo…aspettiamo…E tu, San Oscar Romero, intanto, prega per noi.

    P.S. LUIGi mi perdonera’ se “ho rotto” la promessa, ma non stiamo parlando di elezioni! Domanda: Lei era a Managua, all’aereoporto, nel 1984 o 1985, quando G.Paolo II “sgrido'” platealmente in diretta -davanti alle telecamere- i due preti gesuiti ministri della giunta sandinista, con tanto di dito alzato…! Cosa -ne son sicuro- che non avrebbe mai rifatto 15 anni dopo…anche i papi si possono convertire…! Che impressione ne ebbe? Ha mai visto nessun papa o cardinale “sgridare” pubblicamente con dita alzate qualche dittatore, responsabile di migliaia di desaparecidos, assassinati etc etc…? Eh, si’…bisogna stare attenti a non essere di parte…, se no poi ti strumentalizzano!

    GERRY, riconosco che stavolta ho messo ironia e anche sarcasmo… Scusami.
    Saluti a tutti.

    25 Marzo, 2010 - 8:20
  18. C’era una volta…. la “scala di santità”…
    il gradino più alto era il “Martirio”, la “Testimonianza” per eccellenza…
    …oggi c’è al suo posto… “la politica”…, la “negazione” per eccellenza…
    …il rito del baciare il ….

    Perdonatemi.

    25 Marzo, 2010 - 9:25
  19. raffaele.savigni

    Mabuhay, anch’io penso che la beatificazione di mons. Escrivà sia stata un po’ frettolosa, soprattutto se paragonata alla lentezza con cui è stata avviata la causa di mons. Romero. Ma non mi risulta che mons. Escrivà sia mai stato sospettato di pedofilia o altri vizi, per cui il paragone con padre Maciel è fuori luogo. E poi esiste la Provvidenza; o no?
    Certamente giovanni Paolo II, per motivi storicamente comprensibili, è stato vicino a Solidarnosc assai più che ai militanti cristiani dell’America latina, che potevano sembrare (e in parte lo erano) troppo vicini a quella sinistra che nei Paesi dell’Est soffocava la libertà. Immersi nella storia, non sempre riusciamo ad essere equilibrati ed a guardare con la stessa lucidità in tutte le direzioni. Ma le posizioni di un padre Ernesto Cardenal (ora in rotta con Ortega) erano obiettivamente ambigue. Ratzinger può aver ecceduto nei toni in alcuni momenti, ma certe posizioni di alcuni teologi della liberazione (non tutti furono condannati!) erano pericolose, comportavano una confusione tra fede e politica.
    Trovo infine di cattivo gusto l’accostamento tra antiabortisti e fabbricanti di armi.Si può essere antiabortisti e difensori della pace e della vita in tutti i contesti: anzi, bisogna esserlo, come lo era ad esempio La Pira.

    25 Marzo, 2010 - 9:47
  20. Nino

    A proposito di quella plateale invettiva col dito puntato sul gesuita Ernesto Cardenal; Frei Beto in una intervista di 5 anni fa riferendosi alla posizione politica di Wojtila circa la teologia della liberazione disse: “Giovanni Paolo II ha il cuore a sinistra ma la mente a destra”.

    Ancora oggi quel termine “Teologia della liberazione” è parola impronunciabile nella chiesa, basti pensare che nel centenario della nascita di Helder Camara che cade quest’anno, nessuna iniziativa è annunciata ad esempio nella diocesi di Roma.

    Ricordo ancora una volta che perfino il libro che raccoglie 150 lettere scritte da Camara ai fedeli della sua diocesi mentre era impegnato nei lavori del Concilio, di cui insieme al card. Suenens fu grande protagonista, è stato completamente ignorato e non pubblicizzato “Roma due del mattino”.

