Palleggio da leoni in piazza della Signoria

Di passaggio a Firenze vado a sedermi sulla gradinata di Palazzo Vecchio come facevo in libera uscita quand’ero “lupo di Toscana”. Sento avvicinarsi le grandi ombre del Savonarola che qui fu bruciato e di La Pira che qui fu sindaco. Già vedo intenzionati a piantare grane Michelangelo e Donatello che proprio su questa gradinata hanno un David e una Giuditta. Ma è con me la figlia più giovane! Chiedo scusa alle grandi ombre e con lei mi diverto a movimentare la vita ai due leoni che hanno la zampa su una sfera di marmo, davanti alla Loggia dei lanzi. Aiutato dai cartoons li convinco a giocare a palla per la piazza, scartando i turisti e facendo girare le statue. Ride Miriam al mio gioco e mi pare che un poco ridano i due felini solenni e ginnici, appena si riprendono da quel palleggio scatenato.

3 Comments

  1. bonzieu

    Fa bene, ogni tanto, giocare con la fantasia; dicono che serva anche a “mantenerci giovani dentro”.
    Anche a me piace “infilarmi” nelle fantasie dei figli, e a volte stimolarle…
    Con due figli maschi scatenati i giochi fantastici sono un poco più movimentati del palleggio dei leoni (sono stato anch’io Lupo di Toscana, e in mezzo a corse capriole e assalti mi sembra di tornare a quasi 20anni fa!)
    … per la “gioia” della moglie e madre che si ritrova con tre bambini!

    5 Gennaio, 2007 - 10:24
  2. bonzieu

    Sabato 23 dicembre. Tarda mattinata.
    Il paese è tutto un movimento: è giorno di mercato e pure l’antivigilia di Natale; nella piazza si incrociano donne con la spesa e giovani alla rincorsa dell’ultimo regalo.
    Sul sagrato non manca la zingara che chiede l’elemosina (solitamente è presente solo la domenica, ma anche lei vuole approfittare delle festività e anticipa).
    Un carissimo amico, con dei seri problemi di ritardo mentale, offre alla zingara un sacchetto con del pane fresco, appena comprato dal panettiere lì accanto. Poi mi vede e mi corre incontro ad offrirmi uno dei suoi calorosissimi saluti e mi spiega: “Quando mi capita, offro sempre qualcosa da mangiare a chi chiede l’elemosina, perchè nel Vangelo c’è scritto -Avevo fame e mi avete dato da mangiare-, non c’è scritto -Datemi i soldi-“.
    La fede dei semplici…

    5 Gennaio, 2007 - 10:55
  3. Luigi Accattoli

    Ringrazio Eugenio Bonzi per questo racconto dal vero e per quello dei giochi con i figli che lo rifanno bambino. C’è festa più grande per chi si è messo nella grande avventura dell’essere padre o madre? Ciò vale umanamente ma anche cristianamente: se non diventerete come bambini non entrerete nel Regno! Luigi

    5 Gennaio, 2007 - 16:28

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