    Così come è caduto nel dimenticatoio l’assassinio dei 6 gesuiti, della collaboratrice Elba Ramos e di sua figlia quindicenne avvenuto il 16 novembre 1989 a 9 anni dall’assasinio di Romero che qui ricordo: P. Ignacio Ellacuria, P Amando Lopez, Joaquin Lopez y Lopez, P. Segundo Montes, P. Juan Ramon, P. IGNACIO MARTIN BARO. Si salvò Padre Sobrino perché si trovava in Thailandia per un corso di cristologia, ma come sappiamo è stato condannato per alcune sue pubblicazioni e allontanato dall’insegnamento.

    Di più, in una recente assemblea diocesana, un vescovo citava come dannosa per la chiesa e per i popoli quell’esperienza.

    25 Marzo, 2010 - 10:40
  21. Leonardo

    Oggi i killer stanno al New York Times. Peggiori di quegli altri.

    25 Marzo, 2010 - 11:38
  22. Francesco73

    Come sempre Savigni dice bene quello che io penso.

    25 Marzo, 2010 - 11:57
  23. discepolo

    Già, Leonardo, i killer del New York Times..!
    Sui media stanno letteralmente massacrando Ratzinger ma su questo blog nessuno pare farci caso..

    25 Marzo, 2010 - 15:24
  24. Francesco73

    Sì, c’è un’escalation feroce, stanno pure volantinando in piazza San Pietro contro il Papa e Bertone…
    Ieri è uscito un articolo sul Secolo XIX: un’intera diocesi ligure viene passata al setaccio per le abitudini sessuali del clero, con retroscena e gossip che possono provenire solo dall’interno…
    Penso che in Italia assisteremo a breve a una grandinata di accuse, rivelazioni, rimestaggi di storie passate.
    Inoltre, l’inchiesta in corso a Potenza sulla ragazza uccisa e nascosta in Chiesa farà venir fuori cose tragiche e imbarazzanti.
    Occorre prepararsi.

    25 Marzo, 2010 - 15:27
  25. discepolo

    vi invito a leggere sul sito di Raffaella la lettera dello Pseudo-Berlicche al nipotino Pseudo-Malacoda ( che lo scrivente sia Sumpctura ? gli somiglia molto … ) :
    “La solitudine di un uomo chiamato a prendere su di se’ colpe e responsabilità che vengono da lontano non ti ricorda qualcosa o meglio Qualcuno?”

    25 Marzo, 2010 - 15:40
  26. vaedi Discepolo, può darsi che invece se ne siano accorti in tanti…
    e ricorrano a quel mezzo silenzioso, nascoso, ma migliore di tutti…
    a quel famoso segreto solo dove Dio vede…

    piuttosto che lanciarsi in pseudo-apologie e sceneggiate isterico strazianti strappa-capelli-lacrime…
    che servono solo a far la auto celebrazione di se stessi e\o portare acqua al proprio mulino…

    25 Marzo, 2010 - 15:43
  27. Gerry

    Per Mabuhay
    Caro amico io sono il tuo custode, certo, come ogni fratello, ma non sono né il gestore del sito né il moderatore di questo blog: ergo, rivolgiti non a me, ma a Luigi, che – come diciamo – è l’amministratore del condominio, o pianerottolo che dir si voglia.
    Devo dire che senza la tua richiesta (esplicita e in caratteri maiuscoli) non credo sarei intervenuto: lo ha già fatto Raffaele Savigni con la moderazione nei toni che gli è propria. Ma dato che mi chiami in causa non mi nascondo, e ti dico che tu non hai davvero coscienza di come le cause dei Santi siano cosa seria; non lo dico perchè conosco e sono amico di due postulatori, ma perché ho occhi per vedere e non partecipo al gioco al massacro della Chiesa di Dio che in questi tempi cupi e tristi sembra lo sport preferito di tanti, troppi. Dentro e fuori dalla Chiesa.
    Paragonare Escrivà a Maciel è indegno, lo dico con calma, ma anche con decisione e chiarezza e – con una interpretazione in bonam partem – me lo spiego solo come un eccesso di vis polemica, se non altro perché significherebbe mettere in dubbio quello che la Chiesa ha solennemente e definitivamente affermato, esprimendosi sulle virtù eroiche di san Josemaría Escrivá de Balaguer.

    25 Marzo, 2010 - 19:52
  28. lycopodium

    Condivido il tuo dispiacere, Discepolo.
    Come condivido la protesta di Gerry.
    Sembra desti sempre indifferenza, o imbarazzo, il tema dei cristiani perseguitati. O, ancora di più, della Chiesa perseguitata. È facile applicare ideologicamente l’adagio che i martiri non li fa la pena ma la causa.
    Eppure il caso Romero dovrebbe essere paradigmatico: senza tradire dogmi e riti, senza facili apostasie o peverologie, senza uscire dall’Ecclesia ha saputo riconoscere nei figli che Dio gli aveva affidato il volto sfigurato del Crocifisso. E andare ben oltre l’angustia della pregressa sua posizione politica.
    Modalità analoga credo stia facendo, senza bisogno di effusione di sangue, ma con altrettale martirio, Benedetto XVI che non teme di portare alla luce le macchie e le rughe, perché sa che comunque la vittoria è di Cristo.
    Eppure, quanto è difficile riconoscergli un merito non di facciata, come riconoscerlo a chi porta il sigillo di Cristo dove Cristo neppure dovrebbe essere nominato, stando ai parametri del politicamente corretto.
    Che “questo mondo” dei potenti non lo sappia e voglia fare è logico, visto che si sa chi è il “principe di questo mondo”.
    Che questo non vogliano farlo i cristiani è meno logico, a meno di non dover ammettere che sono diventati cristiani di nome aspiranti anonimi e tali diventati con uno sbattesimo (n.b. sbattesimo) di desiderio.
    Dovremmo imparare da Romero.
    Credete che sia facile ammettere che i tuoi stessi ideali politici sono usati da chi effettivamente è nemico di Cristo, del tuo Cristo e che in un determinato ambito il lontano è più vicino?
    Solo che come diceva Simone Weil, la verità umana scappa sempre dal campo del vincitore.
    E allo stesso modo sapere che, mentre festeggi con l’aureola del martire il tuo Eroe, altri martiri che non vorresti umanamente riconoscere, perché non rientrano nel tuo cliché ideologico, versano il loro sangue per lo stesso tuo Cristo.
    C’è appello alla conversione come conseguenza del martirio.
    Per chi non riesce ad ammettere che i cristiani (specie l’Istituzione) possano perseguitare e per chi non vuole riconoscere che anche la Chiesa (Istituzione compresa), che pure annovera tra sé dei persecutori … ieri, oggi e sempre è vittima innocente.
    Bellissimo dire “i nostri fratelli [perseguitati, la nostra Chiesa perseguitata] meritano qualcosa di più e di meglio da tutti noi.”; ma come è facile dirlo, così è facile smentirselo.

    25 Marzo, 2010 - 21:40
  29. Luigi Accattoli

    Mabuhay ero a Managua quel 4 marzo 1983 e il cuore ancora mi duole per la miseria che vidi, per la contestazione sandinista al papa, per l’incomprensione tra il papa e i quattro preti che erano nel governo sandinista. Ricordo Ernesto Cardenal col basco nero e la barba e la camicia bianche, che prende il basco in mano e si inginocchia, ventiduesimo tra i membri della Giunta. Egli era ministro della Cultura. Prese la mano al papa e gli disse qualcosa. Il papa gli rispose con quel gesto di intimazione e le parole: “Lei deve regolare la sua posizione con la Chiesa”. Ricordo la gran disputa che ne venne la sera in albergo tra me e Domenico del Rio che era scandalizzato dal gesto del papa mentre io credevo di poterlo capire, pur nel dispiacere. Poi abbiamo fatto un paio di libri insieme, Domenico ed io. E egli si avvicinò alla mia interpretazione e un poco io alla sua. Se sei interessato a saperne di più vai nella pagina PREFAZIONI E CAPITOLI elencata sotto la mia foto e leggi la mia prefazione al suo volume KAROL IL GRANDE uscito nel 2003, dopo la sua morte. Oppure vai alla pagina ANTOLOGIA DELLE PUBBLICAZIONI e dai un’occhiata al volume WOJTYLA IL NUOVO MOSE’ che scrivemmo a quattro mani nel 1988 proprio partendo dalla disputa che avevamo avuto a Managua.

    26 Marzo, 2010 - 0:21
  30. Mabuhay

    Per fuso orario solo ora posso continuare il dialogo, con Savigni, Gerry e vari… Sulla Teol d. Liberazione, non se ne puo’ parlare soddisfacentemente su un blog, proprio per la natura del tema.

    Circa il resto. Grazie a Dio, io non sono il buon Dio per dirimere sulla santita’ di Escriba d B. o di P. Maciel (e -non sto facendo ironia- chi lo sa? Puo’ darsi sia morto in grazia di Dio, pentito e giudicato dalla misericordia di Dio; e adesso, dal Paradiso, stia pregando per la mia conversione). Il mio punto era sui diversi pattern/policy/stili che la nostra Chiesa usa nel considerare la beatificazione/canoniz. di alcuni e non di altri, a seconda del tipo di spiritualita’ che manifestano (che poi volgarmente e riduttivamente finiamo a chiamare destra o sinistra; progressista o conservazione) o delle influenze di potere (e di finanze) dentro le curie vaticane su questi processi. La velocita’ inspiegabile su Escriba (che qualche anno fa sarebbe potuta essere applicata anche per qualcun’altro come Maciel, se solo “le cose” non fossero state scoperte e lui fosse morto diciamo…15 anni fa) non giustifica gli ormai 30 anni di speranza sulla canonizzazione di Romero, limpido martire della fedelta’ a Dio, alla Chiesa e al suo popolo. Che poi il papa lo dica cosi’ apertamente, che la ragione e’ di opportunita’ politica non ci fa onore. E basta.

    Lycop: Ho letto varie volte il tuo post. Bello e profondo. Altamente mistico. Grazie. Ho cercato di capire se volevi “dirmi” qualcosa direttamente…anche perche’ citi una frase da un mio precedente post. Benedetto XVI adesso e’ un perseguitato, son d’accordo con te e sono con lui, per Fede e figliolanza spirituale. Cio’ non mi impedisce di esprimere la mia opinione su quel periodo storico, su quelle decisioni e considerazioni della curia vaticana in quel tempo. Allora il Card. Ratzinger non era perseguitato. Ma hai ragione: la Chiesa soffre anche per colpa mia e dei miei peccati; ed e’ perseguitata anche da me e dalle mie meschinita’. Ed i martiri, almeno quelli che potuto conoscere, io li ho sempre riconosciuti, di qualsiasi colore ed odore: ma qui non voglio entrare in dettagli sulla mia attivita’.

    Grazie LUIGI della risposta; la prossima volta che tornero’ in Italia cerchero’ di comprarlo (e leggerlo!) Naturalmente GPaolo II aveva tutto il diritto e dovere di “richiamare all’ordine” i suoi figli sacerdoti. Ma in quel modo?

    26 Marzo, 2010 - 7:17
  31. raffaele.savigni

    Grazie, Lyco, per le belle e profonde considerazioni. Dobbiamo imparare a vedere i “martiri” (con effusione di sangue o meno) dovunque siano, al di là dei nostri “paraocchi”. Ho sentito qualcuno a sinistra ironizzare sul card. Mindzenty o su padre Popielusko; ed ho visto anch’io un certo silenzio, in settori “conservatopri” della Chiesa, sui martiri dell’America latina. Riconoscere questi martiri non vuol dire automaticamente riconoscere valida tutta la teologia della liberazione; così come riconoscere le virtù di Pio XII non significa automaticamente approvare tutta la sua linea politico-diplomatica e le sue scelte pastorali.

    26 Marzo, 2010 - 8:56

